Su e giù fra Ontario e Quebec

Resoconto di una famiglia "on the road" nella East Coast canadese
Scritto da: goku
su e giù fra ontario e quebec
Partenza il: 27/06/2011
Ritorno il: 08/07/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Per il nostro primo viaggio intercontinentale in tre (io, mia moglie Cristina e la piccola Ginevra-21 mesi-), abbiamo scelto il Canada orientale ed in particolare l’Ontario ed il Quebec. (anche se a voler essere precisi, quando Ginevra aveva sei mesi (!!) eravamo stati già in Marocco…quindi già fuori dall’Europa).

La scelta è stata fatta, sia per la bellezza dei posti, ma anche per la relativa semplicità dell’organizzazione e la sicurezza (in tutti i sensi) del paese nordamericano.

Essendo di Genova e non volendo fare scali (sempre fastidiosi, soprattutto con una bambina piccola), scegliamo di partire con un volo diretto dalla “vicina” Nizza per Montreal e prenotiamo con circa due mesi d’anticipo con la compagnia canadese Transat (640€ a/r).

LUNEDI 27 GIUGNO

NIZZA-MONTREAL

Raggiungiamo l’aeroporto di Nizza in treno (più un breve tratto in bus) e alle 13.45 decolliamo alla volta di Montreal. Il volo scorre tuttosommato tranquillo, nonostante l’eccitazione, mista a curiosità della bambina, che ci tiene impegnati per quasi tutto il viaggio (a parte due ore di sonno). Atterriamo a Montreal puntualissimi alle 16.15, superiamo un’interminabile fila al controllo passaporti, grazie al fatto di essere con una bambina e dopo aver prelevato i primi dollari canadesi (1€=1.35CAD), raggiungiamo in taxy il vicino hotel che ci ospiterà per questa notte.

Avendo un altro volo domattina presto per Toronto, abbiamo scelto un hotel nei pressi dello scalo. Esco per fare la spesa in un vicino supermercato e grazie alla cucina presente nel mini-appartamento, intorno alle sette (ma per noi è già l’una di notte…) ceniamo.

MARTEDI’ 28 GIUGNO

MONTREAL-TORONTO-NIAGARA

La notte, nonostante qualche risveglio anticipato di Ginevra, scorre tuttosommato tranquilla e intorno alle 6.30 (per noi è mezzogiorno e mezzo!), ci alziamo e andiamo a fare colazione, dopodiché carichiamo i bagagli sulla “navetta” messa a disposizione dall’hotel e ritorniamo all’aeroporto.

Il volo per Toronto, fatto con la low cost canadese Westjet (ottima), parte puntuale alle nove e dopo poco più di un’ora atteriamo nella metropoli dell’Ontario.

Raggiungiamo gli uffici dell’Alamo e in pochi minuti entriamo in possesso di una nuovissima e superaccessoriata vettura a noleggio. Faccio mente locale per ricordare la guida con il cambio automatico (semplicissima e veramente comoda…) e in men che non si dica siamo fuori dall’area aeroportuale. Il traffico sulle autostrade intorno a Toronto è intenso, ma dopo due o tre deviazioni, usciamo dall’area metropolitana e ci dirigiamo verso il confine USA e precisamente a Niagara.

Ci fermiamo lungo la strada per pranzare, quindi intorno alle 13.30 arriviamo finalmente in hotel.

Tempo di assestarci un attimo e usciamo a piedi per raggiungere le vicine cascate.

Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è maestoso: di fronte abbiamo le American Falls mentre sulla destra lo spettacolo delle Horseshoe Falls, le “vere” cascate del Niagara, quelle che si vedono sui cataloghi turistici o in televisione.

Le cascate sono famose, non tanto per la loro altezza (poco più di 50 mt) quanto per la loro portata d’acqua e per la larghezza (675mt).

Effettivamente avendo già visto Iguazù (a parte il contesto decisamente differente…), le Niagara Falls sono indubbiamente più basse, ma molto più “potenti”(Garganta del Diablo a parte…).

Ci avviciniamo lentamente, lungo una bellissima passeggiata che costeggia il fiume Niagara alle Horseshoe Falls e approfittiamo di un bellissimo arcobaleno per immortalare questo fantastico spettacolo. Arriviamo sin sul bordo delle cascate, bagnandoci ad ogni folata di vento contrario e ammiriamo dall’alto il salto che fa l’acqua per raggiungere il fiume: veramente eccezionale!! Forse una delle immagini più belle di tutto il viaggio, quindi torniamo sui nostri passi, facendo decine di soste per immortalare con degli scatti fotografici e da diverse angolazioni, le cascate.

Lasciamo momentaneamente il sito e torniamo in hotel risalendo la “pacchiana” Clifton Hill una strada in salita completamente invasa da sale giochi, ristoranti, attrazioni da luna park e negozi di souvenir. Sembra di essere a Las Vegas (e infatti non manca nemmeno il Casinò…), tutto è artificiale e costruito per “intrappolare” il turista come se le cascate fossero solo il pretesto e non il motivo principale di una visita in questo luogo….insomma una tristezza…

Arrivati in hotel, Cristina si sacrifica per la patria e rimane in camera con Ginevra che si riposa, mentre io torno alle cascate per il “mitico” Maid of the Mist cioè l’avvicinamento alle cascate su di un battello che risale il fiume sin sotto le Horseshoe Falls.

Pago i miei 16$, non faccio nemmeno un po’ di fila (sono già le 18 e a quest’ora non c’è quasi più nessuno…), mi viene fornito un impermiabile di plastica blu, vengo fermato per la classica foto ricordo e quindi si parte…mi posiziono a prua dell’imbarcazione per godermi il più intensamente possibile lo spettacolo. Prima si passa sotto le Cascate del lato americano e già lì si fa una prima mini-doccia, quindi ci si avvicina molto lentamente alle Cascate del lato canadese (Horseshoe Falls). Preventivamente nascondo sotto la cerata, sia la videocamera che la macchina fotografica, anche perché siamo ancora distanti dalla “meta” e già arriva tantissima acqua, ma il meglio deve ancora arrivare…e infatti, giunti nei pressi del salto, mi precipita addosso così tanta acqua che la mia preoccupazione diventa, non più quella di cercare di bagnarmi il meno possibile, quanto quella di vedere qualcosa, perché fra la nebbia alzata dalla “furia” delle cascate e gli ettolitri di acqua che mi piombano addosso, non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti….con fatica mi godo lo spettacolo. Il battello sta fermo sotto le cascate per circa cinque minuti, quindi torna verso il lato americano e infine attracca sulla sponda canadese.

Che dire? Esperienza unica e indimenticabile, sicuramente da non perdere, anche perché il rapporto qualità prezzo è ottimo (16$ = nemmeno 12€).

