A Cuba prima di Mc

Da L'Avana a Baracoa: le nostre esperienze e un pò di notizie utili
Scritto da: lorenzo76
Partenza il: 12/03/2015
Ritorno il: 30/03/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Viaggiatori: Carmen e Lorenzo, sposati, quarantenni.

12 Marzo – Roma – Avana

Volo di quasi 12 ore con Blu Panorama, relativamente economico (circa 730/cad), ma massacrante, posti decisamente stretti per un intercontinentale. Arriviamo all’aeroporto de l’Avana e ci aspettano ancora oltre 2 ore di fila per il controllo passaporti con annessa foto…. finalmente siamo a Cuba! Ci aspetta Mariano (avevamo prenotato il taxi insieme alle prime 4 notti dal sito cubacase.com) 68 anni, che ha la pazienza di aspettare ancora una mezz’ora mentre cambiamo gli euro in CUC. Con il suo “taxi ufficiale” ci porta alla casa particular “La terrazza di Manolo” in Habana Vieja per 25 CUC. Qui, dopo 100 scalini e dopo aver fatto salire le valigie all’ultimo piano con un paranchino debitamente montato tra le rampe di scale, scopriamo che non c’è posto, anche se prenotato. Dopo qualche telefonata ci dirottano da amici per la prima notte….è mezzanotte passata, siamo distrutti, ma eravamo preparati agli imprevisti, quindi, senza perderci d’animo seguiamo Chuchi fino a casa sua (5 minuti a piedi) e finalmente doccia e letto.

13 Marzo – Avana

A Lorenzo non è ancora chiaro il cambio di orario… e alle 4 e poco più mi sveglia e mi chiede: “ma sono le 4 o le 9 del mattino?”, mi giro dall’altro lato e mi riaddormento istantaneamente… sono le 4! Sveglia vera alle 8, Ana, la moglie di Chuchi, ci prepara la colazione: caffè, frutta fresca, pane e una cosa che chiama prosciutto….mah! E’ simpatica e loquace, ci da qualche dritta su l’Avana e ci racconta un po’ di lei. Pernottamento 30 CUC e colazione 10 CUC totali. Ci spostiamo a La terrazza di Manolo, naturalmente aspettiamo per avere la stanza, anche se ci aspettavano, ma alla fine ne vale la pena: camera molto grande, addirittura 5 letti solo per noi, aria condizionata, bagno in camera, finestra ed accesso diretto sul terrazzo! Ci perdiamo per le vie di Habana Vieja: Plaza de la Catedral, Plaza de Armas, Plaza Vieja, è un susseguirsi di palazzi fatiscenti tra i quali ogni tanto ne spunta uno ristrutturato, l’atmosfera è calma, ma vitale, i visi sorridenti e sereni, forse un po’ rassegnati. Non subiamo l’assalto dei jineteros, prospettatoci da Ana e da alcuni diari letti prima di partire. Passeggiando arriviamo al Malecon, fermiamo un coco-taxi, o lui ferma noi…. Dobbiamo andare al terminal Viazul per prenotare il bus per Vinales, il taxi ci costa 15 CUC a/r ed il bus 12 a testa. Ci accordiamo anche per lunedì: ci porterà al Viazul per 8 CUC. Torniamo a casa, cena con pollo, insalata, riso, pomodori ed un dolce al cocco, abbondante, ma per 8 CUC a testa non ne vale la pena. Conosciamo altri 2 ospiti della casa: Fabio e Vanessa. Domani Playa del Este insieme!

