Coast to coast in Canada

Da Vancouver al Québec in 20 giorni
Scritto da: l_e_d
coast to coast in canada
Partenza il: 10/08/2009
Ritorno il: 30/08/2009
Viaggiatori: in coppia
La giovane guida australiana si avvicina l’indice al naso per farci rimanere in silenzio. Poi indica tra le foglie, un albero caduto che arriva fin quasi al fiume… E smettiamo di fare foto. Un bellissimo orso nero sta uscendo dal bosco, il muso rivolto a terra alla ricerca di qualcosa di gustoso. L’orso si muove con calma… Alza la testa. Ci vede. Siamo sul fiume, su una piccola barca con altri 6 turisti, ad una decina di metri da riva. Decide che non siamo interessanti (o saporiti) e quindi continua nella sua ricerca di cibo. Poi stanco si sdraia pancia all’aria. Io e Dani siamo ai confini del parco di Banff, in Canada, un posto bellissimo. Se questa piccola introduzione vi ha incuriosito e pensate di visitare il Canada, speriamo di darvi qualche piccolo suggerimento raccontandovi come è andato il nostro viaggio. Siamo Luca e Dani e in 20 giorni siamo passati da Toronto a Vancouver, praticando tanto sport nei parchi naturali più belli del mondo.

Per ogni info relativa a questo viaggio non esitate a scriverci. Buon viaggio!

10 Agosto 2009 Arriviamo a Toronto, Canada, nel tardo pomeriggio. Siamo partiti da Malpensa con Alitalia e abbiamo aspettato tanto tempo a Fiumicino il volo per Toronto. Incredibilmente, considerando quel che si sente in questi giorni al telegiornale, le valigie sono arrivate con noi. Una volta atterrati, con il bus (32 $ CAD per 2 persone, www.TorontoAirportExpress.Com) raggiungiamo in 30 min circa il centro città. Soggiorniamo allo Sheraton Hotel (Sheraton Center Toronto Hotel, www.Sheratontoronto.Com) che si rivelerà proprio in una buona posizione per visitare a piedi la città. Dai finestrini dell’autobus noto che Toronto è molto civilizzata poiché pullula di Starbucks! Nel tragitto dall’aeroporto si scorge anche la CN Tower, è così alta che domina l’intera zona. Cena rapida in un ristorante vicino all’albergo (Baton Rouge, 30 $ CAD a testa, consigliato) e poi a letto.

11 Agosto 2009 Alle 8 del mattino siamo già operativi. Dopo la dovuta sosta da Starbucks visitiamo a piedi il quartiere vecchio (Old York) dove scattiamo tante foto a belle case del secolo scorso, circondate da alti grattacieli. In questo quartiere troviamo anche il mercato coperto tanto celebrato da tutte le guide. In realtà è un capannone pieno di bancarelle che vendono ogni specialità alimentare da ogni parte del mondo. Suggerimento: andateci a pranzo o saltatelo. Vagando a piedi raggiungiamo il molo dei traghetti per raggiungere la Toronto Island ($6.50). In dieci minuti raggiungiamo un’isoletta di fronte al centro di Toronto, meta dei picnic dei canadesi. Noleggiamo due bici ($7) e passiamo qualche ora tra prati verdi, villette e moli per le barche. Il tempo si sta guastando e così nel primo pomeriggio torniamo sulla terra ferma. Purtroppo inizia a piovere e decidiamo così di visitare l’assemblea legislativa dell’Ontario (tour guidato gratuito ogni 30 min). La pioggia ha convinto molti turisti a rifugiarsi nel piccolo parlamento dell’Ontario e partecipare al tour. La guida è un po’ dispiaciuta che nessuno scatti delle foto a parte due canadesi dello stato del Manitoba. Noi e un gruppo di francesi ci guardiamo. Probabilmente i parlamenti europei ci hanno “abituato” bene e così visitiamo senza scattare foto questo bel villone con le pareti ricoperte di legno.

Cena al ristorante giapponese Ki ($60 a testa, eccezionale).

