Un tranquillo week end in barca a vela

L’entusiasmo del navigare a vela ci accompagna da tempo, anche se la barca, quella dei sogni, non l’abbiamo mai avuta. Per molti di noi la navigazione è sempre stata rappresentata dal moscone, dal pedalò o dalla piccola deriva da spiaggia. Perdere la vista della costa è stato per molti sempre un sogno mai realizzato. Chi ha già provato...
Scritto da: stafa66
un tranquillo week end in barca a vela
Partenza il: 25/11/2003
Ritorno il: 27/11/2003
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
L’entusiasmo del navigare a vela ci accompagna da tempo, anche se la barca, quella dei sogni, non l’abbiamo mai avuta. Per molti di noi la navigazione è sempre stata rappresentata dal moscone, dal pedalò o dalla piccola deriva da spiaggia. Perdere la vista della costa è stato per molti sempre un sogno mai realizzato. Chi ha già provato l’esperienza ed è più “navigato” degli altri, affronta sempre la nuova prova con l’intento di trasmettere ai novellini le sue più mature sensazioni e acquisire, per sé, nuove emozioni. A questo punto “Zego” (lo skipper) lancia l’idea: “Ragazzi stavolta si va di là, in Croazia, transadriatica notturna, con partenza da Marina di Ravenna alle 19,00, approdo a Rovigno la mattina alle 8,00, ci si dichiara all’Autorità, si fa colazione e con un piccolo stacchetto di 10 miglia si va a Parenzo a trascorrere la notte, per poi ripartire alle 6 di Domenica per il ritorno”. Il progetto riceve l’approvazione entusiastica del “Teno” e di Franco che hanno il compito di formare, rispettivamente, l’equipaggio (totale 10 membri) e la cambusa (per chi non lo sapesse sono i viveri per l’equipaggio di un’imbarcazione).

