Khmer Rouge, Cambogia e Thailandia

Un viaggio attraverso la storia recente della Cambogia, nel nord della Thailandia e nel girone dantesco di Pattaya
Scritto da: ENRY70
khmer rouge, cambogia e thailandia
Partenza il: 04/12/2015
Ritorno il: 26/12/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €

KHMER ROUGE, CAMBOGIA E THAILANDIA

Chi diavolo erano i Khmer Rossi? E da chi erano protetti? La guerra del Vietnam è sempre stata la mia passione, con decine di libri letti, video e film visti ma su questa banda di folli ero deciso ad approfondire l’argomento direttamente sul posto. Un viaggio in Cambogia era un po’ poco, decido così di allargare il giro anche alla Thailandia del Nord ed infine al mare per completare il viaggio nel sud est asiatico, dopo aver visitato il Vietnam ed il Laos nel 2010. La Thai e la Cambogia sono due paesi affascinanti e ricchi di cultura dove in alcune località, vuoi per la crisi o perché non nel mirino, la globalizzazione non è ancora arrivata con i suoi effetti nefasti e standardizzanti delle persone e dei gusti.

COSTI

Volo ALITALIA ETHIAD GENOVA-BANGKOK: 553€

Volo AIRASIA BANGKOK-PHNOM PENH: 68€

Volo AIRASIA SIEM REAP-CHIANG RAI:190€

Volo AIRASIA CHIANG MAI-PATTAYA: 60€

Assicurazione PLATINUM COLUMBUS VIAGGI tre settimane: 85€

Visto online CAMBOGIA: 43€ (c’è sovrapprezzo di 5$ se fatto online) https://www.evisa.gov.kh/

Cambio: 37/39 bath=1€

ATTENZIONE: le banche applicano delle commissioni monstre per i prelievi: circa 200 bath. Prelevate sempre il massimo ovvero 10.000bath o l’equivalente di 250€ in base al tasso di cambio.

ITINERARIO:

5-6 DICEMBRE: BANGKOK-AYUTTHAYA

7-8 DICEMBRE: PHNOM PENH

9 DICEMBRE: KAMPONG CHHNANG (vale il viaggio)

10 DICEMBRE: BATTAMBANG

11-15 DICEMBRE: TEMPLI ANGKOR E MUSESO MINE ANTIUOMO

16-18 DICEMBRE: CHIANG RAI-GOLDEN TRIANGLE MAE SA LONG

19-21 DICEMBRE: CHIANG MAI HOMESTAY

22-26 DICEMBRE: KHO LAHN-PATTAYA

5 DICEMBRE: BANGKOK, COMPLEANNO DEL RE

Parto da Genova alle 9 del 4 dicembre, due scali, Roma ed Abu Dhabi, ed arrivo fresco a Bangkok, in quanto il volo era mezzo vuoto e riesco a dormire su una bella riga di sedili.

La zona della Guesthouse KS (990Bath due notti) è quella dei principali monumenti e vicina a Kha San Road, la via dei backpaper dover però c’è un casino del diavolo fino a tardi, dunque ve la sconsiglio. Per arrivarci dovrete prendere dell’aeroporto la metro arrivare alla penultima fermata (45bath) e poi prendere un taxi (circa 100bath).Oggi, 5 dicembre, è il compleanno del Re, figura rispettata e temuta da tutti i cittadini, tenete conto che offese e mancanza di rispetto nei suoi confronti e/o del suo cane (come riportato dalla BBC) vi condurranno dritti in carcere.

Prima di andare a visitare il Gran Palace ed il Wat Pho mi sparo il primo dei 22 massaggi: 250bath, in genere i prezzi orari variano da 250 a 350bath, impossibile sapere come sarà perché dipende oltre che dal negozio anche da chi lo fa, ma in genere sono tutti di qualità elevata. Bello rilassato visito la struttura imponente e ricca di decorazioni ed attendo per 1,5 ore l’arrivo del figlio del re. Stare seduti per lungo tempo mi provoca i crampi ed ogni tanto mi alzo scatenando i risolini dei Thai… al termine della cerimonia passo in rassegna tutte le bancarelle e vado a dormire.

6 DICEMBRE: AYUTTHAYA

Per visitare questa meravigliosa ex capitale potete prendere il treno, il bus di linea o il taxi collettivo.

Scelgo quest’ultimo mezzo, che parte da Victoria Monument e per 120bath e 75minuti di strada mi ritrovo a destinazione. Circondato da tuk tuk, ne prendo uno per 500bath (3 ore ma ne voleva 600) e mi faccio portare in tutti i numerosi luoghi da visitare, eccetto il floating village ed il recinto degli elefanti.

