Ritorno in Birmania

Dopo quasi 5 anni dall’agosto 2000, decido di ritornare in Birmania (vedi Fantastica Birmania Ho visitato la Birmania nel 2000 con un gruppo di amici. Ho organizzato tutto il viaggio dall'Italia. Il più bel posto che abbia mai visto. Gente ...
Scritto da: avventure
ritorno in birmania
Partenza il: 06/03/2005
Ritorno il: 23/03/2005
Viaggiatori: viaggiatori in gruppo
Spesa: 2000 €
Dopo quasi 5 anni dall’agosto 2000, decido di ritornare in Birmania (vedi Fantastica Birmania Ho visitato la Birmania nel 2000 con un gruppo di amici. Ho organizzato tutto il viaggio dall’Italia. Il più bel posto che abbia mai visto. Gente stupenda. Sorrisi e affetto. Mi è rimasta nel cuore e sicuramente tornerò) Cinque anni sembrano non essere passati per la popolazione dell’Unione, ma qualcosa di nuovo c’è. La capitale è notevolmente migliorata. Le strade sono migliori e nuovi e grandi palazzi sono stati costruiti. La lingua inglese incomincia ad essere notevolmente diffusa. Anche i negozi ed i Bar del centro si sono migliorati.

La cosa più evidente, in tutto lo stato, è il proliferare di motorini che scorazzano in tutte le città. 5 anni fa non c’erano.

Per il resto tutto è rimasto come cristallizzato… dalle bancarelle ad ogni angolo di strada, alle preghiere dei fedeli nelle innumerevoli Pagode, ai sorrisi della gente… Agenzia: locale ottima. Affidabilissimi e la più conveniente.

Guida locale: Cambiate in ogni luogo visitato Spesi in tutto: Per il percorso a terra USD 1.190/PAX pari ad € 870,00 circa. Il pacchetto concordato con KST comprendeva: trasporti interni via terra per 16 giorni, aereo per le tratte Yangon-Mandalay, Mandalay-Bagan, Heho-Keng Tung e Keng Tung-Yangon, barca sul lago Inle, trasporto in 4×4 per il Myaing Hay Wun Elephant Camp, 15 notti con prima colazione in alberghi Superior, guida parlante inglese per 14 giorni. Per l’aereo € 670,00. Per gli ingressi € 40,00. Cambiati in Kyat 100 $ pari a euro 75,00. Spese personali € 100,00. Visto € 25,00. Totale viaggio € 1.805,00.

Volo internazionale Qatar Airways. Ottimo. Prezzo € 600,00/PAX + tasse € 70/PAX. Il più conveniente. Partenze solo da Roma o Milano. Milano/Roma-Doha Doha-Yangon.

Tasse d’imbarco: In arrivo: non esiste più. In partenza: Yangon 10$ a testa Visto: Ci sono due possibilità.

1. Fare il Visto presso l’ambasciata dell’Unione del Myanmar a Roma (€ 25,00/PAX + spese di spedizione). L’ambasciata emette il visto in 3 giorni lavorativi. Per ottenere informazioni ed il modulo per la richiesta del visto scrivere a Francesco Mancini meroma@tiscali.It oppure telefonare in Ambasciata ; 2. Oppure, attraverso un’agenzia del Myanmar, procedere al “Visa on Arrival”. L’agenzia si occupa dell’ottenimento del visto in aeroporto all’arrivo.

Telefono: Dagli Alberghi 5$ al minuto Internet: Disponibile in molti alberghi di categoria Superior. Yangon USD 2/ora. Mandalay Kyat 100/minuto. Non disponibile sul Lago Inle e a Keng Tung.

Molti siti non possono essere aperti perché “banned” dal governo. Ad esempio ai siti di tin e virgilio non si può accedere. Consiglio di aprire una casella di posta con libero, io l’ho fatto direttamente in Myanmar.

Doni: Ricordarsi di fare incetta di penne e quaderni da regalare ai bambini, nei monasteri e anche agli adulti. Si possono anche tranquillamente acquistare al mercato notturno di Mandaly.

