Laos e Cambogia… due popoli meravigliosi, ma così diversi

Viaggio nel cuore di due popoli e due Paesi in rinascita
laos e cambogia... due popoli meravigliosi, ma così diversi
Partenza il: 28/12/2011
Ritorno il: 18/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Mio marito ed io avevamo 3 settimane a disposizione nel periodo natalizio così abbiamo deciso di continuare a visitare l’Indocina, dopo essere stati qualche anno fa nella turistica Thailandia.

La scelta è caduta sui templi di Angkor, ed avendo parecchio tempo per uno stato così piccolo come la Cambogia abbiamo deciso di inserirci anche il Laos, quale piccolo, ma interessante paese confinante.

Faccio questa premessa perché siamo partiti pensando che il momento clou del viaggio sarebbe stato in Cambogia, non immaginandoci le bellezze che avremmo trovato in Laos.

Il viaggio è stato organizzato da noi, nella parte centrale del viaggio abbiamo usufruito di una agenzia locale contattata dall’Italia. Abbiamo utilizzato 3 voli interni, 2 in Laos, 1 in Cambogia.

Purtroppo i miei resoconti di viaggio non sono molto poetici, sono piuttosto sintetici e schematici, anche questo lo strutturerò nello stesso modo.

ITINERARIO IN LAOS

Arrivo a Vientiane, un giorno dedicato alla visita alla città, ai templi e al Bhudda park. Per i templi abbiamo seguito l’itinerario proposto dalla Lonely Planet, li abbiamo visitati in una mattina con un tuk tuk. Nel pomeriggio siamo andati al Bhudda Park, un curioso parco pieno di Bhudda, che vale la pena visitare. L’unico problema di questo posto è che dista 20 km e andarci in tuk tuk non è proprio agevole.

Seconda tappa Luang Prabang. Abbiamo scelto di arrivarci con un volo interno per evitare di usare i mezzi locali piuttosto antiquati e lenti. A Luang Prabang ci siamo fermati 2,5 giorni. Questo tempo ci ha permesso di visitare tutti i templi indicati nella Lonely Planet, il palazzo reale, il museo, vedere il tramonto sulla collina Phou Si.

Siamo inoltre andati nelle grotte di Pak Ou. A tal proposito segnalo che non è necessario rivolgersi a nessuna agenzia. Per andare a visitare queste grotte è sufficiente presentarsi al molo pubblico alla mattina verso le 8:30. Infatti le agenzie che organizzano questi tour portano i turisti proprio al molo pubblico, con la differenza che loro si intascano una commissione semplicemente per averti portato al molo. Il molo è un tavolo di legno con un tabellone, sulla sinistra, cioè sulla riva del fiume, in prossimità del tempio Wat Xieng Thong, vicino al Mekong Fish Cafè, di fronte al Galanga. Il servizio pubblico (cioè la barca) ferma sempre al villaggio Bang Xiang all’andata, ed effettua le corse solo alla mattina. Chi vuole visitare le grotte al pomeriggio deve utilizzare un servizio privato che costa 10 volte il biglietto della mattina. A Luang Prabang è consigliato l’acquisto di seta, foulard, sciarpe o altro. Belle cose, tessute a mano e non costose. A Luang Prabang abbiamo festeggiato il capodanno, scoprendo che era il secondo anno che in città organizzavano i festeggiamenti per i turisti, perché i Laotiani non festeggiano il nuovo anno il 31 dicembre, ma in primavera. Potrebbe sembrare una forzatura questo festeggiamento turistico, e se fosse stato in qualche altra parte del mondo probabilmente mi avrebbe infastidito, ma a noi è piaciuto perché ci ha dato l’impressione che fosse un gesto carino e gentile nei confronti dei loro graditi ospiti, i turisti. Quella notte per strada sono state accese tante lanterne di carta di riso che con il calore hanno preso il volo perso il cielo, creando così una magia molto toccante. Da Luang Prabang abbiamo preso un volo per Pakse perchè volevamo visitare luoghi meno turistici delle prime due città, ma altrettanto interessanti. Considerato il problema dei trasporti locali difficoltosi, l’inesistente segnaletica stradale e il tipo di itinerario scelto, da Pakse abbiamo continuato il viaggio con una agenzia. L’agenzia in Laos si chiama Asia Travel, ma non è stata contattata direttamente da noi, bensì dall’agenzia cambogiana a cui ci eravamo rivolti. Con un van nuovissimo e super spazioso abbiamo visitato l’altipiano di Bolaven, le cascate di Tad Fan, i villaggi delle minoranze etniche di Alak, Nge, and Katu. Poi le cascate di Pha Suam, le rovine di Wat Phu (tempio pre angoriano di enorme importanza storica), e con una barca siamo andati sull’isola di Don Khone dove ci siamo stati un giorno (2 notti). L’isola è stata una piacevole e rilassante esperienza dove, noleggiando delle biciclette, abbiamo l’abbiamo visitata tutta, i resti del periodo francese, e le inaspettate e scenografiche cascate di Lhipi.