Tornato in hotel dalle “ragazze”, le recupero e andiamo a mangiare qualcosa in zona, quindi dopo un paio di pit-stop obbligati e dovuti a Ginevra (alcuni giri sulle giostre più la visita di una simil mostra di Lego), torniamo alle cascate per ammirarle illuminate dai potentissimi fari colorati.

Lo spettacolo è bellissimo e noi ce lo godiamo passeggiando lungo le cascate, gustandoci un buon gelato e scattando le solite decine di foto ricordo, quindi intorno alle 23 torniamo in albergo.

MERCOLEDI’ 29 GIUGNO

NIAGARA FALLS-NIAGARA ON THE LAKE-ELORA-TORONTO

Dopo il solito risveglio “anticipato” alle 6.30 (il jet lag non è stato ancora completamente riassorbito…), scendiamo a fare colazione nella caffetteria dell’hotel con i classici pancake guarniti con del buonissimo sciroppo d’acero, quindi facciamo i bagagli e partiamo.

Ci fermiamo un’ultima volta a godere lo spettacolo delle cascate di prima mattina senza turisti, con gli uccellini che cinguettano felici e il frastuono delle cascate che arriva minaccioso dalle Horseshoe Falls, alzando la solita nebbia d’acqua…un ultimo saluto e via lungo la “panoramica” Niagara Parkway, una striscia d’asfalto che segue il Niagara, regalando bellissimi scorci sul sottostante fiume.

Ci fermiamo un attimo ad ammirare le Whirpool Rapid, per l’appunto, delle impressionati rapide formate dal Niagara, quindi proseguiamo lungo il fiume, dove possiamo ammirare, decine di bellissime casette in legno circondate da ettari di verde, in una pace quasi surreale dove incrociamo decine di banchetti casalinghi di frutta (in particolare fragole) ed infine giungiamo a Niagara on the Lake, una carinissima cittadina, in stile “British”, che non offre niente di particolare da visitare (a parte, forse, una vecchia farmacia del 1866, che noi troviamo chiusa…) ma che colpisce per l’atmosfera decisamente rilassata.

Passeggiamo per una mezz’oretta per la via principale (Queen Street), scattiamo qualche foto agli edifici più belli, quindi risaliamo in macchina, il viaggio continua….

La prossima tappa sarebbe dovuta essere il Canale Welland, un canale che attraverso delle impressionanti chiuse collega il Lago Ontario al Lago Eriè, ma una volta visto dall’autostrada, decidiamo di tirare dritti, senza andare a visitare il Museo e le chiuse adiacenti.

Ci fermiamo invece in un ipermercato vicino, dove facciamo un po’ di spesa, quindi riprendiamo la strada per Elora.

Passiamo le città di Hamilton e Guelph e intorno alle 12.30, dopo alcuni tratti di una bellissima strada sterrata che costeggia un fiumiciattolo circondato da verdissimi prati, arriviamo alla nostra meta: il West Montrose o Kissing Bridge, un bellissimo ponte coperto, costruito nel 1800, ormai diventato una sorta di monumento nazionale per questa regione dell’Ontario.

Dopo le solite foto di rito, nel mentre passa addirittura una carrozza…, risaliamo in macchina e cerchiamo un posto dove pranzare. La scelta cade su di un classicissimo Wendy’s lungo la strada. Ci riempiamo la pancia per bene e mentre Ginevra se la dorme e Cristina mi tiene compagnia lungo queste bellissime strade nella campagna canadese, io sorseggio il mio “classicissimo” caffè-brodaglia, come nel più stereotipato film americano….

Comunque intorno alle 15 arriviamo al nostro hotel in zona aeroporto, veloce rinfrescata e subito fuori alla scoperta di Toronto.

Raggiungiamo abbastanza velocemente il centro città e lì ci si pone una scelta: salire sulla CN Tower o andare a visitare le Toronto Islands? Decidiamo per queste ultime, anche perché più “appropriate” alla bambina.

Parcheggiamo la macchina vicino all’imbarco del ferry (15$ tariffa fissa!!!!), quindi facciamo i biglietti (6.5$ l’a/r) e partiamo.

Già durante la traversata ci godiamo la vista dello skyline di Toronto con la CN Tower che svetta sugli altri grattacieli, ma è una volta giunti sull’isola che il panorama diventa stupendo!

A parte la vista sulla città, l’isola (in realtà le Toronto Islands sono una serie di isolette…), offre anche molte altre cose: prati verdissimi, spiagge di sabbia, sentieri alberati, ecc. Rimaniamo sull’isola circa due orette, durante le quali Ginevra sguazza in lungo in largo e noi ci riposiamo sdraiati sui prati, quindi intorno alle 19.30 riprendiamo il traghetto per la città.

Avendo di fronte la CN Tower per un attimo ci balena in testa l’idea di salire, ma Ginevra ci sembra già troppo stanca (è da stamattina che siamo in giro…) e per non sovraffaticarla da subito, decidiamo di tornare in hotel.

Purtroppo il rush hour di Toronto ci coglie impreparati e ci facciamo un’ora di coda in autostrada. Arriviamo in hotel distrutti! Mangiamo qualcosina al volo e ci corichiamo, domattina si parte presto…

GIOVEDI’ 30 GIUGNO

TORONTO-MONTREAL-WENDAKE-TADOUSSAC

Questa mattina la sveglia suona ancora prima del solito(5.30)!

Prepariamo velocemente i bagagli facciamo colazione e ci dirigiamo in auto verso il vicino aeroporto. Riconsegniamo la macchina, veloce check-in e alle 8 in punto decolliamo con la sempre ottima Westjet verso Montréal, dove atterriamo alle 9.10.

Oggi si prospetta una giornata difficile, forse la più difficile del viaggio, non fosse altro per le distanze da coprire. Infatti oltre al volo Toronto-Montréal, ci attendono più di 500km in auto per raggiungere la lontana Tadoussac.

Usciti dal Terminal, ritiriamo presso la Alamo una nuovissima e superpotente Ford Focus 3500cc, con sedili in pelle, tettuccio apribile, software interno “griffato” microsoft e chi ne ha più ne metta, che ci accompagnerà per i prossimi otto giorni.

Uscire dall’area metropolitana di Montréal, ci porta via un po’ di tempo per colpa dell’intensissimo traffico, dovuto anche a tutta una serie di lavori autostradali, che riducono la larghezza della carreggiata.

Comunque una volta lasciataci alle spalle Montréal, il viaggio scorre tranquillo e anche un po’ monotono.

