Camerun, dove il turismo è inesistente e si possono fare grandi scoperte

Abbiamo scoperto i colori dell'Africa, villaggi splendidi, ottimo cibo, la natura incontaminata...
Scritto da: Chiaravà Chiara
camerun, dove il turismo è inesistente e si possono fare grandi scoperte
Partenza il: 26/12/2011
Ritorno il: 08/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Un viaggio “sperimentale”, organizzato col supporto di una Onlus locale, per definire nuovi percorsi turistici possibili. Il turismo è davvero inesistente, molte delle mete che abbiamo raggiunto le abbiamo trovate per caso, per fortuna e grazie agli incontri-scontri con le persone (non esistono su internet!). Armati di santa pazienza e con due accompagnatori del posto, utilissimi per negoziare e stare tranquilli, abbiamo fatto un breve giro, intenso e ricco di sorprese. Abbiamo scoperto i colori dell’Africa, villaggi splendidi, ottimo cibo, l’ebrezza di viaggiare sulle moto-taxi in 4 e sui taxi in 8, la bellezza delle Chefferie, la natura incontaminata. Abbiamo fatto un bagno nell’oceano più caldo che potete immaginare, su una spiaggia infinita letteralmente deserta, abbiamo incontrato gli scimpanzè in quello che definisco il momento più emozionante della mia vita, in un luogo incontaminato e genuino. Abbiamo scoperto la cultura, scambiato esperienze e conosciuto le persone, siamo entrati nelle case, nei locali, nei mercati… un viaggio indimenticabile!

Questo viaggio nasce dalla voglia di esplorare un Paese nuovo, e dalla collaborazione di due onlus, una Italiana e una Camerunense, in Camerun: le due associazioni svolgono progetti insieme e questo ci ha permesso di poterci recare a Dschang, sede della Onlus, e avere un supporto logistico per tutto il soggiorno (appartamento e accompagnatori di viaggio). Oltre alla scoperta della natura e della cultura camerunense, abbiamo avuto modo di osservare da vicino i risultati dei progetti in corso, conoscere persone interessantissime e pensare insieme a nuove possibilità.

26 DICEMBRE

Ore 17.00 partenza da Malpensa (con 30 minuti di ritardo!). Arrivo Casablanca ore locali 19.30. Si riparte alle 8.30, l’imbarco è veloce e easy… l’aero per Douala è bello, belle poltrone, spazioso, ci portano un sacco di cosine carine tipo calzine, maschera occhi, cuscino e coperta, scopriamo che il nostro aereo farà scalo a Youndae. Bene, abbiamo 8 ore di volo davanti a noi.

27 DICEMBRE: DOUALA, CASCATE EKOM KAM E DCHANG

Ore 4.00 di notte, arrivo a Douala, con mezz’ora di anticipo! Appena scesi dall’areo ci accoglie un caldo soffocante. Ci sono almeno altri 10 italiani, in piccoli gruppi, che sembra gireranno il Camerun un po’ all’avventura. Il ritiro dei bagagli è lungo, appena ritirati si esce all’esterno, e da dentro vedi una fila di ragazzi camerunensi in attesa di turisti. Mentre aspettiamo scorgo tra la folla un ragazzo con un foglio bianco con dei nomi.. mi avvicino.. E’ li per noi! La polizia lo fa entrare, si chiama Hermannn, scopro che parla bene l’italiano e questo mi rassicura moltissimo. Ci raggiunge subito Fabienne, il segretario della Onlus. Ci aiutano coi bagagli e fuori ci “scortano” fino all’auto, dove troviamo Semplice, colui che ci farà da autista per tutto il soggiorno. Sono molto gentili e ci accompagnano in un hotel, per dormire 3 ore e poi ripartire per Douala… ci assicurano che sono 3 ore di macchina al massimo… vedremo!

La stanza d’hotel è caldissima, spegniamo il condizionatore perché non funziona la corrente, ma non serve.. e il condizionatore non si accende più! Decidiamo di non metterci mano perché è fatiscente.. ci addormentiamo, sfiniti, ma il sonno non è tranquillo.. le zanzare ci tormentano!

