San Francisco e i parchi dell’Ovest: un viaggio indimenticabile!

3 giorni a spasso per la splendida San Francisco e poi via, verso i parchi dell'Ovest... 8000 km di meraviglie!!!
Scritto da: PAOLO&MARTY
san francisco e i parchi dell'ovest: un viaggio indimenticabile!
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 26/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Ecco finalmente giunto il giorno della nostra partenza per il tanto atteso viaggio: San Francisco e il tour dei parchi del West.

Prima di entrare nel dettaglio del diario di viaggio vorremmo dare alcuni consigli che speriamo possano essere utili a chi deciderà di fare lo steso viaggio:

1- Prendete una macchina comoda, visto che diventerà la vostra casa per molti giorni

2- Non é vero che il navigatore é indispensabile, ma molto utile si. Vi permetterà di risparmiare del tempo e di viaggiare piú tranquilli. Se non avete la possibilità di portarlo dall’Italia, non noleggiatelo perché generalmente ve lo faranno pagare un sacco, ma acquistatelo direttamente là. Noi per mancanza di tempo non siamo riusciti a caricare sul nostro da casa le mappe Usa, pertanto abbiamo acquistato un Tom Tom a San Francisco per 99$, noleggiandolo l’avremmo pagato di piú.

3- Non dimenticatevi l’assicurazione sanitaria, in Usa é indispensabile. Leggendo il racconto vi renderete conto del perché. 4- Le distanze negli Stati Uniti sono enormi, peró le strade e il traffico sono nettamente diversi dalle nostre. Non fatevi spaventare dai lunghi tragitti.

5- Fate sempre benzina prima dell’ingresso ai parchi.

6- Durante il nostro viaggio abbiamo privilegiato il numero e la varietà di posti visitati a visite approfondite di ciò che ciascun parco offre. Tenetelo in considerazione quando pianificherete il vostro viaggio, anche i parchi piú piccoli offrono moltissime attività per poterci spendere tranquillamente un giorno o piú. Se noi potessimo rifarlo dedicheremmo un paio di giorni in piú a Yellowstone, approfondiremmo la visita di Canyonlands con un tour in jeep e scenderemo a piedi fino in fondo al Grand Canyon.

7- La spesa complessiva del nostro viaggio é stata di 2900€/persona, di cui 950€/persona per il volo.

Questo il nostro giro in sintesi:

06/08 Viaggio aereo VCE-SFO 07/08 San Francisco 08/08 San Francisco 09/08 San Francisco 10/08 Yosemite NP , notte a Fresno 11/08 Sequoia NP e Death Valley, notte in Death Valley 12/08 Death Valley e Las Vegas, notte a Las Vegas 13/08 Bryce Canyon, notte a Tropic 14/08 Trasferimento a Yellowstone, notte a WestYellostone 15/08 Yellowstone, notte a WestYellostone 16/08 Yellowstone e trasferimento a Moab, notte a Moab 17/08 Canyonlands ed Arches Park, notte a Moab 18/08 Mesa verde, notte a Durango 19/08 Durango/Silverstone, notte a Durango 20/08 Canyon de Chelly e Monument Valley, notte a Mexican Hat 21/08 Antelope Canyon e lago Powell , notte a Page 22/08 Grand Canyon, notte nel Grand Canyon 23/08 Trasferimento verso la costa ovest, notte a Morro Bay, CA 24/08 Costa californiana lungo la highway 1 direzione San Francisco con fermata a Monterey, notte a San Matteo 25/08 San Francisco airport, si riparte per l’Italia!

Ed eccoci qui pronti nella stesura quotidiana del nostro diario di viaggio!!!

06/08/11

Si parte per il nostro fantastico viaggio. Partenza da Venezia, il nostro volo prevedeva 2 scali, Venezia-Monaco-Toronto-San Francisco. Arriviamo per tempo in aeroporto, super affollato da un sacco di vacanzieri, effettuiamo check in e ingresso al gate ed eccoci una bella sorpresa: pronti a salire in aereo ci informano che non possiamo prendere il nostro primo volo…dopo un paio di telefonate e dopo essere stati rispediti al desk Lufthansa, ci informano che l’Air Canada, compagnia con la quale avevamo prenotato il nostro volo per San Francisco aveva ben pensato di cancellarci il primo volo, posticipandocelo di qualche ora… piccolo problema… così facendo saltavano tutte le coincidenze.. momento di panico!!! Dopo una serie di vicissitudini che vi risparmiamo, fortunatamente la signora al desk ci trova 2 posti su un volo Lufthansa (partner star alliance) con arrivo a San Francisco allo stesso orario e un solo scalo a Francoforte…ottimo, poteva andare decisamente peggio. Atterrati a SFO in orario, ci accoglie un vento freddo ed una temperatura tutt’altro che estiva. Prendiamo la BART per il trasferimento in centro e, una volta raggiunta la nostra fermata, valigie alla mano ci avviamo all’hotel a piedi. Chiaramente non abbiamo considerato che San Francisco e’ una città che nasce su una collina ed e’ quindi piena di sali-scendi, siamo quindi arrivati in hotel stremati. Doccia e a letto diretti.