Pianificando il viaggio dall’Italia, avevo previsto, per rendere un po’ meno pesante il trasferimento, una sosta a Trois Rivieres (circa 150km da Montréal), ma visto che Ginevra se la dorme tranquillamente sul seggiolino posteriore, decido di proseguire e di arrivare sino a Quebec e più precisamente alla riserva indiana di Wendake (15km da Quebec).

Prima di cominciare la visita però ci fermiamo a mangiare qualcosa e a sgranchirci le gambe anche perché dopo 300km di macchina senza pause ci sentiamo, come dire, un po’ sfiancati…

Recuperate, ma solo parzialmente, le forze, raggiungiamo il Villaggio-Museo degli Uroni, paghiamo l’ingresso (11$ a testa guida compresa) e iniziamo la visita accompagnati da una personalissima (siamo solo noi…) guida che ci descrive il villaggio, fornendoci informazioni accuratissime su usi costumi e tradizioni di questa tribù indiana.

S’inizia con la visita alla “casa lunga”, dove le famiglie dormivano in piccole comunità, quindi si passa alla zona, dove si essiccavano carne e pesce, si visita ancora la “mistica” capanna dello sciamano e tralasciando altre zone meno interessanti la visita finisce con una serie di foto didascaliche dov’è raccontata la storia degli Uroni.

La guida, una bella ragazza “urone” (spero si dica così…), ci spiega anche come vive oggi la comunità (quella che abbiamo visitato è infatti solo una ricostruzione storica di un villaggio). Mille uroni vivono in una zona di un chilometro di lunghezza per cinquecento metri di larghezza, all’interno della quale vige uno statuto autonomo urone con una polizia locale, una scuola, una chiesa, un supermercato e così via…insomma una vera e propria enclave indiana all’interno del Canada!

Salutiamo la guida, ringraziandola per l’ottima spiegazione fornitaci e prima di uscire facciamo un passo allo store per qualche acquisto eco-solidale di prodotti locali….

Ci aspettano ancora 240km di strada, inizia a piovere e dobbiamo raggiungere Tadosussac prima di sera, insomma un bel “mazzo”…

Uscendo da Quebec, incrociamo subito due “siti” che visiteremo al nostro ritorno verso sud: la Cascate di Montmorency e il Santuario di Sant’Anna di Beauprè, a questo punto iniziamo la “138”, una strada (non è più un’autostrada!!!) che in un primo momento segue il San Lorenzo, regalandoci bellissimi scorci del fiume che si allarga sempre più, ma che a un certo si allontana dalla costa, passando all’interno di fitte foreste, intervallate da “bucolici” laghetti e con “inquietanti” segnali che indicano la presenza di animali selvatici, il tutto condito da una nebbia che in alcuni punti fa invidia a quella della Pianura Padana in Novembre, costringendoci a rallentare considerevolmente il passo…in questo clima da “lupi”, superiamo Baie Saint Paul, La Malbaie e intorno alle 18 siamo finalmente all’imbarco del traghetto che da Baie Sainte Catherine conduce a Tadoussac.

Arriviamo al B&B prenotato dall’Italia intorno alle 18.30, dove ci assegnano uno spaziosissimo appartamentino su due piani, con la chicca di un vero camino a legna e di una vetrata gigantesca “vista boschi”….tempo di disfare parzialmente i bagagli (finalmente ci fermeremo almeno due notti…) e cerchiamo un ristorante, dove mangiare.

La temperatura esterna è “freschina” (12°), pioviggina e una nebbiolina “inquietante” avvolge l’intero paese. Mangiamo a “Le Bateau” una sorta di ristorante con servizio a buffet, dove assaggiamo fra le altre cose: una buonissima zuppa di pesce, un appetitoso pasticcio di salmone e una “sorprendentemente discreta” torta all’aceto!

Durante la serata, grazie a Ginevra, sempre in giro a fare amicizia con tutti, conosciamo fra gli altri, anche una coppia di ragazzi spagnoli con due bambine, trasferitisi a Montrèal da alcuni anni, con la quale facciamo un po’ di chiacchiere sulla “nuova vita canadese”della famiglia, quindi allo scoccare delle dieci, sempre in un clima da lupi (nebbia, pioggerellina fitta e freddo) raggiungiamo il nostro caldo e accogliente B&B.

Nota a margine: appena giunti ci siamo informati per la “famosa e scontatissima” crociera per l’avvistamento delle balene (del resto si viene sin quassù prevalentemente per questo motivo, no???). La proprietaria del B&B ci ha proposto alcune alternative (ovviamente lo Zodiac l’abbiamo scartato in partenza, in quanto Ginevra dal “basso” dei suoi 94cm d’altezza unito ai suoi 21 mesi d’età, non sarebbe mai stata accettata a bordo…), che noi abbiamo vagliato con calma, riservandoci di darle una risposta il mattino successivo, dopo aver controllato soprattutto il meteo….

VENERDI’ 1 LUGLIO

TADOUSSAC

Ci svegliamo con il sole e con una temperatura finalmente accettabile. Per prima cosa chiediamo alla proprietaria del B&B di prenotarci la crociera in partenza alle 9.45, quindi ci accomodiamo nella bella sala colazioni e ci riempiamo per bene la pancia con muffin al mirtillo, pancake guarniti di sciroppo d’acero, una buonissima torta di zucchero e così via…un passo veloce in camera per prepararci alla crociera e via verso il porto…

La nave della “Croisieres AML” (76$ tasse incluse, equivalenti a circa 56€…veramente cara, ma anche con altre compagnie il prezzo è questo…) parte in orario e dopo uno stop a Baie Sainte Catherine, dove recuperiamo almeno altre 100 persone, inizia la traversata del San Lorenzo.

Le acque di questo fiume da giugno a ottobre accolgono decine di mammiferi marini che vengono in questi luoghi per fare rifornimento di cibo, che alla confluenza del fiordo Saguenay e il San Lorenzo è particolarmente abbondante (soprattutto plancton e krill). Addirittura sui volantini che pubblicizzano la crociera, viene data la certezza dell’avvistamento(!!!).

Prima ancora di avvistare una balena, vediamo un faro posto al centro del fiume che secondo la guida, riveste una non meglio precisata rilevanza per la navigazione sul fiume…boh!! quindi iniziano gli avvistamenti: le vedette segnalano con indicazione oraria ( per es. “beluga a ore 10”) all’interfono della nave dove si trova “l’obbiettivo” e tutti i passeggeri si spostano a fare foto, riprese o semplicemente ad ammirare il cetaceo di turno…vediamo bene, nell’ordine: due balenottere (non azzurre…), alcuni beluga, decine di foche e tre megattere, più qua e là, qualche altro “scorcio” di mammifero.

Che dire? L’esperienza è sicuramente piacevole e la guida offre spiegazioni veramente interessanti, non ci si deve però aspettare di vedere decine di balene che compiono evoluzioni fuori dall’acqua o beluga che si avvicinano docili all’imbarcazione per farsi accarezzare (del resto non siamo al circo…).