Stagione: Sicuramente la stagione secca, che va da ottobre/novembre a febbraio/marzo è la più adatta e comoda per visitare la Birmania. Una nota positiva delle stagione delle piogge è che ovunque spicca il verde acceso delle piantagioni di riso che con il rosso della terra dona un contrasto ed un gioco di colori fantastico. Durante la stagione delle piogge tutto è immerso nell’acqua, dai Monasteri che sembrano fluttuare sull’acqua, ai villaggi alle strade, alle galline trasformate in piccoli sub… In agosto e in inverno (fino a gennaio) il paese è al massimo del turismo e piuttosto affollato. In estate, da marzo fa molto caldo… ma turisti proprio pochi e si può godere appieno di questo stupendo paese. Ingressi a persona: Swedagon Pagoda $ 10; Botataung Pagoda $ 3; Kyaikhtiyo $ 5; Shewemawdaw Paya $ 3; Po Win Daung $ 5; Shwe Ba $ 3; Mandalay $ 10; Bagan 10$; Kakku 5 $ Compagnie aeree interne: Air MAndalay www.Air-mandalay.Com Yangon Airways www.Yangonair.Com Bagan Air Myanma Air (compagnia interna di bandiera sconsigliata) L’orario dei voli è alquanto approssimativo. Consiglio di informarsi sempre il giorno prima sui cambi di orari e comunque arrivare almeno 1 ½ prima. A Mandalay il volo è stato anticipato dalle 18:45 alle 18:05 ed è partito alle 17:45… Alberghi Yangon – Summit Park View (ottimo, piscina) KyaikHtiYo – Kyaik Hto (spartano) Monywa – Win Unity Resort (buono, bungalow nuovissimo, piscina) Mandalay – Mandalay City (ottimo, piscina) Bagan – Bagan Thande Hotel (ottimo, bungalow, piscina, idromassaggio e ristorante sul fiume) Inle Lake – Hupin (Khaung Dai) (buono, bungalow) Kyaing Tong – Princess (mediocre) 1 06/03 Do Volo internazionale dall’Italia – Birmania 2 07/03 Lu Yangon Arrivo a Yangon alle 6,05. Aung ci aspetta in aeroporto. Trasferimento in Albergo “Hotel Summit Parkview” a pochi passi dalla Shwedagon Paja. Buono. Saldiamo l’ottima agenzia KST Tour e saliamo in camera. Una rapida doccia e siamo in macchina per raggiungere la Shwedagon Paja (ingresso USD 10 + USD 1 per la piccola guida). Luogo assolutamente da non perdere. Alla Shwedagon regna un’atmosfera di magia e devozione come in nessun altro luogo della Birmania. L’ho ritrovata stupenda ed intensa come la volta precedente.

Molte Pagode possono non sempre essere belle come le nostre chiese, ma l’atmosfera che vi si respira e che si palpa è la vera attrazione di questi inusuali posti.

Dopo la visita alla Shwedagon ci trasferiamo alla Chaukhtatgy Paya per visitare il grande Buddha reclinato e l’adiacente monastero per vedere i monaci che mangiano.

Subito dopo visitiamo la Botataung Paya.

Bo significa “leader” e tataung vuol dire “1000”: la Botataung Paya deve il suo nome ai 1000 capi militari che scortarono le reliquie del Buddha portate dall’India fino a qui più di 2000 anni fa. Diversamente dalla maggior parte degli Stupa, che sono pieni, questo è cavo e ci si può camminare all’interno.

Prima di rientrare il albergo facciamo una sosta al tranquillo Lago Kandawgyi. Piacevole passeggiata.

Aung ci porta a cena in un tipico ristorante con cucina birmana.

3 08/03 Ma Yangon – Kyaiktiyo Sveglia alle 6,00. Alle 7,00 partenza per Kyaiktiyo. Poco dopo l’aeroporto siamo fermi per far riparare la macchina. Una grossa buca ha spezzato la forcella di una ruota ed il copertone sfrega contro la carrozzeria. Dopo neanche un’ora siamo di nuovo in marcia. Poco prima Kyaiktiyo siamo nuovamente fermi per una foratura. Arriviamo al campo base di Kinpun, punto di partenza al monte Kyaikto, alle 11,00 circa.

Il metodo più rapido per raggiungere la cima (se non si vogliono fare 4 ore di marcia) è quello di prendere uno dei camion che trasportano i pellegrini per gran parte del tragitto. Sotto ad un sole cuocente alle 11,15 ci accomodiamo nel cassone del camion su delle assi di legno larghe non più di 10 cm… Alla partenza, che avviene solo quando si è completamenti stipati fino quasi non respirare (e che per noi ha voluto dire aspettare per più di un’ora), non si capisce il perché si debba essere così calcati, ma non appena si affronta la prima curva si capisce il perché… provare per credere! Dopo una terrificante corsa di circa 20 minuti lungo una strada con vari tornanti, il camion ferma presso un punto che dista 45 minuti a piedi dalla vetta, per raggiungere la quale si segue un ripido e tortuoso sentiero. Affrontiamo il breve, ma intenso tragitto, dalle 13,00 alle 13,50 e quindi nell’ora più calda della giornata… da non ripetere! Arrivati in cima al monte si pagano USD 5 per entrare nel sito.

Prima di visitare il tempio ci sistemiamo allo spartano Kyaikto Hotel.

Insieme con la Shwedagon Paya di Yangon e la Mahamuni Paya di Mandalay, Kyaiktiyo è uno dei siti buddisti più sacri del Myanmar.

Il piccolo stupa si trova sulla cima della “Golden Rock”, un’enorme masso rivestito di foglie d’oro posto in precario equilibrio sull’orlo di un dirupo in cima al monte Kyaikto. Secondo la leggenda il masso mantiene l’equilibrio grazie ad un capello di Buddha posto in un luogo ben preciso dello Stupa.

In questo luogo regna un’atmosfera di magia e devozione. I pellegrini recitano cantilene, accendono candele, danzano e meditano tutta notte.

