Coast to Coast… 10.000 km da New York a Los Angeles

Un viaggio "on the road" lungo 10.000 km attraverso 12 Stati percorrendo gran parte della Route 66.
Scritto da: fabioarione
coast to coast... 10.000 km da new york a los angeles
Partenza il: 04/08/2010
Ritorno il: 01/09/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 4000 €
ITINERARIO [ 1° giorno] : New York [New York][ 2° giorno] : New York [New York] – Buffalo [New York][ 3° giorno] : Buffalo [New York] – Niagara Falls [New York] – Cleveland [Ohio][ 4° giorno] : Cleveland [Ohio] – Chicago [Illinois][ 5° giorno] : Chicago [Illinois][ 6° giorno] : Chicago [Illinois] – Springfield [Illinois] – St Louis [Missouri][ 7° giorno] : St Louis [Missouri] – Memarec Caverns [Missouri] – Rolla [Missouri][ 8° giorno] : Rolla [Missouri] – Springfield [Missouri] – Galena [Kansas] – Tulsa [Oklahoma][ 9° giorno] : Tulsa [Oklahoma] – Oklahoma City [Oklahoma] – Clinton [Oklahoma] – Elk City [Oklahoma][10° giorno] : Elk City [Oklahoma] – Amarillo [Texas] – Tucumcari [New Mexico][11° giorno] : Tucumcari [New Mexico] – Santa Rosa [New Mexico] – Santa Fe [New Mexico] – Albuquerque [New Mexico][12° giorno] : Albuquerque [New Mexico] – Gallup [New Mexico] – Foresta pietrificata [Arizona] – Flagstaff [Arizona][13° giorno] : Flagstaff [Arizona] – Grand Canyon NP [Arizona] – Tuba city [Arizona][14° giorno] : Tuba city [Arizona] – Monument Valley [Utah] – Moab [Utah][15° giorno] : Moab [Utah] – Arches NP [Utah] – Panguitch [Utah][16° giorno] : Panguitch [Utah] – Bryce Canyon NP [Utah] – Las Vegas [Nevada][17° giorno] : Las Vegas [Nevada] – Death Valley NP [California] – Lone Pine [California][18° giorno] : Lone Pine [California] – Sequoia NP [California] – Fresno [California][19° giorno] : Fresno [California] – Yosemite NP [California] – San Francisco [California][20° giorno] : San Francisco [California][21° giorno] : San Francisco [California] – Grover Beach [California][22° giorno] : Grover Beach [California] – Santa Barbara [California] – Los Angeles [California][23° giorno] : Los Angeles [California][24° giorno] : Los Angeles [California] – New York [New York][25° giorno] : New York [New York][26° giorno] : New York [New York][27° giorno] : New York [New York][28° giorno] : New York [New York][29° giorno] : New York [New York]

DIARIO DI VIAGGIO 2010

[1° giorno] – mercoledi 4 agosto 2010 itinerario : -strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 23$ Burger Kinghotel : 61$ JFK Plaza Hotel Puntuali come un orologio svizzero io e i miei amici ci incontriamo davanti all’aeroporto di Caselle per le 5,45. Riguardo al peso dei bagagli il vincitore e’ Massimo con 18 kg segue Riccardo con 15 e infine Fabio con 13 kg. Il volo Torino – Roma e il secondo Roma – New York sono tranquilli, arriviamo in orario a NY per per 13.30 (Eastern Time), ore 19,30 italiane.Ma appena arrivati all’aeroporto JFK, scopriamo che manca un bagaglio (il mio). Andiamo all’ufficio reclamo bagagli e compiliamo i moduli del caso. Ci dicono che il bagaglio sarà recapitato all’hotel… Prendiamo un taxi e per soli 20 $ (comprensivo di una lauta mancia) ci facciamo portare dall’altro lato della highway dove si trova il nostro hotel…Il nostro hotel è il JFK Plaza. La prima stanza non si presenta bene… Infatti oltre a morire di caldo, a causa del condizionatore rotto, il bagno e’ intasato. Ci facciamo cambiare stanza; nella seconda per fortuna e’ tutto a posto. Verso le 18, dopo un breve collasso di “riflessione” di circa due orette decidiamo sotto mia insistenza di perlustrare la zona molto caratteristica di fronte alla nostra abitazione. Ci troviamo nel quartiere Jamaica, facciamo un giro del Basisley Park e vediamo ragazzi di colore che si allenano a football americano e a basket, intorno ci sono un sacco di case in legno tipiche della periferia americana.Terminiamo la giornata con una meravigliosa cena in un Burger King mangiando il “Perfection menu” (come lo abbiamo soprannominato noi) ossia un chicken burger e patatine il tutto innaffiato da litri gratis di coca cola e sprite. Arrivati in albergo ri-collassiamo definitivamente alle 22.

Parte I – La costa Atlantica e la zona dei grandi laghi – da New York a Chicago

[2° giorno] – giovedi 5 agosto 2010 itinerario : New York [New York] – Buffalo [New York]strada : 462 migliadurata : 7 hpedaggio : 5,50$ Kennedy Bridge + 7$ Interstatecolazione : 30$ JFK Plaza Hotelpranzo : -cena : 45$ Pearl Streethotel : 55$ Super 8 Sveglia alle 7,30 e colazione con un breakfast buffet per soli 10$ a persona. Torniamo in camera e prenotiamo l’albergo per la serata dal pc portatile (sfruttando una connessione wireless libera), scendiamo e andiamo in aeroporto per risolvere il problema valigia scomparsa, visto che fino a quel momento non era ancora arrivata. Dopo un giro infinito per i vari terminal troviamo un altro ufficio della DELTA. Gli impiegati non si dimostrano tanto cordiali e non fanno il minimo sforzo per capire il nostro americano, comunque ci dicono che la valigia e’ stata spedita all’albergo… Sarà vero? mahhh!Fiduciosi di quello che ci dicono andiamo presso l’agenzia della AVIS per affittare la nostra auto che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Per soli 12$ inpiù al giorno ci propongono una CHEVROLET IMPALA bianca e dal bagagliaio immenso. Inoltre per soli 300$ in più decidiamo di affittare anche il navigatore. Una volta presa confidenza col cambio automatico, puntiamo verso l’hotel. Miracolosamente il bagaglio è arrivato… Ragion per cui possiamo decretare iniziato il coast to coast. Alle 13 in punto partiamo da New York… Destinazione Buffalo.Per fortuna che abbiamo affittato il navigatore! Muoversi dentro a New York è veramente una impresa difficile; a parte il traffico caotico a qualsiasi ora e in qualsiasi punto, ci sono un sacco di strade che si incrocino e un sacco di cavalcavia che corrono uno sopra l’altro. Non passiamo per Manhattan, ma dal Queens ci muoviamo verso il Bronx attraversando il ponte Kennedy poi percorriamo il ponte Washington che ci porta nel New Jersey. Da qui in avanti la strada diventa scorrevole, imbocchiamo la Interstate 80 poi la I81 fino a Syracuse e infine la I90 fino a Buffalo. Durante il viaggio ne approfitto per iniziare a scrivere questo racconto su pc portatile.Arriviamo alle 20 in punto in un motel della catena Super 8 senza grosse pretese, ma tutto perfettamente funzionante. Dopo un breve riposimo per le 21 risaliamo in macchina e andiamo a mangiare a Buffalo downtown. Nonostante avessimo impostato sul navigatore la direzione per Main Street, finiamo completamente fuori strada, in piena periferia… Mahhh… Un mistero inspiegabile! Ci rimettiamo sulla interstate e ricorriamo all’uso del cervello per trovare la strada giusta. Dalla strada sopraelevata che conduce al centro vediamo che è in corso una partita di baseball dei Bison Buffalo al Coca Cola Stadium. Chiediamo in giro un posto dove poter cenare e ci indicano un locale molto caratteristico, si chiama Pearl Street ed e’ una vecchia birreria arredata tutta in legno ma con televisori moderni piatti che trasmettono solo baseball. Ordino il piatto tipico di Buffalo: chicken wings. Sono ali di pollo servite con una salsa piccante, buone anche se è un piatto che non mangerei tutti i giorni, ma neanche ogni settimana!

[3° giorno] – venerdi 6 agosto 2010 itinerario : Buffalo [New York] – Niagara Falls [New York] – Cleveland [Ohio]strada : 231 migliadurata : 6h 30mpedaggio : 3$ Interstatecolazione : -pranzo : -cena : 50$ Cadillac Ranchhotel : 44$ University Hotel Sveglia alle 7,30 e colazione alla americana con cornflakes, ciambella, goffre con sciroppo d’acero e pane tostato. Tornati in camera, troviamo una connessione wireless libera e decidiamo di prenotare l’hotel per la sera a Cleveland sul lago Erie. Per le 10,30 siamo operativi e una volta fatto il check out della stanza ci dirigiamo verso le Cascate del Niagara.Arrivati davanti a Niagara Park (parcheggio 10$) decidiamo di Prendere i biglietti per “Maid of the mist” che consiste nel giro in battello e “Cave of the winds” che consiste in una camminata a piedi sotto alle cascate. Le cascate del Niagara sono uno spettacolo della natura. Anche se pensavo fossero più alte (nonostante i loro 61 m) sono maestose. Ovviamente ci sono un sacco di turisti ma devo dire che non abbiamo fatto tanta coda alla biglietteria. Verso le 15 finiamo il giro e la nostra attenzione viene richiamata da un edificio a forma di cubo che si trova nei pressi del parco. La caratteristica di questo posto è quella di essere un enorme trappola per turisti… 9 piani di souvenir e bar che propongono qualsiasi genere di cucina. Saliamo fino all’ultimo piano per ammirare il panorama delle cascate dall’alto. Compro due magliette per ricordo e ci verso le 16 siamo di nuovo in auto.Destinazione Cleveland. Questa volta la strada risulta facilissima, raggiunta la Interstate 90 la seguiamo fino a destinazione. Durante il viaggio continuo il racconto del viaggio. Arriviamo alle 20, sistemazione in camera e poi subito in auto per vedere il downtown di Cleveland. Guardiamo i grattacieli e facciamo qualche foto prima che faccia buio. Anche se è venerdi sera, la città ci sembra deserta. Dopo un lungo giro alla ricerca di un poso dove mangiare, finalmente ci imbattiamo in un locale carino verso le 22,30. All’ingresso del locale troviamo Bubba… Un simpatico ragazzone di colore che ci sbarra la strada e ci dice che non si può entrare con gli zaini. Da bravi turisti noi avevamo le macchine foto dentro. Allora torniamo in macchina e posiamo gli zaini. Tornati lì davanti il nostro amico Bubba (simile al nero del film “Il miglio verde”) ci chiede un documento di identità… Anche se noi palesemente siamo maggiorenni. In ogni caso era molto diligente perché abbiamo visto che controllava il documento anche alle persone attempate!Il locale si chiama Cadillac Ranch. Si tratta di un disco-pub stile Texano, infatti c’e’ anche un toro meccanico sul quale un sacco di persone si cimentano con scarso risultato. Ordiniamo 3 hamburger e 3 birre e passiamo lì la serata.