07/08/11

L’indomani ci siamo alzati di buon ora, riposati e con un sacco di aspettative su quanto avremmo visto. Alle 7.30 eravamo già per strada in direzione Pacific Heights e Marina. Abbiamo fatto una lunga (e faticosa) passeggiata lungo le vie di questo quartiere esclusivo, pieno di belle case in stile vittoriano e di angoli da cui si può godere di splendidi panorami sulla città, su tutti Alta Plaza. Ci siamo quindi diretti verso il Civic Center, il quartiere amministrativo della città che ha nella Civic Center Plaza il proprio cuore e nella City Hall il simbolo a livello architettonico. Interessante anche la visita della St Mary’s Cathedral e da non perdere Alamo Square con le famose ‘Six Sisters’, le 6 case affiancate in stile Queen Anne che figurano in molte cartoline di SFO. Proseguendo sempre verso sud, la tappa successiva sono stati gli animati quartieri Haight Ashbury, Mission e il Castro District. Quartieri caratteristici per la stravaganza e ricercatezza di alcuni locali, Haight Ashbury è stato il punto di riferimento per migliaia di hippie negli anni ’70, mentre Castro è tuttora il centro della comunità gay di San Francisco. Entrambi meritano senz’altro una visita. Nel pomeriggio abbiamo concluso la nostra prima giornata di California con una visita all’esteso quartiere di Chinatown, ricco dei colori e degli odori intensi tipici della comunità asiatica. Dopo cena siamo ritornati in albergo, decisamente provati dalla lunghissima passeggiata ma molto soddisfatti di quanto visto.

08/08/11

Ed eccoci pronti alla nostra seconda giornata a SF. Come prima cosa la mattina ci siamo diretti verso il Pier33, per raggiungere l’imbarcadero dove era in partenza il nostro traghetto per la visita ad Alcatraz (prenotatelo da casa). Durante la traversata in direzione Alcatraz, purtroppo la nebbia ricopriva la baia e non ci ha permesso di vedere il Golden Gate come speravamo. La visita alle carceri di altissima sicurezza é stata molto interessante , un simpatico signore ci ha accolto all’ingresso per una breve introduzione sulla storia dell’isola seguita da un video, dopodiché muniti di audioguide ci siamo indirizzati verso i lunghi corridoi del carcere di massima sicurezza. E’una senzazione strana trovarsi di fronte alle celle dove hanno “soggiornato” per molto tempo personaggi come Al Capone! La visita comunque merita, non perdetevela. Al nostro rientro al porto, ne abbiamo approfittato per una visita al vivace Pier39, con i suoi negozietti molto turistici, i leoni marini che popolano i pontili e le squisite zuppe di granchio servite all’interno della pagnotte, belle agli occhi e saporite al palato… del resto Martina l’aspettava dalla partenza dall’Italia. Ben rifocillati ci siamo diretti verso Lombard Street, che viene considerata la strada piú tortuosa del mondo e serpeggia tra splendide abitazioni ed incredibili aiuole di fiori colorati. La strada é a senso unico e sovraffollata di turisti, ma assolutamente da non perdere. Ci siamo poi diretti verso Coit Tower, da cui si può godere di splendidi panorami sulla città, e poi siamo scesi nuovamente dalla collina per una passeggiata nel cuore del Financial District.

09/08/11

La prima tappa del terzo giorno è stata il bellissimo Golden Gate Park, un mix di giardini perfettamente curati ed architetture ben inserite. Capiamoci, non è Central Park, anche se come dimensioni non ha nulla da invidiargli, ma vale di sicuro la pena spenderci qualche ora passeggiando in mezzo a tutto questo verde. Attorno alle 12 abbiamo preso un bus e siamo diretti verso il Golden Gate per poterlo ammirare da vicino. Tanto per cambiare, era avvolto da una fitta nebbia (tenete presente che anche quando in tutta San Francisco splende il sole qui c’è sempre almeno una leggera foschia), ma le foto di rito sono risultate comunque scenografiche. Nel pomeriggio ci siamo fatti una bella passeggiata lungo la Marina, dove potrete ammirare una schiera di splendide case affacciate sull’oceano e la bellissima architettura del Palace of Fine Arts e dell’Exploratorium.