La mattina ci troviamo coi nostri accompagnatori, che ci portano a fare colazione in un hotel “di lusso”… la colazione non si può dire sia ricca, un caffè e del pane con burro e marmellata confezionati.. il prezzo però è davvero “di lusso!” La colazione diventa una lezione sulla poligamia in Camerun, molto interessante.

Il viaggio da Douala a Dschang è infinito. Douala è una città caotica, sporca, piena di gente e molto inquinata. Vediamo una grossa povertà, la gente si muove tantissimo, notiamo immediatamente un incredibile numero di motociclette, che sembrano un po’ moto d’epoca italiane, scopriamo invece che la marca è cinese.. e brava la Cina!! Sulla strada ci sono numerose case costruite in lamiera o con della legna, negozietti improvvisati, persone che camminano trasportando di tutto sulla testa.

La guida in Camerun è pazzesca, pericolosissima: le macchine hanno la precedenza su tutto, anche sui pedoni! Gli autisti hanno “l’accortezza” di suonare per segnalare il loro passaggio: questo crea parecchia confusione in città. Sulla strada per Dschang invece (un’unica sola strada dalla quale si diradano raramente strade piccole e sterrate) il suono del clacson serve per avvisare le persone che percorrono km a piedi trasportando di tutto (legna, canne da zucchero, patate, e molto altro). Dopo circa 4 ore arriviamo alla cascata di Ekom Kam prima di Dschang, ci fermiamo per fare una piccola escursione. Contrattiamo il prezzo, e una guida ci porta fino alla cascata, che è molto suggestiva. Ci dicono che nella foresta intorno (che è bellissima e tropicale) vivono tantissimi animali tra i quali scimmie, antilopi, serpenti, topi ragno.. peccato che non si riescano a vedere, perché nascosti.

La sera arriviamo a Dschang verso le 16.00, visitiamo la sede della Onlus, che è una piccola sede frequentata da molti studenti universitari (Dschang è la città universitaria del Camerun!) e vediamo il nostro appartamento… vivremo con uno studente dell’università, Patout, in una camera tutta per noi, con una cucina e un salotto. Sorvoliamo sulle condizioni igieniche del bagno, e della cucina, abbiamo ormai capito che qui pulizia e ordine sono solo una lontana illusione occidentale. Cercheremo di adattarci! Manca pure l’acqua, per scaricare troviamo secchi d’acqua pronti apposta per l’esigenza.

In città siamo gli unici turisti, è da quando siamo usciti dall’aeroporto che non vediamo un “occidentale”!

28 dicembre: museo di Dschang, attività della Onlus

Ore 9:00: commissariato locale per registrare la nostra presenza, per la nostra sicurezza. Hermannn e Semplice sono sempre con noi, si rivelano vitali per il nostro soggiorno; scopriremo poi che sono bravi a contattare e riescono a farci risparmiare sempre un po’ di soldi.

Seconda tappa alla Onlus per stabilire chiaramente il programma dei prossimi giorni… tutte le persone che ci ospitano ci tengono particolarmente.

Poi andiamo al museo della storia del Camerun, anche qui il prezzo si contratta.. Il museo è interessante e completo, le spiegazioni sono in inglese e francese, ci sono anche molti oggetti locali dei tantissimi popoli del Camerun. Hermann e Semplice ci spiegano un po’ di cose.

Successivamente ci muoviamo per Dschang: andiamo in un piccolo supermercato per comprare cibo da cucinare a casa, ci rechiamo poi al centro artigianale per acquistare qualche oggetto locale. Usciti da li compriamo frutta e verdura al mercato in strada, assaggio per la prima volta la Papaia: ottima! Scopriamo che qui le arance sono gialle!! Sono buonissime.. I nostri accompagnatori ci portano a far tagliare i capelli a Cesare, che non vede l’ora.. C’è un minuscolo baracchino giallo, e un uomo che in 10 minuti taglierà i capelli a Ce che se l’è cavata con meno di 1 euro!

Successiva visita all’università, da fuori perché chiusa. E’ molto grande.

