Viaggio in Belize e Guatemala

VIAGGIO IN BELIZE E GUATEMALA Ci abbiamo messo un po di tempo a decidere la meta di questo viaggio. Inizialmente eravamo orientati su Cuba ma la nostra voglia di fare, come sempre, qualche cosa di diverso da quello che fanno gli altri, ci lasciava un po' perplessi. A Cuba o a Santo Domingo ci sono andati più o meno tutti gli italiani che, almeno...
Scritto da: Dino Conficoni 1
viaggio in belize e guatemala
Partenza il: 20/01/2001
Ritorno il: 03/02/2001
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3500 €
VIAGGIO IN BELIZE E GUATEMALA Ci abbiamo messo un po di tempo a decidere la meta di questo viaggio. Inizialmente eravamo orientati su Cuba ma la nostra voglia di fare, come sempre, qualche cosa di diverso da quello che fanno gli altri, ci lasciava un po’ perplessi. A Cuba o a Santo Domingo ci sono andati più o meno tutti gli italiani che, almeno una volta, hanno fatto un viaggio ai Caraibi e noi volevamo fare qualche cosa un po’ più originale. Premetto che siamo due amici (a cui in questo viaggio si è aggiunta la compagna del mio amico) amanti del turismo “fai da te” e con un già notevole bagaglio di esperienza in questo modo di viaggiare (Perù, Bolivia, Ecuador, Colombia, Messico, Guatemala, Honduras. U.S.A., Canada) e un’evidente passione per il Centro e Sud America anche se non disdegniamo qualche giro negli U.S.A. Non siamo gente da Villaggio Turistico tutto compreso o da viaggio organizzato tipo “gita scolastica”, sempre di corsa dietro alla guida con il cartello in mano. Viaggiamo con i mezzi pubblici o con auto noleggiata e cerchiamo il contatto con la gente per conoscere il più possibile il paese che visitiamo. Cosa potevamo trovare di originale nei Caraibi? Improvvisamente mi viene in mente il Belize di cui avevo sentito parlare quando ero in Honduras e in Guatemala. Faccio un rapido sondaggio fra parenti ed amici. “Penso di andare il Belize” dico a loro e la risposta era sempre la solita “Dove vuoi andare??? Cos’è il Belize??? Dov’è il Belize???”. Avevo trovato la meta del nostro prossimo viaggio!!! Ne parlo con Maurizio e Silvana, i miei compagni di viaggio, e sono subito d’accordo. Inizio a scoprire il Belize via Internet (non riesco a trovare pubblicazioni in libreria). Non mi sembra troppo organizzato turisticamente (se non per i sub, visto che c’è una magnifica barriera corallina), non riesco a capire le condizioni della rete stradale (non ci sono mappe stradali dettagliate) e la lingua ufficiale è l’inglese, un problema per noi che dopo tanta America latina mastichiamo, bene o male, lo spagnolo ma con l’inglese andiamo maluccio. Internet, però, mi dice che sono molti anche quelli che parlano spagnolo e questo ci consola. Malgrado l’approccio non molto confortante decidiamo di andare a vedere con i nostri occhi come stanno le cose; mi metto in contatto e-mail con Roy titolare di un non ben definito “Nature Resort” Nature Resort Belize (naturer@btl.Net) da qualche parte a 40 Km. Dall’aeroporto di Belize City. Roy mi comunica i prezzi in dollari; subito mi sembrano eccessivi ma poi si chiarisce che sono dollari beliziani (che valgono 1/2 dollaro americano quindi circa 1000 lire) e la cosa si ridimensiona. Ci verrà a prendere all’aeroporto Così Il 20 Gennaio io, Maurizio (l’amico di tanti viaggi) e Silvana (la sua ragazza che per la prima volta attraversava l’atlantico) Partiamo dalla Malpensa con la B.A. Per Londra (cambio di aereo) e arriviamo a Miami (tappa obbligata per mancanza di coincidenza) nel pomeriggio. Trovato un clima…Inatteso (anche se internet mi aveva detto che avrei trovato la pioggia); faceva un freddo da giacca a vento e pioveva come in un nostro giorno d’autunno. Ci rintaniamo nel Motel Suez (al 18.000 della Collins, in Miami Beach) ed andiamo a letto presto così recuperiamo un po’ di fuso orario.

In Belize arriviamo il 21 di Gennaio, poco dopo mezzogiorno; l’amico Roy che avevo contattato via e-mail era puntualmente all’aeroporto ad aspettarci e ci ha portato nel suo Nature Resort dove avevamo prenotato.

