Dall’Avana ad Holguin

Cuba! Da sempre questo paese mi ha incuriosito. La rivoluzione, Fidel, il Che… Molti ne parlano in termini entusiastici altri malissimo... Forse è proprio il caso di andare a vedere... L´organizzazione del viaggio si rivela stavolta assai semplificata, difatti un amico che fa il coordinatore di Avventure nel Mondo mi dà e-mail e telefono del...
Scritto da: Andrea Sabatini 1
dall'avana ad holguin
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Cuba! Da sempre questo paese mi ha incuriosito. La rivoluzione, Fidel, il Che… Molti ne parlano in termini entusiastici altri malissimo… Forse è proprio il caso di andare a vedere… L´organizzazione del viaggio si rivela stavolta assai semplificata, difatti un amico che fa il coordinatore di Avventure nel Mondo mi dà e-mail e telefono del loro corrispondente a L´Avana, Massimo, un italiano che vive a Cuba. Tramite lui prenoto le prime tre notti a L´Avana, tre notti ad un prezzo assai vantaggioso in un resort a Cayo Guillermo e le ultime due notti in un altro resort a Guardalavaca (questi cinque giorni di mare sono il dazio che ho dovuto pagare Monia per convincerla a venire a Cuba!). Le altre notti le gestirò invece sul momento, tutti mi dicono che non ci saranno problemi. Venerdì 6 Agosto – La partenza e l´arrivo a L´Avana I viaggi alle mie spalle aumentano e la mia valigia è ogni volta più piccola. Questo pensiero mi rallegra mentre trascino il leggero zaino-trolley verso il Check-in dell´aeroporto. Quante volte ormai ho ripetuto questo gesto negli ultimi anni! Lasciamo le valigie e ci mettiamo in attesa del volo. Oggi a Firenze la giornata non è bella, mi chiedo come sarà il clima a Cuba, dicono che ci sia un caldo insopportabile, vedremo… Alle 9:50 decolliamo da Firenze per Francoforte da dove alle 14:30 partirà l´aereo della Condor per L´Avana. Il tempo in attesa del volo per Cuba passa veloce, e visto che sono qua mi concedo anche una birra da Franciskaner! Poco prima delle due annunciano l´imbarco, poi ci fermano, dicono che c´è un ritardo di 10 minuti, poi altri 10. Infine ci comunicano che c´è un finestrino rotto e devono cambiare aereo!!! Vediamo la cosa in maniera positiva, potevano accorgersene un´ora dopo… Finalmente alle 16 ci annunciano che partiremo alle 18:30. Meno male, temevo di passare la notte qua… Dopo aver visitato ogni piccolo anfratto dell´aeroporto alle 17:45 ci prepariamo per l´imbarco ma c´è un temporale… L´aereo non può decollare finché non è passato!!! Altra mezz´ora persa… Finalmente ci fanno salire, era l´ora! L´aereo è un Boeing 767 assai scomodo, quasi non entro nel sedile, bella cosa sarà passare 10 ore qua dentro! Il cibo è immangiabile! Questa Condor per ora non mi ha fatto una grande impressione… Il compito vero di una compagnia aerea è comunque quello di portarti a destinazione sano e salvo e per fortuna, almeno in questo, la Condor è stata impeccabile (altrimenti non sarei qui a scrivere…) e così verso le 23 atterriamo a L´Avana. Il posare il piede scendendo dall´aereo in un posto tanto sognato e immaginato è una delle sensazioni più forti del viaggio e ancor più forte è l´impressione che ricevo uscendo dall´aeroporto, respirando l´aria diversa e scontrandomi d´improvviso con facce e mondi nuovi. E anche stavolta mi sento come inebriato dall´aria calda e umida e dal vociare della gente. Non mi ci abituerò mai, spero di non abituarmici mai! Le procedure doganali sono interminabili, quasi 5 minuti per persona, una follia. Ma si sapeva. Accanto a noi un italiano di mezza età ci dice che fuori la sua ragazza lo sta aspettando, e aggiunge sorridendo ´potrebbe essere mia figlia, ha 20 anni!´. Finalmente riusciamo a passare, adesso non ci resta che sperare che i bagagli ci siano! E ci sono!! E´ già mezzanotte passata, dobbiamo cercare un taxi! Fuori dall´aeroporto c´è una bella ressa e pochissimi taxi, ci sarà ancora da aspettare. Finalmente la spuntiamo. Sul taxi con noi capita l´italiano della fila alla dogana con la sua giovane cubana, dividiamo con loro i 25$ di spesa. Ci racconta un po´ di lui, dice che rimarrà un mese a l´Avana e che sono fidanzati da 6 anni. La ragazza è la tipica cubana di colore, sicuramente carina. Non so che pensare di loro. Non mi si leva però dalla testa il dubbio che lei di fidanzati italiani ne possa avere più d´uno, d´altra parte lui viene un mese l´anno, e gli altri undici mesi lei che fa? Mah, di sicuro non sta lì ad aspettarlo! Nella mente mi si ribalta l´idea classica di chi sfrutta e di chi è sfruttato dal turismo sessuale. Talvolta le cose non sono come sembrano e le ragazze cubane talvolta non sono poi così povere. Queste idee mi girano in testa, giuste, sbagliate, non lo so, forse è solo la stanchezza. Intanto le immagini della città buia mi passano accanto veloci, flash di attimi che non riesco a focalizzare. I due fidanzatini scendono prima di noi, dopo poco arriviamo in hotel. L´hotel Lincoln è il previsto squallido hotel statale, ma va benissimo, Monia un po´ si lamenta, poi però crolla dal sonno. Sabato 7 Agosto – L´Avana Il fuso orario si fa sentire e prima dell´alba sono già sveglio. Monia invece sembra non abbia problemi e continua tranquilla a dormire. Il mio mancato sonno è però ripagato dalla magica visione della città al sorgere del sole. Dalla distaccata e grande finestra all´ottavo piano dell´hotel scorgo quell´Avana che ho sempre immaginato, sonnolenta e decadente ma piena di fascino. Mi incanto a guardarla e rimango silenzioso e affascinato per molto tempo. Poi, visto che nemmeno la luce ha effetto su Monia la butto giù dal letto e andiamo a fare colazione. Nella saletta della colazione ci sono molti italiani, tutti venuti a Cuba con Avventure nel Mondo. Ci sediamo e aspettiamo che ci portino qualcosa. La lentezza del servizio è però paragonabile a quella dei doganieri dell´aeroporto, passa infatti una buona mezzora prima che ci degnino di uno sguardo. E poi la colazione è terribile, ci servono della frutta immangiabile e un panino ripieno di formaggio, prosciutto cotto e mostarda. Usciamo per fare due passi. Siamo in posizione molto centrale a 100 metri dal famoso Malecon, il lungomare dell´Avana ed è lì che ci dirigiamo. Appena fuori dall´hotel siamo però subito circondati da tre ragazzi che cominciano a raccontarci le solite storie acchiappa-turisti, che hanno la sorella o il fratello in Italia, che studiano italiano e tanti altri discorsi su cosa fare e non fare. Purtroppo tutti mi hanno parlato della presunta cordialità e affabilità dei Cubani e quindi, non avendo capito come davvero stanno le cose, mi faccio abbindolare come un fesso! La presenza di questi ragazzi è negativa per l´Avana perché ti rende diffidente poi per gli incontri successivi. Non si sa mai infatti se la persona che si ferma a parlare con te lo fa per interesse o solo per fare due chiacchiere con uno straniero. Fortunatamente però la presenza di questi individui si dirada allontanandosi dalle zone turistiche e nei centri minori proprio non esistono. Ci invitano a una festa di salsa all´aperto nel pomeriggio e mi propongono l´acquisto di sigari. L´idea della festa di salsa mi piace, penso che potrei scattare foto interessanti, i sigari invece non mi interessano, visto però che il mio obiettivo è questa festa non voglio contrariarli troppo e mi faccio convincere a comprarne qualcuno. Però io che non fumo voglio spendere poco e sono chiaro. ´Non più di 20$ per dei sigari cubani!