29 DICEMBRE: Grotte di Fongo Tongo + cascate di Mata Wata

Per recarci alle grotte percorriamo un’ora di strada tutta sterrata; la strada diventa letto di un fiume durante la stagione delle pioggie. Anche qui la contrattazione è stata lunga e faticosa per Hermann. Abbiamo camminato una mezz’ora; arrivati alle grotte vediamo moltissimi pipistrelli. La natura è tropicale, ma simile a quella italiana, a parte per le palme.. Le due grotte che visitiamo sono simili e danno la possibilità di vedere due cascate, chiamate il maschio e la femmina. Dopo queste due cascate ci spostiamo per vedere la cascata di Wata Mata, una cascata di 80 metri, che per prima cosa si vede dall’alto.. fa piuttosto impressione! Prima di visitare i siti le guide ci chiedono dei soldi o dei doni come sacrificio (usano il sale); L’escursione è molto bella, dopo una camminata in una foresta sacra arriviamo al fondo della cascata, in una pozza, e ci riposiamo un attimo. L’unica pecca è la fretta che le guide ci mettono: troppa fretta, non ci lasciano il tempo di riposare o goderci la natura. Questo ci dice che coi turisti hanno davvero poco a che fare!

La sera organizziamo una cena italiana: saremo in 7, cuciniamo spaghetti al sugo… che fatica nella cucina che abbiamo! Non abbiamo taglieri, coltelli che tagliano e scolapasta. Gli spaghetti sono spacciati per originali ma scopriamo che sono fatti in Camerun… E il sapore è mooolto diverso! Però la cena viene abbastanza apprezzata… Ognuno beve la sua birra: ci spiegano che non si usa aprirne una e dividerla, ma ognuno deve avere la sua.

30 DICEMBRE

La mattina ci portano a vedere un monte. Il viaggio è lunghissimo (un’ora e mezza) di strada sterrata; la terra è sempre rossa, per il ferro, ed è bellissima. Su queste strade pazzesche e impraticabili ci sono dei villaggi minuscoli, fatti di lamiera e legno. Sono bellissimi e particolari, ma fotografarli è impossibile, l’autista non si ferma e sembra che le persone siano infastidite dalle foto.. Il monte è un monte normale, però forse non cosi bello per fare ore di strada.. Invece i villaggi e le cittadine che troviamo sulla strada sono particolarissime e belle. Peccato si stia sempre in macchina, quando noi vorremmo scendere e girare per i piccoli villaggi.

Pomeriggio alla Onlus: oggi festa coi bambini del centro; il salone si prepara per loro; quando arrivano Patrik, il responsabile, mostra loro un cartone in francese, dopo aver fatto loro un po’ di interrogazioni in lingua francese.. i bambini vanno dai 2 anni ai 16 anni, sono bravissimi e attenti; I nostri regali vengono distribuiti dopo il cartone, Patrik fa domande scolastiche e a chi risponde lancia il regalo. I bambini sono contenti.

Nel pomeriggio chiedo ad Hermann di comprare un vestito locale, ma lui afferma che dovrò farlo su misura.. allora ci accompagna dalla sarta, che si trova all’interno di una zona di negozietti con una via molto stretta.. mi fanno scegliere un tessuto e poi la sarta mi prende le misure. Con circa 18 euro (e nonostante abbia visto dal tariffario appeso che mi ha aumentato di qualche euro ho scelto di non dire nulla) mi ha fatto un abito, una gonna e un foulard che mi ha portato 3 giorni dopo.. la visita del mercato è interessantissima perché è una vera e propria immersione nella cultura del luogo.

Arriva una ragazza italiana con fidanzato camerunense! Ci portano a cena al “Costellation”, scegliamo il nostro pesce al bancone, il cuoco lo mette sulla griglia e dopo mezz’ora ecco il nostro pesce (grandissimo), da mangiare rigorosamente con le mani! Ottimo. In due, con birra e acqua abbiamo speso 5.000 Cfa (9 euro!).