I primi due giorni li passiamo in una “Cabanas” in mezzo al verde e in una grande quiete. Il pomeriggio del giorno di arrivo abbiamo fatto una discesa di 3 ore in canoa sul Belize River vedendo sulle piante scimmie urlatrici, iguane e tanti colorati uccelli. Il giorno successivo, in fuori strada, siamo andati a vedere il sito archeologico Maya di Altun Ha ed al pomeriggio ci siamo trasferiti a Belize City (città di mare, insignificante e pericolosa) alloggiando alla Guest House di Edwars & Sandra (edsan@btl.Net). La mattina successiva abbiamo preso una lancia e siamo andati su una piccola isola di sabbia, Caye Coulker, con piccoli alberghi e ristoranti, a ridosso delle barriera corallina. Abbiamo passato li la giornata, ci è piaciuta ed abbiamo prenotato per dormire nei successivi tre giorni. Siamo rientrati a Belize City (avevamo lasciato lì i bagagli) e la mattina successiva siamo ripartiti in lancia (a mo’ di albanesi) e siamo tornati sull’isola (1 Km. Di lunghezza e 300 metri di larghezza). Ci siamo fermati a Caye Coulker tre giorni facendo escursioni in lancia a vedere la barriera corallina (ho rimpianto di non saper andare sott’acqua), abbiamo fatto il bagno sulla spiaggia di un’isoletta (non era più di 50 metri di diametro e con all’orizzonte…Il nulla) con 4 palme e una capanna. Abbiamo visto i lamantini (detti vacche di mare, specie a rischio di estinzione) mentre pascolavano nelle praterie marine, gli squali “nutrici” e le mante con i quali abbiamo fatto il bagno e tanti pesci di tutti i colori. Abbiano visitato anche l’isola di S.Pedro (L’Isla Bonita cantata da Madonna). Esaurita la fase “marina” siamo rientrati, alla mattina presto con la prima lancia, a Belize City ed alle 10 prendevamo il Bus diretto a Flores (Guatemala). Alle 13 abbiamo passato il confine e verso le 15 eravamo a Flores. Alla faccia della “mucca pazza” la sera abbiamo cenato con una grigliata di carne favolosamente preparata da un Uruguayano (con gli argentini gli “uruguagi” sono famosi per la loro abilita nel fare la carne alla brace). Il giorno successivo l’abbiamo dedicato alla visita di Tikal, il sito Maya forse più bello e maestoso fra tutti quelli fino ad ora scoperti; io e Maurizio l’avevamo già visitato in un precedente viaggio in Guatemala ma siamo ritornati con piacere per accontentare Silvana. La mattina successiva (purtroppo alle 5 perchè a quell’ora partiva l’unico pullman diretto in Belize) semiaddormentati siamo ripartiti e dopo estenuanti trafile burocratiche al confine siamo rientrati alle 9 in Belize e alle 9,30 siamo scesi dal pullman a S. Ignazio, una cittadina nella parte montuosa del Belize non lontana dal Guatemala e vicino a Belmopan, la capitale del Belize. Ci siamo dati da fare per trovare alloggio ed abbiamo avuto la fortuna di sistemarci in un ottimo Hotel. Nel pomeriggio abbiamo contattato, in una agenzia turistica molto modesta di cui lui era il “factotum”, un tizio, proprietario di un mezzo fuoristrada, che la mattina dopo era disponibile per portarci a Caracol (un sito Maya di recente scoperta e in via di restauro). Avevamo letto che il viaggio da S. Ignazio a Caracol era interessante e abbastanza avventuroso e non potevamo rinunciarci anche se Ramon (così si chiamava) ci chiedeva una cifra notevole pari a circa 80.000 lire a testa. Abbiamo prenotato e alle sei del mattino del giorno successivo, con scorta di acqua e con un pranzo spartano che era compreso nelle 80.000 siamo partiti per un’avventura che si è dimostrata all’altezza delle aspettative. Quasi 4 ore di viaggio, intervallato da frequenti soste per vedere uccelli esotici, scimmie, piante particolari ci hanno portato a Caracol. Ramon (Ramon Silva – iatours@btl.Net) si è rivelato una guida preparata ed attenta, con un occhio esperto nel vedere animali e piante da indicarci e da farmi filmare (purtroppo non abbiamo incontrato il giaguaro) ed il percorso, prima in una vastissima pineta e poi in una intricata foresta (la selva) per gli ultimi 20 chilometri è stato molto interessante ed impegnativo con tratti che senza un mezzo a 4 ruote motrici sarebbero stati impercorribili. Molto interessante, anche se lunga e faticosa, è stata la visita a Caracol e la giornata è finita facendo un bagno in una piscina naturale formata da alcune cascate di un fiume che era vicino al percorso di rientro. La mattina successiva, sempre