Capodanno a Dubai e tour dell’Oman

Capodanno negli Emirati per ammirare i famigerati fuochi d'artificio intorno al Burj Khalifa e tour dell'Oman alla scoperta della tradizionale Muscat, dei grandiosi wadi, delle rilassanti spiagge e dell'affascinante deserto
Scritto da: Tach
capodanno a dubai e tour dell’oman
Partenza il: 30/12/2014
Ritorno il: 13/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

TOP Dubai

Lo spettacolo pirotecnico di Capodanno del Burj Khalifa

Lo spettacolo notturno delle Dubai Fountain Un giro nel Dubai Mall

Lo Ski Dubai

Attraversare il Dubai Creek su un’imbarcazione antica

Percorrere le acque di Marina Dubai per vedere Dubai da un’altra prospettiva

TOP Oman

Attraversare in macchina le dune del Wahiba Sands

Percorrere a piedi il Wadi Shab

Attraversare al tramonto il Jebel Shams ammirandone il Grand Canyon d’Arabia

Lasciarsi trasportare dall’atmosfera dei Suq

Godersi la pace e il lusso del Shangri-La’s

Ammirare gli abiti tradizionali omaniti sia maschili che femminili

Una passeggiata lungo le corniche al tramonto

Le banana chips e i datteri!

Dubai e Oman – I NOSTRI NUMERI (per due persone)

Volo Bologna – Dubai / Muscat – Bologna: 982,96 €

Spostamenti: 160,94 €

Assicurazione: 172,23 €

Alberghi: 1858,80 €

Mangiare: 169,78 €

Attrazioni (compreso tour in Oman con autista): 2113,17 €

Guide cartacee (Lonely): 25,00 €

Commissioni per cambio moneta: 108,89 €

Totale 5591,77 €

N. totale di giorni, compresi gli spostamenti: 14

Cambio medio: 1 Euro = 4,354 Dh – 1 Euro 0,519 OR

Considerazioni generali

Dubai

Dubai è una di quelle destinazioni in cui fare tappa almeno una volta nella vita, per lasciarsi travolgere dallo stupore nel vedere cosa è stato in grado di fare l’uomo grazie ai proventi del petrolio. E pensare che fino agli anni ’60 Dubai non era altro che un villaggio di pescatori! Dubai rimane impressa per gli eccessi in ogni campo, per la volontà di raggiungere guinness dei primati a livello mondiale, che si concretizzano nel grattacielo più alto del mondo, il tappeto della moschea più grande del mondo, il centro commerciale più grande del mondo e così via. Impossibile rimanere indifferenti nel vedere Ski Dubai, una vera e propria pista da sci, con tanto di impianti di risalita, all’interno di un centro commerciale, così come l’acquario in cui non siamo stati, ma che dicono di essere superlativo. A fronte di tutta questa ostentazione eccessiva di ricchezza, rimane evidente l’attaccamento alle tradizioni, la volontà di rispettare abitudini che fanno parte della religione mussulmana, ma con una notevole apertura all’occidente. La scelta lungimirante dell’emiro di Dubai è stata quella di investire le proprie ricchezze, oltre che per la realizzazione di costruzioni esemplari e uniche, per la formazione dei sudditi che si realizza in istruzione gratuita per tutti. Oltre all’istruzione gratuita, i cittadini possono beneficiare di sanità gratuita e assenza totale di tasse, tanto per fare degli esempi. La sfida grande sarà affrontare la realtà quando il petrolio sarà esaurito, cosa succederà?

Ritornando alla nostra esperienza, sconsigliamo vivamente l’albergo Towers Rotana, dove abbiamo alloggiato noi, non vale la pena spendere così tanto per ricevere così poco, meglio optare per un albergo in un quartiere più defilato. Consigliamo di prenotare in anticipo per avere più scelta e a prezzi migliori. La città si sta già preparando all’Expo 2020, infatti, fra le varie tasse da pagare durante il soggiorno, onere esclusivamente riservato ai turisti, c’è anche la tassa per l’Expo 2020. Non osiamo immaginare quali altre cose strabilianti stiano studiando per l’occasione!

Oman

Noi ci siamo limitati a visitare la zona di Muscat, del deserto e dei wadi, ma ci sarebbe ancora molto da esplorare, soprattutto l’area del Musandam di cui abbiamo letto ottime recensioni! Anche l’Oman, come Dubai, gode dei benefici legati alla scoperta del petrolio, ma in misura inferiore, anche perché il territorio è molto più vasto e la popolazione superiore. Si dice che il petrolio rimarrà ancora per tre generazioni, poi cosa succederà?

Anche in Oman, sanità e istruzione sono gratuite ma quest’ultima non è obbligatoria, quindi è inevitabile che ci sia un alto abbandono scolastico, abbiamo visto bambini in giro per le strade a qualsiasi ora del giorno, quando in realtà dovevano essere a scuola. Alla richiesta di spiegazioni, la nostra guida puntualmente rispondeva che era un giorno festivo!

Avendo fatto un tour in auto abbiamo avuto modo di osservare le infrastrutture e la viabilità, le strade sono grandi, di solito agibili, con segnaletica stradale comprensibile e con poco traffico, di per sé non sarebbe difficile la guida autonoma, tuttavia se intendete andare nel deserto e soprattutto nel camp dove siamo stati noi, ci sentiamo di sconsigliarvi di andarci con un mezzo a noleggio, ci vuole una certa esperienza per guidare nel deserto.

L’avventura nel deserto è quella che ci ha colpito di più, guidare sulle dune è stato emozionante, è bello inoltre osservare i cambiamenti nel deserto secondo il momento della giornata… i colori, la temperatura, i rumori.

Non andate in Oman senza vivere una notte nel deserto! Belli i wadi, ma attenzione, perché possono diventare estremamente pericolosi durante la stagione delle piogge, abbiamo visto foto inquietanti di paesi (Nizwa) inondati dall’acqua. Campeggiare nei wadi asciutti inoltre è pericoloso perché possono riempirsi di acqua molto velocemente e anche se non piove nel luogo dove si sta campeggiando, può piovere a monte facendo così discendere l’acqua molto in fretta. Noi ci siamo stati a gennaio, uno dei mesi migliori per girare senza farsi sopraffare dalle temperature torride estive, un po’ meno per il mare visto che verso le 14 si alzava un venticello fresco che ci costringeva a scegliere un luogo più riparato rispetto alla spiaggia.

Consigliamo vivamente il Mutrah hotel, ottimo rapporto qualità prezzo. Abbiamo trovato tutto il necessario, lo staff è stato molto carente dal punto di vista delle informazioni sui tour, a differenza di quello che è indicato sul sito.

Meglio affidarsi ad un’agenzia specializzata, crediamo che si siano messe tutte d’accordo per offrire gli stessi servizi a prezzi uniformi, per questo non conviene perdere tempo chiedendo preventivi in giro, noi con la Mark Tours ci siamo trovati bene.

Una curiosità singolare del sistema è che qualsiasi attività commerciale come agenzie o alberghi, deve essere di proprietà di un cittadino omanita, mentre molto spesso chi ci lavora proviene da altre nazioni come Filippine, Sri Lanka, Bangladesh, India etc.

