Le abbazie trappiste del Belgio e percorsi alternativi

Attraverso le terre del Belgio illudendoci di vedere le abbazie trappiste
Scritto da: Gherardo
le abbazie trappiste del belgio e percorsi alternativi
Partenza il: 15/08/2018
Ritorno il: 22/08/2018
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
L’idea di andare in questa zona nasce alcuni anni fa, dopo la visita di Bruges e l’aver assaporato le ottime birre del Belgio. In ogni caso mi ero messo in testa la possibilità di visitare queste abbazie pensando alle vecchie tradizioni dei monaci con scantinati (seppur industriali) dove mantenevano il segreto della specifica birra legato soprattutto al territorio dove veniva prodotto. Niente di tutto questo e sinceramente il percorso delle birrerie trappiste di per sé è stato una autentica delusione. Siamo riusciti a fare una visita guidata solo di una abbazia, la “Maredsous”, e anche in questo caso una visita che non ci ha portato assolutamente a vedere la produzione di birra, ma in una aula didattica dove la guida, un vecchio professore di storia, ci illustrava questa antica tradizione ma con un modo di fare che ci ha sconvolto, perché, come fossimo a scuola, faceva domande ai presenti per poter proseguire nella sua illustrazione e già per noi era difficile capire in lingua francese e figuratevi a dover rispondere. Beh la visita è stato un vero martirio e abbiamo potuto visitare solamente il cortile dell’abbazia. Per nostra fortuna nel tour abbiamo visitato delle bellissime città che hanno bilanciato la delusione del percorso della abbazie trappiste.

Ma veniamo con il dettaglio del viaggio.

Il gruppo questa volta era composto da me, mia moglie, mia sorella e un mio amico. A causa di questa strana combinazione spesso ho dovuto dormire con Stefano lasciando mia moglie con mia sorella, perché nella maggioranza dei casi si trovano sistemazioni con camere doppie. Volo da Bologna con Ryanair per Colonia (Germania) acquistato alcuni mesi prima a circa 50 € a/r, destinazione vicinissima ai confini dell’Olanda e del Belgio e ad Aquisgrana dove prevedevo di sostare al ritorno.

Il giorno 15 agosto dopo aver parcheggiato a Bologna (look4parking) € 40 per una settimana, arriviamo in aeroporto con 2 ore di anticipo come in genere è consigliabile. Volo puntuale e atterriamo a Colonia dirigendoci nella zona delle agenzie di noleggio auto Mi sono trovato bene con Rentalcar e tramite Global avevo prenotato un’auto s.w. per circa 170 euro una settimana. Poi lì grazie all’aiuto di una ragazza tedesca, che anche lei stava noleggiando auto e che parlava pure italiano, ci siamo districati con le informazioni e abbiamo pagato qualcosina in più per il fatto che andavamo oltre frontiera (tipo 20 €). L’auto ricevuta era una Ford C MAX un modello superiore a quella prenotata, e aveva persino il navigatore non richiesto, anche se non siamo riusciti ad impostare l’italiano e ci dava informazioni in tedesco ma ugualmente molto comodo. Sul ruolino di marcia eravamo un po’ in ritardo e ritirata l’auto ci dirigiamo verso Maastrich in terra olandese. Arriviamo verso le 18 nel piazzale del mercato difronte a l’Hotel de la Bourse prenotato con booking. L’Hotel ha un’ottima posizione e offre anche una colazione abbondante e varia. Nel periodo c’erano lavoro di ristrutturazione, e una sala era completamente all’aria, ma non ci ha disturbato più di tanto. Abbiamo il tempo di portare l’auto al parcheggio fuori città e tornare all’hotel a riprendere le donne che nel frattempo si erano sistemate nella camera. Il tempo non è dei migliori ma non piove e facciamo un primo giro a vedere la città e cercare dove rifocillarsi. Arriviamo alla piazza centrale zona con molti localini dove poter cenare; nella piazza sono rivolte le absidi della cattedrale e di un’altra chiesa separate da una strada ma gli ingressi sono chiusi e quindi non ci resta che pensare a dove voler mangiare. Visto che mia moglie si lamenta di aver fame scelgo il primo ristorante che mi sembrava pure carino ed entriamo. Alla fine però verrò rimproverato perché lei (anche se l’unica) non ha gradito il cibo. (ristorante DE DIKKE in Platielstraat). Percorriamo le strade del centro, fermandoci a guardare le vetrine. Ci sono molte strade riservate a pedoni, e il centro della città è molto ben conservato anche se a nostro avviso niente di particolare. Rientriamo stanchi dopo la lunga giornata di spostamenti.