Tutto il monte Kyaikto è cosparso di stupa e i sentieri che li collegano sono pieni di bancarelle che vendono cibo e unguenti magici. Bello il panorama delle valli sottostanti.

Cena in albergo e poi ultimo giro fra i pellegrini in preghiera davanti alla Golden Rock. Alcuni pellegrini hanno allestito alcuni spettacoli di danza in onore del Buddha. Finito lo spettacolo accendono il televisore, inseriscono la videocassetta e “ammirano” la registrazione del loro spettacolo.

La notte in albergo non inizia bene… una enorme cucaracia ci aspetta sotto le lenzuola… e per tutta la notte si sentiranno i canti, gli schiamazzi e le trombette dei pellegrini in preghiera… 4 09/03 Me Kyaiktiyo – Bago – Yangon.

Al mattino sveglia alle 6.00. Dopo colazione partenza per il rientro a Yangon.

Salutiamo la Golden Rock e percorriamo a piedi il tratto di strada che ci porta a prendere il camion. Questa volta decidiamo di sederci a fianco dell’autista… il viaggio è sicuramente più confortevole.

Arrivati a Kyaikto facciamo un giro nel piccolo mercato del villaggio e poi partiamo alla volta di Bago. A Bago nell’ordine visitiamo la Shewemawdaw Paya, il Buddha Shwethalyaung e la Kyaik Pun Paya.

La scintillante punta d’orata della “Grande Paya del Dio Dorato” (USD 5) supera di ben 14 metri la Swedagon paya di Yangon. Distrutta più volte da violenti terremoti (all’angolo nord-orientale del monumento, incorporato nello stupa si vede una sezione del hti crollato durante il terremoto del 1917), la struttura odierna risale al 1954. Grazie agli alberi che gettano la loro ombra intorno alla base, si può tranquillamente passeggiare o semplicemente stare seduti ad ammirare la gente del posto pregare.

Uscendo dalla Paya fotografiamo una coppia di “neo sposi”. Lo Shwethalyaung è uno dei più grandi Buddha ed uno dei più realistici. Rappresenta il Buddha nell’atto di rilassarsi i quanto ha gli occhi ben aperti e i piedi leggermente volti all’infuori. Quando il Buddha è rappresentato nel momento della morte ha gli occhi chiusi e i piedi tenuti paralleli.

Kyaik Pun Paya è formata da quattro Buddha seduti alti 30mt, posti schiena contro schiena intorno ad un enorme pilastro a sezione quadrata. Secondo la leggenda la costruzione dei Buddha è legata alle figure di tre sorelle mon: se una delle sorelle si fosse sposata, uno dei Buddha sarebbe crollato All’uscita di Bago notiamo una strana struttura. Ci spiegano che è una cassa da morto. I morti vengono messi all’esterno della città in quanto portano male e non si possono tenere in casa.

Rientrati a Yangon, facciamo una sosta per cambiare una ruota forata, poi una breve passeggiata sul grande Lago Inya, e una sosta negli uffici della KST per ritirare i vaucher per gli alberghi e i biglietti aerei e rientriamo in albergo. Anche nelle case e negli uffici, come nelle pagode, si entra rigorosamente scalzi. La KST ha un bell’ufficio. Ci fanno accomodare su di un gran divano di pelle e ci offrono un drink. Vengo richiamato all’ordine quando appoggio, inavvertitamente, lo zaino sul divano… il divano è nuovo e delicato, mi fa notare Aung… splendidi!! Aung ci posta a cena in un tipico ristorante con cucina birmana.

Salutato Aung, andiamo a letto presto in quanto la mattina seguente abbiamo l’aereo per Mandalay alle 06:30 il che vuol dire svegliarsi alle 4:00. Già disperiamo di non poter fare la stupenda colazione dell’Hotel… quando invece alla reception mi dicono non esserci problemi e così la prenotiamo per le 4:00.

5 10/03 Gi Yangon – Mandalay.

Sveglia alle 4:00, rapida colazione, doccia e alle 5:30 siamo in aeroporto. L’aereo parte in perfetto orario e alle 8:00 siamo già comodamente seduti in macchina per la prima tappa della giornata Ava (Inwa) una delle antiche Capitali assieme a Mingun ed Amarapura.

Il nuovo (e forse inutile) aeroporto internazionale di Mandalay si trova a quasi un’ora di macchina dalla città (5 anni prima era in costruzione). Molto più comodo il vecchio aeroporto a pochi metri dal centro storico.

Arrivando ad Ava dall’aeroporto e non da Mandalay si percorre la strada imperiale in mattoni, costeggiata da fantastici e secolari alberi e da una miriade di piccolissimo stupa bianchi. Ad Ava non c’è moltissimo da vedere ma a mio parere è un luogo di straordinaria bellezza… una Bagan in miniatura. Le palme, il verde delle risaie (ancora più accentuato nel mese di agosto quando avviene il maggior raccolto, ma anche nei mesi estivi che vanno da marzo a giugno viene coltivato il riso) ed il rosso dei mattoni dei piccoli templi riempiono gli occhi.

