Pensionati alle Canarie

Breve viaggio per visitare le isole e vedere come vivono là i pensionati italiani
Scritto da: tea per 2
pensionati alle canarie
Partenza il: 04/02/2018
Ritorno il: 13/02/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

TENERIFE CON I PENSIONATI

Questo è un diario del nostro viaggio a Tenerife, dal 4 al 13 febbraio 2018.

E’ diverso da qualsiasi altro viaggio mio e di mio marito, e ce lo aspettavamo. Il fatto è che siamo stati invitati da due amici, una coppia di persone rispettivamente di 80 e 68 anni, pensionati. Hanno affittato da cinque anni un appartamento e svernano là, per stare in un clima caldo, per risparmiare, per divertirsi.

Abbiamo fatto, perciò, un’esperienza strana. Non ci capita spesso di adattarci ai ritmi di altre persone, diverse per gusti da noi.

Siamo andati là con Ryanair, che solo da una ventina di giorni aveva inaugurato la sua nuova regola per i bagagli a bordo: se non si paga un extra, sotto la forma di “imbarco prioritario”, non si può portare a bordo la propria valigia, e neanche uno zainetto. Chi paga l’imbarco prioritario può, invece, portare a bordo fino a due bagagli a testa: trolley e zainetto, borsone e borsetta. Regola stupida, soprattutto se tutti-tutti acquistassero il “prioritario imbarco”…

Ryanair adduce come scusa il poco posto nelle cappelliere e, soprattutto, il fatto che per mettere d’accordo tutti su come sistemare i bagagli nelle cappelliere… i loro aerei subivano sempre dei ritardi.

Posso confermare ‘sta cosa dei ritardi, ed anche la confusione a bordo, nel corridoio…

Negli anni scorsi avevamo sempre preferito pagare l’extra per l’imbarco prioritario, che ci permetteva di non fare fila al check in, avere poca coda all’imbarco, di non provare nessuna fatica nel trovare posto ai nostri trolley a bordo. E che cosa è successo, con questa nuova regola Ryanair? Un disastro! Quasi i due terzi dei passeggeri aveva scelto l’imbarco prioritario per Tenerife! Caos! Purtroppo, abbiamo visto che l’utilità era soprattutto per la Ryanair, che ha guadagnato molto di più. Però, il loro povero personale di bordo e di volo è massacrato dagli altri passeggeri, incazzatissimi per non potersi più portare a bordo la propria valigia. Abbiamo assistito a molte litigate. E dire che la regola era stata spiegata chiaramente per email a tutti, nelle precedenti settimane! Beh, suppongo che con il tempo la cosa si calmerà, quando tutti avranno capito. Credo, però, che io e mio marito smetteremo di acquistare il priority boarding, partiremo con una valigia grande in due, la daremo al check-in per lo stivaggio, ed aspetteremo con calma che ce la restituiscano all’arrivo, sul tapis roulant che sarà solo per noi due! Tanto, saranno in pochissimi a fare come noi…

A bordo, abbiamo avuto un’altra sorpresa: solo cinque minuti di ritardo, molte cappelliere vuote… e via, si parte! Evidentemente, Ryanair ha comperato nuovi aerei, perché per la prima volta lo spazio tra i sedili era ragionevolmente adatto agli umani. Le ginocchia non toccavano più il sedile di fronte (Oddio, è anche vero che hanno abolito la tasca “porta oggetti” del sedile di fronte, guadagnando millesimi di spazio…!) . Poi, tutto come al solito: niente fringe benefits! Nessuna presa elettrica, nessun sedile reclinabile, poca imbottitura. Ed il personale di volo che continua a passare per vendere panini, bevande, oggetti e sigarette, e gli immancabili “gratta e vinci”. Bisogna portarsi da casa un panino e la bibita, gli auricolari per ascoltare musica o un tablet per leggere. Solo così si può sopravvivere.

Sia come sia, siamo arrivati con quindici minuti di anticipo, probabilmente per la spinta del forte vento, che ci ha fatto ballare più del normale. Con applauso finale al pilota, dopo l’atterraggio. Ogni volta, mi vergogno di essere Italiana.

