Parchi dell’Ovest e città della California

Da Los Angeles a San Francisco in 20 giorni, passando per San Diego e i grandi e spettacolari parchi
Scritto da: pikky2008
parchi dell’ovest e città della california
Partenza il: 01/08/2017
Ritorno il: 23/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
INFO GENERALI

Volo

A gennaio acquisto i biglietti aerei con Lufthansa per € 1.761,00 per due persone per le seguenti tratte: Napoli/Francoforte Francoforte/Los Angeles e ritorno San Francisco/Monaco Monaco/Napoli. Nella scelta degli orari mi accerto che i voli siano gestiti da Lufthansa e non dall’America Airlines di cui ho letto pessime recensioni. I voli prevedono uno scalo di circa 4 ore, ma il vantaggio di non dover fare più di 200 km per andare e tornare da Fiumicino è impagabile, soprattutto al ritorno.

Auto

L’ho prenotata con Alamo e per un mid size SUV (non 4×4) ho pagato circa 980 euro per 18 giorni di noleggio. L’addebito mi è stato fatto il giorno della riconsegna, secondo il cambio in quel momento vigente e quindi rispetto a quanto quantificato al momento della prenotazione (€ 1.077,00) ho risparmiato qualcosa. Alamo propone il check-in on line che consente di risparmiare molto tempo, bisogna però inserire i dati della carta di credito che si intenderà utilizzare. Per raggiungere il banco del noleggio, all’aeroporto di Los Angeles, bisogna prendere la navetta gratuita apposita. Arrivati sul posto con la ricevuta che perviene on line sulla mail si va direttamente nel piazzale diviso per tipologia di auto e si può scegliere l’auto, noi abbiamo preso una Jeep Renegade ovviamente con cambio automatico, un po’ piccola all’interno ma eravamo solo in due. All’uscita gli addetti provvedono alla registrazione insieme ai documenti dei guidatori. Non viene fatto alcun controllo sulla carrozzeria in quanto la Alamo prevede l’assicurazione per tutti i tipi di danno senza franchigia e include gratuitamente anche un secondo guidatore. Nel diario ho indicato le distanze tra i luoghi in cui abbiamo pernottato, chiaramente senza tener conto le deviazioni fatte per visitare i parchi all’interno. Comunque, complessivamente, abbiamo percorso 4.800 km.

Le distanze che ho indicato in riferimento alle varie tappe non tengono conto delle deviazioni fatte all’interno dei parchi.

Cibo

Mangiare bene è costoso, a meno di non voler andare da Burger King o da Subway. Noi per cena abbiamo speso una media di 40,00 dollari a persona. Quindi per evitare di mangiare cibo spazzatura ci siamo organizzati in questo modo. La mattina cercavamo di fare, dove possibile, una colazione salata con le uova; a pranzo facevamo uno spuntino con frutta, yogurth o sandwich preparati con roba comprata al supermercato e la sera andavamo a mangiare in un ristorante/pub, scegliendo tra quelli suggeriti da Tripadvisor o dalla guida. Faccio presente che in alcuni posti dove abbiamo dormito non c’era granchè da scegliere su dove mangiare quindi, talvolt,a ci siamo fermati lungo il percorso anche perché la maggior parte dei locali in teoria chiudeva alle 21,30. Dico in teoria perché di fatto, forse perché era il mese di agosto, li ho trovati aperti anche più tardi.

Alloggi

Nella maggior parte dei casi abbiamo dormito nei motel. Di solito sono abbastanza anonimi e standardizzati, ma molto puliti e funzionali. Hanno tutti la macchina per il ghiaccio e in alcuni casi la colazione inclusa. Solo a Santa Monica abbiamo utilizzato airbnb. Ho prenotato già a febbraio su booking i motel e le guesthouse, con facoltà di disdire fino a qualche giorno prima dell’arrivo. In linea di massima si trovava posto anche in prossimità della partenza e infatti ho cambiato alcune prenotazioni, approfittando delle offerte di Booking. Gli unici posti dove bisogna prenotare con anticipo sono Page (Horseshoe Bend, Antelope Canyon) e Kayenta/ Bluff (Monument Valley), in quanto molto richiesti e con poca ricettività. Ho escluso il pernottamento all’interno dei parchi perché mediamente molto costoso.