La guida era un omanita con grande esperienza lavorativa alle spalle e una conseguente conoscenza del territorio più che approfondita, siamo stati fortunati a capitare con lui, ci siamo sentiti sempre al sicuro e in buone mani, anche quando ha guidato all’indietro, in discesa, su una duna di sabbia!

L’Oman è molto tradizionale, lo skyline tipo è formato da case basse di colore chiaro, in cui ciò che svetta è il minareto di una moschea, la volontà del sultano è di preservare questa peculiarità distintiva dell’Oman, che poi ricorda i paesi arabi in genere.

Il sultano è benvoluto da tutti, grazie ai servizi che garantisce gratuitamente, molto spesso la nostra guida ci ha fatto notare agglomerati di case definite “social houses”, ma ci è sembrato più un modo per rimarcare ciò che si vuole far vedere, più che una realtà effettiva di stato attento ai bisogni di tutti.

Ciò che infastidisce i turisti, su cui il governo dovrebbe lavorare con impegno, è la pulizia, è irritante camminare e trovare per terra buste di plastica blu, si dovrebbe sensibilizzare di più la popolazione al rispetto dell’ambiente.

30-31/12/2014 FORLI’/BOLOGNA – ISTANBUL – DUBAI

Siamo partiti da Forlì e una volta raggiunto l’aeroporto di Bologna in auto, parcheggiamo al P4 prenotato in anticipo direttamente on-line. Alle 18.40 si decolla con volo Turkish Airlines, alla volta di Istanbul, quindi alle 00:45 lasciamo la città turca, con un’ora di ritardo a causa del maltempo, per raggiungere Dubai.

Raggiungiamo Dubai al mattino e dopo aver effettuato i controlli e ritirato le valigie, cambiamo un po’ di soldi, quindi tramite la metropolitana (8 Dh a testa) raggiungiamo l’albergo dove soggiorneremo a Dubai, il Towers Rotana, prenotato su booking.com. Dobbiamo aspettare almeno un paio di ore, prima di avere la stanza, dopodiché ne approfittiamo per riposarci qualche oretta in previsione del capodanno in programma. La scelta del Towers Rotana è stata molto sofferta, avevamo prenotato un’altra struttura, molto più economica e allo stesso tempo distante dal Burj Khalifa, ma poi abbiamo optato per questa struttura perché facilmente raggiungibile con la metropolitana e anche a piedi dal Burj Khalifa la notte di Capodanno. Non ripeteremmo la scelta fatta, i servizi, i comfort e la posizione, non giustificano la cifra esorbitante pagata, pur avendo prenotato tre mesi in anticipo. A Dubai tutto è lontano da tutto, inutile pensare di spostarsi a piedi, è necessario ovunque ci si trovi, scegliere un mezzo di trasporto, perché le distanze sono enormi, quindi tanto vale scegliere un buon albergo di fascia media in una zona meno costosa del Financial Center.

Usciti dall’albergo, ci dirigiamo a piedi al Burj Khalifa per esplorare il territorio e ci accorgiamo immediatamente di quanto Dubai sia stata costruita a misura di autovetture! Escludendo i centri commerciali, l’area circostante il Burj Khalifa, Marina Dubai e poco altro, è praticamente impossibile riuscire a fare una passeggiata, inoltre chi intende spostarsi a piedi da un posto all’altro, cambierà ben presto idea, come abbiamo fatto noi, dopo aver scavalcato il primo guard rail. Tornando al Burj Khalifa, è l’edificio più alto al mondo, raggiunge l’altezza di 828 metri ed è stato aperto al pubblico nel 2010, appena sei anni dopo la posa della prima pietra. Arrivando a Dubai, ciò che colpisce in primis l’attenzione dei visitatori, oltre al tepore dei 20° C, dopo aver abbandonato le temperature invernali italiane, è sicuramente la presenza massiccia di grattacieli dalle forme più strane, poi si osserva la viabilità stradale, macchine di grandi cilindrate sfrecciano ad alta velocità correndo sulle 5-6 corsie per carreggiata, è vano il tentativo di cercare attraversamenti pedonali. Per arrivare al grattacielo più alto del mondo, che dal nostro albergo dista una fermata della metropolitana, circa 1 km, ci impieghiamo veramente tanto, compiendo qualche attraversamento stradale azzardato.

Il pomeriggio trascorre scoprendo la zona attorno al grattacielo, per capire quale sia la posizione migliore da dove ammirare i fuochi. Ci sono centinaia di persone addette alla sicurezza e tutte le strade sono transennate, si perde veramente tanto tempo per gli spostamenti a piedi e nel tardo pomeriggio, finalmente, raggiungiamo la zona delle Dubai Fountain, dove decidiamo di fermarci poiché la zona comincia già ad affollarsi. Nelle vicinanze troviamo il ristorante Nando’s, dove prendiamo qualcosa in versione take-away, per la nostra frugale cena e poi, seduti sugli scalini di fronte al locale, armati di coperta e pazienza, aspettiamo la mezzanotte. Unica consolazione è che ogni mezz’ora vediamo, anche se non troppo bene, lo spettacolo delle fontane, mentre la gente continua ad arrivare numerosa.

Finalmente arriva la mezzanotte, è l’apoteosi dei fuochi artificiali! Lo spettacolo è grandioso, i fuochi principali esplodono dal Burj Khalifa, e i fuochi degli altri grattacieli fanno da cornice, mai visto uno spettacolo così, strepitoso! L’unico limite è sicuramente la durata, non più di dieci minuti, ma alla fine dello spettacolo pirotecnico, un paio di elicotteri riversa coriandoli di carta argentata sulla folla.

E’ arrivata l’ora di tornare verso l’albergo, le strade che circondano l’isolato sono chiuse, niente bus e taxi, il giro che dobbiamo fare a piedi per tornare in albergo o alla metropolitana, è molto lungo, per questo motivo decidiamo di fermarci in un localino per uno spuntino serale aspettando che la folla defluisca.

Ripartiti, usciamo dalla zona off-limits al traffico e raggiungiamo la più vicina fermata della metropolitana, impossibile salire sulla metro, le persone in fila fuori dalla fermata sono migliaia, il traffico in uscita dai parcheggi è bloccato e a piedi, piano piano, raggiungiamo l’albergo, attraversando, assieme ad altre decine di persone, un’arteria principale della città a sei corsie per senso di marcia, costringendo le autovetture a fermarsi, cose da pazzi! E’ mai possibile che non debba esserci un passaggio pedonale sopraelevato oltre a quello della metropolitana! I pedoni a Dubai non sono minimamente considerati, fortunatamente siamo illesi e possiamo andare a riposare. Costo del volo A/R Turkish Airlines: 491,48 Euro a testa Costo assicurazione totale: 86,12 Euro a testa

