A tutela del diritto alla salute

Centinaia di cittadini bolognesi (compresi Syusy e Patrizio) hanno firmato un ricorso contro il Sindaco e la Giunta Comunale di Bologna a tutela del diritto alla salute e contro l'inquinamento
Turisti Per Caso.it, 12 Feb 2001
Nel mese di Dicembre 1999 un gruppo di noi residenti del Quartiere Saragozza, preoccupati dell’allarmante inquinamento e decisi a contrastare la minacciata riapertura al traffico di Via del Pratello e per difenderne la pedonalizzazione ormai più da nessuno rispettata, costituì il Comitato Al Crusél coordinato dalla sottoscritta Barbara Rinaldi. “Crusél” significa in dialetto bolognese “crocevia” e così è sempre stato chiamato dai residenti da vecchia data l’incrocio tra Via Pietralata e Via del Pratello. La mia preoccupazione sull’inquinamento era scaturita dal fatto che ho una bambina di cinque anni con continui problemi respiratori da quando aveva pochi mesi e diagnosticati dal pediatra e dagli specialisti come “normali” nei bambini che vivono nelle aree inquinate. Ma a me non sembrava normale il fatto di dovere somministrare per 8/10 volte all’anno gli antibiotici o il cortisone a mia figlia per farla stare meglio. Parlando con altri genitori e persone che la pensavano come me, ci trovammo d’accordo che occorreva fare qualcosa.

Cominciammo quindi a chiedere maggiori informazioni sullo stato dell’inquinamento a Bologna e scoprimmo che nel mese di luglio 1999 la Giunta aveva preso formalmente atto delle Valutazioni dell’aria 1998 nella città di Bologna. Questo documento era stato redatto dal Comitato Tecnico Scientifico del Comune formato da ARPA, ENEA, AUSL e UNITA’ AMBIENTE e conteneva dati già allarmanti sullo stato dell’aria respirata dai bolognesi nel 1998 (le rilevazioni del benzene sono iniziate proprio in quell’anno) ma soprattutto conteneva una serie di indicazioni che i tecnici fornivano all’Amministrazione Comunale per cercare di contenere questo grave problema. Tra queste indicazioni erano previste per citarne solo alcune: aumento delle aree pedonali, aumento delle piste ciclabili, diminuzione del traffico veicolare privato tramite varie proposte tra le quali la riduzione dei permessi di accesso al centro storico, accensione di Sirio, ecc,ecc, ecc.

A partire dal mese di ottobre 1999 la nostra Amministrazione Comunale adottò invece provvedimenti totalmente contrari a quelli indicati dai tecnici per combattere l’inquinamento e cioè: furono riaperte al traffico Piazza Aldrovandi e Via Zamboni, fu minacciata la riapertura al traffico di Via del Pratello (dal Comitato al Crusél poi scongiurata dopo una estenuante difesa), fu cancellata la pista ciclabile in via San Felice senza offrire alcuna alternativa, fu in generale liberalizzato il traffico privato e le 71.000 multe erogate in meno nel ’99 rispetto al ’98 (il 30% in meno) ne sono l’esempio più significativo (dati estratti dal PGTU di luglio u.S.). Ma il dato più grave fu che mentre Via Zamboni era stata l’unica strada del centro storico nella quale il benzene si manteneva sotto i livelli di allarme (una media di 5mcg), dopo la riapertura al traffico il benzene arrivò anche qui oltre i 10mcg.

Nel mese di febbraio 2000 la Giunta prese atto delle Valutazioni dell’aria del 1999 che riconfermavano i dati allarmanti del 1998 con un peggioramento per quanto riguardava il benzene in alcune strade del centro storico e con un dato medio di 67 mcg di POLVERI FINI nell’aria della città di Bologna, dato quindi ancora molto superiore al livello di allarme di 40 mcg. Previsto dalla Comunità Europea. A questo riguardo per l’Organizzazione Mondiale della Sanità non esiste una soglia di allarme per le POLVERI FINI considerate dannose anche alle minime concentrazioni.

La Giunta prese atto di tutto ciò ma ribadì in più occasioni che il Diritto alla Mobilità è sacrosanto.

Noi del Comitato Al Crusél, sempre più preoccupati e convinti che il solo Diritto alla Salute è primario, prendemmo contatto con altri comitati cittadini, il Comitato Piazza Verdi ed il Comitato Iperput-Santo Stefano nato anni fa grazie al coordinamento di Pietro Tagliati per la difesa della pedonalizzazione di Piazza Aldrovandi. Insieme a loro e ad altri 350 cittadini si decise che non c’era altra soluzione per la difesa del Diritto alla Salute dei cittadini bolognesi che quella di rivolgersi al Giudice Civile con la richiesta di un Provvedimento d’urgenza per violazioni da parte del Sindaco e della Giunta di Bologna del c.D- DECRETO RONCHI del Ministero dell’Ambiente dell’Aprile del ’99.

Il nostro ricorso si basa infatti su ben precise violazioni del Decreto Ronchi che fissa i limiti massimi di determinati inquinanti (per es. Benzene e polveri fini) molto nocivi per la salute, superati i quali (come è successo e continua a succedere a Bologna) i Comuni hanno l’obbligo di attuare drastiche e durature limitazioni del traffico veicolare, cosa mai avvenuta nella nostra città.