14 Marzo – Avana

Prima giornata al mare…e prima colazione con “street food”: pizzetta cubana con queso e jamon, sazi con 40 cents. Contrattiamo un taxi per 20 CUC a/r, che dividiamo con Fabio e Vanessa. Incontriamo il primo cubano puntuale: appuntamento per il ritorno alle 17 ed alle 16.45 è già lì ad aspettarci. Bello il mare, bella la spiaggia, ma i nostri nuovi amici, alla fine del loro viaggio, ci dicono che sarà una delle peggiori rispetto alle prossime che vedremo… certo è, che fare un sonnellino all’ombra di una palma è fantastico! Rientrando ci disinibiamo definitivamente verso il cibo da strada: panino con amburguesa, pomodoro, insalata e cipolla al banco messo sulla porta della casa di una signora e 3 dolcetti al risciò di un simpatico vecchietto, tutto per meno di 50 cent a testa. In un’altra casa lungo la strada, si festeggia il compleanno di una bimba, ci “intrufoliamo” e regaliamo una busta di caramelle….spariscono in un attimo! La nonna della festeggiata, immagino, insiste perché Carmen si faccia una foto con la torta, comodamente adagiata sul pavimento: porta dinero!! Per la cena decidiamo di fare i “signori”: aragosta, mojito e birra per 12 CUC a testa al ristorante Hanoi, consigliato dalla Lonely.

15 Marzo – Avana

A zonzo per Avana Centro e Avana Vieja, con siesta pomeridiana: fa caldissimo. E’ domenica, le strade brulicano, sono tutti vestiti a festa. Genitori giovanissimi con bambini che tra qualche anno potrebbero sembrare loro fratelli. Ci siamo immersi in quest’atmosfera, oggi l’Avana sembra meno povera!

16 Marzo – Avana – Vinales

Ore 9.00, colazione con cono gelato da 20 cents comprato sotto casa e subito arriva il coco-taxi con un collega dell’autista col quale ci eravamo accordati. Dopo esserci fermati per un attimo per mettere un po’ di benzina nel serbatoio, da una tanichetta che il tassista prende dal vano nel nostro sedile, arriviamo al terminal Viazul con quasi 2 ore di anticipo (al terminal bisogna arrivare un’ora prima della partenza del bus). Adesso siamo certi: a Cuba i concetti di produttività ed efficienza non esistono!….Avranno ragione loro?! Come dire…un impiegato toglie il tappo alla penna e l’altro scrive…per questo a Cuba lavorano tutti! In modo abbastanza caotico facciamo la fila e carichiamo i bagagli sul bus. Poco meno di 4 ore di viaggio totali, eppure dopo circa 2 ore, alle 13, ci fermiamo per una mezz’ora in una sorta di autogrill (ma più carino…) per il pranzo. Ripartiamo, i 2 autisti si sono invertiti alla guida e naturalmente hanno bevuto entrambi una birra durante il pranzo. Diventiamo un po’ smaniosi, non siamo ancora abituati a questi ritmi “comodi”, ma questo ci è utile all’arrivo a Vinales: in meno di mezz’ora ci siamo sistemati nella nuova casa, abbiamo prenotato un’escursione per Cayo Levisa (29 CUC a testa) per il giorno successivo, il trasferimento a Trinidad per il giorno 18 e siamo pronti per una gita a cavallo tra le piantagioni di tabacco (durata 4 ore, richiesta 20 CUC a testa, ci siamo accordati per 25 totali). Chiediamo espressamente a Jan 2 ronzini e lui, che monta Lucha, ci presenta Michi e Caramelo, che sotto il suo vigile occhio, ci portano docilmente in giro. La valle di Vinales con i suoi Mogotes è meravigliosa, siamo immersi nella natura. Ci fermiamo in un capanno, dove beviamo un succo fresco ed adocchiamo delle bottiglie di plastica piene di chicchi di caffè tostato, dopo averne aperta una, non riesco a fare a meno di comprarla…che profumo! La tappa successiva è in una finca, dove il campesino ci spiega il processo di essiccazione e fermentazione delle foglie di tabacco, prepara al momento un sigaro per noi ed uno per un’altra coppia di turisti appena arrivati a piedi, lo fumiamo e naturalmente compriamo qui i sigari da portare in Italia. Saltiamo l’ultima tappa: la cueva del Palmito, Carmen ha paura di entrare nella grotta. Rientro a casa, doccia e giro in paese: tutto è molto turistico, ma decisamente carino. Geilyn, la nostra giovane padrona di casa, dentista, è molto simpatica e ospitale, le lasciamo i giocattoli per le nipotine e le chiediamo di prepararci la colazione e la cena per il giorno successivo.