Tra i luoghi interessanti da visitare la torre di avvistamento (da cui si può godere uno spettacolare panorama), il Maha Augmye Bozan, un monastero di mattoni e stucco e il Monastero di Legno Intagliato. Il monastero è pieno di bambini dei villaggi vicini che vengono a scuola.

Ci dirigiamo verso Mandaly e attraversiamo l’Ayeyarwady attraverso l’Ava Bridge, per ora l’unica struttura che attraversa l’imponente fiume.

Arriviamo a Sagaing, visitiamo la Sagaing Hill e la Kaunghmudaw Paya. Sagaing è cosparsa di stupa anche molto antichi, ma ho trovato in ogni modo molto più suggestiva Ava. Sulla collina ci sono diversi zedi ed una miriade di monasteri, alcuni dei quali relativamente recenti. Bello il panorama.

La grande cupola della Kaunghmudaw Paya, alta 46 metri, è di forma perfettamente emisferica ed è stata realizzata sul modello della Pagoda di Mahaceti dello Sri Lanka. Secondo la leggenda riproduce esattamente il seno perfetto di una regina birmana.

Sono ormai le 14:00 quando partiamo per raggiungere Monywa. Ci vogliono circa 3 ore di macchina.

Monywa merita di essere visitata se si è appassionati di templi ed in quanto è uno di quei luoghi dove solo poche persone si spingono e quindi è fondamentalmente autentica e tranquilla. La tranquilla cittadina di Monywa si trova sulla riva del fiume Chindwin.

Prima di arrivare il città ci fermiamo alla Thanbodday Paya. Questa magnifica struttura vale sicuramente la pena del viaggio. Lo stupa centrale, riccamente decorato, è circondato da 845 stupa piccoli. Anche l’interno è riccamente ornato. Tutti i passaggi e le pareti sono decorati, da metà altezza fino al soffitto, con Buddha votivi in osso ed in altri materiali e nelle nicchie ci sono altri Buddha, anche molto grandi, in posizione eretta o seduta. In tutto le immagini del Buddha sono 582.363. Quattro km oltre la Thanboddhay Paya si incontra un Buddha disteso di 90mt di lunghezza. Nei pressi c’è il Boddhi-Tataung (mille buddha), un boschetto di alberi di baniano (albero sacro) alla base di ciascuno dei quali è posto un Buddha.

Alle 18:00 circa arriviamo in albergo. L’albergo, formato da molti bungalows, è nuovo, anzi è ancora in costruzione. Manca ancora la piscina e gran parte delle stanze. I turisti sono veramente pochi. Un gruppo di Birmani e due spagnoli. Prendiamo possesso della nostra grande stanza, e ci rilassiamo nel patio antistante la camera.

Il caldo è soffocante. La giornata è stata intensa ed estremamente interessante.

Una doccia e ceniamo al ristorante dell’albergo.

Dopo cena facciamo 4 passi in paese.

6 11/03 Ve Monywa – Mandalay Questa mattina la sveglia è alle 7:30. Alle 8:30 partiamo per raggiungere le grotte di Po Win Daung. Compiendo una breve traversata su piccole barchette si raggiunge Nyaungbingiy, sulla riva opposta. Si prosegue per 25 minuti con un taxi fino a raggiungere le grotte.

Le grotte (risalenti al secolo XIV fino al XVIII) devono in loro nome ad un famoso alchimista, U Po Win, che al ritorno da Bagan decise di erigere un luogo altrettanto bello nelle colline Po Win. Le grotte, riccamente decorate con dipinti e immagini di Buddha, sono state interamente ricavate scavando le friabile roccia delle colline. Nella zona ci sono decine e decine di grotte grandi e piccole piene di antichi Buddha: si dice che ospitino circa 400.000 immagini di Buddha.

Sulla collina detta ShweBa, che sorge immediatamente dopo quella di Po Win Daung, si trova un altro luogo estremamente interessante. Scolpite interamente nell’area ci sono una serie di padiglioni, riccamente decorati e colorati. Molto interessante.

La visita ai due luoghi impegna tutta la mattina. Verso le 12:30 rientriamo in albergo e alle 14:00 ripartiamo per Mandalay esattamente in direzione di Amarapura per godere dello spettacolare tramonto all’U’Bein Bridge.

Ad Amarapura, le acque poco profonde del lago Taungthaman sono attraversate da un ponte di teak lungo e sgangherato. Durante la stagione secca il lago è abbastanza asciutto. Il ponte regge al passare del tempo ormai da due secoli, ed è ancora il ponte di teak più lungo al mondo (circa 2 km). Il momento migliore per venire in questo posto è all’alba o ancora meglio al tramonto quando centinaia di abitanti dei villaggio lo attraversano a piedi ed in bicicletta e la luce rosata del tramonto si riflette nelle acque del lago. Dopo l’emozionante passeggiata sul ponte per godere dello stupendo tramonto, ci fermiamo nelle bancarelle poste in testa al ponte a fare qualche acquisto.

Sono ormai le 19:00 quando arriviamo in albergo. Una rapida doccia e prendiamo il taxi per andare a cena al buon Marie Min Vegetaria Restaurant.