31 dicembre: Foumban e Chefferie di Bandjoum

Mattino: partenza ore 8.00 per Foumban, città musulmana con palazzo del sultano. Dopo Bofussan la vegetazione cambia, la zona è ricchissima, piena di coltivazioni… peccato il suolo sia sfruttato in modo discontinuo e assolutamente inefficace. Il palazzo del sultano è particolare, il museo al suo interno è interessante…unico posto dove abbiamo trovato un gruppo di europei. La città è chiaramente musulmana, le donne sono abbigliate in modo diverso da Dschang. Dopo il museo nella medina, il mercato: è caotico e confuso, bellissimo! Compriamo del pane sulle bancarelle, è molto buono, poi si riparte!

Verso le 14.00 arriviamo a Bafaussem (bella città) e ci dirigiamo alla Chefferie di Bandjoum. La Chefferie è interessante, la “casa del popolo” è molto imponente e bella. La casa del re è nuova perché quella vecchia è bruciata; oggi è moderna e piuttosto grande. Le case delle mogli sono li per bellezza, una dietro l’altra, non visitabili, col loro tetto di paglia. Le 50 mogli ufficiali vivono in case con tetto a punta di lamiera.. il tetto a punta qui è un simbolo di prestigio e notorietà. Si può entrare solo nella “casa del popolo”, fatta per intero di Bambù e paglia, alta 23 metri, è molto bella. Le colonne sono in legno lavorato, con immagini del popolo. Dentro è vuota, il pavimento è di terra. Si accede poi a un piccolo museo, fatto bene, con dei pezzi interessante.. i copricapo dei re sono allucinanti, enormi! 2.000 Cfa a testa per entrare per me sono una fucilata! In più ti chiedono 1.000 Cfa/1,70 euro!) per fare le foto.

Sera: festa di capodanno. Raul e la sua ragazza italiana ci hanno invitati a casa della famiglia di lui. La serata è molto bella, la famiglia numerosissima. Hanno cucinato tutto il giorno. Fino alle 11.30 preparano il “buffet” al centro della stanza. Hanno fatto tantissime cose, buonissime: verdure, pesce, carne.. Assaggiamo un piatto tipico che però scopro non piacermi affatto perché nella salsina c’è il coriandolo. Il piatto consiste in un purè di tuberi schiacciati per ore, con al centro una salsa gialla che si cucina con lunghe procedure. Il tutto va mangiato rigorosamente con le mani!

Appena pronto il cibo il padre di Raul fa un discorso alla famiglia, e poi una preghiera. Quando termina dà il via al buffet.. Mentre si mangia la mezzanotte arriva e ci si augura buon anno… il tavolo del cibo si sposta ai lati e la musica inizia.. A quel punto si danza e balla ad oltranza. Ballano tutti benissimo.. ci coinvolgono anche nel “tour d’onor”, un ballo di coppia (ma ogni membro della coppia balla con altre persone!) da fare in mezzo a tutti.. è molto divertente!!

1 GENNAIO 2012

Oggi giornata free.. ci svegliamo tardi, pranziamo, dormiamo.. e poi verso le 16.00 decidiamo di raggiungere Patout, il nostro coinquilino, che si trova alla stazione dei bus..è lontano, prendiamo la moto taxi, con 350 CFA.. viaggiare in 3 in moto mi piace da matti, un po’ meno a Cesare! Arrivati alla stazione scopro di non avere credito sulla scheda locale, ci aiuta un ragazzo del nord, che parla inglese. Ricaricato il cell. Troviamo Patout, e ci dice che sta facendo il giro di tutti amici e parenti, perché in Africa il primo dell’anno si fa cosi.. ci porta a casa dei genitori di Achile, un altro studente. Qui ci lascia un’ora e la famiglia di Achile ci offre torta fatta in casa e birra.. Il padre ha 3 mogli, e 17 figli. Achile ci mostra delle foto di famiglia. Scopriamo dopo un’ora che Achile ha la malaria e sta aspettando che Patout torni a prenderci per andare all’ospedale. È pazzesco come sia tranquillo, eppure sta molto male.. Usciamo subito, Patout ci raggiunge, riusciamo a prendere un Taxi.. in 8 persone!!!!!! Achile mi fa entrare nell’ambulatorio, posso entrare con lui a fare l’iniezione e vedere come sono le stanze dell’ambulatorio… sicuramente è più pulito, ma non esistono assolutamente tutte quelle precauzioni viste in Italia..

