Cina: tour classico “risparmioso”

Tre metropoli, tre volti della Cina: Pechino che coniuga tradizione e modernità, Shanghai avveniristica e commerciale, e Xi’an ricca di storia ma nello stesso tempo provinciale e un po’ più arretrata
Scritto da: exployt
cina: tour classico risparmioso
Partenza il: 19/03/2016
Ritorno il: 28/03/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Inizialmente provo a cercare un tour organizzato, per me, mio marito e mia figlia maggiorenne: alcuni sembrano anche convenienti, ad un primo sguardo, ma ogni volta che faccio i conti con tutti gli “extra” che la quota non include, mi accorgo che la spesa è molto superiore al mio budget.

Allora decido di bypassare i tour operator e organizzare tutto per conto mio. Ho 10 giorni da riempire e 1300 euro a persona come tetto massimo.. ma non voglio certo prendere un volo rischioso oppure dormire in qualche bettola, e soprattutto non voglio rinunciare a niente nelle cose da vedere.

Mission impossible? No, ci sono riuscita: sono stata nel budget includendo tutto, ma proprio tutto, a partire dalla porta di casa fino a ritornarci. I viaggi (ovviamente anche quello intercontinentale), i visti, gli alloggi, tutti i trasferimenti, le tessere metro, il cibo, gli ingressi, le escursioni, le guide, e pure l’assicurazione. E sono tornata, compreso nel prezzo, con una coppia di valigie nuove molto carine, acquistate (in super sconto) con i risarcimenti delle compagnie aeree: un risarcimento me lo hanno dato perché la valigia è arrivata in ritardo, l’altro perché una delle mie, piuttosto vecchiotta a dir il vero, si è danneggiata!

Comincio dall’inizio il mio resoconto, sperando di poter essere utile a qualcuno che ha le mie stesse esigenze: comfort e prezzo, ma senza lusso, e quel pizzico di coraggio per buttarsi a far da sè.

Dico coraggio perché quando ho cominciato a dire in giro che stavo organizzando in autonomia un tour in Cina, la domanda più ricorrente era: ”Da soli? Ma non avete paura?”.

Beh qualche timore sì, non tanto perché siamo culturalmente molto distanti, ma soprattutto per le difficoltà linguistiche: io e mia figlia mastichiamo un po’ di inglese, ma là solo in pochi lo parlano, e poi c’è la questione della scrittura ideogrammatica… Se ci succedesse qualcosa come potremmo cavarcela?

Mi tutelo così, in tre modi

– Faccio un’assicurazione medico-bagaglio con COVERWISE (a parità di garanzie è quella che risulta più conveniente)

– Mi premuro di cercare sul web, qualcuno che ci possa fare da interprete e ci possa dare aiuto in caso di difficoltà: trovo un ragazzo di Pechino che ha studiato in Italia e che nel tempo libero lavora come guida turistica, e lo “prenoto” per una giornata, con l’accordo che ci teniamo in contatto con whatsapp, che in Cina, fortunatamente funziona.

– Effettuo la registrazione del mio tour su “Dove siamo nel mondo” , servizio del Ministero degli Affari Esteri e che consente di segnalare i dati del viaggio, per essere rintracciabili in caso di interventi di soccorso, con i tempi che corrono, non si sa mai..

Molte sono le operazioni preliminari, per avere meno problemi possibile in loco

– Fondamentale è ottenere il visto turistico. Per avere il visto occorre avere il biglietto aereo andata e ritorno e anche le prenotazioni degli alloggi, meglio se per tutto il soggiorno, nelle quali devono risultare i nominativi. Io allego quelle di booking.com, le accettano anche se la cancellazione è gratuita, e non serve nessuna “lettera di invito” dell’hotel (la lettera serve se vai in casa privata). Ci si può recare direttamente presso gli uffici preposti (Milano, Roma o Firenze) ma poiché io abito a notevole distanza da tutte queste città devo affidarmi ad un’agenzia. Chiedo diversi preventivi on line e alla fine scelgo “ufficiovisti” (http://www.ufficiovisti.it/visto-turistico-cina) perché è la meno cara. Mi danno tutta l’assistenza necessaria per compilare correttamente i complicati moduli richiesti e ci vuole circa una settimana dal momento in cui il corriere passa a ritirare i documenti a quello in cui il plico mi ritorna, con i visti regolarmente apposti. Il tutto alla ”modica” cifra di 150 euro a testa (117€ sono spese vive, da pagare anche facendo tutto di persona, il resto sono commissioni e spedizione).