Soldi

Abbiamo utilizzato la carta di credito e poi abbiamo prelevato utilizzando il bancomat appositamente abilitato per i prelievi mondo. Purtroppo i bancomat prendevano una commissione fissa di 5 dollari ogni volta.

Assicurazione sanitaria

L’ho fatta come sempre con Allianz, in quanto è l’unica che eventualmente provvede direttamente al pagamento delle spese mediche. L’ho pagata € 268,00 per due persone.

Varie e, in particolare, cosa farei diversamente

Per fissare l’itinerario ho utilizzando altri diari di viaggio pubblicati su questo sito e ho letto la guida Routard sui parchi americani, che consiglio assolutamente. Rispetto a quello che ho fatto io, se si è particolarmente interessati ai parchi e si hanno solo 15 giorni, si può saltare San Diego e ridurre di un giorno la permanenza a San Francisco in modo da visitare con calma i parchi più interessanti. Eliminerei anche la visita all’Antelope Canyon. Pur se il canyon è molto bello, la visita risulta deludente oltre che eccessivamente costosa (io per la visita nell’orario che dicono sia il migliore intorno alle 12,00 ho pagato 120,00 dollari per due persone). A fronte di una visita che dura solo un’ora si perde mezza giornata perché purtroppo si può accedere solo attraverso le visite guidate e dentro il canyon c’è una quantità di gente incredibile.

Nel giro dei parchi secondo me è imprescindibile la visita a Canyolands zona Island in the Sky, Arches, Monument Valley, Grand Canyon, Horseshoe Bend, Bryce Canyon e Death Valley.

Mi sento di consigliare il noleggio di una 4×4 a Moab anche solo per una giornata per poter percorrere in autonomia e con serenità il sentiero di Canyoland Shaffer Trail che si collega al celebre Potash Road. Noi avevamo un’auto alta, ma non 4×4, quindi abbiamo percorso un breve tratto e siamo tornai indietro. E’ stato il più grande rimpianto di tutta la vacanza. Visto dall’alto il sentiero era spettacolare.

In merito ai parchi: comprare al primo parco che si visita l’annual pass che per 80 euro vi consentirà di entrare tutte le volte che volete nei parchi nazionali (con esclusione quindi della Monument Valley e Antelope Canyon gestiti dagli indiani navajo) e scaricatevi dal sito dei parchi nazionali https://www.nps.gov/ le mappe dei singoli parchi, in modo da avere un’idea dei punti di interesse e dei possibili sentieri da percorrere a piedi. Questo perché secondo me visitare i parchi solo con l’auto è limitativo. Quindi, nonostante il poco tempo a disposizione e il caldo, bisogna assolutamente programmare almeno un sentiero da fare a piedi in ogni parco.

Sulle mappe dei parchi sono riportate tutte le informazioni sulla presenza di punti di ristoro, di approvvigionamento di acqua, nonché delle toilette e dei punti panoramici. Sui parchi e sui relativi sentieri vi consiglio di leggere anche le recensioni su Tripadvisor, ci sono una miniera di informazioni e suggerimenti utili, io purtroppo ci ho pensato troppo tardi, altrimenti avrei organizzato meglio la visita di Canyolands e del Potash Road/Shaffer Trail) di cui vi dicevo prima. Un altro sito da consultare è www.viaggi-usa.it.

Da ultimo, prima di intraprendere il giro per i parchi, comprate in un supermercato un frigo di polistirolo che è fondamentale per portarsi dietro il pranzo a sacco e soprattutto l’acqua. Il ghiaccio è disponibile gratuitamente in tutti i motel dove ci sono le relative macchine o in mancanza presso i distributori di benzina. Di norma è gratuito.

