Tour del Belgio

In giro per Bruxelles,Bruges,Gent, Leuven, Anversa e la Vallonia
Scritto da: sovar
tour del belgio
Partenza il: 23/07/2013
Ritorno il: 29/07/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Sono veramente poche le persone che visitano il Belgio, almeno dalle nostre parti. In passato era molto più in voga se non altro per la forte presenza di emigrati italiani, ora è una meta di seconda scelta. Errore di valutazione imperdonabile.

Come mia consuetudine e presumo anche di chi legge solitamente i racconti di viaggio, ho cercato di prepararlo nei minimi dettagli, facendo una selezione delle tante cose da vedere e tutto sommato penso di aver fatto le scelte giuste.

martedì 23/07

Partenza prestissimo con aereo alle 6:30 da Trapani che ci consente di essere alle 09.00 a Charleroi.

E’ stato bello osservare le vette delle Alpi innevate mentre il tablet permetteva alle compagne di viaggio, mia moglie e mia figlia Irene di ingannare il lungo tempo di volo, mentre nessuno pensava a me seduto poco dietro, accanto ad una anziana suora ed a un signore che veniva in Belgio solo per curarsi i denti. In aeroporto ritiriamo la nostra bella auto che ci permetterà di girare in lungo e largo il Belgio senza alcun vincolo di orario o di mete. Con qualche piccola difficoltà giungiamo presso lo studio preso in affitto a Bruxelles zona Parlamento Europeo dove staremo per l’intero soggiorno. Appena il tempo di sistemarci è già il momento di pranzare, ci rechiamo alla vicinissima stazione Luxembourg dove ci divoriamo dei gustosi panini da Panos catena belga di Fast Food. Ci concediamo un riposino vista la levataccia, ma intorno alle 16:30 usciamo per una prima visita della città. Ci sposteremo quasi esclusivamente con gli efficienti bus della capitale in particolare il 38 ed il 95 che collegano la zona Europea e il centro storico. Il primo pacchetto da 10 biglietti ci costeranno 13€.

Si inizia con la Cattedrale nella Città Alta anche se circondata da palazzoni moderni in un innaturale e fastidioso contrasto. In stile gotico fiammingo la cattedrale e intitolata a Santa Godula e San Michele Arcangelo patroni della Città. Risale al 1300 anche se la costruzione durò moltissimi anni. L’interno ci appare, ma questa sarà una delle caratteristiche comuni a tutte le altre chiese, tante vero Irene, che visiteremo, dicevo ci appare molto luminoso grazie alle tante e ampie vetrate istoriate che caratterizzano le pareti della chiesa.

La visita prosegue poi verso la città bassa attorno alla Grand Place attraversando prime le raffinate Gallerie di S. Hubert considerato il primo centro commerciale d’Europa con le sue raffinate vetrine tra cui notiamo una borsa da 13000€ e un Rolex da 35000€ però non ci convincevano e quindi non li abbiamo acquistati.

Per tornare sulla Terra per fortuna cerano anche bellissime vetrine di cioccolati uno dei prodotti tipici del Belgio che avremo modo di assaggiare in altri punti vendita più alla nostra portata. Irene rimane estasiata da un negozio di caramelle entriamo, qualche foto e un po’ di caramelle. Dalle gallerie, alla splendida Gran Place il centro nevralgico della Bruxelles turistica non ha torto considerata una delle più belle piazze d’Europa. E straordinariamente elegante e piena di turisti. Spicca ovviamente l’Hotel de Ville il municipio con il Belfroi e di fronte La Maison du Roi. Tutt’intorno gli edifici delle Corporazioni riccamente adornati in una gara a chi risulta più appariscente. L’antica piazza del Mercato è oggi circondata ai piani terra da una serie interminabile di bar e ristoranti piene di turisti che tra un sorso e l’altro contemplano la piazza. L’edificio di maggior interesse per Irene è però l’Hard Rock Caffè aperto recentemente, nulla a che vedere con quello di Barcellona, inevitabile l’acquisto della maglietta. Siccome avremo modo si stare altre volte in questo posto, proseguiamo il nostro itinerario e giungiamo nella zona della Bourse, altra zona elegante della città anche se qui non c’è più l’isola pedonale. Qui adocchiamo un Pizza Hut che in Belgio frequenteremo moltissimo.

Infine concludiamo il giro fino a place S. Caterina in meno tempo del previsto in una zona più tranquilla, ma sempre piena di ristoranti.

E’ tempo di pensare a mangiare è per la nostra prima sera in Belgio, anche se il sole è ancora lontano dal tramontare, qui fa buio intorno le 22, decidiamo di cenare in un ristorante tra quelli già segnati sulla mia personale guida, l’Amadeus. Caratteristico già solo per l’arredamento in pratica è una libreria con pareti ricoperte da scaffali pieni di libri, è famoso in particolare per le Spare Ribbs, piatto tipico si americano, ma che anche in Belgio è molto apprezzato, in pratica si tratta di costine di maiale ricoperte da una salsa dolciastra al miele e senape gustosissime, da divorare con le mani, malgrado le reticenze di Giusy, anche per questo portano delle salviettine inumidite e un barattolo per contenere gli scarti, non è stato però cosi facile capirlo. Come contorno anche una patata al cartoccio con tanto di buccia anche questa saporita con della salsa. Il tutto con la formula del mangia tutto quello che vuoi, anche se non riusciremo a fare il bis proposto dalla cameriera.

Il conto di 55€ ci soddisfa pienamente, prima scelta azzeccata.