´ Dico. Ma ci sarà la fregatura! Ebbene sì sono stato proprio fregato. Eppure lo sapevo anche che con i sigari ti fregano!!! E questa fregatura mi brucia ancora!! Fissiamo per le 17, ci porteranno alla festa di salsa e mi daranno i sigari. Alle 10 rientriamo in hotel per l´appuntamento con Massimo, che finalmente conosco. Nella hall dell´hotel tutti italiani! Sono due gruppi di Avventure nel Mondo che ovviamente Massimo sistema sempre in questo hotel. Mi dice che non ha ancora il voucher dell´hotel di Guardalavaca, me lo porterà lunedì mattina. Guida Lonely Planet alla mano usciamo e decidiamo di seguire l´itinerario a piedi consigliato per il Centro Habana. Senza badare troppo ai nomi delle vie ci dirigiamo un po´ a senso verso il Museo della Revolucion e finalmente, respingendo con decisione gli assalti dei jineteros, iniziamo a guardarci un po´ attorno. Che bella è l´Avana! Le persone sedute al bordo delle strade, i bambini che corrono, palazzi bellissimi e altri in stato di avanzata decadenza, le auto americane, le bici, tutto rende questa città diversa da tutte quelle che ho visto finora. L´Avana è pervasa da un´atmosfera unica nella quale nuovo e antico si incontrano e dove decadenza e splendore convivono con estrema naturalezza. Fa molto caldo, non più comunque di quello che d´estate sono costretto a sopportare a Firenze e anche il famoso inquinamento dell´Avana… Beh…Sono abituato a ben altro… Ed ecco il Museo della Rivoluzione! E´ in un grande e bellissimo palazzo. La storia di Cuba passa di qua, dalle origini ai giorni nostri, la parte più interessante è ovviamente quella della rivoluzione che culmino con la presa del potere da parte di Fidel Castro. In esibizione anche molte foto straordinarie, non solo per la bellezza ma anche per l´importanza del momento immortalato. Moltissime sono anche le immagini che ritraggono Ernesto Guevara, da queste parti, forse suo malgrado, un vero e proprio mito. Poi usciamo e a poca distanza ci infiliamo in un mercatino locale, principalmente di frutta e verdura, uno di quei mercatini dove si paga in pesos. Scatto qualche foto alle bancarelle, poi un signore ben vestito mi chiede se posso fotografarlo. Chissà perché? Solo narcisismo? O forse pensa che così la sua immagine uscendo da Cuba possa portare con sé anche una parte di lui. Da romantico mi piace pensare che il motivo sia questo, il regime potrà vietare a questo simpatico vecchietto di lasciare Cuba, ma nessuno potrà mai impedire a questa sua foto di andarsene da qua. Fidel Castro potrà limitare ogni libertà terrena ma non potrà mai abolire la libertà di sognare e di viaggiare con la fantasia. E mentre scatto la foto pensieri confusi si fanno spazio nella mia mente… Cuba e la rivoluzione… Cuba e la libertà… contraddizioni… verità e menzogne… di una cosa sono però certo, non è questo ciò che Ernesto Guevara sognava. Dopo aver vagato senza meta nei dintorni del mercato per un tempo che non saprei ben definire continuiamo il nostro itinerario prendendo la direzione del palazzo Bacardi. ´Consumerete rullini e rullini su di esso´ dice la Lonely Planet. Mah! Forse non sono in vena ma io non scatto nemmeno una foto… Proseguiamo oltre e ci troviamo di fronte al Floridita, uno dei locali preferiti da Hemingway. L´eleganza del locale scoraggia l´ingresso, rimaniamo così seduti a lungo nella piazzetta adiacente osservando la gente che passa. Ogni faccia una storia, vite mai viste e che mai rivedrò mi stanno passando davanti. E mi ritrovo a pensare al caso. E´ il caso che regola ogni evento della vita e sono solo le nostre azioni che ci consentono di modificare la nostra storia. Da sempre mi piace questa visione della nostra esistenza, perché lascia spazio al nostro agire e al nostro intervento, il destino invece non lo concepisco, inutile agire, tutto è già scritto. Da lì poi verso la grandissima piazza dove si trova il Capitolio con la sua famosa scalinata. Quanta gente e quante auto! Poi i bus, i taxi i coco-taxi le biciclette… E poi d´intorno palazzi semidistrutti accanto palazzi finemente ristrutturati. Alla base della scalinata mi sorprendono dei fotografi che scattano foto ricordo ai turisti con delle macchine fotografiche costruite con pezzi di ferro e di cartone trovati qua e là. L´ingegno, la fantasia e l´arte di arrangiarsi nella loro massima forma. Entriamo nel Capitolio per una visita e visto che il bar all´interno si presenta bene decidiamo di prendere un panino. Maledetta mostarda, anche qua panino al prosciutto con mostarda! Poi di nuovo fuori, nei dintorni, a cercare le vie meno battute, le più vere e decadenti de l´Avana, quelle più ricche di fascino. Poi, dopo aver camminato per un bel po´, visto che per il 9 mattina ho prenotato dall´Italia un auto e sapendo di come questa cosa spesso sia aleatoria, mi viene il dubbio che forse non sarebbe male fare un controllino in modo da verificare la prenotazione ed evitare eventuali problemi. Ci accordiamo con un coco-tassista e per tre dollari ci facciamo portare all´hotel Riviera, come indicato sul mio voucher. Che bello è viaggiare in questi buffi mezzi! Ed è anche piacevole e rinfrescante, difatti il vento sulla faccia ci ritempra e ci rimette in sesto. Percorrendo tutto il bellissimo Malecon le immagini si susseguono veloci, da una parte ragazze sedute e ragazzi che si tuffano in mare, dall´altra hotel moderni, splendide case coloniali e palazzi distrutti. Poi purtroppo lo spasso finisce e arriviamo all´hotel Riviera. Che differenza con il Lincoln! Siamo in un´altra categoria! Chiedo della macchina e nessuna notizia. Il bello è che quel modello di auto proprio non ce l´hanno. E le auto per il 9 le hanno tutte finite. La cosa si complica, devo pensare a una soluzione. Senza auto fare il giro programmato diventa impegnativo, difficile e costoso soprattutto è arrivare a Cayo Guillermo, dove i cubani non sono ammessi e quindi si dovrebbe andare con un taxi regolare. Mi suggeriscono di andare a sentire nell´hotel di fronte, ma anche qua i tentativi vanno a vuoto. Poi finisco all´hotel Havana Libre dove mi dicono che l´unica agenzia che ha una macchina come quella che ho prenotato è momentaneamente chiusa, vedono però la mia prenotazione e mi tranquillizzano, lunedì mattina mi presento e avrò la macchina! Figuriamoci, nemmeno se la vedessi! Monia mi dice che mi faccio problemi inutili. Hanno detto che la macchina ci sarà, perché non deve esserci? Pensando a come risolvere il problema con un taxi ripercorriamo rapidamente il Malecon fino a Lincoln dove abbiamo appuntamento con i ragazzi della mattina. Eccoli! Mi danno un pacco (in tutti i sensi) di sigari da 20$ (poi scoprirò che il vero prezzo è 1$) e fanno cenno di andarsene. ´Ma la salsa?´ dico io, sperando che mi accompagnino a questa festa in strada. ´Già´ dicono, ci accompagnano alla Casa della trova e spariscono. Bella fregatura! Io i sigari li avevo presi soprattutto per essere accompagnato a questa festa all´aperto, invece me l´hanno tirato in tasca. Ok! Pace, di certo però non mi faccio più fregare! E´ stata la buonafede a fregarmi, tutti a dirmi che i cubani sono bravi, gentili, disponibili. Col cavolo! E´ come in ogni posto, ci sono i bravi ma ci sono anche i truffatori, e qua all´Avana l´impressione è che i secondi siano ben di più dei primi. Per fortuna poi fuori da l´Avana troverò una situazione ben diversa. Visto che ormai siamo qui decidiamo di entrare lo stesso alla Casa della Trova. E non ce ne pentiamo, valeva la pena entrare solo per vedere i cubani ballare! Che spettacolo! Peccato sia così buio da impedire ogni ripresa o fotografia. Verso le 19 decidiamo che è ora di andare a cena. Optiamo per lo sconsigliato (dalla LP) ristorante Hanoi. Mangiando capiamo il perché era sconsigliato. Avevano anche sostituito l´acqua minerale nelle bottigliette con l´acqua del rubinetto. E mi sto ancora chiedendo: ´ma se era sconsigliato cosa ci siamo andati a fare?