– Provvedo a cambiare un po’ di euro in yuan, per avere dei liquidi per le prime spese. Pochi però, perché è più favorevole cambiare in Cina (in banca, non all’aeroporto). Attivo i nostri due bancomat per l’estero, ma per ritirare soldi poi abbiamo avuto dei problemi, perché molti bancomat cinesi riconoscono solo il circuito MAESTRO e siamo stati costretti a lunghe peregrinazioni (sembra che solo Bank of China li riconosce tutti, ma ancora la questione non mi è chiara). Meglio non avere contanti in esubero perché il cambio all’aeroporto, prima del rientro, è molto sfavorevole. Io pensavo che avendo la carta di credito potevo comunque star tranquilla, invece no, servono contanti perché in moltissimi posti non la accettano (per esempio non puoi usarla: per pagare le tessere metro, per pagare gli ingressi ai vari siti monumentali, per pagare il biglietto del treno, per pagare le escursioni organizzate in certi hotel..). Negli hotel invece accettano qualsiasi carta, anche la poste pay, così come in ristoranti e vari negozi. Già che parliamo di soldi… se inizialmente per fare un acquisto, pagavo senza discutere quanto mi veniva richiesto, ho pian piano imparato che, specialmente nei negozi per turisti, contrattando, il prezzo si riduce diciamo almeno di metà ma anche di più!

– Decido di non attivare un piano tariffario col nostro gestore telefonico per navigare in internet perché è piuttosto caro, scegliendo invece hotel con il wi fi gratuito in camera. Rimpiangerò però questa cosa, perchè è estremamente utile potersi connettere sempre, soprattutto per avere un traduttore a disposizione (non eravamo riusciti a trovare un traduttore che funzionasse senza connettersi). Per fortuna avevamo almeno scaricato tutte le mappe, utilizzabili con gps offline. In Cina molti siti sono bloccati: non è un problema che non si possa accedere a Facebook, Twitter o YouTube, ma è un guaio per noi che non si possa utilizzare nessuno dei servizi di Google! ( bisognerebbe aggirare il firewall governativo con una vpn). Io ho usato yahoo oppure baidu, ma google mi è mancato un sacco! Molti locali hanno wi-fi gratuitio (negozi, bar..) ma richiedono We-Chat, altrimenti non puoi utilizzarlo.

– Faccio una fotocopia dei passaporti, per ogni evenienza, visto che bisogna averli sempre in borsa e potrebbero andar persi. Non ho mai visto un paese dove vengono fatti così tanti controlli di sicurezza. In tutte le stazioni metro devi passare la borsa sotto lo scanner e chiedono i documenti, per entrare nelle stazioni ferroviarie, per comprare i biglietti di ingresso.. Incontri dappertutto agenti che chiedono i documenti, ma soprattutto ai cinesi. Mia figlia si è portata la carta studenti, è servita per qualche sconto.

– Stampo tutte le prenotazioni anche in cinese, oltre che in inglese, con tanto di mappa, per mostrarle ai taxisti.

– Prima di preparare le valigie verifico le temperature della stagione e il meteo. Sarò fortunata, perché a parte un po’ di pioggerellina a Xi’an, tutti gli altri giorni saranno baciati dal sole. Le temperature sono più o meno come a Milano: sulla muraglia, dove pensavo si gelasse, sono stata in maniche corte! Meglio comunque avere una sciarpa per il vento e un ombrello, non si sa mai. Come dicevo prima all’andata una valigia è arrivata il giorno dopo (direttamente in hotel): non è stato un disastro perché io faccio le valigie in modo da mettere un po’ di cose di ciascuno per ogni valigia, così tutti avevamo il nostro cambio. Inoltre ho sempre un “pacchetto emergenza” nel bagaglio a mano, insieme ai medicinali e a un disinfettante mani, che abbiamo strausato. La mascherina per lo smog invece l’abbiamo usata solo a Xi’an, perché a causa del traffico la puzza è forte. In tutte le strutture avevano prese con l’adattatore incorporato, quindi potevi attaccare sia prese italiane che del tipo tedesco.