[4° giorno] – sabato 7 agosto 2010 itinerario : Cleveland [Ohio] – Chicago [Illinois]strada : 349 migliadurata : 5hpedaggio : 20$ Interstatecolazione : -pranzo : 12$ Mc Donaldcena : 165$ The Grillrom + 20$ Elephant and Castlehotel : 150$ Hotel Blake Oggi ce la prendiamo comoda… Sveglia addirittura alle 8,30. Solita colazione alla americana con cornflakes, ecc. Torniamo in camera, fortunatamente troviamo un’altra rete wireless libera e prenotiamo l’albergo per la sera a Chicago. Questa volta due notti. Per le 10,30 usciamo dalla camera e ci dirigiamo verso il downtown. L’idea è quella di vistare il Rock and Roll Hall of Fame and Museum. Mentre cerchiamo parcheggio vediamo che e’ in corso una partita di football nello stadio vicino. Il parcheggio ci costa 10$! Anche in questo caso la coda alle biglietterie e’ veloce. Il museo è fatto a piramide, ha 6 piani ma solo nel primo c’e’ tanto da vedere, gli altri piani sono per lo più fotografie. Nel piano in cima all’edificio ci sono delle mostre temporanee, in questo periodo la mostra era dedicata a Bruce Spristing. Interessante da ricordare, ci sono le sculture usate nella copertina dell’album “Division Bell” dei Pink Floyd. Il museo raccoglie tantissimo materiale su Elvis Presley, i Rolling Stones, i Beatles, Jim Morrison e altri cantanti famosi americani.Usciti alle 14 puntiamo la macchina verso Chicago. La stada e’ semplicissima seguiamo la Interstate 90 tutta dritta per 350 miglia. Bisogna ricordare che spostandosi verso ovest a Chicago cambia il fuso orario e quindi, impostando le lancette sul “Central Time”, guadagnamo un’ora. Arriviamo che sono le 19 e fino ad ora abbiamo percorso 1000 miglia esatte.Questa volta ci trattiamo bene e dormiamo in un hotel di lusso nel downtown con vista sull’Harold Washington Library. Facciamo la conoscenza del portiere dell’albergo che si fa chiamare Showtime. Ci consiglia un posto dove mangiare “tipical american dishes”. Decidiamo di seguire il suo consiglio… Molto buono ma anche molto caro! Scopriamo che qui i ristoranti chiudono le cucine alle 22 (troppo presto per noi italiani). Dopo cena facciamo un giro del Loop e della zona circostante. In giro ci sono veramente tanti giovani. La cosa che mi colpisce di piu di questa città è la metropolitana sopraelevata che fa un percorso ad anello attorno al centro (da cui il nome Loop). Quando passa fa un rumore infernale e tutta la strada sottostante inizia a tremare. Per finire la serata troviamo un pub chiamato Elephant and Castel e beviamo un birra budweiser.

[5° giorno] – domenica 8 agosto 2010 itinerario : Chicago [Illinois]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 70$ FlatTop Grillhotel : 150$ Hotel Blake Sveglia alle 8. Scendiamo per fare il solito breakfast e scopriamo che colazione si fa nella hall dell’albergo ed è proprio misera! una ciambella un bicchiere di caffè americano e una mela!La giornata di oggi è tutta dedicata alla visita di Chicago. Ci dirigiamo subito verso la Sears Tower, visto che sono vicine all’albergo. Facciamo il biglietto (15$ a testa) e in un attimo veniamo sparati al 103° piano. Spettacolo mozzafiato anche se il cielo e’ un pò coperto. Foto di rito dai balconi sporgenti con pavimento vetrato. Usciti dal grattacielo piove. Ci dirigiamo verso la subway, compriamo un biglietto giornaliero (5,50$) e andiamo nel punto più a nord del centro. Vistiamo l’History Museum e il Lincoln Park. Dopo ci incamminiamo a piedi per north Clark Street fino a Newberry Library poi ci spostiamo su Michigan Avenue per vedere ilJohn Handcock Center, un grattacielo molto bello da ammirare col naso all’insù. Ora entriamo nel Magnificent Mile ossia la via alla moda della città. Ci sono tantissimo centri commerciali e negozi di vestiti di marca. Sempre in questa via ci sono il Water Tower Pace, la Pumping Station e la Tribune Tower sulle cui facciate si trovano frammenti di celebri località tra cui un pezzo del Colosseo di Roma.A questo punto andiamo a vedere il lago Michigan. L’impresa non e’ delle più facili perché l’unico punto di accesso è il Navy Pier, ed è lontano due chilometri da dove siamo. Ma tutto questo non ci scoraggia e ci incamminiamo. Arrivati al Navy Pier scopriamo che è un enorme luna park con tantissime attrazioni per bambini. Finalmente arriviamo al molo dove ci sono le barche ormeggiate. Durante la camminata trovo un dollar cent, come fece zio paperone, chissà che non sia l’inizio di una grande fortuna. Una breve pausa per contemplare il lago e poi in marcia per raggiungere il Millenium Park e il Grant park. Il parco è tutto transennato perché è in corso il Lollapalooza music festival of Chicago. Vediamo dei ragazzini che tentano di scavalcare la rete… Qualcuno ci riesce ma atri vengono prontamente fermati dalla polizia.Passiamo davanti all’Art of Istitute attraverso Columbus Street e passiamo vicino al punto in cui inizia la Route 66 ossia tra Michigan Avenue e Adam street. Ci vengono in mente alcuni film girati a Chicago, uno dei quali e’ “Gli intoccabili” e allora decidiamo di andare alla Union Station per vedere la scalinata dove è stata girata una scena del film. E’ ora di provare la metropolitana sospesa per raggiungere la stazione. Visto che non siamo pratici del Loop facciamo un pò di fermate sia in un verso che nell’altro, ma almeno ne è valsa la pena. Uno spettacolo unico prendere un treno sospeso a livello del primo piano, sembra una giostra! Visitata la stazione andiamo anche a vedere Van Buren Street dove, sotto i binari del treno è stata girata una scena del film “The Blues Brother”.Tornando in albergo passiamo nella zona finanziaria dove vediamo le varie sedi delle banche americane situate in vari grattacieli. Per le 19,30 siamo in stanza e ci prepariamo per la serata. Per cena troviamo un posto molto carino chiamato FlatTop Grill, in cui ciascuno si serve scegliendo verdura, carne e pesce crudi da un bancone, riempito il piatto lo consegna al cuoco che cuoce sulla piastra tutto insieme. In questo locale abbiamo trovato un cameriera simpatica che ha tentato di comuicare con noi utilizzando un linguaggio spanglish. Si è meritata una bella mancia, visto che oltre che simpatica era anche carina. [6° giorno] – lunedi 9 agosto 2010 itinerario : Chicago [Illinois] – Springfield [Illinois] – St Louis [Missouri]strada : 313 migliadurata : 7h 30mpedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 21$ Hardee’s Red Burritohotel : 54$ Red Roof Inn Ci svegliamo alle 8. La colazione è come al solito scarsa. Saliamo in camera e prenotiamo l’albergo per la sera a St Louis. Per le 9,30 siamo già in strada per completare il giro della città. Visto che ieri abbiamo visto la parte estera del Loop, oggi ci dedichiamo a questa parte e alla zona lungo al fiume Chicago. Durate il giro facciamo un pò di shopping, tra souvenir e ricordi della città. Entriamo in un negozio di articoli sportivi e compro delle magliette e una pallina da baseball con il logo della squadra dei SOX. Infine entriamo in una libreria e compriamo due libri sulla storia della Route 66.Si sono fatte le 14 e dobbiamo partire. Destinazione St Louis. Imbocchiamo la Interstate 55 e dopo qualche decina di miglia iniziano a comparire i cartelli che segnalano l’itinerario originale della storica Route 66. Decidiamo di uscire dalla Interstate e seguire la Route 66. Il primo paese che incontriamo si chiama Joliet. Le indicazioni ci portano verso il museo (visitor center) ma al primo tentativo finiamo in una gelateria lungo la strada e al secondo tentativo scopriamo che il museo è chiuso il lunedi pomeriggio! Si riparte, prossima destinazione Dwight dove sono segnalate delle pompe di benzina degli anni ’30 restaurate. Foto ricordo e via! La Route 66 ad un certo punto si ricongiunge con la I55 fino a Springfield, la nostra prossima tappa. Nel frattempo si sono fatte le 19,30, così decidiamo di fare una vista molto veloce a questa città. Springfield pur essendo la capitale dell’Illinois è molto piccola. Passiamo a vedere il Campidoglio e la tomba di Abraham Lincoln, poi ci mettiamo subito in marcia per la nostra destinazione. Cambiamo stato ed entriamo nel Missouri. Arriviamo a St Louis per le 21,30. Questo viaggio è durato parecchio in quanto muovendoci non più su una interstate i limiti di velocità si sono abbassati parecchio. Infatti mentre sulle interstate la velocità è di 65MPH, sulle altre strade il limite scende a 45MPH.Il nostro motel appartiene alla catena Red Roof Inn, quindi molto spartano. Scesi dalla macchina ci attende un caldo torrido infernale… Non oso immaginare come sarà più a sud! Cerchiamo subito refrigerio nella nostra stanza, poi scarichiamo i bagagli e andiamo a mangiare in un fast food della catena Hardee’s Red Burrito vicino al motel. Questo posto è una novità, infatti tutti i menù sono a base di cibo messicano. Verso le 23 torniamo in camera e ci riposiamo, nel frattempo accendo il portatile, mi connetto a internet e continuo a scrivere il diario di viaggio. Parte II – Gli Stati Uniti Centrali e le grandi pianure – da Chicago a Albuquerque

[7° giorno] – martedi 10 agosto 2010 itinerario : St Louis [Missouri] – Memarec Caverns [Missouri] – Rolla [Missouri]strada : 161 migliadurata : 10hpedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 36$ Sirloin Stockadehotel : 47$ BestWay Inn Ci svegliamo con calma alle 8,30. Andiamo a vedere se c’è la colazione. Ma ci attende solo un caffè americano. Il caldo fuori dalla stanza è insopportabile perché c’è molta umidità. Prepariamo la valigia e una volta in macchina puntiamo verso St Louis downtown. La città non è particolarmente interessante. Andiamo a vedere la Old Court al cui interno è presente una raccolta sulla storia della città. Di fronte c’è un parco in cui si trova il Gateway Arch al cui interno si trova il Museum of Westward Expansion. Si tratta di un arco alto 192 metri che simboleggia il ruolo della città come porta commerciale e culturale verso il west. Qui il caldo continua imperterrito e allora finita la visita andiamo in macchia e imbocchiamo la Route 66. Sono le 13. Per più di 1000 miglia, questa sarà la nostra direzione verso l’ovest. Non e’ facile seguire il percorso originale della Route 66, infatti le indicazioni non sempre sono chiare. Quindi a volte ci tocca prendere l’Interstate 44. Arrivati a State Park andiamo a visitare il museo della Route 66 e facciamo alcuni acquisti, compriamo una mappa e facciamo alcune chiacchiere con la responsabile del museo.Ripartiamo in direzione Stanton. Arrivati, ci attendono il Jesse James Museum le Memarec Caverns. Queste grotte sono segnalate in tutte le guide, quindi decidiamo di entrare. Lo spettacolo vale il costo del biglietto (20$). Verso le 18 finito il giro ci mettiamo in cammino e lungo la strada facciamo una breve sosta in un paesino chiamato Cuba. Sulla guida c’è scritto che si trovano parecchi murales che riproducono la vita quotidiana dei primi anni del 1900. Sono le 19,30 ed è ora di cercare un motel. D’ora in avanti non prenotiamo più tramite internet perché abbiamo visto che è molto facile trovare da dormire lungo la strada. Ci dirigiamo verso una cittadina chiamata Rolla e troviamo posto in un motel molto economico della catena BestWay. Sono le 20,30 facciamo appena in tempo ad entrare in un ristorante BBQ infatti ci dicono che la cucina chiude alle 21… Troppo presto! Siamo in piena campagna, visto che non c’è nulla da fare, dopo cena, andiamo in camera a programmare il viaggio di domani e a scrivere il diario. [8° giorno] – mercoledi 11 agosto 2010 itinerario : Rolla [Missouri] – Springfield [Missouri] – Galena [Kansas] – Tulsa [Oklahoma]strada : 324 migliadurata : 11hpedaggio : -colazione : 35$ Waffle Housepranzo : 10$ Merle’scena : 35$ Desert