´. Prima di andare a dormire facciamo un giretto sul Malecon che al tramonto è davvero straordinario. C´è anche una piccola strana sfilata di carnevale con gente che balla e canta. Tutto fa atmosfera. Poi crolliamo dal sonno, la giornata è stata molto intensa. Domenica 8 Agosto – L´Avana La mattina successiva, dopo la solita squallida colazione a base di panino con mostarda, rivedo all´hotel Massimo che ha un problema con un gruppo di Avventure nel Mondo, gli accenno il problema con l´auto e lui mi conferma che è la norma. Penserò più tardi alla soluzione. Adesso è l´ora di Plaza della Revolucion dove andiamo in taxi. La piazza è un po´ fuori dal centro storico e onestamente non si può dire che sia una gran bellezza. E´ qui comunque che si tengono gli interminabili discorsi di Fidel Castro ed è qui che si trova il ben noto murales con la faccia del Che, nella riproduzione della famosissima foto di Alberto Korda, una foto splendida scattata quasi per caso, racconta Korda ´Trovarmelo nell´inquadratura della macchina fotografica, con quell´espressione, mi fa quasi fare un sobbalzo. Intuitivamente schiaccio l´otturatore´! E mentre penso a queste parole da buon turista mi faccio la tipica foto ricordo! Giriamo un po´ nella piazza ma non essendoci nulla da vedere e visto che un poliziotto ci intima di non salire nella zona rialzata, chissà poi perché, decidiamo di andare per verso l´Avana Veja. Un coco-taxi e via! Anche all´Avana Veja decido di seguire il percorso suggerito dalla Lonely Planet, lo facciamo però al contrario, partendo da Plaza Veja. Questa piazza è straordinaria ed ha una cosa che mi colpisce, è perfettamente restaurata in tutte le sua parti tranne che per un palazzo che cade a pezzi e sul quale sono appesi decine di panni ad asciugare. Che cosa assurda! Chissà perché una cosa del genere! Però anche questa cosa ha il suo fascino, e poi è una ben evidente metafora delle contraddizioni cubane! In questa piazza vediamo decine di individui con dei piccioni in mano o in delle gabbie, mi sa che li stanno vendendo… Saliamo poi nel palazzo dove si trova la Camera Oscura, una specie di periscopio. La vista dalla terrazza merita, il periscopio forse meno, comunque i 10 minuti della visita non sono sprecati, anche perché nella Camera Oscura c´è l´aria condizionata che ci ritempra un po´. Scesi da lì andiamo a mangiare e anche stavolta panino con prosciutto e mostarda. Puah! C´è chi spende cifre assurde per fare le diete, qua a Cuba la dieta è inclusa nel viaggio. Il dimagrimento è assicurato! Da lì risaliamo verso Plaza de Armas e poi Plaza San Francesco, infine ci dirigiamo verso il museo del Rum, o meglio il museo del Rum Havana Club. Ci fa da guida un ragazzo che parla in italiano e ci spiega per bene tutte le fasi di lavorazione del rum e tutti i tipi di rum che essi producono. Il giro finisce con la degustazione di un bicchierino di Havana Club invecchiato! Terminiamo il giro nella splendida Plaza della Catedral, dove la cattedrale ha due torri diverse: una copia in piccolo di quella di Chartres! Lì vicino poi c´è la ben nota Bodeguita del Medio, possiamo non prendere un mojito? Ci costa 4 dollari ma non ne possiamo fare a meno. Il locale tra l´altro è molto carino e ben tenuto. E´ una cosa da turisti ma talvolta bisogna fare anche le cose da turisti… A questo punto visto che dubito che l´auto ci sia comincio a cercare soluzioni alternative per l´indomani, l´idea infatti è uscire da l´Avana e andare verso Trinidad. Al Capitolio c´è un internet café, decido di andare a dare un´occhiata al sito della Viazul per avere un´idea degli orari dei bus per Trinidad. Ci facciamo portare da una bici-taxi, altro tipico mezzo di trasporto di cuba. Anche qua il pedalatore oltre al passaggio prova a tastare il terreno per venderci qualcosa. Ho un fratello che vive in Italia e poi… Da quanto siete a L´Avana? Avete fame? Stasera dove mangiate? Vi piacciono i sigari cubani? E le risposte sono. Siamo all´Avana da un mese… No non abbiamo fame, abbiamo appena mangiato e stasera abbiamo prenotato in un ristorante… Niente sigari il fumo ci dà fastidio… Ormai il trucco è imparato! Arriviamo al Capitolio, una controllino al sito web di Viazul e poi a piedi per il quartiere cinese verso il nostro hotel dove una doccia è d´obbligo prima di cena. Monia dice che vuol mangiare la pizza e la pasta e sulla LP scova un ristorante dove dicono che si mangi la miglior pizza e pasta de L´Avana. Io in genere sono contrario al cibo italiano all´estero, non penso però che si possa mangiar peggio di quanto fatto finora e quindi mi lascio convincere. Tanto più che il ristorante è vicino all´hotel Habana Libre dove sembra ci sia la macchina e alla famosissima gelateria Coppelia. In breve siamo quindi di nuovo su di un coco-taxi con direzione Hotel Habana Libre. Entriamo nell´hotel e ci andiamo al banco dell´agenzia di noleggio che dovrebbe avere la mia auto. Stavolta è aperto. Chiedo della macchina certo della risposta che è: No, nessuna prenotazione! Però adesso ho chiara una cosa. Ho la conferma che meno roba prenoto dall´Italia meglio è, almeno se non prenoto so cosa aspettarmi. Visto che sono lì mi dirigo agli altri banchi nel tentativo ultimo di avere un auto. E, colpo di fortuna micidiale, la trovo! E´ una Suzuki Vitara! E me la cavo con 68$ al giorno tutto compreso. Il noleggiatore mi dice però che adesso la macchina c´è, domani non si sa e mi fa capire che se dopo di me arriva un altro lui gliela cede senza problemi. Per averla mi tocca prenderla subito, pagando un giorno in più.. Devo cioè pagarla anche per il giorno 8 nonostante la vada a prendere il 9… Sono contento e quindi lascio correre, tanto più che con solo 50$ in più posso lasciare l´auto a Santa Clara il 15 agosto. Perfetto! Tutto si è sistemato alla perfezione! Vediamo l´auto, non è male, ha più ammaccature di un casco da alpinista ma l´essenziale è che funzioni. La mattina seguente tornerò a prenderla. Contenti ci dirigiamo da Coppelia, notissima gelateria dove si dice che per entrare ci sia sempre una coda lunghissima. Ed è vero, 50-100 metri di coda da ogni entrata. Non so ma anche questa cosa mi piace poco e mi piace anche meno il fatto che facciano entrare i turisti senza fare la fila. Torno indietro, non mi piace. Uscendo ho comunque il tempo di notare ai tavoli i cubani che mangiano il gelato, e ne mangiano insalatiere piene!!! E certo con tutta la fila che si sono fatti sotto il sole!!! Andiamo verso il ristorante che è lì vicino. Il posto sembra carino, entriamo. E devo dire che Monia aveva ragione, pasta e pizza davvero buoni (chiaro che si parla sempre in termini relativi), sto notando che all´estero spesso la pizza è gradevole, meglio assai delle schifezze locali. A Marzo a El Calafate, in Patagonia, stanco della solita carne, sono stato tre giorni di fila a mangiare una pizza davvero buonissima! Decidiamo di percorrere a piedi tutto il Malecon fino all´hotel. Anche stasera mi fa una fantastica impressione, peccato l´indomani si debba andar via da l´Avana, ci sarei rimasto volentieri qualche altro giorno. Sul Malecon c´è un´altra festa con canti e balli… Lunedì 9 Agosto – Da L´Avana a Trinidad Alle 7 solita schifosa colazione e poi a prendere l´auto. Monia rimane al Lincoln anche perchè alle 9 e mezzo ho fissato con Massimo che deve darmi i voucher per le cinque notti che ho prenotato ed essere pagato. Quindi mi avvio da solo verso l´hotel Habana Libre. Decido di percorrere il Malecon. Oggi sembra non ci siano taxi liberi quindi mi avvio a piedi. Dopo un po´ però vedo un bici-taxi e lo fermo. Mi accordo per due dollari, poi però vedendo la fatica che fa gliene lascio tre. Vedendomi da solo mi chiede se sono a Cuba per le chicas. Quando gli dico di no e che sono con la mia ragazza lui si tranquillizza e comincia a sfogarsi rabbiosamente con me sparlando degli Italiani che vanno a Cuba solo per le ragazze. Vanno lì, cercano le ragazze e poi nemmeno vorrebbero pagarle… Pagarle, ecco la questione! Lui non riesce a capire. E poi lui ha troppi pensieri in testa, una moglie e due bambini, e non riesce a trovare i soldi per comprare loro il latte… Mi lascia un po´ lontano dall´hotel, non potrebbe accompagnarmi. Mi saluta e mi regala una banconota da un peso cubano. Ho ripensato spesso a lui e alla sua faccia rabbiosa che esprimeva tutto lo sdegno di cui era capace nei confronti di una parte del popolo italiano e probabilmente anche di buona parte di quello Cubano. Arrivo all´hotel e prendo in consegna l´auto. Appena metto in moto mi prende male. Fa un rumore spaventoso, ogni volta che accelero mi pare