L’Avana, Vinales e Cayo Largo

Alla volta di Cuba con un'organizzazione esclusivamente fai da noi
Scritto da: terry83
l'avana, vinales e cayo largo
Partenza il: 15/06/2012
Ritorno il: 29/06/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Non credo sia possibile descrivere realmente una terra tanto ricca di storia, cultura e contraddizioni dopo aver avuto solo 15 giorni di tempo a disposizione per visitarla. Non posso di certo arrogarmi il diritto di aver capito Cuba e il suo popolo ma posso cercare di raccontare l’atmosfera che sono riuscita a cogliere o che in certi casi mi ha travolto e le emozioni che persone incontrate per caso e per fortuna hanno voluto trasmettermi.

15 – 18 GIUGNO: L’AVANA

Arriviamo nella capitale, L’Avana, meta tanto agognata e tanto sognata… Erano parecchi anni che desideravo vedere questa città unica nel suo genere, camminare per le sue strade e vedere con i miei occhi questo mix di splendore e decadenza, di odori, suoni e colori travolgenti che andranno ad imprimersi per sempre nella memoria lasciando un ricordo indelebile di questa capitale. Non fatevi rovinare, innervosendovi inutilmente, la visita di questa città dalle innumerevoli persone che cercheranno di attaccare bottone al fine di vendervi sigari o proporvi ristoranti e alloggi in case particulares, di sicuro sono seccanti ma fa parte del gioco, occorre armarsi di pazienza e prenderla con filosofia, non date loro confidenza e proseguite diritti per la vostra camminata. La pazienza a Cuba e la virtù vincente. Consiglio vivamente la scelta di un albergo (purtroppo non ho provato l’esperienza della casa particular, mi sono ripromessa di farlo prossima volta) nell’Habana Vieja, noi abbiamo pernottato nel coloniale e bellissimo Hotel Raquel (ottima la posizione e il servizio, ovviamente gli standards sono differenti rispetto a quelli europei). Non abbiamo riscontrato alcun pericolo, potrete camminare tranquillamente anche di notte, noi tre non ci siamo mai sentite in pericolo o minacciate in alcun modo, L’Avana è una delle città più sicure in cui io sia mai stata! Abbiamo visto le quattro piazze principali, ognuna col suo distinto fascino ed ognuna diversa dalle altre: Plaza Vieja, colorata, elegante ed animata dai ballerini di salsa che per i tanti turisti si lanciano in danze caraibiche; Plaza San Francisco, splendida, con il suo autentico sapore coloniale e la sua imponente chiesa dal cui campanile si gode di una meravigliosa vista su tutto il centro storico; Plaza de armas, circondata da importanti palazzi coloniali al cui centro sorge il classico parco in stile coloniale ed infine l’affacinante Plaza de la Catedral, con le luci del tramonto è davvero commovente… tutto gira intorno a queste quattro magiche piazze; percorrete senza meta, perdendovi, le tante vie dell’Habana Vieja, fermandovi a guardare tutto ciò che cattura il vostro sguardo: i panni stesi ai balconi, il negozio diroccato di un barbiere o la cupola del Capitolio che sovrasta un contesto unico e coinvolgente. Purtroppo non ho potuto visitare l’interno del Capitolio, chiuso per restauro, ma mi sono goduta il caos che lo circonda: le colorate macchine anni 50′, simbolo della città stessa, clacson a più non posso, smog, i simpatici cocotaxi, calessi e bicitaxi. Non perdetevi il tramonto al Malecon, un appuntamento fisso per turisti e locali, sedetevi sul muretto a ridosso del mare, in Habana Centro, mentre aspettate il calare del sole osservate questo spettacolo a cielo aperto: le onde che si infrangono sotto di voi, cadillac che sfrecciano lungo la strada, bellissimi palazzi in rovina, la gente affacciata ai balconi, i bimbi che corrono dietro la palla e la luce sempre più calda che illumina tutto, colorando di rosa l’intera città… che meraviglia… Non vi consiglio di passare la serata alla Casa della Musica di Miramar che, per quanto bello ed elegante sia il quartiere, all’interno del locale riscontrerete molta prostituzione e poco genuino divertimento. Date una sbirciata al Vedado, zona commerciale dell’intera città e dunque ben lontana dal fascino incontestato dell’Habana Vieja. Ovviamente non ci siamo fatte mancare un giro in Plaza de la Revolution: luogo storico per il pueblo cubano, ove trionfano il memorial a José Martì e la famosissima immagine del Che. Per cenare consiglio di provare il ristorante Los Nardos, poi affidatevi al vostro fiuto ed intuito… Anche se molto turistici, anzi esclusivamente turistici, una capatina al Floridita ed alla Bodeguita del Medio ce la siamo concesse con rispettivi daiquiri e mojito. Che dire, L’avana mi ha incantata, è una città unica, affascinante, coinvolgente che non si lascia dimenticare.