Il mattino successivo rifacciamo un percorso lungo le stesse strade arrivando fino al fiume Mosa e poi nuovamente verso la Cattedrale ma questa volta era troppo presto e avremmo dovuto aspettare le 10 per l’apertura e così decidiamo di riprendere il percorso verso il Belgio e le abbazie. Alle 10 infatti caricati i bagagli siamo già sulla strada in direzione di Namur e la vicina abbazia della Maredsous. Le strade in Belgio sono ben tenute e addirittura le autostrade hanno una fila di lampioni che le illuminano lungo tutto il percorso, un vero spreco di energia per quanto mi riguarda. Anche il traffico piuttosto scorrevole, solo un po’ di coda vicino Liegi a causa di un incidente, e poco prima di pranzo arriviamo all’Abbazia attraversando la bella Vallonia e in particolare rue de la Moulignée, un bellissimo percorso anche fluviale che avremmo voluto goderci di più. Comunque la giornata è splendida e l’abbazia immersa nel verde, e ci pregustiamo la visita con un bel percorso a piedi. Nella zona arrivi turisti ci mangiamo anche un panino mentre facciamo i biglietti per la visita in francese e come ho raccontato già sarà una autentica delusione. 90 minuti di vista con guida francese di cui 60 passati nell’aula didattica posta all’interno di un magazzino di formaggi e il rimanente in giro per l’abbazia nel cortile e nella chiesa molto spoglia. Anche in quest’ultima siamo stati a sedere in delle panche con il professore che ci spiegava del perché le monete cartacee raffigurassero la cronologia degli stili architettonici e via dicendo… ma la birra? Non vedevo l’ora di tornare a gustarmi la consumazione di birra compresa nel biglietto!

Verso le 16,30 riprendiamo la C max direzione Dinant. La cittadina di Dinant è molto carina e sinceramente se siete in Vallonia vi consiglio di visitare. Li c’è l’Abbazia vecchia delle Leffe (che ovviamente dopo le 18 abbiamo trovato chiusa) e la Maison du Leffe, costruita sull’altra sponda del fiume in zona panoramica che è soprattutto un locale commerciale dove si può mangiare, bere e forse anche dormire ma nessuna visita aziendale. Qui a Dinant abbiamo soggiornato per una notte al Cote Sax, un bed and breakfast molto carino, di recente ristrutturazione di una coppia giovane belga/francese. Le camere ampie e luminose danno verso la Mosa ed è uno spettacolo. Anche la colazione veramente abbondante e il servizio molto soddisfacente. A spasso per Dinant incontriamo una famiglia italiana in camper e dopo 4 chiacchiere ci facciamo delle foto sulla panchina di Adolphe Sax.

