Capodanno al faro

Era fine estate quando con i nostri amici progettammo di trascorrere il capodanno 2008 in un faro, in Croazia. Siamo 2 coppie sposate, testimoni di nozze gli uni degli altri, con figli abbastanza grandi da poter essere lasciati a casa, tutti e 4 over 40, quindi….poco più che adolescenti! Come affittare un faro. Esiste un’agenzia croata che...
Scritto da: Susanna_64
capodanno al faro
Partenza il: 30/12/2008
Ritorno il: 03/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Era fine estate quando con i nostri amici progettammo di trascorrere il capodanno 2008 in un faro, in Croazia.

Siamo 2 coppie sposate, testimoni di nozze gli uni degli altri, con figli abbastanza grandi da poter essere lasciati a casa, tutti e 4 over 40, quindi…Poco più che adolescenti! Come affittare un faro. Esiste un’agenzia croata che si occupa proprio di questo e si trova su internet www.Plovput.Hr : nella sezione dedicata al turismo, si possono trovare tutti i fari della Croazia che possono essere affittati. In totale sono 13, anche se, non tutti sono agibili in inverno perché non hanno riscaldamento oppure perché si trovano in mezzo al mare e non vengono garantiti i collegamenti con la terra ferma.

Ne volevamo uno che non fosse molto distante, (avendo pochi giorni a disposizione non volevamo sprecarli per il viaggio), raggiungibile in macchina. Detto fatto: RT Zub a Tar, vicino a Poreç (Parenzo). Si parte dunque il 30/12, tutti su una macchina, gasatissimi, anche se con un po’ di pensiero a casa per i rispettivi figli che festeggeranno il loro primo Capodanno da…”orfani”, armati di appunti e informazioni, scaricati da internet, relativi a ristoranti da provare e cittadine da vedere.

Tappa a Trieste per il pranzo. La giornata è splendida e decidiamo che la città merita anche una passeggiata, ma l’aria è freddissima, per cui, alla soglia del congelamento, “il consiglio degli anziani” stabilisce che è giunto il momento di risalire in macchina e ripartire. Abbiamo un faro da raggiungere ! Entriamo in Slovenia attraverso il valico di Rabuiese e poi proseguiamo per Capodistria (Koper) facendo ben attenzione a rimanere sulla strada normale per evitare di pagare la “vignetta” autostradale, perché di spendere 35€ per percorrere una trentina di km proprio non se ne parla. Su internet si trovano le indicazioni precise per aggirare l’ostacolo (http://ipernova.Wordpress.Com/2008/07/09/andare-in-croazia-senza-pagare-il-bollino-autostradale-sloveno/).

Arriviamo a Tar (Torre) verso le 16.30, un’ora prima avevamo chiamato la signora che ci avrebbe accompagnato al faro, appuntamento al Villaggio Lanterna. Eccoci qui al villaggio…Chiuso dalle sbarre! Le guardie ci dicono che stiamo sbagliando, al faro non esiste appartamento…Ma che bello ! Pensa che abbiamo già pagato tutto…Ben 432€ ! Ci coglie un attimo di panico, ma poi arriva la signora di riferimento e finalmente le sbarre si alzano! Percorriamo ca. 2km all’interno di questo complesso turistico chiuso e totalmente deserto che in estate, sapremo dopo, arriva ad ospitare 3.500 persone. All’interno ci sono ville, hotel, appartamenti stile “case popolari”, 2 ristoranti, un centro commerciale, un centro benessere, un parco acquatico e un campeggio con posti tenda, camper, roulottes e bungalows. Il tutto affacciato sul mare e immerso in una pineta.

Raggiungiamo l’estremità del promontorio ed eccolo là il nostro faro! Non è un faro classico, di quelli fatti a torre, ma la lanterna è racchiusa in una specie di bovindo posto all’angolo della casa.

Entriamo e subito ci accoglie un gelo totale! Il riscaldamento non è stato acceso, in realtà non esiste il riscaldamento generale, ma solo 3 termosifoni elettrici. Li attacchiamo subito: uno in cucina e gli altri 2 in ciascuna camera da letto. La casa può accogliere 6 persone, ma anche in 8 ci si sta…Il problema, in inverno, è che non ci sono stufe a sufficienza per scaldare gli altri locali…Per fortuna siamo in 4! Facciamo notare che forse dovevano essere accesi la mattina, ma, mentre si occupa delle registrazioni, la signora ci racconta che lei viene pagata per fare un solo viaggio al faro, quando arrivano gli ospiti.