01/01/2015 DUBAI

Oggi la giornata inizia tardi, avevamo bisogno di un po’ di riposo e dopo aver fatto i biglietti giornalieri della metropolitana (22 Dh a testa) con nessun limite di zona, ci dirigiamo al Deira City Centre in metro e poi chiedendo molteplici informazioni, arriviamo al Caravan Restaurant, dove di fianco, si trova l’ufficio della compagnia di autobus omanita “ONTC” che fa il collegamento Dubai-Muscat (55 Dh a testa sola andata) due volte al giorno, mattina e pomeriggio. Trovare l’ufficio è stata un’impresa, meglio optare per una corsa in taxi per raggiungerlo, abbiamo dovuto chiedere ai pochi passanti incontrati, ricevendo informazioni spesso non chiare. Aprendo una parentesi sulla lingua inglese, CHIUNQUE è in grado di esprimersi in lingua inglese, quindi complimenti al mondo arabo, Oman compreso, per l’apertura mentale nei confronti delle lingue. Nel frattempo decidiamo di raggiungere una fermata degli autobus a due piani, il Big Bus, che dalla mappa sembra abbastanza vicina. Ci accorgiamo nuovamente che a piedi è assolutamente impossibile, quindi dopo aver camminato per circa un’ora, addirittura perdendoci, optiamo per un taxi che in pochi minuti ci accompagna a una fermata vicina al Deira City Centre (12 Dh), assolutamente non segnalata, come scopriremo essere tutte le altre. Il biglietto del costo di 240 Dh per 24 ore o 295 Dh per 48 ore, consente di utilizzare l’autobus lungo tre diversi percorsi che coprono in pratica tutta la città, consentono di fare due gite in barca diverse, vari tours guidati a piedi, un tour nella vicina Sharjah della durata di tre ore oppure un tour nel deserto al tramonto, della durata di tre ore. Le ultime due gite possono essere utilizzate entro tre giorni, indipendentemente dalla durata del biglietto. Consigliamo vivamente di acquistare questo biglietto, perché oltre a coprire in modo capillare il territorio di Dubai, offre anche altri tours veramente interessanti. Saliti sull’autobus, scendiamo alla fermata successiva per fare il “Beach Tour”, percorriamo praticamente il lungomare attraversando i quartieri di Jumeirah e Umm Suqeim, ammirando da lontano i grattacieli Downtown Dubai.

Costeggiamo le spiagge più belle di Dubai fino a raggiungere il Burj Al Arab, il famigerato albergo a forma di vela che sorge su un’isola artificiale. Qui cambiamo autobus per percorrere il “Marina Tour” e raggiungiamo Marina Mall, dove scendiamo per fare la nostra crociera di un’ora nel porticciolo di Dubai. Anche la crociera è assolutamente consigliata, anche solo per scattare foto meravigliose a questo quartiere considerato il più alto del mondo, per l’altissima concentrazione di grattacieli, gli uni attaccati agli altri, che si stagliano verso il cielo con altezze dai 300 ai 500 metri, impressionante. Terminato il tour in barca, si ritorna alla mal segnalata fermata dell’autobus, ma siamo costretti ad aspettare a lungo a causa del traffico intenso, tanto che una volta saliti, l’autobus è costretto a compiere una deviazione per evitare un ingorgo. Raggiungiamo Palm Jumeirah, la famosa isola artificiale a forma di palma nella cui estremità si trova l’ancor più famoso Atlantis, l’albergo a cinque stelle. Il traffico è congestionato, con molti rallentamenti arriviamo finalmente al Mall of Emirates, un centro commerciale con 520 negozi, altre strutture di intrattenimento e il famigerato Ski Dubai, una serie di piste da sci al chiuso. Mangiamo all’interno del centro commerciale e poi ci beviamo una bibita in un locale, le cui vetrate si affacciano sulle piste e ammiriamo la gente che scia a Dubai, le pensano proprio tutte questi arabi per stupire la gente!

Rientriamo in albergo in metropolitana e terminiamo la giornata.

02/01/2015 DUBAI – SHARJAH – DUBAI

Oggi ci svegliamo presto per essere al centro commerciale Wafi per le ore 9:00, dove parte la gita gratuita per Sharjah, compresa nel biglietto del Big Bus. Quando chiediamo informazioni alla reception per raggiungere il luogo di partenza, scopriamo che oggi è festa nazionale per il calendario mussulmano (compleanno del profeta), in più è venerdì, quindi la metropolitana rimarrà chiusa per almeno mezza giornata. Prendiamo un taxi che per 18 Dh ci accompagna a destinazione velocemente, il traffico in effetti è minimo e alle 9:00 si parte per la gita. La nostra guida ci annuncia che essendo festa, musei e negozi saranno chiusi, ma faremo ugualmente un giro per scattare le foto. Raggiungiamo la città, considerata dall’Unesco Capitale Araba della Cultura, ma come annunciato prima dalla guida è tutto chiuso. Porte serrate anche nell’Heritage Area e nell’Arts Area, facciamo così una sosta ad un centro commerciale, ma i negozi sono ugualmente chiusi. Ci limitiamo a scrutare con curiosità questa città in cui antico e moderno si mescolano perfettamente e a scattare qualche foto, poi rientriamo. La durata del tour è di tre ore, non rientra nelle cose da non perdere, ma forse se non fosse stato un giorno festivo, probabilmente ci avrebbe fatto un’altra impressione. Una volta rientrati al Wafi, saliamo sul Big Bus per compiere il giro della città vecchia. Scendiamo nella zona di Shindagha Heritage Area, dove abitò la famiglia regnante dal 1912 al 1958, un bel posto dove fare la passeggiata lungo il creek. La visita della Sheikh Saeed al-Maktoum House, la residenza in cui abitò il nonno dell’attuale sceicco, non ci è consentita perché chiusa. Riprendiamo il Big Bus e scendiamo per fare la crociera lungo il creek, anche questa bella, perché si possono ammirare le imbarcazioni tipiche sulle quali vengono caricate le merci sulle banchine del lungo fiume. Durata della navigazione, un’ora scarsa. Raggiunta la fermata dell’autobus terminiamo il nostro tour raggiungendo di nuovo il Wafi, dove trascorriamo un’ora circa per rifocillarci e prepararci per il tour nel deserto al tramonto che parte alle 16:00, ma con nostro rammarico impariamo che è stato annullato per la solita festività mussulmana. Il nostro biglietto da 24 ore è ormai scaduto, chiediamo di poterlo prolungare per raggiungere il suq dell’oro, ce lo concedono per farsi perdonare del disservizio creato dal mancato tour nel deserto. Nel suq dell’oro si trovano decine e decine di negozi che vendono oro e gioielli, in molti dei quali ci sono tanti clienti intenti a provarsi i preziosi e a contrattare. Oltre al suq dell’oro visitiamo quello delle spezie, gli odori inebriano le narici. In entrambi i suq si viene continuamente avvicinati da procacciatori che vogliono vendere orologi contraffatti. Attraversiamo il creek insieme alla gente locale, su una delle imbarcazioni caratteristiche, il “sambuco” (1 Dh a testa), si tratta di taxi collettivi che per uscire dall’attracco si fanno strada a suon di spintoni sull’acqua.