Anche se vi costringono a fare qualche chilometro in più, sono stupende, le seguenti scenic drive: 12, 24 e 163. Conviene percorrerle in luogo di altre strade più veloci, ma anonime.

1° GIORNO VOLO E ARRIVO A SANTA MONICA

Partiamo da Napoli direzione Francoforte alle 7 del mattino. Arriveremo a Los Angeles alle 16,00, comprese 4 ore di scalo a Francoforte. Non eravamo interessati a visitare Los Angeles, quindi abbiamo scelto di dormire solo due notti a Santa Monica che peraltro si trova a quindici minuti di macchina dall’aeroporto internazionale di Los Angeles. Siamo arrivati nel tardo pomeriggio e siamo andati a casa di Daniel che avevo prenotato su Airbnb per 230,00 euro per due notti la camera con il bagno privato senza colazione, ma con la possibilità di parcheggiare gratuitamente davanti a casa grazie al pass fornito dal proprietario. Fatto non scontato perché a Santa Monica i parcheggi sono sempre a pagamento e anche i motel sono carissimi. La sera abbiamo solo la forza di mangiare qualcosa in un ristorante giapponese vicino casa e poi distrutti andiamo a dormire.

2° GIORNO SANTA MONICA E VENICE BEACH

La mattina, su suggerimento di Daniel, andiamo al supermercato Whole Food Market, una sorta di nostro Naturasi, ma chiaramente molto più grande. In questo supermercato – che fa parte in una catena presente anche in altre città della California – hanno anche un self service con tavoli che funziona a colazione (c’è anche il caffè), a pranzo e cena. Si mangia bene, si spende poco e si mangiano cose salutari; buonissime le omelette e le uova strapazzate a colazione. Funziona così: si prende quello che si vuole e si portano i piatti alla cassa e si paga in base al peso. A San Diego ho trovato persino l’olio extra vergine per condire l’insalata. Ne approfittiamo per fare un po’ di spesa da portarci dietro. Visitiamo il Pier dove c’è la ruota panoramica e il famoso cartello che segna il termine della Route 66, stiamo un po’ sulla spiaggia a pranzo andiamo nella zona pedonale dove ci sono negozi e locali. Di pomeriggio facciamo un giro a Venice Beach dove tutti i parcheggi sono a pagamento e anche molto cari. Venice non mi ha entusiasmato, a parte gli spettacoli degli artisti di strada non c’è molto da vedere.

3° GIORNO SANTA MONICA – SAN DIEGO KM 220

Partiamo con calma direzione San Diego, sulla strada incontriamo parecchio traffico arriviamo poco prima di pranzo al nostro motel la Jolla Beach Travel Lodge a la Jolla e nel pomeriggio andiamo al centro commerciale Seaport Village e a fare un giro al Gaslamp. Il Seaport Village è un centro commerciale all’aperto sul mare. Si può tranquillamente rinunciare a vederlo, meglio senza dubbio il Gaslamp.

4° GIORNO SAN DIEGO

Oggi è la giornata dedicata all’hotel Coronado e alla relativa spiaggia. Davvero molto carino e spiaggia bellissima. Mangiamo anche nel ristorante/grill sul mare dove però paghiamo circa 90 dollari per due panini con l’hamburger e due cocktail analcolici. Tutto buono, ma decisamente un po’ troppo caro. Di pomeriggio andiamo alla spiaggia della Jolla dove le otarie si fanno avvicinare e fotografare tranquillamente. La sera cena al supermercato Whole Food, per compensare la spesa del pranzo!

5° GIORNO SAN DIEGO

Organizziamo la visita allo zoo, molto belle soprattutto le voliere, gli ippopotami e le scimmie. Ci portiamo la colazione al sacco sia per non perdere tempo, sia perché dentro queste attrazioni il cibo non è mai straordinario. Dopo mezza giornata anche se non siamo riusciti a vederlo proprio tutto andiamo via perché siamo davvero stanchi. Quindi andiamo a Pacific Beach dove facciamo una bella passeggiata sul relativo pontile con le villette in legno. Molto carino, vicino alla spiaggia, il Kono’s Cafè; sembra sia famoso per le strepitose e abbondanti colazioni, ma purtroppo noi avevamo già mangiato, quindi ci fermiamo a prendere solo un caffè freddo. La sera cena al Fish Market alla Jolla. Circa 80 dollari in due, ma senza dubbio una delle migliori cene della vacanza. Prima di tornare in camera compriamo al Seven Eleven il frigo di polistirolo che ci accompagnerà in tutta la vacanza.

