A Bologna il portico è uno stile di vita

I miei consigli di viaggio per (ri)scoprire la dotta, grassa e rossa Bologna
Silvia, 17 Dic 2015
a bologna il portico è uno stile di vita
Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, diceva Lucio Dalla. Date le dimensioni abbastanza contenute dello spazio dentro le mura, potrebbe anche essere vero, se non fosse che i portici sembrano sempre tutti uguali a chi arriva in città per la prima volta… Parliamo di 38 km di portici solo nel centro storico, facile sentirsi un po’ confusi! È la presenza dell’Università più antica d’Europa ad aver implicato questa particolare conformazione urbanistica: nel tardo Medioevo già c’era bisogno di trovare spazio alla gran quantità di studenti in arrivo, la soluzione fu allargarsi espandendo i piani superiori delle case verso la strada. Il portico è uno stile di vita: punto di incontro tra pubblico e privato, spazio di socializzazione e, soprattutto, trovata provvidenziale per starsene in giro tranquilli anche quando piove. A dimostrazione del fatto che no, i portici non sono tutti uguali, il mio preferito è quello di Strada Maggiore, dalle Due Torri verso i viali, in particolare all’altezza della Basilica di Santa Maria dei Servi, dove in dicembre viene allestito uno dei mercatini natalizi storici: Santa Lucia. È un portico ampio, dagli archi armoniosi e simmetrici, la Chiesa poi è tra le più belle in città. Una volta mi è capitato di ascoltare al suo interno un concerto di musica classica, una delle esperienze più mistiche che ricordi!

La vostra visita del centro storico inizierà ovviamente da Piazza Maggiore, con San Petronio recentemente restaurata e il mitico crescentone, lo spazio sopraelevato di pietre da non calpestare se siete in attesa di laurearvi (e siete un po’ superstiziosi). Amo molto il non finito della facciata di San Petronio, è affascinante il contrasto architettonico tra la parte inferiore ricoperta di marmo e quella superiore rimasta grezza. Pare che i lavori siano stati interrotti per evitare che la chiesa diventasse più grande di San Pietro a Roma, siamo nel ‘300 e Bologna era una importante città del Papato. Possibile. Dentro San Petronio andate a cercare la famosa meridiana. Tra i palazzi storici che si affacciano sulla piazza c’è Palazzo D’Accursio che ospita la sede del Comune, le collezioni comunali d’arte e il Museo Morandi. Salite lo scalone medievale che dal cortile interno porta al primo piano facendo attenzione ai gradini, più funzionali al passo di asini e cavalli che a quello umano. Accanto c’è la Salaborsa, biblioteca cittadina e piazza coperta, dove potete entrare per camminare letteralmente sugli scavi villanoviani ed etruschi, su un pavimento di vetro. La fontana del Nettuno di Giambologna è uno dei simboli della città, che i bolognesi chiamano affettuosamente Il Gigante. Sempre qui il Palazzo del Podestà, visitabile dal pubblico solo in occasione di eventi che si svolgano al suo interno. Vi auguro di capitare in visita durante uno di questi appuntamenti, per ammirare il salone. Sotto al voltone del palazzo potrebbe capitarvi di vedere persone rivolte faccia al muro, apparentemente intente a parlare da sole… Questo perché la sua forma crea un particolare effetto acustico per cui il suono si propaga nitidamente agli angoli opposti. Provateci, funziona anche se sussurrate. Si affaccia su Piazza Maggiore al civico numero 1 anche l’ufficio del turismo, molto utile e accogliente, frequentato anche dagli stessi bolognesi per informarsi sugli eventi in città. Entrateci per chiedere consigli su itinerari e visite, oppure semplicemente per procuravi una mappa. Già da casa potete iniziare a organizzare il vostro viaggio sul sito di Bologna Welcome.

Un tesoro nascosto a due passi da Piazza Maggiore è il Santuario di Santa Maria della Vita, in via Clavature, dove entrando subito sulla destra trovate il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, una delle opere scultoree in terracotta più importanti del ‘400.

Potete poi decidere di salire sulla Torre degli Asinelli (sulla Garisenda, quella storta, ovviamente non si può). La salita è un po’ faticosa e pittoresca, in alcuni punti le scale si stringono e se soffrite di vertigini forse non è consigliabile, ma dalla cima si può cogliere una delle caratteristiche più affascinanti di Bologna: i giardini interni, nascosti alla vista nei cortili protetti dai portici, macchie di verde intenso tra il rosso dei tetti. Quello a cui sono più legata è dentro a Palazzo Hercolani in Strada Maggiore, nella Facoltà di Scienze Politiche, dove gli studenti hanno la fortuna di andare a studiare.

