Yucatan e Chiapas fai da te

Viaggio itinerante fai da te con auto a noleggio in Yucatan, volo interno per raggiungere il Chiapas e poi spostamenti in autobus
Scritto da: Anna Codino
yucatan e chiapas fai da te
Partenza il: 07/12/2013
Ritorno il: 22/12/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Yucatan e Chiapas fai da te: viaggio itinerante in auto, aereo, autobus.

7-22 dicembre 2013 Km percorsi in auto 1187 1 volo interno (Cancun – Tuxtla) 2 autobus Costo totale del viaggio 1840 € a testa

ITINERARIO: Cancun, Rio Lagartos, Valladolid, Chichen Itza, Izamal, Merida, Uxmal, Kabah, Sayil, Oxkutzcab, Mayapan, Dzitnup, Cancun, Tuxtla, San Cristobal de las Casas, San Juan Chamula, Canyon del Sumidero, San Lorenzo Zinacatan, Palenque, Yaxchilan, Bonampak, Tulum, Cancun.

Il nostro primo viaggio in Messico nasce leggendo molti racconti di viaggio di altri turisti e modificando più volte l’itinerario prima di partire. Il Messico, infatti, é vastissimo ed offre molte cose interessanti da vedere ma avendo a disposizione solo due settimane abbiamo dovuto inevitabilmente fare delle scelte. Ad un iniziale itinerario da percorrere totalmente in auto abbiamo sostituito un mix di auto più autobus aggiungendo un volo interno dallo Yucatan al Chiapas per non trascorrere troppo tempo alla guida, cosa che, ahimé, facciamo già tutto l’anno. Utilissimi per la programmazione sono stati la guida Lonely Planet, che da sempre ci accompagna nei nostri viaggi e un italiano che vive in Messico, il veloce e disponibile Tio Nash, che, tramite il forum di Tripadvisor, ci ha fornito indicazioni fondamentali.

Sabato 7 : Milano, Cancun

Il nostro volo American Airlines ( prenotato a fine Settembre al costo di 698 € a persona) parte alle 11.30 da Milano Malpensa e dopo uno scalo a Miami arriva a Cancun alle 20.30. Abbiamo pernottato all’Hotel Comfort Inn prenotato dall’Italia ( 45,00 € la stanza doppia) così come la navetta, compresa nel prezzo, che ci è venuta a prendere in aeroporto dopo nostra telefonata all’arrivo. L’albergo si trova a pochi minuti dall’aeroporto ed è, quindi, comodo se si arriva tardi o se, come noi, si deve tornare all’aeroporto la mattina dopo. La struttura é piuttosto anonima ma pulita ed il personale gentile.

Domenica 8: Cancun, Rio Lagartos, Valladolid Km totali 382

La mattina ci rechiamo in aeroporto per ritirare la macchina (Hyundai I 10, cambio manuale) presso Hertz, prenotata tramite www.autoeurope.com (128 € per quattro giorni comprensivi di tutte le assicurazioni). Se prendete una macchina a noleggio dedicate tempo per controllare in che stato sia. Noi siamo stati attenti solo alla carrozzeria e dopo aver percorso qualche km, ci siamo accorti che uno dei due finestrini non si poteva abbassare. Abbiamo deciso, quindi, di tornare all’autonoleggio per il cambio di auto , perdendo un bel pò di tempo. Lasciamo, senza troppo dispiacere Cancun, troppo a misura di turista per i nostri gusti e ci avviamo in direzione Merida sull’autostrada a pagamento 180 D sino quasi a Valladolid ( 251 pesos / 14 €). Ci dirigiamo poi in direzione Tizimin percorrendo la statale 295 piuttosto dritta ( unici problemi sono stati i frequenti topes, dossi di svariate forme, utilizzati per rallentare la velocità, non sempre visibili, anche se segnalati da cartelli e sulla strada del ritorno, dei bizzarri sensi unici non molto chiari che ci hanno fatto più volte gironzolare per ritrovare la strada giusta). Arriviamo a Rio Lagartos nel primo pomeriggio e veniamo subito accolti da un tizio che ci propone un’escursione per andare a vedere i fenicotteri, obiettivo della nostra giornata. Siamo un pò stanchi e in ritardo sulla nostra tabella di marcia e dopo aver fatto scendere solo di poco il prezzo accettiamo per 600 pesos (35€). L’escursione dura circa un’ora e con una lancia veniamo accompagnati all’interno di una laguna circondata di mangrovie, vedendo prima alcuni coccodrilli in acqua e poi, in un punto dove si può scendere ed avvicinarsi a piedi una colonia di meravigliosi fenicotteri rosa. Intorno ci sono anche varie saline ed una zona dove alcuni turisti si spalmano fanghi sulla pelle. Contrattate di più il costo ma l’escursione merita se siete amanti della natura. Lungo il tragitto si avvistano anche pellicani e altre specie di uccelli. Raccogliamo alcune piume rosa e torniamo con la lancia nel paesino. Dopo circa due ore di strada ( Rio Lagartos dista 103 km da Valladolid ma topes e limiti di velocità non aiutano) raggiungiamo Valladolid, cittadina che non offre molto, ma piacevole per passarci una notte e fare un giro sulla bella piazza centrale. Scegliamo l’Hotel Aurora Colonial ( 500 pesos – 29€ camera doppia, colazione non inclusa, parcheggio gratuito) consigliato per l’ottimo rapporto qualità prezzo e la vicinanza con la piazza raggiungibile a piedi in pochi minuti. Le stanze si affacciano su un cortile dove é presente una coreografica piscina circondata da piante. Ceniamo per 336 pesos (20 €) sulla piazza nel suggestivo Hosteria del Marques , mangiando buoni piatti a base di carne.

