Borneo Malese

Natura e immersioni nel mare delle tartarughe
Scritto da: Saretta080
borneo malese
Partenza il: 10/08/2013
Ritorno il: 26/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Dopo l’incredibile esperienza dello scorso anno nel Borneo Indonesiano, siamo rimasti talmente colpiti da questa isola, che decidiamo di ritornarci per esplorare la sua parte Malese. A marzo cominciamo a muoverci con l’organizzazione del viaggio, che risulta complessa e articolata.

Voli a parte, dobbiamo prenotare il nostro soggiorno mare su di un’isola nell’area di Sipadan, paradiso subacqueo ambito dai sub di tutto il mondo; i resorts sono pochi e tutti molto costosi, a meno che non si decida di pernottare a Semporna, cittadina portuale indubbiamente caratteristica, ma sporca, puzzolente e con strutture di basso livello. Prenotiamo quindi al Sipadan Kapalai Dive Resort e ci assicuriamo il nostro angolino di paradiso. Gli hotels a Kota Kinabalu e Sandakan decidiamo invece di prenotarli in loco. E così dopo una lunga attesa, eccoci a fine luglio in partenza per la tanto agognata vacanza!

Itinerario:

Kota Kinabalu, Sandakan, Pom Pom island, Sipadan Kapalai

Volo intercontinentale: Lufthansa

Voli interni: Air Asia – Malaysia Airlines

10 – 11 agosto: Kota Kinabalu

Kota Kinabalu, capitale del Borneo Malese, non ha granchè da offrire, a meno che non si voglia scalare il monte Kinabalu; decidiamo quindi di dedicarle solo un paio di giorni.

Pernottiamo al Novotel 1Borneo, situato in un centro commerciale in periferia, ma a soli 10 minuti di taxi dal centro.

Il tempo non è dei migliori, decidiamo quindi di esplorare la città per cercare informazioni sulle escursioni da fare in loco.

Durante il giorno non c’è molta gente in giro, la sera la zona lungo il porto si anima e tutti i turisti si concentrano nei ristorantini sul mare.

Riassumerei Kota Kinabalu così: palazzoni scrostati, bancarelle di cibo da strada, mercati e ancora mercati, colorati pescherecci attraccati nel porto; insomma a parte la torre dell’orologio e la moschea di Bandaraya poco fuori dalla città, passeggiare per le vie e assaporare l’atmosfera asiatica è per noi la cosa più interessante.

Prenotiamo in una piccola agenzia viaggi la visita al Mari Mari Cultural Village, ricostruzione di un villaggio di longhouses a circa mezzora da KK; molto turistico ma interessante per conoscere le usanze delle tribù malesi e per passare una serata tipica.

Il giorno seguente ci facciamo portare in taxi al Kota Kinabalu National Park: non scaleremo il monte ma siamo comunque interessati a vedere la rigogliosa natura di questo paese, visitiamo il giardino botanico con tante specie di fiori tropicali, siamo fortunati e vediamo anche la rafflesia, il fiore più grande al mondo e endemico solo in questa parte di Borneo.

Rimaniamo invece delusi dalle tanto decantate Poring Hot Springs, piscine di acqua sulfurea; sono affollatissime, piene zeppe di bambini malesi urlanti, una sorta di parco acquatico che stona decisamente con il paesaggio circostante. Carino invece il percorso sui canopy walks, ponti sospesi, da cui si ammira la giungla lussureggiante dall’alto.

A questo punto il nostro programma prevederebbe un soggiorno di qualche giorno sull’isoletta di Mantanani, a nord del Tunku Abdul Rahman National Park e ad un’ora di barca da KK, ma purtroppo scopriamo che l’unica struttura dell’isola è fully booked…non dovremmo stupirci, siamo ad agosto e siamo stati poco previdenti; per fortuna riusciamo a prenotare 5 giorni su di un’isola ancora più paradisiaca, Pom Pom island, nel mar di Celebes, ma per poter riposare al mare dovremo ancora aspettare alcuni giorni.

Ci spostiamo quindi con un volo Air Asia da Kota Kinabalu, costa ovest, a Sandakan, costa est.

12 – 15 agosto: Sandakan

Sandakan, seconda città del Borneo Malese, non spicca di certo per la sua bellezza, ma è il necessario punto di partenza per andare a vedere gli orango tango e le scimmie nasiche. Pernottiamo al Four Points by Sheraton, unico hotel di livello in tutta la città; appena arrivati, al check-in, ci ritroviamo quasi obbligati, vista l’insistenza, a prenotare le escursioni a Sepilok, Labuk Bay e Kinabatangan, che non sono per nulla economiche, ma almeno per questa volta è già tutto organizzato.