12 Agosto 2009 Alle 7 siamo già in macchina (prenotata dall’Italia e ritirata la sera prima alla stazione ferroviaria) per andare a visitare le cascate del Niagara. Tutte le guide “parlano male” di questo posto in quanto ormai diventato una Las Vegas in terra canadese. Proprio per questo decidiamo di partire presto, almeno eviteremo la folla. E così è. Siamo sul secondo battello (Maid of the Mist, http://www.Maidofthemist.Com/) che lascia la costa per andare fin “sotto” le cascate. Con la nostra mantellina blu (uguale sia per canadesi che statunitensi!) ci godiamo lo spettacolo offerto dalla natura e torniamo a riva bagnati come due pulcini ma contenti. Conveniamo che le guide sono troppo dure con le cascate: in fin dei conti lo spettacolo naturale merita una gita fuori porta. Evitiamo di attraversare a piedi la cittadina, che in effetti sta iniziando a brillare tant’è piena di scritte al neon. Tornati alla macchina ci dirigiamo verso Toronto. Scegliamo “la strada lunga” e pranziamo con un panino a Fort Eerie, in sostanza un bel prato con forte annesso proprio di fronte alla città di Buffalo, USA. Rientrati a Toronto andiamo a visitare la CN Tower (http://www.Cntower.Ca/, $ CAD 21.99 o 26.99 se si vuole raggiungere la cima, ma almeno un’altra ora di coda ). Dalla torre si gode una gran bella vista ma che coda per salirvi!

13 Agosto 2009 Oggi inizia il cuore della nostra vacanza. Abbiamo infatti scelto di visitare il Canada per i rinomati parchi naturali e vedere tanti animali in libertà. Quindi all’alba siamo di nuovo sull’autobus per l’aeroporto (dal centro all’aeroporto circa 50 min – il giro è diverso rispetto all’andata – e altri $32 per due). In super orario parte il ns volo Air Canada di 4 ore e 30 per Calgary. All’arrivo il pilota ci informa che ci sono 9°C. Luca: “Dani hai sentito, fa freddo!” Dani: “Certo, per questo ho portato tutti quei maglioni” Luca: “Ma io non ho portato nulla di pesante poiché su internet ho letto che la temperatura media è di 22°C ad agosto” Dani: ”Luca, sei un cretino” Beh… Mi è andata meglio con la signora dell’autonoleggio. Abbiamo prenotato un piccolo SUV ma alla domanda “Avete preferenze sul modello?” rispondo “the bigger the better”. Dopo uno sguardo tra la signora ed il suo capo mi vengono consegnate le chiavi di un SUV gigantesco, senza sovrapprezzo. Dani appena lo vede dice: “Ma è un Mostro” ed io rispondo “E’ bellissimo”. Il nostro mezzo di trasporto per i prossimi giorni è appena stato ribattezzato Mostro e Dani già pensa ai consumi colossali promessi da tutti quei metri di metallo scintillante. Felice come un bambino a Natale esco dal parcheggio e mi dirigo verso il parco di Banff, ns meta. Avvicinandoci al parco la temperatura scende fino a toccare i 4°C. Questa temperatura ci “terrà compagnia” per quasi tutta la settimana. Arrivati ai confini del parco troviamo il check point dei rangers: per avere accesso al parco è necessario acquistare un pass (http://www.Pc.Gc.Ca/pn-np/ab/banff/). Considerando che passeremo nel parco più di 7 giorni, il ranger ci suggerisce di comprare il pass annuale (famiglia/gruppi $ CAD 136.40; è valido fino a fine agosto 2010, quindi se volete il pass ad un prezzo scontatissimo scriveteci). Dani ha trovato su internet dei lodge in legno ad una ventina di minuti dalla cittadina di Banff, al Johnston Canyon, oltre la Bow Valley. Preso possesso del nostro lodge in legno (http://www.Johnstoncanyon.Com/, 173,25 $ CAD per notte), saltiamo di nuovo in macchina per cenare a Banff. Ed ecco il primo bellissimo incontro: 6 caribou stanno mangiando erba ai lati della strada, ognuno molto distante dagli altri. Notiamo sulla coscia di uno delle ferite e del sangue e subito dopo le corna di un altro esemplare coperte di sangue. Che abbiamo litigato di recente? Questo è solo il primo eccezionale incontro che ci riserverà la Bow Valley, un posto davvero magico.

Ceniamo al Tony’s Roma di Banff. Le migliori costine del mondo, assolutamente da provare.