C’è più di un mese alla partenza, ma il lavoro e i contatti diventano subito frenetici. Tra le caratteristiche richieste per fare parte dell’equipaggio, la meno importante è quella di avere esperienze di navigazione. Occorre lavorare per ottenere il miglior clima goliardico possibile e amici che non facciano troppe pugnette ! Alla fine, nonostante rinunce, avvicendamenti, (uno non può il tal giorno, uno la moglie …, “dai vieni che ti diverti, non rompere …”) la ciurma è al completo: Zego e Serafino (skipper e vice), Teno, Alberto, Claudio, Michele (ai servizi generali), Fabio e il Barese (allo svuotamento della cambusa), De Rosa e Franco (cambusieri). Piccola osservazione da Zego a Fabio, amico del Barese: “Ma a che ora arriva il tuo amico da Bari ? Perché se non è lì alle 19 ME A MOLL E PU’ E’ STA ZO’ !!! ET CAPI’ ??” “Sta tranquell !! Siamo già d’accordo che arriviamo in orario ! L’E’ MEI CHE TA’T PREOCUPA AD CHIETAR !!! L’organizzazione procede per il meglio, nel clima di euforia generale che coinvolge l’ambiente, in attesa della fatidica data della partenza, a parte qualche moglie che sbotta dicendo: ”ALLORA QUANDO PARTITE PER IL PUTTAN – TOUR ?” Franco dice: “ La spesa allora la fa De Rosa che ha più esperienza di me nel quantificare le quantità pro capite. Meglio di lui che faceva l’albergatore !!!”. Solito paraculo. Michele : “Io non ho capito dove andiamo, mi potete spiegare ? …So che siamo in barca ma …” MARINARA, VENERDI’ 25/11/03 . Nel primo pomeriggio ho appuntamento con l’agenzia di noleggio SAILING.IT per le necessarie istruzioni e per la consegna della barca. Sono emozionato, la barca è lì ed è possente, bella, pulita, quasi nuova (immatricolata 2002). Vincent comincia a spiegarmi l’attrezzatura, mentre arriva anche Serafino ed assieme prendiamo le consegne. La barca dispone di tutti gli strumenti di navigazione più moderni e il mio senso di sicurezza è totale. O K !! Tutto è perfetto ed in ordine, in fondo è semplice da usare. Il tempo passa velocemente e si avvicina l’ora fissata delle 19. Cominciamo a rincorrere i cellulari per conoscere le posizioni della ciurma. Alfredo e i baresi, che preoccupavano di più, sono invece già sul posto. Altri a fare la spesa con De Rosa in pescheria a Marina di Ravenna (!?!) Mentre la vera notizia è che Alberto non può arrivare prima delle 20 – 20,30 !!!! Ma la domanda è : “In pescheria a fare che ? Di là non c’è il pesce al ristorante ? Abbiamo bisogno di comprarlo a Marina ? Lassa fè !!!!! Ul sa pu lò !!!!! Sono le 19,30 e ci siamo quasi tutti, solo Alberto sta ritardando, ma nel frattempo sono arrivati i cambusieri e la tavola sottocoperta comincia ad imbandirsi come per miracolo ! Io sono po’ sorpreso, ma De Rosa mi dice : “A magnè qual quel vera ? E’al un problema se as’ aviè un po’ piò terd ? E io: “No, no, arivè nèc piò terd, mò l’è l’istess ! Il menù è sterminato, dall’affettato, ai ciccioli, al formaggio, dalla frutta, ai cappelletti, ai tortelli e, dulcis in fundo, una certa quantità di sopraffina mozzarella burrata, giusto portata dal barese, amico di Fabio. Claudio ha portato pane pugliese e olio. Il vino scorre a fiumi e la festa è generale, con clima da capodanno. Accidenti al fornello a gas, è intasato e ci permette di cuocere solo uno dei tre vassoi di cappelletti !!! Comunque la porzione è abbondante lo stesso per tutti. Ottimi i cappelletti alla panna !!!!!! Nel frattempo è arrivato anche Alberto che naturalmente dice : “Per fortuna che ero in ritardo, partiremo, se va bene alle 22 … E mi avete rotto le p… perché non arrivavo !!!!!!!!!” Come dargli torto !!!! Sono in effetti le 22,00 quando molliamo gli ormeggi, dopo aver sgomberato la tavola, riposto i viveri rimasti e allestito le cuccette per la notte. Come per incanto i cambusieri Fabio, il barese e De Rosa “scompaiono” nelle loro cabine di prua, a loro riservate.