18 – 20 GIUGNO: L’AVANA – VINALES

Nove del mattino, ci aspetta l’autobus Viazul per Vinales, il tragitto durerà tre ore e mezza circa. Dopo la fermata a Pinal del Rio, l’autobus concede una sosta di dieci minuti a Las Terrazzas, un punto panoramico immerso nel verde in cui poter scattare qualche foto e bere un caffè. Si riprende la marcia e finalmente arriviamo a Vinales…premetto che ci tenevo davvero molto a visitare questo luogo e ho dovuto rinunciare a visitare Trinidad per poter soggiornare qui almeno due notti. Quando scenderete dal pullman verrete assaliti da mille donne che vorranno portarvi nelle loro case particulares, dicendovi addirittura che la vostra prenotazione è stata cancellata perché l’hotel è al completo! A parte questo caos iniziale…Benvenuti in Paradiso! Non avevo sbagliato, il mio intuito ci aveva visto lungo, Vinales mi è rimasta nel cuore…che nostalgia! Il nostro hotel si trova ad un chilometro circa dal paesino, potrete percorrere tranquillamente a piedi il tragitto, oppure prendere un taxi per 1 cuc a testa. L’hotel La Eremita gode di una vista suggestiva sui Mogotes, le formazioni rocciose che caratterizzano la valle di Vinales e mentre fate una nuotata in piscina potrete ammirare il verde paesaggio circostante. Il paesino è costituito da poche case in legno, tutte colorate in tinte pastello con la verandina e le sedie a dondolo della stessa tinta delle pareti, una minuscola piazzetta in cui sorge la chiesetta con il suo campanile dalla cupola blu…deliziosa, un piacere per gli occhi, e poi il verde splendente della vegetazione e la terra di colore rosso, buoi che trainano carri, i contadini a cavallo, asini, oche, maialini, pulcini: la pace e la serenità vi inonderanno! La sera potrete ammirare i ragazzi del paese ballare la salsa, il merengue e la bachata, tutti sono gentilissimi ed accoglienti, vi sentirete come a casa. Io e Luciana abbiamo deciso di fare un’escursione, la camminata a cavallo dalla durata di 4 ore, in mezzo ai mogotes; ragazzi, non riesco a descrivere la meraviglia del paesaggio: le piantagioni di tabacco, le tipiche case dove si lasciano essiccare le grandi foglie di tabacco, il “campesino” che produce i sigari artigianalmente, i buoi che lavorano nei campi, tanto tanto verde, tutto ciò crea uno scenario bucolico, a tratti surreale talmente è bello! Insomma abbiamo trascorso questi due giorni a Vinales godendoci intensamente l’aria di campagna, ci siamo divertite a ballare i balli caraibici e abbiamo stretto amicizie con gli abitanti di Vinales, gente genuina ed ospitale, ci rimarrà un ricordo favoloso!