All’aeroporto, i nostri amici ci hanno subito accolto con la loro generosità. La loro casa, con box, è stata loro affittata da un signore Italiano, che ne ha parecchie altre sull’isola. Circa 75 metri quadri: due camere da letto, soggiorno con cucina a vista e bagno, balcone, e bene arredata. Hanno anche una zona riservata sul terrazzo, per prendere il sole con i loro lettini o per farsi una grigliata. Il costo annuo, compresi i consumi e le utenze, è di 4.500 euro. Non è sul mare, altrimenti sarebbe costata molto di più, ma dista 7 minuti dalla spiaggia, e si trova nel paesino di San Isidro. E’ a Sud, Sud Est. Tutto attorno hanno i servizi: farmacia, supermercati, negozi, ospedale e pronto soccorso, chiesa e municipio, eccetera. Il loro padrone di casa, per completare, gli affitta anche un’auto, al prezzo di euro 1.500 /anno, assicurazione e revisione annuale inclusa. E’ un catorcio con 200.000 chilometri…. Ma per quello che deve fare… va benone. Dato che stanno là per mesi, il Municipio gli ha dato una carta chiamata “NIE”, che è un documento per stranieri domiciliati alle Canarie, che concede loro agevolazioni. i ecc. Nei Parchi, ad esempio, il loro NIE gli consente lo sconto del 50%, e non è poco, visto che costano un casino. Non è uguale al “NIE Verde”, che consentirebbe loro lo sconto del 50% su ogni trasporto, aereo, stradale o marittimo che sia, ma è già qualcosa. Ma è solo per stranieri “residenti” alle canarie. Bisogna aver acquistato casa, in pratica. I costi delle abitazioni sono diventati alti, negli ultimi anni, soprattutto in riva al mare. Però, le utenze non sono molto costose e spesso non ci sono spese condominiali. Gli Europei del Nord comprano molte case, gli Italiani ultimamente un po’ meno. Però il vantaggio è che se si prendesse residenza alle canarie, l’importo mensile dell’INPS sarebbe superiore, e di parecchio. In pratica, l’INPS non tratterrebbe più l’irpef sulla pensione , se pagata all’estero. Il pensionato Inps ovviamente dovrebbe poi pagare la tassa locale spagnola sulla pensione ricevuta, ma è molto, molto inferiore. Quindi, ci sono parecchi Italiani che hanno preso residenza alle Canarie, dove tra l’altro ci sono tasse inferiori rispetto anche alla Spagna, per la loro legge, e per quelle europee.

I nostri due amici non l’hanno fatto, questo “cambio di residenza” ed acquisto casa, ma molti altri l’hanno fatto, eccome! La comunità italiana locale è numerosa, tanto che la locale biblioteca presta molti libri in lingua Italiana. Curioso regolamento bibliotecario: prendendo un libro si depositano 5 euro, e restituendo il libro si riprende circa il 50% del deposito. Buon incentivo, direi.

Nei giorni seguenti, purtroppo, abbiamo avuto la peggiore settimana degli ultimi trent’anni, dal punto di vista del clima. Ha fatto freddo! Chiariamoci: “freddo”, per un Canariota significa avere al massimo + 15 gradi! Con nuvole, e dai sette ai nove minuti di pioggia al giorno (in totale, non in minuti successivi. Piove e spiove, poi di nuovo così).

Su tutta l’isola, tuttavia, si aggiravano numerosissimi turisti nordici con infradito e bermuda. Alcuni facevano persino il bagno, nel notoriamente freddo oceano! Noi abbiamo avuto freddo, ma più che altro perché non eravamo là con l’abbigliamento giusto. Avevamo più costumi da bagno che giacche, per intenderci. Avendo solo un paio di sandali, li ho indossati i calzini! Sul serio, come una Tedesca! Potete ricattarmi, raccontandolo in giro. Al momento, non potevo far diversamente, avevo proprio freddo. E poi, TUTTI avevano i calzini dentro i sandali! La differenza era che gli Inglesi li indossavano fino a metà polpaccio, gli altri no. Spero di non doverlo più fare, in vita mia, sono veramente orrendi.

Ad ogni modo, nei giorni seguenti siamo andati a nord, a visitare il centro storico di LA LAGUNA, con le sue case di stile coloniale spagnolo: balconi di legno intarsiati, su facciate colorate, e giardini interni lussureggianti di piante e fiori, fontanelle e arcate.