Le cime d’ormeggio, lasciate cadere sulla banchina galleggiante in plastica, generano un rumore sinistro. Il mare, nero come il petrolio, accoglie ed inghiotte la barca che, quasi come sospesa nell’aria, scivola nell’oscurità totale davanti a noi. Ho guardato, per tutto il tempo prima della partenza, l’indicatore della direzione del vento, il quale mostrava “maestrale” e comunque “Nord-Nord-Ovest”. Nonostante il tempo incerto questa condizione corrisponde alle previsioni meteo ed è favorevole alla nostra rotta di navigazione. Issiamo la “randa” ed usciamo dalle dighe foranee. Appena fuori, alle nostre spalle, compare la pilotina dei piloti del porto che ci spara il suo potente faro negli occhi, si avvicina e ci chiede: “TUTTO BENE?”… E noi “NESSUN PROBLEMA!!! … Grazie!!!!!!”. Passano pochi minuti e da poppa proviene un boato: “TUUUUUUUU!!!!” che raggela il sangue a tutti. Una bestia di nave sta uscendo dal porto e noi siamo giusto sulla sua rotta! “… E chi l’ha vista questa????… Da dove viene????… Questi fetenti della pilotina anziché dire se andava tutto bene!!! …” Ma è inutile recriminare, in fallo ci siamo noi e con un colpo di motore ci togliamo d’impaccio. Bene, dopo un paio di miglia, vediamo di mettere ordine alla navigazione. All’improvviso però, mentre ci apprestiamo ad aprire il “genoa”, si scatena il finimondo! Il vento cambia decisamente direzione e con violenza si dispone per Nord-Est. Non solo!! Si scatena un’acquazzone con gocce d’acqua grosse come biglie che ci trafiggono gli occhi!! “CRISTO … NON HO INDOSSATO LA CERATA!!” Chiedo a Serafino di tenere il timone, (infatti lui è già vestito) e mi butto sotto a cambiarmi. Sento l’acqua che, violentissima, spazza il ponte. Chi è rimasto fuori si ripara come può sotto la cappottina del tambuccio d’ingresso. E’ un vociare di imprecazioni irripetibili. Sono velocissimo a cambiarmi, tuttavia, quando esco, la pioggia è quasi cessata, ma il vento è ancora molto sostenuto. Proviene dalla direzione della nostra rotta e, soprattutto, ha ingrossato il mare. Le onde che siamo costretti ad affrontare non sono proprio quelle che avremmo voluto per questa notte di navigazione. Per chi non lo sapesse la barca a vela non naviga controvento … o meglio lo può risalire con un angolo di circa 45°. Sarebbe come dire che in auto da Alfonsine a Ravenna passi da Conventello, Villanova, Torri, Piangipane, zig-zagando di qua e di là. “OK ragazzi questo era nel conto!!! Prepariamoci alla bolina!!!!” Porto la randa a due mani di terzaroli e comincio a regolare il genoa. La barca fila possente e veloce, ma balliamo sul mare come fossimo in discoteca!!!! Serafino è sempre al timone perché se lo molla vomita. Facciamo una serie di bordi per cavarci di torno un folto gruppo di navi in rada, che sembra ci vogliano venire addosso, ma la maggior parte sono all’ancora!!!!!!!!!!! Siamo forse noi che cominciamo a soffrire l’instabilità??? Presto detto. Dalle imprecazioni si è passati al silenzio totale!!!! In acqua non c’è finito nessuno dunque?! Sotto la cappottina, accucciato ed immobile, vedo una sagoma coi calzoni della cerata stesi sulle gambe, ma non indossati. E’ Claudio. Ogni tanto sposta la testa a sinistra e vomita sul winch. (Ripeterà ciclicamente questi movimenti e rimarrà in questa posizione, senza fiatare, fino alle 10 del mattino seguente!!!!!) Sarà soprannominato “Il Totem”. Anche Franco non si muove molto. Pure lui non ha avuto molto tempo per proteggersi e si lamenta dal freddo. In compenso vomita signorilmente sottovento, accompagnando l’azione con qualche ululato da scannatoio. Con un paio di calzini suppletivi ed un sacco a pelo, implorati a qualcuno, supererà la notte, anch’egli immobile, nella sua posizione acquisita durante il trauma. Michele, invece, non sta fermo un momento (non sa distinguere la direzione del vento) e vomita in continuazione da sopravento e controvento, cosicchè tutto quello e quelli sottovento, me compreso, si beccano addosso le sue bordate. La zona del pozzetto e la timoneria sono letteralmente imbrattate come fossero state sottoposte ad un fuoco di mitraglia. Anche Serafino, di fronte a questo fuoco incrociato, mostra segni di squilibrio e, nonostante l’antidoto costituito dal timonare, finirà per offrire ai pesci la sua dose pasticciata di cappelletti. Io cerco di resistere a questo massacro e, fortunatamente, con un passaggio in bagno per uno scarico posteriore, supero brillantemente la situazione. Rigenerato sono di nuovo in coperta. Considero a questo punto la situazione sottocoperta tranquilla, finchè ad un tratto Teno da sotto mi grida: “Zego, dal bagno davanti c’è tanta acqua che viene di qua!!!” “Stai scherzando????…Quale acqua???? … Non può esserci acqua!!!!!!” grido. Un brivido mi corre lungo la schiena. Teno sale in coperta e mi porge la pila da minatore che io infilo al volo e mi precipito sottocoperta. Mentre scendo, nei pochi secondi, tutti i pensieri del mondo passano per la mia mente. Vado alle cabine di prua, metto il piede dentro, ma c’è un palmo d’acqua che sciaborda. Deroso è praticamente privo di sensi, sdraiato nella cuccetta. Entro nel bagno e mi trovo di fianco al barese che viene dal corridoio parallelo. Non capisco se rantola, se vomita o altro. Intravedo la sagoma di Fabio nella cuccetta di sinistra. Mi sembra che respiri. Sul pavimento del bagno un lurido liquido segue le oscillazioni della barca. Il beccheggio è micidiale. Sembra di stare in altalena. I vetri e le pareti che in origine sono bianche, sono imbrattati come in un film dell’orrore. Il mio stomaco è a dura prova, ma il cuore si calma quando vedo che il rubinetto del lavabo stracolmo è aperto e sgorga acqua inondando tutto il bagno. Capisco che la causa è quella e non una falla nello scafo o altro. Provo ad azionare la pompa di scarico, ma è bloccata dai cappelletti!!! Niente da fare!!! Il tanfo acre presente nelle cabine è insopportabile e si è diffuso ormai a tutto il sottocoperta. Risalgo a prendere aria. A quella situazione si può rimediare solo quando saremo in porto. Già, ma quale porto?? Non più Rovigno. Il vento ci ha imposto una correzione su Pola. Sono circa le 3,30 del mattino. Quarantasette miglia all’obbiettivo. E’ più vicina Ravenna…, ma noi…..AVANTI !!!!!!!!!!!!!!!!! Quella di proseguire è stata una decisione dura, ma d’altra parte, ormai la ciurma era da vascello fantasma e tornare a Ravenna significava una resa che nessuno ci avrebbe mai perdonato. Mi sorreggeva il pensiero che l’approssimarsi della costa croata avrebbe attenuato il moto ondoso e il vento. Si trattava quindi di stringere i denti. Ed in ogni caso il giorno e forse il sole sarebbero stati un bagno rigeneratore per tutti noi. Adesso comunque pur col rammarico dell’ecatombe totale la barca macina miglia su miglia in assetto misto motore più vela, col pilota automatico che lavora perfettamente sulla rotta di Pola.