Il giorno successivo, tornando dall’isola, abbiamo visitato le più alte cascate del sud est asiatico: Khone Phapheng; poi ci hanno accompagnato al confine con la Cambogia: Dom Kralor. Questo luogo di confine è decisamente poco battuto dai turisti, infatti quella mattina c’eravamo solo noi. Successivamente ho saputo che la scelta di avere una agenzia che ci seguisse nella burocrazia doganale è stato fondamentale perchè mi hanno descritto quella dogana come un luogo difficile, e con frequenti tentativi da parte dei doganieri di creare ostacoli burocratici per ottenere cospicue e illegali mance.

Alla dogana abbiamo salutato la nostra guida, Mr. Khen, un gentilissimo e preparatissimo ragazzo che consiglio assolutamente di contattare perchè bravo e affidabile. Il suo indirizzo e-mail è khenkeonava@hotmail.com. Contattandolo direttamente è in grado di organizzare itinerari nella zona del Laos del sud, risparmiando un bel po’ sulle commissioni delle agenzie.

IMPRESSIONI IN LAOS

Siamo rimasti molto toccati dalla delicatezza, dalla gentilezza e dalla timidezza dei laotiani. Credo sia in assoluto il popolo più timido e al contempo più gentile al mondo. Ci siamo attenuti ai suggerimenti dì comportamento della Lonely Planet e dei cartelloni che si trovano in parecchie agenzie di viaggi, cioè non salutare dando la mano, ma unendo le mani sul petto e imparando il loro saluti (Sabaidii, scritto come lo si pronuncia) perchè il tocco anche della sola mano crea loro imbarazzo. Importante è anche levarsi le scarpe, non solo nei templi, ma anche quando si entra in una casa privata e non indossare canottiere. Ho molto apprezzato la cucina laotiana, raffinata come quella thailandese, ma meno piccante.

PERNOTTAMENTI IN LAOS

Vientiane: Hotel Khamvongsa. Consigliatissimo, ma evitare di farsi dare le camere sulla strada. Noi avevamo la n.2 e purtroppo si sentiva tutto il baccano di chi chiacchierava alla sera fuori dall’hotel. Abbiamo usufruito anche del transfer da e per l’aeroporto da loro organizzato.

Luang Prabang: Manichan Guesthouse. Consigliato. Un po’ caro per essere una guesthouse, ma era alta stagione, inoltre è sito un una zona strategia: dietro al food market dove alla mattina andavamo a fare delle incredibili foto. E’ vicinissimo al Palazzo reale e alla via principale della città.

TadLo lodge: TadLo lodge. Bellissimo hotel composto da 25 bungalow in stile laotiano, in un bellissimo bosco sulle rive di un fiume dove alla mattina gli elefanti vengono a farsi il bagno. In questo caso non abbiamo prenotato personalmente, ma lo ha fatto l’agenzia. Solitamente andiamo in strutture più economiche, ma trovandoci lì non possiamo dire di non esserci goduti il piacevole soggiorno.

Don Khone (isola sul Mekong): Sala Ban Khone. Questa struttura prevede una sistemazione in una bella villa coloniale francese, oppure una alternativa simpatica, cioè la camera galleggiante sul Mekong. Noi abbiamo scelto questa ultima e devo dire che l’esperienza è stata carina. La camera era in una struttura doppia e per arrivarci c’era una passerella sul fiume che sembrava quasi una instabile impalcatura. All’interno quando passavano dei motoscafi con motori potenti la camera ondeggiava leggermente. Dopo la prima dubbiosa impressione ci siamo accorti che tutta la struttura e il servizio erano ottimi.

ITINERARIO IN CAMBOGIA

Dalla dogana di Dom Kralor, ci aspettava una guida che ci avrebbe portato a Siem Reap, per poi continuare il viaggio per conto nostro. Dall’Italia abbiamo contattato diverse agenzie locali, la scelta è andata su Euro-Khmer Voyager (www.euro-khmervoyages.com ), contattabile anche in italiano col sito www.viaggiareincambogia.info. A posteriori posso dire che è stata una buona scelta. La scelta dell’agenzia, come in Laos è dovuta alla difficoltà di utilizzare i mezzi locali. In Cambogia la situazione è decisamente migliore che in Laos, ma i mezzi locali sono lenti e non volevamo perdere tempo prezioso.