6° GIORNO SAN DIEGO – NEEDLES KM 500

Partiamo in direzione di Needles, sulla Route 66, che scegliamo come sosta intermedia al fine di evitare un trasferimento in unica giornata fino alle porte del Grand Canyon, visto che sarebbe stato lunghissimo e troppo faticoso. Questo ci consente di visitare il Joshua Tree e il giorno dopo le cittadine sulla Old Route 66. Andiamo con ordine. Arriviamo al Joshua Tree intorno alle 11 compriamo per 80 euro l’annual pass ci fermiamo presso i vari punti di interesse segnati nella miniguida che viene fornita sempre all’ingresso di ogni parco. Tra i vari sentieri consigliati percorriamo quello della Hidden Valley. Dopo varie soste usciamo dal parco e ci dirigiamo a Needles. Posto incredibile, profondo west: classico incrocio di strade con motel, diner, pompa di benzina e con la ferrovia dove transitano i lunghissimi treni merci tipicamente americani. C’è un caldo secco terribile alle 22,00 abbiamo fatto il bagno in piscina e mi sono asciugata come sotto il sole delle due di pomeriggio. Comunque sia il motel Best Western che l’annesso diner convenzionato fanno tanto “America”.

7° GIORNO NEEDLES-WILLIAMS KM 260

Giornata dedicata alla Old Route 66. Iniziamo con la sosta a Oatman, paesino abbandonato con negozietti di souvenir e asinelli discendenti di quelli impiegati dai cercatori d’oro. Facciamo un po’ di foto, prendiamo una bibita nel vecchio hotel della cittadina e ripartiamo. La cosa più bella è proprio il viaggio e quindi i panorami che scorrono dai finestrini. Ci fermiamo anche a Seligman dove ci sono dei locali molto carini dove mangiare. Tuttavia poiché quel giorno manca l’acqua non c’è modo di poter mangiare, né di andare in bagno. Anche qui sono presenti molti negozi di souvenir con targhe, magneti e altri gadget, tutto ispirato alla Old Route 66 e davanti ai negozi sono presenti anche le vecchie auto restaurate anni 60. Facciamo un po’ di foto e ci dirigiamo verso Williams. Arriviamo presto e ci organizziamo per mangiare presso il Red Haven, locale super consigliato da Tripadvisor. Non si smentisce, tutto buono, anche se a un prezzo non proprio economico circa 90 euro in due.

8° GIORNO WILLIAMS-PAGE KM 264

Oggi è la giornata dedicata al Grand Canyon. Arrivati nei grandi parcheggi prendiamo la navetta che ci porta all’interscambio da cui parte un’altra navetta che fa il percorso che ci interessa (linea rossa). Sulla mappa che prendiamo all’ingresso ci sono tutte le indicazioni sui percorsi delle navette. Secondo la mia esperienza vale la pena scendere dalla navetta e percorrere un paio di chilometri a piedi sul sentiero, sarebbe riduttivo limitarsi ai punti panoramici. Noi facciamo a piedi un tratto davvero spettacolare da Hopi Point a Monument Creek. Conviene portarsi una colazione al sacco perché nei punti di ristoro c’è tantissima gente. Usciti dal Grand Canyon sulla strada incontriamo un accesso al Little Grand Canyon, gestito dagli indiani navajo. Si tratta di un’ansa del Colorado River. In prossimità di Page ci fermiamo all’Horseshoe Bend. È l’ora del tramonto, per fortuna, in quanto per arrivare al punto panoramico c’è una camminata di circa mezz’ora in mezzo alla sabbia e farla sotto il sole sarebbe stato davvero faticoso. Certamente con il sole alto la vista sarebbe stata spettacolare, ma ci accontentiamo. Credo che la migliore condizione di luce sia la mattina presto perchè si ha il sole alle spalle. C’è tantissima gente, alcuni con i cavalletti delle macchine fotografiche che hanno preso posto da parecchio per avere la migliore visuale. Tutti, compresi parecchi ragazzini cinesi, camminano tranquillamente in prossimità dello strapiombo senza preoccuparsi di nulla, nonostante la mancanza di protezioni. Arriviamo a Page dove alloggiamo al Motel 6, un po’ ospedaliero e oggettivamente caro, ma molto pulito.