che il motore debba esplodere. E poi sbanda vistosamente. Ma che ci posso fare? O quest´auto o nulla. Incrocio le dita e mi dirigo verso l´hotel Lincoln. C´è Monia all´ingresso che mi aspetta. Massimo non è ancora arrivato. Mi metto ad aspettarlo fuori. Mentre aspetto si avvicinano due ragazzi cubani che appena si accorgono che sono italiano drizzano le antenne… Metto però subito in chiaro che non mi serve nulla e che me ne sto andando da l´Havana. Il dialogo si fa allora più interessante… Anche se prima di tutto mi chiedono se sono a Cuba per le chicas… Poi mi chiedono dell´Italia, di cui hanno un´immagine assai distorta. La tv dicono, loro l´Italia la vedono dalla tv. Poi arriva Massimo e devo salutarli… Pago quel che gli devo, lo saluto e prendo la via per Trinidad… O meglio cerco di prendere la via per Trinidad perché un gentile poliziotto mi fa sbagliare strada… Comunque l´autopista non è tanto difficile da trovare e orientandomi un po´ con il sole riesco a imboccarla! Che bello guidare così, strada larghissima e quasi deserta! Decidiamo di allungare il percorso passando per la baia dei porci, magari se abbiamo tempo ci fermiamo un po´ anche al mare. Passiamo veloci senza fermarsi dall´allevamento dei coccodrilli e arriviamo nei pressi della baia. Questa zona pullola di cartelli inneggiati la vittoria contro gli Usa e si sente fortissimo il sentimento nazionalista. Arriviamo a Playa Larga e dall´auto vediamo finalmente anche il mare. Bello, molto bello, o perlomeno così ci sembra. A Playa Gyron decidiamo di sostare un po´ e sentiamo finalmente il mare. E´ caldissimo, mai sentita un´acqua così, forse anche troppo calda, speriamo che dove faremo il mare sia un po´ più fresca… Monia mangia qualche biscotto, io salto il pranzo, oggi non ho fame. Dopo circa mezz´ora ripartiamo, direzione Cienfuegos. La zona che attraversiamo è molto bella, siamo circondati da piantagioni di banane e sulle strade non macchine ma bici e carretti trainati da cavalli, da qui in poi saranno questi i mezzi che incontreremo con più frequenza… La zona è molto tranquilla e i paesini sono caratteristici e straordinari. Poi spesso, ai bordi delle strade, tanta gente a fare l´autostop. A Cuba l´autostop è regolarizzato, se sei cubano e hai posto in macchina devi far salire l´autostoppista. Spesso ci sono anche degli ufficiali dello stato che bloccano le auto e regolano i passaggi. Le auto dei turisti invece non sono soggette a queste regole. Io farei anche salire qualcuno, Monia non è invece troppo convinta e rifiuta di dare passaggi. Poi arriviamo a Cienfuegos. Sono quasi le 17, se ci fermiamo dovremo dormire qua. Confabuliamo un po´ e decidiamo di proseguire per Trinidad. Sbagliamo anche strada non vedendo un bivio, fortuna ce ne accorgiamo subito e riprendiamo la giusta direzione. Non ce la faccio più a guidare e cedo il passo a Monia. La strada peggiore tocca a lei, strettissima e di collina, ma ormai è lei al volante. Poco prima di Trinidad mi rimetto io alla guida e poi finalmente arriviamo. Trinidad colpisce subito con le sue case colorate, con la sua gente e i suoi carretti. Dobbiamo però trovare alloggio, a Trinidad penseremo dopo. Vado a sentire in una casa particolar di cui ho l´indirizzo. Pare però che a Trinidad ci sia il tutto esaurito in questi giorni, ma la proprietaria e soprattutto il figlio si prodigano per trovarmi qualcosa e in breve ci riescono. Mi avvertono però che la casa non è un granché, ci dovremo adattare per questa notte, l´indomani ci troveranno una sistemazione migliore. Il figlio della proprietaria, Giovanni, ci accompagna in moto alla casa e in effetti non è granché anche se ho dormito e mangiato in posti peggiori… Anche la Monia che temeva il peggio si adatta… Meno male… La casa ha delle camere molto piccole ed è abbastanza sporca, ma ormai ci siamo. La proprietaria ci chiede se vogliamo mangiare lì e più perché di solito si fa così che per convinzione diciamo di sì. Per le 20 il pranzo è pronto, piatto di frutta, piatto di verdure, piatto di riso e pesce fritto con patatine, il tutto condito da diverse mosche e formichine. Scansando gli animaletti qualcosa mangio, non è però un pranzo di quelli memorabili. Monia non ha coraggio quasi di toccare nulla e per far sparire un po´ di cibo dal suo piatto (mi spiace per la cuoca lasciare il cibo, lei si è impegnata, non vorrei si offendesse), dò un po´ di roba al cagnetto della padrona, che probabilmente memore di passate esperienze, era in attesa alla porta. Fortuna in camera c´è l´aria condizionata… Ci addormentiamo come sassi… Martedì 10 Agosto – Trinidad L´aria condizionata nella piccola stanzina è fortissima e non c´è verso di abbassarla. Mi vedo costretto a coprirmi con la giacca a vento (portata per la notte da passare sul bus) e soffro lo stesso il freddo. Soffrire questo freddo a Cuba. Assurdo. Potremmo spengerla ma non si può, dopo 5 minuti si soffoca non essendoci che una piccola finestrella sempre chiusa… Arriva comunque mattina. Io non resisto più e all´alba mi alzo, Monia vuole dormire ancora. Me ne vado allora a fare un giretto nella Trinidad che si sveglia. Spero di fare qualche foto. A quest´ora non ci sono turisti in giro, solo cubani indaffarati nelle loro faccende. Cammino un po´ per le belle strade a ciottoli circondate dalle caratteristiche case colorate. Mi fermo a osservare la fila per la razione alimentare mensile. Entro dentro uno di questi ´negozi´ statali. E´ un po´ triste. Chiedo alla ragazza al bancone se posso fotografarla. Lei dice ´un dollaro´. Poi sorride e dice che stava scherzando. Poco prima delle 8 e 30 rientro nella casa, c´è la colazione. Fa schifo come la cena. Fortuna che Monia ha la riserva di biscotti e gallette di riso comprati in Italia. Paghiamo la padrona di casa e la salutiamo, ci dà anche il suo biglietto da visita. Difficilmente sarà utilizzato… In auto ritorniamo alla case particular di ieri, parliamo con Giovanni, il figlio della proprietaria e lui ci accompagna alla nuova casa. E´ tutta un´altra cosa. Più grande ma soprattutto molto più pulita. Salutiamo la nuova padrona di casa posiamo le valigie e prendiamo la via di Playa Ancon. Oggi giornata di mare, l´ho promesso a Monia. Sorpassando carretti trainati da cavallo, bici e camion che emettono un terribile fumo nero percorriamo la strada che da Trinidad porta verso il mare. Poi c´è l´attraversamento della ferrovia, rigorosamente come quasi tutti i passaggi a livello cubani senza sbarre! Qualcuno potrebbe pensare che i passaggi a livello senza sbarre sono pericolosi. Certo! Lo sarebbero se ci fossero i treni. Io di treni non ne ho proprio visti e in certi casi non ho visto addirittura nemmeno le rotaie… Arriviamo a Playa Ancon e parcheggiamo all´hotel Ancon. Il parcheggiatore chiede un dollaro per tutta la giornata, gliene lascio due in anticipo, non si sa mai, mi hanno detto che lasciare a giro le macchine a Cuba è un po´ pericoloso… Mi fa tenerezza vedere la gioia con cui prende quel dollaro in più. Mi ringrazia calorosamente. Passando dall´ingresso dell´hotel entriamo in spiaggia. Un inserviente ci blocca subito e ci spiega come funziona. La spiaggia e gli enormi ombrelloni di paglia sono gratis, il bar è là, il bagno con le docce qua, ecc. La spiaggia è bella, il mare insomma, vicino alla riva l´acqua è un po´ torbida e ci sono un po´ di alghe. Non è comunque male. L´acqua è calda. A turno per non lasciare la roba incustodita facciamo il bagno. Un po´ di riposo oggi ci voleva. Mangiamo al bar, due pizzette che non sono male e il solito panino schifoso. Poi di nuovo bagno. Monia viene avvicinata da due cubani che le offrono l´aragosta per il pranzo a 5 dollari, e le fanno vedere una rete legata al pontile con dentro delle aragoste, forse domani. Alle 16 torniamo a Trinidad. Passiamo dalla casa particular e poi subito fuori. Non abbiamo ancora visto per bene Trinidad! Che carina che è Trinidad, con le sue stradine ma soprattutto la sua gente seduta fuori dalla porta, sui gradini