Circumnavigare il globo in barca, un’esperienza affascinante e impegnativa: 40 tappe e 38.200 miglia per emulare l’impresa di Antonio Pigafetta
Riassunto delle puntate precedenti... Adriatica – la nostra barca, o meglio la barca dei Velistipercaso che ha fatto tra le altre cose un giro del mondo tra il 2002 e il 2004 e poi il giro dell’America del Sud sulle tracce di Darwin nel 2005-2006 – sta mollando gli ormeggi e sta partendo da San Lucar de Barrameda, alle foci del Guadalquivir. Dopo essere partita il 7 settembre dall’Arsenale di Venezia, Adriatica ha raggiunto appunto (l’ex) porto di Siviglia, e da qui seguirà la rotta che (circa) 500 anni fa ha seguito Magellano, nel tentativo di fare il primo giro del mondo della storia (parliamo di quella occidentale: che cosa abbiano combinato nell’antichità i navigatori cinesi ancora non si sa bene). Magellano a completare il giro non c’è riuscito (è stato ucciso a metà strada). Molti dei 268 marinai che erano con lui non ce l’avrebbero fatta: 250 sarebbero morti, soprattutto a causa dello scorbuto, e anche quattro delle cinque navi della spedizione sarebbero affondate o disperse. C’è riuscita solo la nave Victoria, con 18 superstiti, tra cui il vicentino Antonio Pigafetta. Con lui c’era anche un altro italiano, di Genova, de Judicibus. Ma Pigafetta è stato colui che questo viaggio l’ha raccontato: non c’era Facebook, non ha postato nessuna foto sul web, ma nonostante questo ha appuntato giorno per giorno quel che succedeva a bordo, con una precisione e una cura impressionanti. Poi ha dato il suo prezioso diario al Re di Spagna, che però l’ha distrutto perché i suoi ammiragli non ci facevano una gran bella figura. Per fortuna, qualche anno, dopo Isabella d’Este avrebbe convinto Antonio Pigafetta a riscriverlo, e in questo modo è diventato famoso in tutto il mondo. In tutto il mondo meno che in Italia, dove lo conosciamo in pochi, nonostante davvero dovrebbe essere considerato uno dei grandi esploratori: dal suo diario ci si è accorti che se fai un giro del mondo poi ti ritrovi una “differenza” di un giorno, ha dato il nome a luoghi che prima erano inesplorati (il Pacifico, la Patagonia, etc.), ha raccontato animali e popoli con la precisione e l’acume di un antropologo.
Ma come è nata l’idea del viaggio? Un giorno vengono a trovarci a Bologna due signori, Odino Baù e Giorgio Xodo. Fanno parte di un’associazione no profit che si chiama Pigafetta 500, composta da vicentini, appassionati di vela e navigazione appartenenti a diversi circoli velici del nord-est, che da qualche anno hanno deciso di celebrare il loro concittadino con un premio, assegnato a quelle personalità che si sono distinte per mare. Vogliono rifare il giro del mondo di Magellano-Pigafetta, 500 anni dopo, con Adriatica. Dopo il nostro primo giro del mondo, fatto all’altezza dell’equatore passando per Panama e poi per Suez, abbiamo tante volte sognato di progettarne un altro, se possibile ancora più bello, magari passando per Capo Horn e il Canale di Magellano e poi per il Pacifico, l’Indiano, Buona Speranza, il Sudafrica e quindi di nuovo Gibilterra. Ed è proprio questo il viaggio di Pigafetta: il giro del mondo più bello che ci sia! Il più spettacolare, il più vario, il più interessante. E – dopo gli ultimi episodi di pirateria – anche il più sicuro (che non guasta)