La sera andiamo in 5 a mangiare da “Misciù”, hanno prenotato per noi nel pomeriggio: questo è un posto bellissimo, praticamente il salotto di una casa, con cucina di fianco.. La sig.ra che ha cucinato ci porta sul tavolo un vassoio pieno di pollo, servito su una base di Platani, fagiolini e carote.. mangiamo tutti in abbondanza, è davvero buono!!

2 GENNAIO 2012

Oggi giornata piuttosato vuota. La mattina su internet, alle 13.30 finalmente ci rechiamo alla fattoria per vedere i progetti della Onlus. I tempi africani iniziano a starci molto stretti.,. Nel pomeriggio un ragazzo ci vuole mostrare la prigione di Dschang, perché suo padre lavorava li come poliziotto. Ci rechiamo lì, lui ci presenta come volontari, compriamo 60 panini per i detenuti.. Ci fanno entrare in uno spazio semi aperto, è l’ingresso dove i detenuti ricevono le visite. Dietro le porte sentiamo molte voci, l’ambiente non dà l’idea di essere pulito o accogliente. Scopriamo infatti che ci sono 255 detenuti, 3 donne, e circa 40 minorenni. In una cella ci sono 71 persone. Il capo della prigione non ci concede l’ingresso, dice che necessitiamo dell’autorizzazione del ministero. Sembra anche preoccupato che possiamo fare filmati o foto.. qualcuno ci dice che le condizioni dei prigionieri sono bruttissime, e la prigione è molto sporca. Torniamo indietro.

La sera, alle 19.00 circa Fabienne, il segretario generale della Onlus, ci invita a casa sua a cena. Siamo in 8 persone, la cena è ottima: mangiamo come piatti tipici il “Coky”, un cibo che sembra polenta dura, molto particolare; platani, patate al forno, verdure (carote e barbabietole), omelette, frutta..

Fabienne ci offre il vino italiano, che ben di dio!! Patrik poi fa un bel “rito” col Whisky che chiama “benedizione”. Bagna le mani di tutti noi, a giro, con un po’ di Whisky. Ognuno di noi, annusa le proprie mani con un respiro profondo, e l’effetto è quasi quello di una droga..

3 GENNAIO 2012: CHEFFERIE E RITORNO A DOUALA

Oggi saremmo dovuti partire per Douala, con lo scopo di visitare la riserva di Edèa. Su internet non si trovano informazioni, è difficile capire quali animali ci sono, dove si accede, ecc… Cerchiamo di telefonare dal giorno prima.. niente, continuano a rimandarci.

In ogni caso la mattina non potremmo partire perché dobbiamo andare a salutare lo Chef, nonché funzionario, di foto, un villaggio. Andrà solo Cesare, perché io sto male… Cesare avrà l’opportunità di parlare con il re in persona, che li ospita nella sua splendida casa, e offre loro da mangiare.

Verso mezzogiorno tornano e mi portano a vedere la chefferie di Re Momo, che attualmente è fuori città; giriamo tra le case delle mogli, conoscendone alcune; sono 33, i figli non si sa.

Ore 16.00: finalmente si parte… da Edea ancora nessuna notizia, decidiamo di fermarci a Douala per la notte. Dormiamo all’hotel Denver Plaza, 25 CFA a notte..un po’ caro, ma la camera è pulita.. è quasi surreale trovare un bagno pulito, con una doccia vera, con addirittura l’acqua calda!

La sera l’autista ci porta a mangiare un piatto particolare, di tradizione araba, in un locale sulla strada che fa pizza e altri cibi “etnici” (Majestique). Il piatto è lo “schawarma”: una piadina arrotolata che sembra Kebab, ma mooolto più buona! Ci sono dentro carne, peperoni, cipolla e una salsa squisita… ottimo!