Mancano pochi minuti alle 5 e Alberto spunta in coperta come per incanto! Era rimasto sotto in cuccetta tutto il tempo e me ne ero quasi dimenticato, non avendo egli partecipato alla vomitata collettiva. Cristo che FREDDO CHE HO PATITO!!!!! Dice.

Probabilmente la bassa temperatura gli ha solidificato lo stomaco, pietrificandogli i cappelletti e la mozzarella.

Peraltro, non essendo stato previdente nell’abbigliamento ha dovuto elemosinare qualche maglia qua e là.

A questo punto, essendo l’unico in tutta la barca ad essere in grado di stare sveglio e di potersi muovere liberamente, consente a me e a Serafino di andare a riposare un po’. Piazzato dietro la timoneria ed opportunamente istruito sembra l’ammiraglio NELSON! Tieni gli occhi bene aperti! Se vedi qualcosa o qualche luce mi chiari subito!! Ok?? Dopo un paio di ore, la luce del sole penetra nelle cabine e un po’ di non sopita inquietudine mi fa risalire in coperta. E’ una splendida mattinata di sole che annuncia una giornata all’insegna di un clima primaverile.

Il vento sta calando e le onde pure. Man mano che ci avviciniamo alla costa l’assetto e la navigazione si fanno confortevole. Le previsioni si stanno avverando e la sofferenza della decisione presa svanisce man mano che la ciurma di alieno-zombi comincia ad uscire da sottocoperta ed il “vascello fantasma” riprende ad animarsi.