Comunque, non appena rimaniamo soli, in cucina viene acceso di tutto: oltre i termosifoni, le piastre elettriche ed il forno. Per fortuna, in bagno c’è una stufetta elettrica a parete. Scarichiamo rapidamente i bagagli e li disfiamo. In quanto a cibarie non abbiamo portato granché, giusto qualcosa per la colazione e alcune “materie prime”: spaghetti, cipolla, aglio, passata di pomodoro, olio, sale, dadi. Ovviamente, non potevano mancare il panettone, il mascarpone e lo spumante ! Siamo campanilisti…

La casa è pulita, ma con quel freddo non si può fare niente, né mangiare, non parliamo di fare la doccia! Meglio andare fuori a cena, intanto l’ambiente si scalda.

Ci avviamo verso l’uscita del villaggio, dove ritroviamo uno dei 2 guardiani che ci hanno accolto all’arrivo, il quale prende il numero di targa della macchina e ci alza le sbarre. Il villaggio, anche se chiuso, è sorvegliato 24h su 24.

Decidiamo di raggiungere Poreç dove si trova un ristorante che ci è stato consigliato dal guardiano. La cittadina è molto carina, tutta illuminata. Prima di mangiare però una tappa al centro commerciale ci sta bene, anche per acquistare la carta telefonica, perché chiamare con il cellulare costa un’ira di Dio. Facciamo un giro nel supermercato, alcune cose costano meno che da noi. Poi raggiungiamo il ristorante: si chiama Istra, è sul lungomare. L’ambiente è piacevolissimo, con gli addobbi natalizi e il vischio appesi ovunque. Siamo solo noi. Partiamo con degli antipasti di pesce e del prosciutto istriano, che, abbiamo letto, è una specialità. E’ vero, lo è ed è molto saporito. Proviamo poi gli scampi alla buzara, altra specialità. Altra gustosità. Le porzioni sono piuttosto abbondanti. I 2 ometti azzardano gli strudel, come dessert, ma non soddisfano come il resto della cena.

La cameriera del locale ci offre il menu del cenone di Capodanno (se vogliamo ci sono ancora un paio di tavoli liberi), ma per 50€ a testa ci sembra un po’ miserino: antipasto, primo, secondo con contorno, dessert e una bottiglia di spumante da portare via. Pesce o carne, il prezzo è uguale. No, grazie. Abbiamo già deciso che mangeremo in casa.

Usciamo dal locale, sazi e soddisfatti, ma il freddo è talmente pungente che raggiungiamo la macchina e torniamo al faro. All’interno della casa, il clima è un po’ migliorato, almeno in cucina e nel bagno. Riusciamo a farci una doccia e poi pensiamo alla lista della spesa per il cenone del giorno dopo. Una bel the caldo e a nanna. Nelle camere la situazione meteo non è delle migliori: io, che sono piuttosto freddolosa, entro nel letto con pigiama felpato, pile, calzettoni da montagna, 2 coperte di lana, 2 piumini. Faccio una fatica boia ad addormentarmi, mi si ghiaccia il naso, che è l’unica cosa che rimane esposta “alle intemperie”, ma devo pur respirare ! Finalmente arriva mattina, colazione (la cucina è sempre più calda) e poi la spesa. Il nostro menu di Capodanno prevede: patatine, olive, spaghetti agli scampi, 2 orate e un branzino sotto sale, bistecche di lonza e salsiccia alla griglia, insalata di crauti, frutta. Costo totale dell’operazione: 350 Kune ovvero 50€…In 4 !! Abbiamo fatto bene a restare in casa.

