Botswana into the wild

Agosto 2019
Scritto da: honey-sunny
botswana into the wild
Partenza il: 03/08/2019
Ritorno il: 22/08/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: 4000 €
Sud Africa, tour del Botswana, Victoria Falls (Zimbabwe e Zambia) e Sud Africa

A) INFORMAZIONI GENERALI:

IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 33 pagine… almeno sapete di che morte morire se iniziate a leggere. In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte, in mesi di lavoro e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa. Mi spiace ma racconto anche qualcosa di personale che a chi legge non interessa. E’ l’unico itinerario che scrivo quindi deve essere anche un nostro ricordo. Portate pazienza …

Quando: 20 giorni dal 03.08.2019 al 22.08.2019.

Perché questo viaggio: Alla fine del viaggio in Namibia, ad agosto 2017 fatto con i nostri amici Monica, Pietro e Luca (i Pocket), ci eravamo ripromessi di fare insieme il Botswana. Nel 2018 abbiamo fatto viaggi diversi ma al rientro dalle ferie Monica ha iniziato a battere il chiodo e ovviamente noi non ci siamo tirati indietro … non aspettavamo altro. Al nostro gruppo si sono uniti Simona e Renzo, conosciuti sempre in Namibia nel 2017. Quindi in tutto siamo 3 jeep e 9 persone (noi siamo i Bus: Anna, Pier, Martina e Matteo).

Itinerario: Abbiamo studiato il giro in base a ciò che preferivamo vedere. La soluzione più comoda era arrivare a Maun in aereo e ripartire da Kasane ma i due voli interni erano molto cari (circa € 200 a testa ciascun volo) e in più bisognava aggiungere il drop-off della macchina (circa € 500). Partendo ed arrivando a Johannesburg abbiamo risparmiato tantissimo. Abbiamo dovuto aggiungere 2 notti in avvicinamento ed una in rientro e l’affitto della macchina per 3 giorni in più ma così facendo abbiamo comunque abbattuto in modo considerevole il preventivo iniziale. Quindi l’itinerario e i vari pernottamenti sono stati: Johannesburg e Matamba Bush Camp in Sud Africa poi in Botswana Khama Rhino Sanctuary, Khumaga-Makgadikgadi Pan, Nxai Pan, notte in quad nel Makgadikgadi Pan da Gweta, 2 notti a Maun con volo sull’Okavango ed escursione in mokoro di una giornata, Thirst Bridge e Xobega Island nella Moremi, Khway, Savuti, Muchenje sul Linyanti, Ihaha e 2 notti a Kasane sul Chobe, 1 alle Moremi Gorge. Abbiamo preferito poi prenotare noi direttamente, una notte a Johannesburg dopo aver lasciato l’auto per non correre il rischio di perdere l’aereo nel caso in cui avessimo avuto un qualsiasi intoppo (il volo partiva alle 21.00 e in quella giornata avevamo 500 km. da fare). L’ultima giornata a Johannesburg è stata una giornata di cazzeggio ma è andata bene così. L’idea iniziale era di fare un tour organizzato a Soweto ma, vedendo i disordini che ci sono, abbiamo preferito rimanere in hotel.

Prenotazioni: bisogna prenotare con larghissimo anticipo in quanto i posti sono mooooolto limitati. Ho accantonato l’idea di farlo io, come al solito, per il fatto che, essendo in 9, non era facile trovare le disponibilità. Più avanti spiego come funzionano i campeggi e le relative prenotazioni. Altro scoglio sono i lunghi tempi di risposta alle richieste di disponibilità. Fossimo stati solo noi con una macchina sola, sicuramente ci avri provato, ma essendo in gruppo, non mi sono fidata.

Ci siamo fatti fare diversi preventivi e poi abbiamo scelto un’agenzia che ha sede in Botswana, Drive Botswana (www.drivebotswana.com/it). I contatti li abbiamo tenuti con Andy (proprietario insieme al fratello Phil). Abbiamo dovuto posticipare di una settimana la partenza perchè non c’era più disponibilità in alcuni posti, pur essendo 11 mesi prima. Abbiamo optato per fare alcune notti in lodge alternate, nei posti in cui i prezzi erano folli, ad altre in campeggio (dormendo nella tenda sul tetto della jeep). Andy ha capito subito quello che volevamo e ci ha fatto delle proposte, di cose molto interessanti, che hanno fatto propendere per lui, come la notte sotto le stelle con escursione in quad. Il costo è stato di € 2.183 a testa, totale € 8.433. Abbiamo pagato metà dell’importo al momento della prenotazione, 11 mesi prima, e il saldo ad un mese e 1/2 dalla partenza. Tutto con bonifico. Ci ha inviato subito, con posta, una mappa e un libricino d’informazioni di 70 pagine e poi, una settimana prima di partire, tutti i voucer con il dettaglio di tutto, dai benzinai alle banche, dai market alle strade da percorrere (fatto davvero bene). Quando eravamo via una jeep ha avuto un problema, gli abbiamo scritto su whatsupp e ci ha risposto immediatamente con le indicazioni di cosa dovevamo fare. Quindi voto 10 come tour operator.

I costi indicativi, di quanto prenotato con Andy, per la mia famiglia di 4 adulti, sono i seguenti:

– jeep (circa € 3000, circa € 180 al giorno): un Toyota Land Cruiser serie 79 (targato HX 45 NV GP), affittato dalla Bushlore (https://bushlore.com/) con due tende sul tetto (con serbatoio di 130 lt.). Era super accessoriato con gps (le mappe sono della dettagliatissima Tracks4Africa), frigo, sedie, tavolo, tutto il necessario per cucinare, 2 bombole, griglia (legata ad una delle due ruote di scorta), attrezzatura per l’insabbiamento (corda traino, pala e strisce in gomma) e per il pronto soccorso, doccia da campo, lampade e torce (una potente da attaccare al motore della macchina), sacchi a pelo, cuscini e telo da mettere sul materasso (tutto pulito ed impacchettato nei scacchetti della lavanderia), teli da doccia, 2 taniche da 20 lt l’una per la benzina, inverter (ho fatto richiesta apposta), serbatoio per l’acqua pulita di 60 lt., compressore per rigonfiare le gomme, ecc. ecc.

– lodge/campeggi (circa € 5.000 – l’Aero Lodge l’abbiamo prenotato noi): compreso l’escurione in quad con il pernottamento sotto le stelle nel pan del Makgadikgadi (€ 740) e la follia di questa vacanza che è stata la notte a Xobega Island all’interno dell’Okavango (€ 1580)

– escursione di tutto il giorno in mokoro da Maun con Mosu Safari Tours (https://www.mosusafaritours.com/) (€ 270)

– volo di 1 ora con il piper da Maun sul delta dell’Okavango con Air Shakawe (€ 320)

– telefono satellitare € 43 per la mia famiglia, costo totale € 130 (abbiamo diviso la cifra per 3 famiglie)

Il Botswana è uno dei pochi paradisi rimasti. Da la possibilità di poter restare completamente a contatto con la natura e gli animali. Le notti in tenda, con tutto il campo da organizzare con docce e cena, sono state le più belle. Avevamo tanta titubanza perchè per noi era la prima volta ed invece, essendoci organizzati in tutto nei minimi particolari, è stata un’esperienza fantastica.

Voli: li abbiamo prenotati noi 10 mesi prima, ad ottobre 2018, direttamente sul sito dell’Alitalia. Andata e rientro da Milano a Johannesburg (con cambio aereo a Roma) ad € 826 a testa.

Altre spese: gasolio € 467; market € 305; ristoranti € 590; ingressi nei parchi € 509; crociera sul Chobe € 248; assicurazione soccorso elicottero € 60; multe € 38; parcheggio Malpensa € 102; varie € 112.

Pernottamenti: Elenco i vari posti in cui abbiamo pernottato indicando i prezzi che ho trovato on-line. Sono riferiti alla mia famiglia (due adulti, un ragazzo di 18 anni e una ragazza di 16 anni, in alcuni posti lei ha pagato metà prezzo) location pernottamento pasti 04. 08. 2019 Matamba Bush Camp Waterberg (SA) tenda sul tetto con cena € 75 05. 08. 2019 Khama Rhino Serowe tenda sul tetto campeggio € 36 06. 08. 2019 Khumaga Campsite Makgadikgadi Pan tenda sul tetto campeggio € 160 07. 08. 2019 Nxai Campsite Baines’ Baobab tenda sul tetto campeggio € 181 08. 08. 2019 Nwetwe Pan (quad) Makgadikgadi sotto le stelle con cena-colazione € 740 09. 08. 2019 Crocodile Camp Maun lodge con cena-colazione € 294 10. 08. 2019 Crocodile Camp Maun lodge con cena-colazione € 294 11. 08. 2019 Third Bridge Camp Moremi camera tendata campeggio € 436 12. 08. 2019 Xobega Island Camp Moremi lodge tendato con cena-colazione-attività € 1580 13. 08. 2019 Khwai Campsite Khway tenda sul tetto campeggio € 160 14. 08. 2019 Savuti Campsite Savuti tenda sul tetto campeggio € 160 15. 08. 2019 Muchenje Campsite Linyanti tenda sul tetto campeggio € 60 16. 08. 2019 Ihaha Campsite Chobe tenda sul tetto campeggio € 76 17. 08. 2019 Chobe River Cottages Kasane – Chobe lodge solo pernottamento € 291 18. 08. 2019 Chobe River Cottages Kasane – Chobe lodge solo pernottamento € 291 19. 08. 2019 Goo Moremi Gorge Moremi gorge lodge solo pernottamento € 125 20. 08. 2019 Aero Guest Lodge Johannesburg lodge con colazione € 84 € 5043

Siti internet dei lodge: – Matamba Bush Campsite: http://www.matambabushcamp.com/ – Khama Rhino Sanctuary: http://www.khamarhinosanctuary.org.bw/ – Khumaga Campsite – Makgadikgadi Pan: http://www.namibweb.com/khumaga.htm – Nxai Campsite – Baines’ Baobab: https://www.xomaesites.com/camping/13-baines-baobab.html – Nwetwe Pan – Makgadikgadi Pan: http://www.planetbaobab.travel/ – Crocodile Camp – Maun: https://sklcamps.com/crocodilecamp/ – Third Bridge Camp – Moremi: https://www.xomaesites.com/camping/10-third-bridge.html – Xobega Island Camp – Moremi: https://www.xobega.com/ – Khwai Campsite – Khwai: https://sklcamps.com/campingsites/ – Savuti Campsite – Savuti: https://sklcamps.com/campingsites/ – Muchenje Campsite – Linyanti: http://www.muchenjecampsite.com/ – Ihaha Campsite – Chobe: https://www.oshanareservations.com/ihaha-campsite/ – Chobe River Cottages – Kasane – Chobe: http://choberivercottages.com/ – Goo Moremi Gorge: http://botswanaunplugged.com/7168/visit-newly-revamped-mystical-goo-moremi-gorge-resort/ – Aero Guestlodge: http://aeroguestlodge.co.za/

Prenotazioni lodge: se si vuole prenotarli da soli, basta contattarli sui rispettivi siti. La maggior parte utilizzano un programma molto comodo grazie al quale si vede la disponibilità reale e si può pagare direttamente con carta di credito.

Prenotazioni campeggi: Possono essere statali o privati.

Il sito migliore è Traks4Africa (https://tracks4africa.co.za/maps/africa/). Cliccando sulla tenda bianca e verde, in basso a sinistra, si apre la mappa con indicati tutti i campeggi dell’Africa Australe quindi anche quelli del Botswana. Quando se ne seleziona uno, si apre una pagina con i dettagli generali e i contatti per le prenotazioni. Qui sono indicati sia quelli privati che quelli statali e di conseguenza si viene dirottati o sui relativi siti o ad indirizzi mail (o solo numeri di telefono). E’ davvero comodo e semplice. L’unico neo sono i tempi di risposta, non sempre immediati.

I campi statali sono gestiti dal DWNP, Department of Wildlife National Parks e gestiscono anche il pagamento dei costi giornalieri d’ingresso.

Altro sito utile è: http://www.getaway.co.za/travel-ideas/book-campsites-botswanas-national-parks/

Spiega come fare a prenotare e indica i vari operatori che gestiscono i campi privati.

All’inizio della pagina se si clicca Download: The Getaway BFGoodrich 4×4 Guide to Botswana, si apre un pdf scaricabile, di 48 pagine, con info parecchie informazioni.

Elenco i principali campi. Si prenotano (prezzi per persona per notte):

– Dwnp (http://www.gov.bw/ – mail: dwnp@gov.bw – o agli uffici di Maun) – Costo: Pule 30 (€ 2,5):

Sono tutti campi statali:

– tutti i campi del lato del Botswana del Kgalagadi Transfrontier Park

– otto campeggi del Central Kalahari Game Reserve (i tre che si trovano al gate: Matswere Gate, Tsau Gate and Xade Gate) e poi Xaka, Kori, Deception, San e Phokoje Pans

– due campeggi nel Makgadikgadi Pans National Park: Njuca Hills e Tree Island

– Big Foot Tours (www.bigfoottours.co.bw – mail: reservations@bigfoottours.co.bw) – Costo: Pule 75 (€ 6):

– Central Kalahari: Piper Pan, Letiahau, Lekhubu, Kukama, Sunday Pan, Passarge Valley and Motopi

– Khutse Game Reserve (sud del Central Kalhari): tutti e 5 i campeggi

– Gaing-O Community Trust (http://www.kubuisland.com/ – si invia mail dal sito) – Costo: Pule 150 (€ 12,50) + 50 fees d’ingresso

– Kubu Island Campsite

– Kwalate Safaris (kwalatesafari@gmail.com)

– Chobe: Ihaha Camp (Pule 260 € 22- minorenni Pule 130 € 11) – Moremi: South Gate and Xakanaxa (non sono riuscita a trovarli)

– Xomae Group (www.xomaesites.com – xomaesites@btcmail.co.bw)

– Moremi – Third Bridge Camping – USD 50 (10 piazzole)

– Moremi – Third Bridge Self Catering Chales – USD 120

– Okavango – Gcodikwe 1 Island Camp: USD 50 (non ho capito dove si trova, mi riusulta un lodge)

– Nxai Pan – South Camp – USD 38 (10 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 6 persone)

– Nxai Pan: Baines’ Baobab – USD 50 (3 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 12 persone)

– SKL (www.sklcamps.com – reservations@sklcamps.co.bw)

– Chobe – Savuti: USD 50 – minori USD 25 (14 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone)

– Chobe – Linyanti: USD 50 – minori USD 25 (5 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone) – Khwai – North Gate: USD 50 – minori USD 25 (10 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone) – Makgadikgadi – Khumaga: USD 50 – minori USD 25 (10 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone)

– Khama Rhino Sanctuary (www.khamarhinosanctuary.org.bw – krst@khamarhinosanctuary.org.bw)

Costo: campeggio Pule 108 (€ 9,00) a notte a testa- chalets Pule 700/800 (€ 58/67) a notte a testa.

Fees: Pule 72 (€ 6) a testa e Pule 88 (€ 7,33) la jeep

– Khwai Development Trust: (http://www.khwaitrust.co.bw/ ) Costo: Pule 300 (€ 25) – Khwai community concession: Magotho Camp

– Mababe (tra Khuay e Savuti) (NDM Travel Agency) – Costo: Pule 220 (€ 18)

– Tshaa Camp

– Tuli Wilderness (www.tulitrails.com – reservations@tulitrails.com) – Costo: Pule 140 (€ 12) include le tasse – Molema Bush Camp

– Mbudi Camp nord Khwai: mbudicampkhwai@gmail.com

Info sui campeggi: I campeggi sono pochi e hanno pochissime piazzole. In ciascuna ci possono stare da 1 jeep a 3 (con massimo 8 persone), solo se viaggiano insieme (per noi hanno un fatto uno strappo alla regola per il fatto che Martina è minorenne altrimenti avremmo sempre dovuto prendere due piazzole con la conseguente difficoltà di prenotazione). Quindi non si corre il rischio di trovarsi vicini ad altre persone che non si conoscono. Quindi, per fare un esempio, nella Moremi ci sono 3 campeggi con esagerando 8/10 piazzole. Se tutti viaggiano da soli, ogni notte possono pernottare solo meno di 30 macchine in tutta la riserva. Nel Khwai e nel Savuti ce n’è solo uno … Tutte le piazzole sono vicine ma consentono notevole privacy. Nei campeggi ci sono i blocchi dei bagni. Abbiamo sempre trovato tutto pulito e acqua calda ovunque. Può capitare di arrivare e non trovare acqua per qualche disguido. E’ bene avere sempre taniche da 5 litri di scorta. C’è la possibilità di lasciare l’immondizia (non abbiamo trovato le “gabbie” solo al Baines’ Baobab).. Non ci sono recinzioni quindi l’attenzione deve essere a mille. Si deve arrivare al campeggio con il sole ancora un pochino alto, accendere subito il fuoco, andare a farsi la doccia, cenare con il tramonto in modo tale da riuscire ad andare a lavare le pentole con la luce, rimanere sempre vicino al fuoco e se si deve andare dietro la jeep quando si deve riordinare, illuminare con le torce. E’ bene non rimanere molto a lungo alzati, meglio ritirarsi in tenda il prima possibile e rimanerci senza più scendere fino al mattino. Gli animali, se sentono rumori non si avvicinano ma appena si sale in tenda, nonostante il fuoco … arrivano. Noi cercavamo di rimanere svegli il più possibile e abbiamo visto iene (sempre e anche diverse), tassi del miele, elefanti e i licaoni (al Chobe).

Patente e guida: la guida è opposta all’Italia. Si viaggia a sinistra e il posto del guidatore è a destra. Sia in Sud Africa che in Botswana ci vuole la patente internazionale. Va bene sia quella della convenzione di Ginevra (dura 1 anno) che di Vienna (dura 3 anni). Costa € 86, le tempistiche per averla sono di 3 settimane. Ci siamo rivolti ad un’agenzia privata del nostro paese, l’Asl non offre questo servizio. Per il Sud Africa ci sono pareri discordanti. I rental car non la chiedono. Potrebbe chiederla la polizia se vuole proprio rompere le scatole. Nei nostri diversi giri in Sud Africa nessuno ce l’ha mai chiesta. Se serviva abbiamo sempre fatto vedere quella italiana. Per il Botswana dicono che non è obbligatoria ma in assenza di questa bisogna avere una traduzione in inglese di quella italiana quindi, nel dubbio, per 86 euro, non conviene rischiare. Noi l’avevamo dal viaggio del 2017.

Valuta:

€ 1 = BWP (Pula) 12 (Botswana)

€ 1 = Rand 16 (South Africa)

€ 1 = USD 1,14

In lingua Setswana “pula” significa letteralmente “pioggia”, un elemento naturale particolarmente scarso nel territorio prevalentemente desertico del Botswana e quindi di elevato valore. “Pula” significa anche “benedizione”, giacché la pioggia è una benedizione per questo popolo. La pula è divisa in 100 “thebe”, letteralmente “scudi”. La valuta è circolazione dal 1976 quando ha sostituito alla pari il rand sudafricano. Nonostante la svalutazione avvenuta nel maggio 2005 del 12%, la pula rimane una delle più forti valute dell’Africa.

Okavango Air Rescue: http://www.okavangorescue.com/ – Abbiamo fatto una donazione di Pule 175 (€ 15 circa) a testa così facendo, in caso di necessità, garantiscono il recupero in elicottero (con medici a bordo), in tutto il territorio del Botswana C’è una mappa con i tempi di recupero per ciascuna zona. Per dare un’idea, nel Savuti/Moremi, i tempi vanno da 30 a 45 minuti. Ti portano in ospedale a Maun. Vale per un anno. Consiglio vivamente di farlo. Ovviamente bisogna affittare il satellitare perchè nei posti più sperduti, dove c’è maggior necessità in caso di problemi, non c’è il segnale del telefono

Parchi Nazionali:

Sono gestiti dal DWNP (Department of Wildlife National Parks). Le conservation fees, le tasse giornaliere da pagare per poter accedere ai parchi nazionali, si possono pagare ai rispettivi gate (la maggior parte non accettano carta di credito e spesso, anche se hanno la macchinetta, non è funzionante quindi è sempre meglio avere i contanti) oppure presso gli uffici del DWNP di Maun (dove si può pagare anche con carta di credito) (S19 59.056 E23 25.844) (orari: lu-ve 7.30/16.30; sa 7.30/12.45 e 13.45/16.30; do 7.30/12.45). Si supera il ponte principale di Maun, percorrendo la A3, alla prima rotonda si gira a destra su Sir Seretse Khama Road, la prima a destra sulla Audi Dr. e poi subito ancora a destra sulla Kubu Street (senza uscita). Se si va in direzione Moremi consiglio di pagare tutto qui. Si evitano perdite di tempo ai gate e non si è obbligati a viaggiare con tanto contante.

Il costo delle tasse d’ingresso è:

– adulto Pule 120 (€ 10)

– minorenne Pule 60 (€ 5)

– macchina immatricolata in Botswana Pule 10 (€ 0,80)

– macchina straniera Pule 50 (€ 4)

Orari in cui si può girare nei parchi:

– da aprile a settembre 6.00/18.30

– da ottobre a marzo 5.30/19.00

Le tasse d’ingresso fino a luglio si pagavano a notte. Ora invece sono giornaliere. Se si pernotta una notte nel parco si pagano per due giorni. Se si passa da un parco all’altro nello stesso giorno si pagano due volte. Quindi sono al giorno e per parco. Considerare che ad ogni gate bisogna registrarsi sia in ingresso che in uscita con targa dell’auto, passaporti, ecc ecc e controllano i voucher dei pernottamenti.

Strade: le principali sono asfaltate. Nei parchi sono sterrate e sabbiose. Quest’anno ha piovuto pochissimo quindi c’era una siccità pazzesca. Abbiamo solo trovato un guado nella Moremi. Andy ci ha comunicato prima di partire quali percorrere. La situazione cambia sempre sia per l’acqua che per gli elefanti (entrambe possono distruggerle e renderle inagibili quindi bisogna percorrerne altre).

Benzinai: sono segnati sulle cartine. Si trovano in tutte le cittadine comunque sempre fare il pieno anche se si è a metà serbatoio. Da Maun al Chobe (a Muchenje hanno aperto un nuovo distributore a settembre) non si trova nulla. Fondamentale avere un paio di taniche supplementari. Il costo del gasolio è di Pule 9,50 (€ 0,79) al litro.

Km. percorsi: km. 3622 (asfalto km.2720 e sabbia km.902)

Mance: solitamente sono pari al 10% di quanto speso. Si possono aggiungere al totale della spesa se si paga con carta di credito oppure si possono pagare in contanti a parte. Non le chiedono, ma sono moooolto gradite.

Malaria: da Maun al Chobe la malaria c’è. Il rischio di contrarre la malattia è alto durante, e poco dopo, il periodo delle piogge. Durante la stagione secca e con il freddo dell’inverno australe il rischio è ridotto al minimo. Valutare i pro i contro sul fare l’antimalarica. Noi l’abbiamo sempre fatta solo omeopatica pur andando in zone ad alto rischio nel periodo peggiore. Preferiamo fare quella comportamentale: dopo il tramonto rimanere all’aperto il minimo in dispensabile indossando solo con abiti chiari che coprano la maggior parte del corpo e spruzzando, sulle parti scoperte, dei repellenti e soprattutto dormire sotto le zanzariere. Sono scelte personali.

Documenti e visti: Per entrare sia in Sud Africa che in Botswana non ci vuole il visto per massimo 90 giorni di permanenza. Il passaporto deve avere come al solito validità residua di 6 mesi dalla data del rientro e 2 pagine bianche. IMPORTANTE sia per il Sud Africa (dal 01.06.2015) che per il Botswana (dal 01.10.2016) ci sono nuove regole per l’ingresso dei minori (anche solo in transito). Ogni minore, anche se in viaggio con entrambe i genitori, deve essere in possesso di un certificato di nascita multi lingue. Su questo vengono indicati nome del minore con data di nascita e i nomi dei genitori. Questo documento si richiede all’anagrafe del proprio paese ed è gratuito.

Per le Victoria Falls in Zimbabwe bisogna pagare il visto di $ 30. Se si vuole vedere anche il lato dello Zambia bisogna acquistare l’UniVisa di $ 55 (l’hanno sospeso una settimana prima del nostro arrivo per problemi politici dello Zimbabwe).

Tenete presente che sia il Sud Africa che il Botswana richiedono il vaccino della febbre gialla se si sosta per più di 12 ore in un paese in cui la malattia è endemica. Il Sud Africa ha tolto il divieto per chi arriva dallo Zambia.

Un sito sul quale poter guardare i vari aggiornamenti è il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (http://www.viaggiaresicuri.it/). Questo ovviamente è aggiornatissimo.

Cibo: i market sono più che mai forniti. Alcune cose, come la pasta, le abbiamo portate dall’Italia ma il grosso, l’abbiamo acquistato in loco. Abbiamo trovato tutto quello che avevamo in mente di comprare.

Divieti per il cibo: Ci sono divieti per alcuni generi alimentari. In primis niente arance e limoni perchè gli elefanti ne vanno ghiotti. Pur non volendo fare danni, potrebbero creare problemi alle jeep cercando di prenderli. Fiutano l’odore a distanza. Altro discorso per carne cruda, latticini e uova (ma il divieto assoluto è principalmente per la carne). Ci sono diverse barriere veterinarie sulle strade principali dove controllano le jeep. Se i poliziotti trovano cibo non giusto, lo sequestrano. Sono fiscali da nord verso sud e da est verso ovest, praticamente dalla zona dove non ci sono controlli veterinari del bestiame alla zona dove invece gli ci sono gli allevamenti. C’è un batterio che colpisce i bufali e che potrebbe essere trasmesso alle mucche, essendo della stessa famiglia. Quindi vietano gli spostamenti della carne cruda si spera di proteggere gli animali, che l’uomo usa per cibarsi e per il latte, da una malattia mortale. Quando si fa la spesa bisogna considerare questa cosa in primis per la salvaguardia dei capi di bestiame ma anche perchè si rischia di rimanere senza cibo sul quale si contava in posti in cui non si trova nulla da comperare.

Acqua: Abbiamo sempre lavato i denti con l’acqua delle bottiglie e non abbiamo mai mangiato verdura cruda. Nessuno di noi ha avuto il men che minimo problema di salute.

Fauna: un tempo chi andava in Africa voleva come trofei di caccia i “Big five” (i primi 5 dell’elenco di seguito) ma ora questi trofei sono per lo più fotografici quindi sono diventati i “Big nine”. RINOCERONTE bianco o nero (più raro). La differenza non sta nel colore del mantello (entrambe sono grigetti) ma nel labbro. Quello bianco ha la forma della bocca più squadrata adatta a brucare negli spazi aperti della savana. Quello nero ha la bocca più tondeggiante con il labbro superiore prensile adatto a mangiare rametti e foglie di acacia nel bush. Questo fa si che si differenzino anche nella gestione dei cuccioli. Quello bianco segue i piccoli perché negli spazi aperti può brucare e tenere d’occhio la prole, quello nero, deve precedere i cuccioli perché deve far loro strada in mezzo alla vegetazione fitta (questo però non è attendibile al 100% per riconoscerli). Quello bianco si muove in piccoli gruppi, quello nero è più solitario. Quello bianco o più grosso di quello nero. Quello nero è molto irritabile e c’è il serio rischio che attacchi le macchine quindi bisogna mantenere molta distanza quando lo si incontra. ELEFANTE, LEONE, BUFALO (tra tutti è il più pericoloso perché, se viene isolato dal gruppo e si sente braccato, attacca. Ha bisogno di grandi spazi per spostarsi), LEOPARDO (caccia di notte, durante il giorno si riposa all’ombra), GHEPARDO (lo si distingue dal leopardo per una linea nera che gli parte dagli occhi ed arriva, contornando il naso, fino sotto alla bocca. GIRAFFA, IPPOPOTAMO (vive di giorno in acqua o sulle spiagge e di notte pascola, pericolosissimo se si è a piedi e lui è fuori dall’acqua), ZEBRA. Oltre a questi si possono vedere licaoni, tassi del miele, iene, tanti tipi di antilopi, gli gnu, i babbuini, i facoceri, gli sciacalli, coccodrilli, struzzi (femmine grigie e maschi neri), tanti tipi di uccelli (l’Okavango è il paradiso del bird watching) e chi più ne ha più ne metta …

Paesaggi: vari e uno più bello dell’altro

Sicurezza: problemi zero.