La mattina successiva dopo la colazione riprendiamo il percorso direzione Abbazia di Roquefort. Le strade attraversano ancora la Vallonia, molto verde, pascoli ovunque, e pochissimo traffico. Arriviamo all’abbazia e siamo soli, l’Abbazia era chiusa ai turisti e uno squallore totale faceva da cornice a quel luogo. Tra l’altro l’abbazia non era neppure di una fascino irresistibile, anzi proprio tutt’altro. Mentre stavamo risalendo in macchina una coppia di italiani, anch’essi in camper, ci chiede informazioni sul luogo e ci raccontano anche la loro delusione delle abbazie trappiste; ci diamo poi appuntamento all’abbazia d’Orval all’estremo sud del Belgio ma poco dopo essere partiti tra noi serpeggia la voglia di non andare, anche perché il percorso ci avrebbe allontanato parecchio, e quindi tutti d’accordo optiamo per Durbuy, una cittadina vicina a Namur della quale ci avevano parlato bene proprio mentre eravamo a Maastricht. Arriviamo dopo 45 minuti circa e sin da subito ci accorgiamo di quanto sia carina e di quanto l’atmosfera ci trasporti nel periodo medioevale. Facciamo un giro in centro e verso ora di pranzo mangiamo panini acquistati al supermercato. Il tempo di riposarci un attimo e ripartiamo verso Namur perché attraversandola il giorno precedente ci era sembrata meritevole di visita. Alle 14,30 circa siamo già in centro e parcheggiamo in zona bianca (anche se poi troveremo una multa), non accorgendoci del cartello posto all’inizio strada con indicazioni del pedaggio e di sosta massima con disco orario. Andiamo verso il castello e da lì il panorama è veramente bello. A metà percorso c’è posizionata una scultura particolare che mi pare di aver già visto. È una tartaruga dorata in grosse dimensioni e piano piano mi torna in mente che questa scultura anni fa si trovava in Piazza della Signoria a Firenze. Loredana si ferma ad aspettarci e noi saliamo verso il castello per arrivare ad un punto ancora più panoramico. Scendiamo poi per andare in centro e gustarci qualcosa di fresco da bere. Arriviamo alla cattedrale la cui cupola fa parte dei patrimoni dell’Unesco ma oltre a quella non c’è molto da vedere. Alle 17,30 circa riprendiamo l’auto per andare all’Abbazia d’Aulne vicino al confine francese. Arriviamo verso le 18,30 e ovviamente l’abbazia è chiusa, ad ogni modo questa è una abbazia diversa, senza il soffitto ed è a cielo aperto, si erge imperiosa, e da varie angolazione offre una bella vista. L’Albergo prenotato su booking è proprio di fronte all’abbazia e credo anche l’unico della zona. L’Auberge de l’abbaye e siamo rimasti veramente sconvolti e affascinati nello stesso tempo dall’arredamento delle camere. Scendevano dal soffitto dei drappi scuri a formare dei cilindri che coprivano il WC da un lato e la doccia dall’altro e anche la mansarda dove dormivano le donne era molto simile anche se più grande. Nello Stesso tempo difronte al lavandino della nostra camera si vedeva dalla finestra la bellissima abbazia d’Aulne ed era davvero uno splendido panorama. Pensavamo di essere nel nulla ma invece nella distanza di 100/200 metri c’erano 4 ristoranti, optiamo per uno di questi vicinissimo al canale (non ricordo il nome) e ceniamo veramente con gusto. Io ho preso la terrina di cozze davvero molto buone. Sicuramente ci sarà stato il birrificio in zona ma con i nostri orari di arrivo e partenza non proviamo nemmeno a cercarlo tanto sarebbe stato chiuso. In ogni caso la birra qui si chiama ADA come le iniziali dell’Abbazia d’Aulne.

Il mattino facciamo una abbondante colazione in Albergo e poi prima di partire verifichiamo se l’Abbazia fosse aperta… sono le 9 e apertura prevista per le 10 quindi non aspettiamo e riprendiamo l’auto verso Gand. Arrivati a Gand ci indirizziamo immediatamente alla stazione centrale, aspettavamo l’arrivo di Giacomo, figlio di Stefano, che lavora presso l’università di Leuven in collaborazione con quella di Perugia. Arriva puntuale all’ora stabilita (in Europa in genere i treni sono puntuali tranne che in Italia) e dopo i consueti saluti e abbracci andiamo a cercare il nostro appartamento in pieno centro. Mia moglie si rianima con la presenza di Giacomo e non lo lascerà un secondo, e Giacomino farà la vittima sacrificale per ben due giorni, povero lui. La città ci appare immediatamente nel suo splendore ma arrivati all’appartamento scopriamo di aver prenotato un bellissimo attico in un palazzo difronte alla chiesa di S.Nicola, un palazzo signorile la cui facciata era pure adornate da splendidi puttini. L’interno modernissimo era tutto sui colori bianco, nero e rosso e nella parete in fondo un pannello enorme con l’immagine di Gand in notturna. La signora ci fa lasciare le scarpe all’ingresso e rimaniamo in calzini e la cosa ci fa piacere. Ci illustra l’utilizzo dei vari pulsanti nella casa sia per le tapparelle sia per le luci e quant’altro e davvero siamo increduli nel poter rimanere due giorni in quell’appartamento comodissimo. Paghiamo in anticipo 110 euro a testa e salutiamo la signora e sua figlia preparandoci alla visita della città. Gand è forse la sorpresa più bella di questo viaggio a tappe. Il centro città è molto bello e ci sono molte cose da vedere. Alla sera poi molti locali per giovani e le luci avvolgono la città in una magnifica atmosfera. Giriamo in largo e in lungo e scopriamo angolazioni della città che merita sicuramente di essere visita e di essere considerata al pari di Bruges come la più bella del Belgio. Non sto pertanto a raccontarvi esattamente le cose viste perché credo sia giusto alle volte rimanere sorpresi delle bellezze de luogo, consiglio solo la visita della torre di Belfort, della cattedrale che conserva la famosa pala dell’Agnello Mistico, il Castello di Gravesteen.

