Capri: l’isola dell’amore

Puoi girare il mondo, ma Capri resta un posto speciale
Scritto da: airada
capri: l'isola dell'amore
Partenza il: 13/06/2016
Ritorno il: 23/06/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Questo non è un diario vero e proprio, piuttosto una serie di considerazioni personali per condividere con altri viaggiatori emozioni su questa meravigliosa isola.

Ci sono posti che ti emozionano e ti conquistano, ma Capri è l’emozione.

Ho girato il mondo, ma non ho trovato nessun luogo che mi avviluppa l’anima come quest’isola. Già dall’arrivo in aliscafo, appena mi accosto al lato N E e costeggio la roccia alta che delimita il porto, inizio a sentire nello stomaco le prime vibrazioni che crescono a poco a poco mentre intravedo Marina Grande. Allo sbarco mi distraggo leggermente mentre scendo dalla scaletta e vengo inglobata nella folla di turisti, facchini e autisti degli hotel più famosi, che raccolgono i clienti. Questa zona è quella per me più normale, quasi scontata, ma se prendo la funicolare per salire a Capri, inizio subito a sentirmi a casa.

Le case bianche sparse nella vegetazione fiorente puntellata di bouganville, il cielo azzurro di sfondo e il mare blu in lontananza, sono gli aperitivi che ti preparano all’arrivo nella celebre piazzetta. In realtà è solo un piccolo spazio delimitato dai suoi famosi caffè: Tiberio, Piccolo bar, Gran Caffè, Vuotto e caso. Da un lato una torre con un orologio bianco, giallo e blu, dall’altro il municipio, gli archetti che immettono in tre stradine opposte e le scale della Chiesa dove un giorno lontano avevo per un attimo pensato di sposarmi. Eppure in questo piccolo spazio c’è il cuore di Capri: il punto d’incontro di tutti per il caffè mattutino, l’aperitivo pomeridiano o un drink serale. Prezzi alti come dappertutto qui, ma obolo da pagare per una posa, una moda, un capriccio.

Non sono una fissata della mondanità e non amo Capri per questo aspetto. Sono innamorata principalmente del fascino delle sue viuzze strette o delle ripide scalette di accesso a ville, case e hotel. Degli improvvisi scorci di panorami mozzafiato che di colpo si intravedono a destra o a sinistra. Del profumo di limoni che spiccano gialli nei giardini. Di torri e castelli raggiungibili con ripidi sentieri, ma che ripagano con la vista di un mare blu e verde smeraldo. Capri custodisce gli antichi resti di Villa Jovis, essendo stato luogo prediletto dell’imperatore Tiberio. Ha un posto magico sulla punta di Anacapri dove lo scrittore svedese Axel Munthe ha costruito la sua unica e affascinante villa, il cui portico termina con una misteriosa sfinge che guarda il porto e della quale, essendo a strapiombo, non si può vedere il volto. La panoramica villa Lysys con il suo stile Liberty e il giardino affacciato su Marina Piccola ti stupisce dopo una lunga ma gratificante passeggiata. I vigneti, i giardini, le case e ville disseminate nel verde, ti accompagnano in perlustrazioni esplorative che ti fanno cogliere la vera essenza di questo luogo.

Poi quando hai nutrito la tua anima riempiendoti gli occhi di colori e la mente di bellezza, puoi anche concederti il lato frivolo. E allora passeggi lungo via Camerelle e ti perdi ammirando le splendide vetrine delle marche di lusso o immagini di pernottare nei favolosi alberghi arredati con l’inconfondibile stile di Capri e di tutta la costiera, impostato su un gusto molto raffinato e prevalentemente arricchito dalle colorate e preziose maioliche della zona. Naturalmente, a seconda delle possibilità del momento, ho soggiornato in moltissimi hotel di tutti i generi, apprezzando sia le comodità di lusso che la spartanità di altre situazioni. Non importa, purché fossi a Capri. Lo stesso vale per i ristoranti. Prediligo sempre l’aspetto pieno di atmosfera di un locale sperando poi di avere una buona qualità e ho avuto modo di cenare alla Capannina, da Paolino, al Geranio, da Gemma, alla Pigna, all’Aurora Grill, da Tonino, ai Faraglioni, da Luigi, da E’ Divino ecc. Tutti diversi, ma ugualmente soddisfacenti.