Non andate via senza aver visto Piazza Santo Stefano, è il posto più incredibile della città e non per caso è qui che si affaccia la redazione di Turisti per Caso! Ogni mattina prima di entrare e accendere il computer mi fermo un minuto a guardare la meraviglia del complesso delle Sette Chiese, che sono appunto sette edifici uno incastrato nell’altro, qualcosa di unico al mondo dal punto di vista architettonico. Ogni secondo sabato del mese sulla piazza c’è il mercatino dell’antiquariato.

La zona universitaria sostanzialmente gravita attorno a Via Zamboni, dove vale la pena visitare Palazzo Poggi con l’aula che fu di Giosuè Carducci (e del suo successore un po’ sfortunato Giovanni Pascoli) e i Musei Universitari con la sala delle antiche mappe geografiche e la collezione un po’ inquietante delle cere anatomiche. Qui vicino anche la Pinacoteca Nazionale, in via Belle Arti, dove trovate molte opere dei fratelli Carracci e di Guido Reni. A tema università è imprescindibile anche la visita della sua antica sede, il palazzo dell’Archiginnasio, con il teatro anatomico del ‘600 e la biblioteca. Ma anche l’Aula Magna di Santa Lucia, in via Castiglione. Bologna vanta anche una delle più importanti cineteche d’Europa, nota ad esempio per aver restaurato tutta l’opera di Charlie Chaplin. La cineteca organizza spesso eventi e rassegne, il suo cinema – il Lumière – ha una programmazione di film rigorosamente in lingua originale e nella piazzetta antistante si tiene ogni settimana il Mercato della Terra, con i produttori a km zero.

Quanto ai musei, ce ne sono altri due che vale la pena visitare se avete tempo: il MamBO, il museo di arte moderna in via Don Minzoni, e il recentissimo Museo della Storia di Bologna, che ripercorre storia, cultura e trasformazioni della città, a Palazzo Pepoli in via Castiglione. Non tutti sanno che la cattedrale della città non è San Petronio, ma San Pietro su via Indipendenza. Meritano una visita anche la Basilica di San Domenico con il suo coro ligneo monumentale, la Basilica di San Francesco con le Arche funebri della famiglia Accursio e San Giovanni in Monte.

I colli e il significato che hanno per i bolognesi meriterebbero un lungo itinerario a parte, che passi ad esempio dal convento dell’Osservanza, uno dei punti più panoramici della città. Mi limiterò a citare il Colle della Guardia, dove svetta il santuario della Madonna di San Luca, raggiungibile percorrendo una strada porticata molto ripida che dall’Arco del Meloncello sale quasi 4 km, per un totale di 666 arcate di portico. I bolognesi raggiungono San Luca a piedi come fioretto propiziatorio, io però vi consiglio di prendere il trenino San Luca Express.

Bere e mangiare

Se c’è una cosa facile a Bologna è trovare posti buoni dove fermarvi a bere e mangiare. Potrei anche suggerirvi di sperimentare, tanto difficilmente vi andrà male. Le trappole per turisti sono poche, vi basterà tenere a mente che gli spaghetti alla bolognese non esistono e che la parola chiave, semmai, è ragù. Vediamo quindi cosa ordinare, anche se i piatti della cucina tradizionale bolognese non hanno bisogno di molte presentazioni: i tortellini vanno mangiati rigorosamente in brodo, pena la disapprovazione generale; i tortelloni si distinguono “dai cugini” perché sono grandi, asciutti e ripieni di ricotta e spinaci invece che di carne; le tagliatelle sono più buone leggermente spesse e dalla superficie ruvida; le lasagne devono avere tanti strati, ma restare belle compatte al taglio. Una tipicità poco conosciuta è la Zuppa Imperiale, una minestra in brodo particolarmente adatta quando fa freddo, a cui però io continuo a preferire i passatelli. La cotoletta alla bolognese si chiama petroniana, viene ripassata nel brodo e coperta da uno strato di prosciutto e formaggio, difficilmente si riesce a mangiarne una intera da soli. Provate anche il friggione e le crescentine, altrove conosciute come gnocco fritto. Un avvertimento: se ordinate un fritto misto alla bolognese, tra le varie verdure in pastella potreste trovare anche dei cubetti di crema fritta. Un po’ destabilizzante, sì, ma usa così. Quanto ai dolci vi consiglio di assaggiare la torta di riso, che va mangiata con le mani anche se vi lascerà le dita appiccicose.

