Tour tra Cile e Bolivia

Un viaggio tra le meraviglie del nord del Cile, i meravigliosi colori dell'altopiano boliviano e i misteriosi moai di Rapa Nui
Scritto da: Martinka82
tour tra cile e bolivia
Partenza il: 27/10/2017
Ritorno il: 11/11/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Un viaggio iniziato molto prima di ottobre, ma andiamo per gradi. La mia compagna di viaggio ed io non solo viviamo in città diverse, ma anche in stati diversi: io abito in Italia, e più precisamente a Trieste, lei è una ragazza bolognese trapiantata in Germania, a Dusseldorf.

Come abbiamo organizzato il tutto? Via WhatsApp! Certo, avete capito bene, lunghe chiacchierate domenicali via telefono, per raccontarci cosa una o l’altra ha trovato di interessante, sui voli, sui luoghi… ed alla fine ne è uscito un viaggio meraviglioso.

Io sono partita direttamente da Trieste, con scalo a Roma, e volo diretto a Santiago del Cile – volo Alitalia – 850€. Mentre Federica è partita da Dusseldorf, con scalo a Madrid – Iberia.

Ci siamo date appuntamento direttamente in aeroporto, atterrando io 40min prima. Dopo una lunga attesa per i controlli doganali, zaini in spalla, e via all’avventura.

Abbiamo scelto il bus come primo mezzo, bus diretto aeroporto – Plaza Los Heroes, 1800CLP. Dopo il check-in nell’ostello “Hostal Santiago Backpackers” e le grasse risate per la dimensione della nostra stanza, ci siamo fatte un primo giro di perlustrazione – l’ostello è in pieno centro, vicino al Mercato. Avendo poco tempo a disposizione, abbiamo contattato il “Spicy Chile free tour” – prenotazione obbligatoria – una rete di studenti universitari che si propongono come guide turistiche. Il tour dura 3 ore, e le guide, oltre ad essere competenti e parlanti inglese, ti portano nei luoghi più belli della città, raccontando aneddoti e curiosità che sulle guide turistiche non si trovano. Alla fine del tuor è buona usanza lasciare una mancia.

Segnalo il Mercato La Vega Central, meno turistico e per ciò meno caro del Mercato Centrale, segnalato sulla Lonely Planet – ci abbiamo mangiato delle buonissime empanadas e succo di frutta fatto sul momento. Abbiamo invece cenato nel Barrio Bellavista, rione molto vivo e colorato, pieno di localini e musica, sotto al Cerro San Cristobal, sul quale siamo salite con la funicolare per goderci un bel tramonto – occhio, Santiago è a 2100m, per cui salire sul Cerro significa arrivare ad oltre 3000m, portatevi una giacca a vento.

Il secondo giorno siamo scese al mare, a Valparaiso. Da Santiago partono bus ogni 20min, costo a/r 12000CLP. Prima tappa – Mercado Cardonal – in fondo è ora di pranzo. Al primo piano di questo pittoresco mercato ci sono i localini dove si mangia del buonissimo pesce fresco. Dopo aver schivato gli insistenti “buttadentro” dei locali, abbiamo scelto il tranquillo El Rincon de Plancha e gustato una buonissima Pailla, un ciotolone di molluschi freschi cotti al naturale – non fate lo stesso nostro errore – 1 basta per 2!

Anche a Valparaiso, avendo poco tempo a disposizione, abbiamo scelto il Tour free Valparaiso. Qui non serve prenotare, basta presentarsi nel posto prestabilito all’ora giusta. Il tour dura 3 ore, e si snoda principalmente sul Bario Concepcion, fra le sue colorate vie e murales. Valparaiso merita una visita, rimarrete affascinati dai suoi bellissimi murales colorati.

All’alba il nostro aereo (Latam -150€cca) ci ha catapultate da Santiago nel bel mezzo del nulla assoluto, nel cuore del deserto di Atacama. Deserto famoso per essere uno dei luoghi più aridi al mondo, e sì, tristemente noto per la storia dei minatori rimasti intrappolati nella miniera per mesi. Con il bus della Magic Tour, 8000CLP, dopo 2 ore di strada dritta nel deserto, ci siamo ritrovate nella turistica San Pedro de Atacama. Le vie non sono segnalate molto bene, per cui trovare il nostro ostello è stata un’impresa epica, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Aji Verde, immerso nella natura, lontano 20min dal centro e dal caos. Ostello rustico ed essenziale, ma la scelta è stata azzeccata! Abbiamo prenotato 4 notti qui, 3 in stanza e una in tenda. Esperienza da ripetere sicuramente.

Abbiamo “sacrificato” il pomeriggio dell’arrivo in città alla ricerca di un’agenzia viaggi per le gite dei giorni successivi. Ma non è cosa difficile, San Pedro è costruita principalmente da ostelli, ristoranti ed agenzie viaggio, per cui dopo un giro perlustrativo, abbiamo scelto quella che più ci ispirava, il World White Tour (la proposta dei tour è essenzialmente uguale in ogni agenzia). Tramite loro abbiamo prenotato tutte le gite: una giornata alle Lagune Altipianiche e Salar De Atacama (cca 40.000CLP), mezza giornata al Geiser el Tatio (partenza h4! – 20.000CLP), pomeriggio/tramonto nella Valle della Luna e della Muerte (8.000CPL), e il tour di 4 giorni in Bolivia (250$cca). Tutte le gite da noi scelte sono state fantastiche, i luoghi da favola, sebbene l’altezza il primo giorno si è fatta un po’ sentire, ma le guide sono preparate ad ogni evenienza. Rimarranno sempre in noi vivi i colori delle Pedras Rojas e della sua laguna, i fiori blu sulle pendici del vulcano, il blu intenso della laguna Miniques, e il panorama irreale delle fumarole e dei geiser all’alba, in uno dei più grandi campi geotermici al mondo.