10/08/11 Partenza da San Francisco alle 8 in direzione Yosemite National Park, arrivo intorno alle 13 e acquisto della tessera per l’ingresso in (quasi) tutti i parchi, l’American the Beautiful Pass, 80$. Siamo entrati da ovest (Big Oak Flat Entrance) e abbiamo visitati i principali punti di attrazione del parco: Valley view, Bridalveil Fall (cascate del velo da sposa), Yosemite Village, Yosemite Fall. Fermata rapida su Tunnel view e poi salita in direzione Glacier point, l’unico punto panoramico assolutamente da non perdere visto che si tratta in assoluto della vista piú bello del parco su Half Dome e Merced River. Ad essere sinceri il parco nel suo complesso non ci ha entusiasmati, senza nulla togliere alla natura incontaminata e grandiosa che vi regna nelle nostre Dolomiti si possono apprezzare paesaggi altrettanto grandiosi. Attorno alle 18 abbiamo lasciato Glacer point in direzione Fresno.

11/08/11

Partenza da Fresno alle 7.30 in direzione Kings Canyon -Sequoia National Park. Per chi proviene da Yosemite ed é diretto verso la Death Valley o Las Vegas, é consigliabile effettuare l’ingresso da nord, Kings Canyon Visitor Center, dirigendosi man mano verso sud nell’esplorazione del parco. Noi abbiamo optato per questa soluzione e ci siamo diretti innanzitutto verso quella che a nostro avviso è la piú bella sequoia del parco, il mitico General Grant, che pur essendo un pò piú giovane del General Sherman ha un diametro del tronco superiore e delle belle fronde verdi. A ridosso del General Grant percorrendo il breve trail é possibile percorrere a piedi il tronco di una sequoia in tutta la sua lunghezza (impressionante). Risaliti in auto ci siamo diretti a sud per la visita al General Sherman, purtroppo il tempo a nostra disposizione non era moltissimo in quanto nel nostro itinerario di viaggio era previsto il tramonto in Death Valley. Giunti al parcheggio del punto di osservazione del General Sherman, ci siamo diretti verso la maestosa sequoia e guarda un pó chi si vede, un orso bruno di stazza media intento a frarsi le unghie su un tronco abbattuto. A debita distanza abbiamo scattato un pò di foto. Salutato il nostro amico orsetto abbiamo proseguito nella passeggiata verso il Generale Sherman. C’è da dire che le foto a queste sequioie non rendono molto in quanto è difficile immortalarle in tutta la loro maestositá. Il commento relativo alla resa delle foto vale sia per le sequoie che per molte delle viste dei parchi, si finisce per fare un sacco di foto a mille particolari ma é difficilissimo rendere l’idea dell’imponenza di questi spazi interminabili. Lasciato il General Sherman ci siamo diretti a sud verso l’uscita Three Rivers. Giudizio sul Sequoia sicuramente molto positivo, tanto che non ci sarebbe dispiaciuto dedicarci un po’ più di tempo. Siamo ripartiti alle 13 in direzione Death Valley, dove siamo arrivati un po’ prima del tramonto come da programmi. La nostra prima sosta, una volta entrati nel parco (da Panamint Spring), è stata Mosaic Canyon, un canyon stretto e sinuoso con delle rocce lisce, percorretene almeno un tratto per poterlo apprezzare e portate con voi dell’acqua in quanto pur essendo tardo pomeriggio il caldo si fa sentire (102 F). Seconda tappa Mesquite Flat Sand Dunes, sempre lungo la 190, punto in cui avevamo scelto di vedere il tramonto. Si tratta di una distesa di dune di sabbia bianca, molto bella ma a nostro avviso non il punto migliore del parco. Dopo la vista del tramonto ci siamo diretti verso Furnace Creek, dove avevamo prenotato al Furnace Creek Ranch. Il rapporto qualità/prezzo non é dei migliori, ma consapevoli lo abbiamo scelto per poter apprezzare la Death nei 2 momenti migliori e piú vivibili, tramonto ed alba. Dopo la giornata pesantina ci siamo addormentati prestissimo dopo un panino veloce preso al market del villaggio (l’idea iniziale prevedeva una cena ad uno dei 2 ristoranti del Furnace Creeck ma i tempi d’attesa erano eccessivamente lunghi per la nostra fame/stanchezza.

