Un assaggio di Cuba

Tra natura splendida, città coloniali di impareggiabile bellezza architettonica, sole, mare, bellissime spiagge caraibiche e una storia forte di passione e rivoluzione che si respira ovunque
Scritto da: murzillo1973
un assaggio di cuba
Partenza il: 09/07/2016
Ritorno il: 24/07/2016
Viaggiatori: 16
Spesa: 2000 €
Cuba è il Paese del paradosso. Da una parte la natura splendida, le città coloniali di impareggiabile bellezza architettonica, il sole, il mare, le bellissime spiagge caraibiche, una storia forte di passione e rivoluzione che si respira ovunque, la lotta per diventare la patria del socialismo egualitario. Dall’altra la povertà, le case fatiscenti, la decadenza, la gente in coda per tutto, gli stipendi bassissimi, due monete diverse: i cuc per i turisti e i cup per chi si arrabatta per vivere la vita quotidiana.

1° giorno: Havana City Tour

Il nostro viaggio parte dalla capitale, l’Havana. Nel city tour la prima sosta a Plaza de la Revoluciòn con foto di rito davanti alla statua di Josè Martì e del suo memoriale. Ci fermiamo davanti all’immagine del Che di Korda, scolpita da Enrique Avila. Accanto, sull’edificio vicino, c’è il viso di Cienfuegos con la scritta Vas bien, Fidel, frase con la quale, durante il primo comizio all’Havana, Camilo incoraggiò l’oratore Fidel Castro che avrebbe guidato poi l’isola per il successivo mezzo secolo. Cominciamo a respirare subito passione e storia. Passando sul Malecon ci dirigiamo verso il Castillo de los Tres Santos Reyes Magnos del Morro, forte eretto dagli spagnoli tra il 1589 e il 1630 per proteggere il porto dagli attacchi nemici, che ci regala una splendida vista sul mare e sulla città. Poi iniziamo la visita a piedi dell’Havana Vieja. Visitiamo Plaza de Armas, proseguiamo per Plaza di San Francisco de Asìs, Plaza Vieja, infine Plaza de la Catedral, con una sbirciatina alla Bodeguida de el Medio. Saliamo alla terrazza dell’Hotel Ambos Mundos per vedere la città vecchia dall’alto. Ci fermiamo per un veloce spuntino nella Calle Obispo poi visitiamo la Camera oscura per un alternativo punto di vista. E’ estate, fa molto caldo, quindi apprezziamo il ritmo lento con pause, passeggiate e degustazioni (sosta pina colada alla Casa del Cafè). Nel tardo pomeriggio passiamo davanti al Campidoglio, attraversiamo il Parque Central e percorriamo il Paseo Martì Dopo cena ancora due passi sul Malecon prima di andare a dormire.

2° giorno: La Havana-Cueva de los peces–Museo Giron–Caleta Buena-Cienfuegos–Trinidad

Si parte presto con il nostro pullman, si attraversa ancora una parte dell’Havana poi si prende l’autopista direzione Playa Giron. La striscia di asfalto è circondata ai lati dalle palme e dalle canne da zucchero. In tre ore di viaggio con una pausa autogrill, arriviamo alla Cuevas de lo Peces, un piccolo cenote in cui ci si può tuffare per il primo bagno anche se ci sono tantissime zanzare. Dall’altra parte della strada c’è il mare con ingresso libero. La spiaggia è rocciosa, il posto è piacevole ma c’è molta gente. Ripartiamo dopo 20 minuti e in mezz’ora siamo al Museo della Baia dei Porci. Il luogo è storicamente importante perché il 17 aprile del 1961, mille e quattrocento anticastristi, addestrati dalla CIA tentarono di invadere l’isola senza riuscirci. Per la visita basta una mezz’oretta: ci sono reperti di armi, carri armati e una galleria fotografica del tentativo fallito dello sbarco americano. Ci spostiamo a Caleta Buena. L’ingresso allo stabilimento con spiaggia privata include open bar e pranzo a buffet oltre a lettino, ombrellone e docce. Il mare è molto bello, ma sono utili le scarpette da scoglio e gli occhialini (anche se non ci sono molti pesci). E’ il nostro primo incontro con il mare cubano e restiamo a mollo nelle due piscine naturali. In un’ora e mezza siamo nella graziosa Cienfuegos in tempo per visitare l’interessante Teatro Terry che sta per chiudere, dove stanno facendo le prove per uno spettacolo. Veloce giro nella piazza principale e passeggiata in bus sino alla baia. Visitiamo il particolare Palacio De Valle a Punta Gorda nella parte meridionale della città e poi ripartiamo per Trinidad, dove arriviamo dopo un’ora e mezza. Dopo la distribuzione nelle case particolari, ci incontriamo per cena su una delle terrazze da dove si sente la musica che arriva dalla piazza. Passeggiata alla famosa scalinata per bere mohito, la Canchànchara, tipica bevanda locale e vedere gli spettacoli. Curiosiamo nella casa de la Trova e negli altri locali dell’animata cittadina.

