Viaggio di nozze di Anto e Luca

Viaggio di nozze in Sudamerica
Scritto da: @nto23
viaggio di nozze di anto e luca
Partenza il: 10/09/2006
Ritorno il: 29/09/2006
Viaggiatori: 2
Spesa: 3500 €
IL VERO VIAGGIO NON CONSISTE NEL VEDERE PAESAGGI NUOVI MA NELL’AVERE NUOVI OCCHI. Diario del viaggio di nozze Cile-Bolivia e Isola di Pasqua fatto a settembre 2006. Abbiamo cominciato a pianificare il viaggio un anno prima ed una volta impostato abbiamo chiesto all’agenzia viaggi di prenotare secondo le nostre richieste (il viaggio è stata la nostra “lista nozze”). Il nostro itinerario è nato studiando le guide della Lonely Planet e navigando tanto in internet (forum, siti cileni e boliviani, ecc.). Malpensa – 10 settembre 2006 Ieri, 9 settembre 2006, io e Luca ci siamo sposati. Oggi con il volo LANCHILE LA5743 delle 19:00 per Santiago del Cile via Madrid, ha avuto inizio il nostro viaggio di nozze. Santiago del Cile – 11 settembre 2006 Il nostro viaggio comincia a Santiago, dopo quasi un’intera giornata di volo. Arriviamo la mattina, e Santiago, come tutte le città del Sud America, è molto trafficata, molto rumorosa e ha tanto smog; tutto questo è inoltre mischiato, ai vecchi autobus che corrono come pazzi e alle vecchie automobili. Dopo esserci rinfrescati all’hotel Torremayor nel quartiere Providencia decidiamo di visitare la città. La visita è cominciata dal centro che abbiamo deciso di raggiungere con la metropolitana dalla fermata “Los Leones” a “Plaza de Armas”. Restiamo sbalorditi di fronte alla metropolitana che è uno spettacolo di bellezza, rapidità e precisione negli orari e nei collegamenti, in pratica collega quasi tutta la città e rende inutile l’utilizzo delle auto. La giornata è stata dedicata quindi al centro: Plaza De Armas, il cuore della città, la splendida Catedral Metropolitan, il Paseo Ahumada , Palacio de La Moneda che occupa un intero isolato, Iglesia de San Francisco, splendido esempio di architettura coloniale del XVI sec. E il Barrio Paris Londres caratterizzato da tortuose vie acciottolate da costruzioni finto medioevali. Oggi 11 settembre ricorre l’anniversario del golpe de estrado giorno in cui il generale Augusto Pinochet rovesciò il governo dell’UP e portò alla morte di Allende, per apparente suicidio, oltre alla morte di molti sostenitori. Vicino al Palacio della Moneda sono state deposte diverse corone di fiori e foto di Allende per ricordare questo triste giorno. Ci sono stati anche attimi di tensione tra i dimostranti sostenitori di Pinochet e la polizia che ci hanno indotto a spostarci velocemente dalla zona. Santiago del Cile – 12 settembre 2006 Il secondo giorno a Santiago è cominciato con una visita al “Concha y Toro”, una zona pittoresca nel quartiere Barrio Brasil per poi dirigerci al Mercato Central una struttura di ferro dell’ottocento con ristoranti dove cucinano frutti di mare appena arrivati da Valparaiso. Essendo quindi il miglior posto per mangiare pesce decidiamo di tornare per pranzo al Donde Augusto. Ci avviamo verso il Cerro Santa Lucia, una collinetta di 630 mt verde e lussureggiante in pieno centro dove si trova la Terrazza Neptuno decorata con fontane e scalinate. Nel dirigerci verso un’altra collina di Santiago, il Cerro San Cristobal, ci siamo fermati a visitare una delle case di Pablo Neruda “La Chascona” che ricorda l’aspetto di una nave e che si trova in un vicolo ai piedi del cerro. Il Cerro San Cristobal, alto 869m e sormontato da una statua della Vergine Maria, è raggiungibile anche con una funicolare, il teleferico, che noi abbiamo deciso di prendere. La funicolare ci ha portato alla Terrazza Bellavista dalla quale si può ammirare il panorama della città. Anche se il cielo non era perfettamente terso siamo riusciti a vedere le Ande. San Pedro de Atacama – 13 settembre 2006 H. 6.00 partenza per l’aeroporto per prendere il volo per Calama per poi proseguire verso San Pedro de Atacama. A San Pedro siamo arrivati in mattinata, qui passeremo 5 notti presso hotel Casa de don Tomas. Alla reception ci hanno informato che abbiamo in omaggio una bottiglia di champagne per festeggiare la nostra luna di miele. Per questo primo giorno, “nel posto più arido del mondo”, abbiamo deciso di prendercela con calma e quindi nel pomeriggio abbiamo fatto un giro di orientamento e abbiamo iniziato ad informarci, presso le varie agenzie, sulle escursioni da fare nei prossimi giorni. San Pedro de Atacama é un paesino molto piccolo, ma incredibilmente turistico, perchè da questo posto si raggiungono luoghi interessanti. La struttura del paesino é rimasta tale e quale a 200 anni fa: le strade asfaltate non esistono, é tutto sterrato e polveroso, mentre le case sono fatte di mattoni d’argilla. La prima agenzia visitata è stata la