Non è possibile vedere Capri mordi e fuggi, con quelle terribili visite di un giorno. Le ho fatte tante volte in altri luoghi, ma qui non vale. La notte è magica e imperdibile. Scendere dopo cena a punta Tragara, magari in piacevole compagnia, è una delle cose più romantiche al mondo, che non si può descriverne, ma solo vivere. Da qui puoi ammirare i famosi faraglioni, giustamente simbolo di Capri. Sono due scogli enormi: il primo attaccato alla terraferma, ma decisamente da questa separato. Si possono gustare da moltissime postazioni. Io mi emoziono da qualunque ambientazione, ma ultimamente ho scoperto il Belvedere della Certosa, altra chicca dell’isola, con la sua Chiesa affrescata e un enorme chiostro ricco di linee geometriche interessanti. Da Punta Tragara i faraglioni si vedono di taglio, dai giardini di Augusto dall’alto e in lontananza. Scendendo poi dall‘Arco Naturale (un’altra passeggiata affascinante da fare di sera o di giorno per ammirarlo dal basso o dall’alto) si può percorrere una stradina nella pineta che te li fa intravedere da dietro, di lato e davanti. Dal mare poi sono giganteschi: quando ci passi vicino ti sovrastano e ti incutono soggezione. Sono i guardiani e custodi dell’isola: due giganti buoni che caratterizzano foto e cartoline e indissolubilmente legati al destino di questa terra.

Sono venuta a Capri almeno 13 volte, alternando soggiorni più brevi o più lunghi, e non sono mai rimasta delusa, anzi ogni volta, essendo cambiata e cresciuta, ho visto i luoghi con altri occhi e ho percepito emozioni diverse. Capri è il gelato al gelso con le cialde croccanti, è Foto Azzurro, un tempo anche Foto Rosso, che ti immortalano durante le passeggiate in via Camerelle. Ricordo da ragazza che andavo con curiosità a spulciare i provini in cerca dello scatto perfetto, per conservare gelosamente il ricordo caprese. Capri è la squisita torta caprese nella versione al cioccolato e al limone (ultimamente ne ho gustata una eccezionale ad Anacapri). Sono i sandali fatto a mano, prevalentemente a tacco basso per camminare meglio nelle viuzze dell’isola. È la grotta azzurra, pubblicizzata in tutto il mondo e sempre stracolma di gente, dove per entrare ti devi stendere nelle barchette piccole. È il mare verde smeraldo degli stabilimenti abbarbicati sugli scogli o su spiaggette di ciottoli: l’elegante Canzone del Mare, Torre Saracena, Gioia, Le Sirene, l’Internazionale a Marina Piccola; da Luigi e la Fontelina sotto ai faraglioni, il suggestivo Faro e quello sulla grotta azzurra, scendendo da Anacapri. Purtroppo non sono economici e paghi l’ingresso con un lettino. Ombrellone, teli mare, snack o ristorante, naturalmente a parte e, a seconda del posto, con prezzi diversi. Alcuni hanno anche la piscina ( Faro e Canzone del Mare).

Oltre alle grandi firme, i negozi si presentano dovunque molto allettanti offrendo abiti, scarpe, gioielli, accessori, ceramiche, profumi (famosi quello di Carthusia). Splendidi oggetti di arredamento, costumi, parei e souvenir. Sono veramente eleganti e raffinati. Nel mio ultimo soggiorno avrei comprato tutto!

Il classico stile caprese un tempo ha lanciato la moda dei sandali bassi, camicie di lino, pantaloni aderenti e corti alla caviglia, stile adottato dalle dive americane che venivano qui in vacanza negli anni 50. Ora, oltre a questi criteri si prediligono gli abiti lunghi, eleganti o sportivi, colorati o bianchi, seguendo il dress code di questa estate.

Ho sempre invidiato chi ha una casa a Capri, perché è l’unico posto dove una casa di vacanza non è una perdita, ma una fortuna. Ti senti un privilegiato, non un turista di passaggio, appartieni all’isola. Ho sperimentato di passare l’ultimo Capodanno qui, per provare le sensazioni invernali e, complice una splendido tempo soleggiato, ho gustato anche le atmosfere di gennaio, ballando in piazzetta completamente imbacuccata, ma felice di condividere la musica coinvolgente dei Rumba de Mar, che si esibivano in questo palcoscenico speciale.

Da ragazza a Capri ho avuto un fidanzatino. Pochi anni dopo una proposta di matrimonio (realizzato ma ora finito). Ci sono stata con mamma, figlia, sorella e amici. Chissà se un giorno ci tornerò con un nuovo amore. Non importa con chi, ma spero in futuro di continuare ogni tanto a tornato qui a respirare l’aria di casa mia.



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