I monumenti sono interessanti, tra cui segnalo il Buddha in mezzo all’albero ma la visita è spesso interrotta da una graditissima e piacevole sorpresa: TINDER. Questa app di incontri permette di contattare persone vicino a te. Ora, a Genova, patria delle f…e di legno, neppur le sessantenni ti rispondono ma in Thailandia… ricevuti 30 contatti in mezz’ora perdo la bussola a rispondere a tutte… può darsi fossero ladybars o ladyboy ma data la conoscenza dell’inglese scritta potrebbero anche essere state ragazze “normali”. A fine pomeriggio rientro in città, vado in albergo e poi in centro, nella zona di soi 26, che è un mix fra la Patpong (quartiere a luci rosse) ed un normale luogo di divertimento di una metropoli. I bar pullulano di ladybars che in genere provengono dalla regione più povera Isan, quella che ha sostenuto l’ex primo ministro Shinawatra e svolgono l’attività per mantenere le famiglie a casa… una nota esilarante: ci sono soapy massages dove si accettano solo “Japanese”… hai capito? I nipponici non vogliono contaminazione con altre razze. Pazzesco!

7 DICEMBRE: PHNOM PENH

Sveglia alle 11, alle 12 prendo il taxi il cui autista mi spiega un po’ di cultura femminile thailandese: l’uomo deve mantenere non solo la moglie ma anche la famiglia di lei, le thai non ambiscono a trasferirsi in altri paese ma a stare bene nel loro… poi mi presenta il conto del taxi meter: 750bath! Gli mangio la faccia e gliene do solo 600, hai capito il furbone? A PP salto la coda del visto, compro scheda telefonica, 5 dollari sette giorni, e seguo il consiglio di prendere i tuk tuk fuori dall’aeroporto: 7 dollari e dopo il delirio di traffico, smog e caos giungo al Chammsoda hotel di fronte al Museo nazionale, 19$ a notte, buono ma senza ascensore. Tramite Tinder conosco una ragazza locale cui chiedo un buon ristorante Khmer: sta cretina mi manda al Friends, cucina internazionale per 10$, le avrei tirato una testata.

8 DICEMBRE: MUSEO DEL GENOCIDIO S 21-KILLING FIELDS- BREVE STORIA DEI KHMER ROUGE-PALAZZO REALE

Alle 8 parto per il mio giro, per 12$ il tuk tuk starà con me sino alle 17.00.

Del museo del genocidio molto è risaputo, qui voglio raccontarvi due interessanti fatti. Il primo è che dentro il museo periodicamente ci sono delle mostre e quella in corso riguarda un gruppo di Maoisti svedesi che visitarono il paese durante il regime Khmer Rouge e che sostennero e presentarono al mondo internazionale come positivo l’esperimento di Pol Pot. Alcuni di questi scemi insistono nel dire che l’esperimento fallì per motivi esogeni altri, più razionalmente, si sono pentiti amaramente per aver sostenuto all’estero questa banda di pazzi…..un secondo fatto, incredibile, è quello della manciata di stranieri che morirono in questa prigione. Fra questi vi racconto la storia di Kerry Hamill: un giovane neozelandese che faceva chartering di una barca ed insieme ad un canadese ed un britannico volevano raggiungere Bangkok da Singapore. Forse a causa di un uragano o chissà quale altro motivo finirono in acque cambogiane, una vedetta Khmer li vide e sparò una bella rafficata di mitra ed il candese morì. I due poveretti, invece, furono presi e trasferiti nel carcere, torturati e morirono come altre migliaia di cambogiani: meno male che sono ateo. http://www.stuff.co.nz/sunday-star-times/features/2315038/Brotherly-love-Rob-Hamill-wants-justice-for-brother-killed-by-Khmer-Rouge. Dopo tre ore abbondanti ed incontrato due dei sette unici sopravvissuti a quell’inferno vado ai Killing Fields, circa un’ora di tuk tuk da PP. Lo strazio è palpabile durante la visita ed anche questo largamente conosciuto, un po’ meno la presenza di un albero su cui i khmer sbattevano o fracassavo dei corpicini inermi di infanti e bambini: se fossero rimasti vivi avrebbero potuto vendicare gli assassini dei propri genitori. Sulla via del ritorno vedo la vera Phnom Penh: teste di cani da mangiare, bidonville, quartieri blindati in costruzione e cumuli di spazzatura. Alle 16.00 sono già pronto a visitare il Palazzo Reale 6$: mi affido ad una guida ufficiale, straordinaria, per 10$. Lui in realtà è un sopravvissuto dei campi dei Khmer Rouge ed ovviamente lo bombardo di domande. Mi spiega che si svilupparono due fazioni, una dell’est filovietnamita cui appartiene Hun Sen, attuale boss incontrastato da 20 anni del Paese e quella di Pol Pot. I primi fecero da apripista alle truppe vietnamite che invasero la Cambogia a dicembre 1979 costringendo alla fuga Pol Pot e la sua banda nelle zone di giungla Anlong Veng e Pailin, confinanti con la Thailandia. Meno conosciuto, invece, è che Usa, Uk, Francia, Cina e compagnia cantante riconobbero come rappresentanti all’ONU i Khmer Rouge sino al 1991, unbelievable, isn’t it? Certo, per questioni geopolitiche le truppe vietnamite sostenute dall’Urss non fecero mistero di puntare alla vicina Thailandia ed il nemico del tuo nemico è il tuo amico. Ha sterminato un milione e mezzo di persone innocenti? Realpolitik, baby… nel tempo, poi, i capi Khmer probabilmente sottoscrissero degli accordi con l’attuale primo ministro per vivere belli e pasciuti come quando governavano, se non fosse stata la tardiva ribellione delle coscienze delle nazioni straniere che tramite le UN istituirono il processo negli anni 2000 contro questi disgraziati. Sia pure a rilento il processo è stato fatto ed ora gli imputati si trovano in carcere, che ha standard da casa di lusso. Durante il processo, alle domande sulla contezza di quello che avevano fatto, tutti risposero che le loro direttive furono applicate male e che colpa era di “Angkar”. La guida inoltre mi racconta che le condizioni di vita nei villaggi erano durissime, che il vero potere assoluto fosse detenuto dai capi villaggio di “Angkar padevat”, ossia “l’organizzazione” come il potere si faceva chiamare. Su chi fossero i Khmer Rossi tornerò in seguito quando parlerò della visita al museo delle mine antiuomo. Tornando alla visita del Palazzo Reale, si scopre il padiglione regalato da Napoleone Terzo, la Pagoda con pavimento d’argento e che la mamma del sovrano, incoronato nel 2004, ha origini italiane.