Raggiungiamo il Dubai Old Suq per acquistare qualche souvenir. A questo punto decidiamo di prendere la metropolitana e raggiungere il Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo con 1200 negozi e tante attrazioni, la principale è sicuramente l’Aquarium & Underwater Zoo della quale vediamo la vasca principale dall’esterno. Nell’area ristorazione ceniamo e poi andiamo ad assistere ad un paio di esibizioni delle Dubai Fountain, uno spettacolo incredibile assolutamente da non perdere.

03/01/2015 DUBAI – MUSCAT (OMAN)

Oggi è l’ultimo giorno che trascorriamo a Dubai e una volta svegli scendiamo per chiedere se ci sono posti disponibili per “At the Top”, la terrazza panoramica che si trova al 124° piano del Burj Khalifa, dalla quale si gode di una bellissima vista sulla città. Purtroppo è tutto prenotato per i prossimi tre giorni, quindi ci accontentiamo di salire al 43° piano del “Four points” by Sheraton, un albergo che dista un centinaio di metri dal nostro, nella cui terrazza è presente una piscina e da cui si gode di una bella vista.

Dopodiché decidiamo di visitare la spiaggia pubblica, nelle adiacenze del Burj al Arab, che raggiungiamo in taxi (33 Dh). E’ caldo e ne approfittiamo per stenderci sulla sabbia e scattare qualche bella foto con alle spalle l’extra lusso del Burj al Arab. Ripartiti, raggiungiamo con un taxi il Dubai Mall (38 Dh) e tentiamo invano di salire sul grattacielo adiacente al Burj Khalifa, in teoria sarebbe possibile salire fino al bar posto al 60° piano, da cui si gode di un’ottima vista, ma in pratica non lo è perché il bar è ancora chiuso. L’albergo è un extra-lusso, non ci dispiace l’idea di non poter salire, perché veniamo squadrati dalla testa ai piedi in maniera imbarazzante. Un breve giro al Dubai Mall per qualche piccola commissione, quindi si rientra in albergo tramite metropolitana (6 Dh a testa). Fatto il check-out e pagato l’albergo (3000 Dh per tre notti+213 Dh per pagamento con carta di credito) raggiungiamo il punto di partenza dell’autobus per Muscat, tramite un taxi privato dell’albergo (38 Dh), costato quasi quanto il viaggio in pullman per Muscat. Saliti sul pullman, ci accorgiamo che è vecchio, abbastanza sporco, privo di servizi igienici, con passeggeri quasi esclusivamente locali, forse pendolari, alle 14:40 si parte con venti minuti di anticipo perché il pullman è già al completo. Arriviamo al confine degli Emirati Arabi Uniti, dove ci timbrano i passaporti, quindi entriamo in Oman. Siamo sottoposti al primo controllo bagagli, ci fanno mettere tutte le valigie su dei tavoli, vengono aperte e ispezionate superficialmente, dopodiché messe a terra in fila e controllate da un cane poliziotto. A questo punto si riparte e dopo poco siamo di nuovo fermi per il controllo passaporti e il visto di ingresso, che non siamo tenuti a pagare, probabilmente perché entrando in Oman via terra da Dubai, non è necessario. La coda è lunga, inoltre due ragazzi francesi hanno dei problemi per il rilascio del visto, probabilmente avevano sul passaporto il timbro di Israele, in ogni caso non vengono fatti entrare in Oman e quindi non possono proseguire il viaggio con noi. Otteniamo il visto di dieci giorni per l’Oman.

Raggiungiamo Muscat alle 21:30 dopo circa sette ore di viaggio, considerando però che un’ora e mezza circa, sono servite per sbrigare le pratiche burocratiche al confine. Chiediamo all’autista quanto dista il nostro albergo dalla stazione degli autobus e ci dice dieci chilometri, prendiamo così un taxi che ci accompagna al Mutrah Hotel, albergo prenotato su booking.com dall’Italia per tre notti (116,23 OR). Il taxi non ha tassametro, chiediamo quanto vuole e ci dice 5 OR, pensiamo che sia un prezzo onesto per il tragitto, quindi accettiamo. In realtà scopriamo che l’albergo è a cinque minuti di auto dalla stazione dell’autobus, un paio di chilometri in tutto e che il giusto prezzo della corsa sarebbe stato al massimo di 2 OR. Facciamo il check-in, la stanza è una tripla adibita a doppia, grande, confortevole, un albergo senza infamia né lode ma in una buona posizione, con una buona cucina indiana, ad un prezzo ragionevole per gli standard omaniti. Incontriamo molti ragazzi zaino in spalla e scopriamo essere un albergo punto di appoggio per i viaggi di “Avventure nel mondo”. Decidiamo di cenare nel ristorante dell’albergo che ha commenti favorevoli (1 chicken byriani, 1 vegetable byriani, 1 pollo alla griglia con contorno di verdure e patate fritte, 1 nan – tipo piadina – 1 nan all’aglio, 1 acqua 11,30 OR), le porzioni sono molto abbondanti e le pietanze buone, anche se il riso è un po’ troppo piccante per i nostri palati.

04/01/2015 MUSCAT

Stamattina, dopo aver fatto una colazione varia e abbondante, prendiamo un taxi per raggiungere l’ufficio dell’agenzia “Mark Tours”, che si trova non troppo lontano dall’albergo. L’autista non capendo dove si trovi la strada, ci chiede il numero di telefono della compagnia e prova a chiamare, ma non risponde nessuno, proviamo con la compagnia “National Travel & Tourism” con lo stesso risultato. L’autista ci dice che oggi in Oman è festa, quindi negozi e uffici sono chiusi, ci spiega che è il compleanno del profeta e ci meravigliamo perché a Dubai lo era stato due giorni prima, in seguito apprendiamo che questa festività varia da stato a stato e dipende dal calendario lunare. Andiamo negli uffici di Mark Tours (2 OR), nonostante non abbia risposto nessuno al telefono, costringendo l’autista a raggiungere la zona, chiedendo poi in giro informazioni per arrivare nella sede dell’agenzia che ovviamente troviamo chiusa. Ci intrufoliamo lo stesso su per le scale, gli uffici si trovano al secondo piano di uno stabile, qui troviamo un impiegato che molto gentilmente ci aiuta, ci dice che oggi non riesce a prenotare il tour, perché è festa, ma riesce soltanto a produrre un preventivo con itinerario. Nel frattempo il nostro taxista ci aspetta, dato che abbiamo solo 5 OR e lui non ha resto da darci, fino a quando non decide di andare a prendere un thè in un locale vicino, non lo ritroveremo più. Il preventivo per quattro giorni di tour con noleggio auto 4WD, autista e pernottamento con colazione e cena è di 410 OR a testa non trattabili, più il 2% per il pagamento con carta di credito. Rimaniamo d’accordo che ci sentiamo la mattina seguente e usciamo cercando invano il taxista, prendiamo un altro taxi (2 OR) per raggiungere il Mutrah Suq, da dove parte il Big Bus di Muscat. A differenza del Big Bus di Dubai, questo non ci sentiamo di consigliarlo, il biglietto è particolarmente costoso per i servizi che offre, nessun tour aggiuntivo, poche tappe, se potessimo tornare indietro opteremmo per contrattare con un taxista, la zona di fronte al Mutrah suq ne è piena, un tour giornaliero in macchina. In questo modo si aiuta realmente l’economica locale, si ha modo di scoprire zone non segnalate nelle cartine turistiche e si ha la possibilità di confrontarsi con la gente del posto che è molto ospitale.