12/08/11

Mattina sveglia alle 5.30 per essere alle 6 a Zabriskie Point. Abbiamo atteso, in buona compagnia, almeno mezz’oretta per vedere il sole far capolino. La vista é molto bella e variegata, dalle colline corrugate di roccia erosa simili ad un drappo, alla vallata sullo sfondo ed alle montagne rocciose. Ci siamo poi diretti nuovamente verso Furnace Creeck per svoltare a sinistra sulla 178 in direzione Artist Drive/Badwater. Un consiglio, dirigetevi prima verso Badwater anche se lungo la strada vedrete le indicazioni per Artist Drive in quanto quest’ultima é una strada a senso unico che vi riporta a monte della 178, mentre dirigendosi prima a Badwater sarete in grado di ottimizzare un pò i tempi/miglia (noi non l’abbiamo fatto). Artist Drive é una strada a senso unico che si addentra su un percorso che sembra quello dei cartoni animati di Road Runner (o piú banalmente Bip-Bip). Giunti al parcheggio consigliamo la salita sulla collina che vi si presenta di fronte, arrivati in cima potrete ammirare delle pietre vulcaniche ricoperte di pigmenti colorati che vanno dal rosso, rosa, giallo, verde e viola. Lasciata la tavolozza di colori di Artist Drive ci siamo diretti a Badwater, é il punto più basso degli Stati Uniti (86 metri sotto il livello del mare) e si tratta di una distesa di sale bianchissima, letto di un vecchio lago che un tempo ricopriva tutta la vallata. Percorrete la distesa salata per qualche centinaio di metri, merita. Lasciata Badwater ci siamo diretti a Dante’s view sulla 190, qui c’é da dire che alcune guide fanno eccessivo terrorismo sulla strada (pendenza del 15%, ma più che fattibile), arrivati in cima si gode a nostro avviso della migliore vista della Death Valley, si domina dall’alto il vecchio lago salato di Badwater, le montagne rocciose e variegate di colori e delle pareti quasi verdeggianti. Abbiamo quindi lasciato la Death in direzione Las Vegas, effettivamente questa é l’America dei paradossi: natura incontaminata ed a 2 ore di strada il mondo della finzione e del gioco. Siamo arrivati a Las vegas attorno alle 14, visti il caldo infernale e le strade della citta’ pressoché deserte (lo strip si anima la sera), abbiamo deciso di fare una puntatina ad un outlet menzionato dalla guida (a proposito, noi siamo affezionatissimi alla lonely planet, ma vista la penuria di informazioni sui parchi stavolta ci siamo affidati alla routard e si e’ rivelata una scelta azzeccata): Las Vegas Premium Outlet. A dire la verità i prezzi non ci sono sembrati così stracciati, ma merita comunque una visita. Attorno alle 16 ci siamo recati all’hotel per il check-in ed abbiamo avuto un’ottima sorpresa: l’Harra’s Hotel ci ha fatto un upgrade gratuito in una suite, non vi dico la meraviglia. Un paio d’ore di relax e poi fuori per cena e casino’. Il clima che si respira lungo lo strip e’ incredibile, gente davvero di tutti i tipi e luci ovunque! Abbiamo assistito allo spettacolo del fuoco al Mirage e delle fontane d’acqua al Bellagio, entrambi davvero splendidi, una cena veloce e poi una puntatina alle slot-machines di uno dei tanti casino’… chiaramente abbiamo perso qualche decina di dollari, ma l’atmosfera che si respira li ripaga abbondantemente.

13/08/11

La mattina successiva sveglia presto (tanto per non perdere l’abitudine) e partenza attorno alle 7.30 in direzione Bryce Canyon. Arrivati attorno all’ora di pranzo, siamo partiti per il nostro giro da Sunrise Point, splendido! Ci siamo spostati con l’auto nel vicino Sunset Point (che a dispetto del nome non va visto troppo tardi per godere della migliore luce) e da là partenza per un fantastico giro a piedi alla scoperta degli hodoos, Queen’s Garden Trail e Navajo Loop: vi servira’ un paio d’ore per percorrerlo, ma le cose che vedrete sono realmente sbalorditive, paesaggi e scenari meravigliosi. A questo punto siamo tornati alla macchina e siamo partiti verso sud per la visita a tutti gli altri overlooks (in ordine sparso): Natural Bridge, Agua Canyon, Rainbow Point, Inspiration Point e Bryce Canyon. Gli ultimi 2 assolutamente imperdibili, i panorami sono grandiosi (se siete di fretta saltate gli altri). Bryce e’ un parco davvero meraviglioso, con delle viste da lasciare senza fiato.