Dove andare? I nomi dei ristoranti più famosi li sentirete spesso, sono quelli che Google suggerisce per primi, ad esempio ricorre Da Vito, l’osteria degli artisti di via Musolesi. In questa sede però ho pensato di darvi consigli un po’ diversi, non necessariamente di cucina tradizionale, raccolti direttamente dai miei amici! Intanto Patrizio manda sempre tutti da Gianni, in via Clavature. Il mio amico Olmo consiglia lo Scacco Matto di via Broccaindosso e La Bottega di via Santa Caterina; Francesco la Trattoria di via Serra e il ristorante Sale Grosso di vicolo Facchini; Mauro suggerisce Casa Monica in via San Rocco; Alice la trattoria Serghei di via Piella e il ristorante bistrot Zenzero di via Fratelli Rosselli; Eleonora Il Cannone in via Andrea Costa, dove dovete assaggiare la loro Tenerina, una variante speciale della ricetta originale nata pare da un errore di esecuzione. Se vi piace Cesare Cremonini andate all’Osteria della Tigre, in via Orfeo, è sua e ogni tanto capita di incontrarlo. Come scegliere, direte voi? Il consiglio è scegliere in base a dove vi trovate, anzi a dove… trovate un tavolo! Prenotare è d’obbligo dappertutto, specialmente nel weekend. Una mano a decidere possono darvela anche i blog A pranzo con Bea e BolognaFood.it.

Siete in giro e volete fare un pranzo veloce? Cercate i negozietti delle sfogline, dove oltre a comprare pasta fresca fatta a mano, potete assaggiare sul posto un piatto di tortellini o tortelloni come si deve. Ce ne sono diversi, di solito un po’ nascosti, vi consiglio Uova e Farina dentro Corte Isolani e Pasta Fresca Naldi in via del Pratello. Per un piatto di tagliatelle al ragù veloce e dignitoso c’è anche l’Osteria dell’Orsa in via Mentana. Se proprio avete voglia di un hamburger nonostante vi troviate nella capitale dei carboidrati, che almeno sia quello gourmet di WellDone in via Caprarie! Provate il bolognese, con polpettone di mortadella e Parmigiano Reggiano (certo, leggero non è). Quanto agli street food emiliano-romagnoli per eccellenza, trovate ottime tigelle da Borgo979 in via Goito e ottime piadine dal Vecchio Mulino in via Rialto e da La tua Piadina in via Borgonuovo, dove potete scegliere anche fra diversi tipi di impasto. Già che ci siamo, il gelato prendetelo alla Funivia di piazza Cavour (dove dovreste provare il gusto Alice, mascarpone con cioccolato fuso sul fondo della cialda), alla Sorbetteria Castiglione nella via omonima o al Gelatauro di via San Vitale. Non fatevi intimorire dalle code, inevitabili, ma scorrevoli. La merenda fatela da Zoo in Strada Maggiore, o alla Pasticceria Santo Stefano. Un’istituzione bolognese è la pizzetta al taglio di Altero che trovate nelle vie Ugo Bassi, Indipendenza e Caprarie, ma è molto buona anche quella gourmet di ‘O Fiore Mio in Piazza Malpighi. Il caffè prendetelo da Terzi in via Oberdan, oppure se siete fan di Vasco Rossi anche al Roxy Bar vicino alle Due Torri (sì, è quello della canzone, anche se nel frattempo ha cambiato gestione diverse volte). Per il brunch domenicale provate il Red Brick in via Frassinago.

Aperitivi e serate

Un conto è sedersi a cenare, un altro conto è consumare il rito dell’aperitivo e, a seguire, fare serata. Al momento, due sono le zone ideali in centro città per l’aperitivo: quella del Mercato di Mezzo e quella del Mercato delle Erbe. Con zona del Mercato di Mezzo intendo via Pescherie Vecchie e vicoletti annessi, nel cosiddetto Quadrilatero a due passi dalle Due Torri, che brulicano di locali e di gente dal tardo pomeriggio fino a notte. Il luogo simbolo rimane l’Osteria del Sole di via dei Ranocchi, dove storicamente tiravano tardi Lucio Dalla, Francesco Guccini e tutta la compagnia degli artisti bolognesi. Sempre pienissima, con un capannello di gente ammassata anche fuori, è possibile volendo riservare un tavolo. Qui si ordina solo da bere, ma è ammesso portare qualsiasi cibo dall’esterno, magari approfittando dei banchi del mercato finché sono aperti. Per sentirvi veramente bolognesi date appuntamento a qualcuno dicendogli “Ci vediamo per un bianchino al Sole”. Intorno ci sono molti altri locali caratteristici: lo Zerocinquantino e lo Zerocinquantello per un calice di vino e un tagliere di affettati misti, la Pescheria del Pavaglione per un Apery Fish di pesce fresco, oppure dentro al Mercato di Mezzo ordinate le polpette di RoManzo e la birra artigianale di Baladin.