i più giovani, sulle sedie i più attempati. I bambini che giocano. I carretti e le auto americane. I cani che girano liberi. Mi dà un´immagine di serenità. E nessun scocciatore! Poi però entriamo nella zona più turistica, quella della famosa scalinata. E qui è tutta un´altra storia. Veniamo circondati da bambini che chiedono un dollaro, altri con in mano monete da un euro che ci chiedono di cambiargliele e sono veramente assillanti, estremamente fastidiosi, non più tranquilli e spensierati come quelli che avevamo visto pochi minuti prima. Si vede che da qui passano i turisti. Non resisto e mi allontano. Incredibile come in 100 metri tutto cambi. Mi fa male pensare come il turismo possa modificare i posti e le persone in peggio… Andiamo a cena. La signora ci ha fatto il pollo arrosto. A Monia piace, a me insomma. La cena comunque è mangiabile, c´è anche molta frutta e verdura oltre alla zuppa di fagioli neri e mi sa fegato che ci viene portata come primo. Poi dopo cena riusciamo, torniamo alla scalinata. Stanno suonando e ballando. Vedere i cubani ballare è sempre uno spettacolo indimenticabile! Un mojito e poi ce ne andiamo. Sulla via di casa va via la luce. Buio pesto! Che bel cielo che c´è! Fortuna siamo sulla via principale e a tentoni proseguiamo lo stesso. Dopo cinque minuti la luce torna, quasi quasi preferivo camminare alla luce della Via Lattea… Mercoledì 11 Agosto – Trinidad La mattina la colazione è la stessa. Frutta, pane, formaggio e prosciutto cotto. Non ci siamo nemmeno stavolta, sono le materie prime che fanno abbastanza schifo… Oggi è in programma la visita alla valle de los ingenios. Prendiamo l´auto e, dopo aver fatto benzina, prendiamo la via per Sancti Spiritus. La strada è molto suggestiva, attraversa le piantagioni di canna da zucchero e tutto lì intorno è molto verde. In particolare mi colpiscono i molti cubani dediti al taglio dell´erba al margine della strada e della ferrovia con delle piccole falci. Sembra che lavorino proprio per fare qualcosa… Di sicuro non riescono a pulire cento metri di strada prima che l´erba sia già ricresciuta… Arriviamo alla torre Manaca Iznaca. Caratteristico è anche il miniscolo paesello sottostante. La torre prende il nome da un noto commerciante di schiavi che l´acquistò. Salire sulla torre è divertente, scale di legno ripidissime ci portano di volta in volta ai piani successivi. Il panorama è bello. Che bel verde c´è tutto attorno! Scatto un po´ di foto e poi scendiamo. Riprendiamo la via per Trinidad facendo sosta al belvedere della valle de lo ingenios. C´è un bar con vendita di souvenir. Proprio perché è di strada. Riscendendo diamo un passaggio a una ragazza che ci dice di lavorare in quel bar e di fare la pendolare in autostop con Trinidad. La lasciamo a Trinidad e poi subito diretti a Playa Ancon. Solito posto di ieri. Solita pizzetta e poi alle 14 veniamo via. Oggi voglio stare a Trinidad un po´ di più, devo fare un po´ di foto. Mentre eravamo al mare a Trinidad è piovuto, la temperatura è quindi assai più accettabile del solito e si cammina volentieri. Mentre mi aggiro per le stradelle con la macchina fotografica al collo vengo chiamato a gran voce da una famiglia di cubani che vuole essere fotografata. Mi sbizzarrisco un po´ e poi mi faccio dare l´indirizzo. Dovrò mandar loro le foto. Poco dopo la scena si ripete con una ragazza. Foto e indirizzo. Altri 100 mt e un cubano mi fa vedere la sua splendida auto americana del ´55, mi ci fa addirittura montare sopra. E´ perfetta, un gioiellino, sopra e dentro non c´è un graffio o un granello di polvere. Continuo a girare per Trinidad e a fotografare. Che bello fotografare le persone che amano farsi fotografare. Soprattutto cerco i bambini in genere i più spontanei. Monia ha la telecamera e si diverte a riprendermi mentre faccio le foto. Poi veniamo chiamati da un´altra famiglia che ci vede passare. Vogliono che fotografi le loro tre bambine dai 5 ai 10 anni che ballano. E´ incredibile come ballino bene già a quell´età lì. Uno spettacolo vederle! Poi passiamo a salutare Giovanni, l´indomani partiremo. Da lui un gruppo di avventure nel mondo in cerca di sistemazione. Lo salutiamo e lo ringraziamo. Poi a cena. Stasera la signora ci ha preparato l´aragosta (10$ invece di 8$). La scelta è azzeccata. E´ la seconda volta a Cuba (dopo la pizza a l´Avana) che mangiamo come si deve e in abbondanza. Mentre siamo a pranzo arriva Giovanni a informarci che la costa nord, dove siamo diretti l´indomani, è in allerta per uragano (tormenta dice lui). Dice di stare attenti e di chiamare in zona per sapere com´è la situazione. Mah! Vedremo! Dopo poco comincia a lampeggiare e va via la luce. Ci sarà un lungo black-out. Forse è l´uragano… Dopo pranzo la signora della casa ci porta a far vedere un po´ di sigari e una camicia cubana, mi faccio convincere e prendo sia i sigari (Romeo y Julieta) che camicia… Giovedì 12 Agosto – da Trinidad a Cayo Guillermo Sveglia alle 6:30 e niente colazione, voglio partire prima delle 7, ci aspetta un lungo trasferimento fino a Cayo Guillermo! Monia mangerà qualche biscotto e prenderà il caffè che ha conservato in frigo dalla sera prima… Il tempo nonostante il possibile uragano è buono. Tira però abbastanza vento. Partiamo, prendiamo la via per Sancti Spiritus e attraversiamo di nuovo la zona con le piantagioni di canne da zucchero. Ancora carri, carretti, camion pieni di gente, viaggiare per queste strade è affascinante. E poi i cartelli del regime inneggianti la rivoluzione, il Che, Fidel Castro… E poi Jose Marti, Camillo Cienfuegos… E quelli contro gli Usa… Bush=Hitler si legge sotto una gigantografia del presidente USA, truccato con baffetti da nazista. La nostra auto attraversa veloce luoghi unici, dove il tempo sembra essersi fermato al tempo della rivoluzione. Oltre la rivoluzione è come se non ci fosse nulla, sembra tutto un gioco dove bisogna fingere di non sapere che fuori c´è un altro mondo, migliore o peggiore non sta a me giudicarlo, comunque diverso e per questo da conoscere. Sembra un gioco perché tutto è fatto come ignorando quasi che bene o male i Cubani l´altro mondo lo vedono, con i turisti. Passiamo da Sancti spiritus, Ciego de Avila e poi Moron, senza mai sbagliare strada, merito delle pochi cartelli e dei gentili e disponibili locali cui ogni tanto chiediamo conferma della direzione. Finalmente quasi alle 10 arriviamo all´inizio del terrapieno che collega Cayo Coco alla terraferma. Mostriamo i documenti ai poliziotti e paghiamo il pedaggio. Il tempo si mantiene bello anche se c´è qualche velatura… Però temevano l´uragano… La strada rialzata passa in mezzo al mare ed è in effetti davvero uno scempio perché blocca quasi completamente il flusso d´acqua dei due lati della strada. Certo un ponte di sicuro gli costava di più però con un ponte non avrebbero rischiato di rovinare il fragile ecosistema marino di quelle zone. Attraversiamo Cayo Coco e finalmente arriviamo nella piccola Cayo Guillermo. Ecco il nostro Resort, prenotato per noi da Massimo da l´Avana. E´ il Villa Cojimar preso a un prezzo assai conveniente! Il posto sembra carino, ci sono molti bungalow e sembra ben tenuto. Qua dovrebbe esserci anche un mio amico, capogruppo di Avventure nel Mondo. E infatti è alloggiato qua e per combinazione una delle uniche due stanze libere del villaggio è proprio quella accanto alla sua. Più tardi andrò a salutarlo. Prima però ci sistemiamo e facciamo un giro per vedere un po´ com´è. Abbiamo il trattamento all inclusive (prima volta in vita mia) dovremo cercare di non abusarne… Giriamo un po´ per i bungalow, vediamo la piscina e ci prendiamo il primo cocktail della giornata (sono ancora le 11:30…), un bel Mojito! Poi andiamo a vedere il mare. Davvero bello, spiaggia bianca, palme e mare dalle mille sfumature di azzurro. Unico problema: il mare ti arriva alle ginocchia per centinaia di metri! Si cammina in acqua fino ad essere lontanissimi da riva e il costume è ancora asciutto!!! Poi si sta benissimo, c´è un bel sole e un venticello fresco (ma… L´uragano? Boh!) Poi rientriamo, abbiamo fame e vogliamo verificare il ristorante a buffet. Nulla di eccezionale ma rispetto alle schifezze mangiate fino ad ora. Anche la pasta non è male. Questi tre giorni serviranno per rimettere a posto un po´ l´organismo!!! Nel pomeriggio facciamo il bagno, l´acqua è anche qua caldissima, peccato che sia così basso, l´acqua è limpidissima di pesci però ne vediamo pochi. Dopo più di un´ora usciamo, voglio andare a vedere se c´è Renzo. Busso alla porta e mi apre Renzo facendo ´Hola´ e poi scoppiando a ridere!!!! ´Andrea! Così abbronzato e con la barba lunga t´avevo preso per un cubano!