Vacanze d’agosto in Canada

Viaggio in Canada da Ovest ad Est passando dai parchi dell'Alberta e della British Columbia alle grandi città del Canada orientale con salto alle cascate del Niagara.
Scritto da: GianlucaDeLeo
vacanze d'agosto in canada
Partenza il: 31/07/2013
Ritorno il: 17/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Partendo con colpevole ritardo, quest’estate siamo riusciti ad organizzare in extremis un viaggio in Canada che da tanto tempo sognavamo: 17 giorni alla scoperta dei Parchi delle Montagne Rocciose e delle città più importanti del Canada Orientale con imprescindibile puntata alle cascate del Niagara. Il volo intercontinentale Roma-Toronto l’abbiamo prenotato con Air Transat (930€ a/r, un ottimo prezzo considerato che è stato preso il 28/6,) i tre voli interni (Toronto-Calgary, Calgary-Ottawa, Ottawa-Toronto) con Air Canada. Abbiamo prenotato tutti gli hotel tramite Booking (prezzi molto alti rispetto alla media) tranne per una guest house per le tre notti a Jasper.

31-7 Partiamo da Fiumicino e siamo a Toronto alle 17.30. Dovendo ripartire l’indomani per Calgary avevamo scelto una sistemazione molto vicina all’aeroporto (Radisson Suites Hotel prenotato in offerta a 65 CAD) per riposarci e provare a smaltire un po’ di fuso. Prendiamo la navetta e arriviamo in quest’hotel che è uno dei tanti albergoni che sorgono nei pressi dell’aeroporto. La stanza è bella grande, i letti comodi, gli arredamenti leggermente antiquati. Facciamo una rapida cena e poi andiamo a riposare.

1-8 Ci svegliamo alle 4 (fuso non smaltito) e grazie alla navetta dell’hotel siamo prestissimo in aeroporto dove in attesa del volo che ci porterà a Calgary facciamo colazione. Arriviamo a destinazione alle 13.30 locali. Qui ritiriamo l’auto noleggiata tramite il sito CardelMar presso il car rental Thrifty. Ci vogliono appioppare una 500 ma, vista la mole dei bagagli che ci trasciniamo dietro, facciamo orecchie da mercante e otteniamo una Toyota Matrix con bagagliaio di discrete dimensioni. Grazie al navigatore offline dello smartphone troviamo in pochi minuti l’hotel dove pernotteremo una sola notte: il BEST WESTERN PREMIER FREEPORT INN, carissimo 3 stelle nei pressi dell’aeroporto con camere molto belle e ideale per chi come noi a Calgary era sostanzialmente di passaggio. Facciamo il check-in, ci diamo una rapida sistemata e poi siamo di nuovo in strada per vedere quello che la città, famosa per le olimpiadi invernali del 1988, ha da offrire in mezza giornata. Arrivati nei pressi del centro lasciamo l’auto in una delle aree parcheggio private ad un prezzo esorbitante (15CAD). Ci facciamo un giro tra i grattacieli a ridosso del centro e sotto l’imponente Bow Building ci attrae la Wonderland Sculpture, una installazione metallica tubolare di grande effetto spettacolare, alta circa 10 metri, che mostra da ogni angolazione possibile un bel volto di donna. Poi saliamo sulla Torre di Calgary (ingresso 15,24CAD), simbolo della città, e ci lasciamo prendere dalle vertigini sul pavimento trasparente del punto d’osservazione più alto, a circa 150 metri dal suolo. Per la cena decidiamo di affidarci a Milestone’s uno dei tanti ristoranti della Stephan Avenue, la via più movimentata di Calgary, piena di locali alla moda e tanta bella gente che dopo il lavoro ha voglia di farsi un bicchierino. Dopo cena con le poche energie residue e tanto sonno recuperiamo l’auto e ci dirigiamo verso l’hotel per il meritato riposo.