Fatti i biglietti (22 OR per 24 ore o 26 OR per 48 ore) gironzoliamo con il Big Bus e facciamo sosta a Shatti, dove si trova la spiaggia con alcuni locali, facciamo una passeggiata lungo la spiaggia, il mare non è affatto spettacolare. Ripreso il Big Bus, facciamo sosta al Sultan’s Palace, un palazzo a forma di fungo con colonne di colore blu e oro che merita di essere visto, l’entrata è vietata, però siamo riusciti a scattare foto molto belle, merito sicuramente del cielo azzurro e dei coloratissimi fiori. A questo punto riprendiamo il bus e torniamo al suq di Mutrah, sono le ore 16:00 gli shops stanno aprendo. E’ un mercato pittoresco dove si vende qualsiasi tipo di merce e dove ovviamente si deve contrattare. Trascorriamo un po’ di tempo gironzolando e facendo qualche piccolo acquisto, inebriandoci con gli odori degli incensi accesi, delle spezie e delle essenze, dopodiché usciamo di nuovo sull’area portuale. Facciamo una piacevole passeggiata sul litorale al tramonto, chiamato corniche. C’è parecchia gente in giro e la temperatura dell’area è gradevole, inoltre ci sono parecchie panchine dove rilassarsi, quando ci stanchiamo, torniamo indietro e attraversando il suq raggiungiamo l’albergo a piedi, che dista circa venti minuti da qui.

Dopo esserci rilassati in stanza, torniamo nel ristorante dell’albergo per la cena (1 hamburger con patatine e bibita, 1 piatto con club sandwich patatine e bibita, 2 nan all’aglio, 1 dolce, 6,70 OR). Terminata la cena, conversiamo con altri italiani presenti in albergo e prima di coricarci chiediamo via e-mail un preventivo all’agenzia “National Travel & Tourism” dello stesso itinerario proposto da Mark Tours con gli stessi alloggi.

05/01/2015 MUSCAT

Dopo la colazione come sempre abbondante, prendiamo un taxi che ci conduce alla Grand Mosque (8 OR). Il prezzo crediamo sia eccessivo, nonostante ci sia stato consigliato dalla receptionist del nostro albergo, perché il taxista ha accettato subito e di buon grado. La Grand Mosque è una splendida e mastodontica moschea, accessibile anche ai non mussulmani fino alle ore 11:00 del mattino. La sala della preghiera è magnifica e il tappeto è incredibilmente enorme, poiché la ricopre per tutta la sua interezza. Marmi, lampadari e tappeto esprimono la magnificenza del sultano, che ha voluto festeggiare il 30° anniversario della sua ascesa al trono, regalando questa moschea ai suoi sudditi, la moschea può contenere fino a 20.000 fedeli. Quando usciamo, riprendiamo il taxi per tornare in albergo (7 OR), ci mettiamo veramente tanto tempo per rientrare perché il tassista non sa dove possa essere l’albergo, il sistema di vie e nomenclatura stradale a Muscat è decisamente inefficiente. Più volte ci è capitato che il tassista abbia dovuto chiedere informazioni ad altri, la cosa migliore sarebbe fornire al taxista il numero di telefono del luogo che si deve raggiungere, per avere al telefono una spiegazione della strada da seguire, incredibile ma vero! Ovviamente i navigatori sono superflui in quanto solo le strade principali hanno un nome. Tornati in albergo, controlliamo la posta elettronica per vedere se abbiamo ricevuto il preventivo per il tour, in effetti è arrivato ma i prezzi sono pari all’altra agenzia, speravamo di poter risparmiare qualcosa.

Tornati in strada, prendiamo un altro taxi (3 OR) per raggiungere l’agenzia “Mark Tours”, ovviamente anche questo autista è costretto a telefonare. Negli uffici ritroviamo l’impiegato del giorno precedente e un collega, confermando il tour per quattro giorni e tre notti alla modica cifra di 820 OR più il 2% per il pagamento con carta di credito, totale 836 OR, che mazzata! Speriamo che ne sia valsa la pena! Usciti dagli uffici, cerchiamo di raggiungere a piedi la fermata del Big Bus, ovviamente un’impresa impossibile e quando ci stanchiamo di camminare, tramite taxi raggiungiamo il suq di Mutrah (3 OR). Decidiamo di andare tramite Big Bus al Marina Bandar Ar Rawdah, il porto ad Al-Bustan per partecipare ad un’escursione al tramonto in battello. La gita costa 15 OR a testa e dura circa due ore, si costeggia lo spazio di mare di fronte Al-Bustan Palace, un lussuoso albergo, quindi si raggiunge Khawr Kalbuh, l’incensiere ornamentale, per poi arrivare al culmine del tramonto passando ovviamente davanti al Sultan’s Palace e ai due forti, Al-Jalali Fort e Al-Mirani Fort. Niente di imperdibile, ma è un modo piacevole per trascorrere due ore e godersi un’ottima vista sulla città al tramonto. Dal porto menzionato partono anche le gite in battello per ammirare i delfini. Rientriamo tramite Big Bus al suq di Mutrah, quindi in albergo per la cena (1 piatto con Club Sandwich patatine e bibita, 1 noodles con verdure, 1 pollo tandoori masala, 1 nan all’aglio, 1 bottiglia di acqua 7,70 OR), tutto squisito come sempre. Ed ora due parole sui tour in Oman.

Viaggiare in Oman affidandosi ad agenzie locali è una scelta stra-consigliata, perché consente di essere sgravati dalla responsabilità di viaggiare in zone impervie come il deserto, ma per niente economica, eravamo stati messi in guardia sulla dispendiosità dei tour, ma forse non avevamo un metro di grandezza adeguato. I preventivi delle due agenzie, Mark Tours e National Travel & Tourism, erano praticamente allineati, ma alla fine abbiamo scelto Mark Tours, per caso. Crediamo invece che la nostra esperienza sia stata positiva, non per caso, ma perché l’agenzia alla quale ci siamo affidati è seria e professionale, così come i suoi collaboratori, fra cui la nostra guida. Ci siamo rivolti a queste due agenzie, chiedendo ad entrambe il preventivo, perché consigliate dalla guida Lonely Planet.