3° giorno: Trinidad-Playa Ancon- gita a cavallo-Trinidad

Bisogna sfruttare le prime ore della giornata perché dopo fa troppo caldo per andare in giro. Due ore e mezza sono sufficienti per la visita a piedi della piccola, ma suggestiva cittadina. Trinidad è splendidamente coloniale: case con finestre ornate da lunghe grate, vie intricate con fondo in acciottolato. Visitiamo il palazzo e la torre della famiglia Cantero, sulla terrazza c’è un bel panorama. Ci perdiamo gironzolando nelle stradine. Nel mercatino vendono le famose tovaglie ricamate e la guayabera, camicia a 4 tasche usata dai rivoluzionari. Ci ritroviamo al pullman per partire per Playa Ancòn, che dista 12 Km. La spiaggia è bianca, ombreggiata da alberi e ombrelloni gratuiti. Ci sistemiamo sui lettini. Ci sono alcuni piccoli baretti per un panino o un drink, sulla spiaggia vendono le pizzette e la frutta. Passeggiate lungo la battigia e bagni ristoratori. Riprendiamo il pulmino per tornare in città, cambiarci e andare al punto di partenza per l’escursione a cavallo. Qui troviamo i cavalli e due accompagnatori che ci seguiranno per tutto il tragitto. E’ facile anche per chi è completamente digiuno di equitazione. Dopo la prima ora nella campagna, tra le piantagioni di canna da zucchero, arriviamo alla fattoria, dove ci fermiamo per bere dei succhi accompagnati dalla musica del vecchio padrone di casa. Qualcuno curiosa sul retro dove può assistere all’estrazione del succo dalla canna. Rientriamo per una strada diversa. Quando arriviamo in città, dopo le docce, ci aspetta una cena ottima e abbondante.

4° giorno: Trinidad-Managa Iznaga-Sancti Spiritu-Camaguey

In 20′ siamo alla bella torre di 44 mt. di Managa Iznaga che domina la Valle de los Ingenios. La torre fa parte di una vecchia fattoria intorno alla quale si svolge anche un mercatino. Saliamo in alto per ammirare un bel paesaggio sulla valle. Si vedono le varie fattorie, i campi di canna da zucchero e la ferrovia. Nella casa padronale sottostante c’è la possibilità di assaggiare il succo dalla canna da zucchero appena spremuto con un grande torchio e il rum. C’è anche il trenino che con un giro turistico porta ad una finca più remota. Partiamo per Sancti Spiritus dove arriviamo dopo un’ora abbondante. La città è graziosa e vivace. Iniziamo la visita con il deludente ponte Yayabo per poi avventurarci tra le strade e piazzette della città. La sosta dura circa un’ora. Facciamo poi una pausa per il pranzo in un’area di servizio. Ancora tre ore in pullman e arriviamo a Camaguey. Qui troviamo ad aspettarci i bici-taxi, prenotati dalla nostra guida, anche perché il gran caldo avrebbe reso difficile la visita a piedi. Facciamo il giro del centro storico che ruota attorno alle quattro piazze con le chiese. Facciamo una sosta a Plaza del Carmen, impreziosita dall’Iglesia de Nuestra Senora del Carmen, capolavoro barocco. Entriamo nell’atelier della famosa artista cubana Martha Jimenez Perez, che vive lì e ha anche realizzato le sculture umane che abbelliscono la piazza. I soggetti ritratti sono cittadini di Camaguey, alcuni dei quali si fanno fieramente fotografare insieme alla propria statua. La galleria, che ha un bellissimo patio, espone dipinti e ceramiche, che sensibilizzano soprattutto sul tema della donna. Soste al Parque Ignacio Agramonte e al Teatro Principal (dove ha cantato il nostro Caruso, molto apprezzato dal popolo Cubano). Poi il bus ci accompagna nella casa particular, dove prendiamo possesso delle nostre camere. Aperitivo al bar sulla terrazza della casa, cena e passeggiata in centro.

