Diario di una passeggiata “slow”

Syusy e Patrizio guide-per-caso sui colli bolognesi per il Green Social Festival
Turisti Per Caso.it, 10 Mag 2012
diario di una passeggiata slow
Infine eccoci… dopo tante attese, qualche piccola ansia, preparativi.. sono passate le giornate del Green Social Festival e del nostro percorso che abbiamo intitolato Turisti (non) per Caso per i colli Bolognesi.

Perché questo titolo? TURISTI già si sa, siamo noi e questa volta la nostra meta di turismo è proprio qui, a casa (NON) per caso! Abbiamo voluto giocare su questo nostro tema e non a caso abbiamo scelto questo percorso. Un percorso che oggi sembra quasi “abbandonato”, ma che le nostre nonne e zie facevano spesso, avviandosi per gli antichi sentieri (come quello dei Bregoli), o utilizzando la Funivia… come? Ah, non lo sapevate? A Bologna una volta c’era la Funivia che portava bolognesi e pellegrini al Santuario di San Luca… e chi sa che non torni.

I Colli Bolognesi, già in passato resi famosi. Perché la collina? Perché è la più grande area verde di cui la città potrebbe usufruire; perché nonostante siano stati protetti dalla cementificazione e dagli abusi edilizi, non appartengono più (o in minima parte) alle mete dei bolognesi; perché dal cuore città occorre poco più di un quarto d’ora per ritrovarsi in mezzo ad una natura rigogliosa… Infine, perché le terre della collina avrebbero una vocazione agricola da riscoprire e rilanciare!

E se questi nostri argomenti vi sembreranno interessanti, fatevi sentire… La nostra idea è che questo tour di pochi giorni diventi un appuntamento fisso, un’occasione di visita da ripetere.

Il diario delle giornate Green

In principio furono le giornate del 2 e 3 maggio: appuntamento con i ragazzi delle scuole, una scuola media di Cesena ed una scuola elementare di Crespellano. A parte un po’ di apprensione iniziale per la responsabilità verso i ragazzi, le giornate sono trascorse lisce e divertenti, con tanto di richiesta di ripetere questa esperienza almeno una volta all’anno per le scuole! Chissà…

Ecco invece un piccolo “diario” dettagliato della giornata del 5 maggio! (Qui il set con tutte le foto delle tre giornate su Flickr)

Giornata di sole e nuvole, alle 9:30 emozionatissimi –perché ogni viaggio è come il primo– eccoci al nostro appuntamento al Cassero di Porta Saragozza per visitare il Museo della Beata Vergine di San Luca. Aperto nel 2002, il museo ospita la raccolta storico-didattica il cui filo conduttore è rappresentato dal culto dell’immagine della Madonna, venerata sul colle di San Luca dalla fine del XII secolo. La storia di tale culto è ripercorsa grazie a stampe, cartoline, santini, opuscoli e altri oggetti, a fianco di alcune opere d’arte di proprietà del Santuario di San Luca e ad alcuni documenti riguardanti la vecchia funivia che risaliva sino al Colle della Guardia. Il museo è piccolo, ma ci accoglie tutti. I nostri ospiti oltre ai documenti storici non possono perdersi il video di Syusy sui Misteri di San Luca e i nostri curiosi racconti.

Ma presto che è tardi eccoci alle 10:30 pronti, con l’entusiasmo dei bambini, per salire sul trenino! Certamente a Bologna c’è un trenino -casualmente rosso-blu!- il San Luca Express che accompagna i turisti dal centro città al Santuario di San Luca. Qesta è la nostra seconda tappa e qui arriviamo dopo un bellissimo percorso sinuoso, costeggiando tutti i portici che oggi proteggono i bolognesi e che furono costruiti per riparare la Vergine nelle sue visite dal Santuario alla città.

Raggiunto il colle, dopo la visita al santuario ci prepariamo per un percorso a piedi che ci porterà alla nostra tappa successiva: l’apiario didattico della Società Agricola I Tigli! Il percorso bellissimo da San Luca e verso Casaglia ci vede un po’ in apprensione. Purtroppo infatti per i pedoni non è rimasto molto spazio e camminare spensierati e in sicurezza non è possibile. Ecco perché il nostro corteo è preceduto e chiuso da auto corredate di palette segnaletiche rosse e suscitiamo subito tanta curiosità (un ciclista ci avvicina e chiede “voi cosa siete?” Ma come, siamo TURISTI!). Alla fine della nostra camminata veniamo accolti all’apiario con una piccola merenda ristoratrice a base di ricotta genuina, miele di casa ed i pani preparati per noi dalla cooperativa biodinamica dell’OrTalon, impastati con le farine prodotte dalla cooperativa con i semi di grani antichi coltivati nel parco. Bruni alla vista, fragranti all’olfatto, mentre li degustiamo ascoltiamo con grande interesse la spiegazione delle attività all’interno del parco Talon forniteci da Simona Ventura di Agrisophia (si proprio lei, ma questa è la Simona della collina, non quella dell’isola..!) e dall’assessore all’ambiente del comune di Casalecchio di Reno, Beatrice Grasselli, che annuncia l’imminente apertura del nuovo centro di documentazione del parco e del programma di condivisione e promozione della collina bolognese che si lega al Parco della Chiusa (già Parco Talon). Dopo questa fantastica merenda e tanti argomenti interessanti, ci attende la vista delle api e del loro mondo incantato, quasi incredibile! Alfonso Ropa, proprietario di casa, ci svela alcuni segreti delle api… chissà se glieli avranno sussurrati loro stesse all’orecchio, con quel distintivo bzzzz bzzzz che pare abbia anche potere curativo… e che, rivela Syusy, forniva il riferimento per gli accordi di Mozart!