Ritorniamo verso la Grand Place, gustiamo i primi gaffe tipico dolce belga che qui sono davvero buoni 4,50. Nei pressi della piazza visita al Manneken Pis il bambino che fa pipì statua simbolo della città, la leggenda narra che in questo modo abbia salvato la città da un incendio.

La statua per la verità molto piccola spesso indossa dei costumi tipici che variano da giorno in giorno in base alle ricorrenze o in onore di importanti ospiti della città. Non avremo la fortuna di vederlo vestito, ma come mamma la fatto.

Mercoledì 24/07

Il Quartiere Europeo è una zona molto tranquilla e con pochissimo traffico, il Parlamento è a meno di 100 metri insieme ad altre imponenti strutture dove immaginiamo lavorino migliaia di persone, anche se di gente per strada se ne incontra davvero poco, probabilmente siamo già in periodo di ferie.

Il bus 38 ci porta nei pressi di Mont de l’Art una scalinata che scende giù verso la città bassa visitata ieri. La giornata inizia con la visita al MIM Museo degli strumenti musicali (18€) che godeva di ottime recensioni. Giudizio che possiamo senzaltro confermare pienamente. Un museo moderno in un edificio di art decò dove era possibile ascoltare i suoni man mano che si ci avvicinava ai vari strumenti musicali tra l’altro con una straordinaria qualità.

Gli strumenti divisi per tipo e per aree geografiche sono veramente tanti, molti dei quali sconosciuti, alcuni tipici siciliani ed anche degli originali antichissimi. Insomma non possiamo che confermare che si tratti del miglior museo in Europa nel suo genere, ma ancora una volta ci conferma che il troppo alla fine può anche annoiare tanto che alla fine andremo sempre più veloci. Tra i diversi piani giungeremo infine sulla terrazza panoramica occupata da un ristorante.

All’uscita del museo ci sorprende la pioggia che diventa sempre più insistente, impossibile spostarsi.

Attendiamo sotto i portici di Place Royale davanti la Chiesa di Saint Jacques. Attenderemo una mezzoretta, ma il vero problema sarà rappresentato dalla visita al Palace Royal che secondo le mie fonti doveva essere aperto dal 22 Luglio per un breve periodo. Purtroppo però in questi giorni il Belgio è stato teatro di un grande avvenimento a me per la verità sfuggito quasi del tutto, ovvero l’abdicazione del re Alberto II in favore del figlio Filippo avvenuto nel giorno della festa nazionale il 21 Luglio con tanto di festeggiamenti, un vero peccato aver perso questo momento storico.

A causa di questo improvviso avvenimento la prevista apertura del palazzo è stata ritardata al 1 Agosto. In pratica abbiamo perso più di un’ora alla ricerca di un ingresso facendo un faticoso giro e alla fine apprendo da un impiegato di un vicino museo che il palazzo era inevitabilmente chiuso.

Imprevisti che possono capitare, ma che sarebbe meglio evitare, un po’ di delusione sia per il tempo perso, sia per la mancata visita ad un bel palazzo che vanta dei fastosi interni, anche se comunque non del livello di altri ben più prestigiosi.

Ovviamente la cosa ha innervosito le mie compagne di viaggio che hanno cominciato a fare dell’ironia e del sarcasmo per gli anni trascorsi a studiare il Belgio!

Continua la nostra visita, ora ci spostiamo verso il quartiere si Sablon con la chiesa del 400 di Notre Dame du Sablon in stile gotico. Un po’ tutte le chiese che visiteremo seppur non bellissime risultano essere tutte molto luminose essendo le pareti piene di finestre istoriate di grande effetto.

Accanto la chiesa la Piazza du Grand Sablon dove la domenica si svolge un famoso mercato dell’antiquariato. Tutta la zona è molto tranquilla poco trafficata e pochi turisti si spingono fino a qui, in effetti venendo a mancare la visita al Palazzo Reale si poteva evitare.

Ritorniamo verso la Grand Place per la visita del Hotel de Ville visitabile solo in rari momenti il Mercoledì e la Domenica 12€ attendiamo il nostro turno ci capita il francese per cui capiremo un bel niente. Il Municipio edificato nel 400 su cui svetta il Belfroi e sulla guglia San Michele Arcangelo è davvero magnifico negli esterni internamente decisamente meno ad eccezione della Camera di Consiglio decorata da splendidi arazzi. Ovviamente il fatto di non comprendere la guida, rende la visita decisamente noiosa.

Dopo un doveroso riposino pomeridiano, intorno alle 18:30 usciamo è prima di raggiungere Louven sostiamo alla vicina Place Jourdan per qualche acquisto al solito supermercato e soprattutto provare le famose patatine fritte belghe da Maison Antoine, il famoso chiosco che vanta quelle più buone di Bruxelles. Sono davvero buone, ma non tanto diverse dalle nostre sono solo più dure fuori e morbide dentro, per la doppia frittura.

Raggiungiamo rapidamente Louven direttamente fermandoci al parcheggio coperto impostato nel Gps. Siamo lontani dal centro sembra non esserci nessuno, ci addentriamo nel vicino Beghinaggio dove troviamo piccole comitive di turisti. Malgrado ciò regna la più assoluta tranquillità come lo era nel tempo in cui qui vivevano le beghine molto diffuse in Belgio. Le beghine altro non erano che delle donne che si ritiravano in questi veri e propri villaggi con grande devozione pur non prendendo i voti e rimanendo laiche nella più assoluta povertà e dedizione.