Abbiamo visitato Kratie fermandoci sul Mekong a visitare i delfini. In realtà non è stato facile avvistarli, quel giorno non avevano voglia di farsi vedere. Poi siamo passati per Kompong Cham, tappa a Skuon, detto anche spider village perchè al mercato si trovano ragni, tarantole e tutti i tipi di insetti possibili. Abbiamo visitato il tempio di Sambor Prei Kuk e tappa a Kompong Thom. Questo percorso ci ha permesso di vedere il cuore della Cambogia, quella contadina, che non riesce a rialzarsi dalle tragedie del passato, che vive di poco o niente, che si alza all’alba per tentare di guadagnarsi la giornata. A Siem Reap ci siamo stati ben 4,5 giorni. Possono sembrare tanti, ma in corso di organizzazione del viaggio abbiamo scoperto che avevano istituito il volo Siem Reap – Sihanoukville. Questo significava che in un’ora potevano essere al mare, anziché spendere una giornata di bus per arrivarci. Il nuovo volo è stato inaugurato il 15 dicembre 2011, ma non c’è tutti i giorni, solo 3 volte alla settimana. Per fare coincidere il nostro soggiorno a Siem Reap con questo nuovo volo abbiamo deciso di allungare il soggiorno fino a 4,5 giorni. Siem Reap è una città che definirei folle se comparata al resto della Cambogia. C’è una vita notturna incredibile, una enormità di ristoranti occidentali e una frenesia che non si addice al paese. Ma è anche molto accogliente, piena di mercati e di qualsivoglia cosa da acquistare. In quella miriade di ristoranti di tutti i tipi abbiamo scoperto un ristornate che fa una ottima cucina cambogiana, con un servizio impeccabile, ma che non è facilmente notabile in quel bailamme. Si chiama Old House, è in Thnou St., di fronte al Referal Hospital, nell’area del Old Market. Sempre a Siem Reap abbiamo avuto modo di apprezzare cibi a me insoliti come il serpente e il coccodrillo. Che i vegetariano non me ne vogliano, ma le loro carni sono molto buone! Per visitare i templi di Angkor potrebbe essere sufficiente un tuk tuk. Con una buona contrattazione per 10-15 dollari si può avere un tuk tuk per tutta la giornata. Noi abbiamo preferito non visitare da soli questa magnificenza, e ci siamo permessi il piacere di contattare una guida cambogiana parlante italiano. Abbiamo così conosciuto Ratha, una guida ufficiale che parla benissimo l’italiano parlato (un po’ meno lo scritto) e che ci ha illustrato la gloriosa storia dell’impero cambogiano del passato e di come sia stato possibile costruire dei templi così grandi e belli. Per chi vuole visitare Angkor io consiglio di contattare direttamente Ratha, (ratha0648@yahoo.com) perchè la sua bravura lo merita, e perchè un po’ di spiegazioni su questi templi li rendono ancora più belli.

Nei 4,5 giorni siamo riusciti a visitare tutti i templi, grazie anche alla macchina che avevamo a disposizione insieme alla guida italiana. Questo perchè alcuni sono piuttosto lontani, come Banteay Srei, piccolo rispetto agli altri, ma probabilmente il più delizioso del punto di vista estetico. Abbiamo anche visitato il villaggio galleggiante sul lago Tonle Sap, e anche questo merita la visita. Una curiosità: volevo portare in Italia dei dolcetti tipici del luogo, cosa che cerco di fare ad ogni viaggio. Ho scoperto che in Cambogia non esiste l’usanza del dessert, i ristoranti che ne hanno sono di tipo occidentale, oppure sono invenzioni recenti fatte soprattutto a base di riso. L’unico posto che sono riuscita a trovare si chiama Angkor Cookies, si trova sulla strada per l’entrata principale dei templi e ha degli ottimi biscotti, ma ha dei costi esagerati per gli standard locali (1 scatola 5 dollari, cioè il costo di una cena). Successivamente siamo andati al mare grazie al volo di recente istituzione: Siem Reap – Sihanoukville e ci siamo stati un paio di giorni. Le spiagge sono belle, grandi, ma abbiamo avuto la sensazione (e la lonely planet ce lo ha confermato) che siano un po’ insicure a livello di furti. Consigliati dalla guesthouse abbiamo partecipato ad un bel tour con destinazione Koh Rong Island, e tappa per snorkeling. Infine abbiamo raggiunto Phnom Penh via bus della Mekong Express. 290 km. fatti in 5 ore. Costo $ 5,00. La capitale ha una vivacissima vita notturna, una grande offerta di ristoranti e mercati, ma anche tanto traffico, smog e povertà. Abbiamo visitato la città seguendo l’itinerario della lonely planet, ma col senno del poi eviterei la vecchia stazione, l’ambasciata americana e la biblioteca nazionale. Il Palazzo Reale è molto bello, peccato che non si possa visitare totalmente. Il museo è interessante, abbiamo fatto parecchi acquisti al mercato centrale (Psar Thmei), il mercato russo invece è stato un po’ una delusione. E’ stata invece una bella scoperta il ristorante Friends (www.friends-international.org), sia per il progetto umanitario che c’è dietro, sia per la bontà della loro cucina. Non ce la siamo sentiti di andare a visitare il museo Tuol Steng, cioè quello che racconta i disperati 3 anni e mezzo di devastante dominio di Pol Pot. L’essere riuscita a parlare con alcuni cambogiani di quel periodo (pochi peraltro, i cambogiani preferiscono dimenticare), avere visto una nazione che non riesce a decollare economicamente perché le poche attività che economicamente rendono sono in mano agli stranieri, tutti i mutilati dalle bombe che ancora riempiono i terreni della Cambogia, mi aveva molto toccato, non me la sentivo di aggiungere delle visioni così pesanti. Ho lasciato questo paese consapevole della sua bellezza, ma anche molto impressionata da una povertà e da una durezza della vita che non mi aspettavo.