Lingua: inglese e dialetti locali

Quando andare:

Come in tutta l’Africa australe le stagioni sono invertite. Il clima del Botswana è semi-arido quindi caldo e secco in gran parte dell’anno. Le stagioni sono principalmente due:

– Estate (stagione bagnata) – da ottobre a marzo.

I giorni estivi sono caldi, soprattutto nelle settimane che precedono l’arrivo delle piogge. Le prime pioggie arrivano intorno a novembre. Durante il periodo piovoso, che dura fino alla fine di febbraio o all’inizio di marzo, fa caldo ed è generalmente soleggiato di mattina, ci sono temporali brevi nella parte centrale delle giornate e piogge abbondanti il tardo pomeriggio. Le temperature diurne possono salire a 38/40° C e le temperature notturne scendono a circa 20/25° C. Le aree settentrionali ricevono fino a 700 mm di pioggia all’anno, mentre la zona del deserto del Kalahari ha una media di 225 mm all’anno. Le piogge tendono ad essere irregolari, imprevedibili e distribuite in maniera diversa. Spesso una forte pioggia può verificarsi in un’area mentre 10 o 15 chilometri di distanza non cade una goccia. In estate, l’umidità del mattino varia da 60 a 80% e scende al 30-40% nel pomeriggio.

– Inverno (stagione secca) – da aprile a settembre.

Le giornate sono sempre calde di giorno (20/30°C) e fresche la sera (10°C). Di notte possono scendere sotto il punto di congelamento in alcune zone, soprattutto nel sud-ovest. Nessuna pioggia cade durante i mesi invernali. In inverno l’umidità può variare tra il 40 e il 70% durante la mattinata e scendere al 20/30% nel pomeriggio.

Il Botswana è una destinazione perfetta per i game drive durante tutto l’anno però i mesi migliori vanno da aprile a ottobre, sia per il tempo che per gli animali. È durante questo periodo che la fauna selvatica si riunisce a bere nelle poche pozze d’acqua e la vegetazione è meno fitta quindi gli avvistamenti sono migliori e più facili. Tuttavia, ci sono alcune stagioni che sono più adatte per una cosa piuttosto che per l’altra. Sono informazioni di massima:

– gennaio: Con le piogge ci sono spettacolari temporali pomeridiani. Questo è il periodo di allevamento per molte specie di uccelli colorati migranti quindi ci sono ottime opportunità di fotografarli. Ci sono bellissimi fiori selvatici, le foglie sono verde brillante e ci sono suoni costanti di insetti e uccelli. predatori sono attivi nella caccia dei piccoli delle loro prede abituali. Gennaio è un mese ideale per la fotografia per i colori vivaci, i cieli spettacolari e la purezza dell’aria. E’ facilissimo vedere i predatori perchè il loro color crema si nota subito in mezzo al verde.

– febbraio: Questo è il momento di fioritura dei gigli d’acqua e le rane delle canne sono colorate e molto rumorose: il Delta dell’Okavango è bello e si riempie di suoni. Le piogge continuano sotto forma di temporali da metà giornata al tardo pomeriggio con cieli meravigliosi. È caldo con temperature diurne che superano i 30 ° C e notti calde a 20 ° C più. Ci possono essere sia magie bagnate che molto asciutte entro il mese. I piccoli degli erbivori sono sempre più grandi. Il bird-watching è ancora eccellente.

– marzo: Il frutto degli alberi di Marula attirara gli elefanti che vagano da albero ad albero in cerca del loro pasto preferito. Questo è l’inizio della stagione degli amori e gli impala maschi cercano di attirare le femmine. Le temperature sono ancora calde sia giorno che notte, ma l’aria è più secca e le piogge sono meno frequenti. Il bush è rigoglioso e verde e ci sono molti fiori.

– aprile: Ci sono i primi segnali che la stagione sta cambiando. La temperatura notturna scende al di sotto di 20° anche se di giorno fa sempre caldo. Le notti più fresche con elevata umidità portano la nebbia mattutina che crea immgagini bellissime sull’acqua. Gli impala sono nel pieno dell’amore quindi continuano a fare versi per attirare le femmini e spesso si vedono i maschi lottare. I babbuini e impala si muovono spesso insieme per avvisarsi a vicenda in caso di pericolo ma in questo periodo lo sono ancora di più perchè gli impala sono distratti. Gli alberi hanno terminato la fioritura e la maturazione della frutta, le tigellie africane (alberi delle salsicce) sono pienissime di frutti. – maggio: le acque portate dalle piogge dagli altopiani angolani arrivano in Botswana al vertice del Delta dell’Okavango. Le piogge sono finite e le notti sono più fredde con temperature superiori a 15° C. I giorni sono ancora caldi con temperature fino a 35° C. I buffali iniziano a raggrupparsi in grandi mandrie e si avvicinano più spesso alle aree fluviali visto che le pozze stagionali cominciano ad asciugarsi. Lo stesso vale per gli elefanti. Il bush inomincia a prendere i colori classici dell’autunno. I predatori tornano a mimetizzarsi visto che le praterie prendono il loro colore. Gli uccelli migratori iniziano a partire per passare l’inverno in paesi diversi.

– giugno: i wild dogs iniziano a fare le tane che saranno la loro casa per 3 o 4 mesi quando nasceranno i cuccioli. Le temperature scendono a 5°C di notte mentre di giorno sono intorno ai 25°C. Le pozze d’acqua temporanee sono praticamente tutte asciutte quindi gli erbivori si concentrano lungo i fiumi e i predatori li seguono. Inizia ad essere tutto secco e polveroso. Alcune piante mantengono ancora le foglie ma la maggior parte sono spoglie. L’acqua delle piogge raggiunge il centro del delta dell’Okavango.

– luglio: l’acqua delle piogge riempie tutto il delta. La Moremi ha il picco dell’acqua. Non ci sono più foglie sulle piante. Le notti sono ancora fredde ma i giorni sono piuttosto caldi e il tempo è quello tipico del Botswana, soleggiato con brillanti cieli blu cobalto. Sempre più animali si riuniscono vicino all’acqua e alle pianure alluvionali. L’acqua arriva ovunque dando la possibiltà di girare per i canali del delta con i mokoro e con le piccole barche. La luce tenue al mattino e alla sera unita alla polvere offre l’opportunità di fare foto particolari.

– agosto: l’acqua delle piogge arriva a Maun all’inizio del mese per poi iniziare a ritirarsi a fine agosto. Nelle annate in cui sono abbondanti l’acqua arriva ad inondare le zone del Makgadikgadi Pan e il fiume Boteti esonda. Le temperature salgono raggiungendo di giorno i 30 ° C e la notte i 10°C. Tutti gli animali si concentrano ai fiumi quindi si creano tensioni per acccaparrarsi lo spazio vicino all’acqua. Il bush è completamente secco e acqiutto. La polvere è ovunque. Si possono vedere grandi azioni di caccia con facilità.

– settembre: gli uccelli migratori incominciano a tornare. Le cicogne nidificano. I livelli d’acqua continuano a calare, l’acqua nell’Okavango si ritira lentamente. Alcuni alberi iniziano a produrre i loro primi germogli verdi. Il clima cambia. L’inverno è finito. Le temperature notturne salgono. Gli elefanti e i bufali si concentrano in gruppi ancora più numerosi all’acqua e questo mantiene i predatori occupati. C’è abbondanza di avvistamenti dei leoni.

– ottobre: è molto caldo. Le temperature diurne aumentano sino a superare i 40° C e quelle notturne i 20°C. Ottobre è un ottimo mese per i game drive – vale la pena sopportare le temperature! Questo è il periodo dell’anno in cui gli erbivori sono più deboli a causa della mancanza di cibo e i leoni sono al top. Non ci sono nascondigli, tutte le erbe e tutti i cespugli sono stati mangiati o calpestati. Gli inseguimenti di predatori alzano in nuvole di polvere sulle pianure. Di notte il Savuti è al meglio per i rumori di leoni e barriti di elefanti. La caccia qui è al massimo.

– novembre: è il mese peggiore per le persone e gli animali. C’è l’attesa delle piogge. La vita è durissima. Le prime piogge cadono normalmente intorno a metà novembre. Quando arrivano gli animali si disperdono per mangiare l’erba fresca e bere alle pozze stagionali. La stagione delle nascite inizia con i tsessebe seguita poi da impala e lechwe. I predatori cercano i giovani vulnerabili e uccidono molte volte al giorno. È un momento perfetto per le foto per le nuvole cariche di pioggia, i colori, gli alberi pieni di gemme.

– dicembre: L’erba fresca ​​alimenta le giovani madri delle antilopi e degli gnu e i piccoli crescono velocemente. Le piogge diventano più regolari con temporali ogni pochi giorni. Ci sono acqua ed erba fresca ovunque quindi per gli erbivori è il periodo migliore al contrario dei carnivori. Non si riescono più a mimetizzare con i colori della savana anche se riescono a monitorare meglio le prede nascondendosi nei cespugli pieni di foglie. Le azioni di caccia sono più difficili anche perchè gli erbivori sono al top della forma. Tutti gli uccelli migranti sono arrivati. Grandi colori, cieli drammatici e fulmini di notte tutti aggiungono alla magia di dicembre.

Due info generali: Il Botswana è una delle ultime vere aree selvagge del pianeta. La natura incontaminata del più grande delta del mondo, il Delta dell’Okavango con la Moremi Game Reserve; l’inimmaginabile vastità della Central Kalahari Game Reserve, Mkgadikgadi e Nxai Pan con le saline di grandi dimensioni, il Parco Nazionale Chobe con più alta densità al mondo di elefanti… tutto questo rende il Botswana unico tra le grandi destinazioni per i safari. Il Botswana è l’ultima roccaforte per un gran numero di uccelli ed animali in via di estinzione tra cui il licaone, il leopardo, la iena bruna, il grifone (avvoltoio) del Capo e la civetta pescatrice. Tra gli altri durante i safari è possibile avvistare elefanti, bufali, giraffe, zebre, ippopotami, coccodrilli, rinoceronti, leoni, leopardi, ghepardo, caracal, impala, kudu, gnu; un’immensa varietà di uccelli, di terra e d’acqua, residenti e migratori. La ricchezza culturale del Paese è data dal popolo dei San (Boscimani) che vive nel deserto del Kalahari e dalle Tsodilo Hills, con la più alta concentrazione di pitture rupestri al mondo, sito protetto dall’UNESCO.

Il Botswana è una Repubblica presidenziale, ha un governo stabile e solo 1,7 milioni di abitanti. La capitale è Gaborone.

Documentazione: itinerari di Turisti per Caso (che ringrazio per aver messo a disposizione di altri viaggiatori le loro esperienze), informazioni varie trovate su internet e documentazione che ci ha fornito Andy.

Come mappe entrambe validissime:

1) Tracks4Africa acquista on-line (https://www.amazon.it/Botswana-GPS-Tracks-Karte-000/dp/0992183081/ref=sr_1_4?hvadid=80745416975772&hvbmt=bp&hvdev=c&hvqmt=p&keywords=tracks4africa&qid=1571579110&sr=8-4)

2) Info Map che abbiamo acquistato ad aprile nel parco Kgalagadi ma la vendano anche on-line:

– digitale Rand 95 (https://www.infomap.co.za/shop/botswana/botswana-digital-map)

– cartacea Rand 138 https://www.infomap.co.za/)

Importantissimo: le mappe cartacee indicate sopra sono tutte in scala corretta, molte che si trovano su internet con il dettaglio dei parchi NON sono in scala uguale in tutti i punti. E’ bene considerare questo perchè in un paio di occasioni, non sapendolo, nella Moremi abbiamo fatto i conti sbagliati sulle tempistiche di alcune strade.

Cellulare: in molti tratti non c’è segnale. Super consigliato l’affitto del satellitare (lo si affitta presso i rental car)

Fuso: sia in Sud Africa che in Botswana, uguale all’Italia.

Fotografia: state attentissimi alla polvere che arriva ovunque. Proteggete l’attrezzatura e tutte le sere vi conviene pulirla. Ho fatto 1.800 foto … quest’anno mi sono limitata … Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300. Il tele è fondamentale per gli animali.

Corrente: in Sud Africa c’è una spina apposta mentre in Botswana sia quella sudafricana che quella inglese R18

Temperatura e abbigliamento: durante il giorno fa caldo. Maglietta e pantaloncini sono l’idale. La sera fa freschino quindi ci vuole una felpa e in alcuni posti un giubbotto leggero. I pantaloni lunghi servono per le eventuali zanzare. In Sud Africa freddo la sera.

Sole: alba alle 6.00 tramonto alle 17.30

Giornata tipo: all’alba in auto, se non prima, cena intorno alle 18 e in branda verso le 20/21 massimo.

Organizzazione: un genere di vacanza come questa si deve organizzare nei minimi dettagli per il fatto che si rimane diversi giorni in posti completamente sperduti. Si devono fare bene i conti per i rifornimenti di gasolio, cibo e acqua.

Cortesia: quando ci si rivolge ad una donna bisogna dire: “dumela mma” mentre ad un uomo “dumela rra”. Apprezzano molto.

Opinione generale: In 5 parole: l’Africa non delude mai.

B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:

Il cancello ha un lucchetto con la combinazione quindi telefoniamo al numero indicato per farcela dare. Dobbiamo chiudere bene perchè nella proprietà ci sono diversi erbivori. Si può pernottare al Tau Camp o al Mara’s Camp, distanti circa 30 minuti a piedi. A metà strada troviamo il proprietario, un omone bianco gentilissimo. Ci accompagna al Tau Camp. E’ un spiazzo nel bush con i bagni vicini. La sabbia è tutta perfettamente rastrellata. Al centro c’è il boma fatto in cemento. Accendiamo subito il fuoco con la legna che ci ha portato il proprietario. Dovesse servirne altra costa R 40 (€ 2,60) a fascina. La cena è compresa. Ci dice che sarà alle 19.00. Lui chiacchiererebbe volentieri ma non abbiamo tempo. Il sole è già tramontato quindi dobbiamo organizzarci con la macchina e lavarci. Essendo la prima volta, vorremmo fare tutto con ancora un pò di luce. Corriamo come matti ma ce la facciamo. Apriamo le tende. Ci vogliono tre minuti di orologio, richiuderle è più lungo ma una volta capito il funzionamento, è veloce anche quello. Questo compito sarà di Pier e Matteo. La Bushlore ci ha fornito la biancheria tutta impacchettata nei sacchetti della lavanderia. Ci sono due teli lisci da mettere sui materassi, 4 federe dello stesso colore per i cuscini, il sacco a pelo pesante e 4 teli di spugna per la doccia. La jeep nel retro ha un grosso cassettone nel quale ci sono pentole e varie, lo useremo anche per ritirare il grosso della spesa (il resto lo metteremo in scatoloni di cartone presi in un market). Sul lato sinistro della macchina, che consente l’accesso al frigo senza aprire il retro, ha una parte in verticale dove ci sono posate, piatti, coltelli, bicchieri e dei contenitori in plastica con il tappo dove mettiamo sale, zucchero e caffè. Molto comodo. Ci facciamo la doccia (bagni pulitissimi). Scopriamo qui il perchè questo campo si chiama Tau. C’è una foto, appesa appena fuori dai bagni, di un bellissimo pastore tedesco, Tau. C’è una sorta di dedica che dice più o meno così: il rumore dei tuoi passi si può sentire ancora sulla sabbia, la tua anima è ancora tra di noi…. Il proprietario ci spiegherà che quando si sono trasferiti qui, il loro cagnolone ha assistito alla costruzione di tutto e girava libero ovunque. Bello. Quando torniamo alla macchina ormai è buio. Tiro una corda elastica (portata da casa con le mollette) tra le due scalette delle tende così posso stendere gli asciugamani ad asciugare prima di ritirarli. Questo è un dettaglio non da poco. Se non si aciugano bene poi puzzano e li si deve usare per diverse sere. Alle 19.00 siamo tutti pronti. Non sappiamo come abbiamo fatto… Non avevamo solo inteso che la cena non era presso una struttura …. ma la portava il proprietario qui …. quindi, come non detto, dobbiamo tirare fuori anche sedie e tavolo più piatti ecc. ecc. Ci sembra di essere in una lavatrice …ma riusciamo ad organizzarci velocemente. Consideriamo anche che sono 36 ore che non dormiamo …. E’ buio pesto quindi dobbiamo usare tutte le nostre torce (quelle frontali le abbiamo portate da casa e sono le più comode). Ci ha portato anche il bere che avevamo ordinato all’arrivo quindi iniziamo con un bel brindisi con una Windhoek Lager (birra namibiana). La cena sarà buona: lasaghe cotte in pentole di ghisa e una meravigliosa insalata che però abbiamo paura a mangiare non sapendo con quale acqua è stata lavata. Qualcuno l’ha mangiata, altri no. Nessun problema intestinale quindi ci spiacerà ancor di più averla avanzata. La temperatura scende drasticamente quindi ci avviciniamo al fuoco. La luna è solo appena appena accennata quindi la croce del sud si vede bene e la via lattea è spettacolare. Non riusciamo più a tenere gli occhi aperti quindi alle 22.00 ci ritiriamo nei nostri appartamenti.

3) 05 agosto 2019 lunedì – km.345 (300 asfalto + 45 sabbia):

Waterberg (Matamba) (SA) – Khama Rhino (Bots.)

Strada: Viaggiare sulla R33 fino a Lephalale, sulla R510 fino Monte Christo, poi sulla R572 fino ad incrociare la N11. Qui giriare a sinistra. Dopo 10 km. si arriva alla frontiera. Sono 160 km. dal Mathamba Bush Camp, percorsi in 2 ore e 15. Una volta superata la frontiera sono altri 185 km. (percorsi in 3 ore) per raggiungere il Khama Rhino seguendo sempre la N11 fino a Palapye e poi la A14 passando per Serowe. Si arriva 30 km. dopo il paesino di Paje al Khama Rhino Sanctuary (gps S22 14.072 E26 43.204).

Frontiera: Globlersburg Border (Sud Africa) e Martin’s Drift Border Control (Botswana) (orari: 6-22) (gps S22 59.809 E27 56.286). Si devono pagare Pule 150 (€ 12,50) per il passaggio della macchina (c’è un piccolo banco di cambio se non si ha la valuta locale). Si potrebbe pagare con la carta di credito ma per lo più delle volte non funziona.

Market:

– Lephalale

– Spar a Palapye: Plot 68, Unit 3, BGI Centre (orari: 8.00-20.00 lu-ve) oppure Plot 1707, Lotsane Complex (orari: 8.00-20.00 lu-ve)

– Spar a Serowe: Plot 3818, Shop 6, Main Mall (orari: 8.00-20.00 lu-ve) oppure Boiteko Junction Mall (orari: 8.00-20.00 lu-ve)

Banca: Lephalale, Palapye e Serowe

Benzinai: Lephalale, Martins Drift, Palapye e Serowe.

Notte trascorsa nel silenzio più assoluto. Abbiamo dormito bene nella tenda. Freddo zero nonostante la temperatura questa notte è scesa parecchio. Abbiamo tenuto tutte le coperture delle zanzariere chiuse. Avevo un pò di titubanza ma mi sono dovuta ricredere. Il materasso è da una piazza e mezza quindi non larghissimo per due persone ma è comodo. Bisogna però dire che questa sera ma anche tutte le altre che seguiranno … dopo giornate impegnative … si dormirebbe anche sui sassi …. Alle 6 inizia ad albeggiare e sentiamo i Pocket in attività. Hanno la giornata super impegnativa di ritorno a Johannesburg per la valigia e poi dovranno raggiungerci al Khama Rhino. Pier si alza ad aiutarli e poi ci alziamo tutti. Con la luce sistemiamo ancora un attimo il cassone e alle 7.30 siamo in partenza. Seguiamo le indicazioni date e raggiungiamo la casa del proprietario (bellissima) per pagare le bevande di ieri sera, che non erano comprese (R 100 € 6,25), e poi ci indirizziamo all’uscita. Nella proprietà vediamo due giraffe e alcuni impala. I meno di un’ora siamo a Lephalale. E’ una cittadina abbastanza grossa con hotel, market, ristoranti, benzinai ecc. Ci fermiamo per colazione da Mc Donald perchè non vogliamo perdere tempo a cercare altro (R 195 € 12). Il sole inizia a scaldare quindi ci sediamo fuori. Dopo un’oretta ripartiamo. Lungo la strada, monotona, nulla di rilevante da dire, vediamo solo facoceri e babbuini. In 1 ora e 15 siamo in frontiera. Ovviamente sono lenti e ci sono diversi sportelli nei quali fermarsi. Quella sudafricana è più veloce. La frontiera naturale è il fiume Limpopo. Lo attraversiamo passando sul ponte. Appena oltre dobbiamo passare con la macchina in una pozza con disinfettante per pulire le gomme e dobbiamo scendere e passare le scarpe su uno straccio (serve per evitare il diffondersi di malattie per gli animali). Andiamo poi alla frontiera del Botswana. Ci chiedono il certificato di nascita multilingue di Martina, ci fanno indicare sui passaporti il nostro nome da controllare con quello indicato sul documento. Compila di qui, compila di là, vai a cambiare, in un mini ufficio cambio, ovviamente super sconveniente, appena fuori dalla struttura, pochi Rand (non accettano euro) in pule per pagare l’ingresso della macchina (si sbagliano pure perchè dovrebbe essere Pule 150 ma ce ne chiedono solo 50) e dopo un’ora in tutto, possiamo partire. Puntiamo a Palapje. Ci ferma, poco prima, la polizia. Ci dice che andavamo più veloci del consentito. Difficile perchè Pier, per evitare grane, rispetta sempre i limiti. Non vogliamo contestare. Ci dice che dobbiamo pagare Pule 800 (€ 66). Noi non li abbiamo perchè l’idea era di arrivare in città a prelevare. Gli diciamo che ne abbiamo solo 150 (€ 12). Al che lui ci chiede se vogliamo la ricevuta …. ecco …. tutto il mondo è paese …… Ripartiamo senza ricevuta e avendo pagato solo quello che avevamo …… In 1 ora e 1/2 dalla frontiera, siamo a Palapje, in un grosso centro commerciale dove riusciamo a fare tutto: benzina, prelievo al bancomat (massimo consentito Pule 2500 € 208 quindi usiamo due carte) e spesa. Ogni volta che andremo al market considereremo sempre in numero di pasti in modo tale da non portarci dietro peso per niente. Avendo il frigo resiste tutto benissimo anche con il caldo. Al market acquistiamo anche il pranzo. Si trova sempre una sorta di take away quindi prendiamo riso con aggiunta di verdure e pezzi di pollo. Non ci sono tavolini quindi mangiamo in macchina all’ombra. Appena esce il sole scatta subito il pantaloncino e la maglietta maniche corte. Si riparte e in un’altra ora e 1/2 siamo al Khama Rhino Sanctuary, che visiteremo, e poi dormiremo qui.

Informazioni sul Khama Rhino Sanctuary:

Http://www.khamarhinosanctuary.org.bw/

Costo d’ingresso: BWP 86,50 (€ 7) a testa e BWP 106,50 (€ 9) la macchina (per noi sono comprese)

Orari: 7.00-19.00 per i visitatori giornalieri.

La mappa si acquista al curio shop a BWP 10 (€ 0,80).

Questo parco di 8585 ettari è stato istituito nel 1992 con lo scopo di creare un paradiso per la protezione dei rinoceronti bianchi e neri, ad altissimo rischio di estinzione. Un tempo queste terre brulicavano di animali selvatici ed ora molti sono tornati, altri sono stati reintrodotti. Ora vivono 4 rinoceronti neri, 30 bianchi, 30 specie di altri animali e 230 di uccelli. Si sovvenzionano con il contributo dei turisti. Si può pernottare in campeggio o lodge, c’è il ristorante con un piccolo negozio e ci sono aree pic-nic.

Attività:

– self drive (vendono la cartina all’ingresso): gratuito

– game drive: BWP 750,75

– night drive: BWP 877,80

– guided drive (guida privata che viene sulla tua macchina): BWP 288,75

– nature walk: BWP 288,75

– rhino traking: BWP 462

Pernottamento: Khama Rhino Sanctuary a Serowe

Campeggio (autonomi per la cena e la colazione)

(http://www.khamarhinosanctuary.org.bw/) – (gps S22 14.072 E26 43.204)

Costo a testa: BWP 108 (€ 8,90) – tot.€ 36

Costo fees: Pule 72 (€ 6) a testa e Pule 88 (€ 7,33) la jeep – costo mappa del parco BWP 10 (€ 0,90).

Orari: dalle 7 alle 19 tutti i giorni.

Ci sono 22 posti campeggio – bagni – braai – market per generi di base + legna – piscina – ristorante – non è recintato

Alla reception ci registriamo e siccome abbiamo deciso di cenare al ristorante, prenotiamo il taxi (Pule 40 € 3 per tutti) per le 18.30 che verrà a prenderci alla nostra piazzola e ci porterà a destinazione. Il parco è su sabbia ma non vogliamo sgonfiare le gomme perchè poi domani abbiamo ancora parecchi km di asfalto quindi inseriamo il 4×4 e basta. Alla pozza principale, mentre io fotografo diverse giraffe impegnate ad abbeverarsi, Pier si accorge che il 4×4 non si riesce più a disinserire. Renzo e Simona invece ce la fanno. Pensiamo sia un problema della nostra macchina (anche se si può viaggiare su asflato con 4×4, consuma solo un pochino di più e forse si va leggermente più piano) e quindi vorremmo tornare al paese prima a cercare un meccanico. Accantoniamo l’idea perchè è tardi ma non ci godiamo la visita del parco. Alla fine tutte e 3 le jeep avranno questo problema quindi deduciamo che alla Bushlore non ci hanno detto di preciso come fare a toglierlo. A volte, di punto in bianco, quando provavamo, si disinseriva, ma non c’era una logica. I Poket si faranno tutta la vacanza senza mai riuscire a toglierlo … Vediamo, oltre alle giraffe, alcune zebre, impala, springbok e cobo dell’ellisse (waterbuck). Guida un tratto Matteo e si becca da me un cazziatone. Passiamo di fianco ad una lepre, non l’avevamo mai vista in Africa. Gli dico di fermarsi e ridendo lui passa oltre dicendo … è solo una lepre …. me lo sarei mangiato!!! Completiamo il giro più breve in un’ora e mezza senza vedere nessun rinoceronte. Alle 17 siamo al campo, il n°9. C’è una grossa pianta di moringa proprio in mezzo e ci sono il braai e il boma. Anche qui la sabbia è tutta perfettamente rastrellata. Organizziamo definitivamente nei dettagli il cassone e poi andiamo a farci la doccia. Questi saranno gli unici bagni brutti di tutta la vacanza. Il sole cala e puntuale arriva il nostro taxi: una jeep dei game drive aperta. Ci mettiamo i giubbotti e partiamo. Raggiungiamo il ristorante in una ventina di minuti. Cena senza infamia e senza lode (Pule 723 € 60). Siamo in pensiero per i Pocket per il fatto che non sono ancora arrivati. E’ qualche ora che non li sentiamo. La valigia l’hanno recuperata. Finalmente ci scrivono verso le 20. Si sono fermati in un hotel a 30 km. da noi, a Serowe. C’è anche il ristorante all’interno. Hanno fatto benissimo perchè la vedevo parecchio dura montare il campo, preparare cena e farsi le docce. Sono distrutti quindi è stata la scelta migliore. Ci mettiamo d’accordo per domani mattina su dove trovarci. Torniamo alle jeep e andiamo subito a dormire.