´. Fissiamo di vederci dopo in piscina per fare due chiacchiere. Io e monia in piscina ci andiamo invece subito, così facciamo un altro bagnetto e prendiamo qualche altro cocktail! Stavolta andiamo di Pinacolada, che diverrà la passione di Monia (insieme al Mango), sia con ´ron´ che analcolica. Chiedo al mio amico dell´uragano e lui mi conferma che è a conoscenza della notizia e pare che il passaggio da questa zona sia previsto per questa sera. Speriamo bene. In cielo non ci sono nubi. Che sia la famosa quiete… Cena accettabile e poi spettacolino senza pretese. Il giorno seguente il gruppo di avventure andrà a Playa Pilar e così decidiamo di fare anche noi, uragano permettendo… Venerdì 13 Agosto – Cayo Guillermo E´ venerdì 13! L´uragano ha scelto il giorno giusto per passare. Alle 8:30 ci svegliamo e diamo un´occhiata al tempo. Zero nuvole, zero vento! Di sicuro la giornata più soleggiata e con meno vento di tutta la vacanza. Mi sa che l´uragano è passato da un´altra parte (e infatti è passato a ovest dell´Avana, molto lontano da noi). Facciamo colazione e alle 10 con il nostro fuoristrada ci mettiamo sulle tracce del pulmino di avventure nel mondo. Parcheggiamo l´auto in fondo alla strada (1$) e ci avviamo verso la spiaggia. La visione è meravigliosa. Sabbia bianca e un mare fantastico! Questo è l´unico mare tra quelli che ho visto che paragonerei alle Maldive. E´ poi qua l´acqua scende sì gradualmente, però un po´ scende!!! Ci uniamo al gruppo di avventure per fare l´escursione in catamarano nella piccola isola di fronte e poi il seguente snorkelling sul relitto (8$). La partenza è fissata per le 11. Abbiamo un po´ di tempo e facciamo il bagno. L´acqua è calda e cristallina, e la sabbia è bianchissima. Purtroppo però non essendoci vicino a riva rocce o coralli non ci sono moltissimi pesci. Dall´acqua non usciremmo mai. Poi arriva l´ora di prendere il catamarano, dove entriamo in sei. Tira pochissimo vento ma la piccola imbarcazione a vela lo sfrutta al meglio e in breve siamo sull´isoletta di fronte. Nell´attesa che arrivi la guida, impegnata nello snorkelling con un altro gruppo, entro in acqua per vedere se qua c´è qualche pesce in più. Ce ne sono moltissimi e colorati! Scatto anche diverse foto! Poi dopo una buona mezz´ora arriva la guida. Mi doto del giubbetto salvagente (che non si sa mai…E faccio bene un´ora e mezzo nell´acqua profonda era bevuta certa…) e mi avvio nell´acqua con i gruppo. Galleggiare con il giubbetto è proprio facile! E´ stata una scelta azzeccata, così posso concentrarmi a guardare e a fare foto. Più che aumenta la profondità più il paesaggio si fa interessante, sott´acqua c´è una bellissima vegetazione e moltissimi pesci. Poi arriviamo fin sopra il piccolo relitto, in 4-5 metri d´acqua, e qui i pesci abbondano. C´è chi si diverte a dar loro da mangiare e si ritrova letteralmente circondato da pesci colorati di ogni tipo. Valeva proprio la pena fare questa escursione. Poi rientriamo, di nuovo sul catamarano e di nuovo a Playa Pilar Sono le 14:15, forse facciamo in tempo ad rientrare al Villa Cojimar per pranzare! Appena in tempo, la porta del ristorante è chiusa ma ci fanno entrare lo stesso. Dedichiamo il pomeriggio a nuovi bagni, in mare e in piscina e a molti cocktail… Il gruppo di avventure nel mondo è stato invece a Playa Flamengos. Non è assolutamente piaciuta, abbiamo fatto bene a non andarci. Cena a buffet e poi dopo il solito spettacolino facciamo un salto al bar sul pontile. Quando cammino sui pontili fatti di assi di legno mi domando sempre, ma reggeranno questi assi? Ecco ora so che talvolta non reggono e ne fa le spese una ragazza del gruppo di avventure nel mondo che mette il piede sull´asse sbagliato e si ritrova con la gamba penzoloni sull´acqua. Per fortuna non si fa nulla. Poi Monia vuole andare in discoteca. Io non ne ho per niente voglia però cedo confidando nel fatto che sia vuota. E così infatti è! Non c´è quasi un´anima! Tempo mezz´ora e siamo già fuori. Saluto il mio amico capogruppo di avventure nel mondo, loro domattina se ne andranno, verso ovest, noi rimarremo qui un altro giorno ancora. Sabato 14 Agosto – Cayo Guillermo Visto che Playa Pilar è a soli 10 minuti di auto decidiamo di ritornarci anche oggi, subito dopo colazione. Il tempo è soleggiato e passiamo la mattinata tra bagni e camminate sulla spiaggia (io) e bagni di acqua e di sole (Monia). Camminare in riva al mare mi è sempre piaciuto, da piccolo insieme a mio nonno ho percorso migliaia di km (e non esagero, 10km al giorno, tutti i giorni, per tutta l´estate, per diversi anni) sulle spiagge della Versilia. E adesso camminando qua ripenso a quei momenti. Sono passati diversi anni ma mi sembra ieri. Ho un po´ nostalgia di quel tempo. Arrivo alla fine della spiaggia e mi soffermo a guardare alcuni cubani che stanno pescando, senza canne però, solo filo, piombo ed esca… Poi torno sui miei passi. E´ l´ora di pranzo, dobbiamo rientrare. Anche oggi pomeriggio di relax che utilizziamo per fare un po´ di riprese con la telecamera e qualche foto. Monia subisce anche il furto delle ciabatte, però nulla da dire, era stata avvertita di non lasciare le ciabatte incustodite… Spariscono! Però ci rimane male! Solita cena. Monia è triste perché sa che la mattina seguente partiremo, destinazione Santa Clara e poi Santiago de Cuba. Domenica 15 Agosto – da Cayo Guillermo a Remedios-Santa Clara Partiamo presto, sto pensando ad un possibile cambiamento di programma. Saltare Santiago de Cuba e stare due giorni nella zona di Remedios. Per far questo devo però avere la possibilità di tenere l´auto per altri due giorni. Vedremo che ci diranno a Santa clara. Oggi c´è qualche velatura, meglio così, soffriremo meno il caldo. Dopo aver fatto benzina a Cayo Coco imbocchiamo la strada aul mare e in breve siamo alla stazione di pedaggio. La sbarra è aperta e il segnale è verde. Penso che all´uscita non si debba pagare e supero il pedaggio fermandomi allo stop del controllo passaporti posto 20 metri più avanti. Al limite torno indietro a pagare. Il poliziotto mi chiede passaporti e contratto dell´auto, poi mi dice che non ho pagato i due dollari di pedaggio e mi invita a tornare al casello per pagare. Vado e quando torno trovo una sorpresa! Trenta dollari di multa per non essermi fermato al casello. Non discuto mai con la polizia, soprattutto all´estero, mi limito così a pensare le peggior cose del poliziotto e me ne vado bestemmiando. Arriviamo a Moron e da lì cerchiamo la strada che ci porterà a Caibarien. Visto che non ci sono indicazioni chiediamo ai cubani che, sempre gentilissimi, ci indicano la via giusta. La strada è come tutte le strade cubane molto suggestiva e il tempo passa in fretta. Superiamo Caibarien, Remedios e ci dirigiamo verso Santa Clara. A Santa Clara Che Guevara è un mito, sulla strada troviamo numerosi cartelli che lo inneggiano e addirittura l´università è intitolata a lui. Entriamo a Santa Clara e immediatamente ci troviamo di fronte al ben noto ´Tren blindado´ quello che Ernesto Guevara buttò giù con un bulldozer. Torneremo più tardi a vederlo, ci dirigiamo verso il centro e da lì verso la stazione dei bus nei dintorni della quale troveremo l´agenzia di autonoleggio. Qualche informazione qua e là e in breve arriviamo. Lascio l´auto lì davanti con Monia dentro e entro