06/01/2015 MUSCAT – JEBEL SHAMS

Dopo la colazione e il check-out incontriamo in albergo la nostra guida e autista, dopodiché partiamo per il tour. La guida è un’omanita che parla fluentemente inglese, indossa la tipica tunica bianca con berretto ricamato e ciabatte, dopo le presentazioni di rito, ci illustra il programma del tour, partiamo così alla volta di Nizwa con la nostra 4×4. La strada è molto scorrevole e dopo un paio di ore arriviamo nella cittadina, visitiamo il suq di Nizwa, da quello alimentare con frutta, fra cui datteri in quantità, verdura, a quello di carne e pesce, a quello di oggettistica e artigianato, è molto carino e merita sicuramente una visita per lo shopping. Terminata la visita al suq, procediamo verso l’ingresso del forte (0,5 OR a testa) per salire sulla torre a pianta circolare ad ammirare il panorama circostante con piantagioni di datteri a perdita d’occhio. Si ritorna alla macchina e la fermata successiva è Jabrin, dove si erge il castello che visitiamo (0,5 OR a testa). Questo sicuramente è più bello del precedente, ed è opportuno dedicargli un po’ di tempo. Vi si trovava una scuola di corano, l’interno è composto da un cortile molto bello sul quale si sviluppano nei vari piani, le stanze, molte delle quali conservano ancora semplici arredi come tappeti. Riprendiamo l’auto e la fermata successiva è Bahla che possiede un forte dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ma siamo stanchi di vedere dei forti e proseguiamo. Raggiungiamo un punto panoramico e ammiriamo la cittadina dall’alto per osservare il forte e la cinta muraria. Si prosegue e si arriva ad Al-Hamra per vedere le case in mattoni crudi e infine a Misfat un piccolo paesino sulla montagna. L’area è incantevole perché le case si trovano su terrazze immerse dalle piantagioni di datteri, banani e manghi, camminare per questo labirinto di vicoli è molto suggestivo. Terminata la visita è arrivato il momento di raggiungere Jebel Shams, si tratta della montagna più alta dell’Oman, 3075 metri, nella cui cima è presente una stazione militare e quindi non si può raggiungere. Arriviamo a 2000 metri, dove è presente il Jemel Shams Resort dove trascorreremo la notte, la strada per arrivare è asfaltata, tranne l’ultimo tratto di diversi chilometri che è battuto, ma in ottime condizioni. Ovviamente con un’auto normale si rischia di fare qualche danno, ma con un’auto 4×4 non ci dovrebbero essere problemi.

Lo spettacolo lungo la strada è grandioso, tanti sono i colori e il fatto di essere circondati da alte montagne non ci fa pensare di essere in Oman. La temperatura si abbassa di diversi gradi e il caldo opprimente della pianura è scomparso. Arrivati in cima, andiamo ad ammirare il Wadi Ghul, conosciuto come Gran Canyon d’Arabia perché ha pareti verticali profondissime. Dalla cima, si vedono le profonde gole fra cui impressiona un piccolissimo agglomerato di abitazioni, lungo il tragitto incontriamo anche un piccolo villaggio i cui abitanti vendono souvenir artigianali quali braccialetti e portachiavi. Facciamo il check-in nel resort, molto carino, composto da piccoli blocchi, tende, una piscina e un’area comune per i pasti. Le stanze sono dotate di bagno, corrente e stufa elettrica per il riscaldamento, l’alloggio è nel complesso molto spazioso e confortevole. Dal retro della nostra stanza ammiriamo il tramonto, il sole che scende dietro le montagne irradia tutto il panorama con colori bellissimi. All’esterno dei bungalow sono presenti degli spazi per accendere il fuoco e creare atmosfera, costo della legna 5 OR. L’inquinamento luminoso è inesistente, le stelle si vedono che è una meraviglia, ceniamo con la guida nella sala ristorante a buffet, sono diverse le pietanze disponibili e decisamente buone, le migliori di tutto il tour. Dopo tante chiacchiere con la nostra e altre guide, rientriamo in stanza che è meglio riscaldare con la stufa elettrica.

07/01/2015: JEBEL SHAMS – WAHIBA SANDS

Dopo la colazione, abbondante e squisita, alle 8:30 si parte. Scendiamo dalle montagne ammirando i paesaggi incantevoli e arrivati a Nizwa proseguiamo verso Birkat Al-Mawz (traduzione letterale, vasca delle banane) che raggiungiamo e visitiamo. Vediamo la parte vecchia della città costituita da case in mattoni crudi, che stanno per lo più crollando, rivelando un’immagine decadente di una cultura che sta scomparendo. Bello! Ma consigliamo di passeggiare con qualcuno che conosca il posto per non addentrarsi in zone che possono risultare troppo pericolose a causa del declino in cui versa la zona, noi siamo condotti da Saif, da soli non credo che ci saremmo avventurati, anche solo per paura di varcare qualche proprietà privata. Risaliti, proseguiamo verso Ibra, cittadina in cui ci fermiamo per mangiare qualcosa. E’ mercoledì ed è il giorno in cui il suq è più animato. Facciamo un giro fra negozi e bancarelle, ma nel suq è, ahimè, vietato categoricamente scattare fotografie, abbiamo visto un cartello, che ci sarebbe piaciuto fotografare appunto, in cui questo divieto era spiegato espressamente. A questo punto si riparte alla volta del deserto. Prima di entrare ci fermiamo da un gommista a sgonfiare le gomme per procedere meglio sulle dune e le piste di sabbia. Decidiamo di andare a visitare la casa tipica di una famiglia beduina e imboccata la strada, si parte. Inizialmente è asfaltata, ma dopo poco l’asfalto finisce e ci troviamo su una pista battuta di sabbia, dove due dune immense la costeggiano. Lo scenario è spettacolare, è la prima volta che vediamo un deserto di sabbia e i colori e le curve soffici delle dune, ci elettrizzano, bellissimo, un capolavoro della natura! Spesso usciamo dalla pista battuta e ci divertiamo a salire e scendere dalle dune, emozionante e divertente allo stesso tempo. Occorre avere una certa pratica nelle manovre e superata la paura iniziale, Saif ci fa divertire, scendendo addirittura da una duna, all’indietro. Raggiungiamo la famiglia di beduini e qui siamo accolti da quattro bambini (i nipoti) e la signora padrona di casa. Ci fa accomodare sotto la tenda e ci offre caffè e datteri, all’interno la temperatura è gradevole e ci sediamo sopra i tappeti stesi ovunque. Dopo un po’ di chiacchiere, per ricambiare la cortesia e l’ospitalità, acquistiamo un braccialetto e dopo tante bellissime foto, ripartiamo. Ci dirigiamo, questa volta al nostro camping, il Safari Desert Camp, che si trova dalla parte opposta rispetto alla casa dove siamo stati accolti. E’ l’ultimo camping nel deserto e ci si addentra per alcune decine di km percorrendo una strada battuta di sabbia. Se fossimo stati soli, anche con una 4×4, non saremmo mai venuti, considerando che si è in mezzo allo splendido nulla senza punti di riferimento di alcun tipo! Ogni tanto si incrocia qualche capanna di beduini e questa scenografia, con i colori rosso, arancio e oro, a seconda della luce del momento, è fantastica. Raggiunto il camping, veniamo accolti e fatti accomodare nel nostro bungalow con bagno privato ma senza tetto, ideale per ammirare il cielo stellato. Il letto è avvolto dalla tenda per ovviare al problema mosquito, non ce ne sono tanti in questa stagione, ma dopo poco siamo comunque costretti a spruzzare un po’ di Autan. L’acqua corrente è prelevata dal sottosuolo, ma non c’è energia elettrica, quindi solo torce e lampade al led, a pile. Per il tramonto riprendiamo la 4×4 con Saif e saliamo su una duna per ammirare il calare del sole, emozionante e scatti a non finire, le foto migliori di tutta la vacanza le abbiamo scattate nel deserto. Prima di tornare indietro, assistiamo ad un piccolo fuori campo, un’altra guida si è insabbiata con il suo mezzo e noi, assieme ad altri, andiamo ad aiutarli, dopo poco, tutto finisce nel migliore dei modi, quindi dopo questa piccola avventura, si rientra nel camping. Per cena gli ospiti sono accolti in una sala al coperto, con tavoli e sedie, dove mangiare, il cibo è ottimo, niente da dire, con diverse scelte e carne di pollo, cotta al barbecue, squisita. Terminata la cena, saliamo sul tetto terrazzato “dell’area ristorante” ad ammirare le stelle, di inquinamento luminoso ce n’è veramente poco, quindi ci accomodiamo sotto le tende sul retro dove, emulando le abitazioni beduine, ci sono tappeti e cuscini dove potersi rilassare bevendo qualcosa, mangiando frutta e socializzando con gli altri. Le dune sono la patria dei beduini che vivono, anche se si sono modernizzati anche loro, di commercio e dedicandosi all’allevamento dei cammelli da corsa, tant’è vero che da metà ottobre a metà aprile si svolgono le famigerate corse. Le donne beduine sono coperte come le donne omanite con l’aggiunta di maschere con visiere, sono abili artigiane, guidano spesso i fuoristrada prestando soccorso agli autisti sprovveduti e detestano essere fotografate. Durante l’estate si registrano temperature elevatissime, è severamente vietato allontanarsi dai percorsi battuti.