4) 06 agosto 2019 martedì – km.410 (405 asfalto + 5 sabbia):

Khama Rhino – Khumaga (Makgadikgadi)

Strada: A14 direzione nord-ovest fino a destinazione (4 ore e 1/2) a Khumaga nel Makgadikgadi National Park (gps S 20 27.311 E 24 30.968)

Market: Spar a Letlhakane (Spar Mall, Tawana Ward – orari: 8.00-20.00 lu-ve)

Banca: Letlhakane

Benzinai: Letlhakane, Mopipi, Rakops (questi ultimi due sono inaffidabili)

Uffici DWNP (Department of Wildlife and National Parks): (gps S21 24.744 E25 35.000) (orari: lu-ve 7.30/16.30; sa 7.30/12.45 e 13.45/16.30; do 7.30/12.45) Si potrebbero pagare le conservation fees dei parchi con carta di credito. A noi hanno detto che quel giorno non potevamo farlo.

All’alba siamo in piedi. Partiamo alle 7.15. Lungo la strada ci sono molte mucche e capre. Una cinquantina di km prima di Letlhakane c’è una barriera veterinaria ma non ci fermano. Gli addetti stanno facendo colazione quindi mega salutone con la mano e mega sorrisi. In 2 ore siamo a Letlhakane. Dobbiamo trovarci agli uffici della DWNP con i Pocket. Solito tempismo, entriamo insieme nel parcheggio …. Andy ci aveva detto che in questi uffici potevamo pagare le conservation fees per i parchi dei prossimi giorni ma ci dicono che oggi non si può fare. Farfugliano qualcosa ma nessuno riesce a capire qual’è il problema. Pazienza, oggi e domani pagheremo in contanti e poi andremo a Maun a pagare con carta Moremi ecc ecc. Di fronte agli uffici c’è un grosso centro commerciale quindi facciamo spesa qui. Considerare che, come in Sud Africa, gli alcolici, anche la birra, li vendono nei negozi separati che si trovano di fianco ai market. I Pocket ne approfittano per prelevare, non avendo potuto farlo ieri con noi. Ora perderemo un pò di tempo perchè abbiamo la brillante idea di andare a fare gasolio ad Orapa, anzichè farlo qui. Andy non aveva segnato il distributore nel suo dettaglio ma noi, vedendolo indicato sulla cartina, abbiamo pensato fosse un errore. Quando arriviamo quasi a destinazione la strada è bloccata. Ci vogliono i permessi per accedere alla città perchè estraggono diamanti. Il distributore c’è ma non si può accedere. Dobbiamo così tornare a Letlhakane. Perderemo una mezz’ora. Ripartiamo raggiungendo Mopipi in 1 ora e 15. Superiamo per strada due barriere veterinarie. C’è la sbarra in senso opposto, nella nostra direzione no. Non ci fermano. Come avevo letto i controlli vengono fatti da nord a sud. Ci sono vari punti in cui vendono legna quindi ci fermiamo a fare scorta per questa sera e domani sera. Un suggerimento che posso dare è di acquistarla lungo le strade e non nei market così si aiuta la gente del posto. A Mopipi (paesino insignificante) rifacciamo gasolio e poi cerchiamo un posto in cui poter pranzare. Non troviamo nulla di decente quindi ci accontentiamo dell’ombra di due piante e stiamo in piedi fuori dalla macchina. Alcuni cani, molto rispettosi, si avvicinano in punta di zampe per mangiare le briciole. Poverini, sono magrissimi. Da Mopipi a Rakops vivono i boscimani (originali). Ci avevano detto di chiedere alla gente del posto se sanno dove sono in questi giorni. Si spostano in continuazione ma spesso piazzano i campi non distanti dalla strada. Se si è fortunati si può incontrarli donando acqua e qualcosa da mangiare che a loro fanno molto comodo. Prima di partire chiedo a due persone al distributore ma mi dicono che non sanno dove sono in questi giorni. Pazienza. Sia a Mopipi che a Rakops si possono vedere le donne vestite di abiti colorati e singolari cappelli come le Herero della Namibia. Solitamente si vestono così per la festa ma alcune li indossano sempre. Noi ne vediamo una su un carretto trainato da due asinelli prima di uscire da Mopipi. Ci fermiamo anche a regalare dei vestitini ad alcuni bimbi. I loro sorrisi e la loro felicità riempiono sempre il cuore. Mopipi il paesaggio cambia. Lasciamo le strade costeggiate da recinzioni e da vegetazione per entrare nella zona desertica e selvaggia. Non ci sono più reti di protezione, gli animali come mucche e capre vagano ovunque, ci sono le prime capanne ed è tutto bianco senza cespugli e piante. A Rakops non ci fermiamo. Qui c’è lo svincolo per il Central Kalahari. In questo giro non siamo riusciti ad inserirlo ma sarà una delle nostre prossime mete unito al Kgalagadi lato Botswana. Da Mopipi in 1 ora e 1/2 siamo a Khumaga. Questo piccolo villaggio prende il nome dai tuberi commestibili che vengono raccolti in quell’area. Sapevamo che prima dell’agglomerato del paese, sulla destra, c’è un negozietto (ha un’insegna con il simbolo del pane) dove vendono pane fresco. Era nelle nostre intenzioni fermarci ma non lo abbiamo trovato. Qui la gente ha molto bisogno quindi ci fermiamo a lasciare vestiti ai bambini. Ce ne sono ovunque e quando vedono le macchine corrono come matti urlando di gioia. Da qui si entra nel Makgadikgadi National Park (gps S20 27.384 E24 31.001). Prima del fiume sgonfiamo le gomme da 2,4 a 1,5 perchè da qui sarà tutta sabbia. Usiamo il nostro manometro portato da casa senza tirare fuori quello grosso in dotazione della macchina. Il gate del parco è oltre il fiume Boteti che si crea con l’esondazione del fiume Okavango. Solitamente si traghetta una macchina alla volta su una chiatta ma quest’anno, avendo piovuto pochissimo il fiume è quasi tutto asciutto (https://www.youtube.com/watch?v=XgeyID_S6-Y). Ci sono solo piccole pozze. Vediamo la chiatta sulla sabbia. C’è qualche pozza dove si stanno abbeverando delle mucche. Non ci sono recinzioni come in tutto il Botswana quindi gli animali possono arrivare in paese. Passiamo il letto del fiume ed entriamo nel Makgadikgadi National Park dal Khumaga Gate (gate ovest) (gps S20 27.384 E24 31.001).

Informazioni sul Makgadikgadi National Park:

– http://www.botswanatourism.co.bw/explore/makgadikgadi

– http://www.madbookings.com/botswana/information/makgadikgadi-botswana.html

– https://africageographic.com/blog/chapmans-baobob-one-of-africas-largest-trees-falls/ (Champan’s baobab)

– http://geographical.co.uk/places/deserts/item/2137-the-enduring-legacy-of-the-fallen-baobab (Champan’s baobab)

Conservation Fees da pagare in contanti: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) auto

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

accessibile solo con 4×4 – al gate danno una mappa non molto dettagliata

Tutte le strade all’interno del parco sono accidentate e in molti casi molto sabbiose, quindi è essenziale, oltre che obbligatorio, avere un veicolo 4×4. Ci sono 4 gate: Khumaga ad ovest (traghettando la macchina sul fiume Boteti – Pule 200 € 16); Phuduhudu, Makolwane e Xirekara (ora dovrebbe essere chiuso) a nord. Ci sono due campeggi, uno a Khumaga ed uno a Tree Island (vicino a Njuca Hills). Le Makgadikgadi Pans rappresentano una delle più grandi depressioni saline al mondo. Hanno un’estensione di 12.000 kmq. Makgadikgadi significa vasta terra aperta senza vita. Fanno parte di quest’area il Makgadikgadi National Park e lo Nxai Pan National Park che si trovano nella parte ovest e nord ovest della depressione. Il Makgadikgadi National Park è la parte occidentale delle Makgadikgadi Pans. Il parco nazionale è stato dichiarato riserva di caccia nel 1970, nel dicembre 1992 i confini sono stati ampliati fino a raggiungere le dimensioni attuali, circa 4900 chilometri quadrati. E’ contraddistinto da un paesaggio alieno, pianeggiante e decisamente spoglio. Durante la maggior parte dell’anno l’acqua non arriva, ne sottoforma di fiumi ne di pioggia. Il clima è estremamente arido e, pertanto, mancano i grandi mammiferi. Durante i periodi di pioggia intensa, caratterizzati da abbondanti e continue precipitazioni il pan si riempie d’acqua attirando numerosi animali: zebre e gnu pascolano sulle pianure ricoperte d’erba fresca, le colonie di fenicotteri colorano l’acqua e le sponde delle due depressioni. Oltre all’acqua piovana, che si riversa nelle depressioni, si aggiungono anche i fiumi stagionali Nata, Tutume, Semowane e Mosetse. In anni con eccezionale piovosità anche le acque del fiume Okavango arrivano a riempire le conche del Makgadikgadi tramite il fiume Boteti. In questo periodo dell’anno le depressioni saline si trasformano in laghi azzurri, le cui acque lambiscono le sponde con un delicato sciabordio delle onde e scorrono sulla spiaggia ciottolosa, una chiara testimonianza del gigantesco lago preistorico. Il bacino di Makgadikgadi è composto da diverse depressioni, le più grandi delle quali sono Sowa e Ntwetwe, circondate da innumerevoli altre piccole conche. A nord sono situate le conche di Kudiakam Pan, Nxai Pan e Kaucaca Pan. Tra queste conche sono intercalate dune, isole rocciose, penisole e aree desertiche. Sulla superficie salata delle conche non cresce vegetazione, mentre le zone marginali sono ricoperte di erba. Su alcune delle antiche sponde si ergono giganteschi baobab, le cui sagome al calar del sole creano suggestive immagini paesaggistiche. Durante il periodo delle piogge questa riserva offre buone possibilità di avvistamento degli animali selvatici, in particolare quando i grandi branchi di zebre e gnu iniziano le loro migrazioni verso la regione occidentale di Boteti. Le zebre, circa 30.000 compiono la seconda più grande migrazione d’Africa. Dai territori del nord-est, arrivano qui nel mese di marzo. Tra le specie animali ospiti in questa area ci sono antilopi alcine e alcefali, ma anche kudu, tragelafi, cefalofi, giraffe, antilopi saltanti, raficeri campestri ed elefanti, oltre ai predatori come le rare iene brune.

Tutti i gate dei parchi hanno la stessa struttura. Parcheggiamo ed entriamo. Ci registriamo sui libroni d’ingresso pieni di numeri che nessuno mai controllerà con quelli di uscita, verificano la prenotazione al campeggio, prendiamo la mappa del tratto lungo il fiume, paghiamo le conservation fees per due giorni ed entriamo. Sono le 16.45 quindi è troppo tardi per arrivare fino alla hippo pool. Andiamo al campeggio che dista un paio di km. Lungo il tragitto vediamo solo delle zebre. C’è una sorta di reception in una piccola casetta. Ci registriamo e poi andiamo alla nostra piazzola. I bagni (struttura uguale in tutti i parchi) sono vicini. Questa è la nostra prima notte senza recinzioni quindi l’attenzione è a 1000. Il campeggio è sulle rive del fiume Boteti. Accendiamo il fuoco e montiamo il campo, docce e poi prepariamo la cena. I tre ragazzi inizieranno un rituale che seguiranno tutte le sere: partita a scala quaranta in attesa di cenare. Il tramonto è verso le 17.30 e noi siamo in perfetto orario. Tutto fatto. Il cielo si colora di rosso e nel mentre passa una giraffa proprio davanti al sole. Rispetto alle due sere precedenti questa sera non fa freddo. Rimaniamo in maniche corte per parecchio e poi la temperatura richiede solo un pile. Decido di aprire tutte le coperture delle zanzariere nelle tende così se questa notte passa qualche animale lo possiamo vedere. Solitamente si aprono dall’interno, io non ho voglia di salire quindi mi arrampico in qualche maniera da fuori, faccio una fatica pazzesca ma riesco. Quando scendo mi accorgo che un signore mi guardava interessato per il singolare sistema usato e mi batte le mani per la buona riuscita. Gli dico che ora ho bisogno di farmi un’altra doccia … lui ride a crepapelle … non mi sembrava una gran battuta ma era un tipo super amichevole. Va beh, da domani userò il metodo tradizionale. Questa sera lo chef prepara piatto unico pasta con piselli e ragù (carne trita comprata questa mattina a Letlhakane). Cercheremo sempre di fare un piatto unico completo di tutto. Poi ci sarà sempre volendo formaggio, dolcetto e frutta. I ragazzi si sono comprati i marshmallow da fare cuocere sul fuoco quindi si organizzano con dei bastoncini. Ne assaggio uno … terribile. Matteo e Martina si ritirano in tenda a giocare ancora a carte. Noi facciamo il caffè, due parole e poi saliamo … sono le 20.30 … Ed ora possiamo aspettare i rumori che tanti ci piacciono dell’Africa. Ma niente, sarà una nottata super silenziosa. Ad un certo punto della notte dobbiamo chiudere tutte le coperture delle zanzariere perchè la temperatura è scesa.

Pernottamento: Khumaga Wildlife Camp, chiamato anche Boteti River Camp, (fa parte dei SKL Camp) –

campeggio (autonomi per cena e colazione) – (gps S 20 27.311 E 24 30.968)

Costo a testa: USD 50 (€ 44) – sotto i 17 anni $ 25 (€ 22) – tot.€ 154

Ci sono 10 posti campeggio (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone) – bagni – braai – non è recintato

– https://sklcamps.com/our-camps/

– https://www.selfdrive4x4.com/en/accommodation/khumaga-campsite/

– http://www.namibweb.com/khumaga.htm

– https://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g472670-d9599056-Reviews-Kumaga_Camp_Site-Makgadikgadi_Pans_National_Park_Central_District.html

5) 07 agosto 2019 mercoledì – km.147 (7 asfalto + 140 sabbia):

Khumaga (Makgadikgadi) – Nxai Pan (Baines’ Baobab)

Strada: visitiamo il Boteti riverfront, attraversiamo il parco direzione nord fino al Phuduhudu Gate (gps S20 12.439 E24 33.346), facciamo 11 km. di statale direzione est ed entriamo nello Nxai Pan National Park (gps S20 13.837 E24 39.247), visita e pernottamente nel parco al Baines’ Baobab Camp (gsp S20 07.067 E24 45.891).

Market: no

Banca: no

Benzinai: no

Mettiamo la sveglia alle 5.45 ma è ancora troppo buio quindi aspettiamo a scendere fino alle 6.00 quando inizia ad esserci visibilità. Chiudiamo le tende (la notte non lasciamo mai niente fuori dalla macchina così la mattina, momento più pericoloso, velocizziamo i tempi) e alle 7.00 partiamo. Gli animali si concentrano nella zona del fiume Boteti perchè, nonostante ci sia poca acqua, è l’unico posto in cui possono trovarla, quindi visitiamo questa parte del parco. Arriveremo fino a dove si può accedere con la macchina. Vedremo impala, cercopitechi verdi, avvoltoi, gnu, giraffe, zebre, kudu, struzzi, ippopotami, tanti resti di banchetti (le ossa bianche si notano subito sulla terra secca) e poi 3 cadaveri. Tutti sono morti per cause diverse dall’attacco di predatori perchè sono interi. Qualche piccolo carnivoro ha mangiato l’interno della pancia ma il resto è integro. I predatori non mangiano la carne che puzza, se trovano un animale che è morto da poco allora ne approfittano ma se è di qualche giorno e ha un odore sgradevole, non si avvicinano neppure. Uno è di un grosso elefante e due sono giraffe. L’elefante è sull’altra riva del fiume. La sua morte non è recente perchè la pelle è tutta rinsecchita. Le due giraffe le abbiamo trovate a bordo strada e puzzavano in un modo terribile quindi non è tanto che sono decedute. Una in mezzo a cespugli con le radici esposte quindi o è morta di cause naturali o è caduta e non è più riuscita a rialzarsi. L’altra invece su una riva, era con la testa verso valle. La prima idea è stata morte per caduta ma una volta a casa mi sono mangiata le mani. Ho guardato la foto e ho notato subito il, credo si traduca, laccio (snare) di filo di ferro intorno al collo. E’ morta per mano dei bracconieri. Se l’avessi visto in loco saremmo dovuti andare al gate a fare rapporto. Se c’era quella trappola, sicuramente in zona ne avranno piazzate altre. Se i ranger sanno il punto vanno a contrallare per toglierle. E’ una cosa da fare se si vede qualcosa che non va. I ranger sono pochi e non possono pattugliare tutti i punti dei parchi. Servono anche gli occhi e le denunce dei turisti. Ci fermiamo in un punto panoramico sul fiume per fare colazione. E’ uno spazio aperto quindi scendiamo ma stiamo vicini alla macchina. Ci sentiamo osservati e vediamo 3 zebre che ci scrutano. Prendono poi coraggio e ci passano vicino di gran carriera per andare all’acqua a bere. Arriviamo poi alla hippo pool dove ci sono 3 ippopotami immersi. Il paesaggio è davvero brullo, le piste tutte su sabbia. Finiamo il giro e poi ci indirizziamo verso nord fino ad arrivare all’uscita del parco, al Phuduhudu Gate. Sono le 10.00. Percorriamo 11 km. di asfalto della A3 in direzione est ed siamo al gate (unico ingresso) dello Nxai National Park.

Informazioni sullo Nxai National Park:

– http://www.botswanatourism.co.bw/explore/makgadikgadi (in fondo alla pagina)

– https://blog.tracks4africa.co.za/camping-botswanas-baines-baobabs/

Conservation Fees da pagare in contanti: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

accessibile solo con 4×4 – al gate danno una mappa non molto dettagliata

Lo Nxai Pan National Park, prima riserva di caccia dal 1970 e poi parco nazionale dal 1992, fa parte dell’area delle Makgadikgadi Pans. Una una superficie di 2578 kmq. Il paesaggio è punteggiato da sparsi aggregati di acacia ad ombrello e mopane. Durante la stagione delle piogge, da novembre ad aprile, l’arido paesaggio delle saline si trasforma in una prateria. Nella parte meridionale del Parco, ai margini dell’area di Kudiakam Pan, una salina per il resto priva di vegetazione macrofitica, si trova un gruppo molto scenografico di baobab, noti come i “baobab di Baines”, dal nome dell’artista bitannico Thomas Baines, che li immortalò in un suo acquerello del 1862. Questo signore faceva parte della spedizione di David Livingston. Lo Nxai Pan è spettacolare durante la stagione delle piogge quando arrivano un numero impressionante di erbivori. Anche nei restanti mesi dell’anno gli animali sono tanti. Si possono vedere, in base ai vari periodi dell’anno, zebre, gnu, springbok, oryx, giraffe, kudu, varie antilopi, elefanti, leoni, ghepardi, leopardi, wild dogs, bufali, sciacalli, iene marroni e maculate. E’ definito “garden of Eden”. Una pozza molto frequentata, l’unica con acqua permanente è quella che si trova vicino al South Camp. E’ un parco accessibile solo a mezzi 4×4 in quanto è tutta sabbia. Impegnativo il tratto dal gate al South Camp.

Ci sono due campeggi:

– South Camp – a testa USD 38 (10 piazzole) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 6 persone). I bagni sono recintati con elettricità e spuntoni in ferro per terra per evitare che gli elefanti distruggano la struttura cercando l’acqua. Alla reception c’è un piccolo market con i generi di prima necessità.

– Baines’ Baobab – a testa USD 50 (3 piazzole molto distanti una dall’altra intorno a delle piante di baobab) (consentiti per piazzola max 3 macchine e 12 persone). Non c’è acqua – c’è solo una latrina ed una doccia con un secchio da caricare con la propria acqua – non è recintato

Al gate paghiamo per due giorni ed entriamo. La strada che da qui arriva al South Camp, in 1 ora e 10, (punto in cui si snodano più strade per visitare il parco) è l’unica percorribile ed è completamente sabbiosa. Non vedremo nessun animale. Circa dopo 35 minuti dalla partenza c’è l’indicazione del Baines’ Baobab, dove dormiremo questa sera quindi dovremo tornare indietro fino a qui. Una volta arrivati alla reception del South Camp facciamo vedere i voucher del pernottamento e poi andiamo al campeggio per pranzare sotto le piante. Avendo tavolino e sedie decidiamo di usarli. Questa sarà una grande comodità e ne approfitteremo sempre. Nei nostri precedenti viaggi non avevamo l’attrezzatura da campeggio quindi dovevamo sempre mangiare in macchina o sul portellone del cassone (erano Hilux, su questa jeep non si potrebbe neanche). Fa decisamente caldo quindi ci godiamo un pò di ombra. Ad un certo punto Luca dice: elefante! In un nano secondo ritiriamo tutte le cose da mangiare in macchina e chiudiamo tutto. Potrebbe essere pericoloso. Se sentono odore di qualcosa di interessante potrebbero venire a curiosare. Il nostro amico però è intessato solo a bere quindi si ferma vicino ai bagni. Andiamo subito dentro la recinzione per vederlo da vicino. E’ un grosso maschio con un orecchio atrofizzato. Le zanne sono consumate. Tranquillamente infila la proboscide in un buco nel terreno. Intendiamo subito che sono gli scarichi dei bagni. E’ per questo che suggeriscono di usare saponi e shampoo ecologici. L’acqua in Africa non viene mai sprecata. Beve, si fa la doccia e poi si ferma guardandoci. Intendiamo all’istante … corriamo dentro nei bagni ad aprire i rubinetti per un attimo. Torniamo fuori e lui ricomincia a bere. Tesoro!!!!! Pier nel mentre ne approfitta per farsi una doccia …. mah … tanto l’elefante è rimasto lì a lungo. Bello, sarà stato distante 3 metri. Ce lo siamo proprio gustati. Peccato che aveva il sole alle spalle quindi non sono riuscita a fare le foto bene come avrei voluto. Il tempo stringe quindi torniamo alle macchine e partiamo. Alla reception il responsabile ci aveva detto di puntare solo alla pozza, che si trova poco distante. E’ l’unica con l’acqua permanente quindi gli animali non si allontanano mai troppo. Quando arriviamo vediamo 4 elefanti al bagno. Bevono e si fanno la doccia. Bellissimi. Altri animali come zebra, springbok e struzzi stanno a debita distanza. Facciamo poi un anello fino verso lo Nxai Pan Camp per poi tornare al South Camp. Bel paesaggio di erba gialla su terra bianca. I termitai sono bianchi. Il cielo ha grosse nuvole, strano in questo periodo, quindi l’ideale per fare foto. In meno di due ore siamo indietro. Acquistiamo due cose al negozietto della reception e poi ci indirizziamo al Baines’ Baobab. Il tempo è sempre tiranno. Torniamo allo svincolo visto questa mattina. Ci sono due strade per raggiungere il campeggio che sono perpendicolari alla strada principale. Ci dicono che la migliore è quella che indica 14 km. Ora percorreremo questa, domani mattina, per tornare indietro, quella di 12. Non possiamo dire quale sia megliore. Sono entrambe su sabbia ma non abbiamo avuto problemi su nessuna delle due. Il paesaggio è davvero bello. Sembra Serengeti. Distese di erba gialla con solo la strada che spezza la distesa. Ad un certo punto vediamo i baobab che si stagliano verso il cielo. Sono presenti in 4 punti (in 3 di questi ci sono le aree campeggio). Questo primo gruppo è notevole. Alcuni sono storti, altri piccoli ed alcuni immensi. Sono tutti senza foglie. Le foto si sprecano. Spettacolo. Da questo punto vediamo, oltre una distesa di sale bianco di circa 500 mt, un singolo baobab. Noi dormiremo là. Wow. Sono già le 17.30, abbiamo impiegato due ore dal South Camp. Non è possibile che il tempo passi così veloce. Montiamo il campo e ci facciamo subito le docce mettendo la nostra acqua in un secchio con i buchi. C’è anche un gabinetto … praticamente un buco nel terreno però con il wc in muratura. Sia la doccia che il bagno hanno una struttura in legno per la privacy. Rudimentale ma pittoresco. Il cielo si fa scuro per i nuvoloni, il sole ormai è sulla linea dell’orizzonte creando un contrasto rosso tra le nuvole nere e il nostro baobab, che sembra uno spettro, rende tutto ancor più surreale. Questo credo sia uno dei posti più belli in cui abbiamo dormito. E’ un posto da doppio wow. Non ci sono animali nel pan però l’attenzione deve sempre restare alta, non che ci sia l’eccezione …. Ceneremo con una meravigliosa polenta concia (portata da casa e unita al “mitico” formaggio Ceddar che, nonstante sia terribile, nella polenta ha un suo perchè) più uova all’occhio di bue. Per lavare le due pentole useremo l’acqua di una tanica. Piatti e posate useremo sempre quelli di plastica, so che non è molto ecologico ma non sappiamo che acqua sia quella che troviamo nei bagni. Nelle pentole si cucina e vengono disinfettate con il calore, piatti e posate no, non vogliamo rischiare. I ragazzi vanno a dormire ma noi rimaniamo a goderci il fuoco anche se non ci sono stelle da guardare. Il cielo è davvero nero. Iniziamo a ritirare le cose quando Renzo ci dice: uno scorpione. In un secondo siamo tutti là. Ha le chele grosse e il pungiglione piccolo quindi o è innocuo o mediamente velenoso (quelli pericolosi hanno le chele piccolissime e il pungiglione grosso). Gli faccio una foto per chiedere poi l’ID una volta a casa. Lo prendiamo con la pala e lo portiamo distante dalle macchine. Ecco perchè è sempre bene avere le scarpe chiuse. Tanta gente gira in sandali, secondo me sono matti!!! Ci ritiriamo in tenda. Quando siamo rientrati ho scritto, come avevo già fatto dopo un incontro simile in Namibia ad aprile, all’African Snakebite Institute (https://www.africansnakebiteinstitute.com/), hanno anche una pagina facebook. Si possono scaricare schede sia sui serpenti che sugli scorpioni dell’Africa Australe. Io le ho tutte ma non riesco ad identificare il nostro quindi mando la foto. Tempo 10 minuti mi rispondono che si tratta di un Opistophthalmus fitzsimons – ID: 304440, mediamente velenoso. Dicono che siamo stati molto fortunati perchè è rarissimo da incontrare. Dopo un attimo mi arriva un altro messaggio chiedendo il permesso di schedare il nostro avvistamento come coordinate ecc ecc da mettere nel museo virtuale del FitzPatrick Institute Of African ornithology di Cape Town (http://vmus.adu.org.za/). Wow!! Invio tutto e dopo un paio di giorni mi avvisano che è on-line, hanno messo addirittura il mio nome!

Pernottamento: Nxai Campsite a Baines’ Baobab (fa parte dei Xomae Camp)

Campeggio (autonomi per cena e colazione) (https://www.xomaesites.com/camping/13-baines-baobab.html) – campeggio n°1 (gsp S20 07.067 E24 45.891)

Costo a testa: USD 45 (€ 40) – sotto i 17 anni $ 22 (€ 19) – tot.€ 181

Ci sono 3 posti campeggio ciscuno vicino ad un gruppo di baobab, distanti l’uno dall’altro (consentiti per piazzola max 3 macchine e 12 persone) – non c’è acqua – c’è solo una lattrina ed una doccia con un secchio da caricare con la propria acqua – non è recintato

6) 08 agosto 2019 giovedì – km.100 (70 asfalto + 30 sabbia): Nxai Pan (Baines’ Baobab) – Gweta (Planet Baobab – notte con i quad)

Strada: usciamo dallo Nxai Pan, percorriamo la A3 fino a Gweta. Lasciamo la macchina al Planet Baobab Lodge (gps S20 11.360 E25 18.343)e facciamo l’escursione con i quad nel Makgadikgadi pan, con pernottamento sotto le stelle.

