Gli occhi azzurri delle Fiandre

Le Fiandre sono una destinazione raccomandata a tutti quelli che vengono presi dalla sindrome di Robinson Crusoe, ed hanno necessità di scappare più lontano possibile da connazionali e conoscenti: ebbene il posto ideale non è l'Isola di Pasqua (dove si può trovare anche la pizzeria bella napoli) ma proprio le Fiandre, con la garanzia di...
Scritto da: Giulio 2
gli occhi azzurri delle fiandre
Partenza il: 26/07/2002
Ritorno il: 02/08/2002
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
Le Fiandre sono una destinazione raccomandata a tutti quelli che vengono presi dalla sindrome di Robinson Crusoe, ed hanno necessità di scappare più lontano possibile da connazionali e conoscenti: ebbene il posto ideale non è l’Isola di Pasqua (dove si può trovare anche la pizzeria bella napoli) ma proprio le Fiandre, con la garanzia di incontrare, in otto giorni, non più di due italiani, e del tipo meno pericoloso, cioè quello munito della guida verde Touring.

Il fiammingo è un misto fra l’olandese (incomprensibile) ed appunto il dialetto fiammingo (inaudito). Pochi parlano l’inglese, nessuno l’italiano. Il tedesco non lo so io, e dunque siamo in barca.

Le Fiandre occidentali distano da Milano poco più di 1.000 km e dal lago d’Iseo esattamente 1.100, però talmente ben serviti dalle autostrade (via Chiasso – Gottardo – Basilea – Strasburgo… Tracciando il percorso tramite viamichelin che funziona bene). A velocità di codice si arriva in dodici ore, soste comprese. Attenzione a Bruxelles perchè è facile imboccare l’uscita sbagliata dalla tangenziale (io per essere più sicuro ho sbagliato direttamente l’entrata…) seguire l’indicazione Bruges.

Non conviene alloggiare a Bruges, i prezzi sono elevatissimi, personalmente ho alloggiato a mezza pensione presso un agriturismo a cinque chilometri (Hof ter Pierlapont a Loppem), spendendo meno della metà (45 euro a cranio) e trovandomi in mezzo alla campagna con piante d’alto fusto, cucina ottima, tramonti ragguardevoli, e soprattutto tranquillità totale. La sera stormi fittissimi d’uccelli gireranno sopra di voi sino al tramonto, e Vi sorprenderete ad andare cento metri oltre la fattoria per vedere passare i treni (silenziosi) annunciati da un trillo di sveglia.

Bruges è la capitale europea della cultura per il 2002, dunque si è lustrata bene per accogliere i turisti, che infatti non mancano. Si parcheggia in uno dei grandi autosili sotterranei della periferia e si raggiunge il centro a piedi (qualche centinaio di metri) oppure con appositi bus-navetta.

La prima cosa da fare è un tour sul battello lungo i canali, che la fanno assomigliare (ma davvero, non come Amsterdam dove ci si sganascia dalla noia) ad una Venezia in sedicesimo. Tutti i palazzi hanno la facciata sull’acqua, si riesce a sbirciare nelle stanze tramite bovindi meravigliosi. La zona del Beguinage sembra addirittura fuori dal tempo. Fatto questo bisogna trovare un punto d’appoggio, che io ho identificato nella cattedrale O.L. Vrouwekerk (Nostra Signora) che può essere utilizzata come baricentro e luogo di riposo mentale (è di fatto un vero museo strapieno di opere d’arte, con gentili ragazze che fanno da guida; concerti di ogni tipo, insomma un posto dove è bello fermarsi un momento).

Già che siamo lì conviene attraversare la strada (attenzione alle carrozze! Usano grandi cavalli che procedono sempre ad un trotto imperioso e -i cavalli- inarcano il sopracciglio se debbono rompere il passo) e visitare subito il Memling Museum, ospitato nel Sint Janshospital. Fra complesso murario e contenuto, è una esperienza che vale da sola il viaggio. Preventivare una mattina intera, nonostante le opere esposte siano solo un centinaio (ma la mezza dozzina di Memling sono da assumere a piccole dosi onde evitare la sidrome di Standhal) e la superficie contenuta.

Fatto questo si cominci a bighellonare per il centro, dando una occhiata alle due piazze Markt e Burg che sono molto belle ma di cui non posso parlare bene perchè contraddicono il mio status di antisociale. Da non perdere il Groeninge Museum (le prime cinque sale bastano ed avanzano).

Raccomando l’acquisto di pubblicazioni presso i singoli musei perchè una volta arrivati a casa è un piacere rivedere il tutto.

Da non mancare il Beguinage (ora “gestito” dalle suore Benedettine), con tanto verde, un ponticello gotico, una facciata d’ingresso barocca, cigni dappertutto, verde, silenzio. Facciamo una mezza giornata anche lì.

Indispensabile a Brugge una guida verde Touring, insostituibile, non male anche la guida edt che va sul pratico. Curiosamente sono pochissime le pubblicazioni in italiano che riguardino le Fiandre. Mah.

Assodato che in Agriturismo si mangia benissimo, la colazione del mezzogiorno è poco più di una formalità, tuttavia guardando bene i prezzi si può mangiare sui canali i crostacei al vapore veramente ottimi (siamo a 15 km dal mare). Bene anche il classico paninazzo basta non aprirlo e fare atto di fede. Comunque buono.

Insomma se dopo tre o quattro giorni (ma ce ne vorrebbero otto) volete svagarvi un po’ andate a Gent, stessa epoca, altro genere. Come Bruges è intima e deliziosa, così Gent è strepitosamente bella con monumenti posati, si direbbe, da un bambino gigante un po’ briccone.

Da non perdere St Baaf con l’agnello mistico, il castello dei conti di Fiandra, Sint Niklaas e tutto quello che si affaccia sui cinquecento metri cinquecento del Limburg. Salite su tutte le torri e ascoltate i carillon. Poi coi piedi ridotti a zamponi tornate in agriturismo.

Sconsiglio vivamente di visitare la costa. Se Vi nominano knokke-heist (che è il non plus ultra) fate gli scongiuri e giocate piuttosto coi somarelli della fattoria.

Invece da vedere il villaggio di Damme con la relativa cattedrale, e Lissewege (non so come si pronuncia) dove gusterete il più bel carillon che abbiate mai sentito (una canzoncina infantile che poi si sviluppa in quattro variazioni da far venire la pelle d’oca). Mangiate pure nel Bar sulla piazza e vi porteranno cinque tazzine, orcini, robette in terracotta bollente con dentro cinque delizie per il palato. La cameriera è simpatica.

Insomma gli otto giorni sono volati ed anche Voi, come me, dovrete ritornare per approfondire, rivedere, re-innamorarvi dei luoghi.

Al mattino della partenza, mentre state imprecando per far stare il bagaglio del baule della macchina, la giovane Neele (si pronunzia Nila) che con due sorelle gestisce l’agriturismo verrà a salutarVi e Vi dedicherà un meraviglioso timido sorriso ed uno sguardo dispiaciuto dai suoi bellissimi occhi azzurri.

Le fiandre sono anche questo.

Al ritorno mi raccomando, andate persi sul ring di Bruxelles (fatto) e prendetevela comoda, fermandovi in Germania a Oberwesel di cui non vi dirò una parola. Lo scoprirete voi.

salve



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