9° GIORNO PAGE – KAYENTA KM 160

Stamattina è la giornata dedicata alla vita dell’Antelope Canyon. La visita l’ho prenotata on line con l’operatore Adventurous Antelope Canyon Photo Tours per 120,00 dollari, anche se il pagamento lo preferiscono in contanti al momento della visita. Ho scelto l’orario delle 12,30, l’orario migliore secondo i commenti, per vedere il sole che filtra all’intero del canyon. Il canyon è bellissimo, ma sinceramente c’è troppa gente tutti in fila non ci si può fermare quando si vuole ed è un costo eccessivo per un’ora di visita. Tra l’altro nel canyon non è possibile portare neanche un piccolo zaino, quindi siamo costretti a lasciare i documenti e le carte di credito in macchina. Gli indiani navajo tuttavia non assumono alcuna responsabilità circa la custodia delle auto. Finita l’esperienza nell’Antelope ci dirigiamo sulle sponde del Lake Powell, l’ingresso rientra nell’annual pass. Andiamo alla Lone Rock Beach, una delle poche spiagge raggiungibili con l’auto; ci rilassiamo un po’ sulla riva e facciamo anche il bagno nel lago circondati da un panorama stupendo. Credo che sarebbe stato più bello organizzare la gita in barca sul lago, piuttosto che visitare l’Antelope Canyon. Riprendiamo la strada verso Kayenta dove arriviamo nel pomeriggio. Cena presso il motel Hampton Inn gestito dai navajo. Mangiamo bene anche se impieghiamo tanto a causa di un problema in cucina.

10° GIORNO KAYENTA – BLANDING KM 150

Di buon mattino ci dirigiamo verso la Monument Valley. Arriviamo intorno alle 10,00 e non ci sono neanche i navajo all’ingresso per pagare l’ingresso. La Monument è meravigliosa. Facciamo tutto il percorso con l’auto e durante le innumerevoli soste scattiamo un’infinità di foto. La strada è sterrata e con un po’ di buche. Chiaramente è più comodo girare con una macchina alta, ma non è assolutamente indispensabile la 4×4. All’uscita entriamo in un altro parco il Goosenecks State Park da cui si ammira molto da vicino l’ennesima ansa del fiume. Il parco è deserto probabilmente perché è estate fa caldissimo e chiaramente non è proponibile percorrere i vari sentieri escursionistici. Ammiriamo il panorama veramente suggestivo e proseguiamo il nostro viaggio. Su indicazione della guida Routard facciamo la deviazione verso la Valley of the Gods. Che dire una scoperta bellissima, si tratta di una piccola Monument Valley praticamente deserta. Proseguiamo verso Blanding percorrendo la strada n. 163 una delle strade più famose per i paesaggi mozzafiato, assolutamente da non perdere. Attraversiamo vari paesini tra cui Mexican Hat con la caratteristica roccia a forma di sombrero. Ci fermiamo al Twin Rocks Cafè, caratteristisco per le rocce che lo sovrastano vicino a Bluff dove ceniamo.