con Ramon, ( e sempre a pagamento) siamo andati a visitare il “sentiero delle piante medicinali” (un percorso nella selva dove erano segnalate una serie di piante che i maya utilizzavano per ricavare medicine e spezie) dove abbiamo visto la pianta del pepe e la pianta da cui la medicina moderna ha preso lo spunto per sintetizzare i cortisonici, le erbe usate come antidoto al morso dei serpenti e le piante usate per curare una lunga serie di malattie. In seguito abbiamo visitato un allevamento di…Farfalle di tutti i colori e dimensioni che, quando ero bambino, vedevo anche dalle nostre parti ma che oggi da noi non esistono più. Nel pomeriggio, sempre con Ramon ma a livello di amicizia (ormai amici lo eravamo diventati) e non a pagamento abbiamo affrontato l’avventura che a me è, forse, piaciuta più di tutte perchè era “vera” e nulla aveva di turistico. Ramon ci aveva raccontato che il governo belizegno assegna a chi ne fa richiesta un appezzamento di foresta (75 acri ma non so quanti metri quadri è un acro) lasciandolo gestire (leggi tagliare) a chi l’ha avuto in assegnazione. Anche Ramon era proprietario di un pezzo di foresta e nel pomeriggio sarebbe andato a vedere come stava andando il taglio delle sue piante e ci ha proposto di andare con lui. L’occasione era più che interessante e non l’abbiamo persa. Alle 14 siamo partiti, sempre con il suo fuoristrada (ma questa volta non come clienti ma come amici); prima su strada asfaltata poi su strada sterrata ed infine su un sentiero in mezzo alla foresta, abbiamo percorso 60 o 70 chilometri. Inutile dire che i più interessanti sono stati i 20 chilometri percorsi nella foresta, su un fondo infernale dove si alternavano tratti di polvere e tratti di fango e dove l’auto sprofondava e da dove usciva solo grazie alle 4 ruote motrici e alla perizia di Ramon. Alla fine, ben “frullati” dai sobbalzi siamo arrivati in uno spiazzo dove era in funzione una…. Segheria tipo quella che forse si vedeva da noi solo ai tempi dei nostri nonni. Un vecchio motore diesel (rumoroso e fumante) comandava sia un’enorme sega circolare sia il movimento del carrello che portando avanti ed indietro i tronchi li trasformava in assi. Una enorme, sgangherata, fumante e rumorosa affettatrice alimentata dai tronchi trascinati da un vecchio, fumante e rumoroso trattore che li andava a prendere là dove due boscaioli usavano la motosega (questa volta moderna) con grande maestria. Una decina di uomini, guidati da un capo-cantiere che annotava e misurava i tronchi, lavorava e dormiva nella foresta in misere baracche, per una paga che, ci ha detto Ramon, era di circa 25 dollari beliziani (12,5 dollari americani) cioè 25.000 lire al giorno!! Siamo rientrati a S. Ignazio che era già buio certamente colpiti dalle condizioni di lavoro di quel gruppo di uomini e dal loro trattamento economico ma anche con la certezza e la soddisfazione di aver visto uno scorcio di vita genuina e non costruita per il turista. La nostra avventura in Belize e Guatemala ormai era alla fine. Il giorno successivo, il primo di Febbraio. Siamo rientrati in Bus a Belize City, il 2 siamo volati a Miami, la mattina del 3 abbiamo goduto un po di spiaggia e di mare a Miami Beach (questa volta c’era il sole a faceva caldo), il pomeriggio abbiamo visitato a Sud di Miami una specie di zoo di pappagalli, tucani, fenicotteri rosa ed altro e alla sera siamo partiti per Londra arrivando poi alla Malpensa alle 15 di domenica 4 Febbraio. Un viaggio diverso dal solito, a volte fisicamente impegnativo, ma come sempre un’esperienza nuova che lascia soddisfatti e con la voglia di ripartire al più presto. Questa, caro Matteo e cara Alessia, e la storia della mia ultima (spero per ora) avventura. Il Belize è ancora abbastanza arretrato, se lo vediamo dal punto di vista del turista che vuole tutti i comfort ma proprio per questo interessante per chi cerca di vedere qualche cosa di genuino soprattutto per quanto riguarda la natura. Il costo non è dei più bassi e, credo, non lontano da un analogo viaggio (se fosse possibile) negli Stati Uniti ed è certamente più caro del Guatemala o dell’Honduras. La spesa, malcontata, dovrebbe essere stata di poco superiore ai 3.000.000 tutto compreso. . Ciao Ciao Dino Sito del viaggio con molte foto http://utenti.Tripod.It/dino41/index.Htm



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