Colque tour (agenzia segnalata dalla Lonely Planet) per avere informazioni riguardo il tour in 4X4 di 4gg/3 notti in Bolivia fino al Salar de Uyuni. Il costo complessivo è di 70 dollari a testa ma, dato che vogliamo ritornare a San Pedro, occorre aggiungere altri 30 dollari a testa. La prima impressione dell’agenzia non è stata delle migliori (esteticamente parlando!), però se vogliamo andare in Bolivia non ci sono altre alternative. Con questa agenzia, per verificarne l’efficienza, abbiamo deciso di andare domani pomeriggio alla Valle della Luna. Il nostro giro per il pueblo di San Pedro, è iniziato con la visita alla Iglesia San Pedro che si trova nella Plaza de Armas, una chiesa coloniale costruita con materiali locali e artigianali: mattoni cotti al sole, legno del cactus “cardon” e al posto dei chiodi grandi strisce di cuoio. La chiesa risale al XVII ma i muri attuali furono costruiti nel 1745 e la torre campanaria è stata aggiunta nel 1890. Il nostro primo pranzo a San Pedro è stato a base di empanadas (queso- jambon e vegetariana) presso il Todo Natural. Ottime! Dopo pranzo ci siamo concessi un riposino, del resto stamattina ci siamo alzati alle 5:00 per venire qui! Prima di cena abbiamo fatto un ulteriore giro per agenzie per informarci sui tours. Abbiamo prenotato, con Desert Adventure, il tour al Salar de Atacama e Lagunas Altiplanicas per dopodomani 15 settembre e ai Geyser El Tatio y pueblos (Caspana, Lasana e Chiu Chiu) per il giorno dopo. Per cena siamo stati all’Estaka. San Pedro de Atacama – 14 settembre 2006 Anche oggi giornata tranquilla anzi “culturale”, non dobbiamo dimenticare che San Pedro è a 2440m e quindi vogliamo avere il tempo di acclimatarci! Non ci siamo persi la visita al “museo Gustavo Le Paige”. Le Paige era un prete archeologo belga che assieme agli abitanti del luogo e alla Universidad catolica del Norte di Antofagasta ha allestito uno dei musei più interessanti del sud america. Tra le varie mummie indios del Paleolitico spicca quella di un bambino sepolto in un’urna funeraria di ceramica. In questo museo vi sono anche frammenti di antichi tessuti, ceramiche, utensili, gioielli e attrezzi per preparare, ingerire e fumare piante allucinogene. All’uscita dal museo abbiamo visitato il mercato artigianale coperto che si trova in Plaza de Armas, è molto carino, peccato che i prodotti artigianali siano quasi tutti importati dalla Bolivia. Ne approfittiamo per comprarci il mate de coca che è consigliato per il mal d’altura….vedremo! In Plaza de Armas ci troviamo immersi in una marea di scolari. Non siamo riusciti a scoprire cosa festeggiassero ma sfilavano suddivisi per classe davanti al municipio ed a turno, alcuni di loro, si cimentavano in balli tipici del luogo mentre altri suonavano nella banda. Il pomeriggio prevede l’escursione alla Valle della Luna che ci ha portato a visitare la Valle della Muerte, Minas de Sal, Roca Tres Marias e la Puerta del Sol. Il posto è magnifico. Alla Puerta del Sol ci siamo fermati per ammirare il tramonto. “Per godere di una vista di stupefacenti conformazioni geologiche multicolore”, come ci segnala la Lonely, occorre camminare verso la cima di una duna, ci siamo incamminati ma il forte vento ci ha impedito di arrivare fino in cima. Siamo rientrati a San Pedro da qualche minuto, sono le ore 20.00 e abbiamo deciso di andare a farci un “lomo alla plancha con arroz” con vino rosso cileno al ristorante Adobe Cafè San Pedro de Atacama – 15 settembre 2006 La giornata prevede l’escursione al Salar de Atacama, alle Lagunas Altiplanicas e la visita ai paesini di Socaire e Toconao. Mentre ci avviamo verso il villaggio di Toconao, la guida ci parla del “tambillo” raccontandoci che il vento che arriva dal mare (est) picchia contro la cordigliera e si sposta verso il nord (vs San Pedro). Così facendo trasporta con sé sementi e terra che vanno a formare dei sedimenti dove viene piantato il tambillo il quale ha una radice talmente lunga che riesce a raggiungere l’acqua sottoterra. Prima tappa del tour è stata la Valle di Jera (1000 pesos a testa x l’ingresso) per visitare la Quebrada de Jerez un insieme di orti dove si coltiva uva, fichi, mele e varie erbe. Pare che qui l’acqua fosse talmente buona che all’inizio del XX secolo le famiglie ricche di Santiago mandavano i loro peones con muli e barili a prenderla. Visitiamo il Salar de Atacama dove si trova la Laguna Chaxa (1000 pesos a testa x l’ingresso) situata al centro del Salar. Il salar posto ad una altezza di 2500m, ha una superficie di circa 4000 kmq ed è il 3° più grande salar al mondo: il primo è quello di Uyuni in Bolivia (che speriamo di vistare nei prossimi giorni!), il secondo è negli Stati Uniti nello stato dello Utah. Se riusciamo a vedere lo