2-8 L’indomani di buon ora dopo aver fatto una lauta colazione ricarichiamo i bagagli in macchina e ci dirigiamo verso il Banff National Park dove raggiungeremo i nostri amici Gianni & Marinella, esperti dei parchi del nord America, grandi escursionisti e reduci da una settimana tutta natura trascorsa tra Vancouver, Vancouver Island e Yoho National Park. Dopo circa 2,5h di viaggio l’incrocio avviene a Lake Louise che è la nostra prima tappa all’interno del parco. Nonostante il tempo nuvoloso e la presenza a dir poco ingombrante del bruttissimo Chateau Fermont, il lago resta bellissimo, gioiello incastonato tra le montagne e di un colore che incredibilmente tende al grigio opaco, quasi bianco. Molte persone si godono il lago in canoa, noi iniziamo il nostro primo trail di circa 3,5 km che si inerpica da Lake Louise (molto bello visto dall’alto durante il percorso) prima verso Lake Mirror (trascurabile), e poi verso il bel Lake Agnes, che abbiamo la fortuna di veder illuminato da pochi minuti di sole che ci consentono di apprezzarne le bellissime tonalità verde intenso. Rifacciamo in discesa assai ripida il percorso all’inverso, e, dopo una breva pausa e qualche foto suggestiva di Lake Louise illuminato da qualche altro sprazzo di sole, ci dirigiamo in auto verso il vicino Lake Moraine, bellissimo visto dal basso, ma assolutamente magnifico visto dall’alto di una collinetta raggiungibile con una breve salita di circa 500 metri. Da quella posizione privilegiata si può ammirare questo splendido lago, che, con il cielo coperto, è di un blu intenso meraviglioso e nelle cui acque si riflettono le cime innevate dei monti e i tanti abeti verdi che gli fanno da cornice. Ogni foto scattata da questa posizione è da cartolina. Nonostante di laghi ne vedremo tanti e molti di questi bellissimi, la meraviglia di Lake Moraine per noi rimarrà insuperata. Dopo questa visita, ci dirigiamo entusiasti a Banff, per prendere possesso della nostra stanza al Brewster Mountain Lodge, (centrale, pulito, con tutti i servizi del caso ma con una colazione appena passabile) . Ceniamo, tra i tanti ristoranti posti a ridosso della Banff Avenue, da Earls, un’ottima steak house dai prezzi medio/alti (ma a queste latitudini sarà difficile trovare di meglio).

3-8 Ci svegliamo ringalluzziti dal bel sole e pronti a visitare, a pochi chilometri da Banff, Johnston Canyon. Il percorso è abbastanza lungo ma non difficilissimo e il Canyon, solcato da uno splendido torrente azzurro, ha tra i suoi punti di forza una spettacolare piccola cascata inferiore che, grazie ad una grotta, si può vedere e soprattutto sentire da vicinissimo. Il percorso finisce con le Upper Falls, cascate più alte ma meno belle delle precedenti. Terminata la visita del Johnston Canyon partiamo alla volta della Icefield Parkway, che percorriamo giusto per una quarantina di km per arrivare al sentiero che si arrampica per circa 1000 mt e che permette di avere una vista dall’alto del magnifico Peyto Lake, una vera e propria gemma circondata dai monti, di un colore azzurro cielo ai limiti dell’irreale. Chiedo a mia moglie di prendermi a sberle per avere conferma che non sto sognando. Sulla strada del ritorno ci fermiamo per un rapido pranzo al sacco sul vicino e altrettanto bello Bow Lake che, baciato dal sole, ha gli stessi colori e trasparenze del mare più bello. Dopo questa breve sosta rifacciamo all’inverso la Parkway per poi dirigerci, all’interno dell’Yoho National Park, alle spettacolari e altissime cascate Takakkaw, ben visibili anche dalla strada ma che grazie al facile sentiero è possibile ammirare da molto vicino. Torniamo a Banff dove per la nostra ultima sera decidiamo di cenare al The Grizzly Pub (sconsigliato sia per le pietanze sia per il costo esorbitante vista la tipologia di locale).