nell´ufficio. Il responsabile non c´è, devo tornare dopo le 14, mi confermano comunque che non ci sono problemi a tenere l´auto per altri due giorni. Vado alla stazione degli autobus a comprare il biglietto della Viazul per Holguin per la sera del 17 e lì raccattiamo un indirizzo di una casa di Remedios dove andremo a dormire. Poi decidiamo di andare a visitare il ´Tren Blindado´ e, sembra incredibile, non ci riesce di trovarlo! Entrati in Santa Clara ce lo siamo trovati di fronte subito, adesso non lo troviamo. Gira gira ci mandano un po´ da tutte le parti ma non lo troviamo. Poi un signore gentile in bici ci scorta fino al monumento. Faccio per dargli un dollaro ma rifiuta. L´unico in tutta Cuba che ha rifiutato un dollaro!!! Il Tren blindado è proprio una schifezza, sarà importante da un punto di vista storico ma per il resto non sa di nulla. Scattiamo un paio di foto e poi ce ne andiamo. Mentre siamo lì veniamo anche avvicinati da un tipo che fa discorsi strani, probabilmente un matto. Alle 14 siamo di nuovo all´agenzia di autonoleggio, il responsabile ancora non c´è ma arriva dopo pochi minuti, mi conferma che tutto è a posto e mi dice di ritornare martedì entro le 18. Prendiamo così la via di Remedios. Senza volere sbaglio strada e faccio un percorso diverso da quello dell´andata, più lungo ma comunque interessante. Il dubbio di aver preso la strada sbagliata ci viene fugato dalle persone cui chiediamo ´Remedios?´. Finalmente arriviamo, o meglio arriviamo in una cittadina. Visto che non abbiamo trovato cartelli domandiamo alla prima persona che troviamo ´Remedios?´ e questa ´Siamo a Remedios!´. Ora c´è da trovare la casa. Anche senza mappa avendo l´indirizzo è facile e in pochi minuti ci siamo. Ma non c´è posto! Peccato perchè la casa era molto bella. Chiediamo se nelle altre case c´è posto, ma nulla… Tutte le case di Remedios sono occupate! Che si fa? Mi fiondo nell´unico hotel della cittadina, anche se so già la risposta. Pieno anche lui! E non poteva essere altrimenti, ci sono solo 12 stanze… Chiedo aiuto per trovare alloggio al ragazzo dell´hotel. Mi dice che è dura nei dintorni. Mi dice che a Las Brujas non hanno posto per una settimana e che nei paraggi c´è posto solo a resort di lusso di Cayo Santa Maria, ad un prezzo folle, 290$. Mi consiglia di andare a Santa Clara, all´hotel Santa Clara libre posto c´è di sicuro. Per sicurezza comunque telefona e mi prenota una stanza. Gli chiedo se da loro c´è posto per il giorno seguente e mi dice di sì. Però per qualche motivo che non capisco non posso prenotare. Dovrei tornare domattina presto e prendere la camera. Vedremo. Esco e saluto. Torno nella casa particular di prima e sento se per il giorno dopo hanno posto. Mi dice di sì ma che per avere la certezza devo presentarmi la mattina seguente alle nove. Cavolo che casino! Torniamo a Santa Clara. Il nostro hotel è visibilissimo! Un palazzone verde nella piazza principale, Plaza Vidal! Ci sistemiamo e lasciamo l´auto in custodia. L´hotel fa abbastanza schifo, e nella parte alta ci sono ancora i fori delle pallottole causate da un non so quale bombardamento. Nella stanza accanto alla nostra un bergamasco vestito firmato che viaggia con un suo amico ci chiede aiuto perché non sa come si chiude la porta della camera (premendo il bottoncino…), all´Havana era al hotel National… Scendiamo in Plaza Vidal per un giro. La piazza è carina, ci sono molti alberi e molte panchine sulle quali siedono i cubani a parlare. Mi diverto ad osservarli e a riprenderli con la telecamera. Trascorro una mezz´ora così, filmando i passanti e le persone sedute. Ognuno avrà la sua storia. Cerco di riprendere facce che mai più rivedrò. Mi piace pensare al caso che mescola e incrocia le vite di tutti noi facendoci trovare nello stesso istante nel medesimo posto. Poi giriamo un po´ lì intorno, anche qua c´è Coppelia, la famosa gelateria, ma le vie intorno non sono niente di speciale. Il tempo si sta rabbuiando, nubi nerissime si stanno addensando sopra di noi, gli uccelli sembrano impazziti forse è meglio rientrare. E facciamo bene! Dopo poco un temporale fortissimo con lampi e tuoni si abbatte sulla città. Va via anche la corrente. Che bello però! Non so perché ma i fenomeni atmosferici mi hanno sempre affascinato. Mi incanto alla finestra osservando i lampi che cadono sul palazzo di fronte e ascoltando rombo assordante dei tuoni. Poi tutto passa. Torna la luce. Non abbiamo voglia di uscire e andiamo a cena nel ristorante dell´hotel, che schifo di cena!!! Lunedì 16 Agosto – Remedios, Cayo Las Brujas, Cayo Santa Maria Ci svegliamo presto e dopo colazione ci dirigiamo subito verso Remedios per andare nella casa particular vista il giorno precedente. Alle 9 siamo già lì. Hanno posto, posiamo le valigie, fissiamo l´aragosta per la cena e subito prendiamo la via del mare. Oggi la giornata è splendida! Attraversiamo di nuovo Caibarien e poi, dopo aver pagato il pedaggio e aver superato il controllo dei passaporti, iniziamo a percorrere la strada sul terrapieno (simile a quella che ci aveva portato a Cayo Guillermo) fino al piccolo Hotel Las Brujas. Per pochi dollari ci fanno entrare nella spiaggia e ci danno un panino e una bibita. Incontriamo il bergamasco della sera prima, insieme al suo amico. Erano passati dal resort di lusso di Cayo Santa Maria dove volevano 50$ per l´ingresso alla spiaggia (però cocktail a volontà…) e ovviamente erano venuti via. La spiaggia e il mare sono belli però veniamo aggrediti da una nuvola di zanzare! Per fortuna basta spostarsi di una cinquantina di metri per liberarsene. La spiaggia è bianca è l´acqua calda e cristallina, non siamo al livello di Playa Pilar a Cayo Guillermo ma ci andiamo vicini. Poi vicina a riva c´è una piccola barriera corallina, piena di pesci, fare snorkelling è divertente. Anche qua mi diletto tra un bagno e l´altro a passeggiare sulla battigia, già a 200 metri dall´hotel non c´è più nessuno. Che bello è camminare su questa striscia di sabbia con questo mare in completa solitudine! I bergamaschi ci consigliano di andare a vedere la spiaggia isolata che si trova in fondo a Cayo Santa Maria e verso le 15 ci andiamo. La strada è bruttina e sabbiosa però abbiamo il fuoristrada e quindi non abbiamo problemi. In circa 20 minuti attraversando un bel paesaggio di lagune e mangrovie arriviamo a questa spiaggia sperduta, non male, ma quella dove eravamo forse era un po´ più bella. Camminiamo una mezz´ora e poi decidiamo di rientrare a Remedios, di sole non ne possiamo proprio più. Stavolta mi fermo al pedaggio e non prendo multe! Passiamo un secondo dalla casa particular per cambiarci e poi subito a giro per Remedios. Che bella che è Remedios! Nessun turista a giro e persone gentili e sorridenti! Che serenità e tranquillità per quelle vie fatte di case colorate! Tantissimi bambini che giocano e che mi implorano di fotografarli, tutti ti salutano e nessuno ti chiede un dollaro. Mi diverto a scattare un sacco di fotografie e così pure Monia a riprenderli. Giriamo senza meta tra le viuzze fino alle 20, quando decidiamo di rientrare per la cena. Stavolta la cena è uno spettacolo! Non solo per il cibo, frutta e verdura in abbondanza e buonissime, zuppa di fagioli neri e quattro grosse aragoste bollite, ma anche per la presentazione. Tutto è perfetto e degno del miglior ristorante. Poi la casa è davvero bellissima, con i soffitti molto alti e mobili antichi. Se penso che con 49$ complessivi dormiamo e mangiamo così… Martedì 17 Agosto – Remedios, Santa Clara Oggi giornatina piena! Alle 23:30 abbiamo il bus per Holguin, dovremo stare in giro fino a quell´ora… La mattinata è dedicata ad un nuovo giro di Remedios, la giriamo in lungo e largo, percorrendo anche le viuzze più lontane dal centro. La tranquillità di questo luogo mi affascina, nessuno corre, tutti sorridono, tutti ti salutano. Ogni tanto ci sediamo all´ombra, per riprendere un po´ fiato, oggi fa molto caldo. La mattina passa velocemente, ci concediamo il pranzo nel ristorante dell´unico hotel di Remedios. Prendiamo una specialità del posto ´Pollo alla Remediana!