Sono ormai le 10 quando il TOTEM si riprende per ultimo. L’ultima cosa che si sarebbe potuta pensare è che avessero voglia di mangiare! Invece??? Mentre si prende tutti a commentare la notte trascorsa, cominciano a circolare biscotti, pastine e ogni genere di prodotti da colazione e il sorriso e il sarcasmo prende il sopravvento sul disastro notturno. Il timore di un ripetersi della situazione nel ritorno fa balenare in alcuni l’intenzione di farsi prelevare dalle mogli o dagli amici non appena sbarcati. No no!! me am feag avni a tu da mi moi. CUS HOIA DA MURI!?! Esclama Deroso a cui si uniscono Franco il barese e Fabio. Ma sono dichiarazioni inutili soprafatte dalla risata generale liberatrice.

Sono le 13 circa e siamo all’ormeggio al porto di Pola. Raccolgo le carte d’identità da presentare all’autorità assieme alla lista dell’equipaggio. Manca quella di Deroso. Piccolo giallo con la Milizia che si risolve con un fax. Adesso bisogna pensare a ripulire la barca se no chi ci mangia e dorme stanotte?? Abbiamo spalancato tutte le aperture possibili ma il tanfo acre sembra aver impregnato la barca fin nel profondo. I cappelletti han fatto presa come il cemento e sbloccare le condutture intasate è un’impresa immane. Anche quello attaccato alle pareti è diventato un intonaco irremovibile. Dopo tre ore di strofinaccio e cacciavite la situazione è accettabile.

Il tanfo invece resiste. E chi se ne frega. Dopo così una fatica ci stà una merenda. E così vanno in pentola i due vassoi di tortellini e cappelletti che si erano salvati dalla precedente cottura. Divorati in un baleno! E adesso? Mentre qualcuno si prende la libertà per un giro in città, partono le abili mani di Deroso che alle 21 piazza al centro del tavolo una padellona colma di pesce in brodetto degno della miglior cucina da ristorante di gran classe!! Siamo tornati al clima di 24 ore prima, ma con ben altra prospettiva!! Allora dopo si va al casinò?? Ci siamo tutti?? Boato generale!! Vediamo di capire dove si trova questo benedetto tempio del divertimento e della sregolatezza immaginiamo. E appena fuori del marina cerchiamo di contattare con un paio di taxi la spedizione di andata e ritorno. La trattativa è al tempo stessa spassosa ed estenuante. Lo spiccato senso economico di Teno e Alberto compongono alla fine il contratto.

Siamo arrivati. I neon colorati e sfavillanti non riescono a nascondere un deserto ed uno squallore generale. Nella sala della roulette parlano tra loro il kroupier e la valletta totalmente disoccupati e nel locale discoteca un ritmo blando e dieci coppie a malapena muovono ogni tanto le chiappe. Vaghiamo dondolanti e sconsolati per l’ambiente che non offre grandi opportunità di conquiste! Solo Alberto trova la forza di giocare a Roulette coi fantasmi!! TELEFONA AI TAXI CHE CI VENGANO A PRELEVARE!! TUONIAMO IN CORO. CHE DUE P…!!! Vediamo se si beve qualcosa a Pola!! Ci sarà un posto per bere una birra!! Si qualche posto c’è ma man mano che li troviamo non facciamo in tempo ad entrare che ci buttano fuori per la tarda ora. Ospitali! Non c’è male! Siamo ormai gli unici esseri viventi a passeggio assieme ai cani e gatti nella notte. Ormai l’unico sforzo che riuscivamo a compiere è quello di dirigerci verso le cuccette. Domattina dalle 6.30 è navigazione per il rientro. La mattina il fax della carta di identità di Deroso produrrà una ulteriore complicazione per la partenza che costringerà tutto l’equipaggio a scendere dalla barca per il controllo generale di uscita dalla costa croata. Non possiamo dire che ci sia stato un grande scambio di simpatia tra noi e la milizia.

Le imprecazioni e gli epiteti in dialetto romagnolo furono l’ultimo commiato sperando di non essere arrestati. Il mare era pronto ad accoglierci per un ritorno sereno e riconciliatore. Si perché in fondo nessuno aveva litigato con lui. Anzi: appena messo piede a Ravenna l’esclamazione generale! Quando si va la prossima volta?!!



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