Hill Motelhotel : 50$ Tally’s Good Food Cafè Prima settimana di viaggio, tutto regolare! Ci svegliamo alle 8. Oggi ci aspetta un lungo viaggio sulla Route 66. Cercheremo di fare più strada possibile! La giornata inizia bene. Andiamo a fare colazione in un locale della catena Waffle House vicino al motel. Prendiamo il tipico american breakfast con uova sbattute, salsiccia, waffle, caffè e spremuta d’arancio. Poi si parte!Prima tappa a Springfield (negli Stati Uniti ci sono tantissime città con questo nome). La città è piccola e si fa il giro del centro in una decina di minuti, anche perché non c’è nulla di rilevante da vedere! L’unico edificio segnalato dalla guida e’ una moschea chiamata Shrine mosque. Visto che fuori c’è un caldo incredibile andiamo a bere qualcosa in un locale chiamato Merle’s vicino alla piazza centrale. Massimo, sentendo la nostalgia di casa, ordina un piatto di insalata di pollo con pasta fredda. Fuori dalla città il paesaggio è montagnoso infatti il tracciato della I44 in alcuni tratti è scavato nella roccia. Stiamo attraversando le Ozark Mountains. Lungo la strada facciamo una breve sosta a Halltown per fare delle foto a una vecchia stazione di servizio degli anni ’30 rimessa a nuovo (solo da fuori però). Poi passiamo per Carthage e per Joplin. Verso le 15,30 varchiamo il confine con il Kansas. Vediamo un cartello con la scritta Old Route 66 e finalmente vediamo la strada con il logo “Route 66” disegnato sull’asfalto per terra. Foto di rito imperdibile! Il primo paesino che vediamo e’ Galena. Ci fermiamo al solito punto informativo e parliamo con una signora che ci lavora. Ci racconta che il carro attrezzi parcheggiato fuori è stato di ispirazione per la creazione del personaggio “Cricchetto” del film Cars. Prima di lasciare il mini-museo compro una Root bear. In realtà il nome inganna, infatti non si tratta di una birra ma di una bevanda dolciastra. In Kansas facciamo poca strada, infatti dopo due città, Riverton e Baxter Spring attraversiamo il confine con l’Oklahoma. La prima città in cui ci fermiamo per una pausa e una foto alla solita pompa di benzina restaurata è Commerce. Lungo la strada oramai si spiana davanti a noi un paesaggio sconfinato senza montagne né colline. Siamo nelle sconfinate pianure dell’Oklahoma. Lungo la strada vediamo fattorie e campi coltivati, balle di fieno e animali al pascolo. Arriviamo a Tulsa per le 20 e ci facciamo consigliare dalla guida, andiamo al Desert Hill Motel. Scelta giusta, infatti e’ completamente ispirato alla Mother Route, perfino il bagno è piastrellato con la scritta 66. Anche per cena ci facciamo consigliare dalla guida e andiamo da Tally’s Good Food Cafè. Anche in questo caso… Scelta giusta! Tipico locale americano con scritte al neon, tavolini con divanetti lungo le finestre, sgabellini rotondi lungo il bancone e pavimento piastrellato a scacchi bianco-neri. Provo la specialità del locale che consiste in una frittura mista e un bicchiere gigante di coca cola. [9° giorno] – giovedi 12 agosto 2010 itinerario : Tulsa [Oklahoma] – Oklahoma City [Oklahoma] – Clinton [Oklahoma] – Elk City [Oklahoma]strada : 291 migliadurata : 11hpedaggio : -colazione : 40$ Tally’s Good Food Cafèpranzo : -cena : 18$ Taco Factory + 6$ Rhonda’s Longhorn Barhotel : 37$ King’s Inn Sveglia alle 8,30 e colazione da Tally’s. Mangio un omelette gigante ripieno di peperoni, cipolle, funghi, pomodori e salsiccia, che mi sazia per tutto il giorno. Prima di iniziare il viaggio andiamo a dare un’occhiata al centro di Tulsa. La città come al solito si presenta con qualche grattacielo nel downtown e quartieri residenziali attorno. Nel centro c’e’ qualche edificio commerciale Art Decò in quanto la città venne fondata nel periodo della corsa al petrolio. Mentre siamo di strada andiamo a vedere il Thomas Glincrease Museum e poi ripariamo.Partiamo alla volta di Oklahoma City verso le 11, ma lungo il tragitto facciamo una breve sosta per fare qualche foto in un paesino quasi abbandonato, chiamato Depew, che si trova lungo la Route 66. Dopo un’ora di viaggio ci fermiamo in un locale consigliato dalla guida chiamato Rock Cafè che si trova a Stroud. Beviamo un bicchiere di te freddo, giusto per rinfrescarci dal caldo soffocante che c’e’ nell’aria. Altra mini sosta fotografica in un posto chiamato Chandler. Per le 15 siamo a Oklahoma City. Anche in questo caso, la città ha un piccolo downton con grattacieli e, come Tulsa, venne fondata in poco tempo durante il periodo della corsa al petrolio. In meno di un’ora facciamo un giro e dopo riprendiamo il cammino. Per un tratto percorriamo la Route 66 fino a El Reno, tipico paese stile far west. Facciamo qualche foto e ci rimettiamo in movimento ma non trovando indicazioni sui cartelli riguardo alla Route 66, tentiamo di improvvisare una strada. Dopo qualche miglia siamo costretti a riprendere laInterstate 44 per arrivare fino a Clinton. Abbiamo visto che lungo questo percorso non c’è nulla di interessante da vedere, quindi ci facciamo guidare dal navigatore. Arrivati a Clinton ci attende il mitico museo della Route 66 e inoltre superiamo le 2000 miglia di strada percorse dalla nostra partenza.Alle 19 il museo chiude e allora, dopo aver comprato alcuni souvenir, usciamo e decidiamo di fare ancora qualche decina di miglia fino a Elk City. Arrivati alle 19,30 cerchiamo un motel e ne troviamo un molto economico… Il King’s Inn da 37$. Inizia a fare tardi e andiamo a mangiare in una catena di fast food tex-mex chiamata Taco Factory. Per la misera cifra di 6$ mi prendo una Taco Salad e un bicchiere di Dr Pepper. In pochi minuti divoriamo tutto e allora decidiamo di andare a berci una birra in un locale che abbiamo visto sulla strada. Si chiama Rhonda’s Longhorn Bar ed è il tipico locale della provincia americana dove si ritrova tutta la gente del luogo. E’ parecchio scrauso con i controsoffitti sfondati e sporchi dall’umidità… Diciamo che è molto folcloristico! Ordiniamo 3 birre Budweiser alla cameriera e mentre beviamo vediamo la gente del locale che gioca a bigliardo, ascolta musica da un jukebox modernissimo e guarda la partita di football dei Dallas Cowboy su un tv al plasma gigante. [10° giorno] – venerdi 13 agosto 2010 itinerario : Elk City [Oklahoma] – Amarillo [Texas] – Tucumcari [New Mexico]strada : 283 migliadurata : 10hpedaggio : -colazione : 8$ Country Dove Tea Roompranzo : 26$ Golden light Cafècena : 50$ Pow Wow Restaurant and Lizard Loungehotel : 72$ Blue Swallow Motel Sveglia come al solito alle 8,30, andiamo a fare colazione in un posto suggerito dalla guida, si tratta del Country Dove Tea Room. Ci teniamo leggeri con caffè e muffin. Alle 9 andiamo a visitare il National Route 66 Museum. Per soli 5$ c’è molto da vedere. Ci sono tanti oggetti di uso quotidiano e parecchie auto d’epoca. Attorno al museo si sviluppa un percorso attorno al quale sono state ricostruite le abitazioni del far west dei primi anni del ‘900. Dentro ogni casetta e’ stata ricreata l’ambientazione con manichini e oggetti del tempo. Non lontano da questo borgo c’è anche una fattoria che contiene oggetti della vita contadina. Dopo aver passato un pò più di un’ora procediamo nel nostro viaggio passando per Erick e infine per l’ultima città dell’Oklahoma cioè Texola. Si tratta di una città fantasma fatta da pochissime case tutte abbandonate. Sulla parete dell’ultima casa prima di varcare il confine di stato c’è scritto: “No place like Texola”. Attraversiamo il confine e siamo in Texas! Il primo posto che incontriamo si chiama Shamrock, penso che sia una comunità irlandese in quanto ho visto disegnati dei trifogli e inoltre la chiesa del paese era dedicata a San Patrizio. Altro paese che incontriamo è Groom. Questo posto e’ segnalato dalla guida in quanto è sede di una comunità religiosa cattolica che ha costruito una croce gigantesca alta più di 50 m. Attorno alla croce, disposte a cerchio ci sono 14 statue che simboleggiano la Via Crucis. Inoltre vicino alla chiesa c’e’ un tempietto in cui si trova una riproduzione della Sindone di Torino. Continuiamo il viaggio e per le 15 siamo ad Amarillo. Abbiamo un pò di fame e mentre ci dirigiamo verso il downtown cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo il Golden light Cafè, prendiamo un bel piatto con Chili e una Budwiser. A questo punto non ci resta che andare a vedere il Cadillac Ranch. Si trova lungo l’Intersate 40 ed e’ un enorme distesa pianeggiante in cui sono conficcate nel terreno 10 Automobili Cadillac. C’e un cartello con scritto che sono permessi i graffiti e allora, visto che un signore ci regala una bomboletta con vernice arancione, ci divertiamo a scrivere anche noi qualcosa sulle carrozzerie delle automobili. Finito il nostro capolavoro torniamo in macchina. All’orizzonte vendiamo che il cielo cambia colore e si incupisce, infatti dopo poche miglia ci troviamo nel bel mezzo di un temporale. Arrivati ad Adrian facciamo una breve sosta per vedere il Middle Point della Route 66, che però non coincide col punto medio del nostro viaggio. Siamo esattamente a metà: 1139 miglia da Chicago e 1139 miglia da Los Angeles. La pioggia continua incessante e il locale consigliato dalla guida, cioè il Middle Point Cafè, è chiuso. Nonostante tutto voglio fare la foto sotto il cartello stradale… Faccio una corsa, Riccardo mi fa la foto, ma quando torno in macchina sono già fradicio. Riprendiamo la strada e la pioggia non molla anzi aumenta… A volte la visibilità è scarsissima e come se non bastasse i camion viaggiano a velocità incredibile e mentre sorpassano come dei forsennati con i loro sbuffi d’acqua rendono la visibilità nulla. Per fortuna che nella nostra direzione si sta schiarendo. Nel giro di mezz’ora il cielo torna limpido, con le nuvolette bianche che sembrano disegnate come in un fumetto.In lontananza vediamo il confine di stato. Siamo in New Mexico. Inoltre cambia anche il fuso orario. Dobbiamo impostare le lancette sul “Mountain Time”.. Un’ora in meno guadagnata! All’orizzonte il panorama cambia rapidamente e si intravedono canyon e collinette. Appena vediamo il cartello Hisoric Route 66 usciamo dalla I44. Siamo quasi arrivati a destinazione.Sull’asfalto vediamo delle nuove scritte con il logo della strada. Qualche foto veloce e via… Verso Tucumcari, motel Blue Swallow. Ci accoglie un simpatico signore con il quale scambiamo due chiacchiere e, dopo aver compilato il suo registro dei visitatori, facciamo un giro del motel perché è veramente bello. Per via del cambio di fuso orario arriviamo prestissimo… Sono le 18. Finalmente un meritato riposo. Alle 20 andiamo a mangiare in un locale dove fanno cucina tipica del Messicana, il posto ci è stato consigliato dal proprietario del motel è si chiama Pow Wow Restaurant and Lizard Lounge. Ordiamo un bicchiere giagante di birra Blue Moon e ovviamente chili e tacos. [11° giorno] – sabato 14 agosto 2010 itinerario : Tucumcari [New Mexico] – Santa Rosa [New Mexico] – Santa Fe [New Mexico] – Albuquerque [New Mexico]strada : 249 migliadurata : 8hpedaggio : -colazione : 30$ Joseph’s Bar and Grillpranzo : 15$ La Fondacena : 40$ Church Street Cafèhotel : 83$ Monterrey Non-Smokers Motel Oggi siamo mattinieri, sveglia alle 7,30. Dobbiamo fare una deviazione di percorso verso Santa Fe e non sappiamo come sono le strade. Andiamo a bere un caffè nella sala di accoglienza, gentilmente offerto dalla coppia che gestisce il motel. Lungo queste strade non c’e’ tanta scelta di posti dove fermarsi, quindi come unica tappa ci fermiamo a Santa Rosa. Andiamo a fare colazione in un locale chiamato Joseph’s Bar and Grill. Come al solito non mi trattengo e scelgo un piatto pesante, si tratta del breackfast burrito… Uova strapazzate, peperoni, rossi ecc. Il tutto come al solito con