7 12/03 Sa Mandaly – Bagan.

La sveglia è per le 7:30. Alle 8:30 siamo già in macchina alla scoperta di Mandalay. La prima tappa è alla lavorazione delle foglie d’oro. Poi ci rechiamo al Mahagandayon Monastery dove vediamo gli innumerevoli monaci che si lavano e assistiamo al loro pranzo. Mille e più monaci fra cui novizi e bambini in pre-noviziato, si dispongono su due interminabili file per essere serviti dalle famiglie che, a turno, preparano loro l’abbondante pranzo. Poi visitiamo un negozio di artigianato, una fabbrica di marmo, di bronzo e di tessitura. Poi alla Mahamuni Paya, Mandalay Hill, Kuthodaw Paya Shwenandaw Monastery e il Palazzo Reale.

La Mahamuni Paya, detta anche Rakhine (Arakan) Paya, deve il suo nome alla immagine di Mahamuni che fu portata nel Myanmar da Mrauk U (nello stato di Rakhine –Arakan) nel 1784. L’intero complesso fu costruito appositamente per contenere tale immagine, reputata già allora, molto antica. Quest’immagine in bronzo e raffigurante il Buddha seduto, nel corso degli anni migliaia e migliaia di buddisti l’hanno ricoperta di foglie d’oro, formando uno strato di circa 15 cm. Solo sul viso non è possibile applicarle.

Prima di entrare nella Pagoda, all’esterno notiamo una strana processione di bambini in costume. Ci viene spiegato che sono iniziate le cerimonie di iniziazione per i giovani monaci. Le scuole sono chiuse (chiudono in estate da marzo a maggio) , quindi quale migliore periodo per poter intraprendere i primi “7 giorni da monaci”. Nella vita di un Birmano si compiono tre periodi di “noviziato”. In primo da bambini, il secondo da adulti, ed il terzo da anziani.

Successivamente ci rechiamo alla Mandaly Hill dalla quale si vede un bel panorama della vallata sottostante.

La Kuthodaw Paya viene anche chiamata “il libro più grande del mondo” poiché intorno alla Paya centrale ci sono 729 lastre di marmo su cui è iscritto tutto il canone buddista. Ogni lastra si trova in un piccolo stupa.

Lo Shwenandaw Monastery (o Monastero d’Oro) interamente costruito il legno, è di grande interesse in quanto costituisce un pregiato esempio di fine architettura birmana ed un ricordo dell’antico palazzo reale di Mandalay. Originariamente faceva parte del Palazzo Reale ed era l’appartamento in cui morì del re Mindon. Dopo la sua morte il figlio Thibaw, che gli succedette sul trono, lo fece smantellare e ricostruire nel luogo ove sorge ora per farne un monastero. Da non perdere.

Prima di arrivare al Palazzo Reale facciamo una breve tappa alla Mandalay Kyauktawgyi Paya. Questa Pagoda è interessante soprattutto per la presenza di un enorme figura di Buddha seduto, ricavata da un unico enorme blocco di marmo proveniente dalle cave della vicina Sagyin Il Palazzo reale, interamente distrutto durante la II Guerra Mondiale, è stato ricostruito negli ultimi anni. Della costruzione originaria restano solo le mura ed il fossato.

Dopo la visita del Palazzo Reale ci dirigiamo in aeroporto e prendiamo l’aereo per Bagan.

Anche qui troviamo ad attenderci la guida e l’autista.

Prendiamo alloggio in albergo. Un bungalow proprio in faccia alla piscina ed a uno degli innumerevoli Templi che delineano la meravigliosa Valle di Bagan.

Ceniamo nel ristorante dell’albergo, proprio sulle rive dell’Ayeyarwady.

8 13/03 Do Bagan.

Sveglia alle 7,00. Dopo una abbondante colazione servita sempre nel ristorante sulle riva del fiume, ci mettiamo in marcia. La giornata che ci attende è molto impegnativa. Dobbiamo concentrare nella giornata odierna due giorni… Alle 8.00, puntuale, arriva la guida.

Prima tappa al mercato Di Nyaung Oo.

Subito dopo visitiamo nell’ordine: • Shwe Zi Gon Paya: • Gu Pyauk Gyi Temple • Yway Pyauk Gyi Temple • Htin Lo Minlo Temple • Ananda Temple • Ananda Oak Kyung (dipinti del 18th secolo) • Dhama Yan Hyi (il Tempio piuù grande) • Sulamani Temple • Maha Badi • Nan Phaya • Manuha Phaya mon king temple • Gu Pyauk Gyi (Myin Kaba) Prima di visitare I due ultimi templi facciamo una sosta in un laboratorio per la lavorazione delle lacche.

Proseguiamo poi con la visita degli ultimi due Templi: • DhamayaziKa (monastero dei 5 angoli) • Shwe San Tau (Magnifico tramonto dal tempio) Cena al ristorante dell’Albergo.

9 14/03 Lu Bagan – Nyaung Shwe Sveglia alle 6.30. Patenza alle 7.30. Intera giornata dedicata al trasferimento da Bagan al Lago Inle. Macchina con autista.

