Tortellini mai per caso!

Un'istituzione bolognese, da non confondere con cappelletti o tortelli... fate attenzione!
Patrizio Roversi, 23 Feb 2011
tortellini mai per caso!
Narra la leggenda che un Oste emiliano abbia ospitato nella sua locanda una donna bellissima, e non abbia saputo resistere alla tentazione, la sera, di spiarla dal buco della serratura, mentre si spogliava. Restò rapito dalla bellezza del suo… ombelico. Che gli ispirò la forma di un nuovo tipo di pasta ripiena: il tortellino! Il tortellino è il simbolo e l’emblema di Bologna e, per estensione, di tutta l’Emilia (da con confondersi però col tortello, né col tortellone, né col cappelletto, né col cappellaccio e nemmeno con l’agnolino o l’agnolotto!). In bolognese tortellino si pronuncia turtlein, ma non provatevi a scimmiottare o a ripetere questa parola in dialetto: ai bolognesi non piace che gli si faccia il verso, e comunque non sarete mai convincenti. Solo un petroniano doc riesce a far rimbalzare la t sulla l e a far trillare la e e la i come un campanello. Fino a pochi anni fa, quando una nuora si presentava alla suocera per la prima volta, le guardava le dita: se erano sottili, voleva dire che la ragazza era adatta a chiudere i tortellini facendoli il più piccoli possibile, ed era ben accolta in famiglia. Nel ripieno dei tortellini c’è mortadella, lombo di maiale, prosciutto, parmigiano e uova, ma il difficile – oltre che fare la sfoglia – è appunto chiuderli. Ecco le istruzioni che dà Martino Ragusa sul Giornale del Cibo: “… la mano destra sarà rivolta con la punta delle dita verso di voi e la mano sinistra in senso opposto, con il dorso verso di voi. Saldate i due angoli con un movimento di rotazione delle mani che a questo punto vi verrà naturale. Chiudete il tortellino sull’indice della mano sinistra con una leggera pressione esercitata dall’indice destro sull’indice sinistro”.

Auguri.

Meglio andare al ristorante. Ma fate attenzione: a Bologna non è scontato mangiare dei buoni tortellini ovunque…