Market: no

Banca: no

Benzinai: Gweta

Questa notte ci siamo proprio divertiti. Monica sente qualcosa sulla tenda e si spaventa, chiama sottovoce, più volte, Pietro che è nella tenda di fianco alla sua … ma lui russa e non la considera … borbotta qualcosa ma le dà il menavia … dopo un pò sentiamo: Pier ho bisogno di aiuto! Poveretta non ce la faceva più … Noi puntiamo la torcia sulla sua tenda ma non c’è niente. Magari si è appoggiato un gufo ma lei si è spaventata. Per il resto silenzio totale. Ci alziamo appena c’è visibilità. L’idea iniziale mia e di Pier era di tornare alla pozza al South Camp all’alba ma implicava partire alle 5.00 e non ci saremmo goduti questo posto. E poi avremmo svegliato tutti. Abbiamo così accantonato l’idea. Ottima scelta perchè ci alziamo con calma, facciamo una bella colazione al tavolo mentre albeggia. Io e Simona ci facciamo due risate cercando di colpire con un sasso un frutto di baobab appeso ad un albero … io provo un’infinità di volte ma nulla … lei al primo colpo ne fa cadere uno …. Dopo un paio d’ore partiamo. Impieghiamo un’oretta a visitare le altre due aree campeggio sotto i baobab. Sono proprio distanti una dall’altra. Nel mezzo c’è il pan bianco. Ci divertiamo a fare foto di gruppo e varie …. Ripartiamo e, percorrendo la strada parallela a quella fatta ieri (quella di 12 km.), torniamo alla principale e poi arriviamo al gate. Impiegheremo 1 ora. Al gate rigonfiamo le gomme attaccando il compressore al motore. Fino all’ingresso della Moremi, fra 3 giorni, avremo solo asfalto. Ora il gruppo si separa. Renzo e Simona hanno la prenotazione in un lodge verso Maun mentre noi e i Pocket raggiungono il Planet Baobab Lodge a Gweta per la nostra escursione in quad. A Gweta facciamo gasolio e poi andiamo in paese a lasciare dei vestiti. Li distribiamo ad alcune signore nelle capanne. Siamo stupiti di non vedere bambini. Io preferisco lasciarli a loro perchè esultano di gioia e ti riempiono il cuore di sorrisi però ora non ne troviamo. Uscendo dal paese capiamo il perchè. Sono tutti a scuola. Li vediamo nel cortile vestiti con le divise. Alle 12 siamo al lodge. Prepariamo gli zaini con le cose pesanti per questa sera e andiamo a registrarci. Andiamo poi al ristorante a pranzare (Pule 455 € 38). In questa zona ci sono tanti baobab ed uno grosso è proprio nel giardino del lodge. Alle 14 puntuali partiamo. Siamo con due jeep. Noi 7 siamo su una mentre due famiglie di olandesi con due ragazzini a testa sono sull’altra. La nostra autista ci dà parecchie informazioni sul Botswana e sugli animali. Lungo la strada vediamo cavalli, mucche, struzzi e baobab.

Informazioni su quest’area del Makgadikgadi Pan:

Il Dr. David Livingstone, il più famoso esploratore dell’Africa, attraversò queste depressioni nel 19° secolo e scoprì il gigantesco baobab, il Chapman’s Baobab, il 10 luglio 1852. Questa pianta, che si trova 27 km. a sud del villaggio di Gweta (nell’area chiamata Green’s Baobab), era una delle tre piante più grandi in Africa, ed una delle più vecchie al mondo (oltre 1.400 anni). Era un monumento nazionale del Botswana. Aveva 25 metri di circonferenza e 7 grossi rami. Per questo veniva chiamato “Seven Sisters”. Il 7 gennaio del 2016 è caduto per cause sconosciute. Si vocifera che, nonostante sia caduto a terra, sia ancora vivo.

In 1 ora e 40, con alcune soste, arriviamo ad un villaggio. I nostri 8 quad sono tutti in fila pronti a partire. Scendiamo, e la guida ci accompagna in mezzo alle capanne. Alcune signore stanno facendo lavori manuali: una intreccia un cesto, una sta lavorando il sale ed un’altra sta togliendo la parte commestibile dai frutti di marula. Ne assaggiamo un pezzo. Sembra noce. Andiamo poi ai quad. Lasciamo, a parte il mio perchè voglio fare foto, gli zaini sulla jeep. Indossiamo il casco, ci spiegano come funziona e si parte. Io salgo con Pier mentre Matteo e Martina si daranno poi il cambio a guidare. Lasciamo il villaggio (alle 16.00) e la vegetazione. Da qui, man mano che avanziamo, si dirada sempre di più fino a diventae solo erba (c’è qualche cavallo che bruca) e poi diventa pan bianco. Una jeep ci precede e l’altra chiude la fila. Un pò viaggiamo e ogni tanto ci si ferma a ricompattare il gruppo. Fortissimo. Arriviamo in un punto in cui lasciamo i quad e saliamo ancora sulla jeep. Andiamo a cercare i suricati. Una famiglia vive in questa zona. Li troviamo facilmente perchè c’è un signore che li segue tutto il giorno, altrimenti sarebbe difficilissimo. Scendiamo e facciamo parecchie foto. Sono sempre in attività e continuano a scavare per cercare lucertole, scorpioni ecc ecc. Ritorniamo ai quad. Dietro di noi c’è un’immagine bellissima. Il sole è sulla linea dell’orizzonte e la jeep alza tanta polvere. Suggestivo. Vediamo il tramonto alle 18.10 viaggiando. Arriviamo al campo, dove dormiremo, alle 18.30 ed è quasi buio, solo una linea rossa all’orizzonte indica dov’è l’ovest, altrimenti non si avrebbe nessun riferimento. Siamo circondati dal pan a 360°. Bianco ovunque. Ci sono le sedie da campeggio intorno al fuoco acceso, vicino ad un tavolo con una candela dove verrà appoggiata la cena. Una tenda distante è il bagno. E’ illuminata all’esterno da candele. Non c’è la possibilità di farsi la doccia, ovviamente. Qui non c’è acqua e anche si organizzassero in tal senso, saponi ecc ecc rovinerebbero un ambiente delicatissimo. Ci sono poi 7 materassi, dove dormiremo noi, chiusi completamente nella stoffa delle tende, ad un centinaio di metri, altri 4 più distante ed infine gli ultimi 4 ancora oltre. Avremo la nostra privacy. Le due guide e i ragazzi che gestiscono il campo dormiranno vicino alle macchine e ai quad. Ci portano delle salviette bagnate, tiepide per lavarci la faccia e le mani, siamo completamente ricoperti di polvere bianca. Ci vestiamo con pile e giubbotti perchè la temperatura sta scendendo. E poi è ora di cena. Andiamo al tavolo e ci servono patate bollite con riso, carne e verdura. Le bibite sono quelle che abbiamo ordinato al lodge prima di partire. E’ compreso solo un litro di acqua a testa, quello in più bisogna pagarlo. Ci sono birra, vino ecc ecc. Ceneremo con il piatto sulle gambe. Dopo rimaniamo a chiacchierare e a scaldarci intorno al fuoco. La guida ci racconta che quando piove il pan si riempie di qualche centrimetro di acqua e arrivano fenicotteri per mangiare i gamberetti. La domanda viene spontanea: i fenicotteri volano ma i gamberetti? Le uova deposte l’anno precedente rimangono sotto la crosta di sale quando l’acqua evapora. Una sorta di ibernazione ma con il calore. Quando arrivano le piogge, le uova si chiudono e ricomincia il ciclo vitale. E’ per questo che è severamente vietato andare fuori pista. C’è solo una strada che viene tracciata da Gweta a Kubu Island nel sud-est del pan e poche altre che vanno a sud. Quando diventano percorribili le prime jeep, seguendo le coordinate, tracciano le piste che poi dovranno essere seguite da chi passerà dopo. Più piste si tracciano più gamberetti vengono uccisi. Il campo dove ci troviamo noi è l’unico presente in tutto il pan. Solo il Planet Baobab organizza questa attività. Quando al mattino smontano il campo tolgono tutto, tranne la tenda del bagno. Riportano tutti i materassi (arrotolati e legati) al villaggio per cambiare le lenzuola. La sera seguente tornano qui con tutta l’attrezzatura e il cibo già cotto. Impatto ambientale zero. Questa escursione è fattibile solo dal 25 aprile al 31 ottobre. La guida ci indica anche le costellazioni. La croce del sud si vede bene. C’è la luna che sta crescendo quindi toglie luminosità alle stelle. Alle 20.00 ci ritiriamo per la notte. Per andare in bagno usiamo le nostre torce. Non avevamo mai dormito all’aperto. Sotto le coperte fa caldo quindi togliamo il giubbotto, anche perchè servirà poi domani mattina quando ci alziamo … In un secondo dormiamo, sono giornate impegnative. Ci sveglieremo tutti più volte, a parte Martina, per guardare il cielo. La luna verso mezzanotte è calata quindi si vedono stelle a 360°. Non c’è nessuna luce quindi risaltano come non mai. La via lattea è pazzesca. Triplo wow. Questo credo sia stata la ciliegina sulla torta di tutta la vacanza. Imperdibile.

Pernottamento: sotto le stelle nel Nwetwe Pan del Makgadikgadi National Park, all inclusive con cena e colazione (http://www.planetbaobab.travel/) – attività organizzata solo dal Planet Baobab Lodge – (gps S20 11.360 E25 18.343)

Costo a testa: USD 212 (€ 185) – tot.€ 740

7) 09 agosto 2019 venerdì – km. 229 (asfalto) – volo sull’Okavango:

Gweta (Planet Baobab) – Maun

Strada: viaggiamo tutto su asfalto percorrendo la A3 da Gweta fino al Crocodile Camp (gps S19 55.811 E23 30.705) a Maun

Market:

– Spar Safari: Plot 152, Shop 3, Ngami Centre (orari: 8.00-19.30 lu-ve / 8.00-17.00 sa / 8.00-15.00 do) in via Koro, vicino all’areoporto

– Spar Delta: Plot 692, Unit 3, Makoro Shopping Centre (orari: 8.00-20.00 lu-ve / 8.00-19.00 sa / 8.00-16.00 do) in via Tsaro

– per la carne (possiamo andare in entrambe solo prima del volo, in rientro sono chiusi): Delta meat Deli (vicino al Riley’s Shell garage – orari: lu/ve 7.30/17.00 e sa 7.30/13.30 – http://www.deltameatdeli.net/) oppure Beef Boys (di fronte all’Engen garage e allo Spar Ngami Center – orari: lu/ve 9.00/17.30 e sa 9.00/14.00 -http://beef-boys.com/)

Banca: Maun, la First National Bank è vicina allo spar Ngami Centre mentre la Barclays è vicino allo spar Makoro

Benzinai: Gweta e Maun

Uffici del DWNP (S19 59.056 E23 25.844) (orari: lu-ve 7.30/16.30; sa 7.30/12.45 e 13.45/16.30; do 7.30/12.45) si possono pagare con carta di credito le conservation fees dei parchi.

Lavanderia: nel centro commerciale The Mall

Ristoranti in ordine di recensioni positive di tripadvisor:

– Marcs Eatery (Sir Seretse Khama Road)

– French Connection (Mophane Road)

– Hilary’s (Off Mathiba I Street)

– The Tshilli Farmstall (Sir Seretse Khama Road)

Ci svegliamo presto ma stiamo al caldo a guardare l’alba alle 6.45 e poi ci alziamo. Andiamo al tavolo dove abbiamo cenato. C’è la possibilità di lavarsi la faccia. Ci servono thè e caffè con muffin intorno al fuoco. Alle 7.30 partiamo senza mai fermarci. In 40 minuti siamo al villaggio dove lasciamo i quad e in 1 ora e 10 senza soste siamo al Planet Baobab. Ci servono la colazione (compresa nel prezzo) e poi noi 7 andiamo a farci le docce nei bagni pulitissimi del campeggio. Le altre due famiglie con i ragazzini vanno via così …. mah … Alle 11 partiamo diretti a Maun, tutto asfalto, abbiamo parecchie cose da fare prima del volo sull’Okavango. Passiamo una barriera veterinaria senza che ci fermino. In 2 ore siamo a Maun.

Informazioni su Maun:

Http://www.madbookings.com/maun-botswana.html

Maun è sita nel centro-nord del paese. Il nome deriva da un termine San “Maung”: canneti bassi. Maun è diventata la capitale del turismo grazie alla sua vicinanza con il delta dell’Okavango. Si presenta come un simpatico paesone pieno di vita e fascino “African style”. La sua posizione strategica vicino al delta dell’Okavango l’ha resa in pochi anni un centro importante dell’economia del paese. Tutte le compagnie turistiche hanno i loro uffici qui a Maun e il piccolo aeroporto vede decolli e atterraggi di piccoli aeromobili quasi come l’aeroporto internazionale di Johannesburg. Con una popolazione di circa 30.000 abitanti possiamo tranquillamente ammettere che Maun abbia il 100% di persone occupate nel turismo e nell’indotto turistico. Basti pensare che il piccolo aeroporto di Maun è considerato uno dei più congestionati dell’Africa. Ci sono ristoranti, banche, market ecc.ecc.

Informazioni sull’Okavango:

https://www.okavango.it/okavango-botswana.php

Questo è in assoluto il delta interno più grande del mondo ed è sicuramente fra le aree più incontaminate della terra. Pochi luoghi al mondo possono essere così vicini alla descrizione del paradiso terrestre. Il fiume Okavango nasce in Angola (come il Chobe) sul Benguela Plateau con il nome di Cubango, attraversa la Namibia creando le Popa Falls con il nome di Kavango e infine diventa Okavango, quando arriva in Botswana, all’altezza di Mohembo. Questo fiume è uno dei pochi che non sfocia nel mare o in un lago ma bensì crea un delta meraviglioso direttamente nelle sabbie del deserto del Kalahari. Si pensava che un tempo questo grande fiume scaricasse le sue ricche acque dentro a un enorme lago chiamato appunto Makgadikgadi Super Lake. A causa delle evoluzioni tettoniche e del cambiamento climatico questo super lago (profondo circa 30 metri) si prosciugò lasciando a suo ricordo solo l’immenso bacino sabbioso che oggi chiamiamo Makgadikgadi Pans. Ecco perché oggi il fiume Okavango rilascia le sue acque nel deserto creando, però, uno degli spettacoli naturali, avicoli e faunistici più belli del mondo. L’Okavango è lungo 1.400 km di lunghezza. Ogni piena scarica nelle sabbie del deserto del Kalahari quasi 15 miliardi di metri cubi d’acqua. Qui il fiume si disperde e vaporizza letteralmente nel nulla, dando origine a una regione di oltre 15.000 km2, dove un’infinità di specie animali e di piante trovano la vita, fra un dedalo di canali, piccoli e grandi corsi d’acqua intervallati da piccole isole create dal lento ma inesorabile lavoro delle termiti. Le piogge che alimentano il fiume in Angola iniziano a ottobre e finiscono ad aprile inoltrato. La piena del fiume, però, arriva in Botswana solo a dicembre giungendo poi nel delta verso giungo e luglio; il processo di trasporto delle acque dura circa 9 mesi (dall’inizio delle piogge in Angola) ed è fortemente soggetto all’azione del sole e all’evaporazione. Come mai un fiume di questa portata impiega 6/9 mesi per percorre 1.400 km (percorso poco più lungo dell’Italia)? Anche in questo caso le risposte sono da ricercare nella geologia. Il profilo del flusso d’acqua, la sua distribuzione e i regimi di deflusso cambiano continuamente a causa dell’attività tettonica. Nella sua condizione di continuazione della Grande Fossa Tettonica Africana, l’Okavango si trova in una zona geografica instabile di faglie mobili, registrando piccole scosse telluriche quasi mai percepibili grazie alla presenza di sabbia e di paludi alluvionali, decisamente poco “adatte” al trasferimento dell’energia sismica. Inoltre, a parte il primo tratto in Angola che scende da montagne e zone collinari, per oltre 450 km il corso del fiume ha una pendenza di appena 60 metri, insufficiente a rendere le acque veloci, per raggiungere in breve tempo il delta e superare la piccola depressione. L’interazione temporale fra precipitazioni, evaporazione e il flusso d’acqua è sorprendente. Proprio quando le precipitazioni del periodo delle piogge sono evaporate (aprile, maggio), i flutti rigonfi dell’Okavango si riversano su 1300 km di sabbia del Kalahari e ridestano così un grande ecosistema straordinariamente ricco di specie. Prima di arrivare al fiume Thamalakane, vicino alla cittadina di Maun, (praticamente il punto più lontano dalla fonte) ben il 95% delle acque del fiume evapora a causa della poca profondità e grande vastità del delta stesso. Quando le piene sono davvero importanti (come quelle del 2009 e 2010) il fiume Thamalakane riversa le sue scarse acque nel bacino del fiume Boteti che si getta nella faglia del lago Xau e infine (e qui sono passati oltre 2.200 km) nel Makgadikgadi Pan. Se nel periodo di massima piena il delta può superare i 22.000 km2, nel periodo di secca ricopre un’area di appena 14.000 km2 ed è per questo motivo che le acque del delta dell’Okavango sono sempre limpide e mai saline: perché l’acqua si muove sempre ma lentamente, quindi ha tempo di depositare senza sollevare limo dal fiume. Provate a berne un piccolo sorso e scoprirete che è proprio così. Se però siete scettici allora fatevi strappare da una delle vostre guide una canna di papiro, fatevela “sbucciare” e godetevi la bontà della banana di fiume… Del Delta, che visto dall’alto può ricordare la forma di una padella, si possono distinguere tre aree geografiche: il cosiddetto “manico di padella” (panhandle), il Delta e le zone aride limitrofe e attigue. Il manico di padella inizia nei pressi di Mohembo, nella parte settentrionale dell’Okavango, protendendosi per 80 km verso sud. La vegetazione è costituita prevalentemente da papiri e palme. Il manico termina nei pressi di Seronga, dove il fiume si allarga come un ventaglio formando il Delta. Tra le specie floreali si annoverano canne palustri, palme mokolwane, acacie, sicomori, kigelie. Nell’area meridionale del Delta le paludi permanenti, in base all’entità del flusso del fiume e delle piogge, si allargano creando grandi paludi alluvionali riempiendo i bacini delle praterie adiacenti. A sudest di quest’area si estende un territorio veramente arido. Qui si trovano tre grandi aree territoriali: il Matsebi Ridge, la Chief ’s Island e la penisola di Moremi. L’area, coperta principalmente da alberi di Mopane, acacie arbusti bassi, è caratterizzata da depressioni saline. In questa regione si rifugiano numerosi mammiferi durante i periodi di siccità invernale. Tra le maggiori attrazioni turistiche del Delta e delle zone aride sono da annoverare l’avvistamento dei grandi mammiferi e degli uccelli. Recenti ricerche hanno consegnato i seguenti dati relativi alla presenza di animali e specie animali nel Delta dell’Okavango: 122 specie di mammiferi, 71 specie di pesci, 444 specie di uccelli, 64 specie di rettili e 1300 specie di piante. Grazie al programma per la reintroduzione del rinoceronte condotto con successo, il delta ospita circa 35 rinoceronti bianchi e quattro rinoceronti neri. È proprio nei mesi che vanno da maggio ad ottobre che si incontra la maggiore concentrazione di animali nel delta. Quando la stagione secca ricomincia (giugno) il fiume Okavango attira gli animali verso la sola fonte di acqua disponibile che, per altro, è in crescita proprio durante i mesi di siccità. Quando poi a fine agosto le acque del delta incominciano a ritirarsi a causa dell’evaporazione, il miracolo della natura ricomincia: gli animali si affollano nelle pozze e sulle isole del delta circondate dalle acque, la vegetazione è poco folta e quindi i safari sono a dir poco eccezionali. A ottobre le prime piogge ricominciano a rinverdire i pascoli, a riempire le pozze e, a novembre, tutto torna verde e ricco di vegetazione fresca. Proprio in questo periodo gli ungulati danno alla luce i piccoli e i predatori diventano più attivi regalando un secondo spettacolo davvero indimenticabile, soprattutto durante le nottate di luna piena. Il paesaggio che si presenta alla vista dei visitatori è incredibile: corsi d’acqua con papiri e fiori colorati, il cielo che si specchia su un fiume lento che permette a molti uccelli di camminare sulle foglie delle ninfee, animali in grande quantità che si spostano lungo le rive del grande delta e una presenza antropica praticamente inesistente. Nel cuore del delta si trova l’affascinante riserva di Moremi, l’unica parte adibita a parco del delta, dove vi è la più grande concentrazione di animali dell’ecosistema del delta. E’ davvero curioso vedere come questo delta debba la sua conformazione al lavoro incessante e costante dei miliardi di termiti che vivono in questa zona. Le termiti creano migliaia di termitai che hanno un’altezza superiore a quella dei canali e anche degli isolotti e la loro struttura, essendo realizzati con l’impasto di granelli di sabbia, escrementi e soprattutto con la saliva che contiene acido formico, è resistente all’azione dell’acqua. In questo modo i termitai rimangono sopraelevati rispetto al livello dell’acqua permettendo a molti tipi di piante di sopravvivere alle piene del delta. Il lavoro incessante delle termiti, il numero impressionante di termitai e la naturale disgregazione delle loro pareti contribuiscono a creare vere e proprie isole e penisole che permettono la vita di molti animali. Ecco perché durante i sorvoli del delta spesso si possono notare punti di terra grigia affiorare fra le acque ed ecco perché il lavoro delle termiti è così importante tanto da essere definito vitale per tutto l’ecosistema del Delta dell’Okavango. Altro lavoro importante delle termiti è “ripulire” le isole dalla presenza di tronchi d’albero abbattuti dalle piene. In effetti le termiti usano il legno per realizzare i propri termitai, decompongono la cellulosa per mangiarla e spesso usano il legno stesso per creare le condizioni ideali per la crescita dei funghi dei quali sono ghiotte. Principalmente esistono due tipi di termiti nel delta responsabili delle realizzazione dei termitai ed entrambe sono fungifaghe: Macrotermes e Odontotermes. Ovviamente non ci sono solo minuscole termiti, ma grandi mandrie di elefanti, antilopi d’acqua, rari ed elusivi sitatunga, numerosi gruppi di kobi rossi, molti bufali, migliaia di impala e una ricchissima fauna avicola. I predatori sono molti, soprattutto nella Moremi Game Reserve, e rendono un viaggio nel delta un vero must. Parlando di vegetazione dobbiamo considerare che esistono poche piante che possano sopravvivere in un contesto così umido. A parte le bellissime palme makalani che qui chiamano Illala Palm (Hyphaene petersiana) e le famose delta Palm (Phoenix reclinata) qui possono sopravvivere solo papiri e canneti. I canneti sono prevalentemente Phragmites australis and Phragmites mauritiarius, crescono nell’acqua a medie profondità (2/4 metri) e sono dotati di deboli radici. Al contrario i papiri (Cyperus papyrus) hanno radici acquatiche che non necessitano di essere attaccate alla terra, ma riescono a galleggiare e a farsi muovere dalla corrente. Altra pianta che riesce a galleggiare e che rende le acque del delta ancora più belle è il Water Lilie (Nymphaea caerulea), bellissime ninfee dal fiore bianco candido con la base dei petali viola o gialla e dalle grandi foglie che servono da piattaforma a uccelli e insetti; non è raro infatti vedere bellissime jacanas camminare sulle foglie delle ninfee alla ricerca di un buon pasto. L’area del delta ha attirato nei secoli non solo grandi mandrie di animali, ma anche numerose popolazioni che qui hanno trovato gli elementi perfetti per la vita. In effetti possiamo dire che esistano 5 gruppi etnici caratterizzati da una differenza etnica e linguistica notevole: gli Hambukushu, i Dceriku, i Wayeyi, i Bugakwe ed i Xanikwe (questi ultimi due sono i famosi Boscimani. L’Okavango è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. La sua conservazione a lungo termine è assicurata da un lato dalle misure e disposizioni legali da parte dello stato (anche se solo la riserva di Moreni ha ufficialmente lo stato di zona protetta), e d’altro lato, dagli sforzi e dalle iniziative dei camp e lodge nelle aree di concessione privata, dall’Okavango Development Management Plan (ODMP) recentemente deliberato e dallo stato di area Ramsar nell’ambito dell’International Union for Conservation of Nature IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) che limita il suo sfruttamento e sviluppo.

Delta dell’ Okavango pernottamenti: Il Delta più grande del mondo è giustamente considerato uno degli ultimi paradisi naturalistici, dove ancora si può vivere un’autentica esperienza nel bush africano a stretto contatto con la natura, senza recinzioni e barriere. La maggior parte delle sistemazioni consiste infatti in campi tendati di lusso, immersi nella natura selvaggia e con spettacolari vedute sui paesaggi circostanti. Il comfort è sempre molto buono ma si richiede un buon spirito di adattamento dato che il contatto con la natura e gli animali è molto stretto, non esistono telefoni e i contatti sono tenuti via radio, spesso manca l’ elettricità di notte perchè il generatore viene spento e l’ illuminazione è solo a petrolio, i cellulari non funzionano, le tende sono quasi sempre costruite con materiali naturali e in stile tradizionale africano. I costi sono mantenuti molto alti a causa della scelta governativa volta a preservare l’ambiente e ad evitare il turismo di massa, inoltre l’approvvigionamento dei campi e i trasferimenti avvengono solo tramite piccoli aerei, e tutto questo rende purtroppo il Botswana una delle destinazioni più care dell’Africa Australe.

I vari Lodge sul Delta si raggiungono con piccoli aerei da Maun o da Kasane e il bagaglio personale deve essere strettamente limitato a 20kg totali a persona incluso il bagaglio a mano – si raccomanda di utilizzare valigie morbide.

Attenzione: da fine novembre a maggio il Delta dell’Okavango è nella fase di acque basse a causa della stagione secca del fiume. Durante questo periodo in molti campi NON è possibile effettuare escursioni in Mokoro a causa della mancanza di acqua. Le escursioni alternative vengono effettuate a piedi o in auto 4×4 nei Campi che offrono questa possibilità oppure devono essere scelti campi più costosi che si affacciano sulle lagune perenni del Delta.