– Io scelgo sempre sistemazioni con angolo cottura, non tanto per risparmiare (in Cina costa poco mangiare fuori), quanto perché ogni tanto mi piace farmi qualcosa all’italiana e anche perché certe volte siamo così stanchi, la sera, che non abbiamo voglia di uscire. E’ una scelta, a qualcuno sembra “triste” farsi da mangiare da solo, dipende da come si vedono le cose. A noi è stato utile avere dei viveri con noi. Metto in valigia: biscotti, pane in cassetta, nutella, pasta, passata di pomodoro e un po’ di altre cosucce, oltre al detersivo per i piatti, all’amuchina e a una tovaglia. Bisogna stare attenti perché è vietato portare in Cina: latte e tutti i suoi derivati (non ho portato nemmeno il grana) e frutta, verdura, carne, pesce, nemmeno in scatola (niente tonno)! Poi ognuno fa come crede, ho sentito di un sacco di gente che si porta perfino gli affettati , ma alla dogana fanno aprire le valigie praticamente a tutti e può andar bene come no. Non porto tanta roba perché so làa posso trovare di tutto. I supermercati per fare la spesa alimentare sono fornitissimi ed economici, ma non sempre facili da trovare. Dappertutto trovi i Family Mart, ma sono piccoli e poco forniti. Ottima invece la catena di supermercati Vanguard, con prezzi convenienti. A Shanghai ci sono tanti food store con prelibatezze da tutto il mondo (perfino il pesto Biffi) ma i prezzi sono alle stelle, meglio scovare un supermarket “normale”.

In Cina abbondano i MacDonald, Burger King,Pizza Hut, Subway e altre catene internazionali di fast food. Per non parlare poi dei piccoli locali con cucina cinese ( noodles a go go, li mangiano pure a colazione): i centri commerciali ne sono zeppi, così come tutte le zone turistiche, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Decido come fare per tutti gli spostamenti

La Cina è grande, così come le metropoli visitate, perciò bisogna avere le idee chiare.

– Volo intercontinentale. Poiché a mio marito confermano le ferie solo due settimane prima della partenza, è troppo tardi per trovare un’offerta di volo diretto economicamente abbordabile, altrimenti avrei scelto quella. Così ci tocca fare uno scalo e una durata totale di viaggio di circa 16/17 ore. Scelgo di partire da Venezia: all’andata arrivo a Pechino e al ritorno partenza da Shanghai. Evito accuratamente aeroporti potenzialmente più a rischio terrorismo (Belgio, Francia, Turchia..) o a rischio intemperie (Mosca e Nord in genere) optando per un volo ETHIAD, con scalo ad ABU DABI. Sarebbe stato meglio scegliere Emirates, come faccio di solito, è tutto un altro volare, ma la differenza di prezzo è notevole e tutto sommato, pur non avendo la stessa qualità, non viaggiamo male, per circa 530 euro (comprensivi di andata e ritorno) a persona.

– Trasferimenti interni alla Cina. Per andare da Pechino a Xi’an e da Xi’an-Shanghai si trovano tantissime combinazioni di volo possibili, a prezzi estremamente convenienti anche prenotando direttamente dall’Italia, specialmente se ci si prende per tempo (per esempio avevo trovato a 116€ per entrambe le tratte) noi però avevamo dovuto aspettare troppo e i prezzi erano saliti, così alla fine abbiamo deciso di provare il treno superveloce (treno G) da Pechino a Xi’an: ci mette circa 5 ore e i posti in seconda classe sono comodissimi. Ci sono numerosi treni ogni giorno e il biglietto si può comprare in qualsiasi stazione di Pechino (o anche in hotel, volendo). La spesa è di circa 70 euro a persona e la puntualità è cronometrica. Siamo partiti dalla stazione WEST di Pechino e arrivati alla stazione NORD di Xi’an: la sorpresa è che questa stazione è fuori dal mondo, ci vuole quasi un’ora di taxi per arrivare in centro. Poco di più (circa 100euro) ci è costato il volo Xi’an – Shanghai con Hainan airlines, aereo non molto grande ma servizio ottimo, anche il pasto era mangiabile.

– Transfer da e per aeroporti e stazioni. Dall’aeroporto di Pechino al centro, col taxi, poco meno di 100 yuan. Noi stiamo sempre alla larga dai tassisti abusivi, per non correre rischi di fregature varie. Quelli regolari li trovi subito e hanno il tassametro, così vai tranquillo. Dall’albergo di Pechino alla stazione, va benissimo la metro, è il mezzo più veloce. Dalla stazione Nord di Xi’an al centro col taxi spesa irrisoria: 40 yuan. La nostra esperienza è stata però poco edificante, perché il taxi era vecchio e sporco, l’autista fumava… insomma, a farla breve, per andare poi dall’hotel all’aeroporto abbiamo scelto di prenotare un transfer al desk dell’albergo: bellissima macchina, con autista puntuale ed efficiente, a 150 yuan. All’aeroporto di Shanghai (Pudong) c’è un trenino che si chiama Maglev che in 8 minuti esatti ti porta alla stazione della metro di Longyang road. Andata e ritorno costa 80 yuan (solo andata 50). Noi abbiamo preso quello ma a conti fatti non è così comodo, perché comunque poi devi prendere la metro per raggiungere il centro, quindi tanto vale prenderla direttamente in aeroporto: ci mette un po’ di più ma è la linea 2, quella che arriva anche a People Square, e il viaggio costa solo 25 yuan.