La giornata continua con una visita alla cittadina di Umag, che vale la pena di vedere. Pranziamo in una trattoria che abbiamo trovato sempre nei nostri appunti scaricati da internet. Si chiama Kopar e si trova vicino al semaforo sulla strada che arriva da Capodistria: mangiamo benissimo tutto a base di pesce. Costo: un bel 49€, in 4 !!! Dopo il cenone casalingo, raggiungiamo la piazza di Poreç, armati di bottiglia di spumante e bicchieri di plastica, dove aspetteremo la mezzanotte. C’è un sacco di gente, pochi italiani, si sparano i botti ma mai ad altezza d’uomo. I festeggiamenti croati sono molto civili e notiamo che non proseguono tutta notte: sui cartelloni che pubblicizzano le feste in piazza, c’è l’orario di inizio e quello della fine. Finiti gli auguri, il brindisi e i fuochi sul mare, torniamo al nostro faro. Ormai ci sentiamo i padroni del promontorio: le sbarre si alzano solo per noi, le altre macchine che arrivano lì, non passano. Alle 1.05 stiamo già dormendo nelle camere che, fortunatamente, hanno raggiunto una temperatura vivibile, anzi durante la notte riusciamo anche a spegnere il termosifone e ci riaddormentiamo cullati dal rumore delle onde. Ma che meraviglia! Il giorno dopo piove, mannaggia. Fa niente, si parte per Pula (Pola). Riusciamo a vedere la città tra una goccia e l’altra, ma non ci entusiasma per niente. L’unica cosa che varrebbe la pena di vedere è l’arena che sembra la copia del Colosseo, ma ovviamente il 1° Gennaio è tutto chiuso.

Proseguiamo verso Rovinj (Rovigno), una cittadina che è un’incanto. Tutta arroccata su una collinetta, ricorda un po’ i paesini delle nostre 5 Terre liguri: viuzze strette, lastricate di pietra, balconcini in ferro battuto, casette colorate. Davvero una piccola perla.

Pranziamo in una piccola trattoria (una delle pochissime aperte), chiamata “Toni”, sempre consigliata nei nostri appunti che però, in questo caso, sbagliano: non ci entusiasma. Torniamo al nostro faro verso sera: si cena in casa, abbiamo gli avanzi del cenone! Il giorno dopo non piove più e il sole fa capolino ogni tanto. Oggi vorremmo acquistare l’olio istriano, specialità del luogo ed effettivamente molto gustoso, ma al 4° tentativo, lasciamo perdere: per 1 lt.Di olio si va da un min. Di 11€ ad un max di 34€ ! E’ una follia ! Destinazione odierna il Limski Kanal, un fiordo, risorsa naturale della Croazia, lungo ca. 12km. Che si snoda tra montagne ricoperte di boschi: sicuramente in primavera/estate farà tutto un altro effetto. In inverno, non dice granchè, anche arrampicandosi sulle varie torrette in legno che fanno da punti di osservazione.

Facciamo un giro in macchina nell’entroterra, allontanandoci dalla costa e troviamo un numero impressionante di trattorie: ma vuol dire che in estate vengono riempite tutte? Comunque, non è periodo e sono tutte chiuse, per cui, per pranzo, appunti alla mano, decidiamo di provare un posticino chiamato “Daniela” (http://www.Porec360.Com/gastro/daniela/ ) e che va cercato con attenzione perché non è facile da trovare.

Arriviamo e da subito ci fa un’ottima impressione. Ordiniamo 4 tagliatelle con l’astice, oggi non badiamo a spese. Quando arriva il nostro piatto, rimaniamo senza parole: quantità industriale di pasta (fatta in casa), su cui troneggia un astice di ca. Un paio di chili. Un gusto sublime. Ci avventiamo su quanto c’è di commestibile, utilizzando ogni strumento a disposizione (forchette, mani…). Quando la cameriera torna a riprendere i vuoti, commenta solo “Avete fatto una strage…”. Ci vengono offerti i dolcetti della casa e un prezzo che in Italia ce lo sogniamo proprio con quello che abbiamo appena mangiato. Passiamo il pomeriggio tentando di fare shopping a Poreç, ma senza successo. I negozi aperti sono pochissimi e non offrono niente di particolare. Pazienza…Risparmiamo che c’è la crisi !!! Per la nostra ultima sera, scegliamo un ristorante “in” (crepi l’avarizia!): dviMurve a Poreç (www.Dvimurve.Hr). Ottimi piatti di pesce, ottimo prezzo. Anche qui, non costa sicuramente come l’equivalente in Italia. Partiamo il giorno dopo, accompagnati da un sole splendido. Con nostalgia lasciamo il nostro faro, attraversiamo per l’ultima volta le sbarre e salutiamo il guardiano: i padroni del promontorio ritornano al mondo reale.



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