20 – 21 GIUGNO: Vinales

L’avana torniamo nel tardo pomeriggio, a malincuore, a L’Avana; la mattina seguente di buon’ora prenderemo l’aereo interno per Cayo Largo. Abbiamo scelto di dormire al Vedano (per facilitare il trasferimento in aeroporto), all’hotel Trip Habana Libre, un complesso enorme, elegante ma impersonale anche se la vista dal 23° piano su tutta la città meritava. Ci sentiamo perse: passare da un paradiso bucolico e familiare al quartiere commerciale di una grande capitale ci mette un po’ di malinconia, il fatto che piova a dirotto poi non aiuta, ma ci rincuoriamo al pensiero che presto nuoteremo nelle acque cristalline di Cayo Largo.

21 – 26 GIUGNO: Cayo Largo

Siamo in un minuscolo aeroporto dove prendiamo un minuscolo aereo, dopo poco più di mezz’ora atterriamo a Cayo Largo, la pioggia non ci abbandona anzi tutto fa pensare che non si tratti di un acquazzone passeggero. Infatti pioverà per 24 ore di seguito gettandoci nello sconforto! Il nostro hotel è molto bello, il Sol Cayo Largo, ma non riusciamo ad apprezzarlo perché è impossibile vedere ad un palmo dal naso per la pioggia. Non demordiamo e dopo svariate suppliche smette di piovere, non ci sarà mai un sole brillante per tutta la durata del soggiorno ma ci accontentiamo, sapevamo che il periodo non era proprio azzeccatissimo! Dunque, cosa dire su Cayo Largo, di certo non è Cuba, quella autentica per lo meno, ma è una bellissima realtà marina fatta su misura per il turista: grandi spiagge bianche di sabbia finissima, acque cristalline, relax… alla marina ci sono gli unici due locali di tutta l’isola, di cui solo uno è aperto la sera…Noi ci siamo divertite e riposate, ovviamente venire fino a Cuba per soggiornare esclusivamente a Cayo Lago non ne varrebbe proprio la pena!

27 GIUGNO: L’avana

Si torna nella capitale, l’ultima sera da trascorrere in terra cubana… la tristezza inizia a farsi sentire, ormai intravediamo la fine di questa intensa avventura. Passiamo la serata a zonzo, tra le vie e le piazze dell’Habana Vieja, quasi a voler dare l’ultimo saluto a quei posti che tanto ci sono entrati nel cuore, con la speranza di ritornare ma con la consapevolezza che passerà del tempo, il mondo è grande ed io voglio sempre vedere posti diversi…stanche torniamo in hotel, questa volta abbiamo scelto l’hotel Telegrafo, di fronte al Parque Central, bello, moderno, stanze pulite, grandi e confortevoli.

28 GIUGNO: Il ritorno

Spendiamo le ultime ore a L’Avana a caccia di souvenirs e regalini, ma il diluvio che si abbatte su di noi non ci aiuta e ci rifugiamo sotto la tettoia di una farmacia in calle Obipso ed è proprio qui che accade un episodio che, a raccontarlo ora, non smetto dal ridere ma al momento ci siamo prese un grosso spavento: nell’attesa che cessasse di piovere sbuca da un tombino un topo gigantesco che inizia a correre nella nostra direzione, puntando soprattutto i piedi di mia cugina, noi gridavamo terrorizzate a squarciagola mentre la gente ci osservava divertita non capendo perché fossimo così spaventate, alla fine arriva un uomo che sferra un calcio al povero topo il quale fa un volo di mezzo chilometro! Una scena tragi-comica! Questo è quanto posso dirvi della mia indimenticabile esperienza a Cuba, amo questa terra e ammiro la dignità, la forza ed il coraggio del suo popolo, per sempre ricorderò le parole di un ragazzo della mia stessa età: “Tu ami la libertà” “Si, certo!” “Anch’io, ma la differenza è che tu sei libera mentre io no…”.

Nella speranza che davvero qualcosa possa cambiare al fine di rendere migliore la vita dei suoi cittadini, do il mio arrivederci a Cuba.

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Cuba: L'Habana, Vinales e Cayo largo

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