17 Marzo – Cayo Levisa

Sveglia alle 7, anche se tra il canto dei galli ed il rumore dei camiones siamo già svegli da un po’. Colazione a base di frutta fresca, latte, pane e tortillas e via al bus Transtur per Cayo Levisa. Il Cayo è proprio come pensavamo: un paradiso….per turisti, qui possono venire solo i Cubani che lavorano nell’unico Hotel dell’isola, poiché siamo proprio di fronte alle coste statunitensi e potrebbe essere troppo facile scappare in barca… Qui non siamo più i soli Italiani in giro, ce ne sono altri ospiti dell’hotel. Il mare e la spiaggia sono spettacolari, ci sistemiamo su 2 lettini, quello di Lorenzo rigorosamente posizionato all’ombra di un gazebo di foglie di palma. Peccato per delle meduse blu che non ci permettono di godere appieno del mare, ma siamo lo stesso in acqua e vediamo anche molti paguri ed una stella marina. Alle 17 prima barca, poi bus e siamo di nuovo a Vinales. Geilyn ci ha preparato una buona ed abbondante cena a base di riso e fagioli, pollo e tante verdure, ci prenota la casa a Trinidad e le chiediamo anche di prepararci 2 panini per il viaggio di domani, a letto presto: domani sveglia alle 6.15.

18 e 19 Marzo: Trinidad – Moron

Lungo viaggio con qualche sosta ed alle 15 siamo a Trinidad, la casa particular “Caridad” (che è anche il nome della proprietaria) è pulita ed il bagno comodo. Trinidad è tenuta molto bene, sembra di essere tornati in piena epoca coloniale! A dire il vero….forse è tenuta fin troppo bene….sembra un parco giochi per turisti: ci sono case particulares, ristoranti, negozi di souvenirs e bancarelle ad ogni angolo! Da non perdere, adiacente a Plaza Mayor, la “Casa de la Musica” dove si ascolta musica e si balla a tutte le ore del giorno e della notte. Gironzolando tra le stradine della città, cerchiamo una coppia per condividere un taxi per Moron, ma l’impresa non è facile come pensavamo, alla fine ci affidiamo a Juan che per 70 CUC complessivi ci porterà prima a Cayo Guillermo e poi ci lascerà a Moron con un taxi collettivo, per il momento tutto ok, vedremo domattina con che “carro collettivo” si presenterà Juan…

20 Marzo – Cayo Guillermo e Moron

Juan si presenta con Erlàn in una Hyundai Atos: siamo gli unici passeggeri e per questo Juan ci chiede 75 CUC invece di 70, va bene! Si parte ed Erlàn si dimostra subito molto loquace. Il viaggio è lungo, ma la compagnia è decisamente piacevole. Ci racconta che ha 46 anni è un ingegnere civile, ma dopo alcuni anni di lavoro statale, si è “ritirato in campagna” e coltiva cipolle, ha comprato la macchina su cui siamo insieme al fratello e fanno i tassisti “non ufficiali”. Ci accompagna alla casa di Moron, lasciamo le valigie e andiamo a Cayo Guillermo, lì ci godiamo il mare ed il sole per un paio d’ore confrontandoci su molti argomenti. Torniamo a Moron dopo quasi 400 km ed 8 ore trascorse insieme, ci regala come suo ricordo un cd di Candido Fabre, al ritmo del quale, ci dice, che Lorenzo imparerà a ballare la salsa ed io a parlare lo spagnolo. La casa particolar di Moron è carina ed abbiamo addirittura il frigo e la televisione in camera, la padrona di casa, Alida è simpatica e ci accoglie con baci ed abbracci. Ceniamo a casa con aragosta, gamberoni e l’immancabile riso e fagioli neri, tutto buono ed abbondante. Alida fa qualche telefonata ad altre case particulares per aiutarci a trovare un’altra coppia per condividere il taxi per Cayo Coco per la mattina successiva (40 CUC), purtroppo nulla da fare, ma abbiamo apprezzato molto la sua gentilezza. Dopo cena facciamo una passeggiata verso la stazione ferroviaria: prossima tappa Camaguey, decidiamo per il treno di domenica 22 alle 12.55 (4 CUC a testa). Alida ci prenoterà la casa a Camaguey per una notte.