´. Chissà che sarà… Ah è pollo fritto… Cuba e il cibo non vanno proprio d´accordo… Ancora un po´ a sedere nella piazza principale e poi torniamo nella casa a prendere i bagagli e l´auto. Sono le 15, è ancora presto per andare a Santa Clara. Decidiamo di fare un giro per Caibarien, ma non ne rimaniamo granché colpiti, dopo poco sia già sulla strada per Santa Clara. Qualche sosta per fotografare i cartelli inneggianti la ´Revolution´ e il ´Che´ e arriviamo a Santa Clara. Mi dirigo subito alla stazione dei bus per depositare i bagagli. L´addetto vede la mia roba conta le ore fino alle 23 e dice che mi costerà parecchio, 30 centesimi di dollaro. Gli lascio due dollari in modo che me le guardi per bene… Poi andiamo a lasciare l´auto. Solita ispezione. Ma manca una chiave inglese! Domando all´incaricato al controllo se crede che io l´abbia venduta… Poi finalmente dopo 10 minuti la trova, mi da l´ok, pago per i due giorni aggiuntivi e la multa e lo saluto. Salutiamo anche l´auto, ormai ci eravamo un po´ affezionati e ci dirigiamo al Mausoleo del ´Che´. Andiamo a piedi, siamo vicinissimi. C´è un grande piazzale, da una parte due manifesti che inneggiano al comandante (´Fue una estrella che te puso aqui y te hizo de este pueblo´ ´Queremos che sean como el Che´) dall´altra una gradinata con una statua e dei marmi con sopra incise delle sue frasi. Poi decidiamo di andare a vedere i mausoleo e il museo. Un poliziotto ci blocca! Niente zaino, niente marsupio, niente di nulla. Mi tocca a lasciare tutto fuori. Il museo è in ristrutturazione. Entriamo nel mausoleo. Più che bello è suggestivo. Mentre sono lì mi viene da domandarmi cosa direbbe e farebbe il ´Che´ se fosse ancora vivo. Forse non si riconoscerebbe con questa Cuba. Forse con lui vivo Cuba non avrebbe preso questa direzione totalitaria… O forse chissà… Sono le 18, è ancora presto. Ci dirigiamo verso piazza Vidal, magari vedremo altre facce interessanti. Ci facciamo portare da un bici taxi. Un dollaro per tutta quella strada e quella fatica! Giriamo un po´ lì intorno, proviamo ad andare da Coppelia, qua non c´è fila, però vogliono essere pagati in pesos cubani, io quelli che ho li voglio tenere come ricordo e quindi desisto. Ci sediamo in piazza. Arriva un signore distinto che si qualifica come mendicante di professione. Dice di avere avuto un incidente sul lavoro e di avere per questo da venti anni una pensione di 2 dollari mensili. Visto che non sa fare altro si è messo a fare il mendicante di professione. Cavolo un mendicante professionista! Un dollaro se lo merita solo per aver avuto questa idea! Andiamo a mangiare. Visto che con la pizza ci è sempre andata bene riproviamo. Chiediamo ai cubani qual è il miglior posto per la pizza qua intorno e loro ci mandano in una pizzeria italiana. Mah! Proviamo! Fuori c´è la fila, ogni tanto esce una cameriera e fa entrare qualcuno. Deve essere un posto di lusso. Visto che la fila è lunga chiedo ai due davanti a me quanto c´è da aspettare e questi dicono ´I turisti non aspettano!´ Chiama la cameriera le spiega la situazione. Io protesto un po´ perché la cosa mi imbarazza. Però entriamo. Il ristorante è mezzo vuoto!!! E allora che senso ha la fila fuori??? Solo scena??? E poi arriva la pizza… Inimmaginabile la schifezza che ci propinano. Me la ricorderò per sempre… Per fortuna si spende poco. Disgustati usciamo. Prendiamo un taxi particular che ci porta al terminal dei bus. Visto che è particular ci fa scendere un po´ lontano… Non potrebbe portarci. Inizia a piovere… Appena in tempo! Andiamo nella sala d´aspetto. Non so il perché ma mi piacciono le sale di aspetto degli autobus all´estero, mi piace osservare le persone, i loro comportamenti. C´è una televisione sintonizzata su una telenovela e le persone sono come ipnotizzate. Gente che parte e che arriva, su una parete la faccia del ´Che´ con sotto la scritta ´Hasta la victoria´. La sala di aspetto è molto anonima e ci sono delle sedie scomodissime in fila. Io e Monia iniziamo a giocare a carte e per comodità ruoto il senso della sedia verso di lei. Mi si avvicina una ragazza addetta alla sicurezza per dirmi che non si può. Per lei non ci sono problemi ma i capi dicono che le sedie devono stare in fila… Ok… La girerò. Poi mi alzo a fare un giro e metto lo zaino sulla mia sedia. La stessa ragazza si avvicina e dice che non si può, per lei non si sono problemi ma gli zaini non possono stare sulle sedie… Ma vaff… Dopo un po´ torna e ci dice che il nostro bus ha un´ora di ritardo per il temporale… Alle 23:30 vado a chiederle se il bus è ancora in ritardo di un´ora. E lei sì, ancora un´ora, partirà alle 00:30. Dopo un minuto… Il bus è arrivato!!! Mah! Meglio così… Controllo che le valigie siano caricate e poi salgo. Come previsto il freddo è siberiano, lo immaginavo e mi infilo la giacca a vento. I sedili sono molto ampi e comodi. Mi addormento… Mercoledì 18 Agosto – Guardalavaca Le otto ore di autobus passano in un lampo… Fossero così comodi anche i sedili degli aerei! Arriviamo a Holguin e subito cerchiamo un taxi per andare a Guardalavaca. Tempo tre secondi e lo troviamo. E´ un taxi particular guidato da un tipo simpatico con tanta voglia di discorrere. Ci chiede di dove siamo, dove siamo stati, se ci è piaciuta Cuba. Ci dice che a Guardalavaca in genere i turisti vanno solo per due cose, la spiaggia e le ragazze… Poi non c´è altro… Gli spiego che abbiamo optato per Guardalavaca perché dobbiamo ripartire per Francoforte da Holguin e volevamo passare gli ultimi giorni in completo relax. Ci porta al Club Atlantico, anche questo fissato da Massimo da l´Havana e ci sistemiamo. L´hotel non è granché, più che altro è abbastanza anonimo. Sarà comunque che io non amo i posti troppo grandi e turistici, sono tutti uguali in ogni parte del mondo. Ci sono tre piscine e un paio di ristoranti a buffet. Gli ospiti sono principalmente tedeschi e canadesi, ma ci sono anche diversi italiani. Il mare è bello però il posto mi delude un po´, speravo fosse più tranquillo. Di sicuro Guardalavaca non la consiglierei a nessuno. Comunque siamo qui. Facciamo in tempo a fare colazione a buffet e poi subito sulla spiaggia. La giornata passa tranquilla fra cocktail e bagni senza nulla di interessante da dire. Giornata di riposo totale. Giovedì 19 Agosto/Sabato 21 Agosto – da Guardalavaca a Firenze passando per Francoforte… Dopo colazione fissiamo il trasferimento all´aeroporto con il pulmino dell´hotel per l´indomani (si risparmiano 5$ rispetto al taxi) e confermiamo il volo. Poi dopo un bagno andiamo a fare alcuni acquisti. Compriamo rum e magliette, soprattutto rum!!! Monia si fa fare le treccine! Passa così anche il pomeriggio e la serata. La notte mi sento male! Devo aver mangiato qualcosa di sbagliato, è la prima volta in vita mia che mi sento male di stomaco in vacanza. Mi sa che è stato il pesce… La mattina la passo a letto, Monia invece va a fare l´ultimo bagno nel mare di Cuba. Poi ci sarebbe il pranzo ma io digiuno, preferisco non mangiare nulla se non un pezzo di pane senza nulla. Poi alle 13:30 montiamo sul pulmino che in circa un´ora ci porta all´aeroporto. Coda interminabile al check in e poi alla dogana dove fanno storie a Monia perché così abbronzata e con le treccine non somiglia più alla ragazza della foto. Le chiedono un altro documento e poi le fanno fare una firma per confrontarla con quella sul passaporto. Poi sull´aereo e dopo una nottata insonne finalmente siamo a Francoforte. Sono le 10 e l´aereo per Firenze parte alle 17, abbiamo un bel po´ da aspettare… Prendiamo il treno per il centro, che schifezza di posto! Giriamo un paio d´ore e poi ci fermiamo a pranzare. Vada per McDonald… Il mio stomaco ancora debole non apprezzerà… Poi di nuovo in aeroporto e finalmente a Firenze. (Le foto di questo viaggio le trovi su http://freeweb.Supereva.Com/andreasabatini/)


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