Lunedì 9: Valladolid, Chichen Itza, Izamal, Merida km totali 214

Dopo aver fatto colazione allo stesso ristorante dove abbiamo cenato ieri sera, partiamo in direzione Chichen Itza con l’intenzione di raggiungere il sito prima dell’arrivo della massa dei turisti. Scegliamo di percorrere la strada statale 180 e non l’autostrada. La statale è in ottime condizioni e di facile scorrimento. Dopo circa 45 minuti siamo sul posto e parcheggiamo a pagamento (soluzione obbligata) per 22 pesos (conservate il biglietto che vi sarà richiesto all’uscita). L’ingresso al sito costa 182 pesos a testa (10 €). Mentre stiamo decidendo se affidarci ad una guida o visitare il sito in autonomia, veniamo avvicinati da una delle tante persone che munite di cartellino di riconoscimento, si offre di accompagnarci per 750 pesos (il prezzo indicato dalla Lonely é 500/600). Ci mostra, inoltre, i prezzi esposti sul cartello di entrata che, in effetti, corrispondono a quanto ci ha chiesto. Dubbiosi prendiamo tempo ma dopo pochi minuti riceviamo una nuova offerta da un’altra guida per 400 pesos (23€). Decidiamo di accettare ed entriamo con Omar. Consigliamo la scelta della guida che per noi è stata più che positiva. Durante la visita, durata due ore circa, ci racconterà parecchie cose interessanti, sia sulle varie zone del sito, sia su usanze, abitudini e modi di vita dei messicani. Chiediamo anche consigli per programmare la giornata di domani e ci offre, senza nessuna insistenza, di accompagnarci per 800 pesos, che dopo un pò di contrattazione e la promessa di fare buona pubblicità in Italia diventano 750 (44€). Lo prenotiamo, quindi, anche per il giorno successivo. La guida è di Merida e ci verrà a prendere al mattino in albergo (se volete contattare Omar Ruis 0052 9991777996).

Lasciamo il sito intorno alle 12,30, felici di aver deciso di vederlo di prima mattina. Al momento della nostra uscita la folla é notevolmente aumentata e le bancarelle si sono moltiplicate, facendo perdere molta della suggestiva atmosfera che abbiamo trovato al nostro ingresso. Ci dirigiamo, sempre tramite statale, verso Izamal che raggiungiamo in circa due ore, dopo aver attraversato alcuni paesini interessanti. Lungo la strada incontriamo gruppi di ragazzi a piedi o in bicicletta, seguiti da camion muniti di sirena, ai quali vengono spesso attaccati palloncini colorati. La guida ci racconterà che si tratta di pellegrinaggi organizzati da tutti i paesi del Messico in onore della Madonna di Guadalupe, che si festeggia il 12 dicembre. Sono gruppi soprattutto di ragazzi giovani, ma non solo, che camminano, pedalano o corrono per rientrare nel loro paese. Pare che in qualsiasi località esista una chiesa dedicata alla Madonna di Guadalupe. Izamal merita davvero una breve visita . L’attrazione principale è il convento dedicato a Sant’Antonio da Padova, che di per sè non ha nulla di eccezionale, se non il suo colore giallo come la maggior parte delle case del posto, da cui la denominazione di “cittá gialla”. Tuttavia il clima che si respira in questo paese ci piace molto e quasi ci fa dispiacere di non poterci fermare una notte per assaporare l’atmosfera serale. Sulla piazza centrale, accanto al convento, in una delle varie bancarelle gastronomiche ai cui tavoli siedono anche molti locali, mangiamo degli ottimi tacos. Il padrone del posto osservando che siamo incuriositi da una bevanda che consumano alcuni messicani; ci spiega che trattasi di “ocho rosso” e ci offre due bicchieri di questo intruglio un pò dolce e un pò salato da mescolare con la birra. Non riusciamo granché a capire se ci piace o no, ma lo beviamo per gentilezza, alquanto terrorizzati dai vistosi cubetti di ghiaccio che galleggiano nell’intruglio… ( e che fortunatamente non avranno nessun effetto malefico!). Lasciamo questo posto che ci é tanto piaciuto, per raggiungere dopo circa un’ora di strada Merida. Alloggiamo all’ Hotel del Peregrino ( 65 € per due notti), che offre camere molto spartane con mobilio alquanto datato e bagni ridotti all’essenziale. Le camere standard sono munite sia di ventilatore che aria condizionata, ma sprovviste di finestra. Probabilmente è possibile trovare sistemazioni migliori per prezzi simili o poco più alti. Tuttavia l’albergo ha il vantaggio di essere abbastanza vicino alla piazza centrale, raggiungibile a piedi in dieci minuti, in una zona tranquilla e il proprietario si é rivelato molto gentile aiutandoci nella prenotazione dell’albergo per la tappa successiva. Piuttosto stanchi facciamo un giro per la città, molto animata e bella. Veniamo più volte avvicinati da locali che senza essere invadenti ci danno informazioni su vari posti da visitare e sugli eventi in corso. Ceniamo al ristorante La Chaya Maya per 287 pesos sempre in due (17 €). Locale piuttosto caotico, si dice frequentato anche da locali, che offre una discreta scelta di piatti tipici. Non ne siamo entusiasti ma non possiamo dire di aver mangiato male.