-Muoversi in città. A Pechino abbiamo usato quasi esclusivamente la metro ( ci sono molte linee ma alla fine se ne usano due o tre). E’ efficiente e veloce. Va detto però che chiude verso le 23.30 e apre di nuovo intorno alle 5 del mattino. Gli annunci sono anche in inglese, così come alcune mappe. Per evitare di fare continuamente i biglietti, visto che non esiste una tessera giornaliera o per più giorni con corse illimitate, abbiamo comprato una tessera ricaricabile. Per la carta paghi 20 yuan di cauzione e la puoi ricaricare quante volte vuoi : la prima ricarica è minimo 20 yuan, quindi all’inizio paghi 40. Ad ogni stazione metro c’è uno sportello dove le vendono (anche se nessuno parla inglese ti fanno vedere un foglio con tradotte le informazioni base). Una corsa in genere costa 3 yuan, ma se vai lontano, per esempio al palazzo d’Estate, sono 5. Puoi usarla anche sull’autobus, 2 yuan a viaggio. Strisci la carta sull’apposita colonnina del tornello sia quando entri che quando esci dalla metro: all’uscita visualizzi il saldo residuo. Prima di lasciare Pechino puoi farti rimborsare la cauzione, ma attenzione, non in tutte le stazioni metro è possibile. Noi abbiamo rimborsato alla stazione west, ma si può anche a Dongsi per esempio. A Xi’an abbiamo usato gli autobus (purtroppo strapieni): sul bus c’è un contenitore in cui devi infilare 1 o 2 yuan a seconda dell’autobus (nessuno ti cambia, quindi tagli piccoli a portata di mano). Abbiamo evitato i taxi anche se convenienti perché pessimi. A Shanghai abbiamo comprato una tessera metro con viaggi illimitati per 3 giorni a 45yuan, ultracomoda.

Decido dove alloggiare…

…dando sempre priorità alla posizione della struttura, alla disponibilità dell’angolo cottura, al rapporto qualità/prezzo. Tutte le prenotazioni le faccio con booking.com.

A Pechino: scelgo Beijing Xinxiang Yayuan Apartment ( 4 stelle) e sono molto soddisfatta. Non è un hotel, ma un residence, per 3 notti in 3, colazione esclusa spendo 230€. Ti chiedono una cauzione di 500 yuan in contanti che ti ridanno quando parti. La posizione è centralissima: a due passi dalla metro di Dongsi (linea 5 e linea 6) in una zona molto tranquilla e silenziosa. Un fornitissimo supermercato è praticamente di fronte e dietro l’angolo c’è il McDonald. Il monolocale con letto aggiunto è luminoso e con una bella vista e davvero enorme. L’angolo cottura io lo pulisco sempre personalmente: è ben attrezzato ( se manca qualcosa basta chiedere). Noi abbiamo usato perfino la lavatrice, lo stendino, l’asse e il ferro da stiro. Nella zona salotto avevamo divano, tavolo e sedie, tv, e armadi a volontà. Per terra legno e mattonelle, più igienico della moquette. Il bagno è con vasca ma in più c’è una doccia in un vano separato: ci cono ciabatte e tutti i prodotti, anche gli spazzolini. Wi fi perfetto. Non c’è una vera e propria reception, viene usata una stanza al nono piano, dove custodiscono anche i bagagli, ma all’ingresso a piano terra ci sono i portieri che chiamano i receptionist che vengono ad accoglierti quando arrivi. Solo una ragazza parlava inglese, gli altri si arrangiano col traduttore del telefonino. Organizzano escursioni a prezzo stracciato (in inglese) e le puoi prenotare fino alle 22 del giorno precedente la gita. L’unico neo è che può essere difficile individuare l’ingresso, perché manca una targhetta con il nome della struttura: l’edificio ha una grande scritta sopra al tetto: “La Capitale”. Il portone degli appartamenti è sullo stradone principale, ed è sovrastato da un’enorme insegna rosa con disegnati palloncini.