Nota sugli autonoleggi in Canada: stando al sito del turismo canadese, nello stato di Calgary è necessario avere la patente internazionale per noleggiare l’auto. Noi, da turisti diligenti, abbiamo fatto il costoso pezzo di carta prima di partire… Anche perché l’autonoleggiatore ci aveva confermato via e-mail l’obbligatorietà del documento. Per voi qualcuno ci ha chiesto di mostrare il – costoso – documento?

14 Agosto 2009 Ci svegliamo presto e fa molto freddo (3°C). Sotto una leggera pioggia camminiamo un paio d’ore visitando il Johnston Canyon, direttamente dietro il nostro lodge. Servono 45 minuti di camminata per arrivare ad una cascata di circa 30 m. Vista l’ora e le condizioni meteo, il facile percorso è davvero deserto. O meglio: nessuna persona in vista ma tantissimi scoiattoli ci attraversano la strada. Gli scoiattoli saranno una costante e piacevole compagnia per il tutto il viaggio. Alle 10 siamo in macchina e ci dirigiamo verso il centro rafting (www.Wildwater.Com, $ CAD 173.25 per due persone) dove abbiamo prenotato la nostra escursione dall’Italia. Le guide sono un simpatico melting pot: due inglesi, un ecuadoriano e una canadese. Passiamo sul gommone due ore davvero spensierate e non facciamo troppo caso all’acqua fredda che penetra sotto la muta.

Nota: noi abbiamo prenotato il rafting dall’Italia e credo sia stata proprio una buona idea. Infatti questa è un’attività gettonatissima tanto che la maggior parte degli uffici di prenotazione a Banff riportava un bel COMPLETED per la maggior parte delle escursioni. Sicuramente vi sono così tanti rafting center che, “bussando a tutte le porte”, è possibile trovare un posto ma questo vi ruberà del tempo considerando la distanza – tipicamente nordamericana – tra i vari luoghi.

Per non patire troppo il freddo decidiamo di chiudere la giornata alle terme di Banff. Acqua a 39°C dove rimaniamo a mollo fine alle nove di sera. Concludiamo con un bel panino nel nostro lodge. Proprio una gran bella giornata.

15 Agosto 2009 A Banff è sempre nuvolo ma appena facciamo qualche chilometro per andare al Moraine Lake il tempo migliora. L’acqua del lago è di un azzurro irreale. Bellissimo. Dal lungolago partono numerosi sentieri. Ne scegliamo uno abbastanza facile che ci permetterà di raggiungere Larch Valley (la valle dei larici). All’inizio del percorso siamo fermati da una giovanissima ranger: siamo solo in due e poiché in giro vi sono degli orsi è obbligatorio viaggiare in quattro (per far più rumore o per saziarli?). Dopo pochi minuti veniamo “accoppiati” e due signori di mezza età canadesi che vogliono fare lo stesso percorso. Dopo 3 chilometri in salita raggiungiamo la nostra meta: una vallata piena di alberi ai piedi delle cime delle montagne innevate. Ovviamente non mancano il ruscelletto, il tronco per attraversarlo e tanti giapponesi scalatori con macchine fotografiche gigantesche. Dopo i saluti con i canadesi e foto di rito torniamo a riprendere l’auto per visitare Lake Louise. Più turistico del precedente ma l’acqua è sempre di un azzurro che colpisce.

Consiglio: se volete godervi i laghi e le camminate, arrivate la mattina presto!