11° GIORNO BLANDING – MOAB KM 120 (CON DEVIAZIONI PER IL PARCO E IL PUNTO PANORAMICO + 180 KM)

Sulla strada da Blanding verso Moab facciamo la deviazione verso l’ingresso di Canyolands denominato Needles. Come chiarito sui vari siti e sulla guida, Canyolands è un parco meraviglioso, ma immenso e le varie zone non sono tra loro collegate. Ritengo che non sia indispensabile, se si ha poco tempo, visitare la parte dei Neeedles, invece da non perdere è Island in the Sky a cui si accede da Moab. Visto che abbiamo tutta la giornata, facciamo anche la deviazione di 30 km circa solo andata, consigliata dalla guida, verso il punto panoramico denominato Needles Overlook. Tempo decisamente ben speso, si arriva davanti ad un panorama straordinario davvero maestoso, sembra di volare. Arriviamo a Moab e inizia a piovere. Cena veloce da Pizza Hut.

12° GIORNO MOAB

Oggi la giornata è dedicata alla visita di Arches, distante solo 9 km da Moab. Purtroppo alcune zone del parco sono inaccessibili a causa di lavori di rifacimento delle strade interne al parco. Arches è bellissimo e, rispetto agli altri parchi, un po’ più affollato perché più piccolo. Causa malessere di mio marito non riusciamo a fare il sentiero che avevo programmato al tramonto (circa tre ore di cammino) verso il Delicate Arch. Ci accontentiamo di visitare lo Skyline Arch e il Landscape Arch. Arches è un parco stupendo, ma fa molto caldo, quindi bisogna programmare bene le escursioni e, a meno di non fermarsi più giorni, scegliere solo alcuni sentieri. Purtroppo nell’estate 2017 alcune zone di semplice accesso, come The Windows, erano chiuse per i lavori.

13° GIORNO MOAB – TORREY KM 344 (COMPRESE LE DEVIAZIONI PER L’INGRESSO AI DUE PARCHI)

La nostra giornata inizia con la visita del piccolo parco di Dead Horse Point State Park da cui si vede il sentiero Shaffer Trail di cui ho parlato in premessa. La guida Routard dice che si tratta del parco dove hanno girato la scena finale del film Thelma e Louise. Tuttavia per andare nel luogo preciso dove le protagoniste fanno il salto nel vuoto bisognerebbe percorrere il sentiero di cui vi ho detto. Proseguiamo verso Island in the Sky, e percorriamo anche un breve tratto del famoso sentiero. Ad un certo punto, molto a malincuore torniamo indietro, poichè è scritto chiaramente sulla mappa del parco che il sentiero deve essere percorso con una 4×4. A questo punto ci accontentiamo di percorrere a piedi il sentiero che in mezz’ora ci porta sotto il Mesa Arch un enorme arco in pietra da cui si gode un panorama bellissimo. Oggi pranzo su uno dei tanti tavoli picnic disseminati sulla strada del parco. In serata arriviamo a Torrey percorrendo la scenic drive n. 24, dai finestrini scorrono panorami unici da rimanere senza fiato. La strada costeggia in parte la valle di Goblin. A Torrey mangiamo e dormiamo nel motel migliore in termini di rapporto prezzo/qualità di tutta la vacanza il Broken Spur Inn.

14° GIORNO TORREY-PANGUITCH KM 200

Il programma prevede mezza giornata da dedicare alla visita del parco di Capitol Reef. Un po’ meno conosciuto ma comunque bellissimo. Anche qui facciamo un bel sentiero a piedi che segue il letto di un fiume in secca che ci conduce a delle polle di acqua passando nel punto in cui i pionieri tra la fine del 1800 e l’inizio del 900 lasciavano le iscrizioni sulle pareti di roccia al loro passaggio. A ritorno ci fermiamo presso la fattoria dove assaggiamo le torte prodotte da loro. Molto decantate, ma niente di che. Sui dolci siamo abituati bene. Andiamo anche a raccogliere delle buonissime mele nell’oasi di Fruita. A fronte della frutta raccolta lasciamo il nostro contributo e andiamo via. Ci aspetta la scenic drive n. 12 anche questa bellissima. Arriviamo nel pomeriggio a Panguitch alle porte del Bryce Canyon. Qui alloggiamo in una guest house, appunto la Panguitch guest house molto carina, anziché nel solito motel. Ceniamo in uno dei pochi locali disponibili Cowboy’s Smokehouse Cafe insieme ad una coppia di ragazzi emiliani che gentilmente, data la fila interminabile, chiedono al proprietario di poter condividere il tavolo, avendo un tavolo per quattro. Il cibo non è un granchè e pretendono anche il pagamento in contanti, ma purtroppo non c’era molto da scegliere.