Ceno per 3$ e mi dirigo nella zona della movida.

9 DICEMBRE: KAMPONG CHHNANG-VIETNAMESE FLOATING VILLAGE-MOSCHEA-ONDONG ROSSEY-CAMPAGNA CAMBOGIANA (VALE IL VIAGGIO)

Alle 7 vengono a prelevarmi con il tuk tuk sino alla stazione dei bus per andare a Kampong Chhnang (Porto dei vasi di terracotta). Il viaggio dura 2,5 ore per 6$ (secondo me meno, ma non avevo voglia di sbattermi) ed alla fermata viene a prenderti l’ottimo Sri Channy, (+855 77357361, srichanny@yahoo.com) che mi porta alla guest house Garden: un vero paradiso di relax e calma, con un giardino magnifico che sembra l’eden dopo il caos ed il delirio della capitale Phnom Penh. Subito Channy mi propone un giro della zona per 12$, anche qui se volete potete trattare per meno, ma fa lo stesso, lui ha un bell’inglese ed è molto affabile.

Cominciamo dal porto per andare a vedere Phounm Kandal e Chong Kos. Sulla banchina mi contatta una persona e mi propone il giro in barca per 10$ all’ora, contratto ma non c’è niente da fare, “strano” penso, che non riesca a scendere nemmeno di un dollaro… ma capirò dopo il perchè. Indossato il giubbotto di salvataggio ci dirigiamo verso il villaggio galleggiante e lei mi dice ”Vietnamese”, pazzesco, questa comunità vive su zattere ormeggiate pronte a salpare quando il livello delle acque sale…. è un vero e proprio villaggio. Il vantaggio di visitarla con la barchetta è che potete addentrarvi nei piccoli canali, vedere come si svolge la vita e ricevere i saluti educati degli abitanti in quanto poco abituati ai turisti, cosa diversa negli altri villaggi a nord del lago, vicino a Siem Reap. Durante la visita posto foto e video in diretta ed i miei amici si meravigliano dell’esistenza di questo pittoresco villaggio… c’è anche una Chiesa e la maggioranza delle persone si riposa i veranda. Regalo frutta a dei bambini e passiamo sull’altra sponda che, essendo a contatto sulla terraferma, appare più ricca… ad un certo punto attracchiamo in casa di sconosciuti, sulle prime non capisco poi realizzo che era la famiglia della barcaiola, Vietnamita!!!! ecco perché non aveva mollato un dollaro, quelli per 1 cent si farebbero fucilare, sono i veri adoratori del Dio denaro. Le due figlie hanno dei tratti molto belli, davvero fini, il marito si rimette in moto per andare a pescare, purtroppo non parla inglese….riprendiamo la via del ritorno ed ecco che appare una costruzione che mi strabilia: una Moschea! Incredibile, in Cambogia una comunità musulmana, gli Cham, che vive su palafitte in questo villaggio Chong Kos che subito visito. Ovviamente le donne portano il velo e rifiutano di farsi fotografare ma la Moschea è aperta ed entro…le foto dei messaggi all’interno scritti in arabo sono straordinarie.

Al rientro in porto, la “magnanima” barcaiola vietnamita mi abbuona due ananas che mi aveva dato prima del tour… mi emoziono. Mangio e con Channy andiamo nella zona di Ondong Rossey, dove producono i vasi di terracotta. Nel centro spiegano le varie fasi di creazione dei vasi e sono gli unici a decorarle. In realtà i prodotti sono molto scadenti, con decorazioni che si sono sciolte ma ormai, sarà l’età che avanza, mosso a compassione compro una tazza per 4$. Il prosieguo del tour è un susseguirsi di immagini straordinarie della campagna cambogiana nella luce del tardo pomeriggio, che illumina le palme da zucchero orlate dal bambù per la salita, dai sereni contadini che raccolgono il riso a quelli che lo lavorano nelle aie dei loro poderi, per non parlare dei singoli produttori di terracotta (non colorata) o a quelli che mi permettono di raccogliere una magnifica papaya dalle loro piante..fantastico, a mio modo di vedere questa giornata vale il viaggio.