5° giorno: Camaguey-Bayamo-Bartolomè Maso

Prima di partire approfittiamo delle ore più fresche per passeggiare per la città. Dopo 3h30′ di pulmino, arriviamo a Bayamo, la città dell’inno nazionale cubano. Nella piazza principale (Parque Cespedes, detta anche plaza de la revoluciòn), circondata da alberi e panchine, facciamo un pic nic con dei panini. Nel Parque Cespedes, cuore pulsante di Bayamo, c’è il monumento all’autore Figueredo e il testo dell’inno nazionale su una targa. Per altri pic nic alle porte della città c’è un bellissimo parco con una piccola cascata dove ci si può anche bagnare. Con la guida ammiriamo la chiesa e la casa natale dell’eroe Cespedes poi andiamo nella Casa de la Trova dove ci organizzano al momento uno spettacolo di canzoni e balli latini. Per una mezz’oretta balliamo insieme a loro, poi ci sparpagliamo lungo la via principale. Ci ritoviamo nella piazza per ripartire. Dopo circa un’ora arriviamo a Bartolomè Masò. Ci sistemiamo nelle casette poi ci dirigiamo sul terrazzo dell’hotel, un balcone su un infinito giardino con varie sfumature di verde. Ci godiamo il tramonto pensando già all’escursione di domani alla Sierra Maestra.

6° giorno: Bartolomè Maso-Trek Comandancia de la Plata (Sierra Maestra) – Cobre-Santiago

Nonostante la tratta Bartolomè Masò-Villa S. Domingo sia facilmente percorribile con qualsiasi mezzo è obbligatorio utilizzare mezzi privati (compresi nel prezzo dell’escursione). Ci trasferiscono con delle monovolume che, percorrendo 12 km di salite e discese, portano all’albergo Villa Santo Domingo. Qui ritiriamo il nostro lunch box e aspettiamo un’ora le jeep che ci portano, con una salita notevolmente ripida di 5 km per 700 metri di dislivello, all’Alto de Naranjo, spiazzo da cui parte il trek. Qui troviamo la nostra guida, che ci accompagnerà lungo il percorso mostrandoci le varietà botaniche e ornitologiche che incontriamo, inframmezzate dalla storia della rivoluzione. Dopo circa 45 minuti di sentiero (circa un chilometro e mezzo) abbastanza agevole nella foresta (consigliato comunque indossare scarpe chiuse) arriviamo ad un punto sosta, dove si deposita la macchina fotografica. C’è anche un piccolo ristoro e una toilette. Mostriamo il voucher e proseguiamo. Da qui il sentiero è un po’ più in salita e in altri 45 minuti (un altro km e mezzo) si arriva al campo della Comandancia a quasi 1.000 m di quota, dove c’è un piccolo museo con galleria fotografica ed un plastico della zona. Intorno, nella foresta, ci sono la stamperia del Cubano Libre del Che, la mensa, la casa e quartier generale, con un tunnel per la fuga in caso di attacco, tutte le varie costruzioni che componevano l’accampamento di Fidel e dei ribelli durante il loro periodo sulla Sierra. Cento metri più in alto, sulla vetta di un picco, c’è la stazione di Radio Rebelde, mentre nella vallata sottostante, nascosto dalla fitta vegetazione, c’è l’ospedale da campo. Ci ricompattiamo al posto tappa, ci offrono delle banane (a offerta libera) e ritorniamo all’uscita, percorrendo lo stesso sentiero. La camminata di andata e ritorno, quindi, prende circa 3 ore, a seconda delle soste del gruppo. In totale per questa escursione occorre calcolare 4-5 ore. Di nuovo a Villa Santo Domingo aspettiamo le macchine che ci riportino al bus che ci attende lungo la strada per portarci al Santuario della Madonna del Cobre, patrona di Cuba. Cobre vuol dire rame, infatti in questa zona c’è una vecchia miniera in disuso e si racconta che tre minatori hanno visto per la prima volta la Madonna che ha fatto loro un miracolo. Saliamo sul pulmino e partiamo in direzione Santiago. Percorriamo circa 180 km e dopo circa due ore e mezza arriviamo alla chiesa. Veloce visita della basilica e soprattutto dei caratteristici e variegati ex-voto (tra cui i premi degli sportivi). In circa venti minuti (16 Km) siamo a Santiago. Cena con panorama sulla città.