21 Marzo – Moron e Cayo Coco

Usciamo dopo la colazione alla ricerca di companeros per Cayo Coco, ma niente: incontriamo pochi turisti e per lo più già in gruppo….poi la svolta! Incrociamo un ragazzo del posto che ci dà il suggerimento giusto: aspettare avanti all’ospedale che passi un autobus, chiedere all’autista se va ai Cayos e dargli un paio di CUC! Sono gli autobus che portano i lavoratori cubani ai resorts: l’autista è ben felice di guadagnare un paio di CUC ed il poliziotto che sale al varco che c’è all’inizio della bellissima strada per i Cayos lo sa e finge di non vederci quando sale sull’autobus per controllare i passeggeri …siamo gli unici turisti, impossibile passare inosservati! L’autobus ci lascia a Playa Larga: un paradiso, mare cristallino, tettoie di foglie di palma libere lungo la spiaggia. Oggi è sabato, le scuole sono chiuse e la spiaggia è piena di ragazzi cubani chiassosi e come sempre generosi, uno si avvicina facciamo 2 chiacchiere, si allontana, poi torna con 3 noci di cocco che condividiamo con 2 olandesi più bianchi di noi, con cui ci alterniamo per sorvegliare gli zaini….non si sa mai! Torniamo a Moron con lo stesso sistema. A casa, incuriosito accendo la tv e sorpresa….trasmettono “Il commissario Montalbano” con sottotitoli in spagnolo!

22 Marzo: Moron – Camaguey

Ricchissima colazione, giretto in città ed acquisto di qualche souvenirs. Ci trasferiamo a Camaguey….l’avventura in treno comincia! Se siete pendolari abituali con le ferrovie italiane….le rivalutere!…ma solo un po’! Il treno dimostra i suoi tanti decenni: sediolini e pavimento di ferro, qualche traccia di vernice superstite. All’apertura del cancello per accedere al binario ed al treno l’assalto per accaparrarsi i posti a sedere è notevole, ma vi assicuro, per salire sui regionali in Italia, ho visto anche di peggio! Riusciamo a sederci, ma durante le 4 ore di viaggio, tra le varie fermate, le persone in piedi saranno molte.

Qualche nota “culturale”:

1) non è comune cedere il posto agli anziani: accaparratosi il sediolino nemmeno Fidel li può smuovere, al massimo ci si prende il bimbo di qualche altro passeggero sulle proprie ginocchia

2) durante il viaggio i cubani mangiano e bevono di tutto: è stato un susseguirsi di venditori “ufficiali e non” che infilandosi tra le tante persone in piedi con scatole, casse, secchi, proponevano dai panini alla panna cotta, dalle bibite in sacchetti di plastica confezionati, ai succhi casalinghi in bottigliette di plastica riciclate

3) come abbiamo già visto purtroppo un po’ dovunque, dopo aver consumato, gli imballi vari (plastica, carta etc.) volano a terra o dal finestrino. I cubani probabilmente scopriranno di avere una coscienza ambientale solo dopo aver placato la loro fame di consumismo. Alla stazione ci aspetta uno dei taxi più “sgarrupati” del mondo per portarci alla casa “Carmencita” (c’è anche sulla Lonely). La casa è vicina al centro, accogliente e pulita. Doccia, passeggiata in centro, ristorante e poi nanna.

23 Marzo – Camaguey

Colazione sul terrazzo della casa. Ci attendono una giornata molto lunga ed una notte in autobus: abbiamo deciso di partire con il Viazul alla volta di Santiago e poi prendere subito la coincidenza per Baracoa. Chiediamo a Carmencita di lasciare le valigie a casa ed usciamo alla scoperta della città…ieri sera non ci è parsa piena di vicoli tortuosi, come descritto dalla guida! Camaguey è ben tenuta, c’è un’atmosfera poco coloniale, sarà per la sua architettura più moderna, per la presenza di molti negozi di abbigliamento ed elettrodomestici ma in effetti non sembra di essere a Cuba. Arriviamo al Casino Campestre, il parco cittadino più grande di Cuba, ci fermiamo su una panchina per riposare ed una ragazza ci avverte di non mettere i piedi sulla panca, pena una multa. Fa molto caldo e restiamo a lungo sulla panca, ne approfittiamo per “rubare” scene di vita quotidiana: ragazzini in divisa che escono da scuola, persone che si accalcano per salire su camiones e taxi collettivi, medici ancora con i camici e gli zoccoli che tornano a casa in bici… Ricominciamo a girovagare, ma la città proprio non ci affascina. Dopo cena chiediamo ad un bici-taxi di portarci al terminal Viazul (4 CUC, potremmo spendere meno, ma non ce la sentiamo di trattare per un paio di CUC, la salita è notevole e noi ed il bagaglio arriveremo a 200 kg), sudata super per il tassista e Lorenzo gli regala una t-shirt asciutta. Il terminal è molto affollato, contrariamente a quanto ci aspettavamo, sono in molti a viaggiare di notte. L’autobus è pieno ed anche se non possiamo stare proprio larghi, riusciamo a dormire. A Santiago abbiamo circa un ora per il check-in, questo terminal sembra più organizzato: addirittura ci pesano le valigie e le contrassegnano con un numero e la destinazione rilasciandoci relativa copia… tutto ciò ci costa 1 CUC a valigia…