A sera nel tranquillo paesino di Kampong mi sparo il giornaliero massaggio per 6$, mangio in giardino l’enorme papaya insieme a due ragazzi spagnoli e ceno al ristorante khmer di fronte alla guesthouse. Vado a dormire ma non capisco come la serenità e semplicità dei sorrisi delle contadini avessero potuto produrre la ferocia dei Khmer Rouge 40 anni prima…..lo capirò al museo delle mine antiuomo.

10 DICEMBRE: BATTAMBANG-BANON TEMPIO – TRENO DI BAMBù CANTINA DI VINO CAMBOGIANO (EVITATELA!)

Parto alle 9 ed alle 12,30 per 6$. Arrivo a Battambang, scendo ma sembra di essere troppo fuori dalla città e decido risalire convinto che l’autobus proseguisse. Attivo il GPS e vedo che il bus non entra dentro la città, alla prima scendo e c’è un tuk tuk che per fare i giri vuole 30$ chiudo a 15 ed inizio il tour. Prima tappa la cantina del vino rosso, e qui scatta la seconda testata, contro la LP questa volta. Lodevole l’iniziativa di produrre del liquido dalle uve cambogiane, ma spacciarlo per vino come fa la LP è una vergogna. Tra le altre cose la degustazione costa 2,75$ ed una bottiglia di quella porcheria 14$, mavaffff. Seconda tappa il Banon temple, 3 $, con una ripida scalinata lungo la quale incontro una famiglia cambogiana “poshy”, dei monaci e dei bambini che faticavano non poco a trasportare in giù dei sacchi di spazzatura: fotografo e mando a quella viziata di mia nipote per ricordarle che esistono anche altri mondi ed altre realtà. Alle 16.00 giungiamo alla stazione del treno… di bambù, esilarante. Salgo con un gruppo di scatenatissime ragazze cambogiane che sparano centinaia di selfies mentre il “vagone” è in movimento…spettacolo, alla fine c’è un villaggio dove dei bambini vendono oggetti: comprati i braccialetti per le colleghe. Al ritorno sosta per il tramonto nella stupenda campagna cambogiana, arrivo all’hotel Season (6$) di Battambang ed esco con il dipendente (cell: +85501640640) ed i suoi amici, serata da urlo.

11 DICEMBRE: SIEM REAP

Oggi decido di tirare il fiato ed anziché partire alle 9 parto alle 14.00 per 6$. Le stanze dell’hotel esposte verso Est raggiungono la temperatura di 50° già di primo mattino e se non avete a/c (io avevo il ventilatore) vi liquefarete perdendo 3 litri come capitato al sottoscritto, inoltre il materasso era foderato ancora di nylon, bollore tremendo! Gironzolo per questa graziosa città, colazione western per la mostruosa cifra di 10$ e souvenirs al Market. Alle 17.00 sono a Siem Reap che è la base per visitare i templi. Qui tutto è perfetto, sembra Kuala Lumpur tanto è pulita… il dragone cinese probabilmente vuole che i suoi turisti siano ben accolti. Alloggerò quattro notti al Golden Takeo, per 20$ a notte, bk inclusa. Scelta buona perché distante 20 minuti a piedi dal centro ed il proprietario la gestisce come fosse sua figlia.

12 DICEMBRE: GRANDE CIRCUITO DI ANGKOR

Partenza con tuk tuk alle 7,45 per il grande circuito di Angkor, i templi sono strepitosi, dovete visitarli. Troppo lungo descriverli nella loro maestosità. Il biglietto per tre giorni costa 40$, per uno solo 20$. Nel corso di una visita sarete assillati da una miriade di venditori ambulanti e da sciami di cinesi che si muovono in gruppi minimo di 50 persone chiassosi ed irrispettosi degli altrui diritti. Sul finire del tour incontro una high flyer 23enne milanese, Vittoria, educata nelle migliori scuole Ambrosiane, con master Internazionale a Shangai e cresciuta nelle località del Jet-Set europeo. Facciamo due parole e mi delizia con i suoi ragionamenti e modo di vedere il mondo, sebbene sia come me una “insider” (suo copyright), ovvero dentro o parte del “sistema”. Dopo aver risolto a parole i problemi del mondo discettando sulle conspiracy theories passando dal club Bildenberg a Skull&Bones, le lancio la frase: “Noi non ci arrenderemo……”e lei “Mai!”. Grandissima. Rientro all’albergo, ceno vicino e giro per il night market e la pub Street: qui la musica è assordante e piena di turisti, torno a dormire.

