Weekend nelle Fiandre orientali… con il nostro bambino

Da Gand a Bruges con neonato di quattro mesi al seguito
Scritto da: GianlucaDeLeo
weekend nelle fiandre orientali… con il nostro bambino
Partenza il: 20/09/2014
Ritorno il: 22/09/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Erano tredici mesi, dai tempi del Canada, che io e mia moglie non ficcavamo il naso su un portale di viaggi, non mettevamo piede su un aereo, non solcavamo soglia di un albergo. In questi tredici mesi abbiamo viaggiato nulla, ma abbiamo avuto tutto: è nato Bruno che, a soli quattro mesi, è pronto a riempire per la prima volta la sua valigetta di viaggiatore in fasce.

L’idea di un breve viaggio di “test” è maturata ad agosto quando digitando su Google le magiche paroline “viaggio” e “neonato” mi sono addentrato in molti forum dove si dispensavano consigli utili per girare il mondo con bambini di qualsiasi età. Con mia grande sorpresa ho ricavato informazioni molto confortanti sulla fattibilità dei viaggi in compagnia di neonati molto piccoli, soprattutto se nutriti con solo latte materno. Tutto dovrebbe essere in questo caso più semplice in quanto non ci sono biberon e pappine da scaldare, liquidi da presentare ai controlli e così via.

Così riorganizzo le idee, mi faccio coraggio e propongo a mia moglie due-tre alternative per un weekend “no stress” da fare a settembre. Alla fine decido per Bruges, di cui mi ero innamorato dai tempi dello splendido film “In Bruges” con Colin Farrell. La scelta è anche corroborata dalle ottime tariffe praticate dalla compagnia di bandiera belga sulla tratta Roma-Bruxelles, mentre più ostico è il lavoro sugli hotel i cui prezzi in quel di Bruges sono davvero elevati. Per questo motivo decido di trasformare questo viaggio da “city break” a “mini tour” delle Fiandre Orientali aggiungendovi un auto a noleggio, programmando poco meno di 200 km totali da percorrere, e optando per una giornata da trascorrere a Gand, altra città su cui avevo letto cose interessanti.

Così sabato 20 settembre alle 4.00 di mattina (Brunetto dorme e neanche si accorge di essere passato dalla culla all’ovetto) partiamo in direzione Fiumicino. Il trattamento riservato dalla Bruxelles Airlines alle famiglie con bambini è ottimo; ci viene data priorità all’imbarco (che dopo anni di pesci in faccia presi da Ryanair non è male come sensazione), possiamo portare il passeggino fino alla porta dell’aereo (dove lo ritroveremo con puntualità “belga” non appena atterrati) e veniamo anche omaggiati di un bavaglino griffato con il logo della compagnia. Il volo è ottimo, Bruno un po’ dorme, un po’ ciuccia, un po’ è divertito.

Arrivati a destinazione, dopo aver soddisfatto le esigenze primarie del pupetto all’aeroporto di Bruxelles, ritiriamo la bella 500L messa a disposizione dalla Sixt e partiamo alla volta di Gand. Dopo un’oretta scarsa di viaggio sull’autostrada E40 (completamente gratuita) arriviamo a destinazione. Non c’è nessun problema parcheggio nel centro visto che ce ne sono molti sotterranei e centrali dai prezzi tutto sommati contenuti (9€ per 24h). Proprio all’uscita del parcheggio ci imbattiamo subito nel castello di Gerald the Devil che si riflette cupo nelle acque del canale sottostante. Qualche metro più avanti arriviamo alla fantastica cattedrale gotica di San Bavone; qui con 4€ a persona abbiamo la possibilità di ammirare lo splendido polittico “L’adorazione dell’agnello mistico” di Jan (e forse Hubert) Van Eyck, capolavoro assoluta della pittura “primitiva” fiamminga.

Ci spostiamo verso il moderno Pavillion, struttura architettonica dalle forme molto ardite, dove ci fermiamo per una gustosa pausa pranzo a base di hamburger bio e ottima birra Orval presso la brasserie Het Lam Gods. Dopo il pranzetto, approfittiamo dell’ottimo umore di Bruno per visitare il vicino e maestoso Belfort di Gand dove con 6 euro saliamo fino al punto più alto della torre, da dove si può ammirare il panorama della città. Successivamente ci spostiamo al piano inferiore per vedere da dentro gli incredibili meccanismi che regolano il funzionamento del carillon della torre.

Usciti dal Belfort, visitiamo prima la chiesa di San Nicola, poi ci spostiamo verso il pezzo forte della città, vale a dire la zona dei canali conosciuta come Graslei e Korenlei, piena di ristoranti e traboccante di gente di tutte le età con voglia di divertirsi. Il punto di osservazione privilegiato è situato sul ponte San Michele (che sorge proprio sotto l’omonima basilica) ed è da qui che vengono scattate le più belle foto di questa parte di Gand. Concludiamo il nostro giro passeggiando in direzione del piccolo castello di Gravenstein, molto suggestivo in quanto circondato su di un lato dalle acque del canale.