4 GENNAIO: DIZANGUE

Da Edèa ci chiamano dicendo che per il parco dobbiamo andare a 200 km da Edea, questo non torna, purtroppo ci vogliono mandare a Dja. Da questo deduco che animali grossi ormai non li vedro’ più, e rimango un po’ delusa. Decidiamo di andare lo stesso all’avventura, alla fine andiamo alla riserva di Duzangue, chiedendo varie indicazioni. Arriviamo al Lake Ossa, e qui troviamo una guardia forestale che ci accompagnerà tutto il giorno; questa guardia ci dice che la riserva di Edèa è vietata ai turisti, per questo all’ufficio turismo ci hanno indicato Dja… mi chiedo: quanto ci voleva a dirlo subito all’ufficio turismo? Ci hanno tenuti in ballo col telefono a lungo, senza essere chiari. Nella riserva c’è un lago, circondato da foresta equatoriale, molto fitta. E’ bellissimo. Troviamo un pescatore e riusciamo a fare un giro in piroga di circa un’ora e mezza, molto suggestivo. Ci sono numerose specie di uccelli. Alle 16.30-17.00, dopo il giro in piroga, la guardia forestale ci aveva detto che avremmo potuto vedere le scimmie sugli alberi.. ci accompagna per un pezzo ma non ci sono, cambia versione e ci consiglia di cercare di vederle alle 6 del mattino. Ci accordiamo col pirogatore affinchè ci accompagni per vederle il mattino dopo. Per la notte la guardia ci porta in un piccolo residence immerso nel nulla, molto comodo, che troviamo subito accogliente e bello: costa pochissimo (3.500 Fcfa per una doppia, circa 6 euro in due), offre anche servizio di ristorante: le proprietarie cucinano pesce nella cucina a vista.. Ci siamo solo noi, i nostri due accompagnatori, e 2-3 turisti camerunensi. Il bagno è in comune, ma pulito. La padrona, Mama Yaro, è accogliente e gentile. Arrivati li, dobbiamo pagare pirogatore e guardia forestale: con il nostro traduttore decidiamo di proporre a entrambi 5.000 Fcfa a testa. La guardia forestale si risente, iniziamo una lunga discussione. Questa situazione ci fa parecchio arrabbiare, alla fine gli diamo 8.000 Cfa e chiudiamo pacificamente. Paghiamo anche il pirogatore dandogli appuntamento per il mattino dopo..

5 GENNAIO 2012: SANTUARIO DEGLI SCIMPANZE, (MARIANBERG), VILLAGGIO DI YOYO E OCEANO ATLANTICO

Il mattino dopo ci svegliamo alle 6, aspettando invano… il pirogatore non arriva. Sono fuori di me. Per fortuna arriva la proprietaria, a cui raccontiamo cosa è accaduto, spiegando anche il mio grande desiderio di vedere delle scimmie. Lei chiama un suo amico, una guida turistica, e ci dice che li vicino c’è una riserva di scimpanzè.. Speranzosi aspettiamo che questa guida arrivi: ci propone di stare con noi tutto il giorno, per 13.000 FCFA. Ci porterà a Marianberg, villaggio dove si può andare alla riserva, e nel pomeriggio a Mouonko e YoYo, villaggi nella riserva di Edea, dove possiamo vedere l’oceano atlantico. Il prezzo non è basso, ma lui ci sembra molto serio, quindi accettiamo.. A Marianberg ci porta in riva al fiume (praticamente dopo una grossa chiesa cattolica, che ci hanno detto essere stata la prima ad essere costruita in Camerun), dove troviamo una barca a motore e un ragazzo. Ci spiega che il santuario degli scimpanzè consiste in tre isole sul fiume, usate come spazi per tutelare gli scimpanzè: un’isola è quella dove ci sono i piccoli, da 0 a 4 anni, orfani e quindi a rischio, su una seconda ci sono i giovani, fino ai 10 anni circa, su una terza gli adulti, che vivono oltre 60 anni. Per raggiungere le isole dobbiamo prendere la barca: ci chiedono 6.500 CFA (tantissimo!), per noi 5 (io e Cesare, più traduttore e autista, più guida), l’ingresso alle isole è poi di 10.000 CFA a testa, ma pagheremo solo io e Cesare perché le guide non pagano. Il prezzo complessivo è abbastanza alto (per gli standard del Camerun), ma è un’esperienza incredibile, che vale la pena fare. La prima tappa è l’isola dei piccoli: trovi subito ad accoglierti scimpanzè che si avvicinano. Subito un piccolo mi chiede con le braccia di essere preso in braccio, e ovviamente me lo coccolo per bene. I guardiani, che sono 4 uomini, ci dicono che sono le scimmie a scegliere a chi saltare in braccio. Diamo alle scimmie il latte col biberon, e mi coccolo il mio piccolo che mi ha scelto, Miel, per un po’. Dopo ci accompagnano con la barca sull’isola dei giovani (gli adulti non si possono assolutamente vedere, sono molto grossi e pericolosi). I giovani sono circa 7, appena arrivati fanno le feste ai guardiani, che hanno portato loro molte banane. Iniziano a mangiare con voracità, non ci considerano molto, ma riusciamo a dare loro del cibo… quando sono sazie iniziano a giocare con noi; ti saltano in braccio ma sono pesantissimi, giocano coi nostri lacci delle scarpe, infilandoli e sfilandoli, incredibili! Cercano se abbiamo roba addosso da rubarci, ma abbiamo lasciato tutto sull’altra isola. E’ un’esperienza pazzesca. L’isola dove vivono è allo stato brado, ci sono boa, coccodrilli, antilopi, è un’isola equatoriale. Noi possiamo stare solo sulla spiaggia.