Oggi le tante strutture dalle piccole casette agli edifici più grandi sono utilizzate per gli studenti universitari delle rinomate facoltà di Leuven. Rimane la presenza di una bella chiesa e un atmosfera medievale anche per la totale assenza di mezzi in un ambiente dove tutto e realizzato in mattoni rossi a vista e le stradine in pietra che con piccoli ponticelli superano i deliziosi canali che attraversano il villaggio. Tutto davvero molto bello. Il posto era talmente rilassante che quasi ci dimenticavamo di Irene attardatasi dentro la chiesa.

Lasciato il beghinaggio ci dirigiamo a piedi verso il centro che raggiungiamo in una decina di minuti. Piccolo ed incantevole. Tanti turisti e soprattutto tantissimi studenti, ma che non disturbano solo un leggero mormorio vicino ai tavoli dei tantissimi bar sulle piazze.

Grote Markt è la piazza dove svetta il ricamatissimo Stadhuis il Municipio uno dei più belli al mondo. Dalle proporzioni un po’ strane ricchissimo di statue e decori di ogni tipo in perfetto stile gotico. Di fronte la bella chiesa di San Pietro che però troviamo chiusa. Accanto alla Grote Markt l’Oude Markt, altra grande piazza circondata da bar affollatissimi. Notiamo anche la presenza di un grande palco per un imminente concerto e soprattutto le eleganti facciate degli edifici che circondano la piazza. Il giudizio su Louvain è assolutamente positivo, meritava certamente una visita e la breve distanza da Bruxelles ci ha permesso di visitarlo di sera.

Giovedì 25/07

Per visitare il Belgio abbiamo noleggiato un’ auto. Avremmo potuto utilizzare anche le efficienti reti ferroviarie belghe, ma l’auto ci consentiva maggiore libertà e poi per il giorno in Vallonia sarebbe stata per forza necessaria. Ovviamente ha comportato qualche spesa in più tipo per i parcheggi, praticamente inesistenti quelli liberi.

Intorno alle 9 vado a prendere la nostra bella Clio, e prima di raggiungere Gent a cui sarà dedicata buona parte delle giornata ci fermiamo a visitare l’imponente Basilica del Sacro Cuore ispirata anche questa alla più famosa di Parigi. Realizzata nei primi anni del 900 è in realtà ancora incompleta. E’ tra le prime 10 più grandi Basiliche del mondo praticamente si vede da qualsiasi punto della città, che si può osservare salendo su uno dei campanili, cosa che però non abbiamo fatto.

La grandiosità si può cogliere ancora meglio negli interni, seppur ancora in gran parte spogli.

L’atmosfera un po’ fredda viene riscaldata dalla presenza di un folto numero di persone per lo più extracomunitari che cantano in coro in stile gospel, delle canzoni religiose molto vivaci Stiamo parlando probabilmente di gente che si è ormai stabilita da molti in anni in Belgio e si e integrata molto bene nel paese anche dal punto di vista economico, questa è almeno l’idea che uno si può fare osservandoli, tutt’altra cosa di quello che è avvento da noi.

La visita non sarà lunghissima anche perché la Basilica a parte l’imponenza non ha altri particolari di rilievo.

Prossima tappa che ci incuriosisce molto sarà l’Atomium dove il nostro ormai datato GPS ci porta rapidamente, finalmente un parcheggio gratuito una volta tanto.

La splendida giornata di sole risalta la lucentezza delle strutture metalliche dell’Atomiun realizzato per l’Esposizione Universale del 1958. Rappresenta una molecola di ferro ingrandita 165 miliardi di volte con delle enormi sfere cromate collegate da enormi tubi metallici. La visita particolarmente cara, ma con il biglietto combinato con il MiniEurope risparmieremo qual cosina.

Non si può andare a Bruxelles è non visitare questa originale struttura. All’ interno si sale grazi a degli ascensori e lunghe e verticali scale mobili che permettono di raggiungere i vari ambienti dove sono state realizzate mostre che narrano della storia dell’Atomium e degli anni 50/60.

Inoltre spettacolare è la vista dal punto più in alto su Bruxelles e il Parco Laeken con l’abitazione dei Sovrani del Belgio. Proprio sotto L’Atomium notiamo il MiniEurope e il tristemente famoso stadio dell’Heysel.

Riprendiamo la macchina e partiamo alla volta di Gent che dista circa 55km. Sconfiniamo cosi per la prima volta nelle Fiandre. Le autostrade belghe sono uno spettacolo, larghissime,illuminate per tutto il percorso e soprattutto dritte essendo il territorio pianeggiante, sono immerse nel verde cosa che non permette di vedere granché del paesaggio oltre gli alberi ed infine sono pure gratuite. Il traffico è intenso ma scorrevole in assoluta sicurezza anche perché tutti rispettano il limite di 120 kmh. Arriviamo ad un parcheggio periferico dove attendiamo un tram che ci porta chissà dove, infatti non scenderemo alla fermata giusta, ma ben più in là costringendoci a ritornare indietro tra il sarcasmo di Irene ma altri faranno lo stesso errore.

Arriviamo finalmente a Gent, ed entriamo quasi all’improvviso in un atmosfera medievale dove le macchine sono bandite a favore delle carrozze. Gent ha un piccolo centro storico e pensare che un tempo è stata la più grande città in Europa seconda solo a Parigi.

Il primo monumento che si presenta ai nostri occhi è il castello Gravensteen perfettamente conservato e circondato dai canali che attraversano tutta la città, eviteremo il giro in battello che riserveremo per Bruges. Ci spostiamo verso la piazza principale dove dominano lo Stadhuis e il Belfort che visiteremo. Prima di continuare il giro preferiamo mangiare e tra i tantissimi posti la scelta cadrà ancora una volta su Pizza Hut sebbene qui i costi sono più alti (40€). Il Belfort alto 95m è patrimonio Unesco, risale al 1400 siamo saliti fino in cima grazie alla presenza dell’ascensore, da qui una splendida vista sulla città. Inoltre nei vari livelli della torre in un piano è possibile ammirare il funzionamento di un antico carillon che attenderemo pazientemente che si metta in funzione.