L’isola pullula di turisti, anche in febbraio, di ogni nazionalità. Ci è stato spiegato che la guerra in nord Africa e Medio Oriente ha spinto verso le isole Canarie tutti i flussi turistici che prima se ne andavano sul Mar Rosso, in Tunisia, ecc. Fino a che quelle guerre non saranno risolte, le Canarie se la passeranno bene dal punto di vista delle entrate turistiche. Beh, anche i nostri mari del Sud e del Centro Italia, se ne sono avvantaggiati: hanno visto tutti che parecchi turisti sono tornati. Chi vuole il caldo, in inverno, e chi non ha molto da spendere va alle Canarie. Ogni isola ha il suo tipo standard: Lanzarote e Fuerteventura attirano surfisti e sportivi, soprattutto ciclisti, Gran Canaria e La Gomèra e gli altri isolotti attirano chi può spendere di più. Così, rimane Tenerife per il turismo di massa. L’isola infatti, è molto cementificata: ci sono albergoni e case quasi ovunque. Il terreno assomiglia ad alcune zone di Sicilia Sardegna, le case dell’interno assomigliano a quelle in Tunisia e Marocco, però gli albergoni sul mare sembrano molto… la Romagna. Ci sono palme in abbondanza, di vari tipi, bouganville fiorite, bananeti ed alberi di mango. Perfino la schefflera era fiorita, mannaggia! La mia, non lo fa mai.

Per approfondire ‘sta storia del clima: la parte nord di Tenerife è verde perché piove ogni tanto, ed è più fredda e ventosa, mentre la parte a sud è più calda e secca. In inverno è senz’altro il caso di svernare a sud, come i nostri amici! Magari in estate può essere utile, invece, fare l’inverso. Ma non lo so per certo, vedete voi!

A nord si va per la Candelora, ai primi di febbraio, quando nel paese di CANDELARIA si festeggia in maniera molto sentita la loro santa patrona, con migliaia di devoti che vanno là a pregare e banchettare. Spettacolo antico, molto folklore. Pullman e pullman di Canarioti preganti.

A nord si va per il Carnevale, che vede sfilare i carri come da noi a Viareggio, ma con le donne in perizoma come a Rio de Janeiro. Siamo andati anche noi a vedere una delle parate (in effetti, la festa di Carnevale là dura circa un mese, ed ogni paese fa la sua sfilata, sempre in data diversificata. Volendo, si può tirare avanti a travestirsi per un mese, spostandosi di isola in isola, di paese in paese…).

La parata che abbiamo visto noi è stata quella di SANTA CRUZ DE TENERIFE. E’ molto partecipata, oltre che dai ballerini e ballerine della sfilata anche dai cittadini. Persone di ogni età si travestono, scendono alla passeggiata a mare già nel primo pomeriggio, e vagano con le birre in mano, tra banconi che vendono salsicce e paella. Cantando e festeggiando. Poi, alle nove ed un po’ (come al solito in ritardo…) iniziano i tamburi, le danze, le majorette, le regine del Carnevale sui carri addobbati di lustrini, ecc. Un bailamme. La cosa più incredibile è come si travestano gli abitanti: soprattutto gli uomini, che diventano tante drag queen, però con la barba e/o i baffi. Si vedono buffi animali di pelouche, uomini in tutù, persone che sembrano carote e pomodori, moltissima gente molto seriamente impegnata ad essere buffa. Il momento post sfilata, è quello che ci è piaciuto di più: nei parcheggi, lungo le strade, le maschere tornavano alle auto ed ai pullman togliendosi chi un diadema, chi una barba posticcia, abbracciando un’altra mascherina mentre si struccavano baciandosi… Tutto materiale adattissimo ad un servizio fotografico.