24 Marzo – Baracoa

La strada per Baracoa è molto bella, passa tortuosa tra i monti, la vegetazione è un’esplosione di verde…in tutte le gradazioni, palme, banani e poi man mano che ci avviciniamo alla città alberi di cacao. Ci fermiamo nella casa di alcuni campesinos lungo la strada, la signora ci propone banane, caffè, pere rosse e cucurunchu (un impasto di polpa di cocco, zucchero di canna, miele, agrumi e chissà cos’altro avvolto in una foglia di banano: buono!), c’è anche la “baracca-toilette”… è tutto ben organizzato! All’arrivo ci attende Silfredo, marito di Maribel, la loro casa è semplice, ma molto accogliente e pulita, ci offrono un cocktail di benvenuto nel giardinetto interno, sul quale affacciano la nostra camera e la cucina. Sono le 15, andiamo in spiaggia, ma non raggiungiamo Playa Blanca, la spiaggia “cittadina” più famosa, troppo lontana. Al ritorno a casa ci aspetta una cena sontuosa: camarones al latte di cocco, sopa di vegetales, insalatona e dolce.

25 Marzo – Baracoa

Colazione spettacolare, oltre ai soliti piatti, Maribel ci prepara una profumatissima cioccolata calda e Silfredo ci prepara 2 piatti di frutta già affettata da 1 kg l’uno! Oggi gita con Cubatur alla foce dello Yumuri, e visita alla piantagione di cacao, compagni di gita: un’anziana coppia di americani del Colorado, molto teneri, sempre mano nella mano, ed una coppia giovane: lui turco e lei tedesca, la guida è Carel, un ragazzo in gamba, oltre allo spagnolo, parla inglese ed anche un po’ di italiano. Alla piantagione ci accoglie un’anziana campesina gentile ed accogliente, ma con 2 baffi da competizione! Ci offre caffè, cioccolata calda e ci spiega con l’aiuto di Carel il processo di lavorazione dei semi di cacao, naturalmente acquistiamo tavolette fatte in casa per i nipotini e pasta di cacao per preparare la bevanda a casa. Dopo aver fatto il bagno nelle limpide e dolci acque dello Yumuri, ci dirigiamo alla playa de Manglito, dove ci concediamo anche un ottimo pranzo con gamberoni di fiume ed aragosta. Sulla playa conosciamo un italiano di mezz’età, che dopo aver girato mezzo mondo, si è innamorato di Baracoa e di una sua abitante… torna qui per 3 mesi all’anno da 8 anni, ci offre rum e guaiava. Conosciamo anche Nitti, il cubano trentaduenne che ci porta i piatti in tavola, lo invitiamo a sedersi con noi, “si sfoga”: è stufo della situazione e attende con ansia che la scomparsa di Fidel dia il via al cambiamento. Torniamo a Baracoa e lasciata a casa la cioccolata, andiamo alla ricerca del sentiero per raggiungere Playa Blanca. Strada facendo ci affianca Jose, sui 45 anni, con il quale chiacchieriamo amabilmente per un lungo tratto di sentiero e che solo quando ci stiamo per separare, molto educatamente, ci propone gli articoli di artigianato del posto tirandoli fuori dal suo zaino: carritos, scatole e bicchierini di legno, non contrattiamo perché ci dice che qualunque cifra gli diamo va bene, gli lasciamo 3 CUC per 4 bicchierini di granadillo, a noi sembra onesto e lui non sembra dispiaciuto. Neanche oggi arriviamo a Playa Blanca, ma dove sarà questa Playa Blanca? Jose prima di salutarci ci dice che c’è ancora più di mezz’ora di cammino e che essendo quasi il tramonto ci conviene fermarci dove siamo, cioè alla foce del Rio Miel per fare un bagno rinfrescante, per tornare a casa ci vuole più di un’ora e anche se non ne avremmo bisogno…stimolerà il nostro appetito! Anche stasera Maribel ci rimpinza: ancora sopa vegetal, poi filetto di pesce con cipolle, mega insalata, patate fritte e dolce, oggi abbiamo mangiato troppo e non siamo più abituati. Prima di rotolare nel letto, proponiamo a Maribel e Silfredo di cucinare un piatto italiano per loro la sera successiva e cenare insieme. Ci sembra una idea carina e loro accettano con un po’ di sorpresa ma entusiasti.