Il giorno seguente ci portano al Sepilok Orangutan Rehabilitation Center, per vedere gli orango tango. E’ sempre emozionante osservare questi bestioni da pochi metri di distanza; i rangers depositano le banane su piattaforme nel mezzo della giungla e gli orango si avvicinano per cibarsi e penzolando dagli alberi si esibiscono nelle più svariate pose, quasi come se provassero piacere a farsi fotografare. Unica nota dolente la presenza di una marea di turisti, tutti ammassati alla ricerca dello scatto perfetto, noi compresi, lo ammetto.

Un’esperienza simile, ma ancora più emozionante, l’avevamo già fatta l’anno scorso, quando navigando lungo il fiume Sekonyer, nel Kalimantan, Borneo Indonesiano, avevamo potuto osservare gli orango molto più da vicino e i turisti erano pochissimi.

Proseguiamo quindi per il Labuk Bay Proboscis Monkey Sanctuary; qui potremo ammirare le scimmie nasiche, specie endemica del Borneo. Sono davvero buffe, con un lungo nasone rosso, si avvicinano molto a noi turisti, vengono addirittura in mezzo a noi, troppo vicine, tanto che ci spaventiamo a vicenda, noi turisti iniziamo ad urlare, le scimmie idem e tutto si conclude in un fuggi fuggi generale!

L’ultima escursione che ci rimane da fare è quella sul Kinabatanan river; partiamo sempre dallo Sheraton, questa volta il tragitto in macchina è piuttosto lungo.

La navigazione su questo fiume può durare anche diverse ore, soprattutto se si vogliono vedere gli elefanti pigmei, in questo caso ci si deve addentrare nella giungla e ci vuole tempo; alcuni turisti decidono di pernottare sulle rive del fiume dove si trovano lodges molto caratteristici. Purtroppo noi abbiamo a disposizione solo un paio d’ore di navigazione e quindi niente elefanti. E’ comunque molto bello il paesaggio che ci circonda, il verde acceso della giungla contrasta con il marrone dell’acqua del fiume, lungo il quale qua e là ci sono piccoli villaggetti di pescatori con le loro capanne di legno, vivono nella quiete di questo luogo e non sembrano troppo indaffarati, se ne stanno seduti sulle palafitte ad osservare noi turisti. Avvistiamo un coccodrillo, scimmie nasiche e tanti uccelli hornbills dai becchi colorati. Abbiamo un ultimo giorno a disposizione e lo dedichiamo alla visita della città.

Ogni città asiatica ha il suo mercato, food market, fish market, Sunday market, e Sandakan ha il suo Central market; non ci stufiamo mai di visitare i mercati locali, perché sono l’aspetto più tipico di questi luoghi.

Anche qui le bancarelle si susseguono, prima quelle che vendono il pesce fresco e essiccato, poi frutta, verdura, carne. Gli odori sono molto forti e l’igiene è inesistente, le mosche si posano continuamente sulla carne che viene lasciata sui banconi senza ghiaccio. Naturalmente in ogni mercato c’è la possibilità di mangiare, tavoloni e sedie sempre pronti, come se ci fosse ogni giorno una sagra di paese.

Ci rimane da visitare il tempio buddista di Puu Jih Shih che domina dall’alto la baia di Sandakan, molto bello davvero; c’è una tale atmosfera rilassata che non andremmo più via.

Null’altro da vedere in questa cittadina del Borneo, anche i ristoranti per i turisti sono praticamente inesistenti (a parte quello dello Sheraton), le uniche due alternative sono il Sim Sim Restoran e l’Ocean King che servono pesce fresco con gli inseparabili riso in bianco-spinaci bolliti-calamari fritti-anguria che ormai mangiamo da giorni a pranzo e cena. Da provare, molto caratteristici, ma la mancanza di carboidrati comincia a farsi sentire e l’ultima sera ho quasi una crisi di nervi quando ci ritroviamo in un terzo ristorante, cinese, senza menù, solo marmitta mongola in cui intingere e cuocere pezzi di pollo e di altri cibi non classificabili che, viste le mosche, dovevano essere fuori dal frigo da diverse ore.

E’ proprio giunto il momento di riposarci e rifocillarci su qualche isola da sogno e così volo Malaysia Airlines per Tawau e taxi fino a Semporna, direzione Pom Pom Island!

16 – 21 agosto: Pom Pom island – Pom Pom Island Resort

Nel tragitto da Tawau a Semporna ciò che più colpisce sono le immense distese di palme da olio che hanno rimpiazzato vasti ettari di giungla. E’ triste pensare che molti animali che la abitano, come gli orango tango e le scimmie nasiche, presto rimarranno senza una casa.