13 DICEMBRE: PICCOLO CIRCUITO ANGKOR WAT E TA PROHM (LARA CROFT TOMB RIDER)

Partenza alle 7, solito autista tuk tuk per 15$ e visito i più bei tempi. Ta Phrom mi rapisce e mi trasporta altrove: la sua atmosfera da film Indiana Jones, la natura che si è inglobata i muri, il sole che penetra a sprazzi, i fotogrammi di Angelina Jolie che si muove circospetta lì dentro. Emozionante. E poi un gruppo di monaci che appare dal nulla. Andateci e basta. Al tramonto ritorno al Angkor Wat perché è esposto ad occidente. In hotel prenoto il circo cambogiano, una sorta di Cirque de Soleil, per il giorno dopo al prezzo di 30$ anziché 35 come proposto sul sito.

14 DICEMBRE: MUSEO MINE ANTIUOMO-BANTEAY SREI-BAKONG (TEMPLI ESTERNI)

Partenza alle 7,30, oggi il tuk tuk chiede 22$, per visitare il museo delle mine antiuomo. Il biglietto costa 5$ e parte del ricavato va in beneficenza ai bambini orfani che vivono lì dietro. Fortunatamente questi non sono visitabili per non attirare inutile turismo degli orfanatrofi da parte di turisti giornalieri. Il museo offre uno sguardo agghiacciante sul passato e purtroppo anche sul presente di questo martoriato paese, dove ogni anno circa 80 persone saltano per aria sulle mine. Gli ordigni sono presenti soprattutto nelle zone di Pailin ed Anlong Veng, ex-roccaforti Khmer Rouge e viene spiegato che l’obbiettivo della mina è mutilare non uccidere perché il costo per il nemico è più alto anziché tirare una palata di terra sul soldato morto. In una stanza sono anche esposte foto inedite della figlia e delle seconda moglie di Pol Pot e della cricca di assassini. All’interno del museo collabora anche un volontario americano, non un veterano della guerra del Vietnam, il quale mi mostra la mappa dei bombardamenti americani “segreti” in Cambogia. Credevo che questi fossero limitati al confine del Vietnam, per eliminare le infiltrazione dal sentiero di Ho Chi Min, in realtà i bombing coprirono quasi il 60% del territorio cambogiano. La motivazione era quella di sostenere il governo di Lon Nol, ma la conseguenza fu di gettare tra le braccia dei Khmer migliaia di pacifici contadini. L’americano mi spiega che, a differenza dei film di Hollywood che mostrano i bombardamenti preceduti da un sibilo, quelli dei B-52 che volano a 10km di altezza non sono preannunciati, arrivava la bomba ed inermi contadini saltavano per aria. Dopo ogni attacco i Khmer comparivano nel villaggio e dicevano: ”Visto chi sono gli americani? volete unirvi a voi?” ecco perché alcuni padri dei pacifici contadini che avevo visto nelle risaie di Kampong Chhnang diventarono dei feroci assassini con i Khmer Rouge… Al tizio pongo anche delle domande scomode, ovvero che tipo di accordi segreti fossero stati stipulati fra l’attuale primo ministro Hun Sen ed i leaders Khmer per cessare le ostilità poi ripagate con un carcere post processo UN molto stile norvegese anziché cambogiano: mi risponde che lui è fuori da queste cose e non gli interessano, mah… visito il Banteay Srei con giretto in canoa nel laghetto vicino dove sono in compagnia di due ragazze di Shanghai, raccontano che a Pechino la settimana prima la visibilità fra persone era limitata a 5 metri causa smog… riprendo il tour e lungo la strada per il tempio verso Bakong incrociamo i venditori di zucchero da palma con dimostrazione di produzione, la sirena dei souvenirs si affaccia e compro ben 4kg!

A fine giornata vorrei tornare al Ta Phrom ma il driver vuole altri 5$ ed allora rientro e mi preparo per la serata al Phare circus http://pharecircus.org/, molto ben fatto, attori funambolici e con racconti di storie vere, andateci.

Ultima sera SR, vado in pub street ma sono respinto dal rumore frastornante ed allora mi affido ad un driver che mi porta in Khmer Pub Street, un vero Eldorado in terra, entri nei bar e sei subito circondato da almeno dieci bellezze locali che ti chiedono di offrire loro da bere. Come in Italia, vero ragazzi?

15 DICEMBRE: SIEM REAP – CHIANG RAI

Oggi me la prendo con molta calma e mi tratto da signore: colazione alle 11, barba, capelli e pedicure e poi alle 12.00 massaggio eseguito da un non vedente. Il migliore sin qui. Per 7$ il tuk tuk mi porta all’aeroporto ma lungo il tragitto scopro che esiste anche un museo della guerra a SR, non segnalato da LP. Vorrei vederlo ma è tardi. Arrivo alle 21 a CR dopo cambio volo a Bangkok, e dormo al Pimann Inn per 450bath, un motel fuori dalla città, scomodo.