Maun è una cittadina caotica dove mucche ed asini girano per strada tra le macchine. Il fiume Thamalakane è completamente asciutto. Andiamo diretti agli uffici della DWNP per pagare (con carta di credito) le conservation fees per le giornate in cui staremo nella Moremi, Khwai e Savuti. Ci troviamo fuori con Renzo e Simona. Hanno già rimpito di gasolio tutte e 6 le taniche. Sono stati gentilissimi. Una perde. Renzo ha tribolato e oltre a sporcare la macchina si è bagnato pure lui. Per fortuna la tanica era sul tetto e non nel cassone della jeep (anche se a Johannesburg le avevano messe in sacchi molto resistenti, tolti poi per legarle sul tetto) quindi quando usciamo dagli uffici andiamo in un parcheggio a sistemarla. Mettiamo tutto il nastro isolante che abbiamo portato da casa sul tappo per fare da spessore. Non perderà più. Siccome la macchina dei Pocket risulta consumare molto di più delle nostre, per star tranquillo, comprano una tanica nuova da 30 litri (Andy gli rimborserà il costo). Andiamo poi in uno Spar a fare la spesa grossa anche di bottiglioni da 5 litri di acqua, e in uno di liquori per la birra e il vino. Mangiamo due cose al volo, tanto abbiamo fatto una super colazione quindi siamo ancora sazi. Ora ci separiamo di nuovo. Renzo e Simona vanno al lodge mentre noi e i Pocket andiamo all’aeroporto (gps S19 58.535 E23 25.690). Gli uffici della Air Shakawe ) sono davanti all’ingresso, fuori dalla costruzione. Bisogna esser lì 1 ora prima con i passaporti. Ci chiedono se vogliamo già andare ma noi preferiamo aspettare le 16.30 come prenotato. Così facendo ho la possibilità di fotografare gli animali con le loro ombre che si allungano sul terreno. L’Air Shakawe ha solo piccoli piper quindi prenderemo un aereo con 12 posti (ci sono anche due ragazzi francesi) della Mackair (http://www.mackair.co.bw/). Abbiamo tutti un posto finestrino. L’aeroporto è internazionale quindi ci sono tutti i controlli. Ci portano all’aereo con un pullmino. Foto di rito prima di partire e via, puntuali decolliamo. Durerà 1 ora. Sorvoliamo la città e poi un tratto in cui ci sono capanne. Ci mettiamo un pò ad arrivare all’acqua. Questo dimostra quanta siccità c’è. Il paesaggio è davvero bello. Ci sono tratti con vegetazione ed altri solo con erba. Canali di acqua ed isolette. Tantissimi animali: elefanti, giraffe, zebre, impala, ippopotami, coccodrilli, bufali e qualcuno dice di aver visto due rinoceronti. Voliamo bassi e il pilota muove l’aereo piagandolo su un lato e poi sull’altro per garantire maggior visibilità. I colori sono caldi grazie al sole che si abbassa sempre di più sulla linea dell’orizzonte creando le bellissime ombre degli animali. Davvero una bella esperienza. Alle 17.30 puntuali atterriamo. Recupriamo la macchina e ci indirizziamo al lodge. E’ quasi buio e sulla strada è pieno di mucche e asini, oltre alle persone, quindi dobbiamo andare piano. Del lodge non vediamo nulla perchè è buio. Abbiamo due camere doppie e c’è il servizio lavanderia. Ne dobbiamo per forza approfittarne. Tutti i vestiti che abbiamo usato per l’escurione in quad, più altri, abbiamo dovuto lavarli. Solitamente portiamo con vestiti giusti per tutti i giorni in modo tale da essere completamente autonomi. Questa volta però lo spazio era limitato dovendo portare anche cose per la gestione quotidiana della vita da campeggio quindi abbiamo fatto affidamento sulle lavanderie di questo lodge e di quello di Kasane sul Chobe. Sistemiamo la jeep, doccia e andiamo a cena. Si può scegliere tra buffet e menu fisso. Senza infamia e senza lodge. La cosa migliore è il filetto. La cena è compresa. Dobbiamo pagare solo le bevande. A nanna alle 22.30 … tardissimo ma siamo rimasti a chiacchierare al tavolo godendoci un pò di relax … Prima di addormentarci diamo la caccia alle zanzare in camera. Questo è l’unico posto in cui le abbiamo trovate.

Pernottamento: Crocodile Camp (fa parte dei SKL Camp) sulle rive del fiume Thamalakane, 12 km. a nord di Maun

Lodge con colazione e cena comprese

(https://sklcamps.com/crocodilecamp/) (gps S19 55.811 E23 30.705)

Costo a camera: Pule1765 (€ 147) x 2 camere – tot. € 294

8) 10 agosto 2019 sabato – km. 54 (asfalto) – giornata in mokoro: Maun – Maun

Ci alziamo dopo l’alba. La colazione è compresa. La terrazza e alcune camere si affacciano sul fiume Thamalakane (completamente asciutto). Come lodge è carino. Alle 7.30 partiamo con una jeep scoperta. In 1 ora e 1/2 (primo tratto su asfalto direzione nord-est e poi sterrato direzione nord) arriviamo al punto di partenza per la nostra escursione nel delta dell’Okavango. E’ una comunità locale (abitano in capanne lì vicino) che si occupa della gestione di tutto. I mokoro sono sulla sabbia, uno vicino all’altro. Bel colpo d’occhio. Sono 10. Su ogni mokoro possono stare 2 persone sedute su seggioline senza gambe. Scegliamo il nostro Caronte. Quello mio e di Pier è un signore anziano. Renzo e Simona hanno la donna più bella di tutte. Ha un vestito lungo che si muove al vento ed un turbante della stessa stoffa. Le farò da dietro parecchie foto perchè molto fotogenica. Si viaggia in fila indiana tenendo le distanze. L’acqua è bassa. La navigazione dura un paio d’ore. Sono un labirinto di canali circondati da papiri. Ogni tanto troviamo delle lagune dove ci sono gli ippopotami o nell’acqua o sulle rive. Noi costeggiamo la vegetazione stando ben ben distanti. C’è un silenzio pazzesco. Si sente solo il mokoro che scivola sull’acqua e qualche uccello che canta. Super rilassante. Vediamo qualche elefante e diversi uccelli. Al nostro arrivo, su un’isola, lasciamo i mokoro e proseguiamo a piedi. Ci fermiamo un attimo in una radura dove ci sono a disposizionie mele ed acqua e poi proseguiamo per un paio d’ore. E’ un’isola e a quest’ora, con il caldo, ci dicono che è difficile vedere animali (non ce ne devono proprio essere di pericolosi perchè le guide non sono armate). Ci fanno vedere diverse impronte e cacche (ippopotamo, elefante, giraffa, bufalo e Red Lechwe). Interessante. Arriviamo in prossimità di una laguna dove ci sono alcuni hippos che dormono in acqua e coccodrilli sulla sabbia. Fa parecchio caldo e rientriamo per pranzo. Hanno sistemato le seggioline del mokoro in cerchio intorno al tavolo del buffet. Ognuno si serve da solo. Abbiamo mangiato bene. Alle 14 ripartiamo in mokoro. La strada di rientro è più veloce, impiegheremo un’oretta. Pier e Simona riescono anche a farsi un pisolino. Tutti i Caronte sono silenziosi quindi ci si può godere la pace del posto … tutti tranne il nostro … che cerca di attaccare bottone con tutti i suoi colleghi … ma questi gli danno il menavia quindi si mette a parlare da solo … pensiamo che dica le preghiere … poi quando finisce, finalmente sta zitto …. Una volta al porticciolo saliamo sulla jeep e rientriamo. Sono le 16, non possiamo neppure pensare di andare al lodge… dobbiamo andare a Maun a fare quello che non abbiamo fatto in tempo a fare ieri. I ragazzi stanno qui così incominciano a lavarsi. In primis andiamo al Viking Gas, negozio dove vendono bombole per cucinare. Facciamo pesare le nostre e dicono che sono piene. Non vogliamo rischiare di rimanere senza, visto che dovremo cucinare per 7 giorni. Renzo e Simona comprano anche un, non so come si chiama di preciso, un piano che si attacca alla bombola e dove appoggi la pentola. Sono molto delicati e, quando dobbiamo ritirarli, li stacchiamo e li mettiamo in un contenitore ma è facile rovinare l’ugello. Anche questo costo, circa 10 euro, verrà rimborsato. Andiamo poi in un market ad acquistare le ultime cose e a fare benzina. Ci facciamo anche riempire con una pompa dell’acqua il serbatoio di 60 lt. Ci chiederanno Pule 20. Alle 19.00, con il buio pesto, arriviamo al lodge. Ci avviciniamo alla camera con la macchina così incominciamo a caricare quello che non ci serve più e riordiniamo il cassettone. Domani mattina partiremo presto e non vogliamo svegliare i nostri vicini di camera. Da domani saremo in posti completamente selvaggi senza nessuna recinzione quindi vogliamo sistemare tutto in modo perfetto in modo tale da non faticare a prendere le cose. Ceniamo, paghiamo le bevande di queste due sere, il bucato (che ci hanno fatto trovare in camera) e andiamo a dormire presto.

Pernottamento: Crocodile Camp (fa parte dei SKL Camp) sulle rive del fiume Thamalakane, 12 km. a nord di Maun

Lodge con colazione e cena comprese

(https://sklcamps.com/crocodilecamp/) (gps S19 55.811 E23 30.705)

Costo a camera: Pule1765 (€ 147) x 2 camere – tot. € 294

9) 11 agosto 2019 domenica – km.155 (61 asfalto + 94 sabbia): Maun – Moremi (Third Bridge)

Strada: km.60 di asfalto fino a Shorobe – a circa km.20 (gps S19 36.580 E 23 48.040) girare a sinistra – a km.30 si arriva al Maquee Gate (south gate) (gps S19 25.542 E23 38.732) della Moremi Game Reserve – a km.20 First Brige (in legno) – a km.2 Second Bridge (legno) – a km.30 si arriva al Third Bridge Camp (gps S19 14.318 E23 21.406).

Market: no

Banca: no

Benzinai:no

Ancora con il buio carichiamo le ultime cose sulla macchina, facciamo colazione e partiamo alle 7.30. Attraversiamo piccoli villaggi con il sole che sorge di fronte a noi. Lungo la strada ci sono tante cataste di legna in vendita. Anche se non c’è nessuno, basta fermarsi e qualcuno arriva subito. E’ vietato raccoglierla nei parchi e, come ho detto, se la si acquista per strada e non al market, si aiutano le persone del posto. Ne acquistiamo più che possiamo non sapendo se poi nei prossimi giorni avremo la possibilità di trovarne altra. In realtà quando al Third Brige Camp quando al Khwai Camp la vendono ma è sempre meglio averne in più, non potendo rimanere fuori dalla macchina senza fuoco con il buio. A Shorobe inizia lo sterrato. La strada è in pessime condizioni. Consideriamo che questa è l’unica che collega il centro del Botswana con il nord. In 45 minuti, da quando siamo partiti da Maun, siamo alla barriera veterinaria (non ci hanno fermati) e subito dopo svoltiamo a sinistra direzione Moremi. Troviamo subito 3 grossi elefanti, giraffe, struzzi e impala. Iniziamo bene. Percorriamo 30 km, in 1 ora dallo svincolo, ed arriviamo al Maquee Gate (South gate) della Moremi Game Reserve.

Informazioni sulla Moremi Game Reserve:

http://www.botswanatourism.co.bw/explore/moremi-game-reserve

https://www.okavangodelta.com/

Conservation Fees da pagare in contanti: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

Nel cuore del delta dell’Okavango sorge una riserva naturale governativa con un’area di 4.871 km2 (40 % del delta), l’unica parte adibita a parco del delta, dove vi è la più grande concentrazione di animali di quest’area. Il parco venne dichiarato tale dalla popolazione BaTawana che inaugurò il santuario naturale il 15 marzo del 1963: fu la prima riserva naturale dichiarata e fortemente voluta dalla popolazione locale di un paese africano, una vera pietra miliare nella storia africana. I BaTawana erano fortemente preoccupati per la diminuzione degli animali selvaggi che popolavano la zona e che venivano impunemente massacrati dalla caccia. La riserva Moremi deve il suo nome al capo tribù Chief Moremi III, ma ad essere precisi in quel periodo a governare i BaTawana era la moglie del capo la signora Moremi, e quindi è a lei che si ispira il nome della mitica riserva faunistica. Oggi il parco è amministrato e davvero ben gestito dal DWNP (Department of Wildlife and National Parks) ed è senza dubbio una delle prime Africa’s top destinations per gli amanti dei fotosafari tant’è che nel 2008 è stata premiato come migliore riserva faunistica in Africa » dalla rinomata African Travel and Tourism Association. Moremi è senza dubbio una delle riserve più belle d’Africa e, probabilmente, del mondo intero. La riserva faunistica di Moremi è situata nella parte centrale e orientale del Delta dell’Okavango e comprende la penisola Moremi e Chief ’s Island, formando così uno degli ecosistemi più ricchi e svariati del continente. Quest’area è ideale per l’avvistamento degli animali selvaggi e degli uccelli poiché qui si incontrano tutte le specie di erbivori e carnivori presenti nella regione e oltre 400 specie di volatili, tra cui numerosi uccelli migratori e alcune specie in pericolo di estinzione come i rinoceronti. Il territorio è molto vario, ma la dominanza delle grandi piante di mopane (qui sembrano proprio dei veri giganti) appresenta il 90% della vegetazione. Si possono incontrare anche terminalie, acacie e vere e proprie isole di palme. Come accennato in precedenza, all’interno della Moremi Game Reserve vi sono la penisola di Moremi e la Chief’s Island. Entrambe le lingue di terra sono i luoghi ideali per ammirare la ricca fauna africana, ma fra le due la Chief’s Island nella zona di Mombo (punta nord) è forse quella che maggiormente stupisce e ammalia anche i più datati esperti safaristi di tutto il mondo.

Al gate Renzo si accorge di aver tagliato una gomma quindi decide di cambiarla. Nel mentre io vado negli uffici per la registrazione. Controllano il foglio del pagamento delle conservation fees che ci hanno rilasciato a Maun e i voucher dei pernottamenti. Alle 10.30 partiamo. Decidiamo di fare la deviazione che passa per le Black Pools e poi torna alla strada principale alla Xini Lagoon. Questo tratto richiederà 4 ore di viaggio. Non c’è nessuna indicazione, ci sono tantissime stradine, tutte su sabbia, che raggiungono i posti più sperduti. Più che il navigatore, dove imposti solo da destinazioine seguente, troviamo utilissima l’app del cellulare Maps.me perchè la puoi consultare passo a passo. Dopo qualche km dal South Gate ci rendiamo conto che forse è stata una scelta sbagliata fare questa deviazione perchè è tutto completamente secco e ci sono pochi animali (elefanti, kudu e tsessebe). In alcuni lunghi tratti non vediamo nulla. Forse dovevamo andare diretti al Third Bridge e girare in quella zona. Ma come si poteva saperlo? Poi ci ricrediamo quando arriviamo alla Mogogelo Hippo Pool, l’unico punto in cui c’è acqua, e vedremo diversi elefanti, che si contendono la pozza con alcune giraffe e dei bufali. Ovviamente la vincono gli elefanti. In questa pozza ci sono più animali di quelli visti in tutto il giorno. Per fortuna abbiamo deviato. Ci fermiamo per strada a pranzare. Fa decisamente caldo. Proseguiamo per la Xini Lagoon, completamente asciutta. E’ una desolazione. Poveri animali come fanno a vivere con questa siccità … Sapevamo che si concentrano nella parte più centrale della Moremi, ma non ci aspettavamo di verdere così poco oggi. Man mano che si procede verso nord la vegetazione aumenta e anche il colore verde. Dalla Xini Lagoon impieghiamo 1 ora per arrivare al First Bridge. I ponti che ci sono nella Moremi sono tutti di legno. Anche se sono sommersi di acqua si può passare ugualmente, anche perchè in alcuni punti non ci sono alternative. Il più terribile è il Third Bridge, che faremo domani. Un ragazzo che conosco ha percorso il ponte in uscita dal Khwai (lo percorreremo dopo domani) con l’acqua alle portiere … e hanno dovuto alzare i finestrini perchè un coccodrillo passava nel mentre … Comunque sotto il First Brigde non c’è acqua. Sotto il Second Bridge ce ne è poca. Volendo si può passare con la macchina di fianco, dove c’è un piccolo guado. Pier ci ha pensato un attimo se farlo o meno ma, essendo terra e non sabbia, ha preferito evitare grane e siamo passati sul ponte. Da qui ci sono due strade per reggiungere il Third Bridge Camp: la prima indicata come Wet è di 4 km. mentre l’altra Dry ed è di 8. Vedendo quanto è asciutto proviamo con quella wet nella speranza di trovare un pò di acqua. In effetti la strada è asciutta ma ci sono alcune pozze con gli ippopotami. In questa zona, oltre ad essere molto bella, c’è qualche animale in più. Vediamo i primi Red lechwe, antilopi che vivono nelle paludi. Alle 17 siamo al Third Bridge Camp. Vendono la legna e ci sono le gabbie per l’immondizia. C’è una parte campeggio con i bagni come quelli visti nei parchi precedenti. Quando abbiamo prenotato non c’era più posto quindi abbiamo dovuto ripiegare sugli chalets in self catering (il pernottamento ci è costato il doppio). Al gate ci registriamo, ci fanno firmare un foglio per lo scarico di responsabilità, ci dicono di stare molto attenti agli animali che vagano la notte, chiediamo info sulla percorribilità del ponte e delle strade per domani mattina e poi andiamo alle camere. Sono tutte nuove di pacca. Hanno la struttura in tenda su una palafitta in legno. Il bagno è esterno sul retro. Tutti gli chalets sono in fila ma distanziati. Gran bel posto. Noi ne avremo due mentre i Pocket solo uno perchè hanno un letto aggiuntivo. Monica e i ragazzi rimangono qui così iniziano a lavarsi mentre noi 5 andiamo a fare un giro di un’oretta per vedere il tramonto. Questa è zona molto battuta dalle iene. Appena ci allontaniamo ne vediamo arrivare una (maculata), in linea d’aria punta agli chalets. Torniamo subito indietro per avvisare di non scendere dal portico e di fare attenzione. Loro non la vedranno ma sicuramente si sarà appostata in attesa del buio per cercare qualche avanzo della cena. Noi puntiamo ad una pozza che abbiamo visto oggi ma non ci arriveremo perchè troviamo una jeep insabbiata. Attaccano la corda traino alla jeep di Renzo e la tirano fuori. Ha anche il carrello quindi è pesantissima. La maggior parte dei tour operator offrono questo tipo di vacanza. I turisti viaggiano tutti su una jeep scoperta (solitamente 7/9 persone) e poi ci sono altre due jeep con i carrelli con tutto il necessario per il campeggio. Il campo viene montato e smontato ogni giorno. I turisti non si devono occupare di nulla, ci sono le guide che se ne occupano. Le tende (dome tents) hanno all’interno due brandine. La doccia è da campeggio, con una tenda, e il bagno viene fatto scavando un buco, sempre recintato con una tenda. I pasti vengono cucinati al momento. Questa soluzione di vacanza, molto spartana, molto di più della nostra perchè nei campeggi noi abbiamo sempre trovato acqua calda nelle docce, non è comunque a buon mercato. Avendo perso tempo aiutando gli insabbiati, ci fermiamo in una radura a vedere il tramonto (non bellissimo), facendo un aperitivo con patatine e birra. Rientriamo e troviamo ancora la jeep di prima, bloccata. Questa volta si fermano altri signori a tirarli fuori. Spero che siano riusciti a raggiungere la destinazione prima della notte. Noi arriviamo al campo ancora con la luce. Decidiamo di cenare tutti insieme sul portico dei Pocket. Questo è l’unico posto in cui faremo la griglia avendo una struttura alle spalle. Se arrivasse un predatore attirato dal profumo, potremmo entrare velocemente in camera. Ci tenevamo a farne almeno una in tutta la vacanza e questo è l’unico posto che lo consente anche perchè gli uomini hanno poi bisogno di una doccia e il bagno è in camera, non distante come nei campeggi. Comunque appena togliamo la carne dalla confezione, buttiamo subito tutto in un sacchetto, lo chiudiamo bene e lo metteremo in macchina. I predatori sono attratti dal sangue non dalla carne cotta perchè non la conoscono. Oltre alla carne facciamo le pannocchie e i peperoni. Tutto ottimo anche se la carne è molto dura. Alle 22 dormiamo. Notte tranquilla senza nessun rumore.

Pernottamento: Third Bridge Camp (fa parte dei Xomae Camp)

Chalets doppi (autonomi per cena e colazione)

(https://www.xomaesites.com/camping/10-third-bridge.html) – (gps S19 14.318 E23 21.406).

Costo a testa: USD 120 (€ 109) – tot.€ 436 – il campeggio costa USD 50 a testa

Ci sono 8 camere tendate (doppie con possibilità di aggiungere un materasso per terra con letto, wc e doccia esterni – c’è il braai – immondizia – non ci sono utensili per la cucina, bisogna usare la propria attrezzatura da campeggio – non è recintato – c’è la corrente – si trova sulle rive del Moanachira River.

Volendo si può fare un’escursione in barca da 9 posti che costa all’ora circa BWP 600 (€ 50) per tutti, dura un paio d’ore. Il game drive del pomeriggio (15.00-18.00), per un gruppo di 6/10 persone, costa circa BWP 300 (€ 25) a testa.

10) 12 agosto 2019 lunedì – km.45 (sabbia): Moremi (Third Bridge) – Moremi (Xobega Island)

Strada: si passa il Third Bridge (legno) e viaggiando nella parte centrale della Moremi si arriva dopo circa km.45 alla Xakanaxa Boat Station (gps S19 10.845 E23 24.721) dove lasceremo la macchina per andare a Xobega Island, nel centro dell’Okavango, per il pernottamento.

Market: no

Banca: no

Benzinai: no

Partiamo alle 6.30 con il buio pesto. Pier e Martina vengono in macchina fino davanti al nostro chalet per caricare me e Matteo. Andiamo a fare colazione ad una pozza che abbiamo visto ieri sulla wet road. Ci posizioniamo vista acqua e sole che sorge alle sue spalle, sono quasi le 7. Alcuni ippopotami sono a mollo. Il cielo è di un rosso pazzesco. Bellissimo. Torniamo poi al Third Brigde Camp e da lì proseguiamo. Poco distante troviamo il fatidico Third Bridge (https://www.youtube.com/watch?v=jgxvtsOXTpg). Se l’acqua è poca come nel video, si può passare, altrimenti bisogna fare una grossa deviazione per proseguire. Quest’anno, visto la siccità lo troviamo con pocchissima acqua sotto come pure il Fourth Bridge. Foto di rito e si prosegue. I paesaggi sono molto belli e vedremo parecchi animali come elefanti, impala, manguste, gnu, giraffe, zebre, red lechwe, cobo ell’ellisse, acquile pescatrici ecc. Facciamo anche un giro nella zona di Dead Tree Island, dove ci sono, come dice il nome, parecchie piante morte. Bello. Ci sono stradine ovunque, sarebbe facilissimo perdersi perchè non ci sono indicazioni. Raggiungiamo la Xakanaxa Boat station dopo 3 ore. Qui c’è un campeggio (dovesse servire non ho visto la gabbia per l’immondizia) che si affaccia sulle paludi ed un lodge costoso (Okuti – Ker & Downey). Troviamo un elefante che ci viene incontro. Ha la proboscide sollevata per captare gli odori. Sta seguendo quella direzione. Passa proprio nella zona campeggio. Decidiamo di mangiare qui, in una piazzola vuota. Facciamo una bella carbonara, come dicevo, il fatto di avere tutta l’atrezzatura sempre con noi, possiamo fare qualche pranzo migliore di creckers e ceddar … Prepariamo gli zaini con le cose che ci serviranno per la notte e parcheggiamo le jeep in uno spiazzo dove ci indicano dei signori. La nostra barca-taxi arriva puntuale alle 13.00. Siamo solo noi. Il nostro Caronte è un ragazzone super gentile. Il tragitto dura più di un’ora e mezza. Percorriamo con calma i canali costeggiati da canne. Bei panorami. Vediamo facendo delle soste, alcuni elefanti, hippos, red lechwe, coccodrilli e poi una bellissima civetta pescatrice (pel’s fishing owl), la più grande di quelle africane. E’ alta fino a 65 cm. ed è di colore rosso dorato. Molto bella. Sta dormendo su un ramo nascosto. Apre gli occhi e poi spicca il volo per trovare un posto più tranquillo. Raggiungiamo l’isola (i predatori non arrivano fino a qui ma gli elefanti si, quando ci sono i frutti di marula maturi). Sul piccolo porticciolo ci sono i ragazzi che gestiscono il campo che … ci cantano una canzone di benvenuto … terribile … proprio non ci piacciono queste cose in primis perchè loro sono imbarazzati a fare quello spettacolino, ma sono obbligati. Ci accolgono con un cocktail di benvenuto. C’è una tenda come reception con alcuni divanetti e dove si possono caricare cellulari ecc, una tenda con i tavoli della cena e vicino il boma, un’altra tenda con altri divanetti e poi 10 camere tendate. Ci danno tutte le indicazioni del caso e poi ci portano alle nostre camere. Dicono di tenere tutto super chiuso perchè ci sono i babbuini e i cercopitechi che rubano e per le zanzare. La tenda ha due letti (con la scritta welcome fatta con i semini della pianta di jackalberry), un mini tavolino sul quale ci sono bicchieri e spray per il corpo e per l’ambiente contro gli insetti, il bagno super spartano è esterno. Non c’è acqua corrente quindi il lavandino ha una brocca a fianco, la doccia è un secchio nel quale verrà messa l’acqua calda e il gabinetto è come quello dei camper. Allora, posso dire che questo è il livello più basso di quello che si trova nel centro dell’Okavango, dove i prezzi sono anche di $ 3000 a testa a notte (vedi Mombo e Little Mombo), però per 800 € a camera doppia, potevano studiare qualcosa di meglio più che altro per il bagno. Abbiamo 1 ora e mezza di relax quindi cazzeggiamo. Alle 16 c’è la merenda con dolci, the ecc ecc e alle 16.30 partiamo. Saremo noi 9 e due coppie di tedeschi. Saranno due ore molto piacevoli. Vedremo diversi marabù nei nidi, ippopotami ed elefanti. Ci fermiamo in un punto su un’isola per l’aperitivo con birra o vino, biltong (spettacolare carne secca a pezzettini), patatine e spagnolette. Andiamo poi in una laguna per vedere il tramonto. Credo sia uno dei tramonti più belli che ho visto in vita mia. Rientriamo quasi con il buio, doccia calda veloce e alle 19 siamo a cena. Ci sediamo un attimo sui divanetti ed ecco … la canzoncina “your dinner is ready” … che viene cantata dal personale … La cena sarà buona. Il nostro Caronte ci racconta che è di Kasane. Rimane qui 3 settimane e poi altre 3 le passa a casa. Ha 2 bimbi piccoli quindi gli diciamo che domani mattina, quando arriveremo alla macchina, gli daremo dei vestitini. Accetta super volentieri. Andiamo un attimo intorno al fuoco nel boma, paghiamo le bevande che non erano comprese nel prezzo, solo 10 euro tra aperitivo e cena, e poi alle 21 andiamo a dormire.

Pernottamento: Xobega Island Camp

Campo tendato (tutti i pasti sono compresi tranne il bere)

(https://www.xobega.com/) – partenza dalla Xakanaxa Boat Station (gps S19 10.845 E23 24.721)

Costo a testa: $ 450 (€ 395) – tot.€ 1580

Ci sono 10 tende quindi massimo 20 ospiti – non prendono la carta di credito

11) 13 agosto 2019 martedì – km.56 (sabbia): Moremi (Xobega Island) – Khwai (north gate)

Strada: rientro in barca a Xakanaxa poi spostamento verso est fino al North Gate nel Khwai (gps S19 10.288 E23 45.064)

Market: nel paesino di Khwai, ma ci sono pochissime cose e solo non deperibili

Banca: no

Benzinai: no

Ci vengono a svegliare alle 6.30 con l’acqua calda che viene messa in una sorta di catino, fatto con la stoffa delle tende. Ma noi siamo già svegli da un po’… alcuni ippopotami mangiano l’erba fuori dalla tenda … emozione. Appena sentono dei rumori si gettano in acqua. Andiamo a fare colazione … questa volta non intonano la canzoncina … anche se la aspettavamo con ansia … diversi cercopitechi rumoreggiano sui rami. Lasciamo l’isola. Lungo il tragitto vediamo un sitatunga, è la prima volta per noi, e alcuni ippopotami. Alle 9.30 siamo alle jeep. Andiamo nell’area campeggio per sistemare le cose nel cassone. Ci sono diversi babbuini con i piccoli attaccati alla pancia o sulla schiena. Ci guardano curiosi. Una mamma fa tenerezza. Ha il piccolo morto tra le braccia. Cerca di metterlo sulla schiena. Ogni volta che cade lo raccoglie e lo tiene vicino. E poi dicono degli animali. Ripartiamo. La zona che andremo ad attraversare sarà piena di animali perchè c’è acqua. Andiamo alle Paradise Pools, pur essendo strada senza via di uscita, quindi poi dovremo tornare indietro. Bellissimo paesaggio. Passiamo in qualche pozza d’acqua giusto per divertimento, si potevano aggirare. Da lontano vediamo una macchina ferma e di fianco una sagoma inconfondibile … velocemente, nonostante la strada non bellissima, li raggiugiamo. Finalmente!!!! Un bellissimo giovane leone maschio sdraiato come una sfinge. E poco più in là credo sia il padre o un fratello maggiore perchè ha la criniera più scura. Non muovono un baffo. Sono tutti e due intenti ad ascoltare qualche rumore a noi sconosciuto. Quindi, come si usa fare, spegniamo subito il motore. Aspettano un segnale, che tarda ad arrivare, prima di muoversi. Si vede che sono impazienti, continuano a muovere la coda. Questa radura è molto bella, erba gialla e verde, acqua, piante morte e come contorno grandi piante verdi, elefanti il lontananza ed un silenzio assoluto. Le foto si sprecano e poi dopo un attimo proseguiamo. Vediamo parecchi animali, in particolare elefanti con molti piccoli troppo buffi. Essendoci molta acqua li troviamo ovunque che bevono e si bagnano. I piccoli, non avendo ancora molta dimestichezza con la proboscide, per rinfrescarsi, fanno prima a sdraiarsi e rotolarsi, piuttosto che farsi la doccia. Immagini davvero belle. In un punto c’è un guado da fare. Andy ci aveva dato indicazioni con le coordinate per evitarlo ma noi ci proviamo. Vogliamo avere la soddidfazione di averne fatto almeno uno. Pier dice che la macchina si comporta in modo completamente diverso rispetto alla sabbia. Su questo c’è una precisazione da fare.