A Xi’an scelgo Citadines Central ( 4 stelle) e sono soddisfatta. La posizione è eccezionale, a un passo dalla torre del tamburo, perfetta per un tour serale del centro a piedi, a 10 minuti dalla fermata della metropolitana della Bell Tower. La cucina ha tutto l’occorrente, perfino il tostapane e lo scolapasta. La pulizia è accettabile. Il “monolocale doppio” non è molto grande, ma ha due letti matrimoniali alla francese e un separè scorrevole che divide le due zone. La scrivania va usata anche come tavolo da pranzo, c’è una sola sedia (gli altri stavano seduti sul bordo del letto) e non ce ne starebbero nemmeno altre dato lo spazio ristretto. Il bagno ha la vasca con la tendina di plastica per la doccia. Arredamento in genere un po’ datato e moquette a terra. Per due notti in 3 persone ci hanno dato 4 voucher per la colazione, noi ne abbiamo usati 3 il primo giorno, perché il secondo siamo partiti presto e non si può far colazione prima delle sette. Comunque la colazione non è niente di che. Punto forte è il prezzo: 108 euro, in 3 per due notti, colazione inclusa, nessuna cauzione.

A Shanghai scelgo Fraser Residence (5 stelle) ma non sono particolarmente soddisfatta. Dista circa 500 m dalla metro più vicina, Dashijie che è sulla linea blu (la 8), una linea un po’ scomoda per raggiungere i vari luoghi interessanti, anche se si trova in centro. Per cambiare a People Square c’è un lunghissimo tratto sotterraneo da percorrere. Se dovessi tornare a Shanghai cercherei una struttura vicino alla linea 2, magari proprio a People Square che è un crocevia strategico. Trovare il Fraser Residence, arrivati a Shanghai, è stato problematico perché avevo stampato la mappa da Google maps e la posizione indicata è sbagliata (mentre su Booking.com lo indicano correttamente). E’ una torre di 30 piani, che in alto sembra quasi ondeggiare, da sentirsi male: io ho dovuto spostarmi dal 27^ al 10^ piano. E’ un residence con servizi da hotel, con tutti i facchini, gli ascensori, la piscina, la sauna, il servizio in camera, i ristoranti ecc., ma gli appartamenti sono piccolini, pur se con camera separata dalla zona giorno. La dotazione di utensili da cucina è essenziale, quasi scarsa. Di buono c’è che il rubinetto del cucinino ha acqua microfiltrata. Il bagno è grande e tutto nell’appartamentino è ben tenuto, quasi nuovo, e pulito. Quello che mi ha deluso è che manca l’attenzione al terzo ospite: è tutto tarato per due. Il letto supplementare è scomodissimo ( a mia figlia è venuto mal di schiena) ed è posto del salotto, dove c’è una ventola rumorosissima che va tutta la notte disturbando il sonno. Abbiamo chiesto asciugamani e stoviglie per il terzo ospite e non ce li hanno dati. Le escursioni che propongono sono costosissime.

IL NOSTRO ITINERARIO IN SINTESI

1° giorno, sabato: Viaggio ITALIA / CINA

2° giorno, domenica: PECHINO

Arriviamo verso mezzogiorno al residence. Dedichiamo il pomeriggio alla visita del TEMPIO DEL CIELO, splendido esempio di architettura religiosa cinese. Compriamo il biglietto completo (28 yuan) che permette di entrare al parco, al muro del suono e all’altare circolare e ovviamente al tempio della preghiera per un buon raccolto, che è l’edificio principale. Il Tempio del Cielo colpisce per i colori, per tutte le balaustre in marmo, per la spiritualità, nonostante la ressa. Ci rechiamo poi alla PIAZZA TIENANMEN, dove cerchiamo invano una panchina. Sui due lati maggiori spiccano il palazzo del governo e il museo nazionale. In fondo, il mausoleo di Mao e il monumento agli eroi del popolo con tutte le sventolanti bandiere rosse. All’opposto, la famosa “Porta della Pace Celeste” con il ritratto di Mao, ingresso alla città proibita. E’ il crepuscolo e i soldati marciano per ammainare la bandiera, richiamando un grande numero di turisti.