4-8 E’ in programma il trasferimento fino a Jasper e quindi dopo aver superato Lake Louise imbocchiamo, questa volta per percorrerla tutta, la Icefield Parkway. Questa strada panoramica di 230km gode della fama di essere la strada più bella del mondo e avremo modo di capire il perché in quanto è un susseguirsi continuo di laghi, ruscelli, montagne, ghiacciai e pinete infinite con miriadi di panorami mozzafiato. Una esperienza da fare almeno una volta nella vita sia come turista sia come automobilista. Lungo il percorso che ci terrà impegnato fino alle 18 ci fermiamo in vari punti d’interesse tutti meritevoli, a mio avviso, di essere visitati: Mistaya Canyon (possibili foto da cartolina sulle rocce a ridosso del torrente), l’Athabasca Glacier (sconsigliata la costosa escursione con il mezzo cingolato), le Sunwapta Falls e per finire le suggestive Athabasca Falls. Giunti a Jasper prendiamo possesso di un bellissimo appartamento trovatomi dal mio amico Gianni, il The Rose Hip, a 160CAD a notte (poco rispetto a quanto chiedevano gli hotel della città). Anche Jasper come Banff è piena di turisti e di locali per cenare. Optiamo per il Jasper Brewer Company, un pub che si rivelerà un’ottima scelta per il rapporto qualità/prezzo.

5-8 Di buon mattino, a Jasper, prenotiamo per le 13 l’escursione in barca sul Maligne Lake. Nel frattempo abbiamo tempo a sufficienza per visitare, non molto distante da Jasper, il Maligne Canyon che regala viste spettacolari dai ponti panoramici appositamente costruiti. La visuale migliore è senza dubbio quella di cui si può godere dal primo ponte. Successivamente arriviamo a Maligne Lake e, dopo un breve pranzo consumato nell’area picnic, saliamo puntuali sul battello che ci permetterà di scoprire “da dentro” gli scorci più interessanti del lago. In particolar modo merita tantissimo la visita a Spirit Island, un isolotto bellissimo, le cui foto, molto cliccate su internet, sono un po’ il simbolo della bellezza del Maligne Lake stesso. Successivamente ci dirigiamo verso Medicine Lake con l’intenzione di prendere un po’ di sole e di rilassarci, non sapendo che, di lì a breve, inizieranno (finalmente) gli avvistamenti di animali lungo la strada. Così, prima incrociamo nel delirio generale nostro e degli altri automobilisti a stento tenuti a bada dai ranger, un’intera famiglia di Black Bears (mamma orsa più tre splendidi orsacchiotti), poi, dopo la sosta rigenerante sul bel Medicine Lake, due splendidi alci intente a mangiare tra gli alberi ed infine un altro Black Bear. Celebriamo la ricca e soddisfacente giornata con un succulento barbecue nel giardino della nostra casa vacanze (esperienza ripetuta anche il giorno dopo a casa di Gianni & Marinella).

6-8 Dopo varie e insperate giornate di sole iniziamo il nostro ultimo giorno a Jasper sotto un cielo cupo che stavolta davvero non promette nulla di buono. Ci dirigiamo a Monte Edith Cavell ma non facciamo in tempo ad iniziare l’escursione che viene giù un diluvio per cui, per ragioni di sicurezza, rinunciamo e ci dirigiamo di nuovo verso Jasper dove il tempo sembra essere meno inclemente. Visitiamo nell’ordine Lake Edith (trascurabile), Lake Annette (da vedere), Lake Patricia e Piramyd (laghi bruttini la cui fama è assolutamente incomprensibile) e infine, per chiudere la giornata e la visita dello Jasper National Park, si ritorna sulla Icefield per visitare a poca distanza dalle Athabasca Falls, Horseshoe Lake (il cui nome richiama la forma del lago a ferro di cavallo). Questo è un lago poco segnalato dalle guide, molto selvaggio e in qualche modo di nicchia, ma che già per i magnifici colori merita sicuramente una visita. Dopo questa escursione, riprepariamo i bagagli visto che l’indomani ci trasferiremo verso Radium Hot Springs, centro termale posto subito fuori il Kootenay National Park.

7-8 Decidiamo di ripercorrere nuovamente i 230km della Icefield per godere nuovamente di quanto offre questa strada spettacolare. A metà percorso notiamo automobili e camper, con le quattro frecce accese, ferme su entrambi i lati della strada. Questo è un segno inequivocabile di avvistamenti di animali in corso. Ci fermiamo e abbiamo la fortuna di vedere un altro bel esemplare di Black Bear fermo a pochi metri dalla strada mentre si nutre di bacche. Approfittando dell’assenza dei ranger fotografiamo il nostro amico dalle migliori visuali possibili compatibili con le distanze di sicurezza del caso. Dopo ci rimettiamo in cammino verso Radium Hot Springs. Entrati nel Kootenay National Park visitiamo nell’ordine Marble Canyon, le Numa Falls ed infine il bel Lake Olive. Tutte escursioni brevi, senza particolari asperità, che regalano sempre momenti di intensa emozione per la bellezza incontaminata della natura di questo straordinario paese. Entrando a Radium si passa attraverso lo stretto Sinclair Canyon, spettacolare frattura nelle rocce rosse della montagna. Alloggiamo presso il Crystal Springs Motel (camere belle e ampie, ottimo rapporto qualità prezzo) e ceniamo presso il Fired Up gustando degli ottimi e sostanziosi hamburger.

