Cuba itinerante con nino di 20 mesi

Giro dell'isola in macchina tra città e spiagge.
Scritto da: veracri
cuba itinerante con nino di 20 mesi
Partenza il: 26/07/2009
Ritorno il: 19/08/2009
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
Primo viaggio intercontinentale di Noé. Ci aspettano circa 12 ore di volo con scalo a Parigi, tutto di giorno! La mamma è un po’ preoccupata: già non le piace volare, in più pensa che dovrà tenermi buono per tutto quel tempo. E poi c’è il fuso orario di 6 ore, farò alzare la mamma ed il papà alle 2 di notte, ora cubana? Tutte preoccupazioni inutili …..da mamma alla prima esperienza! Il volo passa velocemente e mi diverto per tutto il tempo: sono seduto vicino ad un bimbo della mia età e ci scambiamo giochi, caramelle ed altre cose da mangiare che i genitori ci hanno portato per intrattenerci. Faccio due pisolini in braccio alla mamma. E così arriviamo all‘Havana, prendiamo un taxi e ci dirigiamo al Vedado dove abbiamo una casa particular. Sono circa le 18 a Cuba e, dopo esserci sistemati, andiamo a cenare da Tu pollo dove mangio palline di pollo fritte e mi diverto sulle macchinine cubane con altri 2 bimbi. Mamma e papà provano subito birra e pizza cubane che non sono per niente male. E dopo un sonno riposante mi sveglio alle 8 del mattino, quelle cubane, non italiane e così ho già superato il fuso! Che viaggiatore! Prendiamo un taxi e via per l’Havana Vieja.  Giriamo a piedi col passeggino le vie affollate. Quante cose da vedere e CHE CALDO! Ma tutti noi vogliamo vedere vedere vedere. Quanti mezzi di trasporto strani in questa città, le carrozze coi cavalli, i bici taxi, che macchine e poi il Coco! La mia passione! Passeggiando passeggiando, ogni tanto scendo dal passeggino perché voglio esplorare, aiuto a riparare la pavimentazione stradale, cambio punto di osservazione e faccio quattro chiacchiere con i custodi di una scuola. Dopo un pisolino nel letto di casa (meno male che la mamma si è convinta a rientrare perché sarei morto a dormire sul passeggino con quel caldo!) siamo pronti per uscire a scoprire le notti havanere. Cena al ristorante dove scopro la cucina cubana, pollo e riso, che mi piacciono, e poi un mojito alla bodeguita del medio. Io non posso berlo ovviamente ma non mi interessa, ci sono i musicisti che suonano proprio di fianco a me………e così inizia la mia scoperta della musica cubana che diventerà il tormentone della vacanza per mamma e papà! Insisto per tornare a casa con un coco, anche se più costoso e che bello sentire tutta l’arietta fresca in faccia! Il giorno dopo mi sveglio sempre verso le 8. “Che viaggiatore” si vantano mamma e papà! E andiamo a fare colazione all’Hotel National. Io bevo sempre il mio biberon di latte UHT che il papà è riuscito a trovare in una cafeteria del Vedado. Sono un po’ schizzinoso: il latte in polvere o concentrato proprio non mi va giù! Pronti per affrontare un’altra giornata di gran caldo?!! Andiamo a Plaza de la Revolution. Com’è grande, a cosa servirà? E cosa sono quegli uccelli enormi che volano sopra di noi? AVVOLTOI! Che insieme alle palme reali ed ai colibrì ci hanno accompagnato per tutta la vacanza. Vediamo poi il Capitolio dove corro come un matto per le stanze immense. I miei genitori sembrano afflitti dal caldo ma io no. E’ così bello andare in giro! Comunque rientriamo dopo pranzo e usciamo dopo il solito pisolo; andiamo sul malecon dove, per la prima ed ultima volta ci importunano.Cena cubana davvero buona in un paladar del Vedado. Io, come sempre, mi dimostro un buongustaio, anche se i sapori non sono quelli di casa! Il mattino dopo sono solo con la mamma; il papà va a prendere l’auto noleggiata. La mamma mi porta ai gonfiabili che ci sono all’inizio dell’Havana Vieja con un coco taxi. Che vizi che mi danno. Faccio la coda per pagare, aspetto il mio turno per entrare sui gonfiabili dei piccoli e poi – fischio -e via, salto come un pazzo!Dopo poco (10 min dice la mamma) altro fischio e via, fuori tutti; è il turno di altri bimbi. Nessuno si lamenta tranne me ……..si vede che qui sono abituati al regime “militare”. Così andiamo a vedere il campanile della cattedrale ed il mercatino dell’artigianato dove ricevo un regalo: un minuscolo coco taxi di cartapesta! Per pranzo andiamo alla cafeteria dell’Hotel Havana Libre e, quando mi viene chiesto cosa voglio mangiare, naturalmente dico “pasta, pasta” e per magia gli spaghetti si materializzano sotto i miei occhi! SONO FELICISSIMO! Emetto urla di gioia e mi avvento sul piatto. Mamma e papà ridono di gusto e dicono che l’istinto da pastaiolo italiano è davvero innato. Partiamo poi in esplorazione dell’isola. Io cado subito in un sonno profondo e dormo quasi fino all’arrivo a Cienfuegos, nonostante la strada già di per sé, senza perdersi, sia lunga! Qui ci fermiamo per 2 notti in una casa particular dove, oltre a dormire, ceniamo. Qui c’è un bambino grande, Pepito, che mi fa un po’ di compagnia, oltre a un cane, ai gechi, che non avevo mai visto prima e che mi piacciono molto, e a diverse palle che trovo in cortile. Ma al mattino dopo mi diverto con altro: andiamo al giardino botanico fuori Cienfuegos e poi ci avventuriamo per strade tortuose su per la sierra dell’Escambray. Mi addormento in macchina, ma la strada è così disconnessa che la testa continua a ciondolarmi da una parte all’altra; la mamma allora fa un accrocchio con i cuscini presi sull’aereo ed in qualche modo riesco a riposare. Quando mi sveglio siamo in un posto magnifico! El Nicho! Un fiume stupendo con cascate e pozze verdi dove ho fatto il bagno ed i tuffi nonostante l’acqua fosse fredda ma non potevo resistere!E sono salito sul camion – pullman dei cubani! La sera, dopo cena, andiamo a sentire la musica alla “casa della musica” e con grande sorpresa di mamma e papà (perché? è sempre musica, no!) ci ritroviamo ad un concertino rock di ragazzi dove mi diverto un mondo. Voglio andare in prima fila a vedere gli strumenti! Qui il papà schiaccia inavvertitamente il mio mini coco taxi che rimane spiaccicato sull’asfalto come una mosca. La musica cubana non è solo salsa…..commenta la mamma! Il giorno dopo mi dicono che andiamo al mare! CHE BELLO! Non vedevo l’ora! Trovo subito con chi giocare e poi faccio il bagno coi braccioli in questo mare (Playa Ancon) che mi dicono sia bellissimo! Sì, il colore è fantastico – il blu è il mio colore preferito – e l’acqua è calda, ma io ho fatto il bagno anche a el nicho! Comunque, se la mamma dice che è proprio questo il mare che tanto anelava, io ci credo. Con tutto questo movimento mi viene fame; andiamo a un grill sulla spiaggia dove mangio il mio solito pollo e patatine. Al pomeriggio andiamo poi a Trinidad. Che bello! Siamo in una casa particular dove ci sono una decina di bimbi! E per la prima volta passo un giorno intero senza dormire! E certo, come si fa a dormire?! Prima il mare, poi la musica e poi una piazza dove giocare e correre come un pazzo con i bambini. Sono sudato e accaldato, ci vuole un drink, una gasosa lemon e un po‘ di musica! Trinidad è una bella cittadina coloniale. Ci sono anche qui tante cose belle da vedere; mi piacciono soprattutto le case da dove esce la musica, con le porte e le finestre da cui si affacciano i bimbi. Oltre ai cavalli coi calessi. Passata una notte e una giornata e mezza a Trinidad, risaliamo in macchina in direzione Camaguey. E in questa città mi faccio un amico: Arol. Lo conosco nella casa particular in cui stiamo e mi piace molto. Ha quasi 6 anni e gioco con lui con le sue macchinine e gli altri suoi giochi. Abita qui con i suoi nonni e la sua mamma; non sono così poveri perché, oltre a ricevere in casa i turisti, molti dei suoi parenti vivono all’estero quindi mandano loro soldi. E qui tutta la famiglia si prende cura di me. Infatti ho la diarrea, così mi portano da un pediatra cubano. Lui mi fa tanta paura, come tutti i dottori, ma è bravo. Quando la mamma gli ha fa vedere le medicine che avevamo portato dall’Italia per questo problema gli si illuminano gli occhi! E con le dosi giuste ed i suoi consigli, in un giorno sono