3° giorno, lunedì: PECHINO

Scegliamo un one-day tour in lingua inglese prenotando alla reception del residence. 180 yuan a persona compreso il pranzo. Il pulmino viene a prenderci alle 7.30, ci porta a visitare una TOMBA MING, poi alla fabbrica di giada. Si pranza in un ristorante cinese turistico ma carino, con tanto di lanterne rosse e cameriere con costumi tradizionali. Ci sono tantissimi assaggi, tra cui il “must”, l’anatra laccata, ma non ci piace più di tanto, troppo dolciastra. Poi si va alla GRANDE MURAGLIA, sezione di Badaling, la più affollata e la meno autentica, ma purtroppo, non c’era scelta. Io ho insistito un po’ con i miei familiari per andare a Mutuianyu, dove c’è anche uno scivolo per scendere, ma alla fine hanno vinto loro preferendo la cabinovia che c’è a Badaling (la salita e discesa in cabinovia si paga extra, 100 yuan per persona). L’escursione si conclude con la sosta ad una tea house per la degustazione di vari tipi di the cinese. La serata la trascorriamo nella zona dei laghi, cominciando dalla VIA HOUHAI, la cosiddetta “via dei bar”.. Ci arriviamo con la metro (fermata Shichahai). Facciamo un giro a piedi attorno al lago, una zona quasi tutta pedonale (tranne per quei dannati motorini elettrici che imperversano dappertutto). E’ la zona della movida pechinese, molto retrò e caratteristica, tutta localini, lucine colorate e musica: ogni singolo bar ha un piccolo gruppo che si esibisce live, oppure qualche ragazza che balla. Pieno di gente anche in marzo! Ci sono anche negozietti, in uno compro dei ventagli da portare come souvenir, mi fanno una confezione davvero carinissima.

4° giorno, martedì: PECHINO

Incontriamo la nostra guida privata parlante italiano, un ragazzo che devo dire non era proprio ferratissimo nel fornire informazioni, ma che tutto sommato se l’è cavata e ci ha fatto conoscere alcuni aspetti particolari dei vari luoghi, della cultura e della religione. Decido di pagarlo quanto mi chiede, anche se mi sembra decisamente troppo. La prima tappa è il palazzo imperiale, o palazzo d’inverno, più conosciuto col nome di CITTÀ PROIBITA (chiuso al lunedì). Trascorriamo almeno 4 ore lì dentro, esplorandone vari angoli e ascoltando dalla guida vari aneddoti. E’ invasa da gruppi di turisti cinesi, piuttosto indisciplinati che spingono, non seguono la coda. Gente a perdita d’occhio. Decidiamo di pagare ulteriori 10 yuan per vedere il tesoro e il muro dei nove draghi. Vale proprio la pena, anche perché in quell’area i turisti sono pochissimi e si può veramente apprezzare l’architettura dei padiglioni oltre agli oggetti preziosi, che testimoniano il potere e lo splendore degli antichi imperatori. Pranziamo in un centro commerciale sulla Wangfujing, con il sostegno della guida per la scelta delle pietanze. Ci indica dove si trovano la maggior parte degli hutongs, vicoli stretti, con case piccole di mattoni grigi, dove si svolge la vita più semplice degli abitanti di Pechino. Quindi ci rechiamo al TEMPIO DEL LAMA (ingresso 25 Yuan a persona). Ci aggiriamo nei vari cortili ed edifici sacri, fra i fedeli in preghiera. Anche noi accendiamo i bastoncini di incenso che danno all’entrata. Ammiriamo i tetti intagliati e decorati e le enormi statue del Buddha avvolte nelle vesti arancioni, secondo i canoni dell’iconografia tibetana. L’edificio del secondo cortile custodisce le statue di tre Buddha che rappresentano il passato, il presente e il futuro, mentre in un altro padiglione c’è una statua del Buddha alta ben 26 metri in un tronco unico. In serata torniamo a fare un giro sulla WANGFUJING e andiamo a visitare il caratteristico MERCATO NOTTURNO DI DONGHUAMEN STREET con le sue pietanze insolite. A volte gli odori ci colpiscono, sono veramente forti e non del tutto gradevoli.. Vediamo anche i fantomatici spiedini di insetti e aracnidi e le stelle marine fritte.. ma non è che si trovino così di frequente, come mi avevano fatto credere. Credo sia più un’attrazione turistica che altro. Attenzione però che alle 22 chiude tutto.

5° giorno, mercoledì: PECHINO/ XI’AN

Una giornata di cielo azzurrissimo è ideale per recarsi al PALAZZO D’ESTATE che raggiungiamo in circa mezzora di metro scendendo a Beigongmen, vicinissima all’ingresso dell’enorme giardino imperiale. Paghiamo solo l’ingresso al parco e poi in aggiunta quello alla Torre della fragranza del Buddha. Una mattinata rilassante, su e giù per le colline, sui ponticelli, costeggiando il lago, gustandoci la combinazione armoniosa fra natura ed edifici, un insieme al quale il sole brillante e gli alberi in fiore, bianchi e rosa, aggiungono un tocco poetico. Vorremo attraversare il lago in barca fino all’isola, ma il servizio non è in funzione (forse non è ancora stagione). Fotografiamo la barca di marmo, percorriamo il lungo corridoio coperto e poi saliamo fin su in alto per ammirare il panorama. Ci fermiamo, sulla via del ritorno, per fare un giretto negli HUTONGS DI NANLUOGUXIANG, con assaggi tipici ( non sappiamo di cosa perché nessuno parla inglese). Ma non sono veri e propri hutongs, sono troppo turistici, secondo me. Poi viene l’ora di prendere il treno veloce per Xi’an, dove arriviamo verso le 23.