14/08/11

La mattina seguente sveglia presto, colazione e partenza alle 7.30 direzione Yellowstone. Inizialmente avevamo previsto di impiegare tutto il giorno per il viaggio, con una sosta di un paio d’ore a Salt Lake City, poi ci siamo fatti prendere dall’adrenalina ed abbiamo deciso di ridurre la pausa e pranzare al volo in macchina. Alle 17.30 eravamo all’ingresso west del parco. Avendo calcolato di avere un solo giorno a disposizione, avevamo inizialmente pianificato di visitare solamente il cerchio inferiore del grande 8. In realtà questo arrivo anticipato ci ha permesso di visitare anche una parte del cerchio superiore, il Grand Canyon di Yellowstone, che si e’ rivelato fantastico ma al tempo stesso molto doloroso (poi capirete il perche’). Abbiamo dapprima percorso la North Rim Drive, in parte in auto e in parte su dei sentieri che portano a splendidi punti di osservazione: Brink of Lower Falls Trail, Red Rock, Lookout Point, Grandview Point ed infine l’Inspiration Point. Tutti questi punti di osservazione sono magnifici in quanto permettono di godere di panorami unici su canyon e cascate. A questo punto ci siamo diretti verso la South Rim Drive. Dapprima una camminata veloce lungo il Brink of Upper Falls Trail, poi una visita allo splendido Artist Point da cui si puo’ godere di una vista ineguagliabile sulle cascate inferiori. L’ultima tappa prevista per questo lungo pomeriggio era il percorso Uncle Tom’s Trail, una discesa di 328 gradini per ammirare da vicinissimi le Lower Falls. Purtroppo la troppa foga di raggiungere quest’ultima vista ci e’ costata molto cara, visto che (Paolo) ho appoggiato male il piede scendendo di corsa i gradini e mi sono procurato quella che poi ho scoperto essere una forte distorsione alla caviglia. Non riuscivo piu’ a camminare, quindi abbiamo fatto dietro-front e con grande fatica siamo arrivati all’auto, nel frattempo la caviglia aveva assunto dimensioni preoccupanti.

14/08/11

Dopo una notte di ghiaccio e fasciature, la situazione non era affatto migliorata, quindi abbiamo dovuto recarci ad una clinica del paese per un controllo. Da qui e’ cominciata una trafila di visite da un ospedale all’altro e telefonate all’assicurazione che e’ andata avanti tutto il giorno (la nostra tanto agognata giornata a Yellowstone). Alla fine per fortuna non era rotta quindi niente gesso, “solo” stampelle, ghiaccio e gamba alta il piu’ possibile. A questo punto abbiamo studiato il piano di battaglia alternativo: Martina è diventata il pilota ufficiale, io dietro con la gamba alta e ghiaccio applicato e visite ai parchi per quanto possibile con le stampelle!!! Una bella sfiga, ma tutto sommato poteva andare peggio.

15/08/11

Il programma della mattina seguente prevedeva sveglia e partenza per Moab per una giornata di puro trasferimento, in realtà viste le vicissitudini del giorno precedente abbiamo deciso di posticipare la partenza di qualche ora per visitare almeno un’altra zona del parco, quella dei geyser. Dunque sveglia alle 5.30 e alle 6 eravamo già all’interno del parco per la prima affascinante tappa, il Norris Geyser Basin. Durante il tragitto abbiamo avvistato (e chiaramente fotografato) numerosi daini, un paio ci hanno addirittura attraversato la strada fortunatamente senza conseguenze. Tornando a Norris, e’ un posto incredibile, l’area del parco con i geyser piu’ caldi e la maggiore attivita’ sismica, sembra davvero di essere in un altro pianeta, percorrendo il sentiero del Porcelain Basin le sorgenti di acqua calda fumano in continuazione creando un’atmosfera surreale, i colori poi sono magnifici. Siamo poi ripartiti in direzione sud-ovest verso la zona con la maggiore concentrazione di geyser, lungo la strada si osserva una quantità impressionante di piccoli geyser e sorgenti calde. La tappa successiva e’ stata il Midway Geyser Basin dove si può ammirare la fantastica Grand Prismatic Spring, la piu’ grande sorgente calda del parco coi suoi quasi 100 metri di diametro. Dimensioni a parte, la bellezza e la varietà di colori che si possono ammirare lungo la circonferenza lasciano davvero a bocca aperta. Bella anche la piu’ piccola Turquoise Pool. La tappa successiva, indubbiamente la piu’ attesa, e’ stata l’Upper Geyser Basin ed in particolare il mitico Old Faithful. L’eruzione successiva era prevista un’oretta piu’ tardi, quindi nell’attesa abbiamo fatto un giretto alla scoperta degli altri geyser (per quanto le stampelle me lo permettessero). In particolare, ci siamo soffermati sullo splendido Castle Geyser, molto meno prevedibile rispetto all’Old Faithful ma piu’ vecchio e, a nostro avviso, anche piu’ bello. Siamo quindi ritornati sui nostri passi e ci siamo seduti pazientemente sulle panchine poste tutto intorno al piu’ famoso geyser del mondo in attesa della tanto sognata eruzione, arrivata con massima puntualità alle 11.06! Che dire, semplicemente fantastica, l’acqua e’ stata sparata ad un’altezza di una quarantina di metri per un minuto circa, la vista assolutamente grandiosa. Appagati da questo splendido avvenimento, alle 12.30 ci siamo messi in marcia in direzione Moab, dove siamo arrivati alle 23. Un breve commento su Yellowstone: purtroppo non siamo riusciti a dedicarci tutto il tempo che merita e che avevamo previsto, pero’ quello che abbiamo visto e’ sufficiente per affermare che si tratta di un luogo realmente straordinario, dove natura e fauna creano scenari difficili da immaginare.