Martedì 10: Merida, Uxmal, Kabah, Sayil, Oxkutzcab, Mayapan, Merida km totali 257

Partiamo alla 7 con la guida che dopo averci raggiunto all’ hotel, si mette alla guida della nostra macchina in direzione Uxmal, che si trova a circa 80 km da Merida. Per quanto questo sito sia sicuramente meno affollato di Chichen Itza é pur sempre consigliabile riuscire a visitarlo al mattino presto, come abbiamo fatto noi, in compagnia di pochi altri visitatori ( parcheggio 22 pesos, ingresso 182). Omar ci illustra le varie parti del sito molto ben conservate ed in parte restaurate. Proseguiamo poi verso la Ruta Puuc lungo la quale si incontrano siti minori che presentano la stessa struttura di quelli più noti ma hanno dimensioni ridotte ed il gran vantaggio di essere praticamente deserti. In particolare merita una visita Mayapan. Se siete particolarmente interessati, potete visitare anche gli altri non privi di fascino (Kabah e Sayil ingresso 42 pesos , Mayapan 35). Lungo la strada ci fermiamo a curiosare in un mercato locale a Oxkutzcab, dove pranziamo con empanadas , cucinate da una bancarella fornita di pochi tavolini ed a vedere un cenotes che non presenta fascino particolare, poiché piuttosto buio. Decidiamo di rimandare il nostro bagno a cenotes migliori e torniamo a Merida. Altro giretto serale e cena al ristorante La Tradicion (una portata a persona di dimensioni più che abbondanti, due birre Montejo ed un cocktail con succo di chaia, una verdura simile ai nostri spinaci, da mischiare con tequila per un totale di 414 pesos- 24€). Locale e personale decisamente superiore a quello della sera precedente.

Mercoledì 11: Merida, Dzitnup, Cancun Km totali 334

Partiamo di prima mattina percorrendo la strada statale sino quasi a Valladolid dove ci fermiamo a Dzitnup (7 km dalla città) per visitare un cenote. All’ingresso é possibile scegliere tra il cenote X’Keken e il cenote Samulá guardando le foto esposte. Scegliamo, un pò a caso il primo, paghiamo l’ingresso di 56 pesos e ci cambiamo negli spogliatoi. Per diverso tempo rimaniamo da soli in questa splendida grotta dove, ahimè, dal foro sul tetto oggi non entra il sole poiché è una giornata nuvolosa, ma ciò non ci impedisce un tranquillo bagno tra alcuni pesci e radici che dal soffitto scendono sino all’acqua. Lasciamo il cenote, giusto quando si sta riempendo di bambini urlanti. Pranziamo al mercato municipal di Valladolid con tacos e tortas ( panino). Percorriamo l’autostrada sino a Cancun e ci mettiamo alla ricerca del Bed & Brekfast prenotato ieri sera su Booking.com (Mansion Giahn 455 pesos – 26 €), cercando una sistemazione economica e non troppo lontana dall’aeroporto. Ringraziamo il cielo di avere con noi un navigatore, altrimenti non saremmo mai riusciti a trovare questo posto, soprattutto poiché sprovvisto di insegna esterna e con numero civico piuttosto mimetizzato dalle piante. Ci accoglie un bizzarro signore israeliano di nome Joseph che ci accompagna in una bellissima stanza enorme con un bagno altrettanto grande e una terrazza sopra la piscina dell’albergo. Vicino all’albergo nel villaggio di Bonfil, abitato da soli messicani, ci sono minimarket aperti di sera e un chioschetto con un simpatico signore di larga stazza dove ceniamo con empanadas ed hamburger.