Uyuni, posso dire di aver visto i primi 3 salar più grandi al mondo!!! Sulla sua superficie si può osservare una crosta di sale, generata dall’accumulo di cristalli che si formano in seguito all’evaporazione dell’acqua. Il microambiente lacustre del Salar, specialmente nella zona della laguna, genera dei microrganismi che la nostra guida ci mostra raccogliendo un po’ d’acqua in una bottiglia, che attirano numerosi fenicotteri rosa “andini”, che qui trovano l’ambiente ideale per nidificare. Siamo saliti a più di 4000m per vistare le Lagune Miniques e Miscanti; da un incrocio situato a 3 km a sud di Toconao, la Ruta 23 si dirige verso il villaggio Socaire (100 km da San Pedro), quindi si inerpica fino alla Laguna Miniques alla più piccola Laguna Miscanti un luogo andino d’alta quota dove i fenicotteri vengono a covare. Per pranzo, siamo andati nel piccolo villaggio Socaire presso la Cocineria Tuyactu dove abbiamo mangiato zuppa di verdura (per la felicità di Luca!) e del pollo con riso bianco. Dopo pranzo siamo stati a visitare (solo all’esterno in quanto chiusa!) la chiesa coloniale del villaggio, una delle due attrattive di questo posto, l’altra sono le terrazze precolombiane su pendici in lieve pendenza dove si coltivano frutta e verdura. Sulla via del ritorno abbiamo fatto tappa a Toconao un villaggio che dista 40 km da San Pedro con una chiesa l’Iglesia San Lucas del XVIII sec. Che ha la torre campanaria staccata dal resto dell’edificio. Il villaggio è famoso per la pietra vulcanica finemente tagliata con la quale fanno delle statue. Ne abbiamo infatti comprate due in un negozio artigianale locale. Il rientro a San Pedro è avvenuto verso le 20:00 e per la cena siamo andati al Milagro per un “omo alla plancia”. San Pedro de Atacama – 16 settembre 2006 Levataccia! Sveglia alle h.3:00, partenza alle h:4:00 per i Geyser El Tatio. L’escursione l’abbiamo prenotata con Desert Adventure e sono venuti a prenderci all’hotel: l’autista si chiama Roberto e la guida Javier. Siamo assieme ad altri turisti tra cui una coppia americana, anch’essa in viaggio di nozze e un giapponese che viaggia in solitario . Si dice che l’ora migliore per visitare questa distesa di geyser a 4300m siano le prime ore del mattino; noi siamo giunti verso le 7:00. L’impatto con queste fumarole di vapore con l’azzurro del cielo è indimenticabile. Speriamo di aver reso l’idea con le foto e le riprese che abbiamo fatto!!! Anche le formazioni e i colori creati dal deposito dei minerali quando l’acqua evapora sono bellissimi. Qui c’è anche una piscina termale con acqua calda da 20° ai 30° dove i temerari (noi no!) hanno fatto il bagno….purtroppo quando esci dall’acqua calda ti trovi ad una temperatura anche di -4°. Il desayuno che ci hanno offerto prevedeva anche le uove cotte nell’acqua dei geysers. L’ingresso, che si paga all’uscita, non è gratuito come segnalato dalla Lonely ma costa 3500 pesos a testa. Se non avessimo scelto il tour al El Tatio con l’opzione pueblos non avremmo mai percorso una strada che ci ha portato fino a 4850m. Nell’andare verso Caspana, attraverso 46 km di tornanti, abbiamo potuto vedere animali come la pernice, la vigogna e il viscaccia (una specie di roditore) La nostra guida Jaime ci ha raccontato la differenza tra la lana della alpaca e quella della vigogna. Una vigogna adulta può produrre meno di un chilo di lana ogni due anni, perciò questa fibra di lusso è rara e costosa mentre l’alpaca ne produce ben 4 kg, ma, mentre un paio di guanti di alpaca costano circa 2.500 pesos un paio di guanti di vigogna può costare anche 40.000 pesos. Sono state emanate leggi a tutela della vigogna in quanto è un animale in via di estinzione. Sempre lungo la strada, prima di arrivare a Caspana, ci siamo fermati a visitare una miniera di “cobre” (rame) denominata QUEBRADA CHITA. CASPANA si trova ad una altitudine di 3260m. Di origine preispanica, questo villaggio si caratterizza per le sue architetture in pietra e per i suoi tetti di paglia. Il villaggio è adagiato in una valle circondato da verdi terrazze. La Lonely dice che è una vera perla…e noi siamo d’accordo! Possima tappa Lasana e pochi chilometri prima di giungere al villaggio si incontra la LAGUNA INCA COYA. Per pranzo ci hanno portati in un posto veramente carino di fronte al PUKARA’ DE LASANA dove naturalmente ci aspettava la solita zuppa di verdura, della carne di manzo e una mela cotta. Prima di lasciare questo il pueblo siamo stati a visitare la fortezza (1000 pesos a testa per l’ingresso); in teoria sarebbe originale del XII sec. Ma la struttura è stata ricostruita; comunque è interessante! Uscendo dal paese si attraversa la gola di Lasana dove si vedono centinaia di esempi di arte rupestre, testimonianza della vita andina.