7° giorno: Santiago City Tour

Ovviamente partiamo la mattina presto. Prima tappa Plaza de la revoluciòn densa di significato storico e umano, con l’imponente scultura in metallo di Antonio Maceo a cavallo che con la mano invita ad unirsi alla lotta per l’indipendenza. Andiamo al cimitero di Santa Efigenia dove riposano le spoglie di diversi personaggi storici tra cui Carlos Manuel de Cespedes, il musicista Compay Segundo e Emilio Bacardi, fondatore dell’azienda di rum e primo sindaco della città (con obelisco egizio per celebrare la sua passione per questa cultura), ma soprattutto l’eroe nazionale José Martì, davanti alla cui tomba (dentro un Mausoleo alto 24 metri che nell’intento dei costruttori dovrebbe ricordare la tomba di Napoleone a Les Invalides) ogni mezz’ora si celebra la cerimonia del cambio della guardia. Proseguiamo con la visita alla Caserma Moncada. Una guida molto brava ci spiega dettagliatamente e con interesse tutte le fasi dell’assalto alla caserma. Il racconto è talmente coinvolgente che siamo tutti con il fiato sospeso. L’assalto avvenne il 26 luglio 1953 e fu messo in atto da un gruppo di ribelli guidati da Fidel Castro. Il tentativo fallì, ma fu celebrato in seguito come l’evento che segnò l’inizio della rivoluzione cubana. Dopo aver respirato l’aria del golpe sulla Sierra Maestra ci sembra di rivivere quegli eventi storici attraverso le parole, la galleria fotografica e gli oggetti conservati nel Museo.

Terminata la visita andiamo a fare un giro in centro intorno a piazza De Cespedes, dove c’è il Balcon de Velasquez e la bella cattedrale di nostra signora dell’Assunzione. Dalla terrazza del grande hotel Casagrande si ha una bella vista sulla città e c’è tempo anche per un po’ di tempo per lo shopping. Torniamo in albergo nelle ore più calde perché è proibitivo stare in giro. Pranziamo sulla piscina e ci rilassiamo un po’ in questo viaggio così intenso. Nel pomeriggio andiamo con il nostro bus al Castillo de San Pedro de la Roca (o Castillo del Morro). Dopo mezz’ora siamo alla fortezza situata a 10 Km a Sudovest, nella Baia di Santiago. Da qui si può ammirare uno splendido panorama sulla baia e l’imponente castello che fu disegnato da Juan Battista Antonelli, membro di una famiglia italiana di ingegneri militari su commissione del governatore della città Pedro de la Roca de Borja, allo scopo di difendere la città dalle scorrerie dei pirati e dei corsari. Inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, la fortezza fu costruita su una serie di terrazze a quattro livelli e tre bastioni. Le merci venivano trasportate via mare e conservate nel grande magazzino scavato nella roccia. Riprendiamo il bus e torniamo in centro per un’altra ora di passeggiata. La città è in fermento per l’imminente carnevale e per l’approssimarsi del 26 luglio, ricorrenza dell’assalto alla caserma Moncada. Oggi inizia la settimana del Carnevale dei bambini e i carri si preparano all’evento. La prossima settimana comincia per gli adulti una delle feste più rinomate di Cuba. Dopo cena andiamo alla festa di Carnevale nelle animate vie della cittadina. Facciamo un giro per le bancarelle e poi ritorniamo all’hotel.