Ma partiamo ora alla volta della nostra meta finale: l’Orto dei Giusti. Il trenino rossoblu che per quest’oggi ci scorterà, ci aspetta e si dirige lemme e incantevole alla volta del parcheggio di Parco Cavaioni. Perché ci è tanto piaciuto questo trenino? Perché è un trenino democratico, può portare tutti: vecchi, giovani e bambini, 56 alla volta! Perché è slow e mentre cammina ti permette di cogliere tutti i particolari che vanno colti… Non ce ne vogliano pullman e auto, ma non sono i mezzi perfetti. Quindi arriviamo a Parco Cavaioni (con una lunga fila di macchine al nostro seguito..!) e raggiungiamo con un piccolo percorso nei prati la meta: l’Orto dei Giusti!

Qui ci aspettano:

  • Un orto naturale, ispirato all’orto sinergico. Stefano Peloso dell’Associazione Zoè ci spiega di cosa si tratta e ci racconta un po’ questo progetto di orto condiviso e delle modalità per ottenere un orto naturale.
  • La serra di Flò, che ogni anno indossa una veste nuova, con le bellissime ceramiche e gli oggetti dell’Atelier dei Giardini.
  • Il gazebo con i vasi della Gervaso, studiati per gli Orti Urbani, utili per comporre orti e giardini nei nostri balconi cittadini (ci dicono maneggevoli e divertenti come i Lego!).
  • La Yurta mongola (Ger) che ormai è nota e rappresenta l’Orto, il suo voler essere nomade e il suo voler essere centro di cultura, di tutte le culture…
  • La tenda Tuareg… eh sì, ci sono anche i Tuareg! La tenda dell’associazione Tekelt all’ombra della quale ci viene offerto il the, caldo e dolce, forte con i sentori di menta..

Passiamo qualche ora consumando un ottimo buffet, con il saporito couscous offerto da Tekelt, le insalate di pasta e farro biologiche offerte da Alce Nero, il pane, la focaccia e le torte casalinghe offerte dalla Antica Locanda La Canonica

Veniamo intrattenuti da A. Geri del CAI, che proprio questa mattina ha finito di aprire per noi (e per i futuri passanti) un passaggio sicuro lontano dalla strada che porta dall’Orto a Parco Cavaioni e ci racconta un po’ le problematiche (non dovute alla natura!) che si incontrano nell’apertura e tenuta dei sentieri… Poi Fabio Cerè ci racconta come ha realizzato la pavimentazione della Yurta e le caratteristiche di alcuni materiali (dai nomi esotici tipo lapillo vulcanico) che utilizza per far sì che le piante e le coltivazioni abbiano un’ottima pacciamatura naturale ed ecologica… E per i più intrepidi, giro in motorino di NP Energia, motorino elettrico! C’è anche Giuseppe Bergonzini, del Vivaio Bergonzini, che ci ha fornito 7 alberi da frutto di varietà antiche, con cui procediamo nel nostro piccolo al fenomeno “Stop talking now planting” con tanto di mano davanti alla bocca a tacitare i presenti..!

Poi tutti a Ca-Shin la bella struttura rinata e recuperata dalla Coop Le Ali. La visita guidata all’interno e all’esterno di questa costruzione è piacevole e le tecniche utilizzate illuminanti! Di particolarissimo effetto una parte alta del tetto che, ci racconta Francesca Lenzi, rischiava di non essere finito per mancanza di fondi… ma dalla creatività e dall’ingegno di Francesca ecco la soluzione: un perfetto isolamento da effettuarsi con piani di policarbonato, isolati tramite vecchi maglioni di lana recuperati da parenti ed amici, visibili e decorativi, allegri e pieni di colori! Da Ca-Shin al maneggio Cavaioni dove assistiamo alla fervente attività del sabato: Alberto e Cinzia con grande pazienza e competenza seguono i bambini con i dolci pony (ma se li fate correre… che veloci!), i grandi a lezione e ci accolgono con grande amicizia.

E così finisce questa bellissima giornata… chi c’era speriamo si sia divertito come noi, per chi non c’era… che dite: LO RIFACCIAMO?

Syusy, Patrizio (e Monica)