Ultima tappa di questo tour è CHIU CHIU a 2400m che vanta di avere la chiesa più antica del Cile: l’ Iglesia de San Francisco dichiarata monumento nazionale. La chiesa, costruita nel 1612, ha la pianta a forma di croce latina. I suoi muri hanno uno spessore di 1.2 metri ed il tetto ha l’armatura in legno di cactus. La facciata principale presenta due campanili in pietra costruiti nel 1965, durante un restauro, al posto di quello originale del XIX secolo che era crollato. La chiesetta è posta all’interno di un recinto murario che contiene anche delle antiche tombe. Prima di tornare a San Pedro siamo passati dall’aereoporto di Calama per lasciare alcuni nostri compagni di viaggio che prenderanno l’aereo per altre destinazioni ed al ritorno abbiamo avuto un imprevisto…….. Siamo rimasti senza benzina! Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi con la tanica di benzina ci siamo dedicati a fare delle foto un po’ strane per documentare l’accaduto…..come quella dove chiedo al mio neo-marito di sdraiarsi sulla route23 che da Calama porta a San Pedro per una foto. Mi ama proprio!!!!! Dopo poco più di un ora sono arrivati i soccorsi e al terzo tentativo il pulmino si è rimesso in moto e noi siamo potuti rientrare a San Pedro stanchi ma felici per l’esperienza vissuta. Prima di andare a cena siamo stati all’agenzia Colque Tour per prenotare il tour di 4gg in Bolivia. Ci siamo decisi visto che non abbiamo sofferto di mal d’altura a El tatio possiamo affrontare questo viaggio che ci porterà anche a 5000m di altitudine. Dove si cena? Domanda ricorrente di ogni sera. La stanchezza ci ha portato al Todo Natural per una veloce ma squisita empanadas queso e jambon. San Pedro de Atacama – 17 settembre 2006 Dato che domani partiremo per la Bolivia, oggi abbiamo deciso di affittare delle bike e di gironzolare nei dintorni di San Pedro. Girovagando siamo finiti al Pukarà de Quitor una fortezza simile a quella di Lasana vista ieri per cui abbiamo deciso di non visitarla. Visto un pukarà, visti tutti! Proseguendo siamo finiti in una zona chiamata la “Cueva del Diablo” con piccoli canyon e grotte. Per scovare questo posto c’è stata di aiuto la mappa che ci ha dato il ragazzo che ci ha affittato la bike. La voglia (mia) di fare foto ci ha portato fino a visitare il cimitero di San Pedro ed a trovare il campo sportivo, che è completamente in sabbia. Come faranno a giocare!! Pranzo a base di empanadas gigante al Cafè export. Abbiamo riconsegnato le bici alle 17:00 e ci siamo fatti un giro per San Pedro alla ricerca di un cappello di lana e di guanti che potrebbero servirci per il nostro viaggio in Bolivia. Bolivia – 18 settembre 2006 Ore 8:00 si parte per la Bolivia ma prima di lasciare San Pedro dobbiamo passare i controlli alla dogana cilena (ben 40 minuti di attesa). Terminati i controlli e con il timbro di uscita dal Cile, ci siamo diretti alla volta del confine Cile-Bolivia a Hito Cajon (15 pesos boliviani o 1500 pesos cileni) ad una altitudine di 4480m. Ad attenderci c’è la jeep Toyota 4×4 che ci porterà fino al Salar de Uyuni. Oltre all’autista Teo, ci siamo noi due più quattro brasiliani (una donna e 3 uomini). L’entrata al parco Reserva Eduardo Avaroa costa 30 pesos boliviani ed il biglietto ha una validità di quattro giorni e va conservato se si rientrerà in Cile, in mancanza si deve ripagare l’intera quota. A pochi km dal confine abbiamo fatto tappa in un rifugio sulle sponde della LAGUNA BLANCA dove abbiamo fatto colazione ed io ho avuto il mio primo impatto con i bagni boliviani…..rudimentali e senza acqua. Viva l’avventura!!! La sosta successiva e stata alla LAGUNA VERDE, un lago verde e azzurro a 4400m di altezza. Il riflesso delle montagne circostanti e del vulcano Licancabur nell’acqua delle due lagune é forse l’aspetto che rende queste zone veramente uniche. Degno di nota il cambiamento di colore della Laguna Verde, veramente unico nel suo genere. Il fenomeno avviene per l’azione contemporanea del sole e del vento, che determinano uno spostamento di minerali (piombo, zolfo, arsenico e carbonato di calcio) depositati sul greto del lago, ciò provoca un alterazione del colore dell’acqua, fino a farla diventare di colore verde chiaro. Un caso unico. Riprendiamo il viaggio attraverso paesaggi spettacolari come le ROCAS DE DALI’ ed attraversiamo diverse vallate caratterizzate da formazioni di roccia erose da vento. Il viaggio che stiamo affrontando è su di un percorso interamente