Da San Andres a Providencia, Caraibi

Il saggio disse: c’è il turista da San Andrès e quello da Providencia… mi ha entusiasmato la bellezza di tutte e due le isole ma nel cuore sono rimasti i mille silenzi della montagna e la voce del mare di Providencia. Tanto San Andrès è piena di vita, di negozi, di ritmi, di avventure e di sballo, quanto Providencia è ricca di tempo...
Scritto da: cynthia
da san andres a providencia, caraibi
Partenza il: 20/05/2006
Ritorno il: 03/06/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Il saggio disse: c’è il turista da San Andrès e quello da Providencia… mi ha entusiasmato la bellezza di tutte e due le isole ma nel cuore sono rimasti i mille silenzi della montagna e la voce del mare di Providencia.

Tanto San Andrès è piena di vita, di negozi, di ritmi, di avventure e di sballo, quanto Providencia è ricca di tempo senza ore, di spazi senza confini, niente e nessuno ti mette la fretta di vivere, di parlare, di divertirti, di innamorarti eppure, ognuno degli 11 giorni passati lì, ho trovato, senza cercare, donne e uomini carichi di energia e di storie, pronti a togliersi la maschera…E questo valeva non solo per gli abitanti ma anche per i rari turisti.

Si balla la rumba e il reggae sulla spiaggia del Manzanillo sotto un cielo affollato di stelle con la banda e Rolando, rasta, musicista e giocoliere che ti servirà un mango dolcissimo anche se la stagione non è ancora matura, ti preparerà un’immensa foglia di almendro con riso al cocco, fagioli e patacones (una sorta di banana fritta non dolce, il platano) se sei vegetariano come me e non può pescare lui stesso un’aragosta o offrirti barracuda, pargo rojo, caracol, cibo comune a tutti sull’isola insieme allo squisito cangrejo (granchio) della montagna (el Pico, m. 367).

Questi grossi granchi neri e rossi, ma anche verdi e azzurri, quasi il simbolo di Providencia, sono arboricoli e in maggio danno vita a uno spettacolo grandioso, una migrazione biblica verso le spiagge per la riproduzione che talvolta costringe alla chiusura dell’unica strada che circonda l’isola di soli kmq 17.

Insomma, basta un motorino in affitto e vai dove ti pare! Un salto a Santa Isabel, coloratissimo micro-capoluogo, magari a comprare saponette antizanzare, rum o a cambiare in pesos (c’è una banca ma si può cambiare anche al supermercato), naturalmente dando la precedenza a mucche e cavalli per strada… non dimenticare di fermarti a leccare una deliziosa paleta (ghiacciolo artigianale) al tamarindo prima di raggiungere il ponte galleggiante degli innamorati, una breve passeggiata con l’aiuto della brezza fino all’isoletta di Santa Catalina, verdissima con tante piccole baie smeraldine da scoprire! Certo i pescatori potranno accompagnarti per isole e isolotti, ma se vuoi una guida di eccezione, non convenzionale, chiedi di Curramba a Agua Dulce (la spiaggia degli hotel), un rasta nato a Barranquilla, sul continente colombiano, affidabile in qualsiasi occasione, con la sua comoda barca coperta ti verrà a prendere dove vuoi e ti condurrà a vedere il famoso scoglio con la strana forma, chiamato Cabeza di Morgan (Carabi, terre di pirati), ma non mancherà di indicarti una buffa collina, meno famosa, da lui chiamata… il culo di Morgan! Fra i cayos più belli i Tres Hermanos (i tre fratelli) ma soprattutto Cayo Cangrejo, un’isoletta mozzafiato dove, anche se non fai immersioni sulla barriera corallina di km 32 che circonda Providencia, puoi comunque avvistare mante giganti, barracuda e tanti pesci colorati, se vorrai Curramba si immergerà con te per mostrarti i punti più interessanti per gli incontri marini, il tutto compreso nel prezzo! La mia baia di elezione rimane comunque Suroeste, dove l’acqua calda e calma bacia la sabbia bianca, dove le fregate rubano il pesce dalle barche dei pescatori, dove fra i sassi a riva sono nati i coralli e si nascondono pesci, aragoste e persino piccole murene gialle e nere, dove i cavalli da corsa fanno il bagno a largo, dove i bambini ridono e si schizzano fra loro dopo la scuola quasi sulla spiaggia, dove ci sono i ristorantini più veraci, dove tornerà a diffondere musica reggae il chiosco Albert, di Richards, il rasta filosofo dell’isola.

Voglio tornarci presto in questo piccolo paradiso dichiarato nel 2001 dall’UNESCO “Reserva de Biósfera de Flora Marina”… Anche i rapidi incontri con le lucertole blu e le iguane primordiali mi mancano tanto! Cinzia p.S. Vorrei ringraziare Arthur che da qualche anno sta a San Andres e che mi ha dato dritte vere e anche Leo che mi ha fatto emozionare con il suo racconto e mi ha aiutato a partire con i suoi consigli preziosi 😉 Grazie anche a Turisti per caso che ci ha permesso di conoscerci!!!!



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