una spremuta e un caffè. Qualche foto al locale, qualche acquisto e poi verso l’unica attrazione del posto, il Blue Hole. Si tratta di un pozzo artesiano profondo 80 piedi, dove la gente va per tuffarsi,rinfrescarsi e fare immersione.Sono le 11,30 è ora di puntare verso Santa Fe. Durante il tragitto in auto, tra una foto e l’altra al paesaggio continuo la stesura del diario, visto che nei giorni scorsi ero rimasto indietro. Per la prima volta dopo tanto tempo abbandoniamo l’Interstate 40 e prendiamo la statale 285, infatti Santa Fe non si trova sulla Route 66 ma bisogna fare un deviazione di circa 50 miglia. Il paesaggio continua la sua metamorfosi… Le strade sono un sali-scendi, ma sempre rettilinee a perdita d’occhio e attorno a noi ci avvolgono le colline con le tipiche piante delle zone aride. Appena arriviamo nella zona centrale del paese chiamata “La Plaza” notiamo subito che tutti gli edifici in stile messicano sono novissimi… L’idea che ci pervade è che ci troviamo in una città finta! Continuiamo la visita passando sotto il porticato del Palace of the Governors dove gli indiani nativi vendono i loro prodotti sopratutto monili in metallo e pietre. Continuiamo lungo San Francisco street e visitiamo la Saint Francis Cathedral e dopo andiamo a vedere il Museum of Indian Art. Una volta usciti passiamo per la Loreto Chapel e infine andiamo a berci una birra in un locale chiamato La Fonda. Sono passate 2 ore e per questa città sono più che sufficienti visto che di originale non c’è nulla; inoltre essendo molto turistica i prezzi di ogni cosa sono alle stelle. Arriviamo ad Albuqueque verso le 17,30. Siamo fortunati perché la guida ci consiglia di nuovo bene. Troviamo un posto al Monterrey Non-Smokers Motel. In più c’è anche una bella piscina che ci aspetta, quindi oggi ci prendiamo un’ora di relax prima di fare cena. Prima facciamo due parole col proprietario del motel e scopriamo che è polacco e conosce Torino per via del giocatore di calcio Boniek che ha giocato nella Juventus. Verso le 19 ci prepariamo e andiamo fare un giro del paese. Anche per Abuquerque il giudizio non è positivo; infatti ci troviamo di fronte alla solita trappola per turisti. La Old town della città è tutta artificiale ossia tutte case in stile messicano, ma evidentemente costruite di recente! Comunque facciamo lo stesso un giro del centro.Andiamo a mangiare in un ristorante che ci ha consigliato il signore del motel. Si chiama Church street Cafè ed effettivamente si mangia molto bene… Ovviamente prendiamo i soliti piatti messicani! Finita la cena torniamo nella piazza principale e ci mettiamo ad ascoltare un gruppo che suona musica salsa. [12° giorno] – domenica 15 agosto 2010 itinerario : Albuquerque [New Mexico] – Gallup [New Mexico] – Foresta pietrificata [Arizona] – Flagstaff [Arizona]strada : 384 migliadurata : 10hpedaggio : -colazione : -pranzo : 27$ El Ranchocena : 40$ Beaver Street Breweryhotel : 47$ Western Hills Motel Oggi dobbiamo fare un bel pò di strada, quindi lasciamo l’hotel prima delle 8. Prima di fare colazione passiamo per un paese chiamato Rio Puerco dove c’e’ un vecchio ponte in ferro che attraversa il fiume. Poi continuiamo per Grants. Passiamo vicino al New Mexico Mining Museum ma è chiuso alla domenica, ci accontentiamo di qualche foto da fuori davanti ad una trivella per le perforazioni e ad un vagone per la raccolta dei minerali. Anche il bar lì vicino, che si chiama Uranium Cafe, è chiuso. Prossima tappa Gallup. Lungo la strada vedo che sull’asfalto c’e’ un bel logo disegnato della Route 66 del New Mexico. Quindi… Foto di rito.Mentre siamo in viaggio, vediamo sulla guida che lungo la strada c’e’ da visitare un posto interessante si chiama Acoma Pueblo. Si tratta di una delle comunità più vecchie del nord America. Facciamo una deviazione appena vediamo il cartello stradale, ma dopo poche miglia c’è un bel cartello che ci informa che la strada è chiusa per lavori… Non convinti proseguiamo ancora per un pò ed effettivamente la strada e’ transennata da due staccionate ad X. Fine della deviazione, si torna indietro. Facendo la strada al contrario vediamo che un bel serpente è immobile sull’asfalto mentre prende il sole. Accostiamo e gli facciamo una foto, ma nel dubbio rimaniamo in macchina!Lungo la strada facciamo una sosta per il pranzo a Gallup, andiamo a mangiare al ristorante El Rancho. Proviamo ancora la cucina Tex-Mex mangiando chili. Il locale, che fa anche da motel, ricorda un saloon del far west. Come questo edificio, un po’ tutte le case sulla Main Street sono in stile western, anche se a parer mio, non sono originali.Arriviamo davanti al parco del Painted desert and Petrified Forest per le 14. Finalmente una bella notizia: oggi l’ingresso è gratuito, per cui risparmiamo ben 10$. Come tutti i parchi americani si visita in automobile. Ci sono circa una quindicina di punti in cui fermarsi e ammirare il panorama. Lo scorcio più bello e interessante è sicuramente quello in cui si entra nell’area i cui ci sono i tronchi di albero fossile (oramai diventati roccia) tutti spezzati e ridotti in frammenti sparsi per terra. L’unico problema è che fa un caldo incredibile, non a caso siamo nel deserto! Per le 17 arriviamo alla fine del parco, compro una maglietta e un frammento di legno fossile per ricordo. Purtroppo non si puo’ prendere nessuna roccia durante la visita al parco, pena la multa! Come ultimo posto da visitare per oggi andiamo al Meteor Crater. Qui invece si fanno pagare profumatamente per vedere un buco nel terreno… L’ingresso infatti costa 15$ a persona. Il cratere misura circa 170 metri di profondità e viene usato come area per l’addestramento degli astronauti. Vicino c’è anche un museo interattivo che illustra il fenomeno dei meteoriti. Usciti dal museo verso le 19 ci accorgiamo che in realtà sono le 18. Questo perché in Arizona non c’è l’ora legale e quindi in questo periodo dell’anno hanno la stessa ora della California (Pacific Time). A questo punto arriviamo a Flagstaff verso le 18,30 e troviamo dove dormire in un posto economico lontano un miglio circa dal centro, si tratta del Western Hills Motel. Oggi abbiamo superato le 3000 miglia di strada percorse dalla nostra partenza. A fine giornata siamo stanchissimi e con un pò di mal di testa, forse sarà una leggera insolazione presa nel deserto congiunta alle miglia percorse! Con le ultime forze rimaste andiamo a mangiare in un pub della città, il Beaver Street Brewery. Prendiamo 3 BBQ pulled pork e una birra artigianale dal gusto amarognolo fatta da loro. Nel frattempo inizia a piovere quindi non ci resta che andare in camera a riposare. Parte III – La costa pacifica e la zona dei parchi – da Albuquerque a Los Angeles

[13° giorno] – lunedi 16 agosto 2010 itinerario : Flagstaff [Arizona] – Grand Canyon NP [Arizona] – Tuba city [Arizona]strada : 241 migliadurata : 9hpedaggio : -colazione : 27$ Cafe Picklespranzo : -cena : 15$ Mc Donaldhotel : 61$ GreyHills Inn Academy High School La mattinata comincia con colazione a Flagstaffal al Cafe Pickles seguita da una visita del paese. Oggi la colazione è stata molto soft… Frutta e yogurt, giusto per purificare un pò il corpo. Flagstaff mi ha dato una bella impressione è una cittadina con un piccolo centro pieno di locali dove poter mangiare, dove passare la serata e anche negozi di articoli sportivi visto che in questa zona praticano rafting e sport fluviali.Verso le 11 saliamo in macchina e prendiamo la Statale 89 che ci porterà al Grand Canyon National Park. Alle 13 siamo in coda in macchina per pagare il biglietto d’ingresso (25$). Ci dirigiamo verso il Visitor Center e chiediamo informazioni per visitare il parco. Purtroppo il cielo e’ grigio e inizia a piovere. Proviamo ad andare nel primo punto di osservazione ma il Gran Canyon è solo un immenso contenitore di nebbia, per cui non si vede nulla. Nel frattempo comincia a piovere a dirotto e allora ci rifugiamo in macchina e ci incamminiamo verso il prossimo punto con la speranza che smetta. Per fortuna dopo una mezz’oretta il cielo inizia a liberarsi dalle nuvole e nel mentre ci facciamo una bella camminata a piedi di un miglio per raggiungere il punto di osservazione (visto che l’accesso alle macchine era interdetto). Una volta arrivati ci si spalanca davanti a noi una voragine infinita e sconfinata. La nebbia e sparita e si può vedere benissimo nel suo splendore questa meraviglia della natura. Nel frattempo di sono fatte le 16 e abbiamo ancora un bel pò di punti da vedere. Non ce ne perdiamo neanche uno e arrivati al fondo dove c’e’ una vecchia torretta di osservazione facciamo una breve pausa per comprare qualche souvenir. Torniamo indietro e andiamo di nuovo al punto di inizio dove nel primo pomeriggio c’era la nebbia. Ci guardiamo il Grand Canyon anche da questa prospettiva e verso le 18,30 partiamo per raggiungere Kayenta. Quindi imbocchiamo di nuovo la Statale 89 e poi la 160. Durante il viaggio ci accorgiamo che si sta facendo tardi e che probabilmente, visto che Kayenta è molto turistica, corriamo il rischio di non trovare più posto per dormire. Verso le 20,30 arriviamo in un posto chiamato Tuba City. E’ un paesino nato sull’incrocio di due statali, senza un centro, anzi il centro è formato da due catene di fast food e due distributori di benzina. Ci mettiamo a cercare un posto. Al primo tentativo ci dicono che è tutto pieno, proviamo il secondo ma anche questo è tutto pieno. Ci consigliano allora di andare in un posto chiamato GreyHills Inn Academy High School. Praticamente è un dormitorio per i ragazzi che frequentano la scuola superiore di questo paese. Il fatto è che non era segnalato e l’unico cartello sulla statale era praticamente invisibile. In ogni caso, alle 21,30 riusciamo a trovare posto per dormire e come noi anche altra gente scopriamo che è stata dirottata qui. In fase di check-in scopriamo che l’orologio del motel segna le 22,30! Quindi, pur essendo in Arizona, siamo un’ora avanti… Chiediamo spiegazioni e la signora che gestisce il motel ci spiega che siamo in territorio degli indiani Navajo e allora in queste zone non seguono l’orario delle città dell’Arizona come Flagstaff e Phoenix. Scaricati i bagagli andiamo a mangiare qualcosa nell’unico Mc Donald aperto e verso le 23,30 torniamo in camera, visto che la città è tristissima. Inoltre nel motel non c’è neanche una rete wi-fi per il portatile… Che tristezza! Ne approfitto per continuare il resoconto del viaggio. [14° giorno] – martedi 17 agosto 2010 itinerario : Tuba city [Arizona] – Monument Valley [Utah] – Moab [Utah]strada : 254 migliadurata :pedaggio : -colazione : -pranzo : 29$ Indian Market Placecena : 27$ Wendy’shotel : 87$ Rodeway Inn Alle 8 siamo già in viaggio. Saltiamo direttamente la colazione, oggi recuperiamo in tempo che abbiamo perso ieri. In poco più di un’ora siamo a Kayenta. Da questo paese imbocchiamo la Highway 163 che ci proietta letteralmente in un altro tempo… Quello del far west. Infatti la strada che conduce alla Monument Valley nella parte terminale segue un percorso rettilineo in leggera discesa che dà al viaggiatore l’impressione di calarsi all’interno della valle. Un sacco di entusiasmo e di conseguenza un sacco di foto. Arriviamo all’ingresso della Monumet Valley e per l’accesso al parco si paga una cifra più che ragionevole, cioè 5$ a persona. L’intera valle è completamente gestita dagli indiani Navajo i quali oltre ad organizzare le escursioni vendono anche i loro manufatti.Arrivati al visitor Center si stagliano davanti a noi le 3 torri, immortalate in un sacco di film western. Qualche minuto di assoluta contemplazione al cospetto di tale spettacolo della natura e poi ci dirigiamo verso il punto informativo dove ci sono le guide Navajo per