16 DICEMBRE: DONNE GIRAFFA-MAE SA LONG- BAN THOET THAI- AI AHN (OFF OF THE BEATEN TRACKS)

Per 250bath noleggio scooter e lungo la strada per Mae Sa Long, vicino a Nang Lae mi imbatto nel cartello: villaggio Donne Giraffa. Sorpreso e dubbioso vado a vederlo. Avevo scelto di NON compiere la visita perché molti resoconti parlano di situazione finta, turistica, donne come animali dei safari etc… avrei fatto un errore. L’ingresso costa 300bath, non poco, ed il ricavato, come segnalato da altri, va direttamente al governo Thailandese. Il villaggio, fatto di capanne di legno, è pulito ed ordinato ed al centro ci sono tutte le bancarelle di questa tribù Padung, molto turistico. Le donne con gli anelli al collo hanno sempre il sorriso ed ho comprato i loro prodotti ai prezzi che chiedevano, in genere circa 200bath. Normalmente tratto, ma questa volta la scelta migliore è dare quanto richiesto: è un modo di essere viaggiatori e non turisti. Qualche riflessione su questo tema. Le tribù, che sono presenti in molti villaggi della zona, non ricevono nulla dei soldi che pagate con il biglietto, hanno dei diritti civili parziali e solo gli acquisti che fate permettono loro di avere una fonte di sostentamento (questo è quello che mi hanno detto a Chiang Rai delle persone cui avevo chiesto). Avrei commesso un errore madornale se non fossi venuto a visitarle sulla base di resoconti di giornalisti che con i loro articoli si sono lavati la coscienza di turisti (non viaggiatori) responsabili. Cosa succederebbe se nessun turista visitasse e mantenesse le tribù con l’acquisto dei souvenir? Scomodi per il governo, privi di terre da coltivare perché profughi, senza arte né parte e senza i vostri/nostri soldi, che fine farebbero? Esistevano prima del fenomeno turistico, siamo sicuri che vogliono una vita senza collari? E che dire delle altre Hilltribes che si vestono con i loro tipici abiti mantenuti dopo i flussi imponenti degli ultimi decenni? Terminata la visita, con un’ora di marcia arrivo a Mae Sa Long, un villaggio incredibile. Prima di raggiungerlo passerete da una miriade di venditori di fresche arance e scenari caratteristici di montagna; una donna Akha che si mette a fumare il sigaro quando compro una papaya mi cheiede 10bath per la foto. Il villaggio ha una storia particolare: la maggioranza degli abitanti sono i diretti discendenti della 93° divisione dell’esercito anticomunista del Kuomintang. Dapprima fuggirono in Burma e poi negli anni ‘70 finirono in Thailandia in cambio di aiuti alla lotta contro i comunisti. Furono aiutati a riconvertire le piantagioni di oppio, siamo vicini al Golden Triangle, in tè Oolong (varietà semi fermentata, a differenza del Green tea che non lo è affatto o del Black, completamente fermentato) dai loro fratelli di Taiwan. Nei dintorni ci sono molte piantagioni, ed il villaggio pullula di scritte in cinese e teashop con prezzi altini, 150grammi 300bath, ma volete mettere prepararvi un tè con questa storia alle spalle? Alcuni di questi discendenti dello Yunnan sono di religione Musulmana, ho visto dei ristoranti islamici e donne con il velo ed il cartello della moschea che non sono riuscito a visitare. Dall’altra parte del villaggio c’è il museo dei Martiri dell’Esercito di cui sopra e in cima al villaggio un bel market dove diligentemente compro dei souvenirs… dalle hilltribe woman, oltre che dell’ottimo tè Oolonng 17 presso una tea-shop.

Avendo tempo vado a visitare Ban Thoet Thai, segnalato da Lonely Planet, nulla di che ma lì vicino c’è il villaggio di Ai Ahn. Sarebbe perfetto andarci con una guida, ma credo che non esista questa possibilità. La strada è ripida e non ci sono cartelli. Dal mercato, una via parallela a quella da dove sono venuto, bisogna tornare indietro ed alla fine della via troverete un’officina meccanica. Ancora avanti sulla destra troverete un grande parcheggio e l’inizio di un villaggio, lì prendete la strada a sinistra seguitela sino a quando diventa sterrata e sarete a Ai Ahn. La visita è l’immaginazione di come fosse durante il periodo di produzione dell’oppio… tenuto conto dello sbattimento non so se consigliarlo vista l’assenza di comunicazione…rientrato a Ban Thoet Thai visito il Museo di Kumsa, un druglord ricordato come un imperatore, chissà quanto dei proventi dell’oppio aveva redistribuito ai suoi compaesani, frutto della disperazione di centinaia di migliaia di famiglie occidentali alle prese con la droga dei propri figli. Quest’ultimo tour, BTT e AH mi sento di sconsigliarlo, a meno che veniate con una guida che parli inglese.

2,5 ore di scooter e sono in hotel.