La Giunta del Comune di Bologna, pur sapendo quali erano i terrificanti dati forniti dalle centraline ha tenuto all’oscuro i cittadini per oltre sei mesi dall’agosto del 1999 al gennaio 2000, mettendone a serio rischio la salute, poi ha adottato, solo a partire da febbraio e solo perché c’era il nostro ricorso, misure talmente blande che gli stessi tecnici comunali in un verbale consegnato alla Giunta a fine gennaio 2000 le hanno definite insufficienti a proteggere la salute dei cittadini e a far rientrare l’inquinamento nei termini di legge. I dati allarmanti degli ultimi quattro mesi del 2000 testimoniano l’inutilità dei provvedimenti adottati dalla Giunta e lo stesso Assessore alla Sanità Salvioli ha dovuto ammetterne l’inefficacia. La media di concentrazioni delle Polveri Fini nel 2000 è stata purtroppo la stessa del ’99. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato (stima per difetto) che nel 1998 sono morti a causa delle sole Polveri fini ben 252 bolognesi (oltre 3.500 sono stati i morti nelle otto città italiane prese in esame) addossando all’inquinamento la ragione principale di morte dei bolognesi al di sopra dei 30 anni. Purtroppo dal 1998 l’inquinamento da Polveri fini non è calato per una mancanza totale di una vera politica sul traffico atta a combattere l’inquinamento. Non ci resta che sperare nel ricorso al giudice per tutelare la nostra Salute! Nella prima udienza del 14 Marzo 2000 il Giudice si dichiarò competente nella materia respingendo le eccezioni di illegittimità avanzate dal Comune e questo fu il primo nostro successo a conferma che lo strumento da noi scelto era valido. Dal Giudice fu poi nominato un Collegio Peritale che iniziò a lavorare il 2 maggio. Per legge dovemmo versare oltre 14 milioni a titolo di rimborso spese per i periti del Giudice. Trovammo anche noi quattro periti di fama internazionale che hanno lavorato per noi gratuitamente.

Nel mese di dicembre il Giudice, considerata la mole enorme di documenti che i suoi Periti hanno dovuto studiare ha chiesto a noi ricorrenti altri 20 milioni a titolo di rimborso spese e dovevamo versarli il più in fretta possibile.

Decisi quindi di scrivere una lettera a Patrizio Roversi e Syusy Blady per chiedere il loro aiuto. Avevo letto sui giornali alcune loro dichiarazioni preoccupate sullo stato dell’inquinamento in città ed avendo anche loro un bimba pensai che potevano condividere le nostre preoccupazioni e la nostra battaglia.

Syusy e Patrizio risposero prontamente all’appello. Grazie a loro organizzammo il 9 febbraio una bellissima serata alla sala Sirenella alla quale parteciparono anche Francesco Guccini, Vito, i Gemelli Ruggeri e Michele Serra. Altri artisti come Bergonzoni, e Freack Antoni ci diedero il loro sostegno anche se non poterono partecipare personalmente per impegni precedenti.

Organizzammo una tombola con premi offerti da varie aziende e dalla serata abbiamo ricavato circa 10 milioni diminuendo cosi enormemente il debito che abbiamo contratto con il Monte dei Paschi per poter saldare i periti. Ma l’impegno di Patrizio e Syusy ha fatto si che aumentasse la sensibilizzazione dei bolognesi sul grave problema del traffico ed inquinamento a tal punto che numerosi esponenti della cultura bolognese come Stefano Benni o l’Architetto Cervellati , il Prof. Pedrazzi, per citarne qualcuno, insieme ad altri circa 100 cittadini hanno aggiunto la loro firma al nostro ricorso.

Ora stiamo ottenendo le prime soddisfazioni. Qualche giorno fa infatti i periti del Giudice hanno depositato le conclusioni della loro perizia che E’ A NOSTRO FAVORE: sono state da loro confermate le violazioni al Decreto Ronchi da parte di questa Amministrazione, è stato confermato uno stato dell’inquinamento a rischio per la salute dei cittadini, sono stati confermati tutti i punti più importanti del nostro ricorso. Il 29 marzo ci sarà l’udienza e dopo circa 10 giorni la sentenza.

Il Procuratore Persico inoltre ha richiesto tutto l’incartamento per verificare se esiste una lesione del Diritto alla Salute dei cittadini. Se fosse riscontrata, l’Amministrazione Comunale potrebbe rischiare anche una denuncia penale.

Molti cittadini di altre città (Reggio Emilia, Napoli, Milano e Firenze) stanno seguendo la nostra vicenda con l’obiettivo di fare anche loro un ricorso come il nostro. Il problema infatti non riguarda solo la nostra città ma purtroppo molte città italiane dove Amministratori irresponsabili continuano a dare la precedenza agli interessi economici di pochi piuttosto che al diritto alla salute di molti. Ci auguriamo che la nostra iniziativa dia coraggio a molti cittadini di alzare la voce per tutelare un sacrosanto diritto che in tanti paesi europei del Nord, sicuramente più civili del nostro, è tutelato da anni non solo dalle leggi ma anche da politici coscienziosi che hanno saputo educare la cittadinanza al rispetto dell’ambiente e quindi dei propri simili.

Inutile ricordare che le catastrofi ambientali che affliggono da anni l’intero globo sono per la maggioranza causate dall’inquinamento delle città prodotto dal traffico veicolare.

Barbara Rinaldi



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