La città è piena di turisti, tra l’altro in questi giorni si svolge il Gentenfest considerata una delle feste più popolari e affollate d’Europa e difatti il centro era stravolto dalla presenza di almeno una decina di palchi per i vari concerti che ci sarebbero stati in serata, prevedibile quindi un affollamento soprattutto di giovani e uno scorrere di birra impetuoso, cose che a noi certo non interessavano.

Dopo il Belfroi la Cattedrale di San Bavone, lo scrivo in italiano perché in fiammingo è impronunciabile. E’ una splendida chiesa gotica anche questa particolarmente luminosa, ma la vera attrazione della chiesa e la presenza di un autentico capolavoro della pittura fiamminga L’adorazione dell’agnello mistico dei fratelli Van Eyck una pala d’altare con pannelli richiudibili. La visita a pagamento ci costa ben 12€, ma tante vale fare un sacrificio per un opera tra le più conosciute al mondo, anche se personalmente né sconoscevo l’esistenza.

Ci spostiamo poi verso il porto canale di Gent probabilmente la parte più bella anche se le strutture della festa inquinavano diciamo così lo splendido paesaggio medievale perfettamente conservato.

Il famoso ponte di San Michele congiunge le due vie, Graslei e il KorenMarkt adiacenti il canale.

Anche qui seppur una zona molto affollata regna una atmosfera molto rilassante, non fosse altro per l’assenza di auto. Sempre per la festa hanno addirittura realizzato un enorme palco su una piattaforma galleggiante sul canale.

Staremo fino a tardo pomeriggio in questa incantevole e romantica città passeggiando per le antiche stradine che costeggiano i canali solcati dai battelli turistici. La mezza giornata dedicata a Gent è più che sufficiente per girarla e se non fosse stata per la confusione per la festa sarebbe valsa la pena restare anche la sera dove appare dicono ancora più bella.

In Belgio fa buio piuttosto tardi intorno alle 10 per cui ritorniamo a Bruxelles prima ancora di aver fatto buio. Appena il tempo di una doccia e ritorniamo a Bruxelles per la cena.

Decidiamo per uno dei più consigliati, il Chez Leon lungo la Rue de Brochers una via dietro la Grand Placè piena zeppa di ristoranti prettamente turistici dove fanno a gara a tentare di accaparrarsi i turisti. Resistiamo ad alcuni inviti ed entriamo da Chez dopo una rapida occhiata al Jeanneken Pis la bambina che fa pipì che si trova proprio in un vicoletto.

Da Chez Leon bisogna per forza provare un altro tipico piatto belga le moulen ovvero le cozze che qui usano tantissimo serviti col tegame in cui vengono fatti cuocere con un po’ di brodo con burro vino birra e molto sedano. Ci sono piaciute, un modo diverso di cuocere le cozze, ma di certo le nostre zuppe di cozze non sono da meno. Le moulen vengono sempre accompagnate con delle buonissime patatine fritte belga.

Pagheremo 73€, ma da queste parti non è certo molto, siamo comunque rimasti soddisfatti, anche per la cortese cameriera che ci serviva.

Dopo alcune foto in Grand Placè tra cui una piuttosto travagliata con l’autoscatto ed un’altra sotto la statua portafortuna di Everard’t Serclaes Conte delle Fiandre che tentò di liberare la città dal Duca di Brabante, alla fine prendiamo un taxi che ci riporta a casa ormai a tarda ora.

Venerdì 26/07

Oggi sarà una giornata meno impegnativa del solito, direi quasi rilassante, sia perché rimarremo in zona Europea sia perché il pomeriggio è dedicato allo shopping.

La giornata però non è delle migliori il cielo è coperto, la temperatura fresca. La prima visita una volta tanto gratuita è al Parlamentarium vicinissimo alla nostra casa. Entrare è come in un aeroporto con rigide misure di sicurezza. E’ una mostra moderna e avveniristica realizzata da un paio di anni che sostituisce la visita al Parlamento Europeo non più possibile. All’interno la Storia della Comunità e più in generale dell’Europa dagli anni 40 in poi viene esposta in maniera tutt’altro che noiosa grazie all’ausilio massiccio della multimedialità e dell’interazione con questi mezzi grazie anche alle audio guide. Alcune sale sono veramente spettacolari ed in una di esse e ricreato il Parlamento. Irene è rimasta particolarmente contenta di questa visita.

Uscendo fuori ci sorprende la pioggia e il freddo tanto da essere costretto a prendere le giacche.

Prendiamo un bus che ci porta al Parco del Cinquantenario realizzato per i 50 anni della nascita del Belgio. Un grande parco d’altronde Bruxelles è la città al mondo con più verde dopo Washington.

Ad una estremità del parco troviamo il Museo dell’Auto che non visiteremo, che seppur bello non è all’altezza di quello di Torino, entriamo invece nel Museo Militare non solo perché è gratuito, ma anche perché è molto interessante nel suo genere.

Su delle sale di enormi dimensione sono raccolti divise cimeli ed armi ripercorrendo la storia dell’esercito belga dall’indipendenza fino ad arrivare ai giorni nostri. Peccato però che stranamente il museo chiude per il pranzo un paio d’ore così ci costringono ad uscire, non riusciamo perciò ad entrare nel padiglione più bello, in pratica un hangar dove erano esposti i vari mezzi della guerra, dai carri armai agli elicotteri agli aerei fino ai jet più recenti, cose che abbiamo intravisto uscendo da fuori, attraverso le finestre. Peccato non essermi ricordato del particolare della chiusura, ma è davvero strano che un museo seppur gratuito abbia la pausa pranzo.