Terminato questo incontro indimenticabile ci spostiamo verso Mounko. Sarà un viaggio infinito, tutto su strada sterrata: 2 ore e mezza di buche. Arrivati vicino al mare la guida ci fa camminare un po’, visitiamo il villaggio come sempre siamo gli unici turisti. Il villaggio è bellissimo, la natura è particolare, gli alberi tropicali e le loro radici creano giochi incredibili. Qui fanno il pesce affumicato e ci mostrano il luogo dove lo fanno. Vivono di pesca.. il villaggio è a ridosso di un fiume che si butta nell’oceano. Il fiume è selvaggio, ci assicurano che ci sono i coccodrilli che purtroppo noi non vediamo.. Dopo la visita (fa un caldo insopportabile) andiamo a vedere la spiaggia. Lo spettacolo è meraviglioso: 18 km di spiaggia sull’oceano, incontaminati, non c’è un’anima! Ci siamo solo noi… e la spiaggia si perde da quanto è lunga.

6 GENNAIO 2012: LIMBE

Si parte di mattina presto, in 2 ore circa (1 ora passata a Douala nel traffico) siamo a Limbe, dove ci aspettano degli amici. L’albergo è carino, decisamente molto più occidentale di quanto ho visto fino ad ora (Miramre hotel, 15.000 CFA stanza doppia). Nel pomeriggio ci rechiamo in taxi alla spiaggia, che dista 10 minuti dall’hotel. Per accedervi si pagano 1.500 CFA bibita inclusa; anche qui c’è un hotel molto occidentale e anche i prezzi lo sono.. ricominciamo a vedere turisti.

La spiaggia secondo me è molto bella, la sabbia nera (dovuta al vicino vulcano Mt Camerun) è particolarissima, e quando l’onda non c’è tutto si riflette sulla spiaggia come se fosse uno specchio. Molto belli anche gli alberi secolari che entrano nel mare, piegati verso il mare. Inoltre c’è un fiume pulitissimo che entra nel mare ed è possibile fare il bagno anche nel fiume. Il pomeriggio è decisamente rilassante.

La sera i nostri amici ci portano a mangiare in “centro”, sul mare, dove molti banchetti offrono l’opportunità di sceglierti il pesce per poi grigliarlo. Si possono grigliare anche spiedini di calamari o gamberetti, che sono buonissimi. Anche qui il pesce si mangia rigorosamente con le mani, testa inclusa! Ci si può sedere sui tavolini sulla spiaggia, peccato per la sporcizia.. vedi topo che per tutta la sera ha banchettato sotto i vari tavoli. Peccato anche che a Limbe le spiagge diano su un panorama che sarebbe molto bello se non fosse per una piattaforma petrolifera costruita in mezzo al mare. Questo rovina l’atmosfera.