l’escursione sul fuoristrada. Il prezzo è alto (75$ a persona per un giro di 2 ore e mezza) ma ne vale sicuramente la pena! E’ possibile in una certa misura effettuare con il proprio veicolo un giro nella valle, ma con le guide Navajo si accede a luoghi interdetti ai mezzi privati. I due punti più famosi sono “three systers” e “john ford’s point”. Terminata l’escursione ci rimettiamo in marcia, ma prima di lasciare definitivamente la Moument Valley ci fermiamo ancora per un pò di tempo nell’Indian Market Place, dove compriamo qualche manufatto e facciamo pranzo assaggiando un Navajo Taco e un Navajo Burger e bevendo il te indiano. Ci mettiamo in viaggio e sconfiniamo nello Utah. In questo stato c’è la stessa ora delle zone Navajo, quindi nessun cambio di fuso orario.Dopo due ore e mezza di viaggio arriviamo a Moab. Sono le 18 e dopo aver fatto il giro di qualche motel ci accorgiamo che la città è molto turistica, ragion per cui i prezzi sono alle stelle. Per fortuna riusciamo a trovare un motel vicino al centro e dal costo accettabile, si tratta del Rodeway Inn, inoltre è dotato pure di piscina. Questa volta l’albergo è su due piani e ci viene riservata una stanza al secondo piano. Mentre i miei compagni di viaggio si riposano in stanza, io vado a provare subito la piscina e scopro che è anche dotata di un mini-scivolo a chiocciola. Per le 20,30 ci prepariamo e andiamo a mangiare. Dopo aver girato un pò di locali sulla Main Street e visto che nessuno ci convince, decidiamo di provare un’altra catena di fast food. Questa volta andiamo da Wendy’s… Anche se cambia il nome, il gusto non cambia più di tanto dai soliti hamburger! [15° giorno] – mercoledi 18 agosto 2010 itinerario : Moab [Utah] – Arches NP [Utah] – Panguitch [Utah]strada : 300 migliadurata : 11hpedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 100$ Cowboy’s SmokerHousehotel : 73$ Blue Pine Motel Oggi siamo alla seconda settimana di viaggio e soprattutto a metà del tempo di permanenza negli Stati Uniti. Visto che siamo vicinissimi al parco ci alziamo per le 8,30 e scendiamo a fare colazione che consiste come al solito in caffè, cornflakes, muffin e succo di frutta. Per le 10 siamo davanti al visitor center di Arches National Park, paghiamo l’ingresso (10$ per automobile) e iniziamo il giro. Anche questo parco è veramente bello, il colore delle rocce è simile a quello della Monumet Valley anche se gli spazi e le dimensioni sono più ridotte. Inoltre in questo caso le rocce sono state scavate da vento in modo tale da formare degli archi di pietra, da cui deriva il nome del parco. E’ circa l’1 e noi non contenti della stanchezza dei giorni precedenti decidiamo di fare un percorso a piedi segnalato dalla mappa che ci hanno dato all’ingresso. Si tratta del sentiero che porta a Delicate Arch. Meno male che ne è valsa la pena, perché è stata una faticaccia farsi più di mezz’ora di camminata sotto il sole del deserto. Una volta giunti all’arrivo ci riposiamo sotto l’unica ombra che riusciamo a trovare e nel frattempo facciamo le foto di rito a questa meraviglia. Questa roccia assomiglia ad un arco di trionfo degli antichi romani ma è stata modellata interamente dalla natura. Altra mezz’ora per tornare alla macchina e poi continuiamo la visita.Sono le 3 e il cielo inizia a coprirsi. Finiamo la visita e una volta usciti dal parco inizia a scendere qualche goccia. Cerchiamo l’Interstate 70 direzione ovest per raggiungere la prossima meta e mentre siamo in viaggio la pioggia diventa un temporale. Imbocchiamo la Statale 89 e verso le 19,30 arriviamo in un paese chiamato Panguitch. Siamo a 30 miglia da Bryce NP, il paese ci piace e allora decidiamo di cercare qua un motel. Ne troviamo uno vicino alla Main Street chiamato Blue Pine Motel, il prezzo è buono. Per stasera stiamo qua! Alle 8,30 usciamo per cenare. Proprio di fronte a noi c’è un locale chiamato Cowboy’s SmokerHouse in stile western con teste di alci e cervi appesi alle pareti, ruote di legno e vecchi arnesi sparsi per il locale. Ordiniamo tre Ribeie, ossia tre bisetecche giganti. Come contorno fagioli, patate, formaggio cremoso e insalata. Il tutto innaffiato da due birre Coors ciascuno. Questa sera ci siamo proprio tolti la fame! [16° giorno] – giovedi 19 agosto 2010 itinerario : Panguitch [Utah] – Bryce Canyon NP [Utah] – Las Vegas [Nevada]strada : 318 migliadurata : 10hpedaggio : -colazione : 33$ Foy’s Country Cornerpranzo : 9$ Tod’s Country Storecena : 18 $ Subwayhotel : 105$ Luxor Sveglia alle 8 e colazione nel locale a fianco del nostro motel, da Foy’s Country Corner. Come al solito prendiamo un breakfast all’americana. Un giro per il minuscolo paese, qualche foto e qualche acquisto. Poi ci mettiamo in viaggio e dopo una trentina di miglia siamo al Bryce Canyon National Park. L’ingresso costa 25$ (per automobile) ma ne vale la pena. Anche questo parco è fantastico, soprattutto per i colori che lo compongono. Infatti anche se non è monumentale come i precedenti, racchiude una grande quantità di sfumature, si va dal verde scuro dei pini, al verde più chiaro delle piante a basso fusto. Ci sono molte varietà di fiori dal giallo al blu al bianco. Nei vari punti di osservazione si ammira il canyon con le sfumature delle rocce, il cui colore predominante è il rosso. Per le 14,30 lasciamo il parco e imbocchiamo la Highway 14 con destinazione Las Vegas. Questo tratto è tutto un saliscendi e curve. Prima di immetterci nella highway facciamo benzina e nel mentre compriamo qualcosa da mangiare e una scorta di bottiglie d’acqua. I miei due compagni prendono un twix mentre io mi lancio nella sperimentazione di nuovi prodotti e compro un sacchetto di carne affumicata. Sulla bustina c’è scritto Beef Jerky Original, per cui non si può far altro che provarlo! Mentre percorriamo la Interstate 15 oltrepassiamo il muro delle 4000 miglia. Per stasera abbiamo gia prenotato l’albergo, infatti l’altra sera abbiamo cercato su internet e abbiamo deciso di far le cose in grande stile. Abbiamo riservato una stanza all’hotel Luxor, quello a forma di piramide!Siamo in Nevada, la vegetazione e il panorama cambiano di nuovo ora siamo scesi di altitudine e davanti a noi abbiamo una tavola piatta con qualche collina, cactus, cespugli e tanta aridità. Inoltre dobbiamo di nuovo fare un cambio di ora e portare indietro le lancette di un’ora. Siamo oramai arrivati nella zona del Pacific Time. Grazie al fuso orario arriviamo a Las Vegas alle 18.Appena entrati in città veniamo subito colpiti dallo sfarzo del Las Vegas Boulevard, ma attenzione questa è l’unica strada sfarzosa, infatti in tutte le altre strade laterali non c’e’ nulla. Come al solito la città è artificiale, finta, sembra fatta di cartapesta, insomma un parco giochi per adulti! All’arrivo in hotel troviamo una coda di macchine all’ingresso. Pensavo che ci avremmo impiegato parecchio tempo, invece nel giro di un attimo, arrivati davanti all’entrata ci fanno scendere dalla macchina e consegnare le chiavi al fattorino e una volta scaricati i bagagli andiamo nella hall per il check-in. Da questa organizzazione si capisce che hanno a che fare con una mole enorme di turisti e tutto il meccanismo di svolge tipo catena di montaggio.Ci viene data la stanza 127 all’ottavo piano. Da qua abbiamo un discreto panorama su Las Vegas, ma più che altro sul deserto intorno! Il tempo è poco e ci sono molte cose da fare… Per cui, un breve riposo, una bella doccia e poi si parte per vedere il famoso “strip” di Las Vegas. E’ il diminutivo che viene dato a Las Vegas Boulevard, la via principale della città, lunga una decina di km, dove ci sono gli alberghi più famosi, più strani e più illuminati del mondo! Usciamo verso le 19 incominciamo a curiosare un pò dappertutto. Vediamo l’Excalibur (assomiglia al castello del logo della Disney), il New York New York, il Bellagio (famoso per il film “Ocean Eleven”), il Cesar Palace, il Paris, il Flamingo, il Venetian (una ricostruzione di Venezia compresi canali e gondole), il Treasure Island, il Circus Circus fino alla Stratosphere Tower. Per fare cena ci fermiamo a metà dello strip al Casino Royale e mangiamo in un fast food all’interno. Ogni hotel ha il suo casinò e per entrare ci sono dei percorsi obbligati. Inoltre i vari hotel sono tutti collegati da passerelle esterne o da ingressi secondari, tutti con aria condizionata, visto che la temperatura esterna è molto alta. Las Vegas è una città costruita in mezzo al deserto e anche di notte l’aria e calda. Verso l’una e mezza siamo di ritorno nel nostro hotel. Io e Riccardo andiamo a giocare al casinò. Prima proviamo le slot machine. Purtroppo non sono più come nei film con la leva e le monete, ma tutto è stato sostituito da un tasto per iniziare il gioco e da un display che indica il credito. In caso di vincita viene stampato un biglietto che deve essere cambiato alla cassa. Il fascino di una volta non esiste più! Giochiamo qualche dollaro, ma dopo un pò perdiamo tutto. A questo punto provo la roulette. Non si può andare via da Las Vegas senza aver fatto neanche una puntata. Cambio 10$ al banco, faccio qualche puntata e grazie ad alcune quartine azzeccata mi rimane qualche fiches. Prima di lasciare il banco, punto le poche fiches rimaste su alcuni numeri (ma una la tengo come ricordo). Miracolo! Esce il 22, quello che avevo puntato. Vinco 36$ e mi ritiro. Sono le 3, la giornata è finita bene. Andiamo a dormire. [17° giorno] – venerdi 20 agosto 2010 itinerario : Las Vegas [Nevada] – Death Valley NP [California] – Lone Pine [California]strada : 427 migliadurata : 12hpedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 18$ Mc Donaldhotel : 100$ Timberline Motel Oggi ci alziamo alle 9 e per le 10 siamo nella hall del Luxor a fare il check-out. Anche in questo caso stessa efficienza… Attendiamo davanti all’ingresso, ci portano la macchina, la carichiamo e poi partiamo. Tra poco più di un centinaio di miglia dovremmo arrivare nella Death Valley, la valle della morte! Il fatto è che quando manca circa mezz’ora all’arrivo sul cruscotto della nostra Chevrolet compare la scritta “CHANGE ENGINE OIL SOON”. Questa è proprio sfortuna… O fortuna fate voi! Torniamo indietro verso il primo paese Pahrump e cerchiamo un’officina. Visto che la nostra auto è a noleggio, prima di fare qualsiasi intervento occorre chiamare l’Avis per spiegare il problema. Visto che nessuno di noi tre è così spigliato con l’americano, chiediamo alla ragazza dell’ufficio dell’officina se può farlo al nostro posto. Lei si dimostra molto gentile e chiama per conto nostro. Una volta risolte le questioni burocratiche facciamo fare il controllo all’auto, paghiamo 65$ e lasciamo una mancia di 15$ alla ragazza per la sua disponibilità. Ora possiamo affrontare in macchina uno dei posti più aridi del mondo.Per le 14 siamo all’ingresso della Death Valley… L’ora migliore per fare un giro in questo posto! Paghiamo 20$ ed entriamo. Il primo punto di osservazione che vediamo è Dante’s view in cui si può vedere l’intera valle dall’alto, poi andiamo verso Zabriskie Point e infine scendiamo verso Badwater, il punto più basso dell’emisfero occidentale, infatti si trova a 85 metri sotto il livello del mare. Inoltre è anche uno dei posti più aridi della terra, infatti prima di scendere dalla macchina guardiamo il termometro che misura 118°Fahrenheit il che significa 48°C. Facciamo una camminata in questo posto chiamato Badlands, perché è una enorme distesa di sale ragion per cui non esiste forma di vita nei dintorni. Torniamo in macchina e andiamo verso Furnace Creek e poi verso la ghost town Panamint City. Ultima tappa a Scotty’s Castle e verso le 19 usciamo dal parco. Dopo circa due ore di macchina troviamo il primo paese chiamato Lone Pine e visto che