8° giorno: Santiago-Playa Imias-Baracoa

In 3h15′, passando per Guantanamo, siamo a Playa Imias. Decidiamo di saltare la sosta al belvedere perchè non vale la pena: la base è talmente lontana che anche con i binocoli che affittano sul posto si riesce a vedere ben poco. La spiaggia è un po’ rocciosa, ci sono alberi e capanne per ripararsi dal sole. Sulla spiaggia vendono frutta e cioccolato (facile contrattare). Ci sono tanti cubani che giocano a domino e a ping pong. Dopo un paio d’ore di sosta, ripartiamo in direzione Baracoa, percorrendo la strada panoramica della Farola (strada del faro), lunga 55 km e vanto dell’ingegneria civile cubana. Baracoa, fino al 1964 era raggiungibile solo via mare. Dopo quattro secoli e mezzo di solitudine, Fidel Castro ha permesso l’apertura della Farola, per ringraziare i contadini del posto del loro supporto. La Farola corre tra le pareti quasi verticali della Sierra del Puril, prima di iniziare a scendere ripida e sinuosa tra i picchi di granito grigio e le foreste profumate di resina, che all’improvviso lasciano il posto al lussureggiante, verde e fitto paradiso tropicale della costa atlantica. Ci fermiamo solo per una veloce sosta fotografica; si avvicinano per vendere cacao, tavolette di cioccolata e dolcissimi dolci locali fatti di cocco grattugiato, miele ed altre spezie. Arriviamo a Baracoa. Immancabile giro nel piccolissimo centro che ruota intorno alla piazzetta, sul lungomare e poi a ballare più fuori che dentro alla minuscola Casa della Trova.

9° giorno: Baracoa-Trekking El Yunque-Playa Manguana-Baracoa

Veloce visita alla piccola chiesa di Baracoa per vedere la Cruz de la Parra, una delle 29 croci piantata da Cristoforo Colombo nel 1492, dichiarata nel 2011 monumento nazionale. Poi partiamo per l’escursione. Una camionetta ci porta in mezz’ora abbondante di strada fangosa (per le piogge del giorno precedente) all’ingresso del Parco dove troviamo la nostra guida. Faremo il sentiero del Juntero di circa un’ora, una passeggiata lungo una strada sterrata (munirsi di cappellino o ombrello parasole) per circa 45 minuti. Da qui parte anche il sentiero per arrivare in cima al Yunque (5 ore per 5 Km), ma è più impervio e scivoloso. La guida ci illustra le piante e qualche uccello che incontriamo. Dalla casa dei contadini alla riva del fiume il sentiero diventa più impegnativo entrando nella foresta. Arriviamo al fiume, ma l’acqua è troppo alta per attraversarlo quindi ci fermiamo a fare il bagno nella piscina naturale formata dalla cascata. Occorrono sandali da scalata anche per fare il bagno. Saliamo al mirador in 5 minuti e poi ci dirigiamo verso la casa dei contadini che ci fanno trovare un buffet con una gran varietà di frutta, succhi, cioccolata e caffè secondo la tradizione cubana: colori e sapori che ci accompagnano per tutto il viaggio. Terminata la visita, torniamo alla camionetta all’ingresso del parco e andiamo a prendere il nostro bus per andare a Playa Maguana. In 50’ di strada sterrata siamo in una spiaggia lunga e con sabbia bianca, una meraviglia naturale. Ripartiamo dopo qualche ora per tornare a Baracoa. Saliamo al Castillo per ammirare il panorama dall’alto.