Poi siamo andati a visitare le due spiagge più a noi vicine: LOS CRISTIANOS e LAS AMERICAS. Già avevamo notato che dappertutto c’erano Cliniche mediche, Cliniche oculistiche, Cliniche dentali… ma sulla passeggiata a mare di queste due Playe ci sono decine e dozzine di Podologi, Massaggiatori, Estetiste, Parrucchiere, Fisioterapisti, Audiologi, negozi di Ortopedia ed Ortopedici, tatuatori ed ambulatori di ogni tipo. Perfino vasche di pesci del Mar Rosso, per grattare via la pelle callosa dei piedi! La passeggiata è lunga quasi 17 chilometri, e vogliono allungarla, in futuro ed a breve! Dato che è perfettamente piastrellata e raggiungibile senza barriere, vi passeggiano molti abbronzatissimi malati, chi in carrozzina e chi no. Le carrozzine sono spericolatamente a motore e guidate con energia da anziane ed anziani del Nord Europa. Non mettetevi sulla loro strada, per favore! Non fanno sconti. Si vede da queste cose che là stanno proprio bene. E’ proprio l’isola dove andare se si ha bisogno di compagnia, di cure, di un normale tenore di vita, senza barriere. Peraltro, queste due spiagge servivano anche a molti giovani nordici, per surfare sulle onde. In effetti, è bello anche questo: giovani sportivissimi vicini ad anziani in carrozzina, ma nessuno con il viso triste. Onde notevoli, piacevoli da contare. Il paese di LAS GALLETAS è nei pressi, e mi è piaciuto un po’ di più perché ha un suo “centro”, un po’ più mediterraneo.

Siamo poi stati a visitare LOS GIGANTES, una scogliera a picco sull’oceano, battuta dalle onde. Il paese da cui si possono ammirare si chiama SANTIAGO e, a differenza degli altri posti, è tutto in discesa verso il mare, con le case e gli alberghi che si ritagliano gli spazi in discesa. Ovviamente, qui di gente in carrozzina non se ne vede l’ombra. Tutto uno scoglio, la sabbia è a qualche chilometro più in là. E’ un paese carino, gli alberghi e le case hanno anche bei giardini, fioriti, e con molte piante grasse. Hanno realizzato una barriera in mare, recintando alcuni scogli, così si può fare il bagno come in una piscina, ma con acqua di mare. Ogni onda invade la piscina, con conseguente ricambio d’acqua. C’era uno che faceva il bagno, con i suoi figli (però, almeno i bambini avevano la muta da sub!). Da qui, partono numerosi sentieri da trekking, per Los Gigantes.

L’ultima località che abbiamo visitato a Tenerife è stato il PARCO NAZIONALE DEL TEIDE. E’ un vulcano, che si erge fino a 3.718 metri sul livello del mare. Beh, noi siamo partiti dal livello del mare alle ore 12, subito dopo aver visto quel tipo ed altri ancora che si facevano un bagno in oceano…. ed alle ore 14 eravamo già a ben 2.500 metri di altitudine, in mezzo alla neve! Non sto scherzando: dopo aver attraversato in auto una foresta di pini, avvolta nella nebbia delle basse nuvole… siamo sbucati sotto un sole accecante e caldissimo in una pianura innevata! Ci sono le prove: ci siamo fotografati in t-shirt e bermuda, sulla neve. Tutta la caldera era stupenda, il cielo luminosissimo. La nera e rossastra roccia lavica fa un contrasto pazzesco, luminosa com’è, con il bianco della neve e l’azzurro del cielo. Mai visto in vita mia nulla così. C’era anche una funicolare! Porta quasi in cima, altissima. Ma la coda ci ha scoraggiato ed abbiamo rinunciato. Ci sono tanti, tantissimi trekker che gironzolano lassù.

Per quanto riguarda il mangiare, i supermercati sono numerosissimi. I loro prezzi, però, non sono molto inferiori a quelli di Milano. I pensionati che si aspettano grandi risparmi andando a vivere nelle Canarie devono ricredersi. Beh, se abitano a Venezia o a Cortina magari no. Noi, più che altro abbiamo pranzato nei bar e cenato a casa, per via dei nostri amici e per il fatto che a sera avevamo proprio freddo. Avevamo portato dall’Italia una fettona di grana, del radicchio tardivo di Treviso che si sono bene abbinati ai vino, formaggio di capra semi stagionato, arance, mango, ciliege, prosciutto crudo serrano. Dato che in valigia avevamo anche contrabbandato della farina di Mais trentino, e dei salamini di Felino… mio marito ha cucinato polenta. Raccogliamo le pannocchie spigolando, le facciamo seccare in casa nei mesi invernali, poi le maciniamo. E’ mais di Storo, fatto con pannocchie di grano Marano. Credo sia stata la miglior polenta… mai cucinata alle Canarie.