IMPRESSIONI IN CAMBOGIA

La Cambogia risente molto del suo drammatico passato che se letto su un libro sembra temporalmente lontano, ma di fatto non lo è. E’ una nazione che non riesce a risollevarsi economicamente e né il governo, né le nazioni vicine sembra che non si diano molto da fare in questo senso. Il turismo potrebbe essere di aiuto, ma, per fare un esempio, i templi di Angkor, probabilmente il luogo più attrattivo di tutta l’Indocina, sono in mano ad una società privata straniera. Il risultato è una nazione con un livello di analfabetismo e povertà molto alti, e una differenza economica enorme tra chi è riuscito a farcela e chi no. Ma in questo quadro desolante ci sono degli scenari (e non solo ambientali) di rara bellezza. Ho conosciuto persone impegnate in associazioni per il recupero dei ragazzi di strada, ragazzi che a loro volta si danno da fare in questo senso e che cercano di coinvolgerne altri per trovare loro uno sbocco che non li porti al degrado. Tante belle persone con tanta buona volontà. Credo che un modo per aiutarsi sia andare a visitare questo paese e scegliere di spendere i propri soldi in ristoranti e negozi impegnati in questo senso (per esempio i ristornati Friends e Romdeng a Phnom Penh, Jo-To-Go e altri a Luang Prabang) e facilmente individuabili nella guida Lonely Planet.

PERNOTTAMENTI IN CAMBOGIA

Kratie: Udom Sambath Hotel. Probabilmente il migliore della città. Buono.

Kompong Thom: Stung Sen Royal Garden Hotel. Non male anche se non c’è tutto questo giardino che uno si aspetterebbe dal nome dell’hotel.

Siem Reap: Casa Angkor Hotel. Ottimo hotel, grande, ben organizzato, ottimi servizi e in una posizione buona perchè arrivavamo nella zona centrale dei ristoranti a piedi.

Sihanoukville: Clear water Guesthouse. Una guesthouse nei pressi della Independence beach, gestita da una Indiana – Pushpa – molto carina e gentile, che fa il massimo per farti sentire a tuo agio.

Phnom Penh: Blue Lime hotel. Consigliatissimo. Bello, confortevole, in una ottima posizione, vicino al Palazzo Reale, al Mekong (ristoranti), ma silenziosissimo.

CONSIGLI PRATICI IN ENTRAMBI I PAESI

In Cambogia non abbiamo mai cambiato i soldi, pagavamo tutto con i dollari (importante arrivare là dotati di di dollari in piccolo taglio), ma ci facevamo dare il resto in Riel perchè erano utili per pagare piccole somme come i bagni o la frutta al mercato.

A differenza della Cambogia in Laos è il caso di cambiare i soldi in Kip, la loro moneta locale, perchè, sebbene i grossi pagamenti sono fatti in dollari, le spese quotidiane sono gradite nella loro moneta. Ma se si hanno solo dollari a disposizione accettano anche quelli. L’euro invece non è di casa.

Per le prese elettriche non abbiamo usufruito dell’adattatore internazionale, sono molto simili a quelle italiane in entrambi i paesi.

Armarsi di fototessere, sia in Laos che in Cambogia, sono indispensabili per il visto e chi ne è sprovvisto le deve fare in loco perdendo tempo e soldi.

Suggerimenti di siti di storia da leggere prima di partire:

http://it.peacereporter.net/articolo/26792/L’acqua+del+Mekong

http://www.asianews.it/notizie-it/Mekong:-ambientalisti-contro-la-diga-di-Xayaburi,-ecosistema-a-rischio-21288.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_cambogiana

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Bhudda Park a Vientiane (Laos)



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