Dopo le solite sgridate di Irene per la distrazione riprendiamo un bus che ci riporta in zona casa.

Prima di rientrare sotto una leggera pioggerellina andiamo da Panos per dei panini ed un insalata che saranno il nostro economico pranzo per oggi (21€).

Essendo rientrati a casa abbastanza presto, nel primo pomeriggio siamo nuovamente fuori anche perché dovevamo recarci nella Via dello shopping Rue Nueve, per fortuna è spuntato il sole.

Rue Nueve è una lunga via pedonale ricchissima di negozi di grandi firme, ma soprattutto economici. Alla fine del lungo pomeriggio c’è la siamo cavati con una gonna per Irene e dei buonissimi waffel.

Nel tardo pomeriggio con una lunga camminata giungiamo nella Gran Placè e ci sediamo per sfizio in uno degli eleganti e affollati caffè sulla piazza. Pagheremo 12€ per delle bibite un prezzo non eccessivo considerando il posto, ma ci alzeremo infastiditi per la spiacevole situazione che si era creata con il cameriere che a cercato di fregarci 10€ di resto. Stanchi rientreremo a casa intono le 23 domani ci aspetta un’intensa giornata a Bruges.

Sabato 27/07

Ancora cielo coperto e pioggia. A Bruxelles c’è da aspettarselo, ma per noi un tempo del genere a Luglio non riusciamo ad accettarlo. Quindi in un’atmosfera se non invernale almeno autunnale con tanto di giacche e impermeabile prendiamo l’autostrada che ci porta rapidamente a Bruges 100km per poco più di un’ora sotto una pioggia battente, fulmini e tuoni.

Lasciamo la macchina nel parcheggio della stazione poi a piedi lungo un bellissimo percorso arriveremo in centro. Il tempo nel corso della giornata per nostra fortuna migliorerà, prima solo una leggera pioggerellina poi un pallido sole e nel pomeriggio addirittura caldo.

Lasciato il parcheggio ci addentriamo nel cosiddetto parco dell’amore il Minnewater. Tutto di un tratto ci immergiamo in una zona dove regna la più assoluta tranquillità e silenzio. Camminiamo sotto enormi alberi che costeggiano un canale fino a giungere ad un lago dove sopra un ponticello

Possiamo scorgere un panorama da quadro fiammingo. L’acqua, la fitta vegetazione, delle papere e delle casette in mattoni rossi, un vero idillio, niente di più romantico e rilassante. Sotto le ultime goccioline di piogge ci inoltriamo all’interno del villaggio delle Beghine oggi solo in parte abitato da suore, ma che ha mantenuto un’atmosfera davvero da altri tempi, dove la civiltà sembra lontana, ma in realtà è solo dietro l’angolo.

Usciti dal Beghinaggio ormai sotto il sole raggiungiamo il bellissimo centro storico di Bruges senza che ci sia l’ombra di una macchina.

Il primo edificio dove entreremo sarà l’Onze Lieve Vrouwerker anche se erroneamente pensavo fosse la Cattedrale. Dopo le solite ironie di Irene mi rendo conto che invece si trattava della Chiesa di Nostra Signora che si fa ricordare soprattutto per la presenza di un grande mausoleo nel presbiterio e ancor di più perché contiene una scultura del Michelangelo una Madonna col Bambino per tale motivo la visita alla chiesa è a pagamento (8€).

Piccola deviazione per raggiungere la vera Cattedrale, ma visto che era chiusa per il pranzo pensiamo anche noi che sia cosa buona e giusta anche per noi pranzare e dove andremo tra le centinaia di locali su cui scegliere se non un buon Pizza Hut. Detto fatto, ancora una volta pizza e con 29€ problema pranzo risolto.

Nel frattempo apre la Cattedrale sulle scale ruzzolone di Irene, ma su questo non voglio infierire e né lascio parlare a lei sul suo diario.

La Cattedrale di San Salvatore è in stile gotico e risale al 1300 anche questa ampia e luminosa. Staremo un po’ seduti tra i banchi come al solito, anche perché si stava esibendo un piacevole coro.

Ritorniamo a passeggiare tra le incantevoli stradine di Bruges che è davvero una città bellissima. Tra i tanti turisti e croceristi osserviamo le tipiche facciate della case fiamminghe e in altri punti costeggiamo i canali dove notiamo i tanti battelli pieni di turisti.

A Bruges era in programma il tour in battello perciò ci siamo messi in fila sotto un sole ormai cocente. Attesa di una ventina di minuti e con un po’ di fortuna riusciamo a salire per ultimi cosa che ci ha evitato di attendere il battello successivo e di essere in prima fila sulla barca.

Il barcaiolo fa anche da guida di certo non in italiano, di tanto in tanto fa delle battute, tutti ridono e anche noi non possiamo farne a meno per non fare la figura degli imbecilli.

Il tour è invece assolutamente da fare è il modo più bello e comodo per osservare l’intero centro storico ritornare nei pressi del Minnewater passare sotto i ponti incrociare gli altri battelli e sbizzarrirmi col la mia nuova fiammante videocamera HD.