Giovedì 12: Cancun, Tuxtla, San Cristobal de las Casas, San Juan Chamula

Sveglia prima dell’alba per recarci in aeroporto, restituire la macchina e prendere un volo interno per Tuxtla Guittierez alle 7.15. Hertz dopo aver consegnato la macchina, ci accompagna con un pulmino al terminal da dove partiremo. Abbiamo provato a lungo dall’Italia ad acquistare autonomamente il volo sul sito della compagnia VivaAerobus ma senza alcun successo. Leggendo vari forum abbiamo scoperto che il sito non accetta carte di credito italiane (qualcuno però, scrive di essere riuscito ad acquistarlo con la propria carta di credito se l’operazione viene effettuata quando si arriva in Messico). Visti i tempi ristretti del nostro viaggio abbiamo deciso di non rischiare comprando il volo in Messico, ma di contattare un’agenzia di Cancun gestita da italiani (Karmatralis) che, chiaramente con un sovrapprezzo, ci ha fatto avere il biglietto prima della nostra partenza ( 87,50 € a testa). Se prendete il volo evitate di fidarvi, come abbiamo fatto noi, dei numeri indicati sui monitor per i check in: sono casuali e vi obbligheranno a fare doppie code interminabili , con il rischio di perdere l’aereo, pur essendo in aeroporto da più di due ore. Cercate il nome della località che volete raggiungere (sembra banale ma credete non lo è!!!!) è fate la coda solo li! Alle 9,15 siamo a Tuxtla e dopo avere desolatamente osservato, che l’ufficio di informazione turistica é deserto, ci imbattiamo quasi per caso, appena fuori dall’aeroporto, in un pulmino che sta per partire verso la nostra meta. Secondo la guida ci sono svariate soluzioni per recarsi a San Cristobal, ma solo in pochi orari partono dall’aeroporto, altrimenti bisogna avvicinarsi al centro della città. Il biglietto costa 178 pesos (10€) a persona e in un’ora e un quarto ci porta a destinazione. Siamo a 2000 m e si sente dalla temperatura notevolmente diversa da quella dei giorni scorsi. Non aiuta una fine pioggerellina che ci accompagnerà per tutto il giorno. Arrivati alla stazione degli autobus (OCC) acquistiamo anche i biglietti per le due tratte dei prossimi giorni. Il centro é raggiungibile a piedi con 10/15 min di cammino, non agevolissimi a dir la verità, con i trolley a causa di stretti marciapiedi. Trascorreremo due notti a Casa Margarita ( 600 pesos a notte- 35 € senza colazione) un albergo carino in pieno centro (Real de Guadalupe; per chi arriva e non ha ancora una sistemazione, la via é pienissima di locande e posade). Camere spaziose e pulite, anche se, in alcune stanze, occorre convivere con un lieve odore di “cantina”, un bel cortile interno con tavolini e ottima posizione. Pranzo con burritos nel locale di fronte : La Lupe (140 pesos- 8 €). Dopo aver chiesto informazioni per le escursioni alle varie agenzie della via, decidiamo di recarci da soli a San Juan Chamula (soluzione semplice ed economica che permette, inoltre, un contatto con i locali visto che i collettivos sono utilizzati prevalentemente da donne dai colorati costumi e da uomini con gilet di pelo). I mezzi partono in prossimità del mercato comunale, raggiungibile a piedi in 15/20 min ed in circa mezz’ora vi portano al paese con un biglietto di 12 pesos. Arrivati al mercato chiedete informazioni alla gente del luogo che vi aiuterà con estrema gentilezza. Il paese, per quanto ormai diventato metà turistica e quindi probabilmente contaminato, rispetto alla sua autenticità, merita assolutamente una visita. Se, come noi,decidete di visitarlo senza guida vi sarà utile leggere l’articolo “Sciamani e santi a San Juan Chamula” che troverete in rete (www.giannizanolin.it/category/diario/diario-messicano/) e che spiega bene come si svolgono i rituali all’interno della chiesa. Per entrare si pagano 20 pesos ed é assolutamente vietato fare fotografie. Anche all’esterno la gente pare non gradire. L’atmosfera della chiesa é altamente suggestiva: aghi di pino cosparsi sul pavimento, migliaia di candele di diverso colore accese, statue con ciglia e capelli, donate per voto con specchi che pendono dal collo, persone che pregano ad alta voce ripetendo litanie tra lattine e bottiglie di coca cola e sacchetti di uova. Non vediamo galline, ci chiediamo se i rituali di cui avevamo letto esistano ancora; certo é curioso osservare le persone e quello che fanno anche se, a tratti, ci pare di invadere una loro intimità fatta di sofferenza e speranze di guarigione. Qualche foto ai signori che dormono sotto i loro cappelli (siiii proprio come i messicani che fanno la siesta sotto il sombrero, ma invece del sombrero, che credo si venda ormai solo ai turisti, hanno dei bei panama) e rientriamo a San Cristobal.

Oggi é la festa della Vergine di Guadalupe e, come ogni paese, anche San Cristobal ha una chiesa dedicata a questa Vergine. Le vie pullulano di camion ricoperti da palloncini, bandiere e statue della Madonna, gruppi di uomini, donne e bambini che corrono verso la chiesa urlando cose che a noi paiono cori da stadio ma che per loro hanno sicuramente un altro significato. La chiesa della Vergine di Guadalupe di San Cristobal domina la città dall’alto e l’ultimo pezzo della via che la raggiunge, é piena di bancarelle di cibo, chioschi di dolciumi, giostre, baracconi da luna park e suonatori che, da un palco montato vicino alla chiesa, suonano una musica che alterna canzoni dedicate alla Madonna con altre melodie. Con l’umidità che ci arriva sino alle ossa, entriamo e veniamo ulteriormente inumiditi dalla benedizione di un sacerdote che si aggira tra la gente spargendo acqua benedetta con un garofano. Un po’ stupiti dal diverso modo di vivere la religiosità , ci fermiamo in chiesa ad osservare la processione di gente che arriva sino a toccare la Vergine, i bambini vestiti con abiti tradizionali, che si nascondono e ridono ai nostri tentavi di fotografarli, le centinaia di fiori usati per addobbare la chiesa, ma anche l’immagine della madonna circondata da luci al neon. In cerca di sapori diversi dalla cucina messicana (ottima, ma certamente pesante per le nostre abitudini…dopo soli cinque giorni, i nostri stomaci reclamano qualcosa di un pò più sano, o almeno che non sia fritto, mischiato con salse, formaggi, ecc ecc), ceniamo al ristorante vegetariano (mai entrati in un ristorante vegetariano prima d’ora!) Ristorante organico La casa del pan Papaloti, con zuppe, crêpes e beveroni a base di frutta ( 236 pesos-14 €).