guarito. Riusciamo a partire per il mare in tarda mattinata perché non mi voglio staccare da Arol (a dire il vero anche mamma e papà volevano chiacchierare con Jorge e Mercy e capire meglio come si vive a Cuba). Arol mi regala due macchinine, una gialla e una nera a cui tengo in particolar modo. La mamma si vergogna un po’ perché mi dice che saremmo noi a dover far loro dei regali……ma, al momento, non ho giochi da regalare. Ho portato con me solo i miei preferiti e la vacanza è ancora lunga! Arriviamo al mare, a Playa Santa Lucia e qui ci fermiamo 2 giorni. Il mare mi piace tanto e passerei ore a giocare con secchiello e paletta. La sera andiamo a mangiare a La Boca in riva al mare, vedo i fenicotteri rosa e scopro i colori del tramonto! Il giorno dopo prendiamo il catamarano dal molo sulla spiaggia ed andiamo a Cayo Sabinal. La barca mi fa venire un po’ di sonnolenza ma mi sveglio subito quando vedo le stelle marine giganti. Poi quando arriviamo in spiaggia ci sono 2 bimbe bellissime che stanno con me tutto il giorno a giocare! Che posto stupendo, incontaminato – mi insegnano! Il giorno dopo di nuovo in macchina. Io mi diverto anche in macchina: o dormo o gioco con la mamma. Lei mi legge spesso il libricino di Manny tuttofare che io so a memoria. Facciamo insieme questo gioco: lei comincia una frase ed io devo finirla con la parola mancante. Non ne sbaglio una perché quando me lo si legge io sto tanto attento. Dopo diverse ore di strada malconcia e dopo esserci persi diverse volte, arriviamo a Cayo Saetia in un resort in una riserva naturale che avevamo prenotato dall’Italia. E’ il posto perfetto per me: è pieno di animali liberi, c’è il mare splendido e passiamo qui 3 notti in totale relax. Faccio tantissimi bagni, vedo i pesci, gioco sulla spiaggia, dormo, e la sera andiamo ad ammirare gli animali e a giocare a biliardo. Dopo 3 giorni al mare, ripartiamo in direzione di Baracoa. Che strade! La mia testa continua ad essere sballonzolata di qua e di là ed io mi metto a piangere, voglio dormire comodo! Così la mamma mi tiene in braccio per tutto il tempo! Arriviamo a Baracoa nel pomeriggio e andiamo a fare un bel giro per la città. Qui a Cuba mi piacciono tanto i parque che si trovano in ogni città. Sono delle piazze dove la gente ed i bambini si ritrovano per riposare, chiacchierare o giocare. A Baracoa, però, nei parque giocano a domino. Noi andiamo in cima all’albergo El Castillo da cui si vede un panorama bellissimo. Io sono più interessato alla piscina dove mi tufferei subito ma i miei genitori me lo vietano! Ci beviamo qualcosa e poi andiamo a cena al paladar Colonial dove, oltre a mangiarmi un pesce spada intero al latte di cocco con riso, gioco tutta la sera con dei bimbi e con gli animali che abitano nel cortile del ristorante: paperette, uccellini, pappagalli, cani e gatti. Dopocena andiamo alla Casa de la Trova dove tutte le sere c’è un gruppo che suona. Ci sediamo all’interno perché io voglio vedere gli strumenti da vicino. La chitarra è il mio strumento preferito. Ma anche i tamburi e le congas mi affascinano. La musica mi piace tanto, così tanto che durante i viaggi in macchina io suono la chitarra (la bottiglietta dell’acqua) e canto, il papà i tamburi (la guida) e la mamma le lattine vuote di gasosa lemon. Una mattina mi sveglio anche cantando e suonando la testiera del letto! Ho fatto tanto ridere la mamma ed il papà! C’è una persona strana qui alla casa de la trova di Baracoa, il presentatore. La mamma dice che sembra uscito da uno dei film di David Lynch; io lo osservo serio. Continua a chiamarmi el nino de Italia, poi a volte dice che sono di Baracoa e poi tutti mi fanno un applauso! Boh, chi ci capisce! Il giorno dopo facciamo una gita a Boca de Yumurì dove c’è un fiume che si getta nel mare con un paesaggio bellissimo. Qui siamo assaliti da ragazzini che ci chiedono un po’ di tutto: caramelle, vestiti, soldi. La mamma dice che le fanno tanto pena e passiamo la giornata con loro a chiacchierare e, alla fine, la mamma dà loro la sua maglietta. Io