Vita di campo

Bè si doveva andare a trovare nonna Sofia e finalmente ammirare la nuova casa vicino alla città realizzata con gli spiccioli di euro che abbiamo mandato dall'italia. Arriviamo per la stessa carrareccia, la ricordavo perggiore. Quei due km li conoscevo, e c'era anche un rio da guadare passando per un'enorme pozza di acqua, ma ora era diverso. Il...
Scritto da: NikiJapan
vita di campo
Bè si doveva andare a trovare nonna Sofia e finalmente ammirare la nuova casa vicino alla città realizzata con gli spiccioli di euro che abbiamo mandato dall’italia.

Arriviamo per la stessa carrareccia, la ricordavo perggiore. Quei due km li conoscevo, e c’era anche un rio da guadare passando per un’enorme pozza di acqua, ma ora era diverso. Il rio era stato chiuso a monte, non c’era più acqua e la strada era più percorribile.

Non ci siamo fermati in città, ci aspettavano tutti su sulla collina dove ci si presento la nuova casa. Bellissima grande e tutta di legno con il tetto scintillante di onduline di alluminio come le finestre. Grande, una camera tutta per noi altre due per il resto della famiglia… Grande familia: nonna Sofia a 12 sorelle!!! Stanco, dall’Avana a qui 12 ore esatte di guida con pochissime soste, un paio di birre e a letto.

I galli di questa collina sono particolari, il primo che si sveglia, a qualsiasi ora della notte canta e sveglia tutti gli altri, praticamente prima che sorge il giorno sono tutti lì a stornellare da tutte le parti… Siamo circondati. Ed anche il porcellino parcheggiato vicino alla mia finestra deve essersi svegliato e protesta anche lui per la colazione…

Bene, mi alzo, prestissimo, fà anche un pò freddo la mattina in questa foresta, ma c’è sempre chi si alza prima di me e l’odore del caffè colato ne è l’indizio..

Vado nella catapecchia di fronte dove la nonna ha allestito la sua cucina… Per non sporcare quella nuova, e via il primo bicchierone di caffè cubano…Caffè che la nonna ha tostato il giorno prima e ha triturato in un enorme vaso fatto con il tronco di una palma reale scavato e un bastone arrotondato in cima.

Intanto si vanno svegliando tutti gli altri, i bambini sono gli ultimi.. Meno male, ci lasciano ancora un pò in pace, perchè dopo sarà una pioggia incessante di richieste. Prima di tutte la piscina… Si la piscina del alberghetto di punta pietra a 5 km dalla città, un bel posto su una baia bellissima e balneabile. Io sempre nell’oceano e loro tutto il giorno in piscina. Ormai conosco tutti i lavoratori di quel posto ed è come tornare da vecchi amici e raccontarsi un pò della vita che è passata.

I giorni passavano miti e laboriosi.. Abbiamo realizzato una splendida enorme piccionaia proprio di fronte alla casa.. Veramente bella.. Poi la sera tutti vicino al perenne fuoco a sbevacchiare a fumare a parlare ed io ad allietare la nonna con le mie storie le mie barzellette i miei racconti.. Tanto che spesso questa mi chiamava in disparte perchè le raccontassi un “cuento”.

Ci fù il giorno del mio compleanno. Grande festa di cui non ricordo granchè per via del rum.

Ma quando uccisero il porco e lo arrostirono sopra un enorme fuoco lo ricordo, ed anche quando arrivo Ulio con il suo cinquantino e un’enorme torta con le felicitazioni ed il mio nome sopra ricordo.. Poi un pò di nebbia fino a quando cercando un posto per orinare non capitolai a terra proprio tra le zampe del cavallo che stava lì al palo e ci fù panico tra la gente che corse perchè veramente può essere molto pericoloso giocare tra le zampe di un cavallo dormiente!!! Poi la domenica si và alla corrida. Praticamente si sfidano cavalli e cavalieri cercando di centrare uno dei tre anellini minuscoli appesi ad una corda orizzontale posta all’altezza degli occhi del cavaliere con un piccolissimo ago di legno ed il cavallo lanciato in folle corse e con tutta la platea che punta gioca, vince e perde bevendo distillato di pigna o di canna, lontano dal rum ma ugualmente alcolico. Ed è naturale che la cosa si evolva in una o più risse con lancio di pietre.

Riusciamo io e mia moglie a svincolarci per un paiuo di giorni e fare un giretto per la vicina Santiago e poi più giù per Baracoa, questo giretto meriterebbe un racconto a parte che forse farò.

Al ritorno tutto bene, addirittura la piccola Linda già viaggiava a piedi scalzi tra le pietre peggio di un maschietto.

Poi i giorni passano, arriva un’altra domenica e pensiamo che forse è il giorno adatto per incamminarci e tornare alla capitale sperando, e sbagliando, che non ci siano tanti camion per stada.

Ciao nonna Sofia, ci concediamo comprandogli un figorifero bellissimo, una lavatrice, un televisore piccolissimo e tutte le medicine che le avevamo portato per la sue pressione alta. Un ultimo cuento su Fidel, che lei dice si stà curando negli Stati Uniti, le ultime fragorose risate poi tutti sulla 106 azzurra, ora più agevole dopo aver scaricato tutta la mercanzia dell’andata, Ciao Uela, alla prossima!!!



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