Quello che le guide non dicono

Consigli molto pratici su Barcellona
Scritto da: Xenja
quello che le guide non dicono
Partenza il: 03/06/2010
Ritorno il: 10/06/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
1) Volo. Se scegliete la RyanAir evitate l’aeroporto di Reus. La distanza è più o meno la stessa dell’aeroporto di Gerona, ma la frequenza dei pullman navetta è minore: arrivati a Reus abbiamo dovuto aspettare un’ora e mezza, perché mettono insieme due o tre voli; poi un’ora e un quarto di pullman per Barcellona; poi è probabile che dobbiate prendere il metrò, visto che ti lasciano alla stazione di Sants, punto non proprio centralissimo. Al ritorno idem, ti portano a Reus due ore abbondanti prima del volo. Inoltre l’aeroporto di Reus è particolarmente squallido e privo di servizi.

2) Arrivare in metro al Parc Guell è una sfacchinata notevole, sia che scendiate a Lesseps, sia che scendiate a Vallcarca, perché entrambe le fermate sono piuttosto lontane e il parco si trova in cima a una collina molto ripida. Meglio cercare un bus o prendere un taxi. Evitatelo almeno quando la temperatura è vicina ai 25° perché, pur essendo un bel parco, non c’è ombra, e nell’unico bar sul belvedere di Gaudì vi spellano vivi. Quando arriverete troverete una folla di turisti impazziti (forse per la fatica e il caldo) che si spingono l’un l’altro con violenza per fotografarsi vicino alla famosa lucertolona. Di Gaudì c’è poco, e anche se il luogo è bellissimo la fitta calca di turisti indemoniati rischia di rovinarvelo. Il posto è talmente turistico che i barcelloneti, secondo me, girano al largo.

3) Fontana Magica. Lo spettacolo della fontana magica in Placa de Espanya è piacevole, nulla di straordinario, ma vale la pena di vederlo se siete in zona. Le guide dicono: da giovedì a domenica dalle 9 alle 11,30. Alle 21 però in questa stagione c’è ancora luce e i colori della fontana si vedono appena: meglio aspettare che cali l’oscurità, andando un po’ più tardi. Attenzione soprattutto a dove piazzarsi: viene spontaneo sedersi sui gradini della scalinata poco più su della fontana, ma il risultato è che per tutto il tempo dello spettacolo (mezz’ora) vi cammineranno addosso frotte di persone maleducate e evidentemente incapaci di scegliersi un posto e mettersi tranquille. E’ molto, molto fastidioso. Io consiglio di sedersi sul parapetto dei due ponti laterali, dove non è più d’acciaio ma diventa di pietra. Certo, se cadete vi schiantate, ma almeno non avrete nessuno davanti.

4) La funivia per Montjuic. Che bella idea la funivia che vi porta sulla cima di Montjuic! Certo, ma quello che le guide non dicono è che non è così facile salirci. Primo, se c’è un po’ di vento la fermano. Dato che la strada per arrivare alla partenza (in fondo al molo della Barcelloneta) è lunghetta, assicuratevi prima di vedere le cabine che vanno avanti e indietro; dal lungomare si vedono. Secondo, può capitare come a noi che, arrivati per la seconda volta in fondo a quel maledetto molo alle ore 18,15 ossia tre quarti d’ora prima della chiusura, scopriamo che è già chiuso perché c’è già in coda abbastanza gente da riempire le corse fino alle 19. 5) Il Tibidabo ultimamente è molto reclamizzato, ma mi sembra opportuno chiarire: c’è una parte che risale al 1901 (si chiama “Camì del cel”) e che è davvero suggestiva, più che altro per gli adulti però: difficile che i bambini colgano il fascino di giostre ultracentenarie che a loro sembrano semplicemente vecchie e superate. Basterebbe il museo degli automi a giustificare la visita ma, ripeto, soprattutto per gli adulti. C’è poi una parte nuova (“Parc d’Atraccions”) che è uguale a tutti i lunapark del mondo, e quella piacerà di più ai bambini ma molto meno a voi. Noi abbiamo scelto un giorno feriale –sapendo cosa succede in Italia la domenica a Gardaland e a Mirabilandia- ma, sorpresa, era quasi deserto; nessuna guida ci aveva informato che nei giorni feriali è aperta solo la zona antica, sul sito invece c’è scritto (tibidabo.es) ma si capisce poco. 6) Lo zoo, specie se avete bambini, merita una visita più dell’Acquario (quest’ultimo è molto simile a quello di Genova). Non posso fare paragoni perché è l’unico zoo che ho visto, ma ci siamo divertiti immensamente. E’ molto ampio e contiene moltissimi animali: calcolate di passarci una giornata intera se volete vederli tutti. All’interno c’è anche un delfinario e ogni giorno fanno tre spettacoli, però nessuno ci ha avvertiti e solo per un caso fortunato siamo riusciti a vederne uno: informatevi sugli orari all’ingresso. Portatevi inoltre da mangiare, perché ci sono ovunque tavoli da picnic e fontanelle ma un solo, non attraente, bar-ristorante. Ci sono meravigliosi giochi per bambini, come in Italia non ne ho mai visti. In tutto lo zoo ci sono animali liberi, e cioè pavoni, pappagalli e gru: passeggiano e volano intorno a voi senza paura e si infilano nei recinti degli animali: è bizzarro vedere un pavone fra le zampe di un rinoceronte. Gli animali hanno l’aria di stare abbastanza bene, ovunque si vedono gli addetti che li curano, li nutrono, li fanno giocare, eccetera. 7) Per mangiare alla buona, l’ideale per me è Frescco (vedi frescco.com): catena spagnola di self-service a prezzo fisso (a Barcellona ce ne sono parecchi, uno è al Maremagnum, un altro poco distante dalla cattedrale) dove si pagano circa 9 euro per gli adulti e 6 per i bambini e si mangia quanto si vuole! Potete riempire il vostro vassoio a più non posso di insalate, zuppe, primi e secondi e contorni e pizzette e focacce e dolci, e quando l’avrete vuotato potete ricominciare da capo. Perché in Italia non abbiamo niente del genere?



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