15° GIORNO PANGUITCH – MOUNT CARMEL JUNCTION KM 80

Iniziamo dalla visita del Bryce Canyon e percorriamo il Navajo Loop. C’è tanta gente, ma il percorso, molto ripido prima in discesa e poi chiaramente in salita, è davvero bellissimo. Si cammina in mezzo a questi pinnacoli che vanno dal bianco al rosa all’arancio. Finito il sentiero facciamo un giro nei vari punti panoramici del parco e ci avviamo verso l’altra tappa Mount Carmel alle porte del parco di Zion. Il motel Best Western Est Zion scelto non solo è davvero caro 159 euro senza colazione, ma gli addetti sono anche abbastanza scortesi. Avrebbero anche un ristorante annesso, il Thunderbird, l’unico nella zona, ma pur in presenza di tavoli liberi ci dicono che bisogna attendere 40 minuti. A quel punto attraversiamo la strada e andiamo a mangiare al Golden Hills Restaurant che essenzialmente fa il panino con l’hamburger, pazienza…

16° GIORNO MOUNT CARMEL JUNCTION – LAS VEGAS KM 300

Ci avviamo di buon mattino verso Zion perché ho letto che i posti auto sono limitati e visto che all’interno si gira solo con le navette se non si trova posto nei parcheggi è un problema, bisogna andare a Springfield e da lì prendere la navetta per il parco. Arriviamo in tempo e troviamo posto. Prendiamo il bus navetta per arrivare all’ultima tappa che è il sentiero dei c.d. Needles. Per percorrerlo ci vorrebbero le scarpe adatte completamente impermeabili e un bastone per sondare il fondale del fiume che si possono anche noleggiare. Dato che non abbiamo troppo tempo a disposizione ci accontentiamo di fare un breve tratto con i nostri sandali da trekking e torniamo indietro. Il parco di Zion rispetto agli altri non mi ha entusiasmato, forse perché ha dei panorami più simili ad alcune nostre zone di montagna, tipo Dolomiti. Peraltro è molto affollato perché in tanti lo visitano con l’escursione di un giorno da Las Vegas. Usciamo dal parco e ci avviamo appunto verso Las Vegas dove arriviamo intorno alle 18,00. A Las Vegas dopo aver letto parecchie recensioni su Booking ho scelto il Marriott’s Grand Chateau ubicato in una perpendicolare alla streep quasi di fronte alle fontane del Bellagio. Albergo senza casinò, quindi molto comodo e veloce per il check-in con car valet incluso nel prezzo della camera. La camera in realtà è un mini appartamento dotato anche di lavatrice e asciugatrice gratuite. Ceniamo in camera con un ottimo piatto di pasta e sugo pronto al basilico acquistato a suo tempo da Whole Food anche per evitare di farsi spennare come i polli a Las Vegas. Dopo cena usciamo per la streep e vediamo il Paris, il Bellagio con le fontane, l’eruzione del Vulcano al Mirage, il Caesar, il Venetian e in ultimo il negozio della Coca-Cola e il negozio delle M&M’S. Distrutti torniamo in albergo. Ritengo che Las Vegas vada vista, ma mezza giornata è sufficiente per farsi un’idea, a meno di non voler assistere ad un concerto o a qualche spettacolo in particolare.