sterrato con un’infinità di sobbalzi che ci fanno ballare per tutta la durata del percorso. Nel vicino Salar de Chalviri, dove si estrae la borace, ci sono le TERMAS DE CHALVIRI le cui acque, ad una temperatura compresa tra i 28° e i 30°, sono ricche di sostanze naturali e pare diano sollievo a chi è afflitto da artrite. Prima di pranzo Teo ci porta a vedere i GEYSER DI SOL DE MANANA a quota 4850m. I geyser sono piccoli e non reggono il confronto con quelli di El Tatio in Cile, però sono scenografici, ci sono delle pozze di fango in ebollizione e delle fumarole il tutto accompagnato dall’odore di zolfo intenso. Abbiamo cominciato a sentire freddo infatti la sosta è stata breve perché il tempo non invogliava a stare fuori dalla jeep. Ed eccoci alla Laguna Colorada, nel frattempo il cielo si é coperto di nuvole e c’è un forte vento. Questa laguna si presenta come un lago rosso fuoco abitato dai fenicotteri di James e si trova ad una altezza di 4278m, copre un area di 60 kmq e raggiunge una profondità di 80 cm. La vivace colorazione rossa è dovuta alle alghe ed al plancton che si trovano nelle sue acque ricche di minerali. Ore 15.00, siamo all’interno di quello che dovrebbe essere un rifugio (Hostal Uturunco) che ci ospiterà per questa notte; una casa fatiscente con stanze che hanno il soffitto rivestito con i sacchi della farina cuciti assieme, i letti sono sfondati e non invogliano ad infilarsi sotto le coperte (abbiamo fatto bene a portarci il sacco a pelo!). I servizi igienici sono praticamente inesistenti, farsi una doccia é impossibile, tra l’altro, dopo le 20 di sera, non c’é né acqua nè luce. Durante la cena abbiamo avuto modo di conoscere meglio in nostri compagni di viaggio che ci hanno detto provenire da Bahia in Brasile. I nostri discorsi sono stati fatti in 3 lingue: italiano, spagnolo, portoghese ed una spruzzata di parole in inglese ……ma in parte ci siamo capiti! Bolivia – 19 settembre 2006 Sveglia alle 7:00. Questa notte abbiamo dormito malissimo a causa dell’altitudine, del freddo e dei letti scomodi. Partenza per il DESERTO DI SILOLI ad ammirare l’ARBOL DE PIETRA. Attraverso paesaggi spettacolari intraprendiamo quella che viene chiamata la RUTA DE LAS JOYAS ALTIPLANICAS, una strada che ci ha portato a visitare le lagune Honca, Ch’arkota, e Hedionda a quota superiore ai 4000m. Stamane mi sono svegliata con il mal di testa e anche se dico a Teo che non è a causa dell’altura (mi è rimasta la cena sullo stomaco!), decide comunque di passarmi delle foglie di coca da masticare e da tenere in bocca per almeno mezz’ora. Proviamo! Il mal di testa infatti non è passato ed quindi opto per i soliti metodi: prendo un moment. Per pranzo siamo stati ad Alota. Un cartello stradale ne parla come di un “pueblo antico”….sarà anche antico ma è di una desolazione!!!!!!!! Il posto dove abbiamo pranzato si chiama Alojamento Orkupina, è un posto simile al rifugio di ieri sera ed abbiamo la vaga sensazione che, prima di rientrare in Cile, i letti sfondati di questo posto saranno pronti ad accoglierci!!! Mentre proseguiamo il nostro viaggio di avvicinamento al Salar de Uyuni, Teo ci porta a visitare i pueblos di San Agustin (a quota 3600m) e di Colche K. Andando da Alota verso questi villaggi, abbiamo attraversato distese enormi adibite alla pastorizia di lama, capre e mucche. Abbiamo fatto sosta alla stazione di Jukaca un posto all’apparenza disabitato se non per il fatto che ci sono venute incontro due bambine alle quali abbiamo regalato biscotti e cioccolato. Questa stazione un tempo serviva per il trasporto del sale, ora è invece abbandonata come è abbandonata la fabbrica del sale che si trova poco distante. Ed eccoci arrivati ai bordi del salar de Uyuni. Trascorreremo la notte all’interno di una struttura ricettiva (Hostal Puerto Chuvica) simile ad un grande ostello che sorge poco lontano dal salar de Uyuni. Abbiamo dormito in una camera con 6 posti letto, abbiamo mangiato bene, ci siamo fatti una doccia calda e abbiamo dormito in un letto pulito (sempre con il sacco a pelo!). Salar de Uyuni – 20 settembre 2006 Ore 7:00 partenza per il Salar de Uyuni prima tappa la Isla Inca Huasi. Eccoci finalmente nel salar più grande del mondo. Il Salar de Uyuni é una distesa di 12.000 kmq, un antico lago che due milioni di anni fa bagnava queste coste. Ora é diventato un enorme deserto di sale, un paesaggio surreale difficilissimo da immaginare….. La cosa incredibile é questa immensa distesa bianca