7 GENNAIO 2012: DOUALA E PARTENZA

Con i nostri accompagnatori ci rechiamo a Douala in attesa dell’una di notte, per il check in. Ci portano in un posto assolutamente lontano dal turismo: uno spazio che è tipo lungo mare, ventilato e molto più fresco della città, e dove ci sono molti abitanti della città a passare il sabato pomeriggio: coppie e famiglie passeggiano, si vendono bibite fresche e biscotti, ci sono uomini che fanno fotografie per poi venderle e altri con il cavallo per far fare il giro ai bambini. E’ molto curioso, e si sta bene, peccato sempre per il degrado e la sporcizia: il prato è pieno di carte, le panchine di cemento costruite decenni fa sono quasi tutte rotte e inutilizzabili, il mare che vediamo è sporchissimo, il panorama offre un ponte e due fabbriche. Però le persone stanno bene, e soprattutto stanno lontane dal caldo insopportabile che c’è in centro.

La sera giriamo per Douala: è bellissimo vedere questa città caotica cosi piena di vita; ci sono locali ovunque, musica e birra a volontà.. inizio quasi ad amare il caos. Ci mangiamo ancora la deliziosa Shawarma di Majestique, e poi beviamo una birra in un altro posto.

E’ arrivato il momento di partire, ci aspetta un viaggio lunghissimo di 17 ore. Del Camerun mi mancherà il caos, il cibo buono e genuino, le persone, la frutta che è buonissima e la semplicità nel vivere la vita, senza troppe accortezze. E come dice un proverbio locale… “impossibile non esiste in Camerun”

CURIOSITÀ E CONSIGLI, LE COSE DA NON PERDERE!

• Viaggiare soli in Camerun è difficile, soprattutto perché ogni luogo è collegato all’altro molto male… i mezzi pubblici hanno tempi indefiniti e sono sovraffollati! Noi siamo stati accompagnati da 2 persone (un autista e un traduttore per pochissima conoscenza della lingua) grazie al supporto delle persone del posto. Avere una macchina propria si è rivelato fondamentale per poter fare tutto nei tempi (….) e potersi muovere tranquilli. Il traduttore (nonché negoziatore!) si è rivelato vitale. La maggior parte delle volte sono entrati con noi nei vari luoghi visti gratuitamente. 12 giorni sono davvero pochi per girarlo bene, noi non abbiamo fatto le mete più “turistiche” il vulcano Mt Camerun e i parchi del nord, i gorilla.

• Le moto cinesi da 3 posti, create apposta per il commercio col Camerun. Qui ci sono moltissime moto, molte sono moto-taxi, e con pochissimi centesimi puoi farti dare un passaggio. Anche i taxi sono numerosi e hanno prezzi molto buoni, perché il taxista non carica mai una sola persona, ma tende a riempire la macchina completamente (siamo arrivati ad essere in 8 un giorno! di solito si è in 7)… moto e taxi sono un’esperienza curiosa e assolutamente da provare.

• Bambini con ratto in mano sul ciglio della strada per venderlo (si mangiano! ci hanno assicurato essere buonissimi perché mangiano solo erba nella foresta… abbiamo preferito non sperimentare!)

• Lucertole giganti con testa arancio e corpo di un azzurro spettacolare!

• Le brochette e il pollo alla griglia venduti ai bordi della strada sono squisiti! Da provare!

• La Shawarma di Majestique a Douala… È impareggiabile, altro che Kebap!

• in Camerun ogni cosa si negozia, anche il prezzo delle sigarette varia da baracchino a baracchino, e i prezzi variano ogni giorno. A volte le negoziazioni sono lunghe, noi abbiamo avuto il prezioso aiuto di persone del posto, altrimenti sarebbe stata molto dura. E’ utile conoscere i prezzi reali, quelli che fanno ai camerunensi, per non farsi troppo fregare.. Consiglio: negoziare sempre prima dell’attività (noi abbiamo negoziato anche per musei ed escursioni!), non dopo.

• Purtroppo le città e i villaggi da noi visti sono molto sporchi, la spazzatura o viene bruciata o accumulata in giro. Trovare un cestino è impossibile, tranne nelle grandi città. Portatevi un sacco di fazzoletti di carta perché anche i tovaglioli scarseggiano.

• Al ritorno bisogna pagare una tassa di 10.000 Cfa a testa all’aeroporto!



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