sono le 21 ci fermiamo e cerchiamo un motel. Non è facile, infatti solo al terzo tentativo troviamo un posto dove dormire. Nel frattempo si sono fatte le 22,30 e l’unico posto dove poter mangiare è un Mc Donald sulla Main Street. [18° giorno] – sabato 21 agosto 2010 itinerario : Lone Pine [California] – Sequoia NP [California] – Fresno [California]strada : 379 migliadurata : 12hpedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 15$ Robertito’s Mexican Foodhotel : 84$ Super 8 Oggi ci svegliamo prestissimo e alle 7,30 siamo già in viaggio. Dobbiamo recuperare il tempo che abbiamo perso ieri. Per arrivare al Sequoia National Park dobbiamo fare un giro lunghissimo. Infatti questo parco non ha accessi ad est. Gli unici 2 accessi sono ad ovest, quindi chi arriva dalla Deth valley deve prima circumnavigare il parco da sud prendendo la Statale 395 e poi dopo una serie di strade di montagna si arriva alla Statale 198 che conduce direttamente al Sequoia NP. Dopo questo giro infinito arriviamo alle 1,30. Facciamo il biglietto (20$) e dopo un’altra mezz’oretta di macchina per le stradine di montagna arriviamo al visitor center. Come per tutti gli altri parchi, anche il Sequoia si visita in auto, facendo le tappe nei vari view point. La zona più interessante è la Giant Forest che comprende Morro Rock, cioè un gigantesco blocco di granito sulla cima del quale è possibile avere una visuale a 360° del parco. Un altro percorso interessante porta a Tharp’s Log, ovvero un tronco di sequoia scavato e usato come abitazione da uno dei pionieri. Infine andiamo a vedere la Sequoia del Generale Sherman, l’organismo vivente più grande al mondo, alto 84 metri. Per le 18 terminiamo la visita e proseguendo sempre sulla statele 198, usciamo dal parco e arriviamo a Fresno per le 20. Ci mettiamo un pò di tempo per decidere dove dormire perché vogliamo trovare un motel a poco prezzo, quindi usciti dal downtown ci dirigiamo verso Clovis e troviamo un Super 8 a prezzo ragionevole. Non dimentichiamo che queste sono tutte zone turistiche e quindi i prezzi non sono più quelli degli stati centrali!Sistemati i bagagli andiamo a fare cena da Robertito’s Mexican Food, ossia il solito fast food della catena dei TACO. Il posto è desolato quindi per le 11 siamo in camera. Da queste parti la TV prende anche i canali messicani e allora ci guardiamo un film di 007 in spagnolo e nel mentre continuo a scrivere il diario di viaggio. [19° giorno] – domenica 22 agosto 2010 itinerario : Fresno [California] – Yosemite NP [California] – San Francisco [California]strada : 329 migliadurata : 10hpedaggio : 5$ Bay Bridgecolazione : -pranzo : -cena : 63$ Tad’s Steaks + 20$ Gold Dust Loungehotel : 115$ Hotel Aida Anche oggi ci svegliamo presto. Alle 8 facciamo colazione in motel, visto che era compresa nel prezzo del pernottamento. Caffè, orange juice, cornflakes, waffle con sciroppo d’acero e poi si parte. Alle 8,30 siamo già in viaggio per l’ultimo parco che vedremo in questo viaggio, si tratta dello Yosemite NP. Imbocchiamo la Statale 41 e dopo un’ora e mezza siamo al parco. Lungo la strada superiamo le 5000 miglia percorse dall’inizio del viaggio. Oramai la procedura per visitare i parchi la conosciamo bene. Arriviamo all’ingresso del parco paghiamo 20$ per l’entrata e ci dirigiamo verso il Pioneer Yosemite History Center. Una breve sosta per visitare il villaggio dei pionieri con le case ancora originali e poi si riparte per il punto più interessante, cioè Glacier point. Da questa zona si ha la vista panoramica migliore del parco e si possono anche ammirare le cascate Upper e Lower Yosemite Falls, le più alte del Nord America. Dopo andiamo a vedere il Visitor Center con il museo e il “village”. Proseguiamo e prima di uscire da lontano vediamo “El capitan” una formazione rocciosa che pare essere il blocco di granito più grande del mondo. Per la prima volta in un parco americano, all’uscita ci chiedono di mostrare il biglietto di ingresso… Per fortuna che non lo avevamo buttato via! Prendiamo la Highway 140 e via verso San Francisco. Il panorama cambia di nuovo, una volta lasciata alle spalle la Sierra Nevada la strada si spiana di nuovo e attraversiamo di nuovo infinite distese di terreni erbosi, talvolta di colore tendente al giallo, cose se fossero bruciati dal sole. Arriviamo a San Francisco per le 18,30 e troviamo un pò di coda sul Bay Bridge, paghiamol’accesso al ponte (5$) e ci dirigiamo verso l’hotel che si trova in Market Street. Vicino all’hotel ci sono dei night club e ci sono un po’ di barboni in giro, ma comunque la zona è tranquilla. Entriamo nella stanza e ci riposiamo un paio d’ore, poi per le 21 andiamo in cerca di un posto dove poter mangiare. Il portiere dell’albergo ci consiglia Tad’s Steaks, noi ci fidiamo ed effettivamente mangiamo bene spendendo poco! Passeggiamo per il centro, facendo un pò di saliscendi per le colline, poi andiamo a berci una birra in un pub vicino a Union Square in un posto chiamato Gold Dust Lounge, dove quella sera c’era anche un gruppo che suonava musica rock. [20° giorno] – lunedi 23 agosto 2010 itinerario : San Francisco [California]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : 24$ Sally’s Famuous Fishwichcena : 95$ Nick’s Lighthousehotel : 115$ Hotel Aida La giornata di oggi sarà molto intensa! Infatti oggi dobbiamo concentrare la maggior parte delle cose da vedere a San Francisco. Facciamo colazione in hotel verso le 9 con un caffè e un donut e per e 9,30 siamo in strada. Il nostro hotel è in una posizione strategica, infatti a pochi passi c’è il capolinea della cable car line Powell-Hyde. Questo mezzo di trasporto è una funicolare che attraversa il centro da parte a parte percorrendo i saliscendi delle colline che compongono la città. Oggi è una attrazione per turisti più che un mezzo di trasporto! Arrivati al capolinea ci accorgiamo che c’è una coda chilometrica che attende di provare l’ebbrezza di questo cable car. Decidiamo allora di continuare piedi, cosi nel mentre iniziamo a prendere confidenza con la città. Percorriamo tutta Powell Street, sfioriamo Chinatown e ci dirigiamo verso il Fishermans Wharf. Andiamo al Pier 33 dove c’è l’imbarco per visitare l’isola di Alcatraz ma ci dicono che è già tutto esaurito. Una signora mi dice che bisogna prenotare su internet con un pò di anticipo se si vuole avete la certezza. Incredibile! Questa cosa mi sembra assurda, perché nel nostro caso, non essendo un viaggio organizzato, è impossibile stabilire il giorno esatto di visita.Ci accontentiamo allora di un giro in battello per la baia di San Francisco (20$ a persona). Facciamo un giro intorno all’isola di Alcatraz e poi andiamo fino al Golden Gate Bridge. Nonostante siamo ad agosto sulla barca c’è un’aria gelida. Dopo un’ora siamo di ritorno e andiamo a fare una passeggiata nel Fishermans Wharf… Molto turistico!Facciamo un pranzo veloce in un locale sul porto chiamato Sally’s Famuous Fishwich dove assaggio una zuppa di verdure servita dentro una pagnotta scavata chiamata “Clam chowder”. Camminiamo per gli imbarchi del porto, il più famoso dei quali è il Pier 39, e proprio qui vediamo che sopra delle zattere di legno sono spiaggiati dei leoni di mare. Proseguiamo fino al Pier 45 dove vediamo ormeggiate una nave militare e un sommergibile della seconda guerra mondiale. Decidiamo di visitare il sommergibile chiamato Papanito (10$ a persona). E’ incredibile come ogni spazio sia sfruttato al massimo… Non consiglierei la visita a chi soffre di claustrofobia! Sempre al Pier 45 visitiamo gratuitamente il Musèe Mecanique. Si tratta di una collezione di giochi meccanici antichi, ancora funzionanti, per intenderci gli antenati dei video giochi.Sono le 16 e la camminata continua, l’obbiettivo è quello di arrivare fino sopra al Golden Gate Bridge. Un cartello indica che dal Fishermans Wharf ci sono 5km. E allora gambe in spalla, si parte! Passiamo per Fort Manson e la zona residenziale di Marina Green, notiamo che ci sono parecchie spiagge e piste ciclabili e un sacco di gente che pratica attività fisica. Per le 17,30 arriviamo al Golden Gate Bridge e decidiamo di arrivare fino a metà. Per tornare indietro prediamo un autobus che ci porta vicino al centro. Proseguiamo a piedi e attraversiamo Russian Hill e andiamo a vedere la strada più inclinata del mondo che si trova in Lombard Street ed è chiamata “Crookedest Street”. A questo punto andiamo verso il capolinea del cable car, continua ad esserci coda. Compriamo i biglietti e visto che sono quasi le 20, rimaniamo nella zona di Fishermans Wharf per andare a mangiare. Lungo la strada vediamo un po’ di ristoranti. Scegliamo Nick’s Lighthouse e provo la specialità del posto cioè il Dungeness crab (granchio). Finita la cena facciamo un giro per i locali e ci dirigiamo verso il capolinea del cable car. Finalmente c’è poca gente. Riusciamo a salire e ovviamente proviamo questo mezzo di trasporto come si usa nei film, cioè stando attaccati al mancorrente in piedi e per metà fuori dalla carrozza! [21° giorno] – martedi 24 agosto 2010 itinerario : San Francisco [California] – Grover Beach [California]strada : 273 migliadurata : 6hpedaggio : -colazione : -pranzo : 15$ The nature stop – Natural Foodcena : 45$ Margarita’s Pizzahotel : 60$ Grover Beach Inn Ci svegliamo con calma e dopo aver bevuto solo un caffè per le 10 siamo in strada. Oggi ci aspetta un’atra bella camminata. Percorriamo Market Street fino all’inizio del porto di San Francisco, dove c’è il Pier 1. Mentre attraversiamo il Financial district notiamo che oltre ai turisti c’è tanta gente in giacca e cravatta. Prendiamo per California Street e all’incrocio con Grant Avenue entriamo a Chinatown. Anche in questo caso è proprio come nel film “Grosso guaio a Chinatown”, tutte case a forma di pagoda, colori sgargianti e tutte le insegne scritte con gli ideogrammi. Usciti da Chinatown come ultima meta ci prefiggiamo di raggiungere Telegraph Hill dalla cima della quale si ha un bel panorama sulla città. Sulla cima di questa collina c’è la Coit Tower. Lungo la strada troviamo un negozio di frutta e alimentari che si chiama The nature stop. E’ parecchio che non mangiamo frutta e quindi ci compriamo una vaschetta di frutta già tagliata a pezzi. Proseguiamo la scalata a Telegraph Hill e una volta giunti in cima facciamo un pò di foto e poi torniamo in hotel.Sono le 13 è ora di partire. Mentre ci allontaniamo dalla città passiamo davanti ad una mensadove vediamo parecchi barboni in fila che attendono il proprio turno e ci ricordiamo che è una location dove è stato girato il film “La ricerca della felicità”. Ci dirigiamo verso sud e imbocchiamo la Highway “California 1”. Questa highway è una delle più panoramiche degli stati Uniti con scogliere a picco sul mare e scenari mozzafiato. Verso le 21 arriviamo a Grover Beach, cerchiamo un motel vicino alla spiaggia ma oramai e buio e non si vede nulla, quindi andiamo alla ricerca di un posto dove mangiare; ma anche il questo paese nonostante siano le 22 è tutto quasi deserto. Troviamo un posto chiamato Margarita’s Pizza, ordino un piatto di Chicken Strips e dopo la cena torniamo in hotel. [22° giorno] – mercoledi 25 agosto 2010 itinerario : Grover Beach [California] – Santa Barbara [California] – Los Angeles [California]strada : 144 migliadurata : 7hpedaggio : -colazione : -pranzo : 45$ Char west Fish and Chipscena : 100$ Bubba Gump + 11$ Chez Jayhotel : 175$ Ocean Lodge Ci svegliamo verso le 8,30 accerchiati da una insolita nebbia che avvolge tutto il paesino, prepariamo i bagagli e nonostante la visibilità sia poca andiamo lo stesso verso la spiaggia. Fa un pò freschino, infatti serve una felpa per coprirsi dall’aria che arriva dall’oceano. Facciamo due passi sulla sabbia e ovviamente