abbagliante, infinita, non esiste orizzonte!!. Davvero fantastico. Tutto questo spettacolo ripaga pienamente della fatica subita per arrivare fino a qui. Questa parte dell’altipiano era un tempo completamente sommerso dall’acqua. Oggi, il Salar de Uyuni, oltre ad essere una rinomata meta turistica della Bolivia, viene sfruttato dall’intero paese per lo smercio del sale, infatti i locali campesinos del piccolissimo villaggio di Colchani che sorge ai bordi del salar, sono dediti all’estrazione e al confezionamento del sale. Quando la superficie si asciuga, le saline trasformano il paesaggio in una bianca distesa accecante dalle dimensioni infinite, quando invece queste pianure si ricoprono d’acqua, si formano degli specchi che riflettono il paesaggio e l’orizzonte scompare. Tra le molte “isole” che sorgono dalla bianca distesa di sale, la più famosa è certamente Isla del Pescado interamente ricoperta da cactus alti dai 6 – 8 metri e circondata da un “mare” bianco di mattonelle di sale dalla forma esagonale. Continuando il viaggio verso Uyuni, si incontra l’Hotel de Sal, un hotel costruito interamente con blocchi di sale. Sono di sale anche i tavoli e le sedie. Teo mi mostra il vulcano Tunupa (5400m) e mi racconta la leggenda che narra che sulle sue pendici Atahualpa sfregiò il seno di una donna di nome Tumula e che il latte che ne sprizzò diede origine al salar. Una breve sosta alle terme dove la gente viene per curare i reumatismi. Questa acqua pare contenere sodio, iodio, oro e zolfo. E’ arrivato il momento di vedere i famosi OJOS DEL SALAR che non sono altro che delle insolite formazioni eruttive formate dal gorgoglio di fredde acque sotterranee che attraversano lo strato di sale. Prima di lasciare il salar alla volta di Uyuni, ci dirigiamo a Colchani per un po’ di “shopping”. Ci siamo comprati dei talismani in pietra lavica nera ognuno dei quali ha un determinato significato. I talismani fanno parte della vita quotidiana e vengono utilizzati per favorire la prosperità o proteggere una persona dal malocchio. Tra i talismani che abbiamo comprato ce né uno con raffigurati la rana, la tartaruga, il gufo ed il condor. Si ritiene che la tartaruga sia di buon auspicio per la salute, la rana o il rospo per la buona fortuna, il gufo significa saggezza e buoni risultati a scuola ed infine il condor assicura un buon viaggio a chi parte. Il nostro viaggio in Bolivia è quasi terminato, ma prima di arrivare nella città di Uyuni andiamo a vedere il CIMITERO DEI TRENI la più grande attrattiva del luogo, dopo il Salar: si tratta di un enorme ammasso di vecchie locomotive avapore e vagoni abbandonati. Siamo arrivati nella città di Uyuni verso le 12:30. La città di Uyuni anche se risulta essere la città più importante, dopo la capitale La Paz, non ci mostra certo uno spettacolo differente dai pueblos incontrati nel nostro viaggio. E’ definita “città” per la presenza, in centro, di una strada asfaltata, della piazza, della chiesa e del municipio, ma mentre ci avviciniamo al centro abbiamo percorso strade sterrate e piene di sporcizia. E’ l’ora di rientrare in Cile. Dobbiamo cambiare jeep ed autista,dato che la macchina di Teo ha rotto le sospensioni e quindi non ci accompagnerà. Ci dispiace molto. Attendiamo per quasi 2 ore un’altra auto (era in riparazione) ma finalmente siamo partiti per Alota dove ceneremo e dormiremo e poi, domani mattina, sveglia alle 5:00 perché ci attenderanno 5 ore di strada sterrata che ci porteranno prima al rifugio della Laguna Blanca per la colazione e poi al confine Bolivia/Cile. San Pedro de Atacama – 21 settembre 2006 Al confine arriviamo verso le 10.00, letteralmente distrutti da un viaggio che si é rivelato interessante, ma allo stesso tempo sconvolgente e stancante. Abbiamo cambiato l’automezzo, in quanto la Toyota, essendo immatricolata in Bolivia, non può oltrepassare il confine con il Cile. Dopo aver passato i controlli della dogana Boliviana abbiamo preso l’autobus che ci porterà al confine cileno in San Pedro. L’autista dell’autobus ci ha detto che i doganieri Cileni sono molto severi: non é permesso importare frutta, verdura, carne, salumi e materiale d’artigianato derivato da alcune specie di legnami, quindi, verremo controllati a dovere. Finalmente una strada asfaltata senza quei continui sobbalzi che ci hanno perseguitato per tutti questi quattro giorni. I doganieri Cileni hanno fatto tirare fuori quasi tutto il contenuto dagli zaini. Finalmente siamo