Venerdì 13: Canyon del Sumidero, San Lorenzo Zinacatan

Alle ore 9 partiamo per l’escursione al Canyon del Sumidero, prenotata con l’agenzia Trotamundo, sulla via principale al costo di 250 pesos a persona – 15€ (in alternativa, ma credo non troppo semplice, è possibile raggiungere con mezzi pubblici l’imbarcadero Cahuare di Chiapa de Corzo, a 5 km dal centro della cittadina, da cui partono le lance al costo di 190 pesos). Il percorso dura due ore ed è una bella immersione nella natura del Chiapas. Si possono osservare coccodrilli in acqua, garze reali, pellicani, cormorani e scimmie ragno. Ahimè è auspicabile che il visitatore preferisca guardare in alto verso le maestose pareti anziché rimanere turbato dalla moltitudine di plastica e spazzatura che galleggia nell’acqua. Tuttavia se amate la natura vale la pena effettuare l’escursione. Sostiamo un’ora a Chiapa de Corzo, piccola cittadina che non offre molto, ma è comunque piacevole per una breve sosta. Giro al mercato, qualche foto nella bella piazza centrale e pranzo con ottimo pollo asado, in un chioschetto accanto alla piazza. Alle 15 siamo nuovamente a San Cristobal e decidiamo di proseguire la nostra ricerca autonoma dei posti, solitamente raggiunti dalle escursioni organizzate. Ci rechiamo, quindi, a San Lorenzo Zinacatan con collettivi trovando il terminal vicino al mercato municipale e chiedendo molte informazioni. Il trasferimento questa volta non avviene con un pulmino, ma con una macchina, tipo taxi, che non appena si riempe di 4 persone parte e ti porta a destinazione, al prezzo di 16 pesos a persona. Il paesino, meno suggestivo di San Juan Chamula, offre comunque, belle immagini di locali con mantelli colorati, una chiesa ( ingresso 15 pesos) e la visione delle coloratissime stoffe ricamate esposte. Veniamo accalappiati da una bellissima bambina e la seguiamo sino alla casa di una signora, che ci mostra il suo telaio ed il modo di tessere e ricamare le stoffe. Dopo averne acquistata una ci mostra anche l’interno della sua casa, con l’immancabile altare pieno di fiori e di statue della madonna e ci racconta di essere una curandera. Ci chiede anche se abbiamo bisogno di essere guariti da qualche malattia ma fortunatamente possiamo declinare l’offerta dicendole che stiamo bene! Torniamo a San Cristobal e alla sera ci mettiamo alla ricerca di un posto dove cenare. Non siamo assolutamente turisti che cercano cibo italiano all’estero, ma veniamo incuriositi dalle recensioni di Tripadvisor su L’arrabbiata in Real de Guadalupe. Il piccolo locale, con soli otto tavoli, è gestito da Laura, giovane romana fuggita dall’Italia e in cerca di un modo diverso di vivere. Mangiamo pasta fatta in casa e ravioli, davvero più buoni di quelli mangiati in tanti ristoranti nostri e facciamo quattro chiacchiere con la proprietaria, facendoci raccontare la sua storia e come si vive in questa bellissima città. Una scoperta veramente piacevole che ci sentiamo di consigliare. Costo della cena 240 pesos (14€) e porzioni abbondantissime.

Sabato 14: San Cristobal, Palenque

Trascorriamo la mattinata per le vie di San Cristobal, piena di bar, ristoranti negozi e di turisti, ma pervasa da un’atmosfera veramente piacevole. I turisti e gli abitanti del luogo vestiti normalmente si mischiano a venditrici e persone che camminano per strada con abiti locali. Piazza 31 Marzo è il centro della città. Su un lato della piazza si erge la cattedrale e in tutto il paese è possibile ammirare chiese variopinte (segnaliamo in particolare la chiesa di Santa Lucia, sulla via tra la piazza e il terminal OCC, non segnalata dalle guide, ma che a noi è piaciuta particolarmente per le sue decorazioni bianche e blu sia interne che esterne).

Nei pressi della chiesa di Santo Domingo, la cui facciata è meravigliosamente decorata, si tiene il più bel mercato dell’artigianato incontrato sino ad ora. Acquistiamo alcuni oggetti, naturalmente contrattando sul prezzo (stessi oggetti a Tulum, visti a 4 volte il prezzo trovato in questo mercato).

Lasciamo a malincuore San Cristobal per trasferirci a Palenque con autobus OCC. La tratta costa 180 pesos (10€) a persona. L’autobus, comodo e spazioso, si inerpica su una stradina tortuosa (uno dei motivi, che ci aveva fatto abbandonare l’idea della macchina a noleggio anche in Chiapas, erano i racconti di chi, questa strada l’ha fatta in auto, trovandola particolarmente faticosa). Dopo quasi sei ore arriviamo a destinazione. L’Hotel Chablis, da noi scelto, si trova a cinque minuti a piedi dal terminal dell’autobus, in un viale alberato in zona prettamente turistica (dall’uscita del terminal OCC girare a sinistra e alla rotonda a destra). L’albergo ha camere spaziose e una bella piscina, più caro della media incontrata sino ad ora, ma da noi scelto perché, altre sistemazioni avevano pessime recensioni. Avendo prenotato su Booking.com qualche giorno prima, abbiamo dovuto discutere, anche se pacatamente, poiché la cifra indicata nella nostra prenotazione includeva le tasse mentre alla reception sostenevano il contrario. Alla fine ci siamo accordati per pagare in contanti la cifra prevista da Booking (1670 pesos – 98 € per due notti con colazione; se avete intenzione di fare l’escursione a Yaxchilan e Bonampak tenete tuttavia conto che nell’escursione stessa é inclusa in genere, la colazione). In dieci minuti si raggiunge il centro, piuttosto brutto e rumoroso.

Cerchiamo un agenzia per prenotare l’escursione per domani a Bomapark e Yaxchilan ( le agenzie del centro chiudono alle 21 quelle più decentrate alle 20). Le tariffe per le escursioni variano parecchio. Si passa dai 870 richiesti dall’albergo, agli 800 di un’agenzia poco distante, sino a scendere in altre agenzie. Prenotiamo con Maya Kukulcan ( accanto terminal autobus) al prezzo di 625 a testa (37 €).

Domenica 15: Yaxchilan, Bonampak

Escursione in giornata, sicuramente da non perdere, anche se i due siti sono piuttosto distanti da Palenque. Ne vale comunque la pena perché si percorre la Carretera Fronteriza, una zona molto verde che costeggia il confine con il Guatemala e si arriva a Frontera Corozal dove si raggiunge, con 45 min di navigazione su una lancia, il sito di Yaxchilan, immerso nella giungla e molto suggestivo. Successivamente ci si sposta a Bonampak, poco lontano, la cui caratteristica interessante sono, gli affreschi ben conservati. Purtroppo nel primo pomeriggio comincia a diluviare e visto che siamo partiti, non prevedendo pioggia torneremo a Palenque bagnati fradici. Tutte le agenzie organizzano escursioni in giornata con partenza alle 6 e rientro a Palenque alle 19.30; nel prezzo è compresa la colazione, il pranzo e gli ingressi ai siti. Se si hanno più giorni a disposizione si può pernottare nella selva lancandona ( ammirando gli animali della zona, varie specie di uccelli e scimmie urlatrici in particolare ed incontrando gli abitanti locali che portano tipiche tuniche bianche e capelli lunghi), oppure raggiungere Flores in Guatemala. Torniamo all’albergo sotto una pioggia torrenziale e ceniamo al poco distante Maya Canada che non ci lascia entusiasti soprattutto per la scarsa simpatia dei gestori.