Il Mercato delle Erbe è l’altro mercato coperto del centro, si accede da tre lati su quattro, ma l’accesso da via Belvedere , il retro, è quello più animato. In estate, finché regge la stagione, la strada è tutta un tavolino imbandito e probabilmente vi ritroverete seduti sui gradini dell’ingresso in attesa che si liberi qualche posto. Senza nemmeno entrare al mercato, già avete l’imbarazzo della scelta su dove ordinare da bere e da mangiare: vi consiglio il Pastis, chiedete di Rocco per farvi consigliare il vino giusto, oppure la Pescheria San Gervasio per spizzicare stile tapas. Dentro al mercato trovate uno dei miei posti preferiti in città: Altro?, che si chiama proprio così, punto interrogativo compreso, come la formula tipica con cui i negozianti bolognesi si rivolgono ai clienti. Qui gli antichi negozi di alimentari del mercato sono stati rinnovati e trasformati in diversi corner per ordinare da bere e da mangiare: c’è il bar, il chiosco vegetariano, la pizzeria al taglio col forno a legna, il salumiere, il ristorante vero e proprio. Il tutto in uno spazio conviviale molto curato e piacevole, dove sedersi condividendo il tavolo con gli altri astanti, non necessariamente conosciuti. Dentro al mercato coperto c’è anche Banco32, la pescheria che fa da ristorante di street fish food, e il mitico Maichan, Dim Sum dove assaggiare squisiti ravioli cinesi preparati in un laboratorio di sfogline bolognesi (sembra uno scherzo, ma non lo è).

Quanto alle serate, vi consiglio tre diverse zone del centro: la mia preferita è l’antico Ghetto Ebraico, il reticolo di vicoli che si dipana a destra delle Due Torri, spalle al muro. Di giorno è una passeggiata interessante, con i suoi portici stretti e intricati e ancora molte botteghe artigiane dove fare un po’ di shopping di qualità. Di sera è suggestivo e molto frequentato, in particolare fermatevi al Camera Sud in via Valdonica, oppure uscendo un po’ dal ghetto vero e proprio al Marsalino di via Marsala e al Gessetto di via Oberdan, li riconoscerete per la gran quantità di gente sia fuori che dentro. Un’altra via di locali particolari con una forte identità è via Mascarella, in zona universitaria, dove potreste ad esempio sedervi e ordinare un calice tra i libri della libreria Modo Infoshop, oppure al garden wine bar L’Ortica. Se volete vedere un posto unico nel suo genere andate a Le Stanze, in via Borgo San Pietro: non capita tutti i giorni di uscire la sera e trovarsi nell’ex cappella di una famiglia nobiliare, circondati da affreschi del Settecento, su pareti altissime. Un’atmosfera difficile da descrivere.

Non posso che concludere questo excursus sulla vita notturna in città con via del Pratello, nel quartiere Saragozza. Un tempo rione popolare di fama dubbia, negli anni ’60 e ’70 fulcro di movimenti culturali e politici, Il Pratello è sicuramente il posto più vivo e amato dai bolognesi. Qui negli anni ’80 è nato il Circolo di Cultura Cesare Pavese, luogo di grande sperimentazione artistica, dove hanno mosso i primi passi anche Syusy e Patrizio con il mitico Gran Pavese Varietà. Oggi in via del Pratello trovate una lunga strada di locali dove fermarvi: tra gli altri il Barazzo, il Mutenye, l’osteria sarda del Montesino, il Cantinone, il Rovescio.

Informazioni pratiche

Dove prenotare l’albergo? Qualsiasi punto scegliate dentro le mura del centro storico è strategico, in questo modo potrete sempre muovervi a piedi di giorno e di sera, o al limite con poche fermate di autobus. La stazione centrale vi lascia già ai margini della cosiddetta T, ovvero le strade Indipendenza, Rizzoli e Ugo Bassi che costituiscono il nucleo del centro. Muoversi in auto è complicato, districarsi tra le zone a traffico limitato è difficile anche per i bolognesi, lasciate stare. Se proprio dovete, ricordatevi di acquistare in edicola o dal tabaccaio il permesso giornaliero per entrare in centro. L’aeroporto Marconi non è lontano dalla città, raggiungibile comodamente anche con l’autobus BLQ che fa i biglietti anche a bordo.

Le vie dello shopping sono via Indipendenza (più cheap) e via Farini (più posh); il mercato cittadino, la Piazzola, è al venerdì e al sabato in piazza VIII Agosto. I migliori souvenir sono sempre quelli alimentari: portate a casa qualche prodotto tipico, tenendo presente che paradossalmente nessuno vi capirà se chiamate la mortadella Bologna.

PS Grazie a Massimiliano Sitta per la foto di copertina!