Dopo 2 giorni a Gand, Giacomo ci saluta la mattina presto di lunedì per andare in stazione e tornare a Loviano dove l’attende la sua università, ed anche noi prepariamo i bagagli per la ripartenza. Il nostro viaggio riprende quindi con destinazione Anversa, dove rimaniamo tutta la mattina per la visita al centro della città. La città è avvolta da molti cantieri ma svetta sopra tutti l’immenso campanile della bella Cattedrale. Io e Stefano entriamo per la visita della cattedrale che contiene molte opere di Rubens, ma lo stile architettoniche non ci entusiasma. Usciamo e ci ritroviamo con mia moglie e mia sorella per un girettino in centro e per acquistare qualche souvenir. Pranziamo con panini e poi riprendiamo l’auto direzione Westmalle. Probabilmente la toccata e fuga ad Anversa non ci ha fatto apprezzare la città. Cerchiamo l’abbazia con la speranza di avere almeno un buon ricordo delle abbazie trappiste ma una volta arrivati sul posto vediamo tutto chiuso e una grande industria tutta recintata. Chiediamo ad un monaco che stava rientrando nell’Abbazia se era possibile una breve visita ma la sua risposta è negativa come per tutte le altre volte. Non ci resta che fermarci lungo la strada nazionale per la degustazione della Westmalle, praticamente un ristoro dove poter mangiare, bere la famosa birra in tutte le sue versioni e acquistare qualche bottiglia da riportare, cosa che farò a malincuore e dico così perché per il trattamento ricevuto non meritavano nemmeno due spiccioli.

Riprendiamo il percorso verso Aquisgrana dove arriveremo in serata e pernotteremo al Domapartments in Stifstrasse. È già sera quando usciamo dall’hotel, giusto il tempo di fare due passi in centro e arrivare nei pressi della Cattedrale e cerchiamo un ristorantino dove poter cenare e optiamo per il Macaroni, dove gustiamo un’ottima cena ad un buon prezzo. Il tempo di fare due passi in centro per poi rientrare in Hotel. Il giorno successivo dopo la colazione fatta al Moss (una catena di panetterie/caffetterie) torniamo in centro per la visita sia dei tesori della Cattedrale che della cattedrale stessa, che ricorda vagamente la recente visita di Palermo, per il soffitto a mosaico con tasselli in oro, anche se si tratta di un mosaico con fattura più grossolana rispetto alla cappella palatina di Palermo. I tesori nel museo a fianco valgono sicuramente la visita ad Aquisgrana, sono di una bellezza incredibile e ci dimostra come fosse stato ricco e importante l’impero romano d’occidente all’epoca di Carlo Magno che riposa in questa città. Rientriamo per una pennichella in Hotel dopo aver mangiato qualcosa in centro e ci prepariamo ad andare alle Terme Carolus. Una passeggiata di 20 minuti a piedi ci porta alle Terme; entriamo e ci gustiamo 2 ore di quelle calde acque termali nelle varie piscine, che ci rimettono in sesto. Alla sera cerchiamo un nuovo ristorantino e scegliamo la zona del municipio mangiando da Karl’s Wirtshaus e soprattutto bevendo delle ottime birre; ma si avverte ormai aria di fine vacanza. L’indomani partiremo dopo le 8 per raggiungere l’aeroporto di Colonia che dista 50/60 minuti da lì e siamo pronti a riconsegnare l’auto ed attendere il nostro volo per Bologna.

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