6° giorno, giovedì: XI’AN

Dopo un piccolo giro per vedere le mura della città, ci dirigiamo risoluti verso L’ESERCITO DI TERRACOTTA, che per molti rappresenta l’Ottava meraviglia del mondo. Per andare all’esercito di Terracotta c’è un autobus pubblico il 306 ( gli altri fanno un giro più lungo) che si prende nel piazzale antistante la stazione EST e costa 7 yuan a viaggio. Il tragitto dura quasi un’oretta. Il sito archeologico è enorme, bisogna essere preparati ad una bella scarpinata. Questo esercito, con i guerrieri in grandezza naturale, uno diverso dall’altro, è una fedele replica dall’armata che aveva unificato la Cina. All’ingresso brulicano le guide, ma nessuna parla italiano. Non ci sono nemmeno le audioguide in italiano, solo inglese. Fortunatamente ho scaricato dal web una brochure con le spiegazioni. La prima fossa è di fortissimo impatto, è enorme e i guerrieri sono tantissimi. La terza è piccolina, ma suggestiva. La delusione è la seconda fossa, quella dove si trovano centinaia di cavalli, cavalieri e arcieri, ma che invece è completamente coperta di terra. Bisogna accontentarsi dei pochi esemplari esposti delle vetrine circostanti.

Nel pomeriggio facciamo un giro città con i mezzi pubblici, fino alla GRANDE PAGODA DELL’OCA SELVAGGIA, ammirando le fontane e le statue di bronzo che si trovano lì attorno. Sui marciapiedi delle strade, assolutamente non lindi come a Pechino o Shanghai, nel più caotico traffico spesso bloccato, carrettini e antri con pentoloni fumanti o barbecue improvvisati. Chissà che cibi propongono, certo non ci passa nemmeno nell’anticamera del cervello di provarli. Botteghe con merci talvolta incomprensibili per noi, gradi negozi a due piani che vendono abiti tradizionali e dragoni colorati.. Xi’an è la più “cinese” delle tre città che abbiamo visitato, nel senso che è più la Cina che ci mi ero figurata. Dopo cena passiamo sotto la TORRE DEL TAMBURO illuminata da luci variopinte e ci addentriamo nel QUARTIERE MUSULMANO per vedere il caratteristico, chiassoso mercato: ne vale la pena! (okkio che chiude per le 21.30)

7° giorno, venerdì: XI’AN/ SHANGHAI

Ci rechiamo all’aeroporto al mattino presto e prendiamo il volo per Shanghai. Avendo faticato un po’ a trovare il residence siamo un stanchi, così ci concediamo una siesta. Nel pomeriggio facciamo un primo giro esplorativo della città: camminiamo per il parco di PIAZZA DEL POPOLO, passiamo davanti al grande edificio che ospita il Museo di arte antica cinese, ma non c’è verso di convincere i miei compagni di viaggio a entrare. Ci avviamo lungo NANJING ROAD, la via commerciale più famosa della città, fino al punto panoramico sul fiume dove si può ammirare il mitico SKYLINE DI SHANGHAI, coi grattacieli, che col sopraggiungere del buio, spiccano con le loro colorazioni sfavillanti e cangianti.