16 Agosto 2009 Oggi lasciamo il nostro bel lodge in legno per raggiungere Jasper (238 km). Sulla strada tra Banff e Jasper abbiamo prenotato una escursione sul ghiacciaio Athabasca (www.Icewalks.Com/, $ CAD 147.0 per due persone). Per affrontarla è necessario essere in discreta forma fisica ma nulla più. La guida controlla se siamo ben attrezzati e ci aiuta a mettere i ramponi sotto agli scarponi. La camminata è impegnativa: per coprire 12 km sul ghiacciaio impieghiamo circa 7 ore e bisogna stare attenti a non cadere in una delle profonde “pozze d’acqua”, veri e propri tunnel di ghiaccio, creati dallo scioglimento del ghiacciaio. Quando torniamo alla macchina siamo stanchissimi ma davvero felici. I paesaggi visti durante l’Icewalk sono bellissimi. Per chi proprio non se la sentisse di affrontare la camminata, la stessa compagnia della guida mette a disposizione dei bus enormi (gli snow coach) per raggiungere comodamente una piazzola ghiacciata posta a circa 3 km dall’inizio del percorso a piedi. Noi lo sconsigliamo proprio perché vedere decine di turisti che scendono dal bus in infradito, toccano il ghiaccio e risalgono è un po’ triste… Sarà che noi eravamo bardati come per scalare l’everest e abbiamo impiegato 2 ore per raggiungere la “piazzola”… Il B&B (www.Bbcanada.Com, Summit View, $ CAD 110 per notte) che abbiamo prenotato a Janff è proprio carino e il gentile proprietario è eccitatissimo perché giusto un paio d’ore prima del nostro arrivo ha venduto la sua casa! Si, proprio quella del B&B. Speriamo che il rogito non sia nei prossimi 3 giorni…

17 Agosto 2009 Questa mattina, dopo una sostanziosa colazione canadese, decidiamo di noleggiare due mountain bike (32 $ CAD). Ci facciamo consigliare dal ragazzo del negozio un percorso di media difficoltà. Diciamo che per arrivare al Maligne Canyon seguiamo un percorso di difficoltà medio-alta. Tra andata e ritorno 25 km pieni di salite sterrate in mezzo ai boschi. Una volta raggiunta la meta, scorrazziamo a tutta velocità nei percorsi che affiancano il canyon. Altri turisti canadesi ci dicono: “proprio una bella idea visitare il canyon in bici!”. Forse non hanno idea della fatica fatta a portarcele… Comunque sorridiamo e scappiamo via. Tornando in città avvistiamo un cervo adulto nascosto nei boschi. Dopo questa ennesima faticaccia decidiamo di premiarci con il ristorante chic di Jasper (Beckers) consigliatoci anche dai due canadesi con cui abbiamo fatto l’escursione al Moraine Lake. Soddisfatti? Insomma… Conto molto salato e abbiamo fatto fatica ad apprezzare la nouvelle cuisine canadese che abbina salmone, banana e crema di caffè (scusate, crema di espresso come sottolinea l’orgogliosa chef che ci dice di aver anche studiato in Italia. Chissà dove, probabilmente da Spizzico. Vabbè…).

Dopo cena andiamo al Pyramid Lake per goderci un gran bel tramonto da una panchina di legno sulla riva del lago.

18 Agosto 2009 Ottima colazione dolce da Bear’s Paw, l’unico e affollatissimo panificio di Jasper. Partiamo per visitare il Maligne Lake. Che delusione: acqua scura, clima cupo, tante zanzare, costi elevatissimi per il giro in barca. Scappiamo dopo pochi minuti. Per fortuna sulla via del ritorno incontriamo due cerbiatti con la madre che brucano l’erba. Ad un certo punto il cerbiatto inizia a fare dei salti e balzellon balzelloni si allontana. Che bello! Tornati a Jasper decidiamo di salire sul Whistlers Mountain con la funivia (www.Jaspertramway.Com). Sulla vetta, assai ventosa, si possono fare delle gran belle passeggiate e provare a costruire con delle pietre il vostro Inuksuk, simbolo tipico dei popoli della regione Artica del Nord America (Inuit) e ora adottato anche come simbolo delle olimpiadi invernali 2010 di Vancouver. Nel corso della passeggiata incontriamo anche una bella marmotta, gigantesca per gli standard europei. Siccome è proprio cieca, riusciamo ad avvicinarci fino a 5-6 m. Poi probabilmente ci annusa e prova a nascondersi sotto un sasso. Peccato che sia così grassa che per metà rimane scoperta! Cara marmottona, per fortuna non hai predatori in questa zona!

19 Agosto 2009 Oggi lasciamo Jasper per andare in direzione Vancouver (536 km). Abbiamo visto dei caribou, dei cervi, delle marmotte… Ma niente orsi. Sono triste. Io son venuto in Canada solo per vedere gli orsi! Dani ha molta pazienza e appena vede il cartello del Blue River Safari mi convince a fare una deviazione. Si tratta di un tour di un’ora, su motoscafi veloci da 8 posti, nelle zone in cui è più probabile osservare gli orsi che abitano in questa parte del parco. Il tour è molto caro (www.Bueriverbc.Ca, 79 $) e non vi è nessuna garanzia di vedere degli orsi (non siamo mica allo zoo!). Per di più, negli ultimi due giorni nessun avvistamento. Rischiamo e siamo a bordo del motoscafo, guidato da un giovane australiano. Alla radio, le altre guide gli comunicano di aver avvistato un orso. Veloci siamo nel punto indicato. Il motore viene spento e la guida inizia a pagaiare per avvicinare il motoscafo a riva. La giovane guida australiana si avvicina l’indice al naso per farci rimanere in silenzio. Poi indica tra le foglie, un albero caduto che arriva fin quasi al fiume… E smettiamo di fare foto. Un bellissimo orso nero sta uscendo dal bosco, il muso rivolto a terra nella ricerca di qualcosa di gustoso. L’orso si muove con calma … Alza la testa. Ci vede. Siamo sul fiume, su una piccola barca con altri 6 turisti, ad una decina di metri da riva. Decide che non siamo interessanti (o saporiti) e quindi continua nella sua ricerca di cibo. Poi stanco si sdraia pancia all’aria.

Dopo qualche minuto lasciamo l’orso al suo riposo e continuiamo a perlustrare il fiume. Siamo ancora fortunati ed avvistiamo un altro orso. Quando torniamo a riva ho un sorriso stampato in faccia. Sono proprio contento.

Riprendiamo il viaggio. L’idea è di fermarsi a Kamloops che, secondo la nostra guida, dovrebbe essere il regno della mountain bike canadese oltre ad una moderna città. Arriviamo a Kamloops… E scappiamo via! La città è triste, giusto con qualche fabbrica in periferia ed un paio di negozi in case squadrate nel centro. Si dorme in un paesino in mezzo al nulla tra Jasper e Vancouver.

20 Agosto 2009 A metà mattinata raggiungiamo Vancouver. Si alloggia al The Westin Bayshore, ottima posizione sul molo.

Cominciamo a visitare la città dalla sua parte più bella e celebrata, lo Stanley Park (è pieno di procioni che cercano i turisti / portatori di cibo). Bici a nolo (la mia è bellissima: rossa, manubrio alto, sella comodissima, modello “Cruise 7-speed”) per fare il giro del parco e spingerci fin sull’altra riva del fiume seguendo la pista ciclabile (in totale: 30 km) mentre evitiamo le persone sui roller blade e i tanti cantieri aperti per le prossime olimpiadi. Nel pomeriggio visitiamo il quartiere vecchio e ci spingiamo fino a china town. Quest’ultimo quartiere è al confine con un quartiere ghetto, rifugio da decine d’anni per tutti gli sbandati della città. Ci allontaniamo in fretta poiché l’atmosfera è proprio brutta. Speriamo che le olimpiadi siano un pretesto per sanare la situazione…

Cena sull’oceano con bella vista.

21 Agosto 2009 Ci fidiamo della guida e così decidiamo di visitare la Vancouver Island. Sarà la seconda (e ultima) delusione di tutta la vacanza dopo il Maligne Lake. Il viaggio in traghetto è carissimo, la capitale dell’isola – Victoria – non propone nulla di particolare e fuori dalla città la natura è cupa e paludosa. Forse sull’altra costa è meglio… Così ci dicono… Ma servirebbe un intero week-end. Quindi delusi torniamo in città per sera. Decidiamo di andiamo a cenare nel quartiere alla moda di Yale Town, pieno di giovani (benestanti, viste le auto). Scegliamo il ristorante giapponese Tanaka e chiediamo di poter stare al bancone per osservare il cuoco che prepara i vari piatti. Probabilmente per la “strana” richiesta siamo avvicinati dal proprietario canadese che ci racconta vita, morte e miracoli suoi e della moglie giapponese, la cuoca. Poi il proprietario avvisa tutti i camerieri che siamo italiani e di trattarci come si deve… Che ci abbia scambiato per scrittori di una guida culinaria? Alla fine non possiamo uscire senza aver assaggiato il piatto di cui va orgoglioso: il “prosciutto roll”, un incontro poco riuscito tra il sushi ed il prosciutto di Parma. Ovviamente mento spudoratamente elogiando la bontà dell’accostamento. Non devo essere un gran bugiardo poiché non ci ha fatto neanche un dollaro di sconto!

