Tra i Castelli di Ludwig II in mountain bike

Viaggio in solitaria nella Baviera tra laghi, foreste e i fantastici castelli accompagnato solo dalla voglia d'avventura, uno zaino sulle spalle e la mia bici
Scritto da: MenteNomade
tra i castelli di ludwig ii in mountain bike
Partenza il: 27/04/2014
Ritorno il: 04/05/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Ormai erano più di 8 ore che stavo guidando la mia macchina, in compagnia solo di un buon CD e uno zaino pieno di vestiti e cibo. Dallo specchietto retrovisore, guardavo la strada che mi stavo lasciando alle spalle insieme alla mia mountain-bike.

Superato il confine austriaco, finalmente ero arrivato in Baviera. Il cielo era grigio, ricoperto di nuvole, molto freddo e pioggerellina. Insomma, il clima non era dei migliori per quelli che sarebbero stati dei giorni tra bicicletta e natura in completa solitudine.

Il giorno dopo il cielo era sempre lo stesso, non si riusciva a vedere ne la cima delle montagne che mi circondavano, ne i famosi castelli di Ludwig II, Neuschwanstein e Hohenschwangau. Ma il bello era anche quello, così senza pensarci due volte, dopo aver fatto una ricca colazione a base di frutta, salii in sella alla mia bicicletta e cominciai la mia avventura.

Il giorno dopo quindi, mi avventurai ad un altro lago, molto più grande, il Forggensee. Una tratta di circa cinquanta chilometri tra percorso pedonale, sentieri nei boschi, e divertenti quanto emozionanti fuori pista. Era proprio quello che stavo cercando, e lo trovai.

All’inizio il paesaggio era quello classico di montagna, lago completamente deserto, a tratti la diga chiusa permetteva di far vedere il fondo del lago. Lungo tutto il percorso incontrai solo cinque persone. Quello volevo. Solo la natura e il mio respiro affannato. Perché in fondo, quando si parte per un viaggio in solitaria, è proprio quello che cerchiamo. La solitudine, i pensieri, rincontrarti con te stesso, quello che avevi perso.

Ogni singolo bivio che incontrai, è impresso nella mia mente. Terra, fango, la bicicletta completamente sporca. Ad un tratto mi ero anche perso, ho avuto anche paura. Il cellulare non dava segnale, non c’era nessuno e neanche in lontananza riuscivo a sentire rumori di automobili. Se mi fosse successo qualcosa, non so come ne sarei uscito, ma fortunatamente è stata solo un’altra esperienza che ha reso più emozionante il percorso.

Arrivato nei pressi di un ponte di cemento, mi ero accorto che la parte sotto, che cadeva a strapiombo per qualche centinaia di metri dritto nel lago, c’erano delle scale di plastica fisse nel cemento, magari utilizzate per tenere la manutenzione del ponte. Non resistetti un attimo a lasciare la mia mountain-bike e velocemente mi arrampicai fino all’esatto punto più stretto e alto del ponte, dove avrei potuto successivamente godere di un panorama unico. Sono queste le cose che ti fanno sentire vivo. La voglia di arrivare dove in pochi arrivano, guardare lo stesso paesaggio che hanno già visto in milioni di persone, ma sotto un’altra prospettiva. Amavo perdermi per quelle piccole strade per avere il piacere di vivere qualcosa di soltanto mio. Intimo.

Il pensiero di tornare, mi metteva tanta tristezza. Tornavo per vedere e abbracciare mio figlio, il mio cuore, la mia aria pulita, la mia ragione di Vita. Ogni volta che torno a casa, a Roma, da un esperienza simile, sento come se non avessi posto, come se casa mia mi stesse tremendamente stretta. Non sapere come incastrare gli orari, come fissare le immagini, le emozioni, quelle rare. Vorrei conservare tutto in modo preciso, profumato, proprio come quei posti che ho visitato in questi giorni in Baviera.

Edoardo Massimo Del Mastro – http://romaparigi.blogspot.it/

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