Da Semporna prendiamo la barca che in 40 minuti ci porta a Pom Pom, incantevole isola circondata da una spiaggia bianchissima e da una laguna azzurra dove riposano le stelle marine e pascolano le tartarughe.

Il nostro soggiorno al Pom Pom Island Resort (www.pompomisland.com) è stato assolutamente perfetto, non potevamo sperare in un luogo più paradisiaco, sotto tutti i punti di vista.

I bungalows tutti in legno sono puliti e accoglienti, i più belli sono fronte mare, gli altri all’interno del giardino, ma comunque a pochi passi dalla spiaggia; ci sono anche 4 water villas in cima al pontile.

Il ristorante è il luogo di ritrovo, con annessa zona relax con wi-fi. Il buffet internazionale è ottimo, molta varietà, dolci sempre a disposizione anche durante il giorno.

Il punto forte dell’isola è la spiaggia bianca che la circonda, in mezzora si fa tutto il giro; nella parte posteriore, la spiaggia diventa più selvaggia e le tartarughe vanno a deporre le uova durante la notte.

In quel tratto di spiaggia c’è un’altra struttura, il Tracc, centro di conservazione marina che si avvale dell’aiuto di volontari e visitatori per ricostruire e proteggere la barriera corallina; dispone di bungalows più spartani rispetto a quelli del Pom Pom Island Resort, ma è sicuramente un’alternativa molto interessante.

Abbiamo apprezzato moltissimo la presenza di un biologo marino, nonché direttore della struttura, sempre disponibile nello spiegarci la vita delle creature marine e le abitudini delle tartarughe, le cui uova, su quest’isola, vengono raccolte e messe in una sorta di nursery al riparo dai predatori; una sera abbiamo assistito alla liberazione di 66 tartarughine appena nate, è stata un’esperienza unica e indimenticabile.

Le nostre giornate sono trascorse nel relax più totale, tra un bagno nelle calde acque della laguna, ore di sole sull’incantevole spiaggia, passeggiate al tramonto intorno all’isola e naturalmente immersioni!

Il diving è gestito da una coppia di italiani, abbiamo fatto 4 immersioni in siti intorno all’isola, in quella zona la barriera corallina non cade giù a strapiombo, ma presenta comunque degli scorci molto belli, presenti tutti i colorati pesci tropicali, nemo, chirurgo, farfalla, trombetta, pipistrello, pietra, coccodrillo, nudibranchi dai mille colori, serpenti di mare, razze, murene e le tartarughe giganti onnipresenti in ogni immersione.

Lo snorkeling sull’house reef è discreto, la barriera corallina è profonda e di conseguenza dall’alto non si vede granchè, ma se ci si accontenta di esplorare i banchi di corallo a pochi metri da riva qualcosa si vede e poi, si può sempre sperare di incontrare una tartaruga di passaggio.

Andare a Sipadan dal Pom Pom è possibile, ma bisogna prenotare l’ingresso con largo anticipo, noi comunque ci andremo dal Kapalai nei prossimi giorni.

Il tempo trascorre in fretta purtroppo ed è giunto il momento di spostarci nuovamente.

Con grande malinconia lasciamo quest’isola gioiello e mentre la barca prende il largo invidiamo tremendamente chi rimane, chi ha deciso di viverci e chi se la può godere tutti i giorni.

21 agosto – Semporna

Prima di spostarci al Kapalai Dive Resort, trascorriamo una notte a Semporna; questo paesino è purtroppo sporco e caratterizzato dell’odore di immondizia, che viene lasciata accatastata in ogni angolo con noncuranza.

Se ci si vuole immergere a Sipadan e risparmiare, si può scegliere di soggiornare a Semporna invece che in uno dei lussuosi resorts sulle isole del mar di Celebes; sono disponibili alcune budget accomodations, il migliore è lo Scuba Junkie Dive Lodge con annesso il suo centro diving, dove abbiamo cenato e che ci ha fatto una buona impressione.

Noi abbiamo invece pernottato al Sipadan Inn hotel, economico, molto spartano, ma tutto sommato abbastanza pulito, almeno in apparenza, topi a parte che hanno scorazzato tutta la notte nel controsoffitto rendendo il nostro sonno alquanto disturbato.

A Semporna non c’è nulla da fare né da vedere, è un porto base di partenza per tutte le isole circostanti o sede degli uffici dei vari diving/resorts.

22 – 26 agosto – Sipadan Kapalai Dive Resort

Il Kapalai (www.sipadan-kapalai.com) è situato a 40 minuti di barca da Semporna; il suo indirizzo è: Ligitan Reef, infatti questa stupenda struttura non è costruita su di un’isola bensì letteralmente in mezzo al mare, su di una secca.