Poco dopo la partenza siamo fermi perché dal cruscotto l’autista sente provenire uno strano rumore. Il tecnico(?) smontato il cruscotto decide di escludere il contakilometri… ed il rumore scompare! Ci fermiamo a Mondaing per vedere il delizioso e piccolo mercato.

La strada fino a Thazi è tutta pianeggiante e abbastanza ben tenuta. Appena iniziano le montagne la situazione si presenta poco piacevole. La strada è praticamente senza asfalto e si cammina su cumuli di sabbia, terra e sassi. Nel 2000 era perfetta e meno male, considerando che in quella zona piove a dirotto nella stagione dei monsoni.

Arriviamo in albergo a Khaung Dai verso le 17.00.

Sarà stato il viaggio terrificante ed il caldo soffocante, ma l’albergo ed il bungalow dove veniamo indirizzati ci sembra particolarmente brutto, più che altro vecchio e poco curato. Anche gli ospiti sono molto pochi e tutto sembra triste. Unica gioia è che la nostra stanza si trova proprio in faccia al Lago e dal patio si gode la bella vista del tramonto sulle calme acque del Lago Inle.

Veniamo contattatati telefonicamente dalla guida e ci accordiamo per il programma di domani: Taunggy e Kakku. L’appuntamento è all’imbarcadero di Nyaung Shew alle 8.30.

Dopo una rapida doccia andiamo a cena. La immensa sala da pranzo con soli 4 tavoli apparecchiati fa una gran tristezza. Ancora più triste sarà uno dei miei commensali quando vedrà precipitare nel suo piatto di riso e verdure un animele proveniente dal tetto… Speriamo che l’albergo si animi.

10 15/03 Ma Taunggy e Kakku Sveglia alle 7.00. Il tempo è proprio brutto. Fa freddo e pioviggina. Anche la colazione è triste come la cena… Il tavolo del Buffet è allestito ma spoglio e la colazione ci viene servita direttamente al tavolo. Alle 8.30, dopo circa 30 minuti di barca, conosciamo la simpatica guida che starà con noi per due giorni.

Prima tappa da una popolazione di Padaung che vive nella zona Dopo poco meno di un’ora arriviamo al colorato mercato di Taunggy.

Dopo la visita al mercato ci dirigiamo verso Kakku. Kakku, situato ad una quarantina di km da Taunggyi in terra dell’etnia Pa-o, è stato aperto ai visitatori stranieri solo recentemente. Il sito consiste in una distesa di circa duemila stupa nella maggioranza alti 3 o 4 metri e disposti in file ordinate. Costruiti in un misto di stile pa-o, shan e bamar, gli stupa sono in mattoni e letterate e alcuni riportano elaborate decorazioni a stucco.

Prima di entrare nel sito occorre passare dall‘Ufficio del collettivo Pa-o di Taunggyi e pagare la tariffa d’ingresso di USD 3 più USD 5 per la guida Pa-o che accompagna nella gita.

Molto bello il sito e la scoperta della etnia pa-o, popolazione dallo strano vestito nero e turbante colorato in testa. La leggenda narra che la popolazione discende da una madre drago e appunto i molti strati dei vestiti delle donne e lo strano turbante dovrebbero evocare le sembianze di un drago.

Al rientro facciamo una sosta al Monastero Shwe Yaunghwe Kyaung, interamente in legno e famoso per le particolari finestre ovali. Il Monastero si trova a meno di un km a nord dall’ingresso della città di Nyaung Swe.

Cena il albergo. Diversi gruppi, fra cui uno di Francorosso, hanno popolato l’albergo. La cena è meno triste con tanti tavoli apparecchiati! 11 16/03 Me Lago Inle.

Sveglia alle 7,30. Un caldo sole brilla in cielo. La pioggia di ieri ha reso il cielo terso e luminoso.

La colazione è un tripudio di buone cose. Il triste tavolo del buffet, che fino alla mattina precedente era vuoto, grazie ai numerosi gruppi giunti, è addobbato e carico di buone cose. Ora l’albergo non sembra più triste come la mattina precedente.

Alle 8,45 ci viene a prendere la guida (la stessa del giorno prima) all’imbarcadero dell’albergo.

L’intera giornata è dedicata all’accurata visita del Lago ed ai suoi innumerevoli Villaggi.

Prima tappa di questa lunga giornata è il mercato. Il mercato, sul al lago si svolge tutti i giorni alternativamente nei seguenti villaggi: Ywama, Kaungdine, Mainthauk, Nampam, Intein e Thandaung. Il più famoso è quello di Ywama in quanto galleggiante, ma ormai è diventato un mercato solamente turistico e i contadini hanno lasciato spazio alle barche che vendono quasi esclusivamente articoli per turisti (leggere i suggerimenti della guida EDT confermati dalla guida locale). Il fidato Aung dice di vedere il mercato galleggiante in Thailandia e di lasciare perdere quello del Lago Inle… è una fregata per turisti!)