8-8 La mattina la dedichiamo, dopo i tanti chilometri macinati, ad un po’ di relax, tuffandoci nelle piscine calde delle Radium Hot Springs, che poi sono l’unico motivo di interesse di questo minuscolo centro. Dopo il bagno tonificante passiamo al centro informazioni per sapere se c’è qualcos’altro da vedere nei paraggi. Ci consigliano di visitare le Hoodoos, strane formazioni rocciose a mezz’ora d’auto da Radium che valgono giusto il tempo di effettuare qualche foto al volo e di visitare Invermere, una località turistica nota per le sue spiaggette lungo l’omonimo lago. In effetti Invermere si presenta come un centro molto più vivace di Radium. Facciamo un po’ di giri dopodiché rientriamo alla base per cena. Ci fermiamo nel giardino del motel per fare il resoconto con i nostri amici della vacanze comune, visto che l’indomani le strade si separeranno. Proprio mentre il sipario sembra calare su questi giorni in Aberta, ecco che, come per magia, compaiono dietro di noi un branco di spettacolari Big Horn Sheep, che inseguiamo con il nostro classico “aplomb” britannico per tutta Radium trascinandoci dietro altri turisti. Miglior epilogo per il nostro soggiorno in questa località non poteva esserci.

9-8 Questa mattina ci attendono oltre 300 km per tornare all’aeroporto di Calgary, unica sosta prevista a Canmore per l’ultima escursione lacustre. Visitiamo infatti i Grassi Lakes; il percorso per arrivarci (anche quello semplice) è faticoso, ma anche in questo caso le energie sono molto ben spese in quanto la bellezza dei laghi è veramente notevole. Dopo questa ultima felice digressione, riprendiamo la marcia verso Calgary. In aeroporto, dopo aver consegnato l’auto, salutiamo i nostri ottimi compagni di viaggio prossimi al rientro a Roma, mentre noi prendiamo il volo Air Canada per Ottawa dove avrò modo di fare visita a dei cari parenti e da dove avrà inizio la seconda parte del viaggio dedicata alle grandi città del Canada Orientale e alle cascate del Niagara.

10-8 Dopo un gustoso brunch consumato da Panos a Rockland (località autenticamente canadese a 30km dalla capitale dove saremo ospiti per i successivi giorni), con il gruppo di parenti come guide d’eccezione, ci dirigiamo verso il centro di Ottawa. La città, manco a dirlo, è molto carina ed è suggestiva perché sorge tutta sulle sponde dell’omonimo fiume. Facciamo un bel giro, e abbiamo la possibilità di ammirare le cascate Rideau, la cattedrale di Notre Dame (di stile neo gotico ma con bellissime colorazioni interne), il movimentato centro che di sabato tracima di gente e artisti di strada, il canale Rideau, e infine dopo una fantastica cena da TheKeg (una catena di steak house cara ma eccezionale per la qualità delle pietanze, la professionalità del personale e la cura degli ambienti) ci spostiamo sulla collina del Parlamento, dove è in atto uno spettacolo di musica, luci e suoni (soprattutto colpi di cannone) tenuto dalle giubbe rosse volto a ricostruire alcuni momenti fondamentali della storia del Canada. L’evento attira una marea di Canadesi ma lo spettacolo si rivela interessante anche per noi.