Informazioni sui guadi:

Bisogna valutare molto bene i guadi:

– l’altezza dell’acqua non si valuta entrandoci a piedi. Se è 20 cm. ci può anche stare ma oltre è pericoloso per la possibile presenza di coccodrilli. E poi se è un lungo tratto si è a rischio per i predatori. Si possono usare bastoni lunghi. I video nei quali si vedono le persone che entrano in infradito non sono da seguire come esempio. Solitamente sono sudafricani spericolati.

– guardare se ci sono segni di pneumatici in entrata e in uscita. Se ci sono, si seguono quelli, se non ce ne sono, non si entra e si cerca una strada alternativa.

– valutare se è sabbia o terra. Se è sabbia si può entrare senza problemi perchè con il peso della macchina, diventa cemento, se è terra non si deve entrare. Terra e acqua diventano fango e con il peso della macchina è come fossero sabbie mobili. Non si esce. Se si rimane bloccati l’unico modo per tirarsi fuori, se si è da soli, è legare il verricello ad una pianta. Se non ci sono piante, si è spacciati, si deve sperare che passi qualcuno o si devono chiamare i soccorsi. Quindi i guadi non sono da prendere sottogamba. Dalla sabbia in qualche maniera ci si tira fuori aiutati dal fatto che si è all’asciutto e che si possono usare pala, quello che sembra un grosso cric e le strisce da mettere sotto le gomme. Nell’acqua si lavorerebbe in condizioni non piacevoli.

Raggiungiamo alle 13 la Dombo Hippo Pool. Anche questo posto è notevole. La pozza è molto grossa, c’è un hide sopraelevato e nell’acqua diversi ippopotami. Molti animali bevono sulla riva. Ci sono 5 o 6 macchine perchè è il posto perfetto per il pic-nic. Non è recintato ma c’è molta visibilità quindi si può scendere. Vado subito sull’hide. Pazzesco, di fianco al gruppo di ippopotami sommersi per metà, ce ne è uno morto e 4 coccodrilloni lo stanno mangiando. Questi due animali convivono, rispettandosi a vicenda, ma se un ippopotamo muore i coccodrilli ovviamente lo mangiano. Hanno problemi di convivenza nei periodi di siccità quando gli spazi sono molto limitati e sono tutti nervosi. In questo caso può capitare che gli hippos attacchino anche i coccodrilli per territorio. La scena che ho davanti agli occhi è pazzesca, come fa il gruppo di ippopotami a stare lì così a guardare eoa dormire? Potrebbero almeno spostarsi di qualche metro!! I coccodrilli nuotano intorno, ogni tanto uno si immerge sollevando acqua con la coda, per andare a staccare un pezzo. Poi lo ingoiano sollevando la testa fuori dall’acqua. Questa è una classica immagine da documentario. Io e altre due signore scendiamo sulla sabbia e ci avviciniamo un pochino all’acqua. Avremo la scena ad una ventina di metri. Pier mi viene a chiamare, il pranzo è pronto. Io neppure ci pensavo a mangiare. Mi perdo sempre in queste situazioni. Arrivo e trovo uova all’occhio di bue e bacon … acciderbolina … immaginavo un pezzo di formaggio e creckers … Pier ci sta prendendo gusto a fare anche pranzetti deliziosi … La pentola la laveremo stasera al campeggio. Dopo pranzo proseguiamo. Non c’è un gate per passare dalla Moremi al Khwai, onestamente non credo neppure ci sia un confine. Il Khwai è il tratto che dal North Gate arriva fino alla punta estrema dell’ansa del fiume.

Informazioni sul Khwai:

Https://www.naturalworldsafaris.com/africa/botswana/khwai-community-reserve

Conservation Fees: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

La Khwai è una concessione di 180.000 ettari che confina con il lato nord orientale della Moremi. L’unica fonte di acqua della zona è il fiume Moremi quindi è una calamita per tantissimi animali dandola possibilità di vedere immagini uniche. Ci sono tanti wild dogs. Vicino al Khwai Gate (North Gate), sul fiume Khwai c’è un ponte in legno anche chiamato Bridge Over. Ad 1 km. si trova il Villaggio di Khwai dove abitano i boscimani di fiume (babukakhwe). Dovesse servire qui c’è un negozietto con generi di prima necessità tra i quali la legna. Si può visitare senza problemi, girando tra le capanne. Nel parco, bella la zona ad est del gate, sul lato sud del fiume, oltre il campeggio.

Arriviamo al campeggio del North Gate alle 15.30. Andiamo alla reception a registrarci. C’è la possibilità di acquistare la legna. Passiamo sul lungo ponte in legno chiamato anche Bridge Over. Il fiume Khwai sotto di noi è ridotto al minimo. E’ qui che quel mio amico aveva l’acqua alle portiere e mentre passava il ponte un coccodrillo nuotava vicino alla macchina … Vedendo com’è questo posto ora, faccio fatica ad immaginarlo in una situazione diversa. Andiamo poi al villaggio di Khwai, poco dopo. Il negozietto è piccolino e le ragazze servono dei sudafricani arrivati prima di noi … al rallentatore. Vediamo delle capanne quindi chiediamo se ci sono bambini ai quali lasciare i vestiti. Ne abbiamo parecchi ancora ma dobbiamo liberarcene perchè ci portano via troppo spazio. Il borsone era da 30 kg … In un nano secondo arrivano una quindicina di bimbi. Pier va anche a comperare dei ciupa-ciupa quindi sono tutti super felici. Facciamo tante foto. Torniamo poi al campeggio. La piazzola è grossa con centro il bomba in cemento al centro. C’è l’immondizia. I bagni sono a 40 metri. Abbiamo ancora un’oretta quindi io, Pier e Martina facciamo un giro costeggiando il fiume. Gli altri, compreso Matto che fa una partita a carte con Luca (in mancanza di collegamenti internet vengono rispolverati i vecchi passatempi …), rimangono al campeggio. Vedremo tanti animali tra i quali ippopotami, coccodrilli, impala, gnu, elefanti, zebre, waterbuck, red lechwe, giraffe il tutto con la luce dorata del tramonto. Vanno tutti all’acqua a bere. L’unica cosa negativa del campeggio è che non ci si può godere l’ora del tramonto, che è la più bella. Dalle 16.30 alle 17.45 è il momento migliore della giornata. Se si dorme in lodge o nei campi in self catering si può arrivare anche dopo che il sole è calato, con il campeggio no. Bisogna arrivare ancora con la luce per fare tutto. Questo è un peccato. Rientriamo. Pietro e Renzo hanno già acceso il fuoco. Velocemente apriamo la tenda e andiamo a farci le docce. Prepariamo cena. Questa sera riso bollito con verdure. Matteo e Martina salgono in tenda alle 19.30 … quasi come le galline … le giornate sono intense quindi tutti gradiamo ritirarci presto. Noi adulti rimaniamo ancora un paio d’ore a chiacchierare intorno al fuoco. Non serve usare la torcia per guardare fuori dalla tenda perchè c’è la luna piena. Su questo siamo stati agevolati parecchio. Fosse stata luna nera, il buio sarebbe stato completo invece così abbiamo sempre avuto molta visibilità, importante dopo il tramonto. Tempo due minuti sentiamo dei passettini veloci. Fosse solo sabbia non si sentirebbero ma, essendoci foglie secche, siamo facilitati. Passa tra la nostra scaletta e il fuoco, che è ancora acceso, una bella iena maculata. La vediamo benissimo. Dopo 10 minuti un’altra e dopo 10 minuti un’altra ancora. Sentiamo anche diversi rumori nei cespugli ma non capiamo di quale animale si tratti. Abbiamo idea si tratti di un ippopotamo. E poi sentiamo un verso che fa venire la pelle d’oca. E’ una iena vicinissima, sarà a 5 o 6 metri perchè intravediamo l’ombra dietro ad un cespuglio. Non l’avevamo mai sentita così da vicino. E dopo un attimo ancora. E poi il sonno aimè prende il sopravvento.

Pernottamento: Khwai Campsite North Gate (fa parte dei SKL Camp)

campeggio (autonomi per cena e colazione)

(https://sklcamps.com/campingsites/) – (gps S19 10.288 E23 45.064)

Costo a testa: USD 50 (€ 45) – minori USD 25 – tot.€ 158

Ci sono 10 piazzole (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone) – braai – bagni – immondizia – non recintato – c’è la possibilità di comprare legna e nel paesino di Khwai, dopo il ponte, c’è un piccolo market

12) 14 agosto 2019 mercoledì – km.132 (sabbia): Khwai (north gate) – Savuti

Strada: superiamo il Bridge Over del Khway e raggiungiamo il Mababe Gate, il gate sud del Chobe National Park (gps S19 06.177 E23 59.119) e quindi del Savuti.

Market: nel paesino di Khwai, nel paesino di Mababe ma non è di strada e alla reception del Savuti Camp. Tutti e 3 hanno pochissime cose e solo non deperibili quindi non fateci troppo affidamento.

Banca: no

Benzinai: no

Ormai siamo esperti di chiusura tenda quindi in mezz’ora siamo pronti. Ripercorriamo la strada che abbiamo fatto io e Pier ieri sera, lungo il fiume. Questa mattina ci sono pochi animali. Troviamo una radura e ci fermiamo a vedere l’alba e a fare colazione. Torniamo al campeggio ed usciamo. Sono le 8.00. Appena oltre il villaggio vediamo un grosso gruppo di bufali, giraffe e delle zebre. Notiamo una pozza sulla sinistra, vicino alla strada. Ci fermiamo e la raggiungiamo a piedi. Ci sono una ventina di ippopotami che dormono nell’acqua. Sono avvolti dalla nebbiolina mattutina. Bell’immagine. La strada è tutta sabbiosa. Ad un certo punto Renzo e Simona si accostano e ci consegnano la nostra griglia …. è attaccata alla ruota posteriore e con i sobbalzi si sono allentate le cinghie. Meno male che nessuno ci ha messo sopra le ruote!!! Imbocchiamo una deviazione per raggiungere il gate del Chobe/Savuti. Le coordinate dovrebbero essere (S19 09.277 E23 45.950). Praticamente anzichè raggiungere la strada principale che collega Maun con il Savuti, vicino al paesino di Mababe (lo svincolo gps S19 09.000 E23 57.084), tagliamo l’angolo imboccando una stradina a sinistra. Tutta sabbia profonda fino al gate, anche dopo aver imboccato la strada principale. Ogni tanto salta fuori qualche elefante dalle piante …. Alle 9.30, quindi in 1 ora e 1/2, Siamo al Mababe Gate, il gate sud del Chobe National Park (gps S19 06.177 E23 59.119), quindi entreremo nell’area chiamata Savuti.

Informazioni sul Chobe National Park:

Conservation Fees: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

Il Chobe National Park ha tre aree principali: il Chobe Riverfront a nord, l’area Savuti a sud e l’area del Linyanti ad ovest. Ha 5 gate: Mababe a sud, Linyanti ad ovest, Poha ad est, Ngoma a nord-ovest e Sedudu a nord-est.

Fu nel lontano 1930 che Sir Charles Rey, commissario britannico del Bechuanaland, propose per la prima volta di realizzare un’area protetta nella regione dove, oggi, troviamo il parco Chobe. Purtroppo dovettero trascorrere oltre 30 anni prima che i suoi desideri fossero realizzati. Questo accadde nel 1961 con l’atto governativo n°22. Il Chobe fu il primo parco nazionale del paese con una superficie attuale di 10.600 kmq. Il Chobe National Park è il secondo parco per importanza del Botswana dopo il Delta dell’Okavango. Prende il nome dal fiume Chobe che ne delimita il confine a nord. Questo fiume si chiama Kuando da punto in cui nasce in Angola fino al confine tra Namibia e Botswana. Da qui prende il nome di Linyanti fino al punto di frontiera Ngoma Bridge (Namibia/Botswana). Poi si chiama Chobe fino a quando sfocia nello Zambezi a Kazungula (punto di incontro tra 4 stati Namibia/Botswana/Zimbabwe/Zambia). Unito allo Zambezi si getta nelle Victoria Falls. Lungo le rive settentrionali del fiume Chobe si trova la maggiore concentrazione di fauna del parco e i fotosafari si svolgono sia a bordo di veicoli 4×4 sia su imbarcazioni che percorrono il fiume. La maggiore attrattiva, oltre al bellissimo paesaggio offerto dal fiume, è probabilmente data dalle grandi mandrie di bufali e dalle numerose “famiglie” di elefanti presenti in oltre 120.000 esemplari, ma il parco è ricchissimo di uccelli, rettili, impala, antilopi delle varie specie e, ovviamente, predatori quali leoni e leopardi. Questo parco rappresenta un vero esempio di come il turismo diventi uno strumento fondamentale per salvaguardare la biodiversità: nel 1970 erano rimaste poche migliaia di elefanti nella zona, uccisi dallo spietato business dell’avorio, ma in quasi 40 anni la popolazione è aumentata in modo esponenziale tanto da guadagnarsi il primato per numero assoluto. Il parco può essere suddiviso in 4 aree diverse per vegetazione e configurazione orografica: Serondela nel nord est, Savute Marsh ad ovest, le Linyanti Swamps nel nord ovest e le aree secche centrali. L’entrata di Sedudu Gate, la principale, è vicinissima alla città di Kasane. La zona di Serondela è caratterizzata dai grandi resort turistici ed è la porta d’entrata del parco. Un tempo era presente una segheria della quale oggi sono visibili solo alcune tracce e la tomba del suo vecchio proprietario. Esiste un piccolo tratto di strada asfaltata ben mantenuta che funge da arteria per raggiungere il confine con la Namibia a Ngoma. La zona ad ovest, quella della famosa Savute marsh, è caratterizzata dalla Magwikhwe sand ridge che ha un’altezza variabile tra i 18 ed 20 metri. Questo anello di sabbia è ciò che resta del super lago che ricopriva in ere passate l’intero (o quasi) territorio del Botswana. Un tempo il fiume Chobe (nel tratto che ora si chiama Linyanti) portava le sue acque in questa zona acquitrinosa che è la parte più profonda della depressione di Mababe ed è proprio per questo motivo, per la sua maggiore profondità, che ancora oggi l’acqua arriva e permane per pochi giorni all’anno senza avere, apparentemente, un legame con le precipitazioni che interessano la zona. In quest’area si possono ancora notare i tronchi delle acacie che vennero sradicate dal passaggio del fiume Chobe nel canale di Savute nel lontano 1958. Nel parco quasi tutti gli anni ha luogo la migrazione (ve ne sono due in Botswana) delle zebre dal Linyanti alla Savute Marsh. Altra caratteristica particolare di questa zona sono le colline di Gubatsa. Si pensa che la loro formazione avvenne circa un miliardo di anni orsono durante i movimenti delle tettoniche che tanto interessarono il cuore di quello che sarebbe diventato il Gondwanaland. Queste colline (koppies) si ergono per circa 90 metri e un tempo, quando le acque del super lago erano presenti, dovevano uscire di poche decine di metri sopra il livello dell’acqua. Qui si possono trovare ancora sporadici petroglifici boscimani. Altra zona di grande interesse paesaggistico è l’area del Linyanti, una delle più ricche dal punto di vista paesaggistico e faunistico. Infine il parco è caratterizzato dalle zone sabbiose centrali, dove solo pochi animali vi si addentrano, ma che offre paesaggi meravigliosi soprattutto nelle primissime ore di luce serali e al tramonto: peccato che solo gli animali e i ranger possano godere di questi spettacoli poiché il parco apre e chiude con il sole.

Informazioni sul Savuti:

Savuti si trova a sud del Chobe Park e prende il nome dal canale che la attraversa. Il Savuti Channel ormai secco da quasi 20 anni ha formato vaste depressioni, rendendo il territorio arido e pressoché desertico in molti punti. La zona vanta un’altissima concentrazione di animali e per questo ci sono ottime possibilità di avvistamento, soprattutto nel periodo da novembre ad aprile quando gli animali migrano a Savuti scendendo da nord alla ricerca di nuova erba. Oltre alla grande quantità di elefanti, giraffe, zebre, kudu, gnu, impala e altre specie di antilope ed erbivori, Savuti è ben nota per la grande quantità di predatori che ospita, come leoni, iene, sciacalli, ghepardi e licaoni. I pochi lodge della zona sono di altissimo livello. In alternativa si può campeggiare con la propria tenda anche se come nel resto del Botswana è un’alternativa raccomandata solo a chi ha una particolare esperienza di guida fuoristrada nel bush e un alto spirito di adattamento.

Savuti è famoso per il suo canale. Corre a una distanza di 100 chilometri dal fiume Chobe, attraverso una fessura nel crinale di sabbia, fino alla Depressione del Mababe. Cadendo solo di circa 18 metri, questo canale porta l’acqua dal Chobe a Mababe, creando una piccola palude in cui entra nella Depressione. Scorrendo nei tempi di Livingstone, il canale era asciutto nel 1880, e rimase asciutto per circa 70 anni. Riemerse di nuovo nel 1957. Savuti Marsh è rimasto asciutto per 18 anni. Savuti è famoso per i suoi predatori, in particolare per i leoni e per le popolazioni di iene maculate. Solo 38 chilometri a nord-ovest di Savuti e al di fuori della principale strada turistica si trova il segreto meglio custodito del Botswana: Linyanti e le valli occidentali del Canale Savuti. Le aree Linyanti e superiore Savuti sono tra le più belle del Botswana. La visione del gioco può essere eccezionale e l’ampia varietà di attività rende questa zona da non perdere. Linyanti ospita grandi mandrie di bufali, zebre ed elefanti. Poiché quest’area è una riserva di caccia privata, le concentrazioni dei veicoli sono molto basse e l’esperienza della natura selvaggia è una delle migliori in Africa. L’area di Savuti è principalmente caratterizzata da sandveld di Camelthorn (Acacia erioloba), Silver Sandalia (Terminalia sericea), savana di lavanda e veld mopane. Il paesaggio quasi desertico di Savuti con il sole cocente, la sabbia sciolta e calda, gli animali che fuggono dalla calura raggruppandosi nella limitata ombra disponibile e gli elefanti che si allineano per raggiungere la riserva d’acqua, offrono un’esperienza selvaggia che non dimenticherete facilmente.

Nei campeggi le strutture dei bagni sono a prova di elefante, dal gran numero presente. I leoni si sono specializzati proprio negli attacchi di gruppo contro i pachidermi. Spesso le pozze d’acqua sono dei cimiteri di ossa.

Ci sono due strade che arrivano da sud alla zona centrale del Savuti:

– Quella più ad ovest, la Magwikhwe Sand Ridge Road, è più semplice (circa 70 km. in 3 ore) da qui poi si deve scendere nelle Savuti Marsh, dove ci sono tanti animali.

– quella più ad est, la Old March Road, nella parte a sud è molto fangosa. Anche lontano dalle piogge i solchi secchi del fango possono far bloccare. Quindi chiedere bene al gate com’è messa. Da qui si arriva direttamente nelle Savuti March.

Sbrighiamo velocemente le registrazioni, chiediamo quale strada è migliore per raggiungere il campo (ci dicono di prendere quella a destra, la Old March Road) e partiamo. Questo tratto è monotono, tutto completamente desertico per la siccità. Non ci sono animali. Il paesaggio cambia quando arriviamo nelle Savuti March. Impiegheremo 2 ore dal gate. Incominciamo a vedere qualche animale ma sono pochi. Mi avevano parlato bene della Marabou Road, dove c’è il Marabou Pan (la nostra applicazione la chiama Elephant Bones) quindi deviamo su questa. Sappiamo che le uniche due pozze dove c’è l’acqua (sono artificiali) sono questa e quella nel Pump Pan (appena sopra il campeggio). Quella al Rhino Vlei non sempre ce l’ha. Quando arriviamo troviamo una cinquantina di elefanti che bevono. Spettacolo. Rimaniamo un pò a guardarli e poi proseguiamo. Giriamo a destra sulla Hyena Den Road che porta al Rhino Vlei. Qui c’è l’ambiente classico della savana. Tutta erba gialla a perdita d’occhio. Ci fermiamo per pranzo … tanto c’è visibilità. Fa caldo. Puntiamo poi al Leopard Rock. Mi sto “specializzando” in impronte … nel senso che guardo sempre per terra sulla sabbia non appena ci fermiamo, anche solo a qualche svincolo. Riconosco benissimo quelle degli elefanti!!!!!! A parte gli scherzi, è pazzesco quante ce ne sono. D’altronde gli animali preferiscono passare dove passano le macchine perchè per terra c’è solo sabbia. Fuori da questa c’è vegetazione quindi rischiano di graffiarsi la pelle. Allo svincolo per imboccare la strada che gira intorno al Leopard Rock butto un occhio e vedo un’impronta ben distinta di leopardo. E’ fresca perchè è ancora perfettamente intatta. C’è un pò di vento quindi, se fosse passato di qui qualche ora fa, i contorni sarebbero rovinati. Guardo la direzione in cui va e ne vedo altre. Puntano proprio alla collinetta rocciosa. Lo cerchiamo ma non lo troviamo …. Girovaghiamo sulle varie stradine facendo anche un tratto sul letto del fiume asciutto. Se non ci siamo insabbiati lì … ogni strada per noi sarà una passeggiata. La sabbia è molto profonda e per uscire dobbiamo fare un tratto in salita …. Vediamo diversi damalisco, parecchie ossa di elefante e poi il corpo di un bufalo morto, ancora praticamente intatto. E’ ricoperto di avvoltoi. Quando ci avviciniamo volano via. Alle 15.00 raggiungiamo la reception del campo che si trova vicino al ponte sul Savuti Channel. Ci registriamo. La nostra idea iniziale era di fare qui due notti ma c’era posto solo per questa, quindi Andy ci ha prenotato quelle di domani e dopo domani al Muchenje Campsite, vicino al Ngoma Gate, il gate del Chobe Riverfront. Così facendo, se si liberava posto qui, avremmo annullato la prima notte al Muchenje. Fatto sta che prima di partire non c’era disponibilità da nessuna parte. Noi proviamo a chiedere non che magari qualcuno ha disdetto in questi giorni. Risposta negativa. Le due notti al Muchenje Camp ci sono state strette da subito perchè non sono logiche. Una si perchè spezza il viaggio, due no. Visiteremo il Chobe Riverfront e torneremo lì a dormire. Andiamo a vedere dov’è la nostra piazzola. La RSV1, chiamata Paradise per la posizione ottima sul canale, è leggermente rialzata. Noi avremo quella di fianco, la CV4. E’ molto spazionsa, sotto una grande pianta e si affaccia anche questa sul canale. Ci fosse l’acqua sarebbe uno spettacolo. C’è l’immondizia. Ci fermiamo un attimo a fare merenda e ci divertiamo un sacco. Nella piazzola vicina, distante una trentina di metri, c’è una jeep parcheggiata e i due signori sono scesi. Ad un certo punto arriva un grosso elefante, si avvicina alla pianta, solleva la proboscide contro il tronco, incastrandolo tra le zanne, e la scuote come se fosse un ramoscello da niente. Pazzesco che forza. Facendo così i frutti (sono le mezzelune legnose dell’albero di camelthorn) cadono, lui le raccoglie con la proboscide e le mangia. Perlustra tutta la zona e quando non ce ne sono più torna ancora a scuoterla. I due signori si sono posizionati dietro alla macchina e lo guardano tutti felici. Gli ho fatto delle belle foto. Appena l’elefante va via anche loro si sono spostati quindi non ho fatto in tempo a chiedergli l’indirizzo mail. Avrei potuto girargliele una volta a casa, sicuramente sarebbe stato un bel ricordo. Visto che è presto per rimanere qui, facciamo un giro nell’area oltre il ponte, dove c’è la pozza principale, e unica, di questa zona del Savuti. Ci sono tante ossa di elefante disseminate un pò ovunque. La pozza è bella. Ci sono alcuni elefanti che bevono poi, quando se ne vanno, riescono ad avvicinarsi dei kudu e delle giraffe timorose (si chinano a bere ma per ogni minimo rumore si alzano di scatto … è complicata la gestione del corpo con le zampe così lunghe …). Alle 17.30 torniamo al campeggio. Andiamo subito a fare la doccia. Pazzesco, i bagni sono dei bunker per proteggerli dagli elefanti. Vediamo il tramonto mentre i ragazzi giocano a carte. Cena e poi ci ritiriamo presto. Siamo nel paradiso dei leoni e non ne abbiamo visto neppure uno, confidiamo nella mattinata di domani. Di notte passano 3 iene, 2 tassi del miele e poi, nel letto del fiume, deve essere successo qualcosa perchè all’improvviso degli impala si sono messi a correre. Vediamo sfilare anche un elefante. Le notti in tenda sono impegnative … è stancante cercare di stare svegli ….

Pernottamento: Savuti Campsite (fa parte dei SKL Camp) –

Campeggio (autonomi per la cena e la colazione)

(https://sklcamps.com/campingsites/) – (gps S18 34.015 E24 03.902)

Costo a testa: USD 50 (€ 45) – minori USD 25 – tot.€ 158

Ci sono 14 piazzole (consentiti per piazzola max 3 macchine e 8 persone) – braai – immondizia – bagni (a prova di elefante) – non è recintato

13) 15 agosto 2019 giovedì – km.214 (30 asfalto – 184 sabbia): Savuti – Muchenje (Linyanti)

Strada: Sia Andy che alla reception del campeggio del Savuti ci hanno dato due indicazioni sulla strata per raggiungere Kachikau, per evitare tratti brutti di strada. Via dal camp bisogna seguire le indicazioni per l’aeroporto (S18° 31.580 E24°04.410) e costeggiarlo. Si ritornerà sulla principale pochi km dopo. Si arriva quindi al Ghoha Gate (S18° 23.244 E24° 14.741). Da qui bisogna, girare a sinistra direzione Linyanti e dopo 7 km. a destra. Anche qui ci si ricollegherà alla principale. A Kachikau (gsp S18° 09.286 E24° 29.786) inizia l’asfalto. Arriviamo poi al Ngoma Bridge (S17° 55.718 E24° 43.676) per accedere al Chobe Riverfront.