in giro non c’e’ nessuno. Vediamo solo qualche persona che corre e un uomo a cavallo! Notiamo anche che all’inizio della spiaggia, dove finisce la strada del paese c’e’ un ingresso per automobili (meglio fuoristrada), per soli 5$. Siamo arrivati alla terza settimana di viaggio e oggi sarà una giornata di trasferimento infatti dobbiamo arrivare a Los Angeles. Ci mettiamo in macchina e imbocchiamo la highway fino a Santa Barbara. Facciamo tappa in questa cittadina, molto bella e famosa. Lasciamo la macchina in un parcheggio a pagamento per 5$ e andiamo verso la spiaggia. Sono le 14, il cielo è azzurro e il sole alto, anche se rimane ancora un po’ della nebbia che in mattinata abbiamo visto nella spiaggia di Grover Beach. Andiamo verso il molo dove ci sono un pò di ristoranti e andiamo a magiare un delizioso piatto di “fish and chips” da Char West. Per smaltire il pranzo facciamo poi una camminata verso il lungo mare fino al porto. La spiaggia è deserta ma lungo il cammino vediamo un pò di gente che corre. Verso le 16 ripartiamo per l’ultima tappa del nostro coast to coast e alle 18 finalmente arriviamo a Los Angeles. Decidiamo di cercare un albergo nella zona di Santa Monica, uno dei quartieri più belli. La nostra decisione si rivela azzeccata, infatti questo posto è comodissimo da raggiungere.Una volta arrivati a Santa Monica, cerchiamo posto in un Holiday Inn ma ci chiedono una cifra esagerata. Continuiamo a cercare e lungo Ocean Avenue, la parallela al lungomare, troviamo un bel motel, senza grosse pretese a una cifra alta ma ragionevole. Per Soli 175$ a notte (in 3 persone) siamo a un tiro di schioppo dalla spiaggia… Si può fare! Sono le 18,30 e una volta sistemati i bagagli andiamo subito in spiaggia per sfruttare le ultime ore di sole. C’è poca gente e da subito notiamo le famose torrette di avvistamento dei baywatch. Ci sdraiamo per riposarci e per prendere un pò di sole, poi visto che fa ancora caldo facciamo il primo bagno nell’Oceano Pacifico. L’Acqua è freddissima, ma dopo qualche minuto ci si abitua (forse perchè il freddo inibisce i recettori del dolore…). Nel mentre assistiamo anche ad una scena stile telefilm baywath, dove un bagnino corre col suo salvagente, lo srotola e si tuffa in acqua per andare a soccorrere un bagnante!Il sole è molto basso, usciamo dall’Oceano, ci asciughiamo, per quanto sia possibile e ci gustiamo il tramonto sul mare. Sono le 20 e inizia a fare frescolino, quindi andiamo il motel. Questa sera per cena andremo in un ristorante della catena Bubba Gump che abbiamo visto sul pier di Santa Monica. Appena seduti a tavola , arriva un cameriere di colore molto simpatico che inizia a farci domande sul film Forrest Gump, visto che il ristorante è ispirato al quel film. Rispondiamo bene a tutte le domande, non vinciamo nulla… Ma il cameriere si guadagna la mancia! Verso mezzanotte usciamo dal ristorante e facciamo una camminata fino in fondo al molo, dove vediamo dei pescatori all’opera. Inoltre troviamo anche il cartello che indica la fine della Route 66. Prima di andare a dormire, andiamo ancora a berci una birra in un pub “american style” che si trova a un isolato dal nostro motel. [23° giorno] – giovedi 26 agosto 2010 itinerario : Los Angeles [California]strada : 74 migliadurata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : 61$ Surf Ranch + 15$ Ye Olde King’s Headhotel : 175$ Ocean Lodge Alle 9 usciamo dalla stanza e andiamo a vedere il quartiere di Hollywood. Il cielo è limpido e azzurro e si riesce a vedere l’Oceano Pacifico. Los Angeles è una città fatta su misura per le automobili, è enorme, ma grazie alle highway che tagliano il centro abitato ci si riesce a spostare rapidamente da quartiere a quartiere in poco tempo. Arrivati su Hollywood Boulevard parcheggiamo la macchina e paghiamo per lasciarla due orette. Siamo sulla Walk of Fame e riconosciamo subito il pavimento del marciapiede ricoperto da centinaia di stelle con i nomi dei personaggi più famosi della televisione, della radio, del cinema e della musica. A volte ci sono anche nomi che non conosciamo, ma saranno persone famose negli Stati Uniti. Camminiamo verso il lato nord e troviamo il Mann’s Chienese Theatre dove si possono vedere sulla pavimentazione le impronte della mani e dei piedi e gli autografi delle stelle più famose del cinema. Arriviamo in fondo alla strada e torniamo indietro, sempre con il naso all’ingiù per poter leggere i nomi scritti sulle stelle che ricoprono il marciapiede. E’ mezzogiorno ci spostiamo versi gli Universal Studios. Si trovano su una collina non lontana da Hollywood, ma ovviamente si raggiungono solo in automobile. Solo per parcheggiare ci chiedono 20$, poi arriviamo alla biglietteria e per entrare vogliono ben 70$ a persona! La prossima volta che guarderò un film pirata… Non avrò rimorsi di coscienza! Paghiamo il biglietto ed entriamo. L’atmosfera che si respira è quella di un parco giochi. Ci sono un sacco di pupazzi dei più famosi cartoni animati e ogni edificio è a tema. Entriamo nella casa degli orrori poi nel mondo di Waterworld poi a Krustiland e infine nel mondo di Jurassic Park. A questo punto ci mettiamo in coda per fare il giro degli Studios nel pullmino. La coda è lunghissima, ma nonostante tutto è scorrevole, infatti dopo mezz’ora iniziamo il giro. Vediamo gli stage cinematografici di CSI e altri telefilm, poi ci portano a vedere i set di alcuni film tra i quali “Fast and Fourios”, “Lo squalo” e “La guerra dei mondi” poi passiamo attraverso una ricostruzione di New Yorke di un paese in stile western. Finita la visita guidata andiamo a vedere uno spettacolo in 3d ispirato al film “Terminator 2”. Sono le 17, siamo stufi di stare nel parco giochi; decidiamo di andare in spiaggia. Arriviamo per le 18 in riva all’Oceano, ma oggi la temperatura è più bassa di ieri. Proviamo a prendere un po’ di sole, ma a mala pena si riesce a stare in maglietta! Dopo un pò ci spostiamo e andiamo a sentire un concerto che si sta svolgendo sul pier di Santa Monica. Al termine torniamo in motel e andiamo a riposarci.Verso le 22 torniamo sul pier per andare a mangiare in un posto molto carino chiamato Surf Ranch. Prendiamo come al solito un piatto pesante di fish and chips accompagnato da una birra e mentre mangiamo c’è un gruppo che suona musica ska. A mezzanotte usciamo e andiamo a esplorare un’altra zona di Ocean Avenue. Troviamo un pub inglese chiamato Ye Olde King’s Head e ci beviamo una birra. [24° giorno] – venerdi 27 agosto 2010 itinerario : Los Angeles [California] – New York [New York]strada : 95 migliadurata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : 30$ Cafè Croissantcena : -hotel : – (aereo) Anche questa mattina, al risveglio, siamo circondati dalla nebbia del Pacifico! Carichiamo le valige in macchina e ci prepariamo per l’ultimo giorno a Los Angeles. Facciamo un giro a Venice Beach, è deserta per via del brutto tempo, ma comunque ci sono alcuni skater e alcuni venditori ambulanti. Torniamo in macchina e imbocchiamo il Sunset Boulevar, lo percorriamo tutto e arriviamo nel Downtown. Mentre ci allontaniamo dall’Oceano notiamo che il tempo cambia, infatti la nebbia scompare e fa più caldo. Arrivati al Downtown mettiamo qualche moneta nel parchimetro e iniziamo il giro a piedi. Vediamo il Jewelry District, il Grand Central Market, il MOCA Museum of Contemporary Arts, il Music Center e la funicolare Angels Flight detta la ferrovia più corta del mondo che trasporta i passeggeri tra Hill Street e Bunker Street.Usciamo dal Downtown e ci spostiamo su Rodeo Drive, la via che taglia a metà il quartiere di Beverly Hills. Anche qui facciamo una breve sosta per dare una occhiata a questa zona soprannominata Golden Triangle piena di negozi delle marche più famose.Tornati in auto imbocchiamo Mulholland Drive che, passando per la collina di Los Angeles, offre spettacolari panorami sulla città. Puntiamo verso il parco dove ci sono le lettere giganti che compongono la scritta HOLLYWOOD. Purtroppo il cancello è chiuso e allora ci accontentiamo di una foto da lontano. Torniamo verso Hollywood Boulevard e parcheggiamo di nuovo l’auto pagando per un’ora di sosta. Sono le 15 e cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo Cafè Croissant e prendiamo il solito… Hamburger, patatine e birra. Terminato il pranzo torniamo alla macchina, abbiamo sforato di 5 minuti e ci accorgiamo che sul parabrezza c’è una bella multa da 56$. Saliamo in auto e facciamo un ultimo giro su Sunset Boulevard in direzione Santa Monica, dove vediamo un sacco di locali famosi tra i quali il Roxy. Proseguendo per la nostra strada incontriamo il quartiere residenziale Bel Air, famoso per essere stato l’ambientazione del telefilm “Willy il principe di Bel Air”. Arrivati a Santa Monica notiamo che qua il tempo atmosferico non è cambiato rispetto al mattino, infatti la nebbia continua ad avvolgere la baia, ma oramai il nostro tempo a Los Angeles è scaduto, sono le 18 e ci dirigiamo verso l’aeroporto.Arrivati all’International Airport consegniamo la nostra Chevrolet Impala che ci ha scarrozzato per tutta la lunghezza degli Stati Uniti, senza problemi (a parte un cambio di olio) per 23 giorni. Quando la lasciamo al personale guardiamo il contachilometri che segna 5881 miglia, vale a dire 9465 km. Ora ci aspetta il compito più doloroso, pagare il saldo per il noleggio dell’automobile. L’impiegata ci stampa il conto… 3445$ (di cui 1000$ solo per il drop off, ossia la tassa che si applica a chi non consegna l’automobile nella stessa città dove la si noleggia). Abbiamo fatto anche il conto della benzina: 786$… Spendendo in media 2,99$ al gallone che equivale a circa 0,79$ al litro!Prima di andare all’aeroporto andiamo a pagare la multa in un post office e verso le 23 decolliamo. Il coast to coast in macchina è terminato, ora faremo il coast to coast al contrario in aereo, impiegando circa 4 ore. Parte IV – Ritorno a New York in aereo

[25° giorno] – sabato 28 agosto 2010 itinerario : New York [New York]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : 37$ Andrew’s Coffee Shoppranzo : -cena : 60$ The Limerick Househotel : 130$ Hotel Pennsylvania L’aereo atterra a JFK alle 8 in punto. Recuperiamo i bagagli… Questa volta ci sono tutti! Usciamo dall’aeroporto e cerchiamo un taxi che per 50$ (il tipo ci dice “flat price”) ci porta nel nostro centralissimo hotel Pennsylvania prenotato in anticipo, che si trova proprio di fronte al Madison Square Garden. Per le 9,30 siamo in albergo, ma ci dicono che il check-in è dalle 15 in avanti. A questo punto, per non perdere tempo prezioso, lasciamo i bagagli nella “bagage room” e andiamo a fare un giro.Prima di partire, visto che non mangiamo da parecchio tempo, andiamo a fare una colazione sostanziosa. Andiamo da Andrew’s Coffee Shop che si trova vicino. Prendiamo come sempre un american breakfast che consiste in 2 uova, 2 fette di bacon, 2 salsicce e 2 pancake con sciroppo d’acero. Ci troviamo all’incrocio tra la 7th Avenue e la 33th Street. Decidiamo di muoverci verso sud di Manhattan a piedi. Percorriamo la 7th poi la 6th e poi la 5th fino ad arrivare alla 4th Avenue attraverso la quale entriamo a Little Italy. Percorriamo la via storica del quartiere, Mulberry Street; purtroppo al giorno d’oggi Little Italy è ridotta a pochi isolati e l’attrazione principale sono i ristoranti dai nomi italiani. Continuiamo la nostra camminata ed entriamo a Chinatown. Percorriamo la via principale, Mott Street, ed entriamo nel quartiere più variopinto di New York dove i negozi e i marciapiedi traboccano di cibi e prodotti esotici orientali.Nel frattempo si sono fatte le 14 e abbiamo ancora tempo per vedere qualcosa. Decidiamo di andare a vedere il ponte di Brooklyn passando per il “Bridge Bike Path and Walkway”. Al ritorno dal nostro giro camminiamo lungo tutta la Broadway Avenue passando per la City Hall e il Court Buildings, attraversiamo i quartieri di Tribeca, Soho, Noho e Greenwich Village. Vediamo Union Square e il Flatiron Building, poi finalmente arriviamo in albergo per le 15,30. Dopo tanta fatica… Il meritato riposo! Verso le 19 andiamo a vedere l’Empire State Building e visto che Massimo aveva comprato i biglietti su internet, saliamo fino al 103° piano saltando la coda alla biglietteria. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è stupendo. E’ quasi buio e riusciamo a vedere New York tutta illuminata dalla cima del grattacielo più alto della città. Alle 20,30 scendiamo dal cielo e andiamo a cercare un posto dove mangiare. Camminiamo sulla 5th Avenue e dopo un pò troviamo un pub chiamato The Limerick House. Verso le 23,30 ci incamminiamo verso l’albergo, siamo stanchissimi. La notte prima abbiamo dormito pochissimo sull’aereo in più siamo ancora abituati al fuso orario di Los Angeles. Visto che è sabato sera decido di fare ancora una passeggiata mentre i miei compagni di viaggio vanno a dormire. Mi incammino verso Time Square, uno dei posti più illuminati che abbia mai visto. Ci sono insegne pubblicitarie luminose grandissime e tutte vicine una all’altra. La luce che emanano è talmente forte che sembra essere giorno. Terminato il giro vado ancora a prendere un milkshake in un Mc Donald aperto 24h. [26° giorno] – domenica 29 agosto 2010 itinerario : New York [New York]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : 38$ George’scena : 26$ Famous Famiglia Pizzeria + 15$ Pig ‘n’ Whistlehotel : 130$ Hotel Pennsylvania Ci Alziamo alle 8 e, saltando la colazione, per le 8,30 siamo nella stazione della subway sotto al nostro hotel (Penn Station). Compriamo un biglietto giornaliero (8,50$ a persona) e ci dirigiamo verso la punta più a sud di Manhattan, cioè Battery Park, dove si trovano gli imbarchi per raggiungere gli isolotti di New York. I biglietti per visitare la Statua della Libertà sono esauriti da mesi e allora ci accontentiamo di vederla da fuori, quindi acquistiamo i biglietti solo per il battello che porta a Liberty Island e a Ellis Island (12$ a persona). Arrivati alla prima isola, facciamo un giro intorno alla Statua della Libertà con le solite foto di rito. Dopo mezz’oretta riprendiamo il battello che ci condurrà a Ellis Island, famosa per essere stata il principale centro di immigrazione degli Stati Uniti tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Visitiamo il museo gratuito e per fare il giro impieghiamo più di un’oretta. Torniamo a Manhattan col battello e andiamo a fare pranzo in un bar chiamato George’s, vicino a Ground Zero. Come sempre mangiamo il solito Hamburger e patatine. Una volta usciti, andiamo a vedere il cantiere e le lapidi che ricordano l’11 settembre del 2001. Ci spostiamo verso il Financial District e andiamo a vedere Wall Street, la Federal Reserve Bank, la statua di George Washington nella Federal Hall, la Trinity Church e infine la statua del toro in bronzo, simbolo di Wall Street. Terminato il giro nel distretto finanziario prendiamo la subway e ci dirigiamo verso Brooklyn. Scegliamo una fermata a caso e facciamo il giro degli isolati vicino per farci una idea di questo quartiere. Sono le 17, è ancora presto. Decidiamo di andare fino a Coney Island. In mezz’oretta siamo al capolinea della linea rossa, risaliamo in superficie e andiamo a vedere prima lo storico luna park e poi facciamo una camminata sul lungomare affollato di gente. Verso le 19 ritorniamo in hotel, impiegando circa un’oretta di viaggio con la subway, perché durante il tragitto ci fanno scendere dai vagoni dicendo che il treno doveva cambiare percorso e quindi avremmo dovuto aspettare quello successivo. Cosi facciamo e perdiamo una mezz’oretta.Per la cena ci muoviamo con calma, perché a New York non c’è il problema dell’orario di chiusura dei locali. Per le 21 siamo a Time Square e dopo una perlustrazione approfondita dei ristoranti della zona, decidiamo che è ora di provare la pizza di un locale italiano. Entriamo quindi da Famous Famiglia Pizzeria, ma purtroppo la qualità della pizza non è paragonabile con quella italiana. Dopo cena facciamo un giro a Time Square e andiamo berci una birra in un pub irlandese chiamato Pig ‘n’ Whistle. [27° giorno] – lunedi 30 agosto 2010 itinerario : New York [New York]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : 30$ Andrew’s Coffee Shoppranzo : -cena : 130$ Friday’s + 45$ Roxy’s Delicatessen + 15$ Pig ‘n’ Whistlehotel : 130$ Hotel Pennsylvania Per le 9 siamo in strada e andiamo a fare colazione nel locale del primo giorno, cioè da Andrew’s. La giornata di oggi è dedicata alla visita della zona nord. Scendiamo della subway, compriamo il biglietto giornaliero e ci dirigiamo verso Grand Central Terminal, cioè la stazione centrale. Andiamo a visitare la Public Library (quella della scena iniziale del film Ghostbusters) e il Chrysler Building. Riprendiamo la subway, linea verde, e dopo una fermata scendiamo a 51th Street (la fermata resa celebre da Marylin Monroe vestita di bianco). In questa zona vediamo la St. Bartholomew’s Church e la St. Patrick’s Cathedral, poi ci sostiamo verso il Rockfeller Center. Nel frattempo entriamo anche nel “Lego-Store” per vedere un pò delle nuove invenzioni fatte con i mattoncini colorati. Andiamo verso il M.O.M.A. E poi saliamo per la 5th Avenue fino all’angolo sud-est di Central Park, vicino a Grand Army Plaza. Qui entriamo nel mega-store della Apple e ne approfittiamo per navigare qualche minuto su internet.Sono le 13 e iniziamo il giro dentro Central Park, vediamo alcune statue di famosi condottieri del sud america a cavallo, uno fra tutti Simon Bolivar el Liberador… Ci addentriamo e passiamo di fianco al Wallman Rink, dove i newyorkesi vanno a pattinare sul ghiaccio durante l’inverno. Poi passiamo vicino allo Zoo e entriamo nella Literary Walk, ossia un viale immerso nel verde con le statue di alcuni tra i più importanti scrittori anglosassoni. Arriviamo fino a Naumberg Bandshell dove c’è un sottopasso che conducce fino alla Bethesda Fountain. In questa zona si trova un lago dove è possibile noleggiare delle barche a remi. Ultima tappa del parco è il Belvedere Castle, dove si vede un bello scorcio di Central Park con lo skyline dei grattacieli. Da qua di spostiamo verso la 5th Avenue e vediamo il Metropolitan Museum e più a nord il Guggenheim Museum. Sono le 16 e decidiamo di andare con la subway verso il Bronx dove c’è lo Yankee Stadium. Prendiamo la linea verde e dopo più di mezz’oretta arriviamo. Appena saliti in superficie vediamo che c’è un sacco di gente tutta vestita con la divisa dei giocatori di baseball. Capiamo subito che c’e’ una partita degli Yankee. Un bagarino ci vuole vendere dei biglietti per 60$ a testa. Incuriositi da questo fatto ci rechiamo verso la biglietteria chiediamo quanto costa il biglietto meno caro… Ci dicono 95$.Visto il prezzo eccessivo dei biglietti desistiamo dall’intenzione e ci consoliamo andando a comprare una pallina da baseball con il logo degli Yankee. Sono le 18 e torniamo verso Manhattan, ma prima di rientrare in albergo passiamo vicino al palazzo delle Nazioni Unite.Finalmente un pò di riposo. Per le 21 usciamo per l’ultima cena newyorkese. Ci dirigiamo verso Time Square e andiamo in una steakhouse chiamata Friday’s. Proviamo un piatto misto che è compsto da shrimps (gamberetti), ribs (costine di maiale) e patatine fritte il tutto servito con salsa BBQ Jack Daniels.Per il dolce andiamo verso il lato opposto della piazza in un locale chiamato Roxy’s Delicatessen. Nel frattempo mi chiama il mio amico Luciano appena arrivato a New York. Ci incontriamo a Time Square e ci sediamo utilizzando delle sedie che troviamo nella piazza. Facciamo due chiacchiere e lui mi racconta che è venuto a New York per l’inaugurazione della filiale americana di Eataly sulla 5th Avenue. Verso l’una, per concludere la serata, andiamo a berci ancora una birra nel locale dove siamo stati la sera precedente Pig ‘n’ Whistle. [28° giorno] – martedi 31 agosto 2010 itinerario : New York [New York]strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : -hotel : – (aereo) Ci alziamo con calma e per le 10 siamo pronti. Visto che è l’ultimo giorno ci dividiamo in modo che ognuno possa trascorrete le ultime ore a New York come meglio crede. Io mi faccio una passeggiata a piedi dal nostro hotel fino al quartiere Soho percorrendo la Broadway in direzione sud. Verso le 11 entro in uno Starbucks ordino un frappuccino al caramello e mi incammino col mio bicchiere in mano (come tutti i newyorkesi) verso l’hotel. Per le 12 facciamo il check-out e portiamo i bagagli nella hall dell’albergo. Decidiamo di andare all’aeroporto JFK verso le 14 e nell’attesa faccio ancora una uscita per le strade di New York e mi compro da mangiare presso le bancarelle che si trovano per strada. Prima prendo un hot-dog a 1$, poi mi incammino lungo la Broadway in direzione nord e lungo la strata prendo uno spiedino di pollo consalsa BBQ per 4$. Arrivo fino a Times Square la osservo ancora per l’ultima volta e torno indietro. Lungo la strada vedo una bancarella che vende frutta e per soli 4$ prendo due vaschette di macedonia… Il pranzo è quasi completo e per chiudere in bellezza entro in un Mc Donoald e prendo un milkshake. Una volta entrato in hotel, nell’attesa, mi collego ancora una volta a internet utilizzando la loro rete a pagamento (2$ per 30min). Arrivate le 14 ci facciamo chiamare un taxi che ci porta al JFK con la solita tariffa “flat price” a 51$ + 4$ di mancia.Una volta all’aeroporto, superati tutti i controlli, mi metto a scrivere il diario per l’ultima volta. Durante la procedura di imbarco un assistente di volo della KLM mi dice che il mio trolley usato come bagaglio a mano è troppo grande (mai successo in altri voli) e allora lo devo far imbarcare come bagaglio. Dopo un pò di discussioni glielo lascio e vado a sedermi al mio posto. Per le 18 siamo pronti, ma purtroppo ci attende una bella oretta di ritardo per motivi che non riusiamo a capire. Sono le 19 e finalmente si parte, destinazione Amsterdam. [29° giorno] – mercoledi 1 settembre 2010 itinerario : -strada : -durata : -pedaggio : -colazione : -pranzo : -cena : -hotel : – Il viaggio di ritorno è un pò più movimentato rispetto all’andata, infatti durate la notte abbiamo incontrato un pò di turbolenze che hanno sballottato l’aereo, ma nulla di preoccupante. Arriviamo ad Amsterdam verso le 8,30 con mezz’ora di ritardo, quindi dobbiamo correre per attraversare l’aeroporto da una parte all’altra, superare la dogana e farci stampare i biglietti per Torino, il tutto in 50 minuti! Noi ci riusciamo… Ma i nostri bagagli? Infatti, come sospettavamo, all’arrivo a Torino mancano tutti i nostri bagagli che fortunatamente ci vengono recapitati a casa il giorno dopo! Che dire… Quest’anno con i bagagli ho fatto la doppietta, persi all’arrivo e al ritorno dal viaggio.

NOTE DI VIAGGIO… ON THE ROAD Il traffico è ordinato. Anche se non tutti rispettano i limiti di velocità, nel complesso, la guida americana è disciplinata. Le interstate non sono molto curate, a parte il fondo stradale dissestato e rattoppato, si vedono spesso delle carcasse di copertoni di camion lungo le strade. Ci sono poche ferrovie. Quasi tutti i mezzi di trasporto viaggiano su gomma, per questo motivo ci sono tantissimi camion e pullman lungo le interstate e le highway. Se si vuole fare il coast to coast conviene andare da est verso ovest (da New York a Los Angeles) perché in questo modo si guadagnano ore con il cambio di fuso orario.

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