Merita un discorso a parte l’enorme quantità di ristoranti e bar. Credo di aver capito che la maggior parte viva sul turismo, piuttosto che sui consumi dei Canarioti. E che succede? Succede che molti Italiani, magari pensionati all’estero, vadano a mangiare nei ristoranti e nei bar di Italiani. Per nostalgia? Per insicurezza? Perché gli Italiani non imparano mai le lingue straniere? Personalmente, lo sconsiglio, sulla base di questo ragionamento: se i proprietari Italiani sono andati all’estero ad aprire un esercizio commerciale lo hanno fatto per guadagnare, e parecchio. Se no, se ne stavano in Italia. Quindi, di solito io e mio marito scansiamo con cura questi posti, dove sono abbastanza certa che ci peleranno o che ci imbroglieranno. Però, i nostri amici non erano del parere mio e di mio marito, quindi… abbiamo consumato cibi e bevande in locali “made in Italy”. E se volete sapere il costo, ve lo dettaglierò a parte, per non offendere i nostri amici… Ma sappiate che continuo a pensarla come prima.

Gli unici ristoranti non Italiani sono stati EL CORDERO e quello di AGUA Y SAL, Però al CORDERO non siamo riusciti ad entrare, per via della coda. Era domenica, ed erano le ore 15, quando tutti-tutti gli Spagnoli vanno a pranzare… Peccato, perché è il ristorante di carne alla brace, dentro una piantagione di banane. Sarebbe stato interessante. E poi, regalano le banane!

Invece, da AGUA Y SAL, nel paese di TAJAHO, siano riusciti a cenare, e questa che segue ne è la sintesi.

E’ un paesino in riva all’oceano, di sera c’era forte vento. Si parcheggia ma un po’ dopo il locale, facilmente. Il pesce è all’ingresso, ognuno si sceglie tipo e quantità e ve lo mettono insieme in un vassoio, abbinato al numero del vostro tavolo. C’era di tutto: crostacei, molluschi, pesce blu e pesci medio-grandi. Abbiamo scelto spiedini di sardine, calamaretti, cozze ripiene e non, spiedo di merluzzo impanato. Seduti al tavolo, dopo un po’ sono arrivati tutti i piatti ordinati, però in ordine sparso perchè dipende dai tempi di cottura, variabili per ogni pesce. A me, però, non piace mangiare il mio piatto “fino a che è caldo”… mentre i miei amici aspettano ancora i loro, però è questione di gusti. L’olio d frittura non è eccezionale, ma tutto sommato ogni piatto era mangiabile. Vino della casa, non male. Il conto finale va controllato attentamente, perchè a noi era arrivato un piatto in più, mentre al tavolo dei vicini un piatto in meno di quello che c’era nel conto. Conclusione? Il locale è troppo affollato per riuscire a dare un buon servizio, anche se i camerieri sono lodevoli. Non consiglio di andare nei week end, nè agli orari degli Spagnoli. casomai andateci già alle ore 19, e sarete più soddisfatti. C’è spessissimo una lunga coda, perchè è un posto rinomato. L’arredo del locale è tipico, marinaro. Il conto è contenuto, ma non avevamo ordinato pesci grandi, tipo spigola

Ci mancava ancora gran parte dell’isola da visitare, ma siamo andati a vederne un’altra, tanto per il gusto di cambiare. Abbiamo preso un traghetto da SANTA CRUZ, della compagnia marittima Armas, ci è costato quasi 60 euro a testa, con un’auto, in 4 persone. Il mare era mosso, c’è stato un gran vento ed abbiamo sofferto.