17/08/11

La mattina successiva sveglia un po’ piú umana (7.00) e partenza in direzione Canyonlands (Island in the Sky). Sulla strada per il parco abbiamo fatto una breve deviazione in un posto strepitoso, Dead Horse Point, da cui si gode di una vista a dir poco spettacolare sui canyon solcati dal Colorado. Visitandolo di primo mattino, tra l’altro, eravamo praticamente soli (alla faccia di Agosto) e il silenzio era davvero impagabile. Per gli appassionati di cinema, Dead Horse Point e’ il posto in cui e’ stata girata la scena finale di Thelma&Louise in cui le 2 protagoniste si gettano nel vuoto con l’auto. Ci siamo rimessi in macchina e in breve tempo siamo arrivati a Canyonlands, parco davvero spettacolare. Abbiamo percorso in auto tutta la Scenic Drive, fermandoci via via lungo i diversi belvedere. I migliori sono Green River Overlook e Grand View Point Overlook. In quest’ultimo punto di osservazione ci siamo anche intrattenuti un’oretta ad ascoltare un ranger che dava spiegazioni su aspetti legati alla geologia del territorio e alla storia degli insediamenti indiani, interessante anche se sotto il sole delle 12 si cuoceva. Il pomeriggio inizialmente lo avevamo pensato per la visita di un’altra area di parco chiamata The Needles, ma il bello di questa zona lo si riesce a cogliere solamente attraverso passeggiate piuttosto impegnative, cosa ahimè improponibile con le mie stampelle. Abbiamo allora optato per anticipare la visita di Arches Park, altro capolavoro della natura. Siamo entrati nel parco attorno alle 13 cominciando la salita verso gli spettacolari archi. Prima tappa Park Avenue, così chiamata perché le monumentali rocce ricordano gli imponenti palazzi della famosa arteria di New York. Proseguendo, ogni cosa che si vede ci ha lasciati davvero a bocca aperta, complice anche una splendida luce che risaltava il meraviglioso rosso delle rocce. Abbiamo costeggiato via via le Three Gossips, la Balanced Rock e il Garden of Eden, splendido agglomerato di rocce, per finire pochi minuti dopo nei pressi di 2 tra le maggiori attrazioni del parco: la Windows Section, con i suoi 2 archi monumentali, e il bellissimo Double Arch. Proseguendo il cammino, con la macchina fotografica zeppa di foto, abbiamo raggiunto il mitico Delicate Arch. Il caldo di meta’ pomeriggio era incredibile, quindi noi abbiamo optato per vederlo e fotografarlo dai punti di osservazione, ma se arrivate verso il tramonto credo che valga la pena farsi le 2 ore e mezza di cammino per andarlo ad ammirare da vicino. A questo punto ci siamo diretti, come ultima tappa, verso il Devil’s Garden, pur consapevoli che sarebbe stato solo un tour in auto per cogliere qualche bello scorcio. Per questa area, infatti, vale lo stesso discorso fatto prima per The Needles ovvero va esplorata a piedi, cosa che per i noti motivi non ero in grado di fare. Potendo, credo che il Landscape Arch e il Double O Arch siano dei veri e propri must. Verso tardo pomeriggio abbiamo imboccato la via del ritorno verso Moab, che si e’ rivelato un paese carino e davvero strategico per la vicinanza ai parchi.