11-8 Sempre grazie alla guida esperta di zia e cugina, ci dirigiamo in auto verso Montreal per fare una visita alla città più importante del Quebec, completamente costruita su un’ isola. La prima cosa che facciamo è un giro del Parco Mont Royal dal cui belvedere è possibile godere di un panorama entusiasmante su tutta la città e dove spicca particolarmente lo stadio Olimpico che ne è un po’ divenuto il simbolo architettonico. Dopo aver finalmente assaggiato il classico della cucina canadese, la poutine, (porzione di patate fritte condita da pezzi di formaggio e da una densa salsa marrone a base di brodo di pollo), buona ma da consumare certamente con moderazione, ci spostiamo verso il centro per la visita della città vecchia che è molto particolare per il misto di stili architettonici diversi. Passiamo per la basilica di Notre Dame e poi passeggiamo per la strada lungo il Porto Vecchio che è accogliente e in cui si riversano sia gli abitanti della città che i numerosi turisti. Visitiamo il Museo Archeologico dove sostanzialmente viene ricostruita la storia della città dalle origini ai giorni nostri e, infine, percorriamo a piedi il resto del centro dove restiamo particolarmente colpiti da Places des Arts in cui è stata costruita una splendida fontana che con i suoi ritmici giochi d’acqua caratterizza in lungo tutta la piazza. Ceniamo bene al ristorante tailandese Phaya Thai dove, per una volta, non spendiamo un occhio della testa.

12-8 La mattina dormiamo un po’ di più essendo rincasati abbastanza tardi da Montreal; del resto la giornata sarà interamente dedicata alla famiglia. Tuttavia, leggendo le guide avevamo puntato un Museo di Ottawa che non potevamo perdere: la National Gallery of Canada. L’edificio in sè, che sorge proprio di fronte alla cattedrale di Notre Dame, è già molto bello ma dentro accoglie una collezione notevole di opere di artisti di tutto il mondo tra cui Picasso, Manet, Monet, Munch, Gaugin, Renoir, Van Gogh, Chagall, Klimt e chi più ne ha più ne metta. Consigliamo sinceramente di recarsi al museo di buon ora perché considerato che alla collezione permanente spesso si aggiungono mostre temporanee (si accede con un unico ticket da 12CAD) il tempo a disposizione, per gli amanti del genere, non è mai troppo.

13-8 A malincuore ci stacchiamo da parenti e Ottawa e prendiamo il volo Air Canada per Toronto, da dove inizia l’ultima parte del nostro viaggio. Grazie alle ottime offerte di Booking avevamo prenotato a costi accettabili, visto il livello dei prezzi della città, il centralissimo Hotel Hilton Toronto con una camera con splendido affaccio sulla Cn Tower. E proprio la visita della Cn Tower e del vicino Roger’s Centre occuperanno il nostro pomeriggio. Saliamo prima sulla torre dal cui punto di osservazione più alto (Skypod) è possibile godere di un panorama bellissimo su tutta la città e le limitrofe Islands. Passeggiamo poi nei pressi del Roger’s Centre e decidiamo, visto i costi stranamente contenuti, di acquistare i biglietti per la partita di baseball dei Toronto Blue Jay che si terrà due giorni dopo. Mangiamo nel consigliatissimo (da Tripadvisor) ristorante Richmond Station, un locale che riesce a trasformare anche un banale hamburger con patatine in un piatto gourmet.

14-8 L’indomani ritiriamo l’auto prenotata last minute con Europcar e ci apprestiamo al trasferimento a Niagara Falls, che dista circa 130 km da Toronto. La cittadina non ha nulla di interessante, visto che è solo un continuo susseguirsi di mega alberghi e ristoranti che circondano le omonime cascate. Insomma è un luogo superturistico ,ma questo nulla toglie allo spettacolo naturale in se’ che resta davvero eccezionale. E se sono belle le due cascate che sorgono sul suolo americano, visibili frontalmente dalla strada pedonale che si trova sul lato Canadase, insuperabile è la cascata canadese a ferro di cavallo (Horseshoe Fall) davvero imponente, meno alta della Garganta del Diablo di Iguazù (visitata durante il recente viaggio di nozze) ma più lunga come perimetro e quindi con una portata d’acqua maggiore. In effetti la nube bianca della vaporizzazione delle acque del fiume Niagara è sempre altissima e dominante proprio al centro della Horseshoe. Tra tutte le escursioni proposte a pagamento (l’ingresso alle cascate è completamente libero) decidiamo di fare solo il classico giro sul battello Maid of the Mist che permette l’approccio dal basso. Il giro è carino, ci si diverte, ci si bagna; ma con moderazione. Altra attrazione molto gettonata è la visione delle cascate dall’alto della Skylon Tower ma desistiamo sia perché già abbiamo dato con la Calgary Tower e la Cn Tower, sia perché l’hotel Radisson ci ha riservato una camera con un bellissimo affaccio praticamente dentro la cascata principale e questo meraviglioso spettacolo della natura ci farà compagnia per tutta la notte. Ceniamo nel comodo e non costosissimo Tony Roma’s interno all’hotel.