Lunedì 16: Sito di Palenque, autobus notturno per Tulum

Il tempo non é a nostro favore neanche oggi, quindi concordiamo di poter tenere la stanza sino alle 20, per non partire bagnati, al costo di 322 pesos. Armati di ombrelli, gentilmente prestati dall’albergo, ci dirigiamo con un collettivo ( fermano alla rotonda e costano 20 pesos a persona) alle rovine. Si paga un primo ingresso di 27 pesos per entrare nel Parco nazionale ed un secondo ingresso di 57 pesos, per il sito. Contrattiamo con Carlos, una guida che parla italiano, per il prezzo della visita e ci accordiamo per 400 pesos (23 €) per un giro di un’ora e mezza. Nonostante la pioggia il sito ci lascia incantati. Le rovine emergono da una fitta vegetazione che crea un’atmosfera emozionante. A nostro parere il sito più bello tra tutti quelli visitati. Abbiamo occasione di vedere anche alcuni tucani, con lunghi becchi gialli, che Carlos ci mostra tra le fronde degli alberi. Dopo la visita guidata giriamo ancora da soli, rimanendo nel sito circa tre ore. Incontriamo non molti visitatori, tutti muniti di ombrelli e mantelline per la pioggia. A detta di Carlos in questa zona piove tutto l’anno ( non per niente la vegetazione é così rigogliosa) e quando arrivano le nuvole non c’è verso che smetta prima di due o tre giorni. In serata ci dirigiamo al terminal OCC, dove alle 21.30 prendiamo l’autobus per Tulum ( costo della tratta 750 pesos – 44 €).

Martedì 17: Tulum

Nonostante l’autobus sia partito con oltre un’ora di ritardo, alle 9 del mattino siamo a Tulum. Il viaggio non é stato faticoso, abbiamo potuto dormire per gran parte del tempo su comodi sedili reclinabili. Il buio, i racconti di qualche turista a cui sono scomparsi i bagagli durante le tratte notturne, i soldati che al posto di blocco salgono sull’autobus e controllano i passeggeri, puntandogli la pila in faccia, non rassicurano per niente, ma in vacanza occorre essere ottimisti, pur prestando le giuste precauzioni (quindi soldi addosso e oggetti di valore in una borsa accanto a noi). Se viaggiate di notte, può esservi utile munirvi di copertina, causa aria condizionata (in vendita in alcuni terminal, ma non in quello di Palenque, che è piuttosto piccolo e sfornito di servizi….oppure, infilate indifferentemente nello zaino, la copertina dell’aereo di andata!). Dal terminal autobus con un taxi (80 pesos), raggiungiamo il Kin Ha Playa. Abbiamo deciso, di regalarci qualche giorno di riposo sulla spiaggia (a Tulum gli alberghi del pueblo costano notevolmente meno di quelli sul mare), prenotando parecchio tempo prima della partenza,perché i prezzi continuavano a salire ( 4 notti al costo di 429 €) . La camera con vista sul mare é semplice, ma pulita, il bagno non eccezionale, ma il tutto viene compensato dalla collocazione molto bella. Il costo tuttavia é alto, come per la maggior parte delle strutture della zona. Niente a che vedere con il prezzo e gli standard delle altre sistemazioni del nostro giro. Il tempo continua a non essere clemente con noi (anomalo dicono in questo periodo…ma é una frase che ci sentiamo spesso dire in tutte le nostre vacanze, nonostante le mete accuratamente scelte, evitando le stagioni piovose) e ad un pallido sole, si alternano violenti scrosci di pioggia. Anche il mare é piuttosto agitato. Dopo aver pranzato al ristorante dell’albergo (ottima cucina, ma anche per il cibo, da queste parti i prezzi sono molto più alti rispetto al resto del nostro giro), approfittiamo di un passaggio per il pueblo. Ci rendiamo subito conto che la differenza di prezzo é motivata dalla diversità della zona. Infatti il pueblo non è altro che una strada statale (Av. Tulum), con ristoranti e bar, in effetti lievemente più economici che quelli sulla spiaggia, e brutti negozi che vendono paccottiglia per turisti. Troviamo il tutto piuttosto triste e ci rallegriamo per aver una sistemazione più costosa, ma con un panorama unico. Unico lato positivo è il fatto che, alcuni alberghi del pueblo mettono a disposizione dei clienti biciclette, ottima soluzione per raggiungere la spiaggia. Giusto il tempo di cambiare dei soldi e rinunciamo , visto il nuovo diluvio in corso, alla nostra camminata di un’ora per tornare all’albergo, fermando un taxi (tariffa giusta dal centro, per la playta, 70 pesos). Durante il tragitto continuiamo la contrattazione iniziata stamattina con altri tassisti, sulla tariffa per farci accompagnare all’aeroporto di Cancun, il giorno del nostro volo. Dovendo essere in aeroporto alle 8 del mattino (Cancun dista circa due ore da Tulum), non riusciamo, ad usufruire del servizio Ado ( 3.55 o 7 del mattino, più altre corse nel pomeriggio al costo di 185 pesos, utile se avete un volo in tarda mattinata o nel pomeriggio. Naturalmente se avete possibilità di scelta degli orari del volo di ritorno tenete conto di questa opportunità di risparmio, scegliendo voli che partono nel primo pomeriggio). Passiamo quindi dai 100 dollari richiesti dalle agenzie di viaggio in Tulum ai 1000 pesos iniziali chiesti da tassisti sino a concordare per 800 pesos – 47 €).