ritornati all’hotel Casa de Don Tomas, abbiamo una gran voglia di farci una doccia !!!! Per cena abbiamo provato un nuovo ristorante La Cave. Ah dimenticavo ….. Ci siamo fatti dare la bottiglia di champagne dall’hotel! San Pedro de Atacama – 22 settembre 2006 Mattinata dedicata a comprare qualche souvenir, pranzo all’Adobe cafè e alle 15:30 sono passati a prenderci per andare all’aereoporto di Calama per prendere l’aereo che ci porterà a Santiago per la notte. Isola di Pasqua – 23 settembre 2006 Siamo arrivati nell’ombelico del mondo alle ore 13:00 e dopo essere stati accolti con la classica collana di fiori stile polinesiano siamo stati accompagnati al nostro hotel Hotel O’Tai ad Hanga Roa. Dopo esserci sistemati nella camera siamo andati alla ricerca di un rent a car per poter noleggiare un auto per i prossimi due giorni. Abbiamo noleggiato una jeep Suzuki Gran Vitara da Ocean Rapa Nui. Il primo contatto con gli ahu l’abbiamo avuto facendo una passeggiata a piedi lungo un percorso che partendo dal porticciolo di Hanga Roa ci ha portato a visitare alcuni complessi: i primi ahu sono l’Ahu Tautira e l’Ahu Riata che dominano il porticciolo Caleta Hanga Roa. Dirigendoci verso l’ahu successivo ci siamo soffermati nel variopinto cimitero in stile polinesiano. Ed eccoci all’ahu Tahai che contiene 3 ahu restaurati. L’ahu Tahai vero e proprio è quello centrale che sostiene un grande e solitario moai privo di copricapo, a destra c’è l’ahu Ko Te Riku che sostiene un moai con copricapo e bulbi oculari e a sinistra si trova l’ahu Vai Uri su cui poggiano 5 moai di varie dimensioni. La nostra passeggiata termina con l’ahu Akapu un solitario moai. Scegliamo di cenare in un ristorante nel porticciolo di Hanga Roa “La Taverne du pesceur” gestito da un francese che sembra la copia di Obelix. Abbiamo mangiato un ottimo di tonno. Isola di Pasqua – 24 settembre 2006 Sveglia alle 8:00, colazione e poi via a ritirare l’auto noleggiata. Il nostro giro è iniziato con la visita al villaggio cerimoniale di Orongo dove abbiamo comprato il biglietto (5000 pesos cileni) che ci permetterà di visitare i siti archeologici disseminati nel Parque Nacional Rapa Nui. Il villaggio di Orongo, parzialmente restaurato, sorge su una scogliera a picco sull’oceano Pacifico ed è formato da case con muri formati da lastre di pietra coperte da un tetto arcuato ricoperto di terra. L’entrata è costituita da uno stretto cunicolo. Questo villaggio è appollaiato a 400m sull’orlo del cratere Rano Kau sul cui bordo si trovano un gruppo di massi con incisi numerosi petroglifi dell’uomo uccello, una divinità raffigurata con un lungo becco e un uovo stretto in mano. Abbiamo conosciuto una guardia forestale che ci ha raccontato un po’ di storie su Orongo. Ci ha raccontato che il villaggio risulta essere stato costruito più tardi rispetto ai moai e agli ahu e che gli isolotti al largo, detti motu, nel XVIII e XIX sec. Furono al centro del culto dell’uomo uccello. Da Orongo, ciascun concorrente o il suo sostituto (Hopu) doveva scendere lungo la parete della scogliera e con l’aiuto di una piccola zattera di giunco arrivare alla isole Motu Nui, Motu Iti e Motu Kao Kao. Colui che trovava per primo uovo dellq sterna fuligginosa, che si riproduceva proprio su queste minuscole isole, diveniva “l’uomo uccello” per tutto l’anno seguente; se l’uovo veniva trovato dal sostituto, questi doveva gridare il nome del suo principale ad un uomo in attesa in una caverna nella scogliera sotto Orongo. Chiunque trovasse l’uovo, oltre ad avere il favore della divinità Makemake, si guadagnava un posto importante nella comunità. Dopo la sosta per il pranzo, un empanada acquistata all’Aeropuerto ci siamo spostati alla Playa Anakena. Anakena è una spiaggia di sabbia bianca dove sorge l’Ahu Ature Huki con il suo solitario moai e l’Ahu Nau Nau che sorregge sette moai. Dopo questa tappa ci siamo diretti alla ricerca dell’ombelico del mondo!! Raggiungiamo l’Ahu Te Pito Kura dove si trova il più grande moai mai trasportato dalle cave di Rano Raraku. Pare che il moai, che ora giace a faccia in giù, sia stato fatto erigere da una vedova che ne intendeva fare una rappresentazione del marito defunto. A sinistra di questo moai si trova la pietra (te pito kura) da dove ha preso il nome l’ahu. Il nome di questa pietra, che pare essere magica, significherebbe “ombelico della luce”. Ci siamo diretti verso l’Ahu Tongariki con ben 15 moai. Solo ad uno di questi è stata rimessa