A completamento della visita di Bruges che certamente un centro storico ben più vasto di quello di Gent ci rechiamo alla Burg altra bella piazza su cui spiccano lo Stadhuis che ha una bella sala gotica, ma che non visiteremo ed in una angolo la caratteristica chiesa Helig Bloed Basiliek, la

Basilica del preziosissimo sangue che appunto conserva le reliquie del sangue di Cristo contenuta all’interno di un tabernacolo e che viene esposta, ma solo alla messa del venerdì. La chiesa si divide in una inferiore molto buia simile ad una cripta, ed una superiore dove appunto si trovano le reliquie. Una chiesa decisamente originale e molto diversa dalle altre viste in Belgio.

Con questa visita si conclude il nostro giro a Bruges, che sicuramente merita il primo posto tra le città belghe appena un gradino sopra a Gent a cui ovviamente somiglia molto. Abbiamo avuto ancora una volta la dimostrazione di come deve essere tenuta una città turistica dove ogni cosa e fatta per agevolare il visitatore, ad iniziare dalla presenza dell’isola pedonale tra le più grandi d’Europa, dove gli unici rumori che si ascoltano sono il mormorio educato della gente e gli zoccoli dei cavalli.

Infine, ci spostiamo nella vicina piazza del Mercato ampia e bellissima dove si notano gli antichi magazzini dei tessuti le Hallen e l’altissimo Belfort.

Intorno le 18 prenderemo al volo il bus incluso nel prezzo, che ci porta comodamente al parcheggio, tanto per restare in termini di servizi per il turista. La nostra giornata però non è certo finita, infatti ritornati a casa dopo esserci rifocillati ci attendeva la visita notturna all’Europa in Miniatura situata ai piedi dell’Atomium nel quartiere Heysel e che il sabato rimane aperto fino mezzanotte. Avevamo il biglietto combinato con l’Atomium comunque decisamente caro ed abbiamo iniziato la nostra passeggiata tra i più importanti monumenti europei con ancora gli ultimi bagliori della giornata, mentre il cielo si faceva nuovamente sempre più cupo. Sono delle piccole opere d’arte, i modellini in scala presenti tra cui alcuni molto noti e altra a noi sconosciuti. Ci ricorda il Minimundus visto in Austria, ma questo è decisamente più grande. Tra l’altro questo doveva essere l’ultimo anno per questo parco visto che è previsto la realizzazione di un complesso residenziale, ma poi ho letto che hanno avuto un paio d’anni di proroga per avere il tempo di trovare un’altra sede.

Intanto noi ci sentiamo dei giganti passando accanto ai modellini accelerando il passo perché il cielo tra lampi e tuoni si fa sempre più minaccioso. Devo fare però una critica, se si dà la possibilità di vederlo di sera il parco deve essere adeguatamente illuminato per poter apprezzare i monumenti, invece purtroppo alcune zone erano quasi al buio, un vero peccato. In compenso la serata veniva allietata dai fuochi d’artificio e fattoci adeguatamente spostare ha inizio lo spettacolo che devo dire non avevano nulla da invidiare ai nostri migliori giochi di ferragosto.

Come in una perfetta scaletta al termine dei fuochi e quasi alla nostra fine del giro tra i vari monumenti si scatena la pioggia dapprima moderata,ma una volta presa la macchina aumenterà d’intensità un vero e proprio nubifragio che ci accompagnerà lungo il nostro ritorno a casa.

Domenica 28/07

Penultimo giorno di gita. Oramai solita colazione a casa, compro del pane e dei salumi per preparare dei panini visto che oggi mancheremo tutta la giornata, solo che dimentico i salumi alla cassa costringendomi poi a ritornarci.

Oggi cambieremo completamente scenario visto che visiteremo il cuore della Vallonia, quella parte del Belgio confinante con la Francia e di lingua quindi francese. Raggiungiamo dopo poco più di un’ora il punto più distante cioè il paesino di Han Sur Lesse, davvero piccolo e che vive esclusivamente per la presenza delle Grotte di Han. In Belgio mancheranno le montagne, ma in compenso è molto ricca di grotte. Ho scelto di visitare queste perché sono le più grandi e senz’altro le più belle.

Il biglietto è carissimo, davvero esagerato ben 45€ per tutti e tre, loro lo giustificano con la presenza di un parco giochi e di un museo multimediale a cui si può avere accesso, ma nel nostro caso non interessavano. Comunque è l’ennesimo esempio di come sappiano sfruttare economicamente molto bene le loro risorse naturali.

L’accesso alle grotte avviene tramite un trenino in circa 15m e la visita avviene esclusivamente con guida, non scegliamo quella francese che ovviamente capiamo benissimo a differenza del fiammingo. All’interno si proseguirà a piedi per più di un kilometro addentrandosi nella montagna tra passaggi stretti che poi sbucano in spazi nella roccia più o meno grandi con le pareti e i soffitti ricoperti da stalattiti e stalagmiti. Le grotte ricavate in milioni di anni dallo scorrere di un fiume sotterraneo che infatti verso la fine del percorso incontreremo proprio nella parte più spettacolare delle grotte. Scenografico anche lo spettacolo di luci e musica che viene fatto in una grotta particolarmente grande. Che dire di questa visita, le grotte sono belle e interessanti, sarebbe stato meglio comprendere quello che diceva la guida, però ad onor del vero quelle di Postojna sono senz’altro più spettacolari, anche per il modo con cui le fanno visitare.

Ritorniamo a piedi verso il parcheggio tralasciando le altre attrazioni del parco, attraversiamo un villaggio in una assonnata domenica mentre la gente è dentro e probabilmente sta mangiando, cosa che dovremmo fare pure noi anche se poi ci accontentiamo dei pochi panini portati da Bruxelles.