26 Marzo – Baracoa

Stamattina Maribel si è superata: ci ha addirittura preparato una tortilla con le cipolle! Che a colazione è perfetta… e poi ancora una quintalata di frutta e per chiudere tazzone di cioccolata calda….per la colazione dobbiamo calcolare circa 40 minuti! Oggi giornata completamente dedicata al mare, sarà l’ultimo giorno in spiaggia, scegliamo Playa Maguana. Andiamo in piazza, davanti all’agenzia Cubatur si assembrano sempre turisti e tassisti. Condividiamo un taxi collettivo (5 CUC a testa) con una ragazza argentina, la sua chitarra ed una coppia di ragazzi austriaci. Il taxi è veramente un dinosauro, credo sia di fine anni 40 o forse inizio 50, i sedili sono tutti diversi e recuperati da chissà dove, è tutta una lamiera con le saldature incerte e a vista e dai buchi sul pavimento si vede l’asfalto, ma è carinissimo e ci porta a destinazione. La spiaggia è a soli 20 km da Baracoa, ma la strada è praticamente una mulattiera e ci impieghiamo quasi un ora!…ma naturalmente ne vale la pena: il mare è cristallino, la sabbia è bianca e le palme arrivano quasi sul bagnasciuga. Siamo accolti da una schiera di venditori e venditrici: mandorle caramellate, burro di cacao, noci di cocco, oggetti di legno, passerà addirittura un tipo che ci proporrà 40 manghi in cambio del pareo! Resistere agli “attacchi” non è sempre facile, ma armati di pazienza rifiutiamo con educazione, non tutto però: “ l’uomo nero armato di machete” si avvicina “minaccioso” a Carmen che non può rifiutare una noce di cocco ed il tipo del ristorante (una baracca poco più in là) passa tra i pochi turisti proponendo l’aragosta viva che ha tra le mani per il pranzo, ed io non resisto, ci accordiamo, me la cuoce sulla griglia, ci aggiunge del riso, un’insalatina, platano fritto ed una birra, tutto 10 CUC. La spiaggia è piena di conchiglie, Carmen ne trova 4 giganti e bellissime, ma anche se le immagina già nel nostro salotto, si limita a fotografarle da ogni angolazione e le lascia lì con un velo di tristezza sul viso. Trascorriamo la giornata in piacevole compagnia, il tempo passa in fretta, tra un bagno, una foto ed una passeggiata, ora abbiamo un’amica a Buenos Aires: Carolina. Nel pomeriggio la playa si anima, arrivano altri turisti, torna lo stuolo di venditori e quando Carolina estrae la chitarra dal fodero si raccoglie subito un nutrito gruppo multietnico. Riprendiamo il taxi e tornati a Baracoa facciamo la spesa per la cena italiana: pasta, pane, olio per una semplicissima pasta al pomodoro. A casa ci aspettano Maribel e Silfredo molto curiosi e contenti per la serata particolare, mentre io e Carmen prepariamo il facile piatto, guardano e si fanno spiegare i pochi passaggi, chiacchieriamo come vecchi amici. Non crediamo che abbiano apprezzato molto la cottura al dente della pasta, ma hanno comunque “pulito” il piatto con un abbondante “zapatilla”, traduzione cubana della scarpetta.