L’avvistamento nel nostro caso si è limitato a parecchie pinne e dorsi di cetaceo, due o tre code “svolazzanti” e alcuni sbuffi, insomma niente di sensazionale, (per esempio in Sudafrica ad Hermanus, stando a riva avevamo visto molto di più…) ma comunque alla fine dei conti è stata una bella esperienza sia per noi, ma anche e soprattutto per Ginevra.

Prima di far ritorno a Tadoussac, risaliamo parzialmente anche il Fiordo, quindi intorno all’una torniamo alla base. In macchina raggiungiamo il Ristorante Chantmartin, dove “finalmente” provo la rinomata “poutine”, fondamentalmente un piatto di patatine fritte a listarelle ricoperto di formaggio fuso e sugo di carne (ma solo la parte più grassa e senza carne..), insomma “’na bella schifezza” e di una pesantezza allucinante…e se pensate che è forse il piatto più tipico del Canada, rende bene l’idea del livello della cucina canadese….insomma con questo mattone sullo stomaco, cosa c’è di meglio di una bella passeggiata per digerire? E invece no, scegliamo di visitare in macchina il Fiordo Saguenay.

La strada risale il fiordo, attraverso, inizialmente verdissimi prati, punteggiati da carinissime casette di campagna, quindi inizia la parte che attraversa boschi con alberi che si estendono a perdita d’occhio…facciamo alcune pause, prima per visitare l’ennesimo “ponte coperto” del viaggio, quindi per fare delle bellissime foto al fiordo dall’alto!

Chilometro dopo chilometro (guidare in questi posti è un piacere, poi con il cambio automatico è proprio una passeggiata…ed infatti anche Cristina si cimenta alla guida…), arriviamo quasi a Chicoutimi.

A questo punto, decidiamo di tornare a Tadoussac e raggiungiamo la zona delle “Dune”, da dove si gode un’ottima vista sul San Lorenzo, ma che abbandoniamo a gambe levate per la fastidiosa presenza di alcune mosche “killer” che morsicano in più punti sia noi che la bambina….

Dopo una pausa ristoratrice in paese, non paghi dei chilometri già percorsi durante la giornata, decidiamo di raggiungere Cap Bon Desir per cercare di avvistare qualche cetaceo da riva.

La strada per raggiungere il capo è bellissima, con fantastici laghetti, nascosti dietro ogni curva e alberi a perdita d’occhio, per intenderci, la classica immagine che si ha del Canada quando si è ancora in Italia…

Arriviamo in zona dopo circa venti minuti e troviamo l’ingresso sbarrato (chiude alle 18), lasciamo la macchina fuori e raggiungiamo con una breve passeggiata (circa 10 minuti) il San Lorenzo.

La prima cosa che notiamo è il faro che si staglia sul promontorio, poi una volta arrivati sotto il faro ci sediamo e ci godiamo il tramonto e i primi avvistamenti (beluga, belenottere, una foca). Abbandoniamo il sito e torniamo finalmente al B&B, facciamo un veloce spuntino e torniamo in paese per una breve passeggiata serale durante la quale ammiriamo le, a dir la verità pochine, bellezze storiche di Tadoussac (il caratteristico Hotel Tadoussac, la vicina Poste de traite (un edificio commerciale) e la Cappella degli Indiani con relativo cimitero…), quindi torniamo definitivamente alla base per la notte.

SABATO 2 LUGLIO

TADOUSSAC-QUEBEC

Dopo la solita pantagruelica colazione offerta dall’ottimo B&B, prepariamo i bagagli e intorno alle dieci lasciamo Tadoussac.

Attraversiamo per l’ultima volta in traghetto il Saguenay, facendo gli ultimissimi avvistamenti, quindi iniziamo a ripercorrere la strada che due giorni fa ci aveva condotto da queste parti.

Per fortuna la giornata è decisamente più clemente dell’altra e un bellissimo sole ci accompagna mentre percorriamo la “138” verso sud.

La prima tappa, raggiunta intorno alle 11.15, è Saint Joseph de la Rive, un pittoresco paesino sulle rive del San Lorenzo, che è anche il porto di partenza per raggiungere l’Ile aux Coudres, il nostro vero “obiettivo”…

Purtroppo, però, essendo sabato, peraltro il giorno seguente del “festivo” Canada Day, la coda per l’imbarco è veramente “consistente”. Breve consulto con Cristina e si decide di lasciar perdere l’isola e di puntare la “prua” verso la vicina Baie Saint Paul.

La strada che costeggia il fiume è veramente carina e guidare è un piacere (fare il passeggero lo sarebbe ancor di più…). La cittadina, come altre incontrate prima, non colpisce tanto per le attrazioni presenti, quanto per l’atmosfera rilassata e il clima che si respira nel percorrere le sue belle stradine piene di negozietti.Visto l’orario, ne approfittiamo e ci fermiamo a mangiare in città.

Con la pancia piena e dopo un “buon” caffè brodaglia, riprendiamo la strada verso Quebec.

Prima di arrivare a destinazione facciamo ancora due pause, la prima alla Basilica di Sainte Anne de Beaupré, una sorta di Lourdes del Nord America, dove assistiamo anche ad un matrimonio, la seconda alle Cascate di Montmorency.

Per visitare questo sito, stranamente, non si paga l’ingresso, ma il parcheggio (9.5$)!!!

Le cascate sono addirittura più alte di quelle del Niagara (83mt), ma indubbiamente meno impressionanti. Noi comunque passiamo due bellissime ore in zona, sdraiati sul prato con gli spruzzi della cascata a rinfrescarci e Ginevra a fare “public relations”giocando nelle vicine giostre con altri bambini, insomma un bel pomeriggio…

Lasciamo definitivamente le cascate intorno alle 16 e in meno di un’ora, dopo alcune deviazioni non proprio programmate (!!!), raggiungiamo l’hotel di Quebec.

Ci rilassiamo un attimo e intorno alle sette, riprendiamo la macchina in direzione della città vecchia.

Parcheggiamo vicino al Plaine d’Abraham, un bellissimo parco, a fianco delle mura delle città e in meno di dieci minuti, siamo nella Vieux Quebec.

Entriamo dalla Porta St-Louis, percorriamo parte dell’omonima via, quindi svoltiamo in Rue Sainte Ursule dove ci fermiamo a mangiare al “Petit Coin Latin”, uno dei più vecchi “cafè” di Quebec, dove ceniamo in un bel cortile interno.