Mercoledì 18: Tulum

Ci svegliamo con il sole e dopo una lunghissima camminata di quasi due ore raggiungiamo le rovine di Tulum ( ingresso 57 pesos). Il sito di piccole dimensioni é invaso dai turisti e ci pentiamo amaramente di non essere stati lì prima. Le rovine sono immerse in un bel parco pieno di iguane, che rimangono immobili per farsi immortalare dai turisti. La bellezza di questo posto é più che altro legata alla sua posizione a picco sul mare ed il verde dei prati contrasta con l’azzurro delle acque, in uno scenario davvero incantevole. Non rimaniamo molto, infastiditi dai gruppi di persone che affollano anche tutti i punti panoramici e rinunciando all’idea di fermarci nella spiaggetta sottostante le rovine, anch’essa invasa, ci mettiamo alla ricerca di un posto più tranquillo. Ci fermiamo poco lontano su un bel tratto di spiaggia dove per 100 pesos ci beviamo due margarita ( buonissimi…non tarderemo a fare il bis!) e usufruiamo dei lettini per tutta la giornata. Nel cielo vagano nuvole sospinte da un vento che soffia da stamattina, ma che non é per nulla fastidioso, anzi permette di prendere il sole senza patire il caldo. Il mare é ancora un pò agitato ma non possiamo fare a meno di fare un bagno a dicembre e ci tuffiamo tra le onde. Stiamo d’incanto distesi al sole sino all’ora del rientro, questa volta in taxi ( 50 pesos).

Cena con il nostro contatto italiano di Tripadvisor (Tio Nash), che non ama particolarmente la cucina messicana, per cui trascorriamo una piacevole serata alla Trattoria Romana, in paese sulla via principale, gustando ottimi spaghetti allo scoglio e gnocchi fatti in casa.

Segnaliamo una sistemazione sulla spiaggia che abbiamo incontrato: Zazil kin, offre cabanas spartane senza bagno al costo di 600 pesos o abitazioni con bagno a 1300. Ci pare che per la posizione ( 5 min dalle rovine e su un’incantevole spiaggia – taxi subito fuori per spostarsi in paese o su altre spiagge) e il prezzo in confronto ad altri posti, possa essere una buona scelta.

Inoltre a Tulum é possibile noleggiare biciclette al costo di 10 dollari ( Hotel Amansala vicino al nostro albergo) oppure 100 pesos sulla strada che va alle rovine.

Il minimarket El pipazo ( strada verso rovine) vende buoni panini già fatti ( l’unico che abbiamo trovato e utile per risparmiare a pranzo) a 20 pesos.

Giovedì 19: Tulum

Giornata tranquilla trascorsa a prendere il sole (vento e nuvole anche oggi, ma riusciamo nonostante tutto ad abbronzarci) e a fare passeggiate sulla lunghissima spiaggia davanti al nostro albergo. C’è molto vento e alcuni coraggiosi si lanciano tra le onde facendo kitesurf con tavola ai piedi e guidati da una vela. Bello fermarsi a guardare le evoluzioni che riescono a fare. Ceniamo nel ristorante dell’albergo, La Cocina de Corina, che secondo le recensioni lette, é quello più a buon prezzo della zona. Il menù é vario, con piatti a base di carne e pesce ( buone le tostadas, il tonno con la salsa al tamarindo, le fajitas di gamberi).

Venerdì 20: Tulum

Oggi con il taxi andiamo a Playa Paraiso, ma arrivati sul posto non abbiamo voglia di fermarci presso i lussuosi lettini e proseguiamo verso la spiaggia del Zazil Kin usufruendo ancora dell’ happy hour (100 pesos due lettini e due margarita). Ci offrono escursioni per fare snorkeling sino alla barriera corallina al costo di 200 pesos, ma rifiutiamo poiché il mare é ancora abbastanza agitato e anche secondo la gente del posto si vedrebbe ben poco. Per lo stesso motivo abbiamo rinunciato, molto a malincuore, ad andare ad Akumal (15 min da Tulum e raggiungibile con i collettivi) dove sembra che, nuotando dalla spiaggia si possano vedere le tartarughe. Peccato, sarà per un’altra volta.

Trascorriamo una rilassante giornata, facendo più volte il bagno dal momento che, le onde non sono troppo alte e per niente pericolose. La spiaggia è più popolata dei giorni scorsi, ci avviciniamo a Natale ed i vacanzieri aumentano, mentre noi cerchiamo di immagazzinare più calore possibile, visto che, arrivano notizie dalle nostre famiglie di temporali, freddo e neve. Godersi anche pochi giorni di mare d’inverno è davvero una cosa meravigliosa.

Cena al ristorante El Asadero nel pueblo ( 456 pesos – 27€) in una traversa della strada principale. Se amate la carne, non potete assolutamente perdervi questo posto che cuoce carne alla brace (da provare un taglio di carne che si chiama Arrachera) con patate e verdure. Unico neo, la sera in cui siamo stati noi, non servivano birra, per cui abbiamo dovuto rinunciare alla cerveza messicana (Modello especial, Pacifico, Victoria secondo noi le migliori; Corona e Sol, se amate le birre leggere).