Dopo la lunga sosta al mercato visitiamo il luogo più sacro dell’intero Stato Shan: il Phaung Daw U Kyaung. Fulcro del grande santuario a due piani sono le 5 statue di Buddha coperte di foglie d’oro. Lo strato di foglie d’oro è divenuto talmente spesso che è ormai difficile intuire cosa esse realmente rappresentino. Ormai sono ammassi informi di foglie d’oro.

Visitiamo poi una fabbrica di sigari, di ombrelli, un laboratorio per la lavorazione della seta (dove facciamo molti acquisti), un laboratorio per la lavorazione dell’argento, una fabbrica di coltelli e una fabbrica di barche, le tipiche lance e canoe che solcano il lago. Durante la giornata abbiamo la fortuna di prendere parte ad una cerimonia di iniziazione dei giovani monaci, come già era successo a Mandalay. In realtà la cerimonia si è svolta la mattina e ora stanno continuando solo i festeggiamenti. Veniamo condotti all’interno di un Tempio, ci accomodiamo in mezzo alla popolazione locale e in pochi attimi alcuni bambini vengono rivestiti dei loro ricchi abiti per la cerimonia solo per il gusto di farceli ammirare.

Successivamente una sosta al Nga Phe Kyaung, monastero in legno su palafitte. Il Monastero è anche noto come “Monastero dei gatti che saltano” in quanto i monaci hanno addestrato alcuni gatti a saltare attraverso piccoli cerchi.

Sulla via del ritorno facciamo un giro fra gli “orti galleggianti”.

Cena in albergo.

12 17/03 Gi Nyaun Swe – Heho – Keng Tung.

Sveglia alle 8.00. Sole. Alle 12,25 abbiamo il volo per Keng Tung, all’aeroporto di Heho. Alle 10.00 abbiamo appuntamento con l’autista a Nyaung Shwe. Dopo una classica abbondante colazione, prendiamo la lancia che in poco meno di 30’ ci porta alla macchina.

Lungo la strada per Heho facciamo una rapida sosta al mercato di Nyaung Shwe. Appena scesi dalla macchina assistiamo ad un piccolo incidente fra una macchina ed uno scooter.

Arriviamo al fatiscente aeroporto di Heho alle 11.00. In perfetto orario prendiamo l’aereo e sempre in perfetto orario (15.00) atterriamo al minuscolo aeroporto di Keng Tung dopo aver fatto scalo a Mandalay e Tachilek. Siamo arrivati nel “Triangolo d’Oro” patria dei traffici di stupefacenti.

All’arrivo ci aspetta la nuova guida che ci accompagnerà nei villaggi delle popolazioni locali e andiamo in albergo. L’impatto con la città è positivo, le case sono belle, grandi e ben tenute… ma la Birmania riserva sempre delle sorprese. L’albergo non è proprio il massimo, decidiamo di chiamare l’agenzia e di farcelo cambiare. Riteniamo il migliore il Princess Hotel.

Una rapida passeggiata per la città, una sosta al lago e ci rechiamo a cena al Golden Banyan Restaurant.

Al ristorante incontriamo la coppia di americani e tre tedeschi che già avevamo visti arrivare col nostro volo a Keng Tung.

Dopo cena rientriamo in albergo e andiamo a dormire.

13 18/03 Ve Keng Tung.

Sveglia alle 7.30. Una misera colazione in albergo e siamo pronti per la prima escursione nelle popolazioni Akha.

Prima di arrivare nelle popolazioni occorre passare dalla Polizia a fare un permesso in quanto i villaggi che visiteremo oggi sono fuori del territorio consentito ai turisti e ci vuole un permesso particolare. Sbrigate le pratiche burocratiche saliamo in macchia e imbocchiamo la strada che da Keng Tung porta al confine con la Thailandia a Tachilek, non prima di aver effettuato una rapida sosta al mercato per acquistare shampoo, caramelle e medicine da regalare alle popolazioni.

In questi 5 anni la strada è stata completamente asfaltata e si paga un pedaggio molto caro rapportato al costo della vita in Myanmar.

Dopo circa una mezz’oretta scendiamo dalla macchina e incominciamo il trekking. Una breve passeggiata di circa un’ora e arriviamo al primo villaggio. In questo abitato vivono una comunità di animisti, una di buddisti ed una di cattolici.

L’impatto con le popolazioni non è facile. Vivono in condizioni di totale miseria e non hanno neppure l’elettricità. Veniamo invitati all’interno di una abitazione e con l’ausilio della guida facciamo un po’ di chiacchiere in tranquillità.

Le donne Akha indossano un particolarissimo copricapo di stoffa e monili d’argento che acquistano al mercato di Keng Tung. In questo periodo dell’anno sono prese dalla tessitura, ancora non piove e fa caldo, ovviamente i telai sono all’aperto.

Il secondo villaggio è animista ed il terzo buddista.

In tutto la passeggiata dura un 4-5 ore.

Rientriamo in albergo nel tardo pomeriggio.

Una doccia e ritorniamo a cena al Golden Banyan Restaurant dove rincontriamo la coppia di americani e i tre tedeschi con le loro duecento lattine di birra… 14 19/03 Sa Keng Tung.