Market: Kachikau

Banca: no

Benzinai: a settembre ne hanno aperto uno a Muchenje

Alle 5.00 veniamo svegliati dall’inconfondibile verso dei leoni. Sono due. Troppo presto per andare a cercarli. Arrivano da nord, dove c’è la pozza. Aspettiamo fino alle 6.15 quando si ha una leggera visibilità poi scendiamo. Non stiamo più nella pelle. Velocemente chiudiamo tutto e partiamo. Arriviamo alla pozza ed è vuota. Decidiamo di aspettare e nel mentre facciamo colazione. Dalla parte opposta della pozza, ad un centinaio di metri, ci sono due macchine ferme. La cosa mi puzza. Mi sembra di vedere qualcosa che si muove tra i cespugli quindi io e Pier ci guardiamo e senza neppure dirci niente, in contemporanea vuotiamo fuori dal finestrino la tazza con il the e mettiamo in moto. I Pocket e Renzo e Simona finiscono di fare colazione. Ci affianchiamo alle due jeep. In realtà stanno guardando il sole che sorge sulla destra, perchè c’è più visibilità. Va beh, sensazione sbagliata. Mi giro a sinistra e vedo due occhi che mi guardano. Una bellissima leonessa è appena uscita dai cespugli ed è a 3 metri da noi. Le altre due macchine non l’hanno neppure vista. E qui cade il gelo su di noi … faccio per scattare una foto ma la macchina fotografica è in palla … è un pò che dico che sarebbe bene comprare un secondo corpo macchina ma Pier lo ritiene superfluo, non avendo la passione che ho io per la fotografia ….. quindi rimanda sempre. Questa è sempre stata la mia paura più grande … Nessuno osa proferire parola. Pier dice sottovoce: non ti stai godendo il momento … lo fulmino e si ritira nel suo guscio … sarò malata ma il momento me lo godo catturando le immagini che poi potrò riguardare. Le cose con il tempo si dimenticano, le immagini restano per sempre. Truccio con la macchina alla fine tolgo la batteria, la reinserisco e magicamente funziona!!!!!!! Guardo Pier e gli dico: oggi è la tua giornata fortunata … hai rischiato di finire in pasto alla signora qui fuori …. Il tutto è durato 10 secondi e la leonessa è ancora lì che ci guarda. Ci passa poi davanti e si indirizza verso il sole. Non possiamo guidare fuori pista quindi guardiamo l’applicazione del telefono e vediamo che c’è una strada che passa dove si sta indirizzando. Ci spostiamo velocemente e la imbocchiamo. Così la vedremo camminare nella nostra direzione. La luce è perfetta, rende tutto color rosa dorato. Ci passa ancora davanti e si sdraia sotto un cespuglio. Ci raggiunge una guida dei game drive e dice che questo pride ha diversi cuccioli e probabilmente ora sono nascosti poco più avanti, dove le macchine non arrivano. Lei si alza e sparisce tra i cespugli bassi. Nel mentre ci hanno raggiunti i Pocket con Renzo e Simona. Proseguiamo il giro e vediamo una antilope roana (roan antelope), è solo la seconda volta che vediamo questo tipo di animale. Vogliamo battere questa zona perchè ci sono le condizioni per poter avvistare altri leoni. Gira di qui, gira di là, torniamo alla pozza ma è vuota, andiamo dove avevamo visto la leonessa e … i nostri sforzi vengono premiati. Nella stessa direzione dalla quale era arrivata lei, ci sono 3 maschi con la criniera meravigliosa. Ci passano di fianco. Andiamo ancora sulla stradina di prima così li vediamo ancora che avanzano. Puntiamo poi alla parallela seguente che si trova ad un centinaio di metri, ma niente. Come la femmina, si sono fermati tra i cespugli. Il gruppo dopo la caccia e il pasto, si è riunito per riposare. Noi proseguiamo e torniamo al Leopard Rock per vedere se riusciamo a trovare il leopardo. Niente. Vediamo solo stuzzi, giraffe, kudu e damalisco. Raggiungiamo ancora la pozza a sud, nel Marabou Pan, dove ieri abbiamo visto tutti quegli elefanti, ma è vuota. Nel mentre si alza un vento pazzesco che rende spettrale questo posto desertico. Torniamo ancora al campeggio e ci indirizziamo verso nord, verso l’uscita. Ci fermiamo ad aiutare un Hilux insabbiato, facciamo due foto da lontano ai baobab che ci sono vicino al Ghoha Hill Lodge e dopo 1 ora e 15 siamo al Ghoha Gate. Sono solo 28 km. ma tosti. Dopo 1 ora e 20 (strada terribile con tantissima sabbia e anche monotona) raggiungiamo l’asfalto a Kachikau. In un market sulla strada ci sono solo bevande poi troviamo una panetteria dove acquistiamo il pane fresco. Andiamo in centro al paese e troviamo un altro market. Pranziamo lì fuori su alcuni tavoli, nonostante il vento che non cenna a diminuire. Quando ripartiamo, ci fermiamo a comperare legna lungo la strada. Passiamo davanti al campeggio dove dormiremo questa sera ma proseguiamo perchè, essendo presto, andiamo a fare un giro al Chobe Riverfront. Vediamo il distributore che verrà aperto da settembre. E’ pronto ma ancora tutto chiuso. Hanno fatto bene a metterne uno qui perchè da Maun arrivare a Kasane sono tanti km. In 1 ora da Kachikau, arriviamo a Ngoma Bridge, la frontiera tra Namibia e Botswana. Qui ci sono due gate. Il primo, dal quale comunque bisogna passare, è principalmente per chi attraversa i parco (gratuitamente) solo sulla principale che è asfaltata e arriva direttamente a Kasane, dove poi segnerà l’uscita. Superato questo, c’è subito una strada a sinistra dove c’è il gate del riverfront. Paghiamo con carta di credito la giornata di oggi (prezzo pieno nonostante rimarremo nel parco solo 3 ore) più quelle di domani e dopodomani.

Informazioni sul Chobe Riverfront:

Conservation Fees: BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina

Orari: da aprile a settembre 6.00/18.30 – da ottobre a marzo 5.30/19.00

E’ così chiamata quella parte del parco che si trova a nord della statale asfaltata che parte da Ngoma Bridge, ad ovest, e arriva a Kasane, ad est. Ha un gate ad ovest, Ngoma Gate (S17° 55.718 E24° 43.676) ed uno ad est, Sidudu Gate (gps S17° 50.601 E25° 08.615). Dalla strada asfaltata al fiume sono circa 10 km mentre da Ngoma Bridge a Sidudu Gate, passando vicino al fiume, sono circa una cinquantina, tutti su sabbia più o meno profonda. Il 4×4 è indispensabile. Vicino al fiume c’è una strada principale e poi tante stradine che scendono al fiume (alcune, quelle più vicino a Kasane, sono a senso unico, con l’accesso dalla parte est e l’uscita verso ovest). Ci sono alcune exit route dalle quali si può uscire dal riverfront, arrivando sulla stada principale che porta da Ngoma Bridge a Kasane. Sono però tutte strade di uscita. C’è solo una entrance route che arriva al Serondela Old Campsite. L’unico campeggio presente è l’Ihaha Campsite (https://www.kwalatesafaris.com/) (gps S17°50.311 E24°52.689), dove dormiremo noi mentre l’unico lodge, che è molto lussuoso, è il Chobe Game Lodge. La parte ovest del parco è poco frequentata mentre quella ad est, con tutti i lodge che ci sono a Kasane, nei mesi di punta è poco vivibile per tutte le jeep dei game drive. C’è una limitazione per i turisti in self drive, secondo me non è una limitazione ma un’agevolazione perchè si trovano poche macchine, sull’accesso al parco dal Sidudu Gate. Non si può scendere all’alba. I privati devono fare una decina di km. sulla statale asfaltata verso Ngoma Bridge e da lì imboccare l’unica entrance route che porta al fiume, nella zona del Serondela Old Campsite (gps S17° 50.408 E25° 00.277). Dopo le 10, quando tutte le jeep dei game drive sono uscite, si può entrare anche dal Sidudu Gate. Secondo me una giornata piena è il minimo da dedicare a quest’area. La cosa giusta sarebbe dormire nella zona di Ngoma Bridge una notte e poi la seguente a Kasane così si ha la possibilità di visitare tutto il riverfront con calma.

Entriamo nel parco. Di tutto il Botswana, questo posto è l’unico in cui eravamo stati nel 2013 ma non eravamo arrivati fino qui in fondo. Questo credo sia uno dei parchi africani più belli che abbiamo visto. I paesaggi sono notevoli e ci sono un’infinità incredibile di erbivori, i predatori come leoni, leopardi e wild dogs, sono presenti ma ovviamente è più difficile avvistarli. Viaggiamo un pò poi arriviamo in un bel punto panoramico e ci fermiamo a fare un aperitivo. Siamo proprio sul fiume e sull’altra riva ci sono centinaia di zebre, kudu, coccodrilli, impala, waterbuck e gnu. Vediamo poi giraffe, bufali, ippopotami, acquile pescatrici, facoceri e babbuini. Ci sono anche una giraffa e due bufali morti, tutti con la pancia svuotata ma per il resto sono intatti, ovviamente non li hanno uccisi un branco di leoni. Arriviamo in un altro bel punto panoramico. Il tempo è tiranno. Sono le 5.45 e decidiamo di rimanere ancora un attimo a vedere il tramonto. Rischiamo di non arrivare in tempo all’uscita però non possiamo andare via soprattutto quando ci troviamo di fronte all’immagine bellissima di una cinquantina di elefanti che arrivano di gran carriera dal bush e si gettano nel fiume. Il sole tramonta alle loro spalle ed il cielo è rosso. Gli elefanti si vedono come sagome nere in controluce. Spettacolo. Queste sono immagine classiche del Chobe e sono il motivo per il quale abbiamo deciso di tornare qui. E’ tardi quindi imbocchiamo l’exit route che parte dall’Ihaha Campsite. Ad un certo punto vediamo il cartello di divieto di accesso. Cosa facciamo? Tornare al gate dal riverfront è impensabile, ci andrebbero due ore. Decidiamo di proseguire, al massimo prendiamo una multa o ci bannano dal parco. Velocemente arriviamo all’asfalto e poi al gate. Sono le 18.30 puntuali. Ci diranno che, nonostante ci sono i cartelli di divieto, si può uscire senza problemi. Il problema è al contrario perchè molti furbi entrano da lì per non pagare le conservation fees (considerare che i ranger possono fermare ovunque e chiedere la ricevuta, a noi è successo al Serondela Old Campsite dove si trova una sorta di stazione ranger). Arriviamo al nostro campeggio con il buio pesto. Alla reception la signorina è scortese. Ci fa vedere la piazzola ma per i bagni ci dice di guardare la cartina ……. Ci piazziamo, andiamo a fare la doccia, cena e poi in branda. Questo posto non ci dice nulla. Sappiamo che questa notte non passerà nessun animale perchè è recintato (con la corrente). Si affaccia sul fiume per cui potremmo sentire qualche verso ma nulla. Notte silenziosa.

Pernottamento: Muchenje Campsite – campeggio (autonomi per la cena e la colazione)

(http://www.muchenjecampsite.com/) – (gps S17 57.264 E24 40.721)

Costo a testa: Pule 180 (€ 15) – tot. € 60

Ci sono anche chalets con cucina e bagno interni (a chalet doppio Pule 970 € 80) camere tendate con cucina e bagno esterni (a tenda doppia Pule 620 € 52)

Si affaccia sul fiume Linyanti – bagni – braai – è recintato – c’è la lavanderia – c’è un market con verdura, carne e legna – c’è la corrente

14) 16 agosto 2019 venerdì – km.120 (7 asfalto – 113 sabbia):

Muchenje (Linyanti) – Chobe (Ihaha)

Strada: tutta sabbia sul Chobe Riverfront.

Market: no

Banca: no

Benzinai: a settembre ne hanno aperto uno a Muchenje

Ci alziamo e ci guardiamo in giro. Questo posto è carino, essendo arrivati con il buio non ci siamo resi conto di com’era. C’è una terrazza in legno che si affaccia sul fiume. Ovviamente c’è poca acqua quindi è distante, ma quando è in piena l’acqua arriva fino alla recinzione. Alle 7.00 partiamo. Questa sera dovremmo tornare qui a dormire … dovremmo …. Torniamo a Ngoma Bridge ed entriamo dal Ngoma Gate. Iniziamo a gironzolare facendo sosta colazione in una bella ansa del fiume e varie soste fotografiche. Quando arriviamo all’Ihaha Campsite, vedendo la location delle piazzole, Pier, al quale sono sempre state strette le due notti al Muchenje, propone di trovare il modo di dormire qui. Monica è la prima ad accettare perchè dice che dove abbiamo dormito questa notte non l’ha entusiasmata, per il fatto che non era recintato. E vai super Monica!! Sempre sul pezzo. C’è una sorta di gate al quale chiediamo. Ci dicono di cercare Coffee, il responsabile, che dovrebbe essere dove ci sono gli alloggi dei gestori del campeggio. Cerca di qui e cerca di là lo troviamo. Omone simpatico e molto disponibile. Fa una telefonata e ci dice che farà in modo di farci trovare il posto. E vaiiiiii! Ora siamo tutti più contenti. Proseguiamo il giro. Vediamo il Serondela Lodge, sulla riva namibiana. E’ gestito da Laura e Simone due italiani, con due bambini, che hanno aperto 3 lodge in Namibia. Noi eravamo stati al Nkasa Lupala Tented Lodge nel 2013. Li avevamo conosciuti per il fatto che Laura gestisce una onlus con la quale collaboravamo. Le bomboniere della cresima di Matteo le avevamo commissionate a lei. Ci aveva mandato tanti animaletti fatti con le classiche perline e al posto dei soliti confetti c’erano mandorle. IL bigliettino era fatto con carta riciclata da lei. Molto belle. Il loro nuovo lodge è davvero uno spettacolo e si trova proprio sulle rive del fiume. Troviamo un posticino, una piccola insenatura del fiume, dove ci sono delle piccole dune di sabbia bianca. Sulla sabbia e nell’acqua ci sono diversi ippopotami. Torneremo qui più volte perchè è un angolino davvero bello. Ci fermiamo per pranzo in una radura proprio sul fiume. La riva è alta quindi non c’è rischio che i coccodrilli o gli ippopotami salgano, a alle spalle c’è visuale perchè non c’è vegetazione, quindi usiamo tavoli e seggioline. Arriviamo quasi fino a Kasane facendo vari avvistamenti e fermandoci in posti vista fiume. Dobbiamo fermarci perchè Renzo ha quasi finito il gasolio quindi ne approfittiamo tutti e svuotiamo le taniche nel serbatoio. Pietro, con il fatto che la sua consuma di più, aveva già rabboccato i 30 litri un paio di giorni fa. Rientriamo verso il campeggio. Dalle 15 alle 18 gli elefanti arrivano al fiume quindi ne vediamo a decine. Elefanti e tanti altri erbivori. Predatori sempre nulla …. L’avvistamento più particolare è un gruppo di antilopi roane (roan antelope) con una sola antilope nera (sable antelope). Entrambe sono molto difficili da vedere perchè sono in numero limitato. Ci troviamo poi in un punto in cui ci sono centinaia di bufali che bevono. Che spettacolo. Ovunque guardiamo è puntinato di nero. Alle 17.15 siamo all’Ihaha Campsite. Coffee è lì che ci aspetta. Paghiamo il pernottamento a lui, ci rilascia la ricevuta ufficiale del tour operator che gestisce questo posto. Ci dice di non girare assolutamente con il buio perchè è pericolosissimo. Avevamo letto recensioni negative di questo posto perchè, oltre a dire che i bagni sono vecchi (non sono tenuti bene come gli altri trovati ma per una doccia vanno più che mai bene), il problema è che risulta che rubano. Chiediamo info a Coffee e ci dice che è capitato qualche volta, l’ultima un mese fa. Arrivano dalla Namibia, attraversano il fiume con le canoe e tagliano le tende a terra portando via quello che trovano. Non hanno mai toccato le tende sul tetto. Se si ha la tenda per terra, non solo qui ma ovunque, è sempre super consigliato lasciare le cose di valore in macchina. Ci dice anche che ora la zona è super pattugliata e da quando un ranger gira in macchina tutta la notte, non è più successo. Fino ad ora (sto scrivendo ai primi di novembre), non ho più letto di altri furti. Risulta che hanno risolto il problema. Effettivamente noi sentiremo e vedremo i fari della jeep, dal tramonto all’alba. Prima di appostarci nella piazzola, andiamo in macchina ai bagni per farci le docce. Sono distanti 150 metri e sul percorso ci sono diversi cespugli. Meglio non rischiare. Ci sistemiamo poi nella piazzola. E’ proprio con vista fiume e il sole si sta abbassando sulla linea dell’orizzonte fino a scomparire colorando tutto di rosso. Accendiamo il fuoco e prepariamo la cena. E’ la nostra ultima notte circondati dalla natura e dagli animali. Pier cucina il cus-cus con le verdure e il formaggio fuso. Stiamo per metterci a tavola quando arriva un’ondata di coccinelle nere. A centinaia … dobbiamo chiudere il cassone e rintanarci in macchina. Mai vista una cosa simile. Toccano per terra e muoiono. Il tutto dura una ventina di minuti però ci ha rovinato la cena ….. che jella. Ci ritiriamo in tenda presto. Onde evitare furti …. nel dubbio … faccio una sorta di fagotto della cicogna con una coperta e metto all’interno macchina foto & C. Lo appendo alla struttura in ferro al centro della tenda … Dopo poco passa un tasso del miele, dopo un attimo un altro si arrampica sul tavolo in pietra annusando dove abbiamo appoggiato le pentole, in linea d’aria è a 2 metri. C’è ancora la luna piena quindi si vede tutto benissimo senza torcia. Dopo 1 ora Pier mi dice: Anna.. ci sono i wild dogs!! Wow!!! Fa la stupidata di puntare la torcia quindi quando mi giro per guardare fuori dalla zanzariera, loro si sono nascosti dietro al grosso cespuglio che abbiamo vicino alla macchina e spariscono dalla visuale. Erano 3 … Mi è proprio scocciato non averli visti. In tante giornate nei parchi africani li avevamo visti solo l’anno scorso ad aprile nel South Luangwa in Zambia. Peccato!!! Durante la notte sentiremo più volte la iena. Questa sarà purtroppo l’ultima notte nel nulla in mezzo agli animali.

Pernottamento: Ihaha Campsite sul riverfront del Chobe – campeggio (autonomi per la cena)

(https://www.kwalatesafaris.com/) (gps S17°50.311 E24°52.689)

Costo a testa: Pule 260 (€ 22) minorenni Pule 130 – tot.€ 77

Bagni – braai – immondizia – non è recintato

15) 17 agosto 2019 sabato – km.113 (7 asfalto – 106 sabbia):

Chobe (Ihaha) – Chobe (Kasane)

Strada: riverfront fino al Sidudu Gate (gate est del Chobe Riverfront) (gps S17 50.601 E25 08.615) e poi asfalto fino a Kasane

Market:

– Spar: Plot 2208, Hunters Africa, Kasane (orari: 7.30-19.00 lu-ve / 8.00-18.00 sa / 8.00-17.00 do)

– Choppies: ho letto che aveva chiuso. Non ho info recenti.

– per la carne fresca e la verdura: Ron’s Fresh Produce (sabato chiude alle 13.00 – domenica chiuso) quindi non consideriamolo

Banca: Kasane

Benzinai: Kasane

Ristoranti (in ordine di recensioni trip advisor):

– Chobe Safari Lodge (prenotare con mail) (https://www.chobe-safari-lodge.net/)

– Pizza Plus Coffee & Curry (Plot 81 Hunters Africa Conplex) pizza e cibo indiano – suggerito da Andy

– The Old House (Plot 718 President Avenue)

– The Coffee Buzz (721 President Avenue)

– Hunters Pub&Grill (Hunters Africa Mall)

– Nando’s Kasane (President Ave)

Ci svegliamo con i versi dei leoni. Pier sta guardando fuori già da un pò e dice agli altri, quando stanno per scendere, di fare attenzione perchè c’è una iena che sta girando. Aspettiamo quindi che ci sia molta visibilità. Chiudiamo le tende e poi facciamo due parole con Coffee che è passato a chiedere se è andata bene la notte. Gli diciamo dei wild dogs e lui ci dice che un leone maschio questa notte era qui, di cercarlo lungo il fiume. Andiamo in macchina ai bagni e alle 7.30 partiamo. Andiamo piano così riesco a guardare fuori dal finestrino. Vediamo parecchie orme del leone, che hanno visto quest notte, che vanno nella nostra stessa direzione. Le seguiamo per un pò poi scompaiono tra i cespugli fitti. Pazienza … ne cercheremo altri. Proseguiamo. Ad un certo punto un movimento tra i cespugli attira la mia attenzione. Una leonessa sta camminando nella nostra direzione. Inchiodiamo e facciamo retromarcia per seguirla. Con lei ci 3 cuccioloni ma è difficile che sia sola. L’avvistamento dura circa 20 secondi …. il tempo di un paio di foto. C’è una parallela che passa ad una ventina di metri (tutti cespugli) da questa strada quindi torniamo indietro e la imbocchiamo. Dall’altra parte non vedremo più i leoni ma capiamo perchè sono qui. Ci sarà un centinaio di bufali … e bufalo si sa che chiama leoni … Siamo comunque contenti perchè finalmente abbiamo visto i leoni al Chobe!!! Torniamo alla strada sul fiume per vedere se escono ancora da questa parte ma sempre niente. Pier guarda dallo specchietto e vede i Pocket giù dalla macchina. Torniamo immediatamente indietro. Un’altra macchina si è accorta che hanno perso il bullone di una ruota … l’hanno raccolto e glielo riconsegnano. Controllano e ce n’è più solo uno attaccato su cinque …. !!!!! Mamma mia che rischio. Riavvitiamo quello che hanno trovato e ne prendiamo due da altre ruote. Pazzesco. Probabilmente con i sobbalzi presi si sono allentati fino a svitarsi del tutto. Per fortuna che quel signore se ne è accorto. Il problema è che, l’unico rimasto, ha completamente piegato il perno sul quale è avvitato quindi in caso di foratura, non si può cambiare la ruota. Dobbiamo andare a cercare un meccanico. Pietro chiama la Bushlore e ci dicono che hanno un ufficio a Kasane. Chiudono alle 13 ma avvisano di aspettarci. Sono le 8.30 quindi abbiamo tempo. Ci indirizziamo al gate seguendo comunque tutte le strade sul fiume. Vedremo sempre parecchi animali ma evitiamo soste lunghe. Al Serondela Old Campsite ci fermano i ranger per chiederci il permesso. Tutto in regola quindi proseguiamo. Incrociamo una jeep e ci da indicazioni sul un leopardo che sta mangiando una preda poco distante dalla strada. Raggiungiamo il posto. C’è un’altra macchina nel punto esatto. Ci dicono che è andato via… che jella…. Alle 10.30 siamo al gate. Kasane è vicinissimo quindi arriviamo in fretta al garage della Bushlore (si possono ritirare o consegnare anche qui le macchine). Dicono che la sistemano e ce la riconsegnano al lodge massimo alle 15. Carichiamo i Pocket e andiamo in centro a Kasane per pranzare. Optiamo, viste le recensioni, per l’Hunters Pub. Pranzo niente di che con un’attesa infinita (Pule 360 € 24). Prendiamo solo toast e cose varie perchè con il caldo, anche gli uomini che avevano puntato il piatto di carne grigliata, prenderanno qualcosa di più leggero. Nel mentre Pietro scrive ad Andy su whatsapp per fargli presente il problema che abbiamo avuto e per dare l’urgenza nella sistemazione della cosa. Andy risponde all’istante. Telefonerà direttamente ai meccanici. Super efficiente. Andiamo poi subito al Chobe River Cottages. Renzo e Simona dormiranno in una piccola guesthouse di fianco. Quando hanno prenotato, un paio di settimane dopo di noi, non hanno più trovato disponibilità. Il posto è grazioso. Ci sono 6 o 8, non ricordo, cottages, tutti vicini, con la piscina in comune. Ciascuno ha il portico con il tavolo esterno e le tende da tirare per la privacy, la camera matrimoniale ed un locale con cucina e salotto. Carino. Svuotiamo la macchina perchè tanto non faremo più pasti e pernottameti in tenda quindi riorganizziamo il tutto e lascieremo qui le cose in più come scatolame ecc. ecc. Le prenderanno volentieri le cameriere. Dobbiamo fare ancora un minimo di bucato quindi portiamo alla reception il sacchetto per la lavanderia. Arriva la macchina dei Pocket tutta sistemata e alle 15.00 ci indirizziamo al parco. Con la luce che si abbassa sulla linea dell’orizzonte i colori sono sempre meravigliosi. Arriviamo fino al nostro punto preferito, la piscinetta con gli ippopotami. Rimarremo quasi un’ora. Sono tutti sdraiati a dormire sulla sabbia bianca e sono circondati da cicogne. Arrivano alcuni elefanti che si avvicinano alla pozza con titubanza, guardandoli … questo è territorio loro quindi, conoscendo il loro caratteraccio, girano al largo. Un piccolo li annusa da lontano poi si mette a correre con il codino e la proboscide sollevati e le orecchie aperte. Ha l’illusione di sembrare più grosso e spaventare quei ciccioni … che però non fanno una piega. Dopo un pò uno si alza e, con una lentezza infinita e gli occhi mezzi chiusi, entra nell’acqua. Sarà il capo perchè dopo poco anche tutti gli altri, uno per uno, in fila, vanno a mollo. E qui io aspetto con il tele puntato … appena svegli sicuramente sbadigliano … ed eccco che, uno per uno, ci mostrano tutte e due le arcate dentarie. Spettacolo. Siamo sempre con l’orologio in mano, facciamo un conto del tempo ancora a disposizione e decidiamo di andare in un punto panoramico vicino al fiume, non troppo distante dal gate, per vedere il tramonto. Non facciamo in tempo a posizionarci … arrivano una cinquantina di elefanti che ci sfilano a pochi metri dalla macchina. Stessa immagine di ieri sera, spettacolo. Alcuni si tuffano in acqua e, nuotando, raggiugono le isolette erbose che ci sono al centro del fiume. Raggiungiamo puntuali il gate. Andiamo un salto al market (lo Spar è super fornito), doccia e subito a cena. Avevo prenotato, prima di partire, un tavolo al Chobe Safari Lodge. Eravamo stati lì nel 2013 e ricordavamo un buffet ottimo. Avevamo mangiato qui la nostra prima pasta alla quale unicono verdure e carne che tu scegli (tutto cotto al momento sulla piastra). Anche quest’anno abbiamo mangiato bene (Pule 1337 € 111). Torniamo ai cottage un pò tristi, ci manca l’idea di non poter sentire qualche animale questa notte.

Pernottamento: Chobe River Cottages a Kasane

Cottage doppio in self catering (autonomi per la cena e la colazione)

(http://choberivercottages.com/) – (gps S 17 47.607 E 25 09.305)

Costo a camera doppia: Pule 1750 (€ 145) – tot.€ € 290

Cottage con cucina, salottino, camera matrimoniale e portico – c’è la lavanderia – non c’è ristorante

16) 18 agosto 2019 domenica – km. 105 (20 asfalto – 85 sabbia):

Chobe (Kasane) – Chobe (Kasane) – una parte del gruppo: Victoria Falls

Strada: parco

Market: vedi sopra

Banca: vedi sopra

Benzinai: vedi sopra

Per la giornata di oggi il gruppo si separa. I Pochet con Renzo e Simona vanno alle cascate Vittoria in Zimbabwe. Partono alle 8.00 e l’escurione dura circa 9 ore. E’ compreso solo il taxi fino alla frontiera e poi un altro taxi da lì a Victoria Falls, idem il rientro. L’ingresso al parco e il pranzo, non sono compresi.

Costo escursione a testa:

– $ 70 € 61 solo taxi

– $ 30 € 26 visto Zimbabwe

– $ 50 € 43 visto UniVisa sia per Zimbabwe e Zambia se si vuole vedere le cascate da entrambe gli stati

– $ 30 € 26 ingresso cascate lato Zimbabwe

– $ 20 € 18 ingresso cascate lato Zambia

Informazioni sulle Cascate Vittoria:

Le Cascate Vittoria si trovano quasi a metà strada del percorso dalla sorgente al mare del fiume Zambesi. Questo fiume con i suoi 2.574 km. è il quarto fiume più lungo dell’Africa dopo il Nilo, lo Zaire ed il Niger. La sorgente del fiume Zambezi si trova a circa 1 500 m sopra il livello del mare, nel distretto di Mwinilunga in Zambia poi attraversa l’Angola, segna il il confine tra Zambia e Zimbabwe per poi sfociare nell’Oceano Indiano in Mozambico,. L’area del suo bacino idrografico è di 1 390 000 chilometri quadrati, che è la metà di quello del Nilo. La potenza del fiume Zambesi è stata sfruttata durante il trasporto in due punti, la prima diga Kariba essere in Zimbabwe e la seconda diga di Cahora Bassa in Mozambico. Entrambe queste dighe sono fonti di energia idroelettrica e di fornire una gran parte del potere in Zambia, Zimbabwe e Sud Africa.