18/08/11 La mattina successiva sveglia alle 7.00 e partenza per il Colorado con destinazione Mesa Verde. Lungo la strada, abbiamo fatto una deviazione per visitare un belvedere caldamente consigliato dalla guida, il The Needles Overlook… in realtà lo abbiamo trovato molto meno grandioso di come descritto, a mio avviso perché riproduceva in piccolo cose già viste a Canyonlands. Verso le 14 abbiamo effettuato l’ingresso a Mesa Verde, la salita verso il Visitor center é stata di circa 15 miglia. Al Visitor center é possibile prenotare la visita guidata con il ranger per Cliff Palace, la casa trogloditica piu’ famosa, purtroppo c’era qualche barriera architettonica di troppo e visto l’infortunio abbiamo dovuto optare per una soluzione alternativa, ovvero Spruce Tree House, una delle abitazioni trogloditiche piú grandi e meglio conservate del parco dove si contano 114 stanze e 8 kivas (stanze dedicate ai riti religiosi). L’unico peccato e’ che qui non ci fossero visite guidate perché realmente ne sarebbe valsa la pena. Vedere dove gli indiani hanno dimorato fino a poco tempo fa e il tipo di costruzioni che hanno saputo ricavare nella roccia e’ davvero incredibile. Un consiglio, se ne avete l’occasione scendete ad osservare da vicino una delle abitazioni, l’atmosfera che si vive a poca distanza e’ realmente differente dal vederla solo dai diversi overlooks. Estremamente soddisfatti da quanto visto, che ha ripagato la fatica per raggiungerlo, abbiamo completato la visita del parco percorrendo la Mesa Top Loop Road fermandoci mano a mano sui belvedere piú belli, tra cui spiccano Navajo Canyon View per avere una vista sul canyon e Sun Point Overlook per una vista d’insieme su Cliff Palace e altre 6 cliff dwellings (case trogloditiche). Da Mesa Verde ci siamo incamminati per Durango e in un’oretta circa siamo arrivati in hotel. Volutamente finora non abbiamo mai fatto commenti sugli hotel, questo perché tutti si sono rivelati piú che accettabili, anche i piú spartani li abbiamo comunque trovati puliti. L’unico motel che vi consigliamo vivamente di evitare e’ proprio quello di Durango, l’Adobe Inn, dove la sensazione di sporcizia e trasandatezza e’ andata oltre ai limiti per i quali siamo disposti a chiudere un occhio in vacanza. Motel a parte, Durango e’ una città carina, con un piccolo centro dove si possono trovare locali caratteristici e piccoli negozietti con prodotti spiritosi (tra tutti merita una menzione particolare l’alce porta carta igienica, con tanto di giubbottino arancio fluorescente).

19/08/11

La mattina successiva avevamo prenotato i biglietti per fare un giro da Durango a Silverstone con la vecchia locomotiva a vapore, vera e propria istituzione per gli abitanti nonché principale attrazione per i turisti. Il giro e’ stato carino, per l’andata sono necessarie poco meno di 4 ore col treno che si inerpica a bassa velocità tra bei paesaggi di montagna. Siamo arrivati a Silverstone attorno alle 13, pranzo in un saloon con tanto di pianista e piccolo giro nel paese tipico del far-west visto in televisione e poi ritorno a Durango per cena. Complessivamente la gita e’ stata carina ma non ci sentiremmo di consigliarla, visto anche il costo non proprio trascurabile (100 dollari a persona).

20/08/11

La mattina seguente abbiamo salutato il Colorado per dirigerci in Arizona (attenzione che in estate qui siamo un’ora indietro rispetto a Utah e Colorado), prima tappa Canyon de Chelly, dove siamo giunti attorno alle 11.30. A differenza di altri Canyon, quello di Chelly non colpisce tanto per l’immensita’ visto che a separare le sponde sono massimo 2 km, quanto al contrario per la possibilita’ di sfruttarne le dimensioni “ridotte” per apprezzare appieno il processo di erosione delle rocce e la curiosa organizzazione della vita umana nella valle tuttora abitata. Un’interessante escursione parte a piedi dal White House Overlook e permette di scendere ad osservare da vicino le rovine di questa casa trogloditica. Noi, avendone già visitata da vicina una a Mesa Verde, abbiamo optato per visitare il parco attraverso i 7 belvedere lungo la South Rim Drive. Complessivamente il parco si e’ rivelato davvero interessante e se avete occasione merita di sicuro una visita. Se, per mancanza di tempo, vi trovate pero’ scegliere tra il Canyon de Chelly e Mesa Verde vi consiglieremmo questo secondo parco, che permette di approfondire meglio le tematiche legate allo stile di vita e agli insediamenti dei Navajo. Attorno alle 14 ci siamo rimessi in viaggio verso la Monument Valley con l’obiettivo di viverla al tramonto, peccato che il cielo nel frattempo non promettesse niente di buono. Quando siamo arrivati, attorno alle 16, la pioggia continuava a minacciare di rovinarci i piani, ma una volta che ci siamo messi in cammino lungo la Valley Drive (17 miglia di sabbia e buche) fortuna ha voluto che il cielo cominciasse ad aprirsi, creando tra l’altro degli effetti cromatici meravigliosi per le foto di rito. Complessivamente sono necessarie circa 2 ore e mezza per compiere il giro completo sostando a tutti i punti di interesse, il piú suggestivo dei quali e’ senza dubbio il John Ford’s Point. Non perdetevi assolutamente la visita perché le meraviglie naturali che ammirerete sono davvero incredibili e possibilmente fatela o al tramonto o all’alba, nelle ore centrali, oltre al caldo fastidioso, la luce non e’ delle migliori. Alla sera abbiamo dormito a Mexican Hat, evitate Kayenta perché e’ davvero un paese tristissimo.