mi diverto tantissimo a fare il bagno nel fiume. Tutti mi fanno giocare! E mi regalano anche un bellissimo fiore! Mangio le mandorle fresche colte dagli alberi e poi prendiamo da una venditrice di strada il cucuruchu, una purea di noce di cocco, zucchero, arancia e guayava. Ce lo mangiamo tutto in un attimo, è davvero buono! Ritorniamo a Baracoa e la sera, dopo aver mangiato spaghetti (che felicità!), su mia richiesta, ritorniamo alla casa de la Trova dove c’è un gruppo molto bravo con 2 chitarre ed il solito presentatore che mi ha anche riconosciuto! Al mattino seguente ripartiamo in direzione Santiago. Prima però facciamo un check up alle gomme dopo gli sterrati dei giorni scorsi e facciamo riparare una gomma che ha un taglietto. Io osservo con attenzione cosa fanno i meccanici: uno sta gonfiando la ruota di un motorino: gonfia gonfia gonfia pumm…. Un rumore fortissimo che fa spaventare tutti e a me fa piangere a lungo! Mi sono davvero spaventato, chi se lo aspettava! Ripartiamo ed io in macchina come sempre gioco e poi dormo. Ci fermiamo lungo la strada per pranzare dove gioco con dei cani e mangio pollo con platani fritti. Al pomeriggio arriviamo in una casa particular a Santiago ed andiamo alla cattedrale dove incontro una bambina con la quale gioco e corro liberamente, potendomi così sfogare dopo le ore in macchina. Viene poi l’ora di cena ed andiamo ad un paladar su una terrazza dove si vede tutta la città. Il cibo sembra davvero buono però le sedie sono di plastica leggera leggera e non reggono il mio peso: mi alzo in piedi sulla sedia e cado all’indietro sbattendo la testa e mordendomi la lingua! Che pianto! Che male! Però poi passa coi bacini di mamma e papà. Siamo pronti così per andare alla Casa de la Musica di Santiago che è famosa per la qualità dei gruppi che vi suonano. Non mi vogliono fare entrare perché sono piccolo ma i miei genitori e una donna che era all’ingresso convincono le guardie così posso sentire la musica. Sono però stanco e mi addormento sui ritmi cubani in braccio alla mamma. Il giorno dopo, con un gran caldo, giriamo per la città. Dopo pranzo ripartiamo e risaliamo in direzione Havana. Sulla strada del ritorno ci fermiamo nuovamente a Camaguey, che si trova proprio a metà strada. Ed io sono così felice perché posso rivedere Arol e giocare con lui. La mamma vuole anche ricambiare la loro gentilezza comprando un piccolo regalo ad Arol. La sera arriviamo in città ma purtroppo la stanza di Jorge e Mercy è occupata. Stiamo però un po’ a chiacchierare con loro ed io gioco con Arol. E’ ora di cena però, così saluto Arol e ci diamo appuntamento per la mattina dopo. Così, al mattino, vado da Arol dopo essere andato in un negozio a comprare dei “Ferramenta” da regalargli. Ci divertiamo tanto e mamma e papà continuano i loro discorsi seri sul governo cubano e sulle condizioni di vita. E’ l’ora dei saluti, come mi dispiace! Prendiamo la strada per Cayo Coco dove stiamo in un resort all inclusive con piscina. Che lusso! Mamma e papà ridono per i braccialetti che hanno al polso….io non ce l’ho…. Sono un po’ preoccupato, potrò mangiare? Passiamo 2 giornate al mare; ci sono però dei temporali ma noi stiamo ugualmente in acqua, tanto è calda. Siamo andati a Cayo Guillermo, sulla spiaggia di Hemingway; è bella, anche se un po’ sporca. La mamma trova anche una stella marina Ed io, dopo aver giocato e nuotato come un pazzo, ho sonno. Mi montano la tenda della Decathlon, ma c’è così tanto vento che mi porta via. Il papà mette così delle noci di cocco e delle pietre per fare peso. Dormo un po’ ma fa troppo caldo. Dopo poco mi sveglio. Torniamo allora in albergo per fare un bel tuffo in piscina. Che spasso! E vedo una lucertola colorata! Passiamo la serata in albergo, purtroppo qui c’è solo l’animazione per turisti e non la musica cubana; così si va a letto presto per affrontare il viaggio di domani: si ritorna all’Havana per poi concludere la vacanza a Vinales. Al mattino quindi riprendiamo la macchina e ci mettiamo in viaggio. Abbiamo fatto i panini