8° giorno, sabato 26: SHANGHAI

Ci avviamo verso la VECCHIA CITTÀ MURATA di Shanghai. In, in realtà di vecchio è rimasto ben poco, è tutta ristrutturata e trasformata in un enorme zona turistico-commerciale, superaffollata. Comunque è particolare, con gli edifici dal tetto a pagoda, laccati di rosso scuro e rifiniti in color oro, con i draghi, i leoni, le lanterne e tutto il resto. Attraversiamo il CITY GOD TEMPLE, monumento taoista con una lunga storia: c’è una paurosa fila, ma sono i fedeli, mentre per i turisti non c’è biglietto né coda. Arriviamo AL GIARDINO DEL MANDARINO YU, paghiamo l’ingresso (30 yuan. 15 per studenti) e nonostante la calca, ci troviamo in altro mondo: laghetti, rocce, ponticelli e piccoli padiglioni. Si tratta di uno degli esempi più alti di giardino cinese. All’ingresso ci sono delle ragazze universitarie del posto che fanno le guide volontarie, gratuite. Ci aggreghiamo ad un gruppetto di studentesse romane e seguiamo questa guida che entusiasticamente spiega ogni cosa, ovviamente in inglese (gentilmente le studentesse romane ci danno una mano nella traduzione!). Ci rechiamo nella zona di Xintiandi, dove ci sono ristoranti e bar con specialità di tutto il mondo e pranziamo in un ristorante thailandese, chiamato Simply Thai. Non sono esperta di cucina thai perciò non ho termini di paragone, però i piatti sono gustosi e anche la location, con i tavolini all’aperto in un sabato soleggiato di marzo, è deliziosa. Trascorriamo il pomeriggio a passeggio fra le case di pietra e i negozi di XINTIANDI e poi nell’ex CONCESSIONE FRANCESE. Sorridiamo davanti al ristorante italiano che propone “spagetti” (senza h) sulla lavagnetta esterna e assaggiamo i coloratissimi Macaron in una bella pasticceria. Infine ci dedichiamo allo shopping fino a tarda sera nei megagalattici centri commerciali di Nanjing Road.

9° giorno, domenica 27 (Pasqua!): sHANGHAI

In mattinata ci rechiamo nella ZONA DI PUDONG, quella dei grattacieli, il volto avveniristico della Cina. In prima linea la PEARL TOWER con la caratteristica punta a palla e il suo ristorante rotante. Decidiamo di non salire sulla Pearl ma al 100^ piano DEL WORLD FINANCIAL CENTER, l’edificio soprannominato “cavatappi” per la forma del tetto. Paghiamo, non sappiamo perché, solo 100 yuan a persona invece dei previsti 180 (mia figlia entra gratis perché è il suo compleanno). Avevamo sentito tanto parlare della skywalk, col pavimento in vetro da brivido, ma in realtà non ci è sembrato niente di speciale, perché le mattonelle in vetro su cui camminare sono solo una fila. La vista è un po’ offuscata dalla foschia (o smog?) nonostante la giornata soleggiata. Essendo a 474 metri da terra questo è l’osservatorio più alto al mondo, ciononostante, a mio avviso, è più spettacolare il Burj Khalifa di Dubai (anche se l’osservatorio è “solo” a 450 metri). Più tardi visitiamo il TEMPIO JING’AN, un tempio molto grande, quasi del tutto ricostruito. Al centro del cortile un enorme incensiere nel quale tutti tentano di lanciare delle monete (ma essendo molto alto l’impresa non è facile). Nelle varie salette ci sono cerimonie con i monaci che cantano e suonano, è suggestivo ma non tanto mistico come si potrebbe pensare. Pur non essendo questo il tempio denominato “del Buddha di giada” è qui che si trova il più grande Buddha in giada di tutta la Cina (giada quasi bianca), statua davvero maestosa. Pranziamo in piccolo ristorante dove mangiamo gli “steamed dumplings” ovvero i ravioli cotti al vapore in cestelli foderati di foglie di cavolo, simbolo culinario di Shanghai. Ottimi! Ci riposiamo un po’ in stanza, poi facciamo una PASSEGGIATA SUL BUND AL TRAMONTO, gustandoci da un lato gli edifici storici di stile europeo e dall’altra, oltre il fiume, i grattacieli che riflettono la luce sull’acqua. Un ultimo giro a caccia di souvenir nel “suk” della città vecchia, poi si va in aeroporto.

10° giorno, lunedì 28 (Pasquetta): CINA/ITALIA

(il volo parte poco dopo mezzanotte ma a causa del fuso orario siamo in Italia nel primo pomeriggio del giorno stesso).

Sognavo da tanto questo viaggio e non mi ha deluso, tutt’altro, lo consiglio a chiunque! Anche se per certi versi la Cina me la immaginavo più “vecchio stampo”, e lo confesso, anche un po’ confusionaria e trasandata, invece, nelle grandi città, come Pechino e Shanghai è tutto moderno, pulito, perfettamente organizzato! E ci sono tanti cani al guinzaglio… con tanto di cappottini. Avevamo un po’ di remore a chiedere la carne, abbiamo sempre scelto pollo.. Ma sarà stato davvero pollo?! Speriamo di sì.. anche perché nel piatto c’era dentro anche una zampa intera! La cosa sorprendente è che la cucina cinese in Cina è completamente diversa dalla cucina cinese in Italia. Tutto ha un sapore che non ha niente a che vedere con quello del take away che abbiamo vicino a casa nostra e dal quale ci serviamo spesso!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche