I Grandi Laghi in camper con due bambini

Quando si va in Canada, c’è un grande rischio di ricaduta. Eccoci dunque, dopo l’esperienza di due anni fa in Quebec ) di nuovo in questo immenso paese. Questa volta la nostra meta sono i grandi Laghi sul confine tra Canada e USA. Per me era circa il decimo viaggio in Canada (di cui una gran parte per lavoro), per mia moglie Verena il...
Scritto da: Pepeto
i grandi laghi in camper con due bambini
Partenza il: 18/06/2006
Ritorno il: 15/07/2006
Viaggiatori: fino a 6
Quando si va in Canada, c’è un grande rischio di ricaduta.

Eccoci dunque, dopo l’esperienza di due anni fa in Quebec (http://www.Turistipercaso.It/viaggi/itinerari/testo.Asp?ID=6540) di nuovo in questo immenso paese.

Questa volta la nostra meta sono i grandi Laghi sul confine tra Canada e USA. Per me era circa il decimo viaggio in Canada (di cui una gran parte per lavoro), per mia moglie Verena il terzo, dopo il viaggio di nozze nelle Montagne Rocciose e il tour in Quebec di due anni fa, mentre che i nostri ragazzi Gianluca (quasi 12 anni) e Matto (9 anni) erano alla loro seconda esperienza canadese. Ripetendo quanto già consigliato a suo tempo durante il nostro viaggio in Quebec, consigliamo vivamente una simile vacanza con dei bambini, che hanno apprezzato con noi i magnifici paesaggi, l’immenso spazio e la fauna e la flora canadese, e che con un camper hanno sempre a disposizione sia un posto dove fare un riposino o per giocare, sia un posto sempre pronto per fare uno spuntino. Avendo pianificato bene e già in anticipo il nostro viaggio, abbiamo potuto approfittare di occasioni favorevoli sia per il volo come per il camper.

Facciamo seguire il diario che abbiamo tenuto durante il viaggio, che, accanto a pure esperienze personali, può dare alcuni consigli a chi voglia intraprendere un viaggio simile. Siamo volentieri a disposizione per ulteriori informazioni. Assieme al diario abbiamo inoltre scattato oltre 3000 fotografie, che contribuiranno a farci sempre ricordare questa nostra bellissima esperienza. Anche questa volta pensiamo che non sarà la nostra ultima in Canada Cordiali saluti a tutti gli amanti dei viaggi Achille Con Verena, Gianluca e Matteo

Domenica 18 giugno 2006: Svizzera – Milano – Londra – Toronto Ore 05:00, levataccia. Dopo la colazione e la doccia chiudiamo gli ultimi bagagli e facciamo gli ultimi lavoretti in casa. L’avventura “Canada 2006” comincia. Alle 06:45 partenza da casa accompagnati dal nonno in direzione dell’Italia. Il traffico in Valtellina, lungo il Lago di Como e in Brianza è scarso e già alle 09:30 raggiungiamo l’aeroporto di Milano-Malpensa. Dopo aver ringraziato e congedato il nonno andiamo a ritirare i biglietti d’aereo e facciamo il check-in. Il tempo per uno spuntino al bar e alle 12:00 parte il volo per Londra Heathrow. Durante il volo di 1¾ h. Ci offrono uno spuntino minimalista. Durante lo scalo a Londra cambiamo il Terminal e approfittiamo per fare un buon pranzo, in attesa del prossimo volo che riparte alle 16:45 (ora svizzera). Durante il volo transatlantico, che dura 7:11h, ci vengono offerti spuntini e una buona cena. Tra un film e un po’ di musica cerchiamo anche di schiacciare un pisolino. Alle ore 18:00 locali atterriamo all’aeroporto Pearson International di Toronto. Ritirate le valigie, con un taxi raggiungiamo il nostro Hotel Holiday Inn Express in centro città. Dopo una doccia rinfrescante, tutti a letto verso le ore 21:00, che per noi però sono le 3:00 del mattino. Lunedì 19 giugno 2006: Toronto Dopo esserci svegliati più volte nel corso della notte a causa del jet lag, finalmente alle 07:30 ci alziamo per fare colazione, durante la quale scambiamo alcune esperienze di viaggio con altri turisti. Torniamo quindi in camera per vedere alla televisione il primo tempo di Svizzera-Togo dei Mondiali di Calcio in Germania, partita che finirà 2:0 per i rossocrociati, per la grande gioia soprattutto di Matteo. Partiamo quindi a piedi alla volta di Downtown. In faccia alla stazione dei treni visitiamo dapprima la Hall of Fame (museo) dell’hockey, dove Gianluca e Matteo possono provare anche alcuni tiri in porta verso uno schermo gigante. Matteo prova pure a fare il portiere di hockey. Acquistiamo quindi un biglietto valido tre giorni per visitare la città con un bus a due piani scoperto. Viaggiamo per 1½ h con questo bus, passando tra gli altri dal centro Eaton, dalla via delle chiese, dalla Casa (Castello) Loma. Tornati in centro scendiamo al centro Eaton dove andiamo a mangiare in un fast-food giamaicano. Purtroppo il cibo è così piccante che riusciamo a mangiarne solo una piccola parte. Continuiamo quindi in bus e vediamo la City Hall (edificio a due mezze lune), la via dei teatri, la banchina sul Lago Ontario e arriviamo alla CN Tower, dove Matteo ed io saliamo fino al primo livello per vedere il panorama della città. Questa torre è l’edificio più alto al mondo non sostenuto da cavi (553 m). Rientriamo quindi all’albergo per un pisolino fino alle ore 20:00, dove torniamo nei pressi della CN-Tower a cenare in un ristorante texano, nel quale tutti i clienti stanno guardando l’ultima partita della finale della Stanley Cup. I Carolina Hurricanes battono gli Edmonton Oilers per 3 a 1, per la grande delusione di tutti i canadesi. Unica consolazione, il portiere di riserva dei vincitori è il nazionale svizzero Gerber. Rientriamo verso le 23:00 stanchissimi al nostro albergo.

Martedì 20 giugno 2006: Toronto Avendo già digerito parzialmente il jet-lag, ci alziamo verso le 08:00 e, dopo colazione, ci rechiamo dapprima a piedi al pittoresco St. Lawrence Market, dove facciamo un giro tra le colorate bancarelle. Prendiamo quindi il bus turistico per fare il tour est-ovest della città. Passiamo davanti all’Eaton Center, quindi attraversiamo Little Korea, Little Italy, il Portuguese Village e Chinatown nell’ovest della città. Passando davanti alla CN Tower ci trasferiamo quindi nella parte est, dove vediamo Greek Town, Little India e le spiagge. Alla Old Distillery, vecchia fabbrica di birra, ora quartiere di gallerie, negozi e ristoranti, scendiamo dal bus e, dopo aver fatto un giretto, pranziamo a base di crêpes. Dopo un’ulteriore passeggiata fino verso il nostro hotel, torniamo con il bus e a piedi in Chinatown, dove passeggiamo tra le interessanti bancarelle del mercato cinese. Sempre a piedi ci trasferiamo fin verso la CN Tower, dove, dopo aver gustato delle immense granite, risaliamo sul bus a due piani fino al porto e allo stadio Rogers (ex Skydome). Rientriamo quindi a piedi all’albergo. Mentre Verena, Gianluca e Matteo fanno un pisolino, io torno a piedi fino al porto per scattare alcune fotografie. Verso le 20:30 andiamo a cena in un ristorante vicino al nostro albergo, per poi andare a nanna verso le ore 22:30.

Mercoledì 21 giugno 2006: Toronto – Waterloo (152km) Durante la colazione telefoniamo a Cruise Canada e combiniamo che un taxi venga a prenderci alle ore 12:00 all’hotel. Terminiamo quindi di preparare le valigie. Verena rimane quindi all’hotel a leggere, mentre che i bambini ed io andiamo ancora un po’ a passeggio per far passare il tempo e divertendoci a scattare alcune fotografie di nascosto a persone di tutti i tipi che passano in piazza davanti al centro Eaton. Alle 12:00 in punto partiamo con un taxista indiano che ci intrattiene con la sua storia e una cadenza molto particolare, verso la cittadina di Bolton fino al Garage di Cruise Canada, circa 50 km fuori città. Svolgiamo quindi tutte le pratiche per prendere in consegna il nostro camper. Dopo aver riposto tutti i vestiti negli armadi e aver lasciato le valigie sul posto, finalmente verso le 16:00 partiamo con il nostro bestione. Per uscire dai sobborghi di Toronto subito sbagliamo strada alcune volte fino a quando troviamo un fast-food per mangiare un panino. Appena ripartiti rimaniamo quindi bloccati in un immenso imbottigliamento. Proseguiamo lungo l’autostrada verso ovest fino alle città gemelle di Kitchener e Waterloo. Dapprima facciamo la spesa all’ingrosso e quindi ci rechiamo al campeggio Green Acre Park vicino a Waterloo, dove cuciniamo un bel piatto di pasta al tonno, prima di andare a dormire.

Giovedì 22 giugno 2006: Waterloo – Niagara Falls (242 km) Appena alzati, Verena ed io facciamo una passeggiatina nel campeggio, che è veramente ben tenuto. Dopo i convenevoli mattinieri (doccia, vestirsi, colazione, .) partiamo per il vicino “Farmer’s Market” di St. Jakob, il famoso mercato di prodotti agricoli gestito per lo più dai contadini menoniti, con i loro abbigliamenti tradizionali e i carri neri trainati dai cavalli. I menoniti, come gli amish, sono dei coloni provenienti dall’Europa tedescofona, molto tradizionalisti sia nell’esercizio della loro fede, come nella vita quotidiana. Dopo aver acquistato anche un po’ di frutta e verdura, continuiamo per il centro dell’ameno villaggio di St. Jakob dove dapprima facciamo pic-nic in riva al fiume, e quindi visitiamo anche il museo dedicato alla storia dei menoniti. Partiamo quindi in direzione sud-est, e passando dal grande ponte sul Lago Ontario davanti alla città di Hamilton, arriviamo nella regione vinicola della Niagara Valley, dove visitiamo velocemente la casa vinicola Peninsula Ridge, degustando ed acquistando alcuni vini locali. Passando par la fiorita Niagara-on-the-Lake, arriviamo finalmente alla città di Niagara Falls, dove ci accampiamo allo Yellystone R.V.Parks. Per cena 900 gr di bisteccone alla griglia con un buon risotto. Dopo alcune partite a Rummicub, alle 10:30 andiamo tutti a nanna.

Venerdì 23 giugno 2006: Niagara Falls Lasciamo il campeggio verso le 10:00 e ci trasferiamo ad un grande parcheggio a monte delle cascate, da dove uno shuttle ci porta fino alle cascate Horseshoe (o canadesi). Con un ascensore e per tunnel sotterranei andiamo dapprima a vedere le grandi cascate da sotto e da dietro l’imponente e tonante muraglia d’acqua. Al Table Rock, la piattaforma costruita proprio vicino alle cascate, sembra che piova sempre a causa del vapore acqueo. Dopo aver pranzato in un fast-food (pizza), ci trasferiamo in bus al magnifico centro dedicato alle farfalle, e visitiamo anche l’annesso giardino botanico. Ritorniamo quindi verso il centro e, con un ascensore, scendiamo su di una passerella che costeggia le impressionanti rapide a valle delle cascate. Tornati in centro, dopo aver mangiato un buon gelatone, partecipiamo al giro in barca “Maid of the Mist”, dove ci si avvicina fino ad alcune decine di metri alle due cascate. Tornati a terra andiamo in centro città di Niagara Falls, che sembra una piccola Las Vegas, con luci al neon dappertutto e innumerevoli attrazioni acchiappa-turisti. Dopo aver cenato visitiamo il museo “Believe it or not”. Dopo le 22:00 assistiamo ai fuochi d’artificio sopra le cascate, quindi, camminando verso Table Rock, scattiamo alcune foto notturne delle cascate illuminate con tanti colori. Con un taxi rientriamo stanchissimi al parcheggio, per poi far ritorno al nostro campeggio di Jellystone.

Sabato 24 giugno 2006: Niagara Falls (Ontario) – Hamlin Beach (New York) (207 km) Dopo colazione lasciamo il campeggio e torniamo a Niagara Falls. Dapprima ci fermiamo a vedere il Whirlpool, un’ansa del fiume che forma un gran vortice e che è attraversata anche da una teleferica. Dopo aver visitato un immenso negozio di souvenir e aver visto la più vecchia casa del luogo, con più di 200 anni, torniamo in centro, dove visitiamo la voliera “Birds of the Lost Kingdom”, dove volano liberi tantissimi uccelli tropicali molto variopinti. Attraversiamo quindi il Rainbow Bridge, e dopo circa un’ora di burocrazia doganale riusciamo ad espletare tutte le procedure d’immigrazione, incluse foto da ricercato e rilevamento delle impronte digitali (sono matti questi americani ?!?), entrando quindi ufficialmente negli USA, stato di New York. Seguiamo dapprima il fiume Niagara e imbocchiamo di seguito la strada che costeggia il lago Ontario, che è molto panoramica. Dopo alcune fermate per fotografie, poco prima della città di Rochester ci fermiamo a fare la spesa, per poi tornare alcuni chilometri in dietro fino all’immenso ed incantevole campeggio di Hamlin Beach State Park. Dopo una partitella a calcio ed una buona cena a base di pasta e carne alla griglia, Gianluca ed io ci rechiamo fino alla lunghissima spiaggia di sabbia per fare una passeggiata. Rientrati al camper giochiamo alcune partite a carte prima di coricarci.

Domenica 25 giugno 2006 Hamlin Beach – Old Forge (Adirondacks Mountains) (420 km) Prima di colazione vado a fare un po’ di jogging in riva al lago Ontario, tra spiaggie, marmottine, scoiattoli, oche e anatre. Lasciamo quindi il bel campeggio di Hamlin Beach e, passando attraverso la città di Rorchester, arriviamo nella regione dei Finger Lakes, dove facciamo pic-nic in un parco a Geneva, in riva al lago di Seneca. Continuiamo quindi per Seneca Falls, Syracuse, Rome in direzione del parco delle Adirondacks Mountains. Dopo oltre 400 km, verso le 17:30 arriviamo ad Old Forge, dove ci accampiamo nello State Park Campground. Intanto che mamma prepara la cena a base di risotto e pollo, noi facciamo un giro a piedi del laghetto nei pressi del campeggio. Dopo cena facciamo un bel giro in camper, sperando di vedere animali, ma vediamo solamente una cerva sul bordo della strada. Dopo aver fatto quattro passi in centro di Old Forge, andiamo finalmente a letto.

Lunedì 26 giugno 2006: Old Forge – Lake Placid (186 km) Ci alziamo verso le 08:00 sotto una pioggia battente che ci accompagnerà per tutto il giorno. Lasciamo il campeggio proseguendo per il parco degli Adirondacks, tra foreste e ameni laghetti, purtroppo tutti grigi dalla nebbia e dalla pioggia, ma sicuramente meravigliosi con il bel tempo, come possiamo constatare dalle immagini pubblicitarie esposte ovunque. Arriviamo a Blue Mountain Lake, dove visitiamo il Museo degli Adirondacks, con diverse esposizioni di case d’epoca, della vita dei taglialegna, dei trapper, dei pompieri, dei contadini ecc… che vivevano nella regione. Verso le 16:30 proseguiamo verso nord- est e, alle 18:30 arriviamo al campeggio KOA di Whiteface Mountains, nei pressi delle piste di sci olimpiche delle Olimpiadi del 1932 e del 1980 a Lake Placid. Prima di cena, Verena ed io facciamo un bel giro a piedi nei pressi del campeggio, approfittando di un momento di tregua della pioggia.

Martedì 27 giugno 2006 Lake Placid (New York) – St. Anicet (Quebec) (174 km) Dopo colazione, sotto la pioggia, ci rechiamo in centro a Lake Placid, dove visitiamo il complesso degli stadi olimpici del ghiaccio. Ci sono ben 4 piste di ghiaccio coperte, compresa la Herb Brooks Arena, teatro della memorabile semifinale olimpica del 22.02.1980, dove gli USA batterono per la prima volta nella storia la URSS per 4 a 3. Facciamo conoscenza di un allenatore di pattinaggio italiano, ex-membro della squadra olimpica, che adesso lavora ed insegna pattinaggio ai giovani americani. E’ lui purtroppo che ci comunica anche la sconfitta ai rigori che la Svizzera ha subito ai quarti di finale dei Mondiali contro l’Ucraina. Dopo aver fatto una discesa virtuale con un casco con schermo incorporato dalla pista di discesa e dal trampolino olimpico, visitiamo quindi il museo olimpico. Passeggiamo un po’ per il centro del villaggio, dove mangiamo anche il pranzo in una pizzeria. Dopo aver visto velocemente e da lontano il trampolino olimpico e lo stadio dell’equitazione, lasciamo Lake Placid in direzione nord. Usciamo dal parco Adirondacks nei pressi di Malone, quindi, poco più a nord e senza alcuna formalità burocratica, siamo già in Canada, nel Quebec. Ci fermiamo al campeggio “Le Dophin” di St. Anicet, poco lontano dal fiume San Lorenzo. Approfittando di un’occhiata di sole facciamo il bagno in piscina. Subito dopo si scatena di nuovo un diluvio, così che dobbiamo finire di cuocere nel forno a microonde la carne che avevamo messo al fuoco sulla griglia.

Mercoledì 28 giugno 2006: St. Anicet (Quebec) – Ingleside (Ontario) (185 km) Durante la notte piove a dirotto, ma la mattina il tempo è decisamente migliore e splende un bel sole. Lasciamo St. Anicet e quasi subito attraversiamo il fiume San Lorenzo. 30 km più a nord arriviamo a Rigaud, alla Sucrerie de la Montagne, dove rincontriamo Pierre Faucher, il proprietario, che avevamo conosciuto al ritrovo di fans canadesi dello scorso mese di aprile a Garmisch, in Germania. Lui ci mostra la sua tradizionale Sucrerie, con le diverse Cabanes à Sucre, dove nei primi mesi di primavera si ricava dagli alberi d’acero la melassa zuccherina, che viene quindi bollita e trasformata in sciroppo d’acero. Gentilmente ci offre anche il pranzo, a base di crêpes con sciroppo, ovviamente d’acero genuino, servite assieme a del “vero” pane che sfornano giornalmente dal forno a legna. Salutiamo quindi Pierre e il suo lupacchiotto e ripartiamo alla volta di Cornwall, tornando quindi dal Quebec in Ontario. Qui vicino entriamo in un sistema di isole e isolotti nel San Lorenzo, tutte adibite a parco naturale, a campeggi e ad aree di svago. Su di una bella spiaggia facciamo dapprima un giretto con una canoa, quindi prepariamo una grigliata con insalata e patatine. Dopo cena percorriamo la strada che passa attraverso a queste isole, vedendo diversi scoiattoli, marmotte e daini. Sull’ultima isola ci accampiamo al campeggio McLaren, dove prima di andare a dormire facciamo ancora una bella passeggiata. Giovedì 29 giugno 2006: Ingleside – Ivy Lea (1000 Islands) (115 km) La mattina presto, prima di colazione, io faccio ancora un piccolo giro del campeggio a jogging. Dopo colazione ci spostiamo in macchina al sito centralizzato apposito con le doccia. Dopo aver scorazzato con il camper ancora un po’ per il bel parco, proseguiamo per una decina di chilometri, dove prima di Morrisburg, arriviamo al Upper Canada Village. Qui è stata ricostruita una cittadina del Canada Superiore dell’anno 1866, subito dopo la guerra civile americana e subito prima della Costituzione del Canada. I diversi personaggi che popolano il villaggio rivivono a tutti gli effetti quell’epoca, eseguendo le diverse attività artigianali e agricole. Una visita è veramente consigliabile. Usciti da questo parco continuiamo in direzione sud-ovest, lungo il San Lorenzo, arrivando fino ad Ivy Lea, dove ci accampiamo al KOA. Mentre che Verena riesce finalmente a lavare il bucato, noi facciamo un tuffo nella bella piscina, conoscendo tra gli altri un italiano emigrato 40 anni fa in Canada. Lo scivolo d’acqua risulta però fatale per me. Infatti un colpo secco mi incrina probabilmente alcune costole, così che per le prossime due-tre settimane tutti i movimenti al torace mi faranno male assai. Verso le 21:00 rientriamo in camper a cenare e quindi a coricarci.

Venerdì 30 giugno 2006: Ivy Lea – Picton (Prince Edward County) (170 km) Lasciamo il KOA alla volta di Guananoque, dove ci imbarchiamo per una crociera di 3 ore nella magnifica regione delle 1000 Islands (per la precisione sono 1876 isole, che per definizione sono calcolate come tali, se possiedono almeno due alberi). Tra le altre vediamo alcune delle residenze estive più chic dei milionari del Nordamerica. Facciamo anche il giro attorno alla famosa isola a forma di cuore con il castello Boldt, dove la motonave non può attraccare, essendo territorio degli Stati Uniti. Il tempo è molto bello, ma appena tornati a terra incappiamo in un corto, ma forte temporale. Continuiamo quindi alla volta di Kingston, dove facciamo un giretto in città, vedendo tra l’altro un mercatino d’oggetti d’arte. Mangiamo una buona pizza in un ristorante dove mostrano anche il quarto di finale dei Mondiali Italia-Ucraina. Continuiamo quindi per la Loyalist Highway, lungo il Lago Ontario. Dopo aver traghettato gratuitamente arriviamo alla penisola di Prince Edward, dove con molta difficoltà troviamo un posto in un campeggio al Smuggler’s Cove di Picton. Dopo aver giocato una partitella a calcio e aver visto il bel tramonto sul Lago Ontario, facciamo la nostra solita grigliata, questa volta con il pollo, assieme ad un buon risotto.

Sabato 1 luglio 2006: Penisola di Prince Edward – Madawaska (340 km) Lasciamo il campeggio dei contrabbandieri sulla penisola di Prince Edward, proseguendo verso Nord lungo la #62. Oggi è un giorno di trasferimento. Lungo la strada cerchiamo più volte per telefono di riservare un campeggio nel parco dell’Algonquin, ma dato che oggi è festa nazionale in Canada, tutto è occupato. Dopo aver fatto pic-nic lungo la strada, da Bancroft riusciamo finalmente a riservare un campeggio per telefono a Madawaska, a circa 30 km dal parco. Dopo aver preso possesso del nostro campeggio, ripartiamo subito alla volta dell’Algonquin P.P. Subito dopo l’entrata del parco, in una valle laterale, vediamo un’alce madre con il piccolo di un anno accanto alla strada. Facciamo quindi un giro fino al Visitor Center, che visitiamo velocemente,. Sul ritorno ritorniamo nella valle laterale di prima, dove rivediamo i due alci, questa volta a pochi metri da noi. Dopo essere usciti dal parco ci fermiamo a Whitney a cena in un ristorante. Rientriamo quindi al campeggio e andiamo a nanna sotto una pioggia fortissima. Domenica 2 luglio 2006: Madawaska – Algonquin P.P. (175 km) Dopo i temporali serali ci risvegliamo con il bel tempo, ma con un forte vento. Dopo colazione partiamo subito alla volta dell’Algonquin Park. Ci rechiamo al km 23 per prendere in consegna il posto nel campeggio, riservato telefonicamente la sera prima. Facciamo quindi pic-nic in riva ad un bel lago. Di seguito entriamo in una valle laterale per intraprendere la passeggiata chiamata Booth’s Rock, di 5.1 km. Ritornati verso la strada principale camminiamo anche per il sentiero chiamato Sentier Lookout, di 1.9 km, dal quale si gode una bella vista sulle valli incontaminate e selvagge dell’Algonquin, parco grande oltre 7’000 km2, ma con meno di 100 km di strade carrozzabili in tutto. Torniamo quindi al nostro campeggio di Canisbay, per andare dapprima a nuotare nel bel lago omonimo e poi per cenare. Dopo cena facciamo un giro in camper, ed in un’altra valle laterale, vediamo di nuovo un’alce femmina con un piccolino di quest’anno, nonché un po’ più in là un alce maschio, purtroppo con delle corna ancora piccole, vista la stagione. Facciamo quindi ritorno al campeggio per andare a nanna.

Lunedì 3 luglio 2006: Algonquin P.P. – Parry Sound (230 km) Alzataccia alle ore 05:45 per un fare un giro di ricognizione alla ricerca di animali selvaggi. Vediamo abbastanza subito un bell’alce maschio, ma solo da lontano. Andiamo anche a fare una passeggiata a piedi al “Beaver Pound” dove da lontano vediamo un capriolo. Facciamo quindi ritorno al campeggio per una sostanziosa colazione. Lasciamo quindi l’Algonquin in direzione ovest e, passando da Huntsville, arriviamo verso le ore 15:00 a Parry Sound, sulle rive della Georgian Bay, dove ci accampiamo al Oaster Lake Provicial Park. Andiamo quindi tutti subito in spiaggia a fare il bagno nel lago, a soleggiarci e a riposare e leggere. Verso le 18:30, dopo una doccia rinfrescante, andiamo con il camper in centro a Parry Sound, dove mangiamo in un ristorantino al porto, festeggiando così il nostro 13esimo anniversario di matrimonio. Dopo un buon gelato al porto, torniamo al nostro campeggio per giocare alcune partite a carte prima di andare a letto.

Martedì 4 luglio 2006: Parry Sound – Craigleith (175 km) Lasciamo il campeggio verso le ore 10:30 in direzione sud, lungo la costa della Georgean Bay. Dopo 1½h arriviamo a Midland dove, dopo aver mangiato in camper una pizza cotta durante la colazione, visitiamo la vecchia postazione dei Gesuiti chiamata St. Marie-amont-the-Huron. Qui viene mostrato come vivevano i coloni e i missionari gesuiti francesi assieme agli indiani Wendat e Huron, nel 17esimo secolo, quando erano sempre sul piede di guerra con gli indiani iroquesi. Dopo aver fatto una passeggiata in centro a Midland, punto di partenza della regione chiamata delle 30’000 isole, proseguiamo lungo la costa della South Georgian Bay, dove in un piccolo paesino incontriamo tanti emigrati italiani che festeggiano in strada la vittoria in semifinale dell’Italia sulla Germania. Dopo che non abbiamo trovato posto nei campeggi a Wasaga Beach, che deve essere un po’ la Rimini dell’Ontario, arriviamo a Craigleith, dove troviamo un bel campeggio nel locale parco provinciale in riva alla Georgean Bay. Mentre i ragazzi giocano a calcio con dei bambini canadesi e coreani, cuciniamo carne alla brace con lasagne dal forno a microonde. Ottime entrambe. Dopo aver goduto un bel tramonto sulla baia, leggiamo un po’ prima di andare a letto. Mercoledì 5 luglio 2006: Craigleith –Tobermory (207 km) Verena si sveglia alle 07:00 e va a fare un giretto fotografando particolari, mentre i maschietti pisolano avanti. Dopo colazione e doccia ripartiamo verso ovest. Passiamo per Owen Sound, dove continuiamo verso nord lungo la penisola di Bruce. Ci fermiamo a pranzare lungo la strada, con un imprendibile vista sulla Georgian Bay. Cuciniamo dei buoni tortellini alla panna con insalata. Continuiamo quindi fino a Lions’Gate, dove facciamo una passeggiata lungo il molo. Arriviamo quindi a Tobermory, il punto più a nord della penisola di Bruce, che assieme all’isola di Manitulin, divide il lago Huron dalla Georgian Bay. A Tobermory ci informiamo in merito al traghetto per il giorno dopo e facciamo la spesa. Troviamo quindi un posto in un campeggio gestito da una famiglia menonita, dove cuciniamo la solita grigliata, questa volta con riso bianco. Prima di andare a letto facciamo ancora un giro in pedalò nello stagno del campeggio.

Giovedì 6 luglio 2006: Tobermory – Sudbury (184 km) Ci alziamo già verso le 07:00, poiché ci hanno detto che per esser sicuri di prendere posto, dobbiamo essere entro le 08:45 all’imbarco del traghetto. Aspettiamo quindi più di 2.5 h nella zona di carico per il traghetto, che alla fine non è poi così pieno come temuto. E’ una splendida e calda giornata estiva. La motonave Chi-Cheemau parte puntuale alle ore 11:20 e in 100 minuti, passando tra isolotti, fari e bellissimi paesaggi tra il lago Huron e la Georgian Bay, ci porta a Manitulin, l’isola più grande al mondo in un lago d’acqua dolce. Qui ripartiamo in camper e al molo di Sandfield, in riva al lago Manitulin, facciamo il bagno e poi mangiamo il pranzo a base di insalata di riso con polpa di granchio. Continuiamo quindi lungo l’isola, che lasciamo passando dal ponte giratorio di Little Current. Passando per Espanola, continuiamo verso est, dove prima di Sudbury ci accampiamo al Centennial Park, dove ceniamo a base di crêpes con sciroppo d’acero.

Venerdì 7 luglio 2006: Sudbury – Massey (153 km) Ci alziamo tardi e, dopo colazione, intanto che Verena fa la doccia, io vado a raccogliere mirtilli, di cui ne sono pieni tutti i paraggi attorno al campeggio. Verso le 12:30 arriviamo al centro Science North di Sudbury. E’ un museo dedicato alla scienza, dove si possono osservare e provare diversi esperimenti scientifici, di biologia, anatomia, chimica, fisica, ecc. Vediamo anche un film IMAX su schermo gigante in merito ad una spedizione in canotto dalle sorgenti fino alla foce del Nilo. Verso le 17:30 lasciamo il museo e, prima di lasciare Sudbury, scattiamo alcune foto alla moneta da 5 cents più grande del mondo, che troneggia in cima ad una collina circondata dagli colline intere di materiale minerario (soprattutto nickel) ricavato dalle numerose cave della zona. Ripartiamo quindi verso ovest dove, dopo circa 100 km, ci accampiamo al parco provinciale Chutes, vicino a Massey. Mentre Verena fa un po’ di bucato, noi maschietti prepariamo delle gustose bistecche alla griglia, assieme ad un piatto di pasta e piselli.

Sabato 8 luglio 2006: Massey – Sault St. Marie (292 km) Partiamo verso le 10:30 rigorosamente in direzione ovest, lungo la riva nord del lago Huron. Dopo aver fatto la spesa decidiamo di rinunciare ad andare più a nord fino a Wawa, come originariamente previsto. A Thessalon facciamo pic-nic in un ameno porticciolo in riva al grande lago. Continuiamo quindi e, dopo aver superato Sault St. Marie per circa 30 km, ci fermiamo accanto ad una lunga spiaggia di sabbia fine sul Lago Superior, dove facciamo una bella passeggiata e una sostanziosa merenda. Ritorniamo quindi verso Sault St. Marie, per accamparci al locale KOA. Dopo delle gustose lasagne per cena, facciamo ancora quattro salti in una piscina abbastanza freddina, per poi stare un momentino vicino al fuoco di campo a riscaldarci prima di andare a letto.

Domenica 9 luglio 2006: Sault St. Marie (Ontario) – Paradise (Michigan) (210 km) Lasciato il KOA, arriviamo subito a Sault St. Marie-Ontario (Canada), dove ci promeniamo lungo il fiume. Decidiamo quindi di passare il confine e di trasferirci a Sault St.Marie-Michigan (USA). Questa volta le formalità doganali, avendo già un visto valido per gli Stati Uniti, si riducono ad un’inchiesta da parte del funzionario su carne e uova che abbiamo nel frigorifero. Già dopo un quarto d’ora siamo quindi nello stato del Michigan (USA). Andiamo dapprima a visitare le chiuse lungo il fiume St. Mary’s che divide il Canada dagli Stati Uniti e che collega il Lake Superior al Lake Huron. Da queste chiuse bastimenti fino a 300 metri portano i prodotti delle grandi praterie fino all’Oceano Atlantico. Dopo aver pranzato in camper, ci sistemiamo in un pub irlandese per vedere la finalissima dei mondiali di calcio tra Italia e Francia. L’atmosfera è molto strana, infatti al contrario del Canada, qui negli Stati Uniti quasi nessuno si interessa alla partita. Il colmo è raggiunto, quando al 91esimo, a partita non ancora scaduta, la telecronaca viene interrotta per mostrare … le previsioni del tempo (?!?). Dopo quasi tre ore usciamo dal pub, io contento per la vittoria risicata dell’Italia ai rigori, mentre Verena e i bambini un po’ delusi, poiché tenevano alla Francia, per poter dire che la Svizzera aveva pareggiato con i campioni. Continuiamo quindi lungo la riva del Lake Superior e, dopo aver visitato un faro, arriviamo al campeggio Rivermouth di Paradise. Dopo cena facciamo ancora un giro in camper, nella speranza di avvistare degli animali. Vediamo solo due daini da lontano.

Lunedì 10 luglio 2006: Paradise – St. Ignace (254 km) Appena alzato, io faccio un bel giro a piedi nelle vicinanze del campeggio, che è in una posizione molto amena, tra il fiume Tahquamenon, e il Lake Superior, vedendo tra l’altro da vicino un bell’uccello simile ad un airone in mezzo alla strada. Dopo colazione partiamo verso nord, fino al Whitefish Point, un faro con una vista stupenda sul Lago Superiore e una bella spiaggia in un posto dove nel passato hanno avuto luogo diversi tragici naufragi. Continuiamo quindi fino alle cascate superiori di Tahquamenon, dove facciamo una passeggiatina a piedi. Prima di Newberry visitiamo pure un parco, dove in immensi recinti vivono tanti orsi neri. Qui pranziamo pure, rigorosamente a base di panini e bibite in camper. Visto il tempo che stringe, decidiamo di interrompere qui la nostra avanzata verso ovest e di incominciare il ritorno verso sud-est in direzione di Toronto. Arriviamo quindi sulle sponde del Lake Michigan, che dopo il Lake Ontario, il Lake Huron e il Lake Superior è il quarto ed ultimo dei grandi Laghi che vediamo. Proseguendo lungo il lago, ci fermiamo dapprima a visitare un piccolo zoo privato. A St. Ignace, a poca distanza dall’immenso ponte sullo stretto di Mackimac, ci accampiamo al KOA. Prima di cena giochiamo una partita di minigolf e, dopo cena, ci scateniamo in un torneo interfamiliare di flipper.

Martedì 11 luglio 2006: St. Ignace – Benzonia (335 km) Nelle vicinanze del campeggio, visitiamo il Mystery Spot, una strana casa dove viene messa in dubbio la capacità d’equilibrio e di discernimento delle prospettive; un po’ caruccio, ma divertente. Superiamo quindi l’immenso ponte Mackinac (oltre 6 km), che collega la penisola superiore da quella inferiore del Michigan e che divide il Lake Michigan da Lake Huron. Proseguiamo quindi lungo la costa del Lake Michigan. A Charlevoix pranziamo in un ristorante cinese: per complessivi 18$ ci serviamo più volte al gustoso buffet. Passando per Grand Traverse arriviamo al Sleeping Bear National Lakeshore. Dapprima scaliamo a piedi le immense dune di sabbia, quindi andiamo a fare il loop panoramico di una decina di chilometri in camper. Decidiamo di limitarci a scattare delle foto delle immense dune che, con oltre 100 m di dislivello, scendono vertiginosamente fino lago Michigan, siccome vediamo che quelli che sono scesi a piedi fino al livello dell’acqua hanno grandi difficoltà a risalire la china. Queste dune e il relativo parco sono molto spettacolari. Poco più a sud, dopo aver cercato per quasi mezz’ora un campeggio riportato malamente sulla cartina, ci accampiamo al Vacation Trailer Park di Benzonia, dove prima di cena troviamo ancora il tempo di una bella nuotatina in piscina.

Mercoledì 12 luglio 2006: Benzonia – Port Huron (375 km) Oggi è un giorno di trasferimento. Decidiamo quindi di rinunciare all’uscita in canoa prevista originariamente. Partiamo verso le ore 10:20 in direzione sud-est. Attraversiamo tutta la penisola inferiore del Michigan. Dopo circa 200 km ci fermiamo a pranzo in un parcheggio lungo l’autostrada. La prossima sosta la facciamo a Frankenmuth, un villaggio (quasi) tipico bavarese, un bel po’ turistico e abbastanza kitch, ma ideale per una sosta per sgranchire le gambe e bere un caffé. Continuiamo quindi verso sud-est fino a Emmett, dove ci accampiamo al KOA locale. Pochi chilometri ci separano ancora da Port Huron, dove il fiume St. Clair collega il Lago Huron con il lago Eire nonché segna anche il confine tra il Michigan (USA) e l’Ontario (Canada). Arriviamo al campeggio subito dopo un mezzo diluvio e molti posti sono ancora allagati, ma noi invece non vediamo nemmeno una goccia di pioggia. Solite bisteccone alla brace, con riso ed insalata, quindi due partite a carte e a nanna.

Giovedì 13 luglio 2006: Emmett – Port Huron (Michigan) – Palgrave/Toronto (Ontario) (360 km) Fatta colazione, lasciamo il KOA di Emmett lungo l’autostrada 69. Dopo una ventina di chilometri arriviamo a Port Huron, dove, passando sopra il ponte sul fiume St. Clair, torniamo di nuovo in Canada. Le formalità doganali sono sbrigate in un attimo e quindi continuiamo verso est. Lasciamo quasi subito l’autostrada 402 per portarci più a nord, lungo le rive del lago Huron. A Gran Bend ci fermiamo a fare il bagno su una bellissima spiaggia di sabbia fine, dove ancora ad oltre 50 metri dalla riva si tocca ancora il fondo. E’ una bellissima giornata. Dopo esserci crogiolati ancora un po’ al sole, facciamo picnic vicino alla spiaggia. Verso le 15:00 continuiamo e, passando tra immensi e innumerevoli campi di grano, che circondano amene fattorie attraversiamo tutta la penisola che porta fino alla periferia nord di Toronto, dove riserviamo direttamente due notti al camping Leisure Park di Palgrave.

Siccome è ancora presto, Gianluca, Matteo ed io si tuffano un po’ ancora in piscina, nella quale facciamo la conoscenza di alcuni italiani emigrati già da bambini in Canada. Dopo cena, con le ultime bistecche alla brace, siamo invitati dal nostro vicino Claudio, mezzo trentino e mezzo calabrese, emigrato da bambino 40 anni fa a Toronto, che ci mostra la sua bellissima roulotte, dove vive praticamente in pianta stabile da quando ha lasciato la moglie. Restiamo attorno al fuoco assieme a lui e ai suoi figli tutta la sera a discutere, a bere birra, e a provare i marshmallows, una specie di zucchero filato da far arrostire sul fuoco, dei quali i bambini nordamericani vanno pazzi. I nostri bambini, dopo l’assaggio d’obbligo, hanno però gentilmente rifiutato il bis.

Venerdì 14 luglio 2006: Canada’s Wonderland / Toronto (100 km) Dopo colazione partiamo alla volta di Bolton, ad una decina di chilometri, dove andiamo al deposito di CruiseCanada a ritirare le nostre valigie. Dopo aver riempito in zona il serbatoio del gas, che era completamente a secco, continuiamo fino al parco di divertimenti Paramount Canada’s Wonderland. Questo immenso parco alle porte di Toronto si compone in effetti di due parti, quella dedicata agli ottovolanti, con una quindicina di piste, una diversa dall’altra, e quella dedicata ai giochi acquatici.

Facciamo dapprima un giro tra gli ottovolanti, dove ne proviamo solo due o tre (la caduta libera con il “The Bat”, il Ghoaster Coaster e il Night Mares), siccome i bambini e Verena sono un po’ restii a questo generi di divertimenti. Dopo aver visto un film in un cinema con effetti speciali 3D, ci spostiamo quindi alla parte acquatica dove facciamo subito la discesa in canotto dal White Water Canyon. Ci cambiamo quindi in costume da bagno e facciamo alcune discese dai diversi scivoli acquatici. Mangiamo quindi una pizza per poi continuare l’emozione delle discese nei diversi scivoli e nella piscina con le onde. Dopo esserci asciugati rientriamo nella parte degli ottovolanti, dove con i bambini proviamo l’emozione dell’“The italian Job”. Dopo di questo io mi lascio prendere dall’emozione della velocità, così che mentre che gli altri guardano uno spettacolo di tuffi, faccio alcune discese mozzafiato in ottovolante, per esempio con il Mighty Canadian Minebuster, il Vortex e il Thunder Run. Lasciamo il parco Wonderland verso le ore 19:00 e rientriamo al nostro campeggio, dove dopo una cena frugale, mentre che i bambini giocano a calcio, Verena incomincia prepara le valigie, mentre che io mi dedico alla pulizia esterna del camper.

Sabato 15 luglio 2006: Palgrave – Bolton – Aeroporto Pearson – Oceano Atlantico Alla mattina ci alziamo abbastanza presto. Dopo colazione finiamo di preparare le valigie e di pulire il camper all’interno. Regaliamo le ultime provviste ai nostri vicini italo-canadesi e partiamo alla volta di Bolton. La procedura di restituzione del camper avviene in modo molto veloce e senza grandi burocrazie. Il contachilometri ci dice che in 24 giorni abbiamo percorso ben 5230 km. Verso le 11:30 siamo già in taxi in direzione dell’aeroporto, dove ci aspettano oltre 6 ore di lunga attesa. Incominciamo nell’andare a pranzo allo “Swiss Chalets”, dove sono specializzati soprattutto con il pollo (chissà perché associano la Svizzera con il pollo?). Dopo alcune partite a carte, possiamo finalmente fare il check-in delle valigie. Per la prima volta in quattro settimane facciamo quindi un po’ di shopping di souvenir nei diversi negozietti dell’aeroporto. Puntuale alle 18.00 il nostro aereo della British Airways lascia l’aeroporto Pearson di Toronto alla volta dell’Europa. Dopo l’ottima cena a base di lasagne, l’oceano diventa buio a tutti gli effetti e ci addormentiamo.

Domenica 16 luglio 2006: Oceano Atlantico – Londra – Milano-Malpensa – Tirano – Poschiavo Ci risvegliamo che stanno servendo la colazione sopra l’Irlanda. Atterriamo quindi a Londra alle ore 06:30 del mattino, dove velocemente cambiamo Terminal, dato che abbiamo solo 1 ½ h di tempo tra i due voli. Tutto procede per il meglio e ci troviamo sull’aereo per Milano-Malpensa, dove atterriamo alle 10.45. Le valigie arrivano quasi subito e quindi, carichi di bagagli, cerchiamo l’autobus che ci porta alla stazione del treno di Milano-Centrale. Dovendo attendere oltre un’ora, acquistiamo alcuni panini e giornali in stazione. Lasciamo Milano alle 14:15 e, verso le 16:40 arriviamo a Tirano, dove veniamo accolti dal nonno. Saluti e abbracci e quindi subito in macchina verso Poschiavo, dove arriviamo verso le 17:30. Dopo una spaghettata preparata dalla nonna, subito a casa e a letto, poiché per me le vacanze sono finite e tra 10 ore mi aspetta di nuovo l’ufficio.



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