all’hotel quindi diretti, senza sosta, sulla strada del ritorno! E’ stato proprio un lungo viaggio, che stanchezza per tutti. La strada non è così malridotta ma, tra le piogge, le indicazioni stradali quasi inesistenti e le autostrade che scompaiono e ricompaiono all’improvviso, il viaggio, di per sé già lungo, diventa faticoso. Arriviamo nel tardo pomeriggio all’Havana sotto una pioggia battente e ci fermiamo in una casa particular. Poi usciamo ed andiamo all’Hotel National a bere un mojito (per il papà) una Cristal (per la mamma) ed un succo per me. Ceniamo poi al Vedado in un ristorante italiano. Al mattino ripartiamo per l’ultima destinazione della vacanza: la valle di Vinales e Cayo Jutias. Ci arriviamo in un paio d’ore (meno male) e ci sistemiamo in un albergo con piscina con una vista fantastica sui mogotes! La piscina è piena di gente e di bambini ed io voglio entrare subito ma la mamma ed il papà mi portano prima a visitare una grotta, Cueva del Indio, dove un po’ si cammina e un po’ si va in barca. Mi piace molto e in più il papà mi compra una chitarrina; la piscina può aspettare! Poi andiamo a vedere il Murales de la Preistoria. Tuffo in piscina concesso! Gioco con due bimbe cubane che mi fanno salire e scendere dalla scaletta. Come mi diverto! Ceniamo all’hotel e al mattino dopo andiamo a visitare un’altra grotta (Cueva de San Tomas). Questa volta la visita è impegnativa, soprattutto per la mamma che mi deve portare sulla schiena. Ma la fatica è ripagata da questa grotta immensa e selvaggia, poco sfruttata turisticamente, dove la guida suona la roccia come tamburi. Che suono meraviglioso! Finita la visita ci vuole un bagno al mare e in un’oretta arriviamo a Cayo Jutias, ultimo bagno dell’anno! Il mattino seguente ritorniamo all’Havana, restituiamo la macchina e ci sistemiamo in un’altra casa particular che, dall’esterno, sembra quasi diroccata ma che, per fortuna, non lo è. Passiamo gli ultimi due giorni all’Havana. Facciamo un giro a piedi all’Havana Vieja per assaporare la sua vivacità e la sua decadenza coloniale. Andiamo a mangiare all’Hotel Ambos Mundos e poi mi addormento sul passeggino. Quando mi sveglio mamma e papà mi portano a Plaza de Armas dove posso giocare liberamente. Gioco così a tirare le bacche degli alberi ed a scalare montagnette di terra. E facciamo una foto con un signore per strada. L’ultima cena la facciamo in un chiostro di un ristorante libanese dove mangio carne trita con melanzane e kebab e gioco con le macchinine di Arol e un pappagallo. Mamma e papà non ce la fanno più a mangiare cubano ma a me il pollo col riso piace, anche se la pasta un po’ mi manca. Il papà è soddisfatto della vacanza, gli manca solo l’esplorazione della vita notturna cubana. La mamma allora gli propone di uscire da solo mentre noi dormiamo nei nostri letti, ma lui non riesce a stare senza di noi! Così rientriamo tutti per dormire. Il giorno dopo è l’ultimo giorno, alle 4 dobbiamo incamminarci per l’aeroporto. Camminiamo ancora per l’Havana Vieja e poi andiamo al parco giochi sotto il sole cocente. Dopo pranzo io mi addormento sul passeggino e mamma e papà decidono di ripararsi dal sole in un museo, quello di Bellas Artes. Merita davvero, mi dicono! La vacanza è finita, con un taxi andiamo all’aeroporto. Questa volta siamo tutti più tranquilli, il volo fino a Parigi è di notte. L’aereo parte e subito dopo mi addormento. Le hostess mi trovano anche un posto tutto per me. Così dormo per tutto il tempo. Mi sveglio a Parigi dove aspettiamo un po’ di ore e poi, via, altro aereo per Milano. Io sono bello sveglio e vispo. Mi diverto con tutto e tutti. Sono ritornato a casa (per così dire perché il giorno dopo riparto per la montagna). La mia esperienza cubana è stata fantastica! Viaggiare è bellissimo! Si conoscono tante persone e tante culture diverse; si aprono possibilità, si scoprono cose inaspettate. Spero proprio di poter fare sempre questo tipo di esperienze con i miei genitori e poi da solo.


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