Riprendiamo il cammino, prossima destinazione Dinant, procediamo però verso delle strade secondarie che meglio ci fanno gustare lo splendido paesaggio della Vallonia attraversando fitti boschi e minuscoli villaggi.

Giungiamo in un punto dove malgrado l’assenza di cartelli, inoltrandosi a piedi nel bosco per pochi metri si raggiunge un punto di osservazione a precipizio sul fiume Mosa dove vediamo dall’alto il Castello di Freyr con i suoi giardini e che per mancanza di tempo non visiteremo.

Di fronte al castello una parete di roccia verticale sul fiume, famosa perché viene utilizzata per della scalate dagli alpinisti e difatti notiamo la presenza di un paio di essi tranquillamente aggrappati alla montagna in un panorama davvero splendido.

Costeggiando il fiume giungiamo a Dinant piccola cittadina lungo le due rive della Mosa.

Più che delle attrattive particolari quello che veramente piace e l’insieme del paesaggio, il fiume, gli arcuati ponti che lo scavalcano, i battelli che lo solcano, i locali affollati da turisti, ma in maniera più contenuta rispetto ad altri posti. Incontriamo pure un pullman di italiani, ma è una zona con un turismo un po’ più ricercato e lontano dalle grandi mete conosciute da tutti, diciamo da intenditori.

Visitiamo la Collegiale la più importante chiesa del paese dalle notevoli dimensioni quasi sproporzionate rispetto alla zona in cui si trova tra il fiume e la parete rocciosa dietro che sovrasta Dinant rendendola inconfondibile. Proprio in cima alla montagna troviamo la Cittadella una antica fortezza ancora in discrete condizioni a cui si può accedere anche mediante una teleferica o a piedi con un percorso particolarmente pesante.

Avevo già deciso però di non visitarla anche perché con l’obbligatoria guida in francese alla fine sarebbe stata piuttosto noiosa e al di là del panorama non c’è molto di particolarmente interessante.

A Dinant mangeremo dei dolci, faremo delle foto con Adolph Sax è infatti il paese natio dell’inventore di questo strumento e Giusi riuscirà a comprarsi pure un bel vestitino molto conveniente.

Riprendiamo la strada per il ritorno a Bruxelles che dista circa 50m prima costeggiando ancora la Mosa fino a Namur e poi lasciamo definitivamente la Vallonia prendendo l’autostrada. Intorno alle 19 siamo a casa.

Il pensiero di mangiare e di farlo bene a ristorante, visto che avevamo mangiato solo dei panini, ci fa uscire subito da casa. Raggiungiamo il centro e passeggiando giungiamo fino ai pressi della Borsa alla ricerca di una via dove si trovava lo Zinneken Pis ovvero il cane che fa la pipi che è l’ultimo che ci mancava della serie. In realtà il vero motivo che ci ha spinto fin lì era la presenza di un ristorante segnato su trip Le Fin Du Siecle (51€) dove troveremo persino un simpatico cameriere che parla italiano che ci sarà di grande aiuto per il menù. Attenderemo un po’ per il tavolo, ma né sarà valsa la pena perché mangeremo benissimo bevendo una buonissima Leffe e pensare che pur essendo nella nazione che produce la birra più buona del mondo oltre ad essere il primo produttore, sarà l’unica che berremo, e pensare che c’è gente che viene qui solo per quello.

Ritorniamo per l’ultima volta nella splendida Grand Placè ebbene si è già tempo di saluti domani si ritorna a casa.

Lunedì 29/07

Il nostro aereo parte alle 16:30 per cui abbiamo l’intera mattinata a disposizione, che dedicheremo ad Anversa.

Prepariamo perciò i bagagli, diamo una sistematica come consuetudine all’appartamento che devo dire che seppur di dimensioni molto contenuti è stata un ottima scelta sia per la posizione che per la pulizia e la cortesia della proprietaria. Per la prima volta non abbiamo versato nessuna cauzione e abbiamo potuto lasciare l’appartamento senza alcun controllo in piena fiducia.

Anversa non dista molto, ma ho dimenticato di segnarmi il parcheggio e stranamente mi ha portato in un’altra zona distante dal centro, probabilmente un sobborgo che aveva la stessa via.

Comunque malgrado l’imprevisto per fortuna uno dei pochi verificatosi qui, intorno alle 11 lasciata l’auto come sempre in un comodo e costoso parcheggio visitiamo il centro storico che è di dimensioni piuttosto contenute al contrario della città che è la seconda per dimensioni dopo Bruxelles.

Regna un assoluta tranquillità, la presenza dei turisti è molto contenuta, ma notiamo tantissimi locali per mangiare quindi anche qui probabilmente la sera c’è molto movimento.

Tra l’altro vediamo che c’è una forte presenza di ristoranti e pizzerie italiane molto di più che in altre città visitate, in particolare da segnalare Da Giovanni che occupava diversi edifici.

Non siamo qui però per mangiare, quindi iniziamo il giro turistico con la Cattedrale di Nostra Signora, bella chiesa gotica del 400 imponente negli interni con le sue ben sette navate che contiene ben quattro quadri di Rubens che in questa città ha avuto i natali con questa scusa ci costringono al pagamento di 10€.

Dalla cattedrale ci spostiamo nella vicina Grote Mark che all’arrivo avevamo attraversato in macchina probabilmente in zona vietata, ma nessuno ci ha fatto caso.

E’ una bellissima piazza tipicamente belga oramai potremmo riconoscerle ad occhi chiusi, con lo Stadhuis che domina di grande effetto anche se non all’altezza di quello di Bruxelles o Louven.