21/08/11

Siamo arrivati al 21 di Agosto, e dopo una settimana di rotture oggi ho deciso che le stampelle rimangono in macchina. La prima tappa e’ stata l’Antelope Canyon, che si e’ poi rivelato un posto a dir poco splendido. Siamo giunti a destinazione verso le 9.15 ed abbiamo prenotato la visita dell’Upper Canyon delle 11. La meta non si può raggiungere coi mezzi propri in quanto il percorso e’ piuttosto impervio, ergo si pagano 25 dollari a testa per il trasporto in jeep piú una sorta di visita guidata della durata di un’ora circa. Le ore migliori per la visita sono tra le 11 e le 14, quando la luce entra praticamente verticale nel canyon creando degli effetti cromatici stupendi sulle rocce. Si percorre in tutta la sua lunghezza lo stretto canyon e se ne ammirano i capolavori di colore sulle rocce, le foto davvero si sprecano. Unico aspetto negativo il sovraffollamento esagerato, che toglie non poca magia a questo posto davvero meraviglioso. Un consiglio, visitatelo nella fascia oraria indicata sopra perché altrimenti rischiereste di non apprezzarlo e prenotate il tour per tempo, in estate se non si arriva con un buon anticipo è facile slittare al giorno successivo. A fine visita ci siamo avviati verso il nostro alloggio a Page e nel pomeriggio ci siamo concessi un giretto rilassante sulle sponde del lago Powell, creato artificialmente attorno alle meta’ del ‘900 attraverso la costruzione di una diga per arginare le piene devastanti del Colorado. Il risultato, seppur artificiale, e’ davvero un’opera d’arte… il contrasto di colori tra il blu intenso delle acque e il rosso delle rocce sullo sfondo crea un’ambientazione veramente da favola. Consigliato.

22/08/11

Ed eccoci arrivati all’ultima grande tappa del nostro fantastico viaggio prima del ritorno verso San Francisco: il Grand Canyon. Sveglia alle 6, rifornimento con colazione al supermercato e partenza da Page alle 7 per un ingresso al Grand Canyon Village alle 9.30. Purtroppo nel nostro programma non e’ previsto di scendere fino in fondo al canyon, in un giorno non sarebbe assolutamente possibile, col senno di poi e’ una cosa che prevederemmo. Quello che abbiamo deciso di fare, quindi, e’ di percorrere interamente la sponda sud del canyon alternando gli spostamenti in shuttle con qualche splendido tratto lungo il Rim a piedi, costeggiando l’immensità del canyon sottostante. Provenendo dall’ingresso est, abbiamo dapprima percorso in auto la Kaibab Trail Route, partendo dal capolinea di Desert View Point ed avvicinandoci via via al famoso Yaki Point. Dopodiché abbiamo lasciato l’auto a Yavapai Point e a piedi ci siamo diretti verso Mather Point per poi far ritorno al parcheggio con la navetta. Alcuni tratti del parco sono organizzati molto bene con il sistema di navette che portano a tutti i diversi punti di osservazione. Alcuni View Point, infatti,non sono aperti alle auto. Abbiamo quindi iniziato il Trailview Overlook con la linea rossa dell’ autobus fermandoci a quasi tutti i punti di osservazione sul Grand Canyon e sul fiume Colorado. Mohave Point é stato il nostro prescelto per il tramonto, uno spettacolo bellissimo.

Il Grand Canyon è assolutamente imperdibile.

23/08/11

Giorno di puro trasferimento verso la costa, abbiamo dormito a Morro Bay.

24/08/11

Una bella giornata di sole ci ha accompagnati lungo la statale 1, famosa panoramica che costeggia l’oceano. A parte una nebbia fastidiosa nelle prime ore del mattino, la giornata è stata davvero piacevole. Ci siamo fermati a vedere una colonia di leoni marini ed abbiamo fatto tappa a Monterey, città davvero carina che merita una visita. Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto San Matteo, comodo all’aeroporto di San Francisco.

25/08/11

Partenza per il rientro in Italia :-(((

Sinteticamente, un VIAGGIO DA SOGNO!!!

PAOLO E MARTINA



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