I sentieri delle Cinque Terre: Corniglia, Vernazza e Monterosso

Per la quarta volta in sei anni torno con gli amici di una vita da queste parti. Uno spaccato del Parco Regionale delle Cinque Terre: una bella cartolina troppo spesso deturpata da abusivismo edilizio e legislazioni alquanto anomale
Scritto da: anniaffollati
i sentieri delle cinque terre: corniglia, vernazza e monterosso
Partenza il: 02/08/2013
Ritorno il: 04/08/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Questo è il racconto avventuroso di un viaggio tra amici. Lo facciamo una volta l’anno, o meglio: negli ultimi 6 anni siamo riusciti a riproporcelo ben 4 volte! Si parte in macchina di solito, equipaggiati di tutto punto: cibo leggero – il più delle volte insalate di tonno in scatola, frutta secca, biscotti – sacco e pelo, molto te freddo (che alla fine berremo caldo) e tanta voglia di faticare lungo i sentieri impervi della riviera spezzina spendendo il minimo indispensabile.

Questa volta partiamo un venerdì sera alla volta di Corniglia, il nostro quartier generale da sempre. Ci va di lusso perché stavolta viaggiamo su un furgone Wolkswagen Werstfalia che fungerà anche da cucina e da camera da letto, così non siamo costretti a dormire in auto, spremuti come sardine. Anche col cibo ci va decisamente meglio del solito: avendo a disposizione il frigorifero, possiamo permetterci il lusso di birra e acqua fresca, frutta, verdura, formaggi; potendo contare su un fornello interno, possiamo cucinarci persino la pastasciutta la sera!

Arriviamo nel parcheggio principale del paese intorno alle 8 si sera, ci sistemiamo un momento, ci infiliamo il costume e scendiamo alla spiaggia a farci un tuffo. A Corniglia, a differenza degli altri paesi del parco, il mare te lo devi guadagnare. Attraversando tutto il colorato centro, arroccato sulla scogliera a picco sul mare, e scendendo poi per una ripida scaletta di cemento che porta a una caletta meravigliosa. Ci godiamo il tramonto da qui e per l’ennesima volta rimaniamo stupiti per la bellezza di questi scorci. Prima di salire, approfittiamo della magica doccia sugli scogli per toglierci la stanchezza e il sale dalla pelle. Qui, un paio di anni fa, mi sono sdocciato mentre il mare era in burrasca, al tramonto, coi granchi che mi lambivano le caviglie, un’esperienza davvero indimenticabile.

Quando è buio risaliamo fin al paese – che faticata – e ci rifugiamo sul furgone per cucinare qualcosa ci commestibile: pasta al sugo e birra fresca. Si sta meglio che in una suite a quest’ora, con l’arietta che entra dal portellone aperto e ci soffia via l’afa della pianura appena lasciata.

Il giorno successivo fa molto caldo. Decidiamo comunque di percorrere a piedi il sentiero Azzurro (www.cinqueterre.it/uploaded_binary/sentiero_azzurro.swf) da Corniglia passando per Vernazza e raggiungendo Monterosso. Due anni fa abbiamo avuto la possibilità di provare entrambe i percorsi in giorni diversi, cioè sia quello che ci apprestiamo a fare oggi che quello da Corniglia passando da Manarola fino a Riomaggiore. L’obiettivo questa volta è recarci sulle bellissime spiagge di Monterosso. Anche quest’anno ci tocca pagare i 5 euro di ingresso ai sentieri. Troviamo altamente ingiusto che per faticare – benché così facendo si possa godere di percorsi e scorci mozzafiato – ci sia da pagare una somma e chi ne sia sprovvisto non vi possa accedere. Utilizzando le ferrovie, si paga addirittura di meno! Ma perché non ricaricare chi adopera le comodità e premiare chi invece vuole guadagnarsi la bellezza di persona col sudore della fronte? Ebbene, lamentandoci anche quest’anno paghiamo il “ticket d’ingresso” e ci mettiamo in cammino: circa 1 ora per fare i 4 Km che separano Corniglia da Vernazza tra panorami stupendi e mulattiere che partono dalla strada principale e si snodano in su sulla montagna. A Vernazza, come avevamo avuto modo di constatare anche l’anno scorso, sono ancora visibili le cicatrici del disastro avvenuto alla fine del 2011. E dove le crepe sono state riparate, ci pensano i cartelloni a renderci protagonisti involontari del dramma collettivo della popolazione.

Ci infiliamo dietro la chiesa e ricominciamo a salire – questa la parte a mio avviso più dura di tutto il Sentiero Azzurro – verso Monterosso. Altri 3,5 Km in un’ora e mezza di afa e sole a picco e iniziamo a intravedere tra la vegetazione di olivi e i numerosi agavi, le spiagge del paese successivo. Scendiamo ancora una volta di quota ed entriamo nel centro del paese, una lingua di terra affacciata sul mare. Dopo aver mangiato un paio di meloni che ci siamo portati nello zaino per tutto il tragitto, qui facciamo la seconda brutta scoperta: la spiaggia libera è minuscola e dove sono presenti gli stabilimenti balneari – a differenza di quanto previsto dalla legge – davanti ai lettini non permettono non solo di mettere l’asciugamano, ma persino di sedersi! A garanzia della buona fede dei bagnini, ci sarebbe una particolare legislazione comunale che consentirebbe la sosta sul bagnasciuga solo a chi se lo può permettere. Qui, guardandoci intorno facciamo la prima considerazione: di italiani ce ne sono pochissimi. Solo molti stranieri probabilmente facoltosi che possono permettersi sia il sudore a pagamento che i prezzi delle spiagge spezzine. Peccato che posti così siano diventati assolutamente d’elite. Che cosa ingiusta dover pagare ciò che già ci appartiene: litorali bellissimi – dove non sono stati inghiottiti dal cemento – e persino sentieri per passeggiare!

Facciamo un bagno come riusciamo, restando più possibile lontani dalla spiaggia, e poi dopo una doccia fredda e qualche litro d’acqua trangugiato per ristabilire le riserve idriche corporee, decidiamo di riprendere il cammino al contrario. Fatta la faticata (tra una cosa e l’altra dovremmo aver fatto quasi 20 chilometri, oggi) arriviamo al quartier generale. Da qui scendo da solo nuovamente alla spiaggia per una rinfrescante doccia serale. Ad attenderci, sul furgone, ci sono due etti di pasta al pesto a testa.

Il giorno dopo restiamo in spiaggia a Corniglia tutta la mattina, poi ad una certa ora – dopo l’ennesima pasta, questa volta fredda – riprendiamo il furgone e facciamo rotta verso Manarola. Qui parcheggiamo direttamente verso il centro e facciamo una veloce passeggiata prima di rientrare per la dolce pianura padana. Al ritorno, passando per La Spezia, notiamo un’aria di festa davvero insolita e, complici le puntate di Slow Tour dell’anno scorso, mi rammento che proprio oggi si tiene l’88° Palio del Golfo della Spezia. Così lasciamo il furgone dove troviamo e facciamo in tempo ad assistere alla regata femminile. Peccato che dovendo rientrare per ora di cena non si possa restare a vedere anche quella maschile e i successivi sentiti festeggiamenti.

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Tramonto dalla caletta di Corniglia

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Palio del Golfo 1

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Vernazza

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Palio del Golfo 2



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