17° GIORNO LAS VEGAS – BISHOP KM 490

Oggi è la giornata dell’attraversamento della Death Valley. Luogo meraviglioso, ma purtroppo troppo caldo. Per poter vedere qualcosa in più durante l’estate bisognerebbe programmare di dormire nelle strutture che stanno all’interno in modo da trovarsi in loco al tramonto e la mattina presto. Purtroppo in prossimità della Valle non ci sono centri abitati, quindi fate attenzione anche ai distributori di benzina. Organizzatevi in modo da non dover fare benzina troppo vicino alle entrate/uscite perché costa il doppio. Noi riusciamo a scendere dall’auto e a fare un breve tratto a piedi a Zabriskie Point. A Badwater arriviamo verso mezzogiorno fa già troppo caldo. Riusciamo solo a percorrere un breve tratto fino a dove inizia il sale, ma non riusciamo ad arrivare in mezzo al lago, il sole è davvero troppo forte. Invece, percorriamo con l’auto Artist Drive, una strada stretta che si percorre in un unico senso circondata da montagne colorate. Facciamo una sosta rigeneratrice nel locale del parco e risaliamo in macchina diretti a Bishop. Ci fermiamo a mangiare a Lone Pine al Bonanza un ristorante messicano.

18° GIORNO BISHOP – SONORA KM 280

Da Bishop attraverseremo Yosemite Park passando per il Tioga Pass a 3.031 metri d’altitudine. Percorriamo la strada che attraversa il parco sostando nel punto panoramico da cui si può ammirare l’Half Dome. Verso l’uscita del parco ci fermiamo per fare il sentiero che porta alle sequoie visto che non siamo riusciti ad inserire il Sequoia National Park. In questa zona fa caldo e anche abbastanza umido. In uscita ci fermiamo a mangiare a Groveland all’Iron Door Salon locale molto west America e in serata arriviamo a Sonora dove pernottiamo in una guest house caratteristica Bradford Place Inn.

DAL 19° AL 22° GIORNO SAN FRANCISCO SONORA-SAN FRANCISCO KM 210

Nonostante la distanza da percorrere sia breve arriviamo in hotel a San Francisco a ora di pranzo a causa di un traffico tremendo per entrare in città. Finalmente dopo aver percorso circa 4.800 km lasciamo l’auto, a San Francisco cammineremo solo a piedi e con i pullman. Nei giorni in cui siamo stati a San Francisco abbiamo visitato: il Golden Bridge, il Pier 39, il quartiere di Chinatown (andate nel negozio che sforna i biscotti della fortuna, buonissimi), North Beach (vi raccomando il caffè Vesuvio e il caffè Trieste), Lombard Street (non ne vale la pena).

Siamo andati anche a Mission, quartiere messicano, a vedere i murales davvero molto, molto belli. Abbiamo alloggiato all’hotel Cornell de France con colazione francese inclusa (scelta tra omelette/french toast, oltre yogurth, caffè burro e marmellata) davvero in posizione strategica e buon rapporto prezzo/qualità, peraltro di fronte all’autonoleggio della Alamo. Quindi è stato semplicissimo riconsegnare l’auto, scaricare i bagagli e limitarsi ad attraversare la strada per raggiungere l’hotel. Non siamo riusciti ad andare con la bicicletta a Sausalito, fittarla era molto costoso in quanto avremmo dovuto prendere quella a pedalata assistita, vista la stanchezza e dato che non siamo allenati. Quindi abbiamo preferito girare a piedi e con i pullman. Avevo escluso anche la visita ad Alcatraz, in quanto non mi interessava particolarmente. Stanchi degli hamburger e della carne, in deroga ai nostri principi per cui all’estero rifuggiamo i ristoranti italiani, siamo andati per ben due volte a mangiare al Piccolo Forno a North Beach, trovato per caso, fa un’ottima pizza e degli ottimi spaghetti alla carbonara. D’altra parte è gestito da italiani traferitisi a San Francisco da circa 15 anni. A San Francisco mi ha colpito negativamente la presenza di barboni e di sbandati un po’ovunque. Comunque merita assolutamente di essere vista e se non si intende visitare Alcatraz due giorni pieni sono sufficienti, purchè si scelga un hotel ben posizionato o a Union Square, o ancora meglio, a North Beach.



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