10° giorno: Baracoa-Guardalavaca-Holguin

Lunghissimo trasferimento lungo una strada a tratti molto accidentata sino a Moa, dove si vede lo scempio del territorio e del mare dovuto all’inquinamento di un grande impianto per l’estrazione del nichel e del cadmio. L’unica area di servizio è subito dopo gli stabilimenti, ma ha pochissime cose, quindi bisogna fare prima scorte di cibo e acqua. A Playa Guardalavaca, per arrivare alla spiaggia si passa per le bancarelle di souvenir, dei panini e delle pizza e anche per alcuni bar. Relax di qualche ora. La sabbia è chiara, l’acqua calda e trasparente. Facciamo una lunga passeggiata dal lato opposto per ammirare tutta la spiaggia in un unico splendido colpo d’occhio. Restiamo fino alle partenza per Holguin, dove si arriva in circa 45 minuti. Andiamo al Lomo de la Cruz, una collina sulla città dove c’è un bellissimo panorama. Facciamo un giro nelle quattro piazze principali del centro.

11° giorno: Holguin-Cayo Coco

Partenza per il lunghissimo trasferimento a Cayo Coco, pressoché senza pause, dove arriviamo al resort, tipico villaggio vacanze con piscine di acqua dolce e salata, numerosi bar e attività. Prendiamo possesso delle camere e poi andiamo in spiaggia fino alla sera. Si può usufruire dei lettini e i drink sono tutti compresi nella formula all inclusive. Fine serata con diversi giri di mohito, gara di ballo e spettacolo organizzato dall’animazione.

12° giorno: Cayo Coco-Playa Pilar

Ci trasferiamo in pulmino a Playa Pilar, dove arriviamo in 45′ attraversando tutta l’isola di Cayo Coco e Cayo Guillermo. Siamo i primi e possiamo fare le foto più belle. La spiaggia non è molto larga, nella parte posteriore hanno costruito una fila di semplici tettoie in legno sotto le quali si può stare con i lettini noleggiati. C’è anche un bar con i servizi. Solita dura vita da spiaggia con bagni e camminate (a destra ci sono le dune) fino a quando la spiaggia si affolla e noi torniamo al nostro resort. Se decidete di restare portate dei panini perché il ristorante è molto caro. Si può fare anche snorkeling al reef vicino alla piccola isoletta di fronte. L’escursione dura un paio d’ore (30′ di catamarano, un’ora di immersione e altri 30’ per rientrare). I pesci non sono spettacolari però l’acqua è bella. Questi ultimi due giorni, dopo un tour così intenso, sono molto graditi. Cena a buffet spettacolo serale e discoteca.

13° giorno: Cayo Coco-Remedios-Santa Clara-La Habana

Sulla strada rialzata sull’acqua di 27 Km fotografiamo gli splendi fenicotteri. Arriviamo a Remedios giusto in tempo per visitare la chiesa di San Juan Bautista de Remedios, riccamente decorata in stile barocco e che conserva la statua di una Madonna incinta (si entra dal retro). Dopo un’altra ora e arriviamo al Tren Blindado. Il museo include il bulldozer impiegato per bloccare la linea ferroviaria; l’interno di alcuni vagoni è stato arricchito con dettagli e testimonianze della storica impresa militare che ha permesso ai barbuto di vincere la rivoluzione e cacciare Batista da Cuba. Santa Clara, è oggi la città di Cuba più legata al mito di Che Guevara e abbonda di frasi ed effigi che testimoniano il suo eterno amore nei confronti dell’eroe argentino. Scendiamo dal bus nella piazza centrale, andiamo a curiosare (dall’esterno) nei pressi di una fabbrica di sigari (poco distante). E finalmente è arrivato il momento del Mausoleo del Che (15’ dal centro), che ospita la fiamma eterna della sua memoria. Questa è considerata una delle visite più suggestive di Cuba e non c’è neanche fila! Tra l’ottobre 1997 e l’ottobre 2009 oltre 3 milioni di persone hanno visitato il sito commemorativo da oltre 100 Paesi di tutto il mondo. La prima zona ospita, dall’agosto 1997, i resti di Ernesto Guevara e di 29 dei suoi compagni e combattenti uccisi nel 1967 durante una rivolta armata in Bolivia. La seconda zona è dedicata ad una galleria fotografica dell’eroe argentino fin dai primi anni di vita, integrando le immagini, alle lettere, alle testimonianze e agli oggetti di sua proprietà durante l’attività di medico a Cuba, all’epoca dello sbarco con Fidel Castro nel 1956. All’esterno campeggia l’imponente statua in bronzo, alta 6,7 metri. Alla base del monumento è scolpito il suo motto immortale: Hasta la victoria siempre!