17 DICEMBRE: GOLDEN TRIANGLE-PINEPPALE VILLAGE-WHITE TEMPLE

Oggi visita del mitico Golden Triangle. Quando ero piccolo mi domandavo da dove provenisse la droga che impestava la nostra società, chi fossero i produttori etc… ebbene con1,5 ore di scooter da CR ho la risposta: conoscete le dolcissime donne delle tribù di montagna, agghindate nei loro caratteristici abiti con cappelli lavorati anche con acciaio? Sì LORO erano i produttori di oppio. La lavorazione e il consumo fanno parte della loro cultura e furono utilizzate da trafficanti senza scrupoli per inondare i mercato mondiale. A Sob Ruak visito il museo dell’Oppio (50bath) molto interessante, dove ci sono i consigli su come “pippare” alla meglio: bisogna stare sdraiati su un fianco con i talloni che quasi toccano il sedere. Fatte le solite foto di rito sui cartelli dei tre confini e con il Buddha, salto il giro in barca e vado all Hall of Opium, struttura creata dalla regina Madre per combattere, spiegare e rappresentare il ruolo dell’oppio inserito in un contesto storico dell’Asia. Il museo è circa 1,5km a nord fuori da Sob Ruak, costa 200bath ed è ben proporzionato nelle sue analisi e negli accostamenti fra commodities come il Tè. L’ultima sala con le testimonianze recenti delle vittime della droga, note e persone comuni è di forte impatto emotivo. Uscendo il mio pensiero va a Piero e Daniele, due fratelli coetanei del mio e nativi del paesino maremmano dove trascorrevo le vacanze da piccolo. Loro ed altri della leva ’55-’65 entrarono nel tunnel della droga e non ne uscirono più. Un paesino di 300 anime sconvolto dall’eroina, pazzesco. Al ritorno verso sud faccio sosta al Pinapple village (zona di Nang Lae) e non poteva che trovarsi che lì, visto che lungo la strada abbondano i chioschi dei contadini del frutto che più adoro. Al village c’è qualche rappresentazione del frutto, un ristorantino all’aperto dove mangio con 80bath e poi riparto: destinazione White Temple, a me parso eccezionale, fiabesco ed idilliaco. Mi ha entusiasmato con le forme, il bianco sgargiante persino in una giornata nuvolosa, i riferimenti contemporanei all’interno e la creatura spaziale all’esterno… come per le donne giraffa, andate e valutate con la vostra testa.

Alle 16,00 mi viene a prendere il taxi mi porta al terminal 3 degli autobus e per150bath della Greenbus arrivo a Chiang Mai, 2ore.

La Coffe Inn Narrow, dentro il quadrilatero, è pessima, camera puzzolente, con autoclave sopra la testa, sconsigliata per 300bath. Le altre sere sarò in altra camera per 350 in altra guesthouse, ma non ha indirizzo internet.

18 DICEMBRE: CENTRO CHIANG MAI

Dopo le ore di “scooterate” dei giorni prima, oggi mi dedico al percorso a piedi suggerito dalla LP, nel centro di CM. Termino alle 15,30 con il massaggio presso il Correctional Massage center, dove le massaggiatrici sono detenute la cui pena a breve scadrà: mi hanno fatto indossare il pigiama, uno dei più professionali ricevuti sin qui. Noleggiato lo scooter (150bath al giorno + 50 di assicurazione) compro il ticket per incontro di Thai Boxe della sera e vado a cenare in un bel ristorante tipico dove incontro una coppia di sposini di Los Angeles: Paolo è un ragazzo di origini italiane che ha lavorato in un bar di Genova ed ora è in luna di miele. Conversando scopro che lavora per la JP Morgan, apriti cielo: facciamo una dettagliata e fina dissertazione sulla finanza mondiale a colpi di fioretto, mi sono divertito ed abbiamo scambiato le nostre opinioni.

Chiudo serata all’incontro tutto esaurito di Thai Boxe.

19 DICEMBRE: HOMESTAY MAE KAMPONG

Partenza alle 10,00 ed alle 11.30 arrivo nel gruppo di paesini tipici della zona di Mae Kampong. Il luogo è idilliaco e puoi dormire presso le homestay (prenotazioni http://www.mae-kampong.com/), per 580bath ti danno colazione, pranzo e cena ed l’alloggio, esperienza particolare… questa è un’area per turismo tipicamente Thai e nei dintorni puoi fare delle belle escursioni, vedere le cascatelle o rilassarti con dei massaggi. Un giorno qua equivale a 10 di relax! Alle 19.00 cena e 21.00 a dormire. Dormirò 13 ore cullato dal suono del ruscello e dal gracidare degli insetti su un materasso steso sul pavimento…sacco a pelo necessario per il freddo notturno. Consigliata ma come single non più di una notte.