Sveglia alle 7.30. Una misera colazione in albergo e siamo pronti per l’escursione nelle popolazioni Ang.

Saliti in macchina ci dirigiamo dalla parte opposta rispetto a quella in cui andavamo in giorno precedente. Questa mattina non abbiamo bisogno di particolari permessi.

Prima di arrivare ai villaggi Ang si passa attraverso alcuni villaggi Akha, leggermente differenti da quelli visitati il giorno precedente. Nel secondo villaggio Akha ci spiegano che alcuni giorni prima il fuoco ha bruciato alcune case e adesso gli uomini del villaggio stanno costruendo delle abitazioni di fortuna per le famiglie che hanno perso la casa. Poco dopo arriviamo al primo villaggio Ang. Le popolazioni Ang sono ancora più povere delle Akha in quanto non lavorano e non si industriano in alcun modo per arricchirsi. La donne Ang sono completamente vestiti di nero.

Nell’ordine visitiamo un villaggio Animista, uno Buddista ed uno Battista.

Anche in questi villaggi veniamo invitati nelle case e scambiamo alcune chiacchiere. Sulla via del ritorno facciamo sosta in un villaggio Palaug.

Anche oggi rientriamo in albergo nel tardo pomeriggio.

Una doccia e ritorniamo a cena al Golden Banyan Restaurant dove rincontriamo la coppia di americani. Dei tre tedeschi e delle loro lattine di birra non c’è traccia… 15 20/03 Do Keng Tung – Yangon.

Sveglia alle 7.30. Solita misera colazione in albergo e siamo pronti per l’escursione nelle popolazioni Wa.

Questa mattina ci dirigiamo dietro l’aeroporto. Una mezz’oretta di macchina e arriviamo al villaggio. La popolazione Wa è Battista e oggi, domenica, sono tutti raccolti nella piccola chiesa del villaggio.

Rientrati a Keng Tung spendiamo le ultime ore prima di recarci in aeroporto per volare a Yangon a spasso per la città e per il grande e fornito mercato. Divertente è incontrare le donne Akha che fanno la spesa al mercato… vestite di tutto punto! Prima di rientrare in albergo per andare a prendere le valige visitiamo l’unico negozio di lacche di Keng Tung. Le lacche sono bellissime. Completamente nere oppure nere ed oro. Hanno una fattura particolarissima, sembrano un perfetto lavoro di filigrana. Anche qui non manchiamo di fare acquisti… del resto erano già alcuni giorni che non si comperava nulla! Arriviamo all’aeroporto con largo anticipo. Poco dopo veniamo raggiunti dagli “amici” americani. Scambiamo quattro chiacchere.

In perfetto orario partiamo e dopo le soste a Tachilek, Heho e Mandalay arriviamo a Yangon.

In aeroporto incontriamo di nuovo il fidato Aug che ci accompagna in albergo. Fissiamo l’appuntamento per la mattina successiva alle ore 8,00 per andare al campo di addestramento e di lavoro degli elefanti Myaing Hay Wun Elephant Camp.

Cena a buffet al ristorante dell’albergo. Dopo cena facciamo una passeggiata fino alla Swedagon Paja.

La strada è tutta controllata dalla polizia in quanto siamo in pieno Military Festival. In un albergo nel centro della città “Panorama Hotel” hanno fatto un attentato facendo esplodere una bomba in una camera da letto. Per fortuna non ci sono stati morti, ma l’albergo è stato chiuso.

16 21/03 Lu Yangon – Myaing Hay Wun Elephant Camp – Yangon Sveglia alle 7.00 ed alle 8.00, dopo una splendida ed iperabbondante colazione, saliamo a bordo della 4X4 che in tre ore ci porterà al campo di lavoro. La strada per andare al campo è la stessa per andare a Bago. L’ultimo tratto viene completamente fatto in mezzo alla sabbia… per fortuna all’ultimo momento abbiamo optato per la 4×4… dubito che saremmo mai arrivati a destinazione con una macchina normale.

Lungo il tragitto facciamo una breve sosta ad un Buffalo Market.

Arriviamo al campo quasi alle 12.00. Il caldo è insopportabile, ma decidiamo ugualmente di fare un giro della foresta sul dorso degli elefanti. Dopo la faticosa passeggiata riprendiamo la strada del ritorno. Lungo il percorso ci fermiamo al Taukkyan War Cemetary dove ci sono le tombe di 27.000 soldati delle truppe alleate, morti nelle campagne di Birmania e di Assan durante la seconda guerra mondiale. Il cimitero è curato e ben tenuto.

Rientriamo in albergo nel tardo pomeriggio. Una rapida doccia e ci rechiamo a cena a casa di Aung… dove ci aspetta un luculliano banchetto! 17 22/03 Ma Yangon – Italia Al mattino passeggiamo per la città, un ultimo salto al mercato per gli ultimi acquisti e salutato l’amico Aung ci imbarchiamo per l’Italia. 18 23/03 Me Arrivo in Italia



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