Le Cascate Vittoria sono un’attrazione di fama mondiale, sono larghe ben 1,7 km e si gettano nell’orrido della Zambezi Gorge con un salto da 90 a 107 m; in media 550.000 metri cubi di acqua si gettano nel vuoto ogni minuto, ma durante il periodo delle inondazioni (da marzo a maggio) questa cifra sale fino a 5 milioni di metri cubi al minuto. David Livingstone, l’ esploratore scozzese, fu il primo occidentale a visitare le cascate nel 1855. Diede loro il nome dell’allora Regina d’Inghilterra, la Regina Vittoria, esse tuttavia erano già note localmente con il nome di Mosi-oa-Tunya “ il fumo che tuona”. Le cascate fanno parte di due parchi nazionali, il Mosi-oa-Tunya National Park in Zambia ed il Victoria Falls National Park in Zimbabwe, e sono oggi una delle attrazioni turistiche più importanti del sud del continente africano. Sono una delle sette meraviglie naturali del mondo e sono patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO. Sono le più grandi cascate del mondo considerando una media tra altezza, larghezza e portata d’acqua, superando le Cascate del Niagara e quelle di Iguacu.

Le Cascate Vittoria sono costituite da cinque diverse “cadute”. Quattro di questi sono in Zimbabwe e uno è in Zambia. Essi sono noti come:

1) la cataratta del Diavolo (70 metri di altezza, il nome deriva dalla vicina isola nel fiume, dove le tribù locali utilizzati per eseguire cerimonie sacrificali. Quando i missionari arrivarono nella zona da loro di cui queste cerimonie come “diabolico” e quindi il nome è stato dato a questa cataratta)

2) Main Falls (93 metri di altezza, questa è la più grande cascata e certamente la più maestosa vista delle cascate. Una tenda gamma di acqua, con una portata massima di 700 000 metri cubi al minuto, il volume oltre l’altezza delle cascate è così grande che prima di arrivare da nessuna parte vicino al suolo, l’acqua è squassata dai forti venti in aumento e trasformato in nebbia)

3) Rainbow Falls (108 metri di altezza, questo è il punto più alto di tutte le cadute, nelle giornate limpide si vede l’arcobaleno da questo punto e quando c’è la luna piena di vede anche di notte)

4) Horseshoe Falls (95 metri di altezza, questa è la sezione con il minor volume di acqua e sarà il primo ad asciugarsi di solito tra ottobre e novembre).

5) la cataratta orientale in Zambia (101 metri di altezza, si trovano completamente sul lato Zambia ma si può vedere anche dal lato dello Zimbabwe)

Le cascate si possono visitare sia dal lato dello Zimbabwe che dal lato dello Zambia ma la visione più spettacolare si ha dallo Zimbabwe. Il tratto zambese viene spesso dimenticato, ma offre un’esperienza completamente diversa rispetto alla sua più famosa controparte nello Zimbabwe. Prima di tutto la vista è diversa: ci si può avvicinare all’acqua camminando lungo un ripido sentiero fino al salto della cascata e seguendo stretti passaggi che sfiorano l’abisso. Uno dei punti in cui ci si avvicina di più alla cascata è il Knife Edge Point, che si raggiunge attraversando una passerella che fa drizzare i capelli (ma sicura), passando attraverso nuvole di spruzzi fino a un’isoletta appuntita in mezzo al fiume. Se l’acqua è bassa e il vento favorevole, godrete di una magnifica vista delle cascate e dell’enorme abisso sotto il ponte sullo Zambesi. La cittadina di Victoria Falls (Zimbabwe) è a due passi dalle cascate mentre Livingstone si trova ad 11 km., oltre il ponte sullo Zambesi. Il ponte è stato progettato da Mr. George Hobson che era un partner di Douglas Fox & Partners, Londra. Nel momento in cui il Ponte delle Cascate Victoria è stato completato, è stato il ponte più alto del mondo. Il ponte è stato progettato e costruito in Inghilterra ed è stato spedito in parte in Africa, dove è stato riassemblato. La costruzione del ponte è iniziata nel luglio 1904, è stata completata nel mese di aprile 1905 e poi è stato aperto il 2 settembre del 1905. Si trova a pochi passi dalla città di Victoria Falls ed è proprio sopra la gola Bakota. Oltre il ponte c’è la frontiera con lo Zambia. Se si vuole è possibile fare un visto giornaliero per poter accedere al versante zambese delle cascate però bisogna poi considerare che si deve pagare nuovamente quello dello Zimbabwe quando si ritorna indetro. Attraversarlo a piedi è suggestivo e offre uno splendido scenario sulle cascate. Inoltre per i più temerari si può fare bungee jumping o l’attraversata tramite carrucola su un cavo che collega i due lati della cascata. Il Café Bridge è l’unico ristorante della zona costruito su una piattaforma sopra la gola Batoka con vista diretta sulla cascata.

Le Cascate Vittoria sono uno dei pochi posti al mondo dove l’arcobaleno di luna si verifica regolarmente e dove lo si può vedere con facilità. Eppure molte persone visitano questo posto senza sapere di questo fenomeno naturale, ma è una delle cose più suggestive di Victoria Falls. Proprio come quello che si verifica durante il giorno, l’arcobaleno lunare o ‘arco di luna’ si crea con la luce che viene rifratta dalle particelle d’acqua presenti nell’aria, sempre presenti dagli spruzzi delle cascate. Gli arcobaleni lunari sono molto più deboli rispetto a quelli diurni. Questo è causato della minore quantità di luce riflessa dalla luna. Si verifica solo se la luna è piena e cielo terso. L’occhio umano ha difficoltà a distinguere i colori dell’arco di luna, perché la luce è di solito troppo debole per attivare i recettori del colore dell’occhio umano e non tutti li vedono allo stesso modo. Tuttavia, i colori di un arcobaleno lunare si vedono nelle fotografie con una lunga esposizione. Si vede meglio in periodi di acqua alta (da aprile a luglio) quando c’è molto più vapore e nelle prime ore dopo il sorgere della luna. L’arco di luna può anche essere visto dal ponte ma il posto migliore è dal lato dello Zambia in quanto la luna sorge alle spalle di chi guarda le cascate. On line si trovano i calendari con le giornate perfette per vedere questo fenomeno (https://www.victoriafalls-guide.net/lunar-rainbow.html).

Il Victoria Falls Hotel è l’albergo più antico dello Zimbawe. Inizialmente era l’alloggio delle persone che lavoravano alla costruzione della ferrovia che avrebbe dovuto collegare Città del Capo con il Cairo poi è diventato hotel nell’aprile del 1917 per i turisti che arrivano dal Sud Africa. Quando si resero conto che, per vedere le cascate, i turisti arrivavano da tutto il mondo lo ampliarono. L’arredo è molto raffinato, le pareti sono ornate con stampe d’epoca e giornali che ricordano avvenimenti storici fino alla dichiarazione d’indipendenza dall’Inghilterra nel 1965. Dalla terrazza c’è una vista molto bella del ponte e delle cascate.

Attività:

– Victoria Falls National Park: ingresso 20 US$. Parco a ridosso delle cascate. C’è la statua di David Livingstone che si trova all’estremità sinistra delle cascate vicino alla cataratta del Diavolo. C’è un grande baobab. L’albero che ha resistito alla prova del tempo è di 16 metri di diametro e 20 metri di altezza. Ci vogliono circa 30 persone adulte a circondare il suo tronco. C’è un ristorante e adiacente a questo si trova il Centro interpretativo con pannelli informativi.

– Il Rainforest: L’area di foresta pluviale di Victoria Falls è pieno di molte specie uniche di flora e fauna.

– Il Pot Boiling: Questo posto ha un nome appropriato per descrivere l’agitazione in cui l’acqua dai lati opposti delle cascate si scontrano nel fiume Zambesi che gira in direzione sud-est passando attraverso gole diverse.

– Il Ponte: Si tratta di un sito molto impressionante.. Oggi il ponte è la seconda attrazione turistica visitata in Victoria Falls. Situato in posizione dominante sulla gola Batoka tra Zimbabwe e Zambia. Se non si ha intenzione di andare in Zambia o a fare Bungi Jumping è comunque obbligatorio visitare il ponte. Per non pagare il visto basta dire che si va a vedere il Bungi Jumping.

– Crocodile Ranch & Nature Sanctuary: Crocodile Ranch & Nature Sanctuary si trova a meno di 5 km dalle cascate Victoria. Un piccolo fiume, conosciuto come Creek Spencer, scorre attraverso il Ranch e incontra il fiume Zambezi. E’ stato avviato nel 1970 con soli 100 coccodrilli. Questa azienda di famiglia è cresciuta notevolmente nel corso degli ultimi 30 anni e ora ci sono più di 40.000 coccodrilli dai neonati piccoli a giganti di 5 metri.

– Craft Market all’aperto: Fine di Drive Adam Stander, Orario: lun-ven: 8:00-17:00, sab: 08:00-13:00. Il famoso mercato artigianale all’aperto è il luogo ideale per andare a comprare autentici oggetti d’arte africana. Questo è un luogo ben noto per trovare gli scultori in pietra Mashonaland e sculture in legno.

– La stazione dei treni: Si tratta di una stazione dal sapore coloniale, situata a fianco dell’Hotel Victoria Falls, con il quale comunica attraverso una porta situata a metà del marciapiede, anche se spesso chiusa. Sui marciapiedi siedono moltissime persone in attesa dell’arrivo dei treni soprattutto a partire dalle 18.00, ora in cui chiude il parco e la gente torna alle proprie abitazioni.

– volo in elicottero: 15 minuti 130 US$

– crociera sul fiume al tramonto: US$ 45 + 10 da pagare come tassa – alle 16 e dura 2 ore

– rafting: è considerato la più selvaggia avventura del mondo. Si svolge sotto le cascate Victoria nella Gola Batoka, dalla rapida 1-19 durante la stagione con poca acqua e 11-23 durante la stagione dell’acqua alta. US$ 120 escluse le tasse del parco (US$ 10). Snack e bevande sono inclusi. No bambini sotto i 15 anni.

Bungi Jumping o attraversamento della gola Batoka con la carrucola

– The Game Park : Zambezi National Park e Victoria Falls National Park coprono una superficie di 56.000 ettari. Il confine settentrionale del Parco è costituito dal fiume Zambesi. Una grande varietà di mammiferi si trovano all’interno del parco tra cui The Big Five: elefante, leone, bufalo, leopardo e rinoceronte. Inoltre, branchi di antilopi nere, eland, zebre, giraffe, kudu, impala waterbuck e così come molte delle specie più piccole.

Ci sono anche alcune attività da fare con gli animali ma mi rifiuto di dare informazioni.

Quindi gli altri componenti del gruppo andranno alle cascate Vittoria mentre noi 4, avendole già viste nel 2013, preferiamo passare ancora la mattinata nel parco e poi fare la crociera al tramonto. Martina ci tiene tantissimo a vedere il leopardo quindi spera fino all’ultimo. Andiamo al gate alle 6.00 e paghiamo la solita tariffa con carta di credito (BWP 120 (€ 10) adulto – BWP 60 (€ 5) minorenne + BWP 50 (€ 4) la macchina). C’è una fila notevole di jeep dei game drive. Solo noi ed una coppia di sudafricani siamo in self drive. Spiegano ad entrambe, quello che ho scritto nelle info del riverfront, che non possiamo entrare da qui perchè hanno la precedenza i tour operator. Dovremo imboccare la strada asfaltata che porta a Ngoma Bridge e, dopo una ventina di km, girare a destra fino al Serondela Old Campsite (gsp S17° 50.408 E25° 00.277). Il signore sudafricano è arrabbiato nero perchè dice che noi paghiamo l’ingresso esattamente come gli altri quindi non è giusto che dobbiamo entrare da un’altra parte. Io onestamente sono contenta perchè qui si rischia di rimanere incolonnati dietro a jeep che, giustamente, fanno vedere ai loro clienti qualsiasi tipo di animale. Quindi si crea un ingorgo. Se non fosse un obbligo avevamo pensato di farlo comunque, per ovviare il problema e andare dove non c’è nessuno. Velocemente raggiungiamo la stradina e poi arriviamo al fiume. Puntiamo verso ovest per avere il sole alle spalle. Vediamo una jeep ferma. Ci dicono che un secondo prima hanno visto proprio il leopardo che arrivava dall’acqua, ha attraversato la strada ed è andato nei cespugli. La strada parallela è a meno di 10 metri, rimaniamo qui più di 1/2 ora passando su entrambe le strade … ma niente … per un attimo l’abbiamo perso. Vediamo tanti animali, come al solito. Alle 11.00 usciamo. Andiamo in centro per fare gasolio e rigonfiare le gomme (da domani sarà tutto asfalto), per prendere una multa (non avevamo le cinture … ma non ci abbiamo proprio pensato, eravamo appena usciti dal parco …), per fare la spesa per il pranzo di oggi e poi andiamo al cottage. Pranziamo fuori nel portico. Alle 15.00 arriva il nostro transfer che ci porta al porticciolo. L’altra volta avevamo fatto la crociera con l’hotel dove avevamo pernottato e avevamo una barchetta per noi 4. Vogliamo replicare. Siccome ci sono anche barche grandi dove ci possono stare fino a 40 persone, cerchiamo un tour operator che faccia il caso nostro. Troviamo Flame Of Africa https://flameofafrica.com/agent-corner/activities-and-transfers/). Ci dicono che la barca è da 8 ma se paghiamo per 6 sarà tutta nostra. Quindi accettiamo. Il prezzo è in Rand e sarebbe 660 a testa ma noi ne paghiamo 940. Totale Rand 3763 € 248. Ci sono tante barche ma il nostro Caronte riesce a trovare angolini carini senza nessuno. Ci spiega che i coccodrilli, dopo che hanno mangiato, rimangono in apnea dei mesi per la digestione. E’ per questo che non se ne vedono molti. Quando escono rimangono con la bocca aperta in modo da scaldarla, sempre per digerire. Ci fa vedere i resti di un elefante, morto sull’isola per un batterio simile a quello delle mucche/bufali (per il quale ci sono le barriere veterinarie). Dice che gli avvoltoi e i coccodrilli l’hanno finito in un paio di settimane. Ci accostiamo a due coccodrilli enormi. Sono sulle isole verdi in mezzo al fiume. Li abbiamo ad un paio di metri di distanza. Vediamo bufali, waterbuch, ippopotami, elefanti (uno dall’isola si immerge in acqua e nuota a 3 metri da noi per arrivare sulla terraferma … con la proboscide fuori … emozione!!!!), aquile pescatrici ecc.ecc. C’è l’aperitivo con pizza, alette di pollo e patatine. Come bibite c’è un’ampia scelta. Noi optiamo per la Windhoek lager, la birra namibiana che ci piace tanto. Vediamo il tramonto direttamente sul fiume e poi rientriamo. Con questi momenti praticamente finisce la vacanza. Le prossime due notti saranno solo di avvicinamento a Johannesburg. Il bello finisce qui …. E’ in questi momenti che mi viene in mente la frase di Hemingway: una cosa sola volevo, tornare in Africa. Non l’avevao ancora lasciata ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio pervaso di nostalgia. Ecco. Siamo ancora qui e già il mal d’Africa sale. E’ una bella grana … Torniamo al cottage. Il bucato lavato è in camera. Paghiamo quanto dovuto e carichiamo tutta la macchina con le cose che non ci servono (domani mattina dobbiamo partire prestissimo). I Pocket con Renzo e Simona, rientrati entusiasti dalle cascate, vanno ancora a cena al Chobe Safari Lodge. Noi dopo l’aperitivo abbondante, non siamo molto affamati quindi ceniamo qui.

Pernottamento: Chobe River Cottages a Kasane

Cottage doppio in self catering (autonomi per la cena e la colazione)

(http://choberivercottages.com/) – (gps S 17 47.607 E 25 09.305)

Costo a camera doppia: Pule 1750 (€ 145) – tot.€ € 290

Cottage con cucina, salottino, camera matrimoniale e portico – c’è la lavanderia – non c’è ristorante

17) 19 agosto 2019 lunedì – km.647 (asfalto): Chobe (Kasane) – Moremi Gorge

Strada: viaggiamo su asfalto sulla A33 fino a Nata, A3 fino a Francistown, A1 fino a 55 km. dopo Serule. Qui si gira a sinistra direzione Tamasane e Maunatlala. Dopo 26 km. girare a destra, dopo 8 girare ancora a destra e dopo altri 9 si è a Moremi. Seguire le indicazioni per Moremi Gorge. Si devono passare 4 barriere veterinarie: poco prima di Elephant Sands, dopo il Nata Sanctuary, prima di Dukwe e dopo Francistown.

Market: Nata, Francistown, Serule

Banca: Francistown

Benzinai: Nata, Francistown, Serule

Alle 6.20 lasciamo Kasane. Viaggiamo decisi facendo solo qualche sosta lungo il tragitto. Sono si può andare veloci perchè ci sono zebre, elefanti, struzzi, steenbok ed eland, lungo la strada. Non ci sono recinzioni neppure con il parco Hwange che si trova in Zimbabwe, oltre il confine, quindi gli animali vagano. Un grosso gruppo di eland è a bordo strada. Non abbiamo capito cosa è successo ma sono impazziti e hanno attraversato la strada all’improvviso. Abbiamo dovuto fare un’inchiodata pazzesca. Uno poveretto è scivolato sull’asfalto ed è poi scappato zoppicando. Mi è spiaciuto un sacco, povera bestia, ma hanno fatto tutto da solo. L’ultimo elefante lo vediamo in prossimità del lodge Elephant Sands, famoso appunto per i suoi elefanti. Seguo la loro pagina di Facebook ed ora che sto scrivendo, visto che ne stanno morendo a decine per la siccità e la mancanza di cibo, qui stanno portando l’acqua con le cisterne e balle di fieno. Prima del lodge c’è una barriera veterinaria, l’unica delle 4 che troveremo, dove dobbiamo disinfettare scarpe e gomme e il poliziotto guarda nel frigo. Ci sono i formaggi proprio sopra ma non dice nulla. Passiamo anche le altre due barriere. Dopo Dwuke ci sono mucche, capre e cavalli lungo la strada. C’è una corsia parallela all’asfalto, sterrata, per i carretti trainati dagli asini. Arriviamo a pranzo a Francistown. Paesone insignificante. Abbiamo impiegato 6 ore e mezza da Kasane. Trip advisor recensisce bene il Diggers Inn. Ha il terrazzo al primo piano di uno stabile. Carino. Personale gentile, cibo pessimo. Sbagliamo prendendo la pizza …. non sappiamo neppure noi il perchè di questa scelta. Immangiabile. Ne terremo due (ce le impacchettano) che poi alla fine torneranno utili per il pranzo di domani, e saranno più buone di oggi (Pule 400 € 33). Facciamo benzina e alle 15.00 ripartiamo. Altra barriera veterinaria. Ci sono parecchi autovelox quindi bisogna stare attenti. Arriviamo a destinazione (gli ultimi 4 km. sono sterrati) alle 17.20. L’area è recintata. Ci sono diversi erbivori. Vediamo le cacche ma non loro. La struttura del ristorante/piscina è nuova e moderna. Bella. Le camere sono chalets in self catring con portico, tavolo e doccia esterni e cucina. Carino e tenuto bene. Ci sistemiamo e poi andiamo al ristorante per bere qualcosa. Dobbiamo già scegliere cosa vogliamo per cena. La cameriera, graziosissima, è super imbranata. Ci chiede se vogliamo andare domani mattina a vedere le cascate, attività principale del posto. Richiede una camminata di 1 ora circa a tratta quindi, anche partendo all’alba saremmo un pò tirati. Accantoniamo l’idea. Doccia e poi usciamo per cenare. Rimaniamo tutti a bocca aperta. La luna non è ancora sorta, e poi comunque sarebbe solo uno spicchio, quindi non c’è inquinamento luminoso. La via lattea è pazzesca. Non l’abbiamo mai vista così. Rimango con il naso all’insù incantata. La cena sarà accettabile, nulla di che. Per fortuna siamo gli unici ospiti altrimenti a quest’ora eravamo ancora là in attesa dei piatti. Tutti imbranatissimi. Spendiamo Pule 650 € 54. Si vede che ci stiamo avvicinando al Sud Africa, fa freddo. Notte tranquilla come al solito.

Pernottamento: Goo – Moremi Gorge

Family cottage in sefl catering – c’è ristorante – (gps S22 34.970 E27 25.853)

(http://botswanaunplugged.com/7168/visit-newly-revamped-mystical-goo-moremi-gorge-resort/)

(http://www.upandgo.co.za/botswana-districts/ad/goo-moremi-gorge,540)

Costo a camera: Pule 1500 (€ 125)

18) 20 agosto 2019 martedì – km. 505 (asfalto): Moremi Gorge – Johannesburg (SA)

Strada: Quando partiamo dobbiamo tornare sulla strada principale e girare a destra. Si arriva al piccolo paese di Lesenepole, dove finisce l’asfalto. In centro girare a sinistra sulla strada asfaltata. Dopo 11 km. si raggiunge la principale B151. Dopo 45 km. girare a destra e dopo altri 20 si è alla frontiera Globlersburg Border (Sud Africa) e Martin’s Drift Border Control (Botswana) (orari: 6-22) (gps S22 59.809 E27 56.286). Superata la frontiera percorrere la N1 per 11 km. poi girare a destra sulla R572. Dopo 47 km. girare a sinistra sulla R510 a Monte Christo. Dopo 41 km., appena oltre il paese di Lephalale, si imbocca la R33. Dopo 90 km. si arriva a Vaalwater. Nello Spar c’è un piccolo bar dove si potrebbe pranzare se non vogliamo finire le nostre cose. Dopo 73 km. si raggiunge la N1. Si gira a destra. Questa strada è a pedaggio. Se non funziona il telepass bisogna pagare R 80 in contanti. Arrivo a Johannesburg dopo 150 km e rilascio auto, verso le ore 16.00, agli uffici della Bushlore (31 Gallagher Ave – Midrand – S26° 00 02.08 E 28° 07 34.47 – che si trova a 19 km., 30 minuti dal nostro lodge).

Benzinai: Lerala, Martins Drift, Lephalale

Facciamo colazione con calma (Pule 240 € 20) e alle 9.30 partiamo. In 1 ora e 1/2 siamo in frontiera. Trafila veloce in soli 30 minuti. Ci rendiamo conto che abbiamo 4 ore per fare 400 km. Abbiamo sbagliato i tempi di partenza perchè questa prima tratta ci ha richiesto più tempo del previsto. Dobbiamo rendere la macchina alle 16 e sappiamo che non ce la faremo mai. Matteo telefona e ci dicono che possono aspettarci fino alle 17. Se non arriviamo in tempo potremo riportare la macchina domani mattina pagando una giornata in più, circa € 180. Noi ci proviamo. Pranziamo in macchina viaggiando, per fortuna non abbiamo buttato la pizza di ieri … passiamo davanti all’ingresso del Matamba Bush Camp dove abbiamo dormito la prima sera …. e alle 16.55 siamo davanti ai cancelli della Bushlore!!!!! Come ho scritto sprecheremo tempo a sistemare i fogli che la ragazza il primo giorno ha sbagliato. Per lo meno abbiniamo la macchina all’autista e alla sua carta di credito. Svuotiamo tutto e con il loro taxi in 20 minuti raggiungiamo il nostro lodge. Siamo venuti qui se non ricordo male 4 volte, sempre di passaggio perchè comodissimo in quanto vicino all’aeroporto. Hanno aggiunto diverse camere e tutte sono al piano terra. C’è il prato con la piscina. Non è il massimo come soluzione più che altro perchè gli aerei decollano, poco distante, fino alle 11 di sera e dalle 5 del mattino però, in vista della giornata di domani che passeremo qui, meglio stare sulle sdraio a prendere il sole piuttosto che chiusi dentro nella hall di qualche hotel. La cena la troveremo buona, il filetto è tenerissimo (Rand 1120 € 70). Pietro compra dei cicchettini di Amarula per brindare al viaggio. Abbiamo sempre detto di comprare una bottiglia e poi, nei posti in cui avremmo potuto trovarla, ci siamo sempre dimenticati. Sarebbe stato bello berla intorno al fuoco. Fa parecchio freddo quindi ci ritiriamo presto.

Pernottamento: Aero Guest Lodge

Lodge (colazione compresa) – c’è ristorante

(http://www.aeroguestlodge.co.za/)

Costo circa: R 1050 (€ 67) + € 17 per camera tenuta in più – tot. € 84

19) 21 agosto 2019 mercoledì: Johannesburg – volo

Oggi cazzeggiamo. Avremmo potuto andare a visitare Soweto, la township di Johannesburg dove è nato Mandela (si può vedere la sua casa). Il nome è l’acronimo di South West Township. Il lodge organizza curiousness che dura 5 ore (10.00-15.00) e costa R 895 (€ 60) a testa, ma visti i disordini che ci sono ultimamente, preferiamo non muoverci. Ci alziamo con calma, facciamo colazione poi passiamo il tempo a giocare a carte con i ragazzi e prendiamo il sole chiacchierando. Qui non c’è la possibilità di fare pranzo, volendo possono ordinarlo da fuori ma noi abbiamo ancora delle cose nostre e ci aggiustiamo. Possiamo tenere la camera fino alle 15.30 quindi poco prima facciamo la doccia e poi andiamo in aeroporto con il transfer gratuito del lodge. Quando riusciamo a lasciare le valige, cerchiamo un ristorante per la cena. Non ricordo il nome ….. ahimè … ma mangeremo bene piatti enormi di carne alla griglia spendendo poco (Rand 606 € 38). Alle 20.30 lasciamo l’Africa ….

20) 22 agosto 2019 giovedì: casa

Dormiamo quindi le 10 ore fino a Fiumicino volano. Cibo sempre pessimo. Scendiamo e ci salutiamo con Renzo e Simona. Loro rientrano a Bergamo, noi a Malpensa, dove atterreremo alle 10.20. A casa di corsa perchè dobbiamo andare a recuperare i nostri labrador e come al solito con vediamo l’ora di riabbracciarli.

Cos’altro dire … visto che ho scritto giusto solo due righe … la vacanza con la tenda sul tetto, nonostante i tanti dubbi prima della partenza, si è rivelata una cosa bellissima. Sono le serate e le nottate che ricorderemo più volentieri. Diciamo che abbiamo scoperto un nuovo modo di viaggiare. Il Botswana è un paese splendido, uno degli ultimi paradisi, ancora poco sfruttati, dove il contatto con la natura e i suoi animali è una cosa che non si dimentica facilmente e c’è poco turismo per la poca ricettività. I paesaggi cambiano e ci sono tante attività che si possono fare. E’ una vacanza assolutamente da prendere in considerazione.

Ciao terra d’Africa … ci si vede ad aprile.

PS: Siccome i messaggi privati di Turisti per Caso non sempre vengono recapitati, se qualcuno vuole qualche info non esiti a scrivermi: african.dreams2019@gmail.com.

PS 1: al rientro ci siamo scritti con Andy riguardo alla Bushlore. Loro dovrebbero rimborsare il piatto griglia a Renzo e il costo della tanica ai Pocket (il danno dei bulloni è a carico loro) però i Pocket hanno restituito la macchina non con il pieno fatto (visto che consumava di più delle nostre la lancetta era andata giù parecchio). Abbiamo compensato.

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