15-8 La giornata comincia all’alba con la visione perfetta della Horseshoe Fall e del sole che le spunta dietro e la tinge tenuamente di rosso. Lo spettacolo ideale per sciogliersi in brodo di giuggiole e per iniziare una nuova giornata. Dobbiamo restituire l’auto entro mezzogiorno per cui ci mettiamo presto in cammino, visto che vogliamo fare anche una breve sosta a Niagara on the Lake. Questa cittadina, a differenza di Niagara Falls, è veramente molto caratteristica ed è piena di botteghe, viali alberati e fiori. In linea di massima consiglierei a chi vuole trattenersi più giorni alle Cascate del Niagara di soggiornare massimo una notte a Niagara Falls e spostarsi poi nelle strutture di Niagara on the Lake, in particolar modo agli amanti dell’enoturismo visto che in zona si trovano le più importanti aziende vinicole canadesi. Arriviamo a Toronto in tempo per la riconsegna dell’auto; rifacciamo il check-in anticipato all’Hilton (senza nessun supplemento), pranziamo al vicino ristorante italiano AL e poi dedichiamo il pomeriggio alla visita di Casa Loma, considerato uno dei luoghi più belli di Toronto. In effetti, questo strano Castello esercita un fascino particolare sia per la posizione, sia per i giardini che lo circondano, sia, e soprattutto, perché è un castello sui generis con commistione di elementi architettonici molto diversi. Concludiamo la giornata al Roger’s Centre per la partita di baseball. Lo sport per me è particolarmente noioso, la curiosità, invece, ci spinge soprattutto ad osservare gli spettatori che, per quanto armati praticamente tutti di cappellini e magliette della squadra del cuore, durante il match tutto fanno tranne che vedere la partita. Soprattutto mangiano…e quanto mangiano!

16-8 Inizia l’ultimo giorno di questo splendido viaggio in Canada, ma il volo che ci riporterà a Roma parte solo alle 23 per cui abbiamo un’ intera giornata per godere appieno delle altre cose che la bella Toronto ha ancora da offrire. Decidiamo di passare gran parte della mattinata e del pomeriggio sulle Toronto Island, dove sorge un parco bellissimo, paradiso per coloro che, anche in una metropoli, non vogliono rinunciare a passare giornate a completo contatto con la natura. Dal molo, che sorge a pochi passi dal distretto finanziario, si ha la possibilità di scegliere su quale punto dell’isola voler approdare. Centre Island è la più gettonata soprattutto dalle famiglie con bambini perché c’è un parco giochi molto grande, Ward e Hanlan invece sono approdi per gli amanti della tranquillità e delle passeggiate in bicicletta. Noi optiamo per Hanlan e la scelta non si rivelerà sbagliata. Cinque ore passate in completo relax, in un contesto curatissimo dove ci si lascia rapire soprattutto dal magnifico Skyline di Toronto dominato dalla Cn Tower e dagli enormi grattacieli (anche da quelli in costruzione) che è possibile ammirare a tutto tondo. Anche lo spettacolo degli aeroplani che arrivano nel limitrofo aeroporto cittadino di Toronto Island e che atterrano quasi sfiorando l’acqua, davvero non è male. Tornati sulla terra ferma concludiamo la nostra splendida avventura canadese con un bel giro per il downtown di Toronto (merita una breve sosta la City Hall che scopriamo poi essere opera dello stesso architetto di Casa Loma), finché non si avvicina l’ora del rientro in Hotel dove un efficiente servizio shuttle ci riaccompagnerà in aeroporto. Il nostro primo viaggio in Canada finisce così, ma non finiranno le emozioni ed i bellissimi momenti che questo fantastico tour ci ha regalato e che porteremo per sempre con noi.

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