Soddisfatti della cena, raggiungiamo la vicina e movimentata Rue Saint Jean, dove ci uniamo alla “fiumana” di persone che la percorrono avanti e indietro, estasiati dalla vivace atmosfera del posto, quindi raggiungiamo la zona di Place d’Armes dove assistiamo ad una performance di alcuni comici. Felici per la bella serata, ma anche stanchi per la movimentata giornata, ci avviamo verso la macchina attraversando la Grande Alée est, una via strapiena di bellissimi localini e ristoranti, dove si fa fatica a camminare dalla quantità di persone che la affollano.

Indubbiamente Quebec sin da subito ci lascia un’ottima impressione, speriamo di confermarla anche nei prossimi giorni….

DOMENICA 3 LUGLIO

QUEBEC

La domenica, inizia con dei buoni auspici, un radioso sole, infatti, ci accompagna nel percorso, che ci conduce, attraverso strade “miracolosamente”deserte, sino ai margini della Vieux Quebec.

Lasciamo la macchina fuori dalle Mura e ci dirigiamo attraverso le bellissime stradine acciottolate percorse dalle carrozze verso Place d’Armes e la vicina Terrasse Dufferrin.

Da questa lunga terrazza con pavimento in legno, lo sguardo spazia fin sull’altra sponda del fiume, offrendoci un panorama veramente carino e particolare.

A questo punto, decidiamo di scendere nella zona bassa della città e scegliamo di farlo con la famosissima funicolare (2$), che oltre ad offrirci, durante la discesa, una visuale senza dubbio “originale” sui tetti della città, ci conduce all’inizio della bellissima Rue du Petit Champlain, la “strada più antica del Nord America”, ormai diventata una via turistica, ma che offre ancora dei bellissimi scorci….

Attraversiamo molto lentamente in mezzo a decine di altri turisti la via e ci dirigiamo verso il porto, ma giunti quasi a destinazione, veniamo fermati da un consistente spiegamento di forze dell’ordine che bloccano l’intera zona. Scopriamo che a minuti passeranno William e Kate….ci mancava questa!!!

Mentre Cristina aspetta il passaggio dei Reali inglesi (si dice così?? boh….), io mi apparto con Ginevra a giocare in un vicino parchetto. Finita l’attesa, tutti e tre assieme ci dirigiamo verso l’imbarco del traghetto per Levìs.

Arrivati alla biglietteria, abbiamo la brutta sorpresa di vederci partire “davanti” il traghetto, quindi ripieghiamo momentaneamente sulla visita alla città bassa.

Visitiamo Rue du Marchè Champlain, la fotogenica Rue Sous le Fort, la storica Place Royale ricca di edifici e dimore del XVII secolo, Rue Notre Dame con il simpatico “trompe l’oeil” all’angolo con la cote de la Montagne ed infine Rue Saint Pierre.

A questo punto torniamo al porto e finalmente c’imbarchiamo sul traghetto per Levìs (6$ a/r).

La traversata dura solo una decina di minuti, ma offre una vista spettacolare “dal basso” dell’intera città vecchia di Quebec. Ovviamente passiamo sia l’andata che il ritorno a fare foto e riprese della città con il Chateau Frontenac a dominare la scena con le sue maestose guglie.

Tornati alla base, saliamo nuovamente nella parte alta della città, dove, però troviamo molte strade chiuse a seguito della “nefasta” visita in città di W&K. Cerchiamo di orientarci per fare almeno qualche giro, ma ci limitiamo alle iperturistiche (ma comunque carine) Ruelle du Tresor e Rue Sainte Anne, quindi ci fermiamo a mangiare in un bel ristorantino con terrazza interna in Rue Saint Louis.

Terminato di pranzare, torniamo nella zona “calda” per visitare la Basilica di Notre Dame de Quebec, facciamo qualche altro giretto con relativi acquisti, quindi ci dirigiamo alla macchina e intorno alle 16 torniamo in hotel per una breve pausa ristoratrice, soprattutto per non affaticare troppo Ginevra!!

Dopo un veloce riposino, “visitiamo” un vicino ipermercato, dove cerchiamo qualcosa da mangiare per stasera e facciamo razzia di cibo da portare in Italia.

Anticipiamo l’uscita serale e dopo una veloce cenetta in camera, intorno alle 20 siamo di nuovo in giro. Riesco per la prima volta a parcheggiare la macchina all’interno delle mura e senza pagare nemmeno un centesimo!! (un vero miracolo!!).

Impostiamo la serata sul tema “shopping sfrenato”, anche perché sino ad oggi non ci siamo concessi niente, quindi fra un acquisto e l’altro, ne approfittiamo anche per visitare alcune stradine caratteristiche. Fra le altre ricordo con piacere Rue Couillard, Rue Hèberte e Rue Saint Flavien. Finiamo la serata sulla Terrazza Dufferin, con il San Lorenzo che scorre davanti ai nostri occhi, il Chateau Frontenac che ci “guarda” le spalle e un bel cielo stellato a completare un quadretto perfetto che rende l’atmosfera veramente indimenticabile….

LUNEDI 4 LUGLIO

QUEBEC-MONTREAL (Chemin du Roy)

Sveglia, colazione, bagagli e via si riparte…la prima tappa è piuttosto breve, ci fermiamo infatti, nei vicini Magazzini Laurier a fare un po’ di compere.

Intorno alle undici, lasciamo il parcheggio del megastore e con esso anche Quebec.

Entriamo da subito in autostrada, ma dopo circa una ventina di minuti, all’altezza di Neuville, usciamo e ci dirigiamo verso la Route 138 meglio conosciuta come “Chemin du Roy”.

Questa strada, è stata per decine di anni nei secoli passati l’arteria commerciale più importante dell’intero Canada (collegava infatti Montreal a Quebec) e una delle strade più famose di tutto il nord-america. E’ ritenuta ancora oggi il “fratello terrestre” del San Lorenzo, ma ai nostri giorni è famosa per altri motivi, primo fra tutti quello turistico!

Percorrendola, rigorosamente con molta calma, si può godere, infatti, di un panorama strepitoso sul San Lorenzo, con dei bellissimi paesini a fare da cornice ad un paesaggio bucolico lontano anni luce dalla frenesia e dalla fretta della vicina autostrada.

Come detto, noi incominciamo a percorrerla da Neuville, godendoci fin da subito la bellezza del paesaggio circostante fatto di bellissime casette colorate, prati verdi e dalla costante presenza del Fiume alla nostra sinistra.

Superiamo Cap Santé, Portneuf e quindi giungiamo a Deschambault, un carinissimo villaggio, che con la sua chiesa, il vicino cimitero e il convento, sembra esser stato trasposto sul San Lorenzo direttamente dalla Luisiana.

Decidiamo di fermarci a mangiare in quest’ adorabile cittadina e dopo aver pranzato (bene) in un bel localino all’aperto, riprendiamo il “Cammino del Re”.