I bungalows, il ristorante, il diving e gli appartamenti dello staff sono costruiti su palafitte collegate da pontili e questo rende già di per sé unica l’esperienza di soggiornarci.

Il livello di questo resort è alto e le camere sono molto curate, ampie e con ogni comfort; benché ci si trovi sospesi sul mare, non si sente la mancanza di un’isola d’appoggio, all’interno della laguna l’acqua è bassa e si può nuotare e fare snorkeling, all’esterno è vietato per motivi di sicurezza.

La spiaggia è inesistente, tranne quando con la bassa marea emergono alcuni banchi di sabbia, ma su di una piattaforma protesa sul mare hanno ricostruito una spiaggetta artificiale e ci sono altre zone molto particolari sempre collegate dai vari pontili, come la zona tramonto con le amache, il lungo pontile “green” per chi vuole fare jogging, il centro diving con zona solarium, il ristorante completamente aperto sui lati e la zona relax con divanoni e wi-fi, non manca proprio nulla in questo piccolo mondo a sé nel mar di Celebes.

La clientela del resort è prettamente cinese e questo ci ho stupito molto, in quanto si tratta di un dive resort e la quasi totalità delle attività è orientata al diving…i cinesi mettono il giubbetto salvagente anche solo per fare il bagno, di certo non fanno immersioni; e infatti passavano le loro giornate a mollo nella laguna a fissare qualche pesce di passaggio, a spaventare le tartarughe e a fare foto in posa.

Ma veniamo al vero motivo per cui si spende una cifra considerevole per venire fin quaggiù: SIPADAN.

Sipadan è uno dei siti di immersione più belli al mondo, definito da J. Costeau “Un’opera d’arte irripetibile e intatta”; gli ingressi giornalieri sono limitati a 120 subacquei e i vari resorts della zona devono acquistare i permessi con molto anticipo.

Noi con i nostri 5 giorni di soggiorno, abbiamo avuto diritto ad un solo ingresso incluso nel nostro pacchetto, volendo ritornare una seconda volta avremmo dovuto pagare una cifra sui 150 € a persona.

La giornata a Sipadan la ricorderemo per sempre: abbiamo fatto le immersioni più belle in assoluto.

L’isola è disabitata, c’è solo un presidio militare, e ci sono dei ripari sotto ai quali i vari diving allestiscono colazione e pranzo; la barriera corallina è a pochi metri da riva e il drop off sprofonda vertiginosamente negli abissi. Già a pochi metri di profondità abbiamo visto tutto ciò che desideravamo vedere: un banco numerosissimo di bumphead parrot fishes, barracuda, carangidi che creavano vortici spettacolari, tante di quelle tartarughe da non stupirci nemmeno più e finalmente gli squali! Pinnetta bianca di barriera che pattugliavano il reef e nel blu un paio di grigi belli panciuti. L’emozione di nuotare in mezzo a tanta abbondanza è indescrivibile.

Le immersioni fatte a Sipadan sono senza dubbio abbastanza impegnative a causa della corrente anche molto forte in alcuni punti, incredibile pensare che noi sub dovevamo ancorarci alla barriera con gli uncini per non essere trascinati via e invece i barracuda stavano immobili senza alcuno sforzo in mezzo alla corrente.

Gli altri giorni le immersioni vengono fatte nei vari siti intorno a Kapalai, come Mabul o Siamil, incantevole isola dall’acqua verde smeraldo; sempre tanto da vedere, ma dopo l’esperienza di Sipadan non ci si accontenta più facilmente.

Il mattino stavamo sotto’acqua, il pomeriggio relax sul balconcino vista infinito: le tartarughe vivono nella laguna del Kapalai e verso il tramonto vengono a brucare il grass sotto ai bungalows e dal letto si sentiva il rumore delle loro boccucce che uscivano dall’acqua per prendere fiato, le vedevamo ogni giorno ed eravamo davvero felici di poter assistere a questo spettacolo della natura.

Venire via dal Kapalai, come dal Pom Pom, è stato triste, perché quando si vive per giorni a stretto contatto con una natura così prorompente, è poi difficile tornare alla monotona routine.

La Malesia ci rimarrà nel cuore, ci siamo già tornati 2 volte e ci ritorneremo ancora. Conosciamo ormai bene il Sud-Est Asiatico, ogni anno ci riproponiamo di cambiare meta, di vedere posti nuovi, ma immancabilmente ritorniamo sempre, che sia Thailandia, Malesia, Indonesia, questi paesi sono così ospitali, la natura ancora incontaminata e le barriere coralline le più belle e colorate al mondo; ora ci attende il lungo inverno, ma la prossima estate arriverà presto e noi potremo ripartire ed esplorare ancora questi luoghi magici.

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Tartaruga a Sipadan



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