All’alba del terzo giorno, un pulmino ci è venuto a recuperare in ostello, formalità doganali in centro città (ebbene si, la dogana chilena è in centro di San Pedro), e poi salita alle pendici del vulcano Licancabur, dove ci siamo messi in fila per le formalità doganali Boliviane. Dopo la divisione dei partecipanti e la sistemazione nelle 4×4 di proprietà dell’agenzia White World Tour, il viaggio nel viaggio ha avuto inizio. Occhio, all’entrata nella riserva si pagano 150 bolivianos e viene consegnato un ticket, ad ogni check-point il foglio viene timbrato, per cui non perdetelo, pena il pagamento dell’intera quota. All’uscita dalla Bolivia c’è una piccola tassa da pagare direttamente in Dogana – pochi bolivianos.

I tour sono standard, ma ciò non ne toglie il fascino e la bellezza dei luoghi visti – lagune colorate, vulcani, colate laviche, geiser, fenicotteri, vigonie, nandù, montagne dai mille colori, deserti incredibili, terme ad alta quota, il deserto di sale più grande al mondo, cactus, tramonti ed albe dai colori più incredibili, silenzio, distanze immense…

Il viaggio in sé è molto spartano, si dorme tutti in ostelli costruiti con mattoni di sale, disseminati nella riserva naturale. Le stanze sono essenziali ma piccole (il nostro gruppo aveva 2 stanze – una per 2 ragazze cilene e la nostra stanza x 3 – noi due e un ragazzo brasiliano che era con noi in gruppo). Non aspettatevi regge lussuose e comodi bagni – il primo ostello non aveva docce, negli altri le docce erano a pagamento. Ma per un paio di giorni ci si arrangia con le salviette umide e rinfrescandosi alla meno peggio con l’acqua del rubinetto. Eppoi dai, si è a 4000m, non fa caldo per cui non si suda ;).

I pasti on the road sono organizzati dal proprio guidatore. Abbiamo notato che sono super organizzati: ogni 4×4 ha tutto il necessario per 4 giorni di gita – colazioni e merende, e in più in ogni ostello vengono consegnati i pasti freschi per la giornata – verdure, riso, acqua calda per il the, frutta. Le cene invece vengono preparate direttamente in ostello dalle cuoche – sempre una buonissima minestra di verdure seguita da un secondo – o pasta col pomodoro (vabbè, ci provano), o pollo e patate, o carne. Quello che non manca mai è il the di coca, ottimo per sopportare l’altitudine.

Di rientro dalla Bolivia abbiamo passato la mezza giornata libera alle Terme di Puritama (12000CLP la gita + 15000CLP l’entrata alle terme-non certo economico). Però ci stava proprio un momento rilassante prima della seconda parte del viaggio, quella che ci ha portato nel bel mezzo del vasto oceano Pacifico.

Con un volo da Santiago del Chile, in 6 ore abbondanti si raggiunge Hanga Roa, unico centro abitato sull’Isola di Pasqua. L’isola è un misterioso sogno. Il tempo varia di ora in ora, nell’arco della giornata siamo riuscite a fare un tuffo sotto un sole cocente nel mare azzurro dell’unica spiaggia sabbiosa dell’Isola, Anakena, camminare sotto la pioggia battente, cercare di intravedere la strada in una fitta nebbia oceanica, e assistere ad un tramonto spaziale dai colori incredibili. Insomma, siate pronti a tutto! Abbiamo preso a noleggio una jeep (40€ al giorno), l’isola essenzialmente non è grande, la si può girare anche in bici, ma essendo le strade tutte in continuo saliscendi, ci vuole un minimo di allenamento e un po’ di tempo a disposizione. Per 4 giorni abbiamo preferito la macchina, e siamo riuscite a vedere quasi tutti i siti sull’isola. Bisogna però considerare gli orari. La maggior parte dei siti chiude alle 5, e se si arriva poco prima, non ti fanno entrare comunque.

Anche qui, all’aeroporto, si paga un ticket per poter accedere a tutti i siti archeologici dell’isola, 54.000CLP. Non perdetelo!

Hanga Roa dispone di tutto: dai lussuosi alberghi all inclusive, ad economici e famigliari ostelli, dai bar ai supermercati, dai localini carini e eleganti ai luoghi più spartani per un semplice pasto (indovinate la nostra scelta dove cadeva? hehe). L’unica sera in cui ci siamo viziate è stato per l’ultima cena sull’isola: abbiamo scelto di cenare ed assistere allo spettacolo di danze isolane del gruppo Kari Kari. Una serata molto carina, immersa in balli polinesiani, tamburi e canti maori. La cena, rigorosamente di pesce, ci è stata servita nel giardino del ristorante, tra fiori e piante tropicali, e pietre laviche.

Molto interessante è il museo archeologico a Hanga Roa, entrata libera. Consiglio di visitarlo il primo giorno, è una dettagliata immersione nella storia dei moai e dell’isola, nei suoi misteri e nelle sue meraviglie.



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