All’ennesima segnalazione della presenza di un mulino, decidiamo di andarlo a visitare. Ci ritroviamo sulle sponde del Fiume, su di un altalena a quattro posti a mangiare un gelato, con un grazioso mulino a far da sfondo per le nostre foto e una dolce brezza a rinfrescarci dai caldi raggi del sole.

Staremmo in questo posto, tutto il pomeriggio, ma, purtroppo, abbiamo una meta da raggiungere prima di sera: Montreal.

Continuiamo ancora per un tratto la 138, ma poco prima di Trois Rivieres, anche per velocizzare il passo, entriamo in autostrada.

Arriviamo a Montreal, senza eccessivi problemi intorno alle diciotto, posteggiamo la macchina, disfiamo i bagagli e subito ci dirigiamo verso la relativamente vicina Vieux Montreal.

Dieci minuti a piedi e siamo in Place Jacques Cartier, cuore pulsante della città vecchia, una bella piazza in leggera salita (o discesa, dipende dai punti di vista…), ricca di vita, con artisti di strada, banchetti di cibo e circondata da interessanti edifici.

Lasciamo momentaneamente la piazza e ci fermiamo a cenare con due buonissime crepes salate nella vicina Rue St.Paul, l’unica via della città vecchia, che effettivamente vale la pena di essere percorsa, si’ perché la Vieux Montreal, non è lontanamente paragonabile per fare un esempio alla “Quebec vecchia” e men che meno ad un qualsiasi centro storico italiano.

E’ vero che qua e là, ci sono alcune vecchie abitazioni (per es. Maison Papineau) e alcuni edifici interessanti (per es. le Chateau Ramezay), ma il complesso del Quartiere è piuttosto “insipido” e comunque distante anni luce da ciò che si potrebbe immaginare di vedere in una zona definita “Vieux”….

Dopo alcuni giri in zona, intorno alle 22 decidiamo di far ritorno alla base, domattina si riparte…

MARTEDI 5 LUGLIO

MONTREAL-MONTEBELLO-MONTREAL

E’ finalmente giunto il giorno della visita al Parc Omega di Montebello. Partiamo relativamente presto dall’hotel di Montreal e dopo circa due ore di macchina, prima attraverso anonime e trafficatissime autostrade e quindi lungo la simpatica e rilassante route 148 che costeggia il fiume che divide l’Ontario dal Quebec, arriviamo all’ingresso del Parco.

Paghiamo il pass (18$) e subito ci fermiamo al Visitor center, dove anticipiamo il pranzo, anche per evitare che a Ginevra venga fame nel bel mezzo dell’escursione…

Mangiamo al self service del Centro, in un tavolo all’aperto con vista sul sottostante lago circondato da maestosi abeti che incorniciano un panorama da favola…e intanto incominciamo a vedere i primi animali. Un procione, infatti, scorazza nel sottobosco a pochi metri dal nostro tavolo, costringendomi a trattenere Ginevra che fa di tutto per avvicinarlo, ottenendo invece l’effetto contrario di allontanarlo.

Finito il veloce pranzetto, partiamo alla scoperta di questo bellissimo Parco, che ospita alcuni fra i più importanti e conosciuti animali del Nord America, in uno stato di semi-libertà.

I primi avvistamenti riguardano alcuni wapiti, delle specie di cervi tipici del Canada, che ci sbarrano letteralmente la strada e circondano la macchina, abituati evidentemente alla presenza dell’uomo e delle automobili…continuando lungo le strade sterrate del Parco, arriviamo ad un laghetto, dove oltre ad alcune trote, vediamo alcuni cerbiatti che passeggiano sulla riva in totale libertà.

La pace e la tranquillità che si gode nei sentieri all’interno dei boschi e sulla riva dei numerosi laghetti che sono presenti nel parco, è uno dei ricordi più intensi e belli che ricordo dell’intero viaggio, quello che ci si aspetta, in fondo, di trovare programmando una vacanza da queste parti…

Continuando nell’esplorazione, dopo aver superato il “Lago dei castori”, senza peraltro aver visto alcun castoro…ma solo una diga costruita da loro e alcuni wapiti “ammollo”, incrociamo sul nostro cammino un cervo con delle corna gigantesche, altri wapiti, dei caribù e un bellissimo esemplare di coyote.

Ridendo e scherzando, sono già più di due ore che giriamo lungo le strade del Parco e ancora non abbiamo incrociato il nostro vero obiettivo della giornata: l’orso nero….

Ci dirigiamo allora verso la Valle degli orsi (nomen omen) e dopo alcuni avvistamenti di animali “minori”, finalmente ecco che si materializza alla nostra destra il primo orso!

Con lo sguardo seguiamo i suoi spostamenti nel bosco e quando si ferma per una pausa in una radura vicina, partiamo con gli scatti….Ginevra, mezza addormentata, alla vista dell’animale si desta e inizia a chiamarlo, noi facciamo di tutto eccetto che assecondare il suo desideri e ci spostiamo più a valle dove, incrociamo un altro orso, in realtà sono una coppia di orsi neri, uno spettacolo della natura, che ci ripaga indubbiamente dei sacrifici fatti per arrivare sino a qua…

Soddisfatti degli avvistamenti, “puntiamo la prua” verso l’uscita e dopo altri incontri “on the road”(wapiti, caribù, cerbiatti, ecc) e una breve pausa al Visitor Centre intorno alle 16 abbandoniamo definitivamente il Parco.

Arriviamo a Montreal dopo circa due ore di viaggio, tuttosommato tranquillo, facciamo una breve sosta in albergo e quindi usciamo alla scoperta del Quartiere che ci ospita: Le Village.

In realtà, scopriamo di essere nel bel mezzo del Quartiere gay di Montreal, del quale Rue Sainte Catherine, con i suoi bar alla moda, le saune, i cinema hard e i palloncini rosa che l’adornano, ne è l’arteria principale!

Passeggiamo per mezz’oretta lungo le vie principali del Quartiere, quindi intorno alle venti, ci fermiamo a mangiare in un ristorante libanese nei pressi della fermata del metro Berri Uqam.

Un gelato, un giro per alcuni centri commerciali e intorno alle dieci facciamo ritorno alla base.

MERCOLEDI’ 6 LUGLIO

MONTREAL

Oggi giornata dedicata interamente alla scoperta di Montreal.

Dopo una sostanziosa e movimentata (grazie alla nostra pestifera figlia…) colazione, saliamo in macchina e attraverso la “lunghissima” Rue Sherbrooke, in meno di un quarto d’ora raggiungiamo la zona Olimpica, meta della nostra mattinata.