27 Marzo: Baracoa – Santiago

Risveglio lento, ultima fantastica colazione, chiusura valigie, giretto in centro, abbracci affettuosi con Maribel e Silfredo, oggi è un giorno di transizione. Alle 14 prendiamo il Viazul per Santiago, quindi dopo un ora l’altro Viazul che ci porterà a Santa Clara.

28 Marzo: Santiago – Santa Clara

Ore 03.00 il Viazul per Santa Clara perde colpi, fino a morire definitivamente a Camaguey, sosta forzata di oltre 3 ore nel terminal, finalmente ci sistemano in un altro autobus e ripartiamo, arriviamo quasi alle 12 invece delle 8. Il tassista è comunque lì ad aspettarci, arriviamo a casa di Orlando, vicinissima al Parque Vidal (centro). La casa è bellissima, senza alcun dubbio la più bella fin’ora. Sembra di essere tornati indietro di 150 anni: soffitti alti più di 6 metri, patio interno con fontana di marmo, ovunque stucchi, soprammobili di ceramica, specchi e mobili bellissimi. Ci riprendiamo dopo le 22 ore di viaggio e gironzoliamo per la città raggiungendo a piedi tutti i punti di interesse: il treno blindato, la statua del Che con il bimbo in braccio e soprattutto l’immenso mausoleo del Che. Ci riposiamo seduti al Parque Vidal mangiando un ottimo ed economicissimo cono di gelato artigianale, poi andiamo a cena nel ristorante “l’Alba”, forse l’unico dove si paga in pesos e dove sono quasi tutti avventori cubani, c’è solo un altro tavolo di turisti. Mangiamo bene ed abbondante per 185 pesos totali (7,4 CUC).

29 Marzo: Santa Clara – Avana

Optiamo di nuovo per un trasferimento in treno, Carmen non è entusiasta, soprattutto perché l’unico per l’Avana è alle 8.35. Il treno di oggi è decisamente migliore di quello preso alcuni giorni fa, i posti sono assegnati ed i sedili “quasi” imbottiti. Ci dicono che dovrebbe arrivare a destinazione in poco più di 4 ore, arriviamo alle 14.20….5 ore e 45 min….vabbè….lo sappiamo che gli orari a Cuba sono solo indicativi! Troviamo facilmente una casa particolar in Habana Vieja per la notte. Siamo a casa di un altro ingegnere, la laurea appesa al muro specifica: Ingegnere di sistemi di automazione, mi chiedo quanti sistemi di automazione avrà mai progettato e visto a Cuba…. La sera decidiamo di andare a vedere la cerimonia del “Canonazo”, dall’altra parte della baia. Prendiamo il mini traghetto per Casablanca e dopo una lunga scalinata arriviamo al Cristo, c’è una bella vista della città. Proseguiamo ed arriviamo alla fortezza, è ben tenuta ed anche da qui, naturalmente c’è una bella vista, l’ingresso (8 CUC) è eccessivo per i prezzi cubani ed anche se ci aspettavamo una cerimonia turistica, quella rappresentata lo è davvero troppo, non ne vale la pena. Ritorno a casa, sempre con traghetto, il cui prezzo per i turisti è a discrezione del “Caronte”, ma 1 CUC a testa è certamente sufficiente.

30 Marzo: Avana – Roma

Oggi è l’ultimo giorno “cubano”, si ritorna a casa, volo a mezzanotte. Giretto al mercato per gli ultimi souvenirs, passiamo alla Casa del Ron, dove scopriamo che hanno finito il “Legendario”, per fortuna che lo troverò in aeroporto. Ci trasciniamo un po’, la stanchezza accumulata si fa sentire, facciamo una lunga pausa a Plaza de Armas e poi andiamo a pranzare di nuovo al ristorante Hanoi, dove un trio di arzilli vecchietti ci allieta con i suoi strumenti. All’aeroporto ci porta (per 15 CUC) il figlio dell’ingegnere, tassista non ufficiale. Tra un po’ più di 12 ore saremo a casa, sigh!



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