La piazza anche qui è circondata dai palazzi delle corporazioni ed al centro la splendida fontana del Brado eroe di Anversa che gettò la mano di un gigante nel fiume liberandola, Anversa significa appunto lancio della mano. Qui faremo delle foto e ci faremo aiutare a vicenda con una coppia francese. La passeggiata prosegue fino a raggiungere lo Schelda il fiume che divide in due la città, qui proprio ad affacciarsi sull’acqua spicca il castello Steen di epoca medievale.

Riprendiamo velocemente la macchina e ci spostiamo in un’altra zona vicino la stazione a cui daremo un’occhiata. Avevo letto che è considerata una delle più belle stazioni del mondo e devo dire che non gli si può dar torto, ricorda un po’ quella di Milano.

La zona che poi è anche quella dei diamanti è molto più movimentata del centro, tantissima gente, moltissimi negozi, ci dà un impressione di una città molto elegante e raffinata.

D’altronde è una delle capitali europee della moda e ancora di più dei diamanti visto che la quasi totalità passa da qui per essere lavorato e venduto. Tanti quindi le gioiellerie nella ampissima via Meir. Le attrattive di Anversa sono limitate a quelle descritte è stato perciò giusto dedicarle solo poche ore. Prima di lasciarla soddisfiamo la nostra fame e guardandosi intorno tra i tanti fast food notiamo per l’ennesima volta Pizza Hut e con 28€ ci abbuffiamo di pizze a buffet vera ancora di salvezza per noi in Belgio.

Ora dobbiamo proprio andare e mentre notiamo alcuni ebrei con i loro tipici abiti neri, sono ancora loro che gestiscono gran parte del commercio dei diamanti, riprendiamo la nostra cara Clio per fare rotta verso l’aeroporto che dista poco più di un, ora.

Era da tempo che non facevamo questo genere di gita fly & drive che è poi quella che preferisco.

Guidare in un’altra nazione dà una sensazione di libertà e spensieratezza che poche volte si provano nella vita. Qui in Belgio le distanze piuttosto contenute non hanno appesantito il viaggio più di tanto e anche gli stessi trasferimenti in favolose strade, in paesaggi così totalmente diversi dai nostri non ci hanno mai annoiato.

Quando parlavamo della nostra gita tutti ci dicevano ma che ci andate a fare in Belgio a dimostrazione di come tutti siamo fissati su quelle quattro cinque destinazioni più consuete come se a parte queste non esista più nient’altro.

In Belgio è vero forse non ha quelle attrattive quelle eccellenze che hanno altre mete che per questo sono conosciutissime, ma ciò non significa che le altre nazioni siano brutte.

Poi a volerci pensar bene anche posti come Bruges o Gent che abbiamo trovato meravigliose sono delle eccellenze lo dimostra anche l’enormità di turisti che abbiamo trovato.

Bruxelles ha un centro storico molto esteso, comunque un paio di giorni sono sufficienti, non è certo ai livelli di altre capitali europee, direi che non è nemmeno la più bella in Belgio, ma ha il suo fascino e la Grand Placè è davvero uno dei salotti più belli d’Europa.

Louven altro posto indimenticabile eppure chi lo conosce, la stessa Vallonia ancor meno nota e splendida per i suoi paesaggi naturali, seguire il corso della Mosa , il castello di Freyr, Dinant con la loro tranquillità, sono posti da favola, ma chi li conosce, chi arriva da queste parti, soprattutto dalla Sicilia.

Sono contento di aver scelto il Belgio che mi ha confermato essere un misto di attrazioni architettoniche e naturalistiche, abbinamento che trovo sempre essenziale nelle mie gite.

Con questo viaggio mi sono reso conto ancora una volta che al di là dei posti che tutti conosciamo ci sono angoli d’Europa altrettanto belli e che probabilmente a seconda dei nostri gusti ci possono dare ancor più soddisfazione, questo è del resto il grande vantaggio di organizzarsi la propria gita andando alla ricerca di quelle cose che più ci appassionano e ci piacciono tralasciandone altre che saranno famosissime, ma che non rientrano nei nostri interessi.

Non ci eravamo mai spinti così a Nord, temevamo per il meteo, ma in realtà ha fatto più caldo del previsto specie i primi giorni, anche se i previsti temporali ce li siamo beccati, ma non ci hanno influenzato più di tanto la nostra gita.

Di nordico abbiamo visto invece l’educazione, il senso civico, l’ordine, la pulizia e i servizi efficientissimi, dai trasporti ai parcheggi. Problemi che da noi ci sembrano irrisolvibili come il traffico o i parcheggi qui sono stati risolti da tempo, certo si paga tutto, ma specie per il turista e bene avere tutti i confort e le agevolazioni possibili.

Non mi spiego perché posti come il Belgio siano cosi poco di moda, ma ci siamo resi conto per l’enorme flusso turistico presente che è solo un problema di poca conoscenza del Belgio nelle nostre parti.

Un’ amara considerazione che devo fare è che purtroppo il divario tra queste regione ed il nostro profondo Sud si fa sempre più vistoso perché mentre da noi il tempo sembra essersi fermato e non riusciamo a migliorare la qualità della nostra vita, qui si continua a progredire su tutti i campi, non solo nei servizi, ma anche sull’integrazione e sulla convivenza nel massimo rispetto della persona e dell’ ambiente, chissà quando ci arriveremo a questi livelli.

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Castello di freyr

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Leuven Beghinaggio

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Bruxelles Palazzo Reale

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Leuven Stadhuis

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Gent

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Bruges

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Bruxelles Cattedrale

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Bruxelles Atomium

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Bruges Minnewater

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Bruges Canali



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