Il programma avrebbe previsto di trascorrere la serata a Graslei e Korenlei ma il piccoletto inizia a dare segni di cedimento, ragion per cui saggiamente decidiamo di andare a recuperare l’auto, uscire da Gand, imboccare di nuovo l’E40 e dirigerci verso Aalter dove avevo prenotato su Hotels.com una notte al Best Western Orchidee, hotel nuovissimo, perfettamente equidistante tra Gand e Bruges, in grado di offrire elevati standard di servizi a prezzi contenuti per la zona (80€ per una doppia con colazione e parcheggio). La sera ceniamo nei pressi dell’albergo ma subito dopo, verso le 21:30 crolliamo sfiniti. Evidentemente non era solo Brunetto ad essere stanco.

L’indomani, gustiamo prima una ricca colazione in albergo, poi rimontiamo in auto e sotto un sole che promette bene ritorniamo in autostrada per coprire l’ultima ventina di km che ci separano dall’agognata meta finale: Bruges.

Per questa domenica il centro storico è completamente chiuso al traffico, ragion per cui, lasciamo l’auto per le successive 24 ore presso il parcheggio sottostante l’auditorium. Passiamo al vicino e attrezzatissimo centro info per prendere mappa e guida in italiano a soli 5 euro. Poi ci dirigiamo a piedi verso l’hotel Crowne Plaza che sorge ad una quindicina di minuti passeggiando per la Steenstraat che è la via dello shopping di Bruges. Subito siamo rapiti dalla chiesa gotica di San Salvatore con il suo alto campanile, dagli splendidi edifici, dal maestoso Belfort che domina il panorama e, più prosaicamente, dalle molteplici cioccolaterie e dal chiosco che offre a 12€ l’aperitivo a base di ostriche e champagne (un must da queste parti a cui non sono riuscito a sottrarmi). Passiamo per la splendida piazza del Markt, dove proprio sotto il Belfort è stato allestito un mega palco per dei concerti. Arriviamo poi nell’altrettanto bella piazza del Burg, cuore pulsante della città, dove ancora oggi sorge il Municipio. Proprio nell’angolo della piazza c’è il nostro hotel dove ci viene permesso di fare il check in con notevole anticipo.

Mentre ci rifocilliamo in camera, studiamo un po’ sulla guida le tappe successive del giro pomeridiano. Partiamo dai canali che sorgono immediatamente alle spalle della piazza del Burg. In realtà appena ci addentriamo in questa zona, abbandoniamo i suggerimenti, e ci lasciamo guidare dalla bellezza dei tanti angoli incantati di Bruges. Dai ponti, dagli edifici centenari splendidamente tenuti, dagli alberi e dai fiori, dai cigni che solcano leggeri le acque dei canali. Raramente ricordo di aver riscontrato una simile armonia tra natura e opera dell’uomo. Tra questi angoli, uno dei più suggestivi è sicuramente il “Rozenhoedkaai” soprannominato anche la cartolina vivente, perché offre uno scorcio davvero indimenticabile e fotogenicissimo del canale e degli edifici circostanti sovrastati alle spalle dall’incombente sagoma del Belfort.

Proseguendo su quella direttrice si arriva in un altro angolo assai prezioso di Bruges: il Beghinaggio. Un piccolo mondo a parte nel cuore della città, eppure così lontano dalla folla. Le piccole case bianche che una volta ospitavano le monache beghine (oggi invece ci sono delle suore), gli alti alberi, il rumore delle foglie, l’assoluto (e reclamato dai cartelli) silenzio rendono davvero emozionante e in qualche modo spirituale l’esperienza del visitatore. Da non perdere.

Usciti dal Beghinaggio si ha la possibilità di rilassarsi e di godersi un altro angolo incantato di Bruges, il Minnewater Lake e il parco circostante, indubbiamente un luogo ad alto tasso di romanticismo e con tanti scorci bellissimi da fotografare.

Dopo questa doppia scoperta ci dirigiamo verso il Belfort allo scopo di visitarlo. Purtroppo dopo una breve sosta presso un piccolo locale che offriva degustazioni di birre trappiste, il tempo cambia repentinamente e inizia a piovere e a fare un po’ troppo freddo per Bruno, per cui a malincuore rinunciamo al panorama del Belfort e ritorniamo in hotel presso il cui ristorante consumiamo la cena.

Dopo cena, messo a letto Brunetto e con il benestare di mia moglie, approfittando del miglioramento del tempo, faccio un ultimo salto per le strade e i canali di Bruges, per vederli in abiti notturni. Ripercorro in poco tempo quasi tutte le zone viste nella giornata sospinto dall’entusiasmo che i monumenti, i palazzi e le torri splendidamente illuminati trasmettono. Torno inoltre alla zona della “cartolina vivente” dove l’arrivo in fila indiana di un gruppetto di bellissimi cigni mi permettono di scattare foto meravigliose di questo scorcio da sogno e di chiudere in bellezza la visita di questa eccezionale città.

L’indomani, per evitare brutte sorprese, ci rechiamo con largo anticipo all’aeroporto di Bruxelles. Bruno sembra allegro e di ottimo umore. Durante il volo di ritorno ci ha sorriso per gran parte del tempo, sotto sotto questo suo primo viaggio gli deve essere proprio piaciuto.

Guarda la gallery
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Piazza del Burg

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La cartolina vivente

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Graslei e Korenlei

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Belfort di Bruges



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