Sabato 21: Tulum Cancun, New York

Alle sei di mattina il nostro tassista é puntuale davanti al nostro albergo. Lasciamo Tulum in una giornata che si annuncia già calda e dopo un’ora e mezza siamo all’aeroporto di Cancun. Il nostro primo volo arriva a New York e mentre respiriamo l’aria natalizia in aeroporto, ci rammarichiamo di non aver incluso nella nostra vacanza qualche giorno nella grande mela, dove si torna sempre volentieri, sfruttando lo scalo. Ma questa volta non si può fare ed a malincuore ci imbarchiamo alle 18, sul secondo volo.

Domenica 22: Milano

Alle 8 di mattina ci accoglie una Milano fredda e nebbiosa. Ci mettiamo in viaggio verso casa e per contrastare il grigiume, teniamo strette a noi le emozioni di questi giorni ed i colori di questo meraviglioso paese: rosa come i fenicotteri di Rio Lagartos, giallo come la cittá di Itzamal, verde come la giungla che avvolge Palenque, nero come i capelli intrecciati delle donne del Chiapas, bianco come le candele di San Juan Chamula, blu come il mare di Tulum….

Informazioni pratiche

Cambio pesos – euro: al momento del nostro viaggio : 17 pesos circa = 1 €. Il simbolo del pesos è simile a quello del dollaro ma con un trattino solo anziché due. Ci è parso maggiormente conveniente ritirare soldi in valuta locale ai bancomat. Il peggior cambio lo abbiamo trovato all’aeroporto di Cancun (13 anziché 17). Le carte di credito possono essere utilizzate anche per acquistare i biglietti presso i terminal degli autobus.

Guida: km totali percorsi in auto, 1187 per una spesa di circa 1000 pesos (58 €) di benzina (tipo Magna verde che è più economica). Per quanto riguarda la guida in Yucatàn non ci sono particolari problemi grazie anche alla strada 180 che lo attraversa da Merida a Cancun. L’autostrada (180 D) si paga da Cancun a Valladolid ed è piuttosto cara ( 251 pesos – 14 €). Se vi allontanate dalla strada principale alla ricerca di qualche paesino, vi potrebbe essere d’aiuto avere una mappa stradale dettagliata o un navigatore. Noi abbiamo utilizzato il navigatore del telefono scaricando l’applicazione SYGIC gratuita per 7 giorni e abbastanza affidabile. In questo caso ricordate di portare un caricabatterie da auto. Fate attenzione che nel mese di dicembre alle 17 è già buio, per cui guidare diventa difficoltoso per la presenza di topes spesso non ben segnalati.

In alcune cittá ( Valladolid, Merida ) le strade seguono una numerazione progressiva (calle 21, calle 22..) che vi aiuta nell’orientamento. Occorre tuttavia, fare attenzione ai sensi unici, segnalati a volte allo stop con una freccia, altre volte sul cartello che indica il numero (o nome) della via.

Naturalmente, nel caso di un viaggio itinerante, sarebbe più comodo prendere la macchina in una città e restituirla in un’altra, ma questo, almeno per i vari autonoleggi che abbiamo contattato noi, comporta un sovrapprezzo alquanto elevato.

Wifi: presente in tutti gli alberghi. Solo in alcuni il segnale non é forte nelle camere, ma c’è, comunque, negli spazi comuni. Nella scelta di alberghi e ristoranti noi abbiamo utilizzato moltissimo le recensioni degli altri utenti su Tripadvisor, prenotando gli alberghi strada facendo, in modo da arrivare sul posto e non perdere troppo tempo nella scelta della sistemazione.

Autobus: la guida Lonely Planet riporta tutte le tratte che la rete degli autobus ( frequenti, comodi e ben organizzati), ricoprono. I costi, nell’edizione 2013, non sono aggiornati ( occorre aggiungere almeno un 15 %,), come non sono aggiornate il n. di corse giornaliere. Gli orari di partenza non sempre sono rispettati, soprattutto gli autobus che provengono da destinazioni più lontane, capita che partano in ritardo. Se vi accorgete di avere sbagliato ad acquistare una tratta o cambiate idea circa la vostra metà, é possibile variare la destinazione direttamente ai terminal, ma se il biglietto precedente ha un costo maggiore la differenza non vi verrà rimborsata.

Clima: a dicembre il clima é generalmente buono, il caldo è sopportabile e l’umidità non eccessiva ( basterà quindi una felpa per la sera, nei posti più freschi). Tuttavia a San Cristobal non vi darà fastidio la giacca pesante con cui siete partiti dall’Italia. La zona di Palenque é piovosa durante tutto l’anno. Portate con voi giacca per la pioggia o ombrello pieghevole. Noi abbiamo trovato qualche giorno di tempo instabile anche al mare, ma i locali dicevano che per dicembre questa è cosa anomala.

Lingua: la lingua ufficiale é lo spagnolo. Non tutti (anche negli alberghi o nei terminali degli autobus) parlano inglese. Tuttavia é facile farsi capire. Nei siti non é difficile trovare guide che parlano italiano.

Cucina: entusiasmante i primi giorni, ma dopo poco a noi é risultata piuttosto pesante. Principalmente piatti a base di carne, spesso mischiati con molta cipolla, formaggio, altre verdure e serviti con tortillas. Le salse piccanti vengono portate a parte, spesso prima dell’inizio del pasto, con triangolini di mais. Assaggiatele cautamente…alcune sono davvero potenti. Nella zona di Palenque si mangia molto pesce, gamberi e aragoste di acqua dolce in particolare, che non ci hanno convinto abbastanza per assaggiarle. Il pesce lo abbiamo invece assaggiato sul mare, a Tulum, ed è buono e cucinato bene.



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