20 DICEMBRE: TIGER BABY, ONCE IN A LIFETIME

Dopo una ronfata colossale, colazione con fritattona autoctona e giro nel paesello. Solita sirena di acquisto souvenir ed ecco che compro per l’archistar Silvana, la collega che con preziosi consigli e suggerimenti mi ha aiutato ad arredare casa, un Tea Pillow cuscino riempito con foglie di Tè, regalo graditissimo…

La strada per il TigerDome è scenografica, si incontrano le terme, dei produttori di Passion Fruit cui compro un kg e giungo in questo luogo criticato, ma dopo la vicenda delle donne Padung voglio vedere con i miei occhi. La prima sensazione è negativa, queste creature meravigliose dentro le gabbie appaiono non essere reali, molto tranquille. Lo staff dice che sono ammaestrate sin da piccole e non sono assolutamente drogate..deciso a non pagare il ticket leggo che in questo momento si possono vedere i tigrotti, Tiger baby (1000 bath, il più caro) che data l’età sicuramente non sono drogati. E’ stato emozionante giocare, coccolare e farsi fotografare con il cucciolotto, emozione indescrivibile. Prima dell’ingresso nella stanza ero in visibilio… nel mentre della visita lui fa una poppata al biberon, gironzola nel boxe e si è tirato una bella ronfata, meraviglioso… purtroppo la tigre è cacciata in Asia per il balsamo ed altre proprietà che le vengono attribuite ed ora è a rischio estinzione, guardandola in positivo queste strutture almeno la proteggono dai predatori.

21 DICEMBRE: WAT PHRATHAT-KUN CHANG KIAN-STRAWBERRY FIELDS

Oggi visita sulle alture Ovest della città, con i templi ed il villaggio Hmong di Kun Chiang Kan. I due templi, tra cui il Wat Pharatathat, sono molto caratteristici e sempre affollati di turisti mentre il villaggio Hmong, da non confondersi con quello turistico, è difficile da raggiungere, soprattutto con macchina perché la strada è stretta ed impervia. Fatela in scooter se e solo se non piove, diversamente è molto rischioso. Il villaggio è ben sviluppato, ci sono delle bancarelle con richiami di souvenirs irresistibili, una scuola con decine di bambini, chicchi di caffè lasciati a seccare e fragole pronte per essere colte… La vista panoramica su CM è molto carina. Al ritorno vorrei vedere gli elefanti ma non ci sono centri in zona così visito “strawberry fields” un villaggio della fragola e anche qua ci scappa l’acquisto di 1 kg di sto frutto. Al rientro in città mi dedico alla ricerca del volo per gli ultimi giorni di mare, ma si presenta un problema. I voli per Phuket, Ko Samui e Kho Chang costano un botto, gli alberghi pure ed in più perderei un giorno pieno perché Air Asia vola da un altro aeroporto di Bangkok rispetto a quello internazionale e ciò significa dormire o stare tutto l’ultimo giorno nella capitale…che soluzioni ci sono? L’unico posto di “mare” vicino a Bangkok ed all’aeroporto è la famigerata “Pattaya”. Non avevo idea di quello che mi aspettasse.

22-26 DICEMBRE: KHO LAHN- PATTAYA

Dall’aeroporto cittadino al centro, con bus regolare costa 150bath ed impiega circa 1,5 hore per il centro. Alloggio al pizza Italy (punpuy76@gmail.com; +66 808146306; 950bath a notte) del pratese Davide, un ragazzo eclettico e funambolico, eccellente viaggiatore con alle spalle un background ingegneristico, con la passione della cucina ma anche attento osservatore dei maggiori trend mondiali. Mollata la zattera italiana vive qua da quattro anni, è un valido punto di riferimento per ricevere consigli su come districarsi nella jungla urbana e notturna di Pattaya. Le chiacchierate fra un piatto di ottime lasagne o di frittura mista sono indimenticabili. Le stanze della guesthouse sono tra le migliori, il gusto italiano non tradisce, inclusa la cassaforte a muro ed un silenzio che neppure pare vero, per essere nel centro città.

Il mare della città è pessimo, nessuno fa il bagno e molti vanno nelle piscine private degli alberghi oppure, ed è il mio consiglio, prendete il battello, 60bath a/r e 45 minuti di viaggio ed andate a Kho Lahn, isolotto con discrete spiagge anche se sovraffollate da moto d’acqua etc, ma il contesto è molto gradevole.

Una coppia o famiglia, e ne ho viste molte, che decidono di trascorrere del tempo a Pattaya sono dei fuori di testa! Famosa in tutto il mondo per la sua caratteristica Pattaya non delude, in effetti esclusa la rappresentanza Sudamericana, le ragazze giungono dalla Russia, Uzbekistan, Kenya, Madagascar etc… la presenza dei ladyboys è endemica, intere vie dedicate al mestiere più antico del mondo. Una nota positiva: il pesce dei ristorante è sempre freschissimo!

In due ore di autobus, 250bath, si arriva all’aeroporto internazionale di Bangkok.

Spettacolare, indimenticabile sud est asiatico.

Per qualsiasi cosa scrivetemi: petrocch@hotmail.com

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MOSCHEA KAMPONG CHHNANG

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PODERE CAMBOGIANO ONDONG ROSSEY

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TOMB RIDER TA PRHOM



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