Abbiamo attraccato e messo i piedi a terra sull’isola di GRAN CANARIA, a LAS PALMAS con gioia. Dopo una ventina di minuti, a sera, siamo entrati nell’appartamento che avevamo prenotato, tramite Booking.com. Strambo appartamento, con le pareti delle stanze alte oltre 4, 5 metri! Una vecchia abitazione, ricavata da architetti allegri e con impianti e tubi fantasiosi: per darvi un’idea, per entrare in bagno bisognava superare un basso muretto con la gamba, nel corridoio si aprivano ben due finestre degli appartamenti di sopra (tanto che i loro inquilini ci buttavano la cenere ed il loro fumo in casa! Non sono abituata a gente che dall’alto della mia parete mi guarda in casa!) e.. soprattutto ci ha disturbato il fatto che in cucina e nel lavabo del bagno non fosse prevista alcuna acqua calda. Solo la doccia aveva un boiler elettrico! Il pianerottolo esterno era arredato come un salotto, permettendo così agli inquilini di condividerlo, sostarvi per fumare o altro. Il pianerottolo aveva una finestra, ma senza vetri o ante: un freddo glaciale si incanalava su per le scale! E l’abbiamo pagata ben 100 euro a coppia, senza colazione e senza acqua calda! Però, la posizione era perfetta: vicina al porto dei traghetti ed al centro storico. Cosa che ci ha consentito di visitare il barrio storico di TRIANA e quello di VEGUETA, perfettamente, a piedi e senza stancarci. Sono quartieri antichi, con molte case storiche, appartenute a nobili dei secoli scorsi. Periodo coloniale ed oltre. La cattedrale è da visitare, come anche l’annesso Museo. Certo, non vi troverete alcun quadro con una Madonna od un Santo che sorrida, ma questo è tipicamente spagnolo: c’è sempre molta drammaticità; amor y muerte, insomma!

Ciò che lascia senza fiato è un altare qua, un altare là, con decorazioni barocche. Ed i mobili, i cassettoni intagliati, stupendi.

Su una piazza vicino al mare c’è una chiesa, ad esempio, che ha un altare di legno tutto rivestito in oro, con modellini di navi appese al soffitto, come ex voto. Come non rimanere estasiati? E poi, Santi e Madonne sono spesso rivestiti con abiti simili a quelli della Corte Spagnola, della Regina e della Nobiltà.: un tripudio di gioielli e pellicce.

Ma vi chiederete dove e come abbiamo mangiato sull’isola di Gran Canaria! Beh, sulla Via Primero de Mayo c’è un bar, dove abbiamo gustato il miglior panino con fette di maiale arrosto. Vicino al CORREO, il palazzo della Posta Centrale. Sul bancone, c’è il maiale arrostito. Non è una porchetta! E’ una coscia di maiale arrosto, senza ripieno. La cotenna è croccante, la carne è un prosciutto dolce, per niente stopposo o senza sugo. Perfetto, al costo di soli 3 euro, compreso l’ottimo panino in cui mettono abbondanti fette. Ne preparano e ne vendono ben tre maialini al giorno, dalla mattina presto al tardo pomeriggio! Poi, chiudono. Ci vanno i lavoratori, i postini, gli impiegati e gli studenti della zona. E’ rituale. Buonissimo. Ci hanno detto che : “resuscìta un muerto!”, ed è vero.

Sull’altro fronte, quello dei ristoranti, a Las Palmas abbiamo cenato all’ ALLENDE TRIANA, che fa una cucina spagnola ma moderna. Hanno pochissimi piatti caldi, purtroppo. Non lo si può capire leggendo il menu affisso fuori, così abbiamo cenato bene, ma con pietanze che, tutte-tutte, sembravano delle insalate di pesce e verdure. Interessanti, bene inpiattate, ma fuori faceva freddo! Però, in compenso, il vino rosso che abbiamo ordinato era superbo. Non so che dire, di solito non amiamo i barriccati, e neanche i vini troppo alti di gradazione, ma era proprio buono. Che sia stato il freddo nelle ossa?

Con la nostra fidata anche se vecchiotta automobile siamo andati a sud, fino alle DUNE DI MASPALOMAS. La cosa più bella di tutte le Canarie (negli anni scorsi avevamo già visitato sia Lanzarote che Fuerteventura, quindi ci sentiamo di affermarlo con sufficiente sicurezza). Sono ettari ed ettari di sabbia finissima e bianchissima, in riva al mare. Dune soffiate dal vento, spinte dalle onde. Passeggiate lunari, passeggiate sahariane. Il tutto, in un paese fiorito di cactus, di acacie, di banani. E di albergoni, ovviamente. Qui, la clientela è più agiata, tutto è ben curato e mantenuto in ordine. Non c’è una cartaccia a terra.

Con questa visita, che ci ha tolto il fiato per la sua bellezza, siamo rientrati a Tenerife, per poi salutare i nostri amici e tornarcene in Italia. Loro, fortunati, rimanendo là fino a maggio si erano assicurati abbronzatura e tranquillità. Lontani da tutti i problemi, per loro è sufficiente allontanarsene ogni tanto.

In totale, non credo di aver speso oltre 400 euro, in due.



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