08/01/2015 WAHIBA SANDS – RAS AL-HADD

Ci svegliamo molto presto perché la colazione viene servita dalle 7:00, ma non abbiamo bisogno della sveglia, il letto non è particolarmente comodo e fa freddo, benché siamo coperti bene, per cui durante la notte ci svegliamo spesso. Ci alziamo e vediamo sorgere il sole dalla duna di fronte a noi, molto bello, con colori a dir poco fantastici. Dopo la colazione, varia e abbondante, ripartiamo continuando a scattare fotografie, ci fermiamo inoltre a raccogliere un po’ di sabbia del deserto, ma alla fine è inevitabile, dobbiamo abbandonare questo luogo fantastico. Facciamo sosta dal gommista per rigonfiare le gomme, quindi si parte per il Wadi Bani Khalid. Si imbocca la strada per il Wadi che termina in un parcheggio dove lasciamo la macchina. A piedi raggiungiamo le prime pozze poco distanti, dove è presente un bar con sedie e tavolini dove potersi rilassare. C’è la possibilità di raggiungere a piedi una serie di pozze situate verso l’interno e alla Moqal Cave, una grotta, ma noi non ci andiamo, optiamo invece per un po’ di relax e tolte le scarpe, immergiamo i piedi in acqua per un fish-massage, trascorrendo così il tempo a nostra disposizione. Si riparte, questa volta diretti a Sur, dove ci fermiamo in un’azienda per osservare la lavorazione artigianale di un dhow, la tipica imbarcazione locale. Un breve giro in auto nel paese per ammirare le caratteristiche porte di legno intarsiato, quindi ci dirigiamo al Turtle Beach Resort a Ras al-Hadd. Il posto è isolato, molto carino, ci sono una serie di bungalow e noi alloggiamo in uno di questi, fronte mare. La location merita davvero, ne approfittiamo per rilassarci un po’ nella spiaggia privata, poiché abbiamo a disposizione buona parte del pomeriggio. La cena viene servita all’aperto, in un locale a forma di dhow, ma il cibo è di scarsa qualità, il peggiore di tutti gli alberghi in cui siamo stati in Oman. Alle 20:15 si parte alla volta di Ras al-Jinz per la Turtle Reserve, con la speranza di vedere le tartarughe marine.

L’Oman è un’importantissima terra per la proliferazione di questi animali, il mese ideale per l’avvistamento è luglio, ma noi siamo speranzosi di vederne almeno un paio. Fatti i biglietti (3 OR a testa), tramite la prenotazione degli organizzatori del nostro tour, entriamo nella riserva. Le nostre guide ci accompagnano con un minibus ai margini della spiaggia, che dista 900 metri dal centro visite, la gente che vi partecipa è tanta ed è divisa in gruppi che sono fatti entrare a turni. Raggiunta la spiaggia, abbiamo la fortuna di vedere una tartaruga che piano piano, raggiunge il mare dopo aver deposto le uova, com’è strana la natura, considerando che le tartarughe vengono tutti gli anni in questa spiaggia per deporre le uova! Secondo colpo di fortuna, ci mostrano quattro piccoli che tentano di raggiungere l’acqua, le guide ci spiegano che molti piccoli si perdono proprio in questo modo, anziché raggiungere il mare, vanno nella direzione opposta e spesso non sopravvivono. Un po’ distante, sono presenti un altro paio di tartarughe, ma una è già rientrata in acqua dopo aver deposto le uova, l’altra invece, forse impaurita, o forse infastidita dall’uomo o dalla luna, non ha deposto e se ne è andata, quindi la nostra gita in riserva si chiude qui, ma ci riteniamo fortunati e soddisfatti.

Usciti, ritorniamo nel resort per la notte, concedendoci prima una bibita rigenerante nel bar all’aperto. Questa riserva è un importante sito per la tutela della tartaruga verde che nidifica qui, ogni anno approdano in questo luogo ben 20.000 tartarughe e in alta stagione la riserva è presa d’assalto dai turisti. Durante il giorno le tartarughe difficilmente si avvicinano alla spiaggia, quindi la visita va fatta durante le ore notturne, è severamente vietato fotografarle con qualsiasi dispositivo nelle ore notturne, mentre di giorno questo divieto non c’è.

09/01/2015 RAS AL-HADD – MUSCAT

Questa mattina ci svegliamo con calma e dopo aver fatto colazione, partiamo ripassando dalla cittadina di Sur, dove vediamo tanti Dhow direttamente in acqua, quindi proseguiamo in direzione di Muscat. Facciamo una breve sosta al Wadi Tiwi, dove ci sono pozze color verde smeraldo e tanta vegetazione, si può fare l’escursione visitando i diversi villaggi disseminati lungo il percorso, noi ci limitiamo a girare in macchina, imbocchiamo con il fuoristrada una stretta strada che percorriamo per qualche chilometro, quindi ci fermiamo per scattare le foto di rito. Si riparte e questa volta è per raggiungere il Wadi Shab, una delle destinazioni più affascinanti dell’Oman. Tramite un battello (1 OR a testa) si attraversa il wadi raggiungendo la parte opposta, da cui parte la camminata di circa 45 minuti per raggiungere quelle che pensiamo siano le pozze più belle. La camminata è in un ambiente molto bello, occorre attraversare più volte il wadi da una parte all’altra, spesso ci si arrampica per fare piccoli dislivelli sui massi presenti, diciamo che non è particolarmente pericoloso, è fattibile, ma occorre avere scarpe comode e un po’ di forma fisica. Raggiunta la pozza principale, tante sono le persone che fanno il bagno, anche se crediamo che sia vietato, ma l’acqua cristallina e l’essere accaldati dalla camminata, di sicuro sono uno stimolo a buttarsi in acqua. Noi non abbiamo il costume, quindi dopo aver fatto uno spuntino, ripartiamo. Unica pecca di questo posto, così come abbiamo notato altrove, è l’immondizia presente ovunque. Purtroppo non esiste ancora la cultura di non inquinare l’ambiente e sono ancora tanti, coloro che dopo il pic-nic o lo spuntino, lasciano l’immondizia per terra, al contrario della città di Muscat che si presenta invece molto pulita. Rientrati alla macchina, partiamo alla volta del Sinkhole Park (Hawiyat Hajm Park), un buco nel suolo di 40 metri per 20 metri, al cui interno si trova un’acqua color turchese con venature verdi, in cui tanti fanno il bagno. Il cratere è recintato e una scala permette di scendere in acqua, nel punto più profondo supera i 20 metri. Si pensa e alcuni studi sembrano dimostrarlo, che sia stato creato da un meteorite. Dopo qualche foto e dopo un incontro ravvicinato con un serpente, si riparte per raggiungere Muscat, dove trascorreremo gli ultimi giorni in totale relax.