Dopo esser stati derubati di 13$ per parcheggiare la macchina nel mega-parcheggio sotterraneo del complesso, raggiungiamo la biglietteria e facciamo senza fare un minuto di coda il biglietto combinato Torre più Biodome (26$).

Decidiamo di provare subito l’ebbrezza della salita in cima alla torre inclinata più alta del Mondo, come orgogliosamente viene pubblicizzata dagli amici canadesi…e io aggiungerei: “ma sicuramente non la più bella…” (insomma Pisa puo’ dormire sonni tranquilli se questa è la concorrenza…).

Una specie di funicolare-ascensore, in meno di cinque minuti, ci trasporta in vetta da dove si gode un panorama a 360° sull’intera città, con la vista che spazia dalle sponde del San Lorenzo alla collina del Mont Royal, dallla zona del centro, piena di grattacieli fino alla sottostante zona olimpica, ricca di verde e di strani edifici lasciati in dote dopo le Olimpiadi del 1976.

Dopo una buona mezzoretta passata a goderci il panorama, lasciamo la Torre Olimpica e ci dirigiamo verso l’ingresso del Biodome.

I biglietti fatti in precedenza alla Torre, ci evitano una lunga coda, tempo di farci dare una sorta di passeggino dove sediamo Ginevra e iniziamo la visita.

Il Biodome, come indica il nome è un vasto sito coperto da una grande cupola, ricavato dal velodromo che nel ’76 ha ospitato le Olimpiadi.

All’interno sono stati ricostruiti cinque ecosistemi delle Americhe: il primo che s’incontra è la Foresta Tropicale, si passa quindi alla Foresta Laurenziana, all’ecosistema marino del San Lorenzo, all’Artico e si finisce in bellezza con l’Antartide e i suoi pinguini! Un’esperienza senza dubbio interessante, anche perché la maggior parte degli animali presenti vive in uno stato di semi-libertà, rendendo la visita una sorta di avventura alla scoperta degli animali che si nascondono nel loro habitat naturale.

Fra le decine di animali visti, quelli che mi hanno colpito di più sono stati: lo stranissimo capybara nella zona tropicale, il simpatico ed enorme castoro e la splendida lince nella zona dei Laurenziani ed infine i buffi pinguini nella zona dell’antartide.

Un’esperienza sicuramente imperdibile se si capita da queste parti, ancora più imperdibile se si viaggia con dei bambini (Ginevra era letteralmente entusiasta dell’esperienza…)

Intorno a mezzogiorno, usciamo dal Biodome, riconsegniamo il passeggino (in realtà usato come porta borse…) e torniamo in albergo per una breve pausa ristoratrice.

A metà pomeriggio raggiungiamo in metropolitana la zona centrale di Montreal, anche per visitare la famosa “città sotterranea”. Da Place Ville-Marie, giriamo a zonzo lungo le gallerie commerciali sotteranee, stufandoci però ben presto dell’atmosfera e tornando in superficie da dove raggiungiamo la vicina zona della Vecchia Montreal.

Visitiamo Place d’Armes (bruttina) e la vicina basilica di Notre Dame ma solo esternamente, anche perché per entrare, chiedono 5$(!!!) e passo dopo passo ci ritroviamo nella zona del Vieux Port.

Pur non suscitando in me particolari emozioni, questa zona, vuoi per la presenza del San Lorenzo e vuoi per l’atmosfera decisamente “easy”, è decisamente una delle più carine della città.

Rimaniamo a goderci il panorama sulle Isole di Sainte Helene e Notre Dame, quindi dopo un ennesimo passaggio attraverso la bella Piazza J. Cartier, torniamo a piedi in hotel.

Il nostro obiettivo è raggiungere il Mont Royal per il tramonto. Prendiamo la macchina e in meno di dieci minuti siamo in vetta (si fa per dire, visto che parliamo di 233mt…).

Tralasciamo il Lago dei castori e ci dirigiamo al belvedere, da dove effettivamente si gode di una bellissima vista su tutta la città. Un fotogenico arcobaleno, incornicia il quadretto…approfittando di una Ginevra “miracolosamente”addormentata, ci fiondiamo nella “modaiola” Rue St. Denis per cenare in un ristorante indiano.

Per la prima volta durante tutto il viaggio riusciamo a mangiare stando seduti per tutta la durata del pasto e ci godiamo quest’ultima cena in terra canadese, gustandoci ogni piatto con molta calma….

Prima di rientrare ci concediamo anche un mega gelato, facciamo ancora una passeggiata ed infine facciamo ritorno in hotel.

GIOVEDI’7 LUGLIO

MONTREAL

Ci svegliamo un po’ tristi, il nostro viaggio purtroppo è quasi finito!!

Facciamo ancora in tempo a dedicare l’intera mattinata agli acquisti da portare in Italia, passeggiando lungo le principali vie del Quartiere Latino, un veloce pranzo nel Village, quindi intorno alle due del pomeriggio prendiamo un taxy, salutiamo Montreal e raggiungiamo l’aeroporto.

CONSIDERAZIONI GENERALI

Le foreste, i laghi, i fiumi, le balene, gli orsi, gli spazi infiniti…nell’immaginario comune e quindi anche nel nostro, dal Canada ci aspettavamo queste cose. In realtà forse cercavamo, quello che alle nostre latitudini ormai non si trova più: la Natura…

Com’è andata realmente?

Diciamo che abbiamo trovato molte delle cose che ci aspettavamo, ma non tutte. Il Canada, ed in particolare nel nostro caso l’Ontario ed il Quebec, è un posto dove si sente ancora molto forte il “potere” della natura e dove l’uomo è solo un attore di uno spettacolo che si svolge tutt’intorno.

Guidare la macchina in mezzo ad una foresta di alberi e veder spuntare dietro ad una curva un laghetto che sembra uscito da una favola è una delle più comuni esperienze che si possono vivere da queste parti, questo per far capire che è nel “vivere comune” che si scopre l’eccezionalità di questo paese. Poi certo, ammirare le Cascate del Niagara, andare alla scoperta delle balene sul San Lorenzo, vedere un orso nero, sono esperienze indimenticabili ed eccezionali, ma come dice la parola stessa sono “un eccezione”…

Se la natura ha pienamente ripagato le nostre aspettative, l’aspetto storico culturale del Paese, non ci ha assolutamente colpito…insomma, va bene gli indiani uroni, bellissima Quebec con le sue fortificazioni settecentesche, carino anche il “Chemin du Roy”, ma la storia che piace a noi è un’altra cosa…

Dunque, sintetizzando le nostre impressioni, questo è, secondo noi, un viaggio adatto a chi ama la natura, a chi è disposto a sobbarcarsi centinaia di chilometri in auto, magari solo per vedere la coda di una balena o le ripide pareti di un verdissimo fiordo, un viaggio adatto anche ai bambini che in Canada possono trovare un ambiente ideale e mille occasioni di svago, insomma un tipo di viaggio un po’ per tutti…

SPESE PRINCIPALI

VOLO NIZZA-MONTREAL a/r 645€

VOLO MONTREAL-TORONTO a/r 200€

AFFITTO MACCHINA x 10gg. 330€

CIBO

Stendiamo un velo pietoso sulla cucina canadese…

In Ontario è forte l’influsso degli States, quindi fast food a raffica e cucina locale scadente. In Quebec invece si vantano di avere una cucina differente e di qualità, ma se il loro cavallo di battaglia è la poutine (patatine fritte ricoperte di formaggio fuso e grasso di sugo di carne), ho detto tutto…insomma a parte l’ottimo sciroppo d’acero e qualche zuppa, la cucina locale la definirei alquanto scadente…

TRASPORTI

Premesso che abbiamo prevalentemente viaggiato in auto, il mio giudizio è limitato ai taxy (frequenti e con prezzi onesti), alla metro di Montreal (ottima anche se un po’ cara) e ai traghetti di Toronto e Quebec (bene).

Per quanto riguarda il viaggio in macchina. La prima cosa da sottolineare è che le strade/autostrade sono tutte gratuite (!!), con limiti di velocità ferrei (50km/h in città e 90km/h max 100 sulle autostrade) e uno stato di manutenzione buono.

Abbiamo trovato moltissimi lavori, del resto se non li fanno d’estate quando possono farli?? e parecchio traffico intorno alle grandi città (Toronto, Quebec e Montreal), mentre sul resto della rete stradale, guidare è un vero piacere. La benzina è nettamente meno cara rispetto all’Italia (poco più di un euro al litro), mentre, a parte nei pressi delle città, si trovano pochissimi distributori.

METEO

Diciamo semplicemente che non abbiamo trovato il clima che ci aspettavamo…

Infatti, a parte il giorno del trasferimento da Toronto a Tadoussac durante il quale abbiamo preso pioggia per più di cinque ore toccando temperature anche di 12°, per il resto del viaggio sempre e solo giornate di sole o comunque prevalentemente soleggiate, con temperature che passavano dai 18° di minima fin’anche ai 30° di massima, insomma il clima ideale per godersi una bella vacanza…

COSTO DELLA VITA

A grandi linee è simile al nostro, con pochissime differenze sia in meglio(vd.benzina)che in peggio (trasporti urbani). Un aspetto che incide parecchio, sulla spesa finale ed al quale non siamo abituati è il conubbio: mancia (tip/porboire) + tasse locali….

Insomma, per esempio, se per una cena si è calcolato “da menù” di spendere 40$, in realtà alla fine se ne spenderanno: 40 + 5 (tasse 12.5%) + 6 (mancia 15%) TOT 51$

Insomma un dettaglio da non trascurare nel calcolare il budget.

A titolo di cronaca,comunque, la nostra spesa media per un pasto a persona con mancia e tasse incluse è stata di circa 20/25$ (circa 15/18€), mentre la media a notte per camera doppia con lettino per la bimba sempre tasse incluse è stata di circa 90$ (circa 65€).

VARIE

-In Canada, come negli Stati Uniti, la corrente elettrica è a 110/115 volt (da noi 220v), con prese a due listelle piatte, quindi è necessario un adattatore e bisogna verificare che gli apparecchi elettrici portati dall’Italia supportino il diverso voltaggio canadese

-E’ assolutamente consigliato stipulare un assicurazione medica, in quanto un eventuale ricovero (da 1000 a 2000$ al giorno a seconda della Regione!!!!) o una semplice prestazione medica potrebbe essere pagata a caro prezzo…

-Per quanto riguarda la lingua, in Quebec è quasi obbligatorio parlare in francese, soprattutto a Quebec e dintorni, mentre in Ontario si parla solo inglese.

Infine un sintetico e personalissimo giudizio sulle cose e le città che abbiamo visitato:

CASCATE DEL NIAGARA: 6.5 voto che fa la media fra lo spettacolo che offre la natura con le cascate (9) e lo scempio creato dall’uomo alle loro spalle…(4)

TORONTO: 6 (di stima) vista di fretta e male, non sarà di certo la mia città ideale, ma non sembra nemmeno malissimo…

TADOUSSAC: 8 il voto ovviamente non va al villaggio, comunque carino, ma alla natura che lo circonda: fiordi, balene, foreste, laghetti, ecc, in poche parole, il Canada che sogniamo…

QUEBEC: 7.5 le carrozze trainate dai cavalli che solcano le strade in pavè del centro storico, ricordano tantissimo le città del centro-nord Europa, la terrazza sul San Lorenzo, la funicolare, le viuzze illuminate da lampioni che emanano una luce gialla molto fioca, insomma una città d’atmosfera, una bellissima città, la migliore del viaggio…

MONTREAL 6.5 carina, multietnica, tollerante, giovane, insomma una città veramente carina, dove forse è più bello vivere che visitarla per turismo. La “vieux Montreal” mi ha lasciato un po’ basito, ma per il resto, tanto verde, il San Lorenzo e un’atmosfera veramente “friendly”….

RISERVA INDIANA DI WENDAKE 7 …è vero, il villaggio è una ricostruzione, ma intorno ad esso vive una vera comunità indiana moderna. Con le informazioni che fornisce la guida comunque ci si può fare un’idea di chi erano ieri e chi sono oggi gli Uroni: interessante!

NIAGARA ON THE LAKE 6.5 piccolo villaggio in stile British immerso nel verde sulle sponde del Niagara, con bellissime villette colorate. Non c’è niente di particolare da vedere, ma comunque rimane una “deviazione” piacevole…

CASCATE DI MONTMORENCY (7) E SANTUARIO SAINTE ANNE DE BEAUPRE’(5)

Sono entrambi alle porte di Quebec, ma se per le prime vale la pena fare l’escursione, per il Santuario, a meno che non siate dei ferventi cristiani, non è assolutamente il caso…

LE CHEMIN DU ROY (8) assolutamente da non perdere! La vecchia strada che collega Quebec a Montreal, offre degli scorci sul San Lorenzo eccezionali, attraversando piccoli paesi lungo una strada panoramica. Certo l’autostrada è più veloce, ma si è in vacanza, no?

PARC OMEGA (9) orsi, caribù, alci, castori, daini, coyote, procioni, devo continuare o bastano per rendere l’idea? Insomma imperdibile…stra-consigliato….

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Toronto

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...la Casetta in Canadà...la..la..la

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Niagara Falls

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..passo io o passi tu?

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...mettere le cuffie alla moto!!

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..strade affollate...

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Foresta del Quebec

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relax sul San Lorenzo



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