22 Agosto 2009 Passiamo la mattinata gironzolando per Vancouver e fare un po’ di shopping.

Nel pomeriggio iniziamo il viaggio che ci riporterà all’aeroporto di Calgary. In serata vediamo le luci di incendi in lontananza. Anche alla radio sentiamo notizie di gravi incendi nelle montagne circostanti. Dormiamo a Salmon Arm, pochi chilometri dopo Sorrento (davvero!).

23 Agosto 2009 Decidiamo di allungare il tragitto ripassando dalla Bow Valley e quindi da Banff per salutare un’ultima volta il parco. La scelta viene ricompensata. In mezzo alla strada vi sono 9 stambecchi. Bellissimi. Prima di cenare a Banff, andiamo al lago Miniwanka cercando di noleggiare una canoa. Purtroppo scopriamo che i noleggiatori sono solo in città e bisogna trasportarsi la canoa fino al lago! Vabbè la delusione è compensata dall’incontro ravvicinato con 13 stambecchi, tra cui qualche cucciolo, che ammirano il lago. Che volessero anche loro noleggiare una canoa?

24 Agosto 2009 Arriviamo in aeroporto a Calgary e dobbiamo salutare Mostro. Peccato è stato un buon compagno di viaggio, per giunta abbastanza sobrio. Il volo ci porta in orario a Toronto dove noleggiamo un’altra auto per raggiungere Montreal. Maciniamo tanti chilometri e ci fermiamo per una pausa solo alla “Casa della torta di mele”. Un grosso edificio, con una gigantesca mela sul tetto, dove producono diversi milioni di torte di mele all’anno. Dormiamo a circa 150 km da Montreal.

25 Agosto 2009 Raggiungiamo Montreal. Si dorme al Le Merdien Versailles. Buona posizione per visitare la città e per apprezzare i dolci della locale boulangerie. Ci fa strano parlare francese dall’altra parte dell’oceano! Spendiamo la giornata passeggiando per la città: il porto, la città vecchia, un po’ di shopping. Chiudiamo la giornata in un ristorante messicano e poi ci infiliamo in un cinema.

26 Agosto 2009 In mattinata visitiamo il parco Mont Royal. Dalla cima del monte si gode un’ottima vista della città. Tiriamo sera passeggiando per il centro ed il quartiere latino. In questo quartiere coloratissimo abitano moltissimi studenti e le vie sono piene dei negozi e dei locali più particolari, pronti a soddisfare ogni esigenza ed ogni gusto (dalla libreria specializzata in spiriti, fate, etc. Al negozio che vende solo abiti bio e così via). Il quartiere ci piace e decidiamo di cenare qui. Dopo cena ci infiliamo in un locale dove fanno musica blues dal vivo. Finito lo spettacolo “ufficiale”, il palco è libero per i più coraggiosi del pubblico.

27 Agosto 2009 Oggi giornata di viaggio per tornare a Toronto (540 km), dove domani ci aspetta il volo per l’Italia. Passiamo tante ore in auto poiché l’autostrada è costellata di cantieri. Sarebbe stato più intelligente prendere un volo interno… Arrivati a Toronto, passiamo la serata all’Horseshoe Tavern ascoltando un concerto di musica punk.

28 Agosto 2009 Nel tardo pomeriggio abbiamo il volo per l’Italia. Decidiamo di passare la mattinata passeggiando tranquillamente per la città. Prendiamo quindi per l’ultima volta il bus che ci porta in aeroporto. Dai finestrini guardiamo la sagoma della CN Tower che ci aveva dato il benvenuto al nostro arrivo. La malinconia della partenza è superata dai ricordi di una vacanza bellissima: non possiamo che riprometterci di tornare a visitare il Canada. Infatti, anche se le sue città più grandi non sono affascinanti come quelle statunitensi, le esperienze che abbiamo fatto nei parchi più belli del mondo e gli incontri con tantissimi animali in piena libertà ci terranno compagnia per tanto tanto tempo.



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