Ci fermiamo per fare un po’ di acquisti, quindi raggiungiamo il nostro resort, prenotato dall’Italia, si tratta del Shangri-La’s, un complesso composto da tre resort collegati fra loro, facciamo il check-in e salutiamo Saif, la nostra guida, ringraziandolo per la disponibilità dimostrataci e per averci fatto apprezzare una piccola parte dell’Oman, portandoci anche in siti che non erano contemplati nel nostro tour programmato.

10-11-12/01/2015 MUSCAT (Resort Shangri-La’s)

Shangri-La’s è molto bello. Si compone di tre strutture collegate: Al Waha Hotel, il più economico, Al Bandar Hotel e Al Husn Hotel, il più esclusivo; si possono prenotare tutti on-line su booking.com. Le strutture sono collegate fra loro tramite shuttle-service, oppure i primi due attraverso un piacevole e panoramico camminamento pavimentato a bordo spiaggia. Gli hotel, parliamo dei primi due, nel terzo non siamo neanche andati, possiedono piscine di varie profondità, diversi ristoranti, spiaggia privata e altri servizi. In spiaggia, come in piscina, viene offerto servizio quotidiano di teli, termos-frigo con acqua, bagnino, frutta fresca a metà mattina e nel pomeriggio. Nel nostro caso i lettini erano disponibili a qualsiasi orario senza problemi, abbiamo avuto l’impressione che il resort non brulicasse di turisti, vuoi per i prezzi esorbitanti o vuoi perché molti soggiornavano qui, ma durante il giorno erano in tour altrove. Incluso nel prezzo giornaliero, c’è solo la prima colazione a buffet, sicuramente molto varia e abbondante, poi tutto il resto si paga a parte, profumatamente.

I bar e ristoranti sono tanti, da quello internazionale a quello asiatico, all’italiano etc., in alcuni casi è consigliata la prenotazione, in pochi è necessario abbigliamento adeguato, come pantaloni lunghi e scarpe chiuse per gli uomini. Sicuramente quelli internazionali che abbiamo provato, hanno un ricco e invitante buffet, peccato che il prezzo sia di 21 OR a testa, secondo noi troppo, ed è la prima proposta dei camerieri non appena ci si siede, peccato però che omettano il prezzo se non si chiede espressamente, quindi meglio fare attenzione. Cortesia e buona educazione del personale non mancano di sicuro; di sera il resort si illumina in modo strategico, acquisendo un’atmosfera molto romantica, il posto è veramente incantevole, raffinato, curato, un resort incastonato fra il giallo delle rocce da una parte e il blu del mare dall’altra. L’acqua del mare non ha i colori dei caraibi, la temperatura al mattino è calda, ma nel primo pomeriggio si alza un venticello che costringe a retrocedere nella zona piscina, più riparata, ma alle 17:00 è ora di rientrare in stanza perché il sole inizia a tramontare. Poco distante è presente un suq, il Al Mazaar Souk, siamo andati a fare un giro, un’esperienza terrificante! Alle 16:00 eravamo i primi clienti e da dentro i negozi disposti a semicircolo su una piazzetta, sono usciti tutti i commercianti per aprirci le porte e invitarci ad entrare, dopo due negozi siamo scappati.

La nostra camera si affacciava sulla piscina, le più costose sulla baia, ma credo che dalla nostra lo spettacolo fosse più interessante, noi riuscivamo a vedere anche le rocce della montagna. Le stanze sono spaziose, con un letto big-size, terrazzino con tavolino e due sedie, tv con canali via satellite, frigobar, rifornimento quotidiano di acqua gratuita, bagno con vasca e doccia, ma non bidet e tanti altri piccoli comfort di vario tipo.

Dovendo prendere l’aereo molto tardi, abbiamo chiesto a che ora potevamo fare il check-out, sul foglio della prenotazione erano indicate le 12:00, in realtà fino alle 14:00 era consentito, ma per la circostanza ci avrebbero concesso un’ora in più, quindi le 15:00. Abbiamo deciso di pagare un’extra (15 OR) per rimanere fino alle 17:00, in modo da godere dell’intera giornata di sole. Il resort ha anche un servizio giornaliero di shuttle per raggiungere il Suq di Mutrah. In definitiva si tratta di un bellissimo ma costoso resort dove vale la pena trascorrere qualche giorno di relax, l’unica cosa da migliorare è l’animazione, la sera dopo cena non c’era veramente nulla da fare, mentre quando eravamo al Melia di Cuba, tutte le sere c’era uno spettacolo di intrattenimento diverso. Costo per 3 notti 285 OR + 48,43 OR di tasse.

Di media nei ristoranti più economici per un antipasto, un piatto principale, una bottiglia d’acqua, spendevamo in due, poco più di 20 OR.

Il giorno del volo di rientro in Italia, dopo aver sfruttato anche il servizio di trasporto per il Suq di Mutrah, stanchi di aspettare in albergo chiamiamo il taxi per raggiungere l’aeroporto (costo 15 OR), in circa mezz’ora di viaggio raggiungiamo l’aeroporto, mancano cinque ore alla partenza del nostro volo.

L’aeroporto di Muscat è una vera sorpresa, ci ha ricordato molto quello di Kathmandu, è piccolo e parecchio obsoleto, i pochi turisti si mescolano con la gente locale in viaggio con valigie vecchio stile e scatole di cartone, sembra di essere tornati indietro nel tempo.

L’Oman è un paese ricco di contraddizioni, da un lato ci sono i resort da sogno e le agenzie che chiedono cifre esorbitanti per tour guidati, dall’altro ci sono le condizioni tipiche dei paesi in via di sviluppo, sporcizia ovunque e una vita semplice che si svolge a ritmi molto lenti.

Dopo lunga attesa negli spazi poco attraenti di un aeroporto che sarà sostituito fra due anni da quello molto più moderno in costruzione e gli acquisti di rito per spendere gli ultimi soldi rimasti, partiamo nel cuore della notte per raggiungere Istanbul, da cui prenderemo la coincidenza per Bologna, lasciando così il caldo per rituffarci nell’inverno.



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