l’acconciatura sulla testa gli altri copricapo sono stati divelti, assieme ai moai, da uno tsunami. Mentre i moai sono stati poi rimessi in piedi sull’ahu le acconciature sono sparse per il sito. Questo posto è fantastico!!! In seguito ci siamo diretti nel luogo da dove avevano origine i moai, al vulcano Rano Raraku la cava da dove venivano estratti i blocchi di tufo x scolpire i moai. Qui abbiamo trovato moai disseminati sul versante del vulcano interrati fino alle spalle o al collo e alcuni attaccati ancora alla roccia. Abbiamo seguito il sentiero e ci siamo diretti sul bordo del cratere da dove si possono vedere altri moai all’interno del cratere stesso, proseguendo sempre per questo sentiero siamo giunti sulla cima da dove abbiamo potuto ammirare una straordinaria veduta a 360°. Rientro ad Hango Roa e cena a base di pesce (Piafi e Panaroti). Isola di Pasqua – 25 settembre 2006 La nostra giornata è iniziata dalla zona settentrionale dell’isola. Ci siamo diretti all’Ahu Akivi che ospita sette moai che, a differenza degli altri moai, hanno los guardo rivolto al mare. Da qui ci siamo spostati a Ana Te Pau un sito di antiche abitazioni all’interni di grotte. Sulla strada per Hanga Roa abbiamo deciso di seguire un taxi che stava andando verso un punto panoramico sulla scogliera. Abbiamo così scoperto una delle caverne che gli abitanti dell’isola usavano per scappare durante i periodi di guerra e che sono fuori dai percorsi turistici per cui bisogna cercarle La caverna che abbiamo trovato (Ana KaKenga dos ventanas), è praticamente nascosta sotto terra quasi fosse una galleria di una miniera, ma il bello è che sbuca diritto sulla scogliera. Si arriva sul mare ma ad una altezza di circa 30 m., è molto emozionante. Nel pomeriggio ci siamo diretti all’Ahu Vinapu composto da due grandi ahu circondato da mucche e capre. I moai sostenuti un tempo da questi ahu, ora sono riversi a faccia in giù nel terreno. Lungo la strada che ci ha riportato al vulcano Rano Raraku abbiamo incontrato diversi ahu in rovina con i loro moai riversi sul terreno, come l’Ahu Vaihu. E’ l’ultimo giorno a Rapa Nui per cui siamo andati al mercato artesanal per compare delle riproduzioni di moai in pietra vulcanica. Per la cena siamo ritornati alla Taverne du pesceur per un’aragosta. Isola di Pasqua – 26 settembre 2006 Abbiamo lasciato Rapa Nui per rientrare a Santiago dove ci fermeremo ancora per tre notti. Valparaiso – 27 settembre 2006 Oggi siamo ansati alla scoperta di Valparaiso che abbiamo raggiunto dopo due ore di bus (Tur Bus: eccezionale compagnia di trasporto). Questa caotica città è famosa per i pittoreschi barrios e le baraccopoli situati sulle alture collegati al centro della città da una serie di sentieri, strade tortuose, scalinate e ascenores (funicolari). Armati di cartina, ci siamo diretti all’ascensor Concepcion (l’ascensore più vecchio della città) per salire sul cerro ononimo una delle zone più belle della città. Purtroppo la funicolare è chiusa per la riparazione dei freni per cui decidiamo di dirigerci verso l’ascensor El Peral che ci porterà al Cerro Alegre dal quale è possibile raggiungere poi il Cerro Concepcion. Questi due quartieri, dove abbiamo gironzolato a piedi, sono composti da case a due piani addossate le une alle altre con la facciata in lamiera ondulata colorata e il tetto a punta. Un luogo veramente caratteristico! Dopo il pranzo, in un ristorante francese (Le fileu Montpellier) ci siamo diretti a piedi verso il Cerro Bellavista e tra salite e discese siamo giunti all’ascensor Espiritu Santos che ci ha condotto sul cerro. Sempre a piedi siamo arrivati alla casa di Pablo Neruda “La Sebastaiana” e poi al Cerro Florida dal quale siamo scesi con l’ascensor Florida. Rientrati a Santiago verso le 20.00 e cena presso il ristorante Liguria. Santiago del Cile – 28 settembre 2006 Ci siamo svegliati con ancora i postumi della bevuta di ieri sera a base di pisco sour per cui ce la siamo presa con calma. Nel pomeriggio siamo andati al Mundo del vino per comprare qualche bottiglia di vino. Ultima serata a Santiago, decidiamo di andare per cena in un ristorante nel quartiere Bellavista l’Azul Profondo. Siamo rimasti affascinati dal quartiere, molto vivace brulicante di ristoranti e locali dove si suona il jazz. Santiago del Cile – 29 settembre 2006 Partenza alle ore 13:00 per l’Italia dove arriveremo domani verso le 11:00 ore italiane.



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