Saliti i 230 gradini, del Loma del Capiro si ha una bellissima vista a 360° della città di Santa Clara. E’ un luogo rilevante nella storia cubana dopo che fu utilizzato come nascondiglio e centro di comando dal Che durante la famosa Battaglia di Santa Clara, che sancì la fuga del dittatore cubano Fulgencio Batista. Ripartiamo per l’Havana, ci aspettano altre tre ore di pulmino per arrivare in Centro Havana. Dopo cena passeggiata sul Malecon e fiesta di salsa cubana improvvisata con i locali.

14° giorno: Havana-Italia

Partiamo per visitare Callejon de Hamel, una strada, considerata il centro della cultura afrocubana della capitale, coloratissima e pittoresca, decorata con murales, sculture e dipinti realizzati con materiali di scarto. La domenica a mezzogiorno è il momento migliore per andare perché c’è lo spettacolo di suonatori di musica e si balla la rumba. Prendiamo i bici-taxi e andiamo a visitare la cattedrale. A piedi raggiungiamo il Palacio de la Artisania, dove ci concediamo un’ora di shopping. Saliamo su una delle sette meraviglie dell’ingegneria cubana, la torre Focsa che, dall’alto dei suoi 121 metri, offre un meraviglioso panorama sulla città dell’Havana. Torniamo all’Havana Veja per fare un salto al Museo Naipes, delle carte napoletane e un ultimo giro al Paseo Martì. E’ arrivato il momento di salutare Cuba, un Paese straordinario e vivo, orgoglioso e sorprendente.

Hasta luego, Cuba

Buon viaggio a voi

stefania.altieri@virgilio.it

Mappa itinerario:

Https://drive.google.com/open?id=1xU4816yHb5OCJNS8hDmZRylhVow&usp=sharing

Approfondimenti e curiosità in pillole

Havana

Il Malecon dell’Havana si estende da Havana Vieja a Miramar, è come un salotto dove decine di migliaia di Habaneros si sbaciucchiano o cercano l’anima gemella. Onde gigantesche si innalzano sopra il muretto durante i temporali.

L’architettura della città rispecchia il patrimonio etnico con una fetta consistente di barocco spagnolo, un po’ di classicismo francese, una porzione di art decò nordamericano e un tocco di liberty europeo.

Trinidad

Si è addormentata nel 1850 e non si è più risvegliata. Questo strano destino è una buona notizia per i viaggiatori che possono esplorare una città dello zucchero di metà 800 perfettamente conservata.

Camaguey

Reticolo di vie con i vicoli che segnano un labirinto degno di una medina araba nascondendo chiese e piazze triangolari e svelando un lascito artistico segreto ad ogni svolta.

Cienfuegos

Omogeneo tessuto urbanistico nato all’inizio dell’800 grazie ai coloni francesi e americani. Si va a punta Gorda per godere delle raffinatezze di origine francese.

Santa Clara

La città del Che è piena di studenti eruditi e di vita notturna. Qui si sperimenta ciò che sarà la moda di domani.

Santiago de Cuba

Il battito dei tamburi della Santerìa richiamano gli spiriti dell’Orisha (divinità africane). Se la maggior parte dei riti religiosi afrocubani sono solo per gli iniziati, le danze folkloriche, fedeli alle radici, sono aperte a tutti.

Baracoa

Al di là delle colline, in un lembo al limite orientale della provincia di Guantanamo, giace l’isolata Baracoa, un insediamento piccolo ma molto importante, con un’eccentrica popolazione con l’irreprimibile desiderio di essere diversa. La cucina è molto più piccante, ricca e creativa.

Cuba

La guerra, l’austerità, le privazioni e i razionamenti non sono bastati a spegnere la gioia di vivere dei cubani, che sanno mettere da parte la politica e occuparsi delle cose che contano di più nella vita: il calore, la musica e la fiesta!

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