Vienna in 6 giorni: musei e passeggiate

Premessa: Questi consigli di viaggio sono rivolti prevalentemente a persone/studenti che, come noi, amano viaggiare all’insegna del risparmio. Calcolate che, oltre ai 240 € di aereo (Torino-Vienna con Austrian Airlines) ed ai 130 € per 5 notti (offerta con una notte gratis), abbiamo speso a testa intorno ai 250 Euro considerato anche qualche...
Scritto da: nordavind
vienna in 6 giorni: musei e passeggiate
Partenza il: 13/03/2006
Ritorno il: 18/03/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Premessa: Questi consigli di viaggio sono rivolti prevalentemente a persone/studenti che, come noi, amano viaggiare all’insegna del risparmio. Calcolate che, oltre ai 240 € di aereo (Torino-Vienna con Austrian Airlines) ed ai 130 € per 5 notti (offerta con una notte gratis), abbiamo speso a testa intorno ai 250 Euro considerato anche qualche piccolo extra, come ad esempio i cataloghi dei musei.

13/03/06 Levataccia! Il fantomatico volo diretto Torino-Vienna partiva (o meglio, sarebbe dovuto partire) alle 7:35. Il mio tesoro aveva in realtà un po’paura di prendere il suo primo aereo ma, alla fine, si è dimostrata coraggiosissima ed ha patito il volo molto meno di me. ”lì era l’incoscienza” dice lei, forte delle mie rassicurazioni sul fatto che fosse “normale” ballare la samba in un volo così breve e soprattutto con un cielo molto limpido. Arrivati a destinazione incappiamo subito nella proverbiale freddezza (al limite della scortesia) teutonica. Informazioni scarse, risposte ridotte all’osso, come se non fosse il mestiere dell “ufficio informazioni” quello di dare informazioni. La troppa sufficienza è stata ad ogni modo ampiamente ripagata da quello che chiameremo “un eccesso di resto” da parte del guidatore del bus che ci porterà dall’aereoporto in città (cosa di cui ovviamente ci siamo accorti in hotel). Comunque complimenti, nell’ordine: a. All’autista del bus Aeroporto-Stazione Sud delle 10 che lascia un po’di gente ad aspettare il successivo pur di non sforzarsi di fare posto a 2 valigie in più nel bagagliaio (o di farle portare a bordo, visto che il bus era mezzo vuoto..) b. Al freddo pungente: sperimentato in occasione della sosta del bus delle 10:30 per via del punto di cui sopra.

Finalmente si parte alla volta dell’hotel prenotato on line: hotel Amarante (un 4 stelle ma decisamente con almeno una stella di troppo); lo consiglieremmo per il prezzo competitivo (soprattutto se si prenota on line) e per il personale cortesissimo ed estremamente disponibile. Non lo consigliamo, invece, se non vi siete portati da casa degli asciugamani puliti; inoltre non ci sono i classici gadget in bagno perché è tutto da richiedere a pagamento alla recepiton.

Ma passiamo alla città: presa la giusta confidenza coi mezzi pubblici ci avventuriamo verso la Hundertwasser Haus, coloratissima casa costruita dall’architetto/pittore/poeta austriaco; una casa che è visitabile solo dall’esterno (poiché abitata) e che spicca decisamente sulle altre case viennesi, tutte molto meno appariscenti. Uno spettacolo per gli occhi: la visita è un giusto omaggio al genio dell’artista.

Poi facciamo tappa al vicino museo dell’artista incastonato in una costruzione progettata da lui stesso, anch’essa fantasiosa e colorata: ambiente rilassante con fontanelle, tante piante, colonne e piastrelle colorate, su pavimenti non sempre piani. All’interno del museo si trovano splendidi quadri, modellini di suoi progetti architettonici, studi per bandiere e francobolli.

Deo gratias che la ragazza che controllava i biglietti ci ha bloccati e ci ha evitato la visita ad una mostra temporanea ai piani superiori: infatti vedendo a posteriori la brochure la ringraziamo ancora oggi.

Usciti da lì, ci avviamo verso la parte nord della città ove c’è il grande complesso di case popolari “Karl Marx Hof”: trattasi di un isolato intero lungo oltre un chilometro e comprendente più di 1.500 appatamenti costruito nel periodo “rosso” della città; l’aspetto non è certo dei migliori in termini di estetica ma è un’importante testimonianza dell’edilizia popolare del periodo (1930). Poi, senza farci intimorire dalle temperature rigide e dall’incombente crepuscolo, intraprendiamo un giro a piedi verso la non lontana Grinzig, zona ricca nella periferia collinare nel nord di Vienna. Ci lustriamo gli occhi con le abitazioni spettacolari della zona, giusto in tempo per farsi venire un certo languorino. E’ lunedì quindi molte delle Heurigen (tipiche locande che servono il vino dei dintorni) sono chiuse o iniziavano la stagione il primo di aprile. Riusciamo comunque a mangiare divinamente, sebbene cibo non tipicamente austriaco..Infatti, per prendere confidenza con la nazione straniera poco per volta, decidiamo di dare fiducia al ristorante “Costa Smeralda”, un bel posticino gestito da alcuni nostri connazionali sardi. Una discreta pizza ed una divina spaghettata di mare ci ristorano dal freddo esterno per un’oretta. Rientro in hotel per la tanto desiderata doccia calda.

CONSIGLI DELLA GIORNATA: imperdibili le attrattive di Hundertwasser (casa e museo) così come la zona di Grinzig per cenare. Il lunedì il museo di Hundertwasser costa la metà (€ 4,50) mentre molti altri musei e residenze sono chiusi (qualcuno anche il martedì). Se siete studenti fino a 27 anni avete molti sconti, che superano quelli (irrisori) ottenibili con la Vienna card (costo € 16,90). Al posto della Card comprate le strisce di biglietti da timbrare giornalmente: molto utile, ad esempio, la 8-tage karte, un biglietto con 8 strisce che possono essere usate o da una persona per 8 giorni o anche da più persone contemporaneamente (ogni persona deve timbrare una striscia per giorno): costo 24 Euro.

Tutti i biglietti sono validi, oltre che per la metro ed i bus/tram su tratta urbana, anche per la comodissima e molto frequente Schnellbahn, una ferrovia che taglia la città con le sue numerose linee.

14/03/06 La giornata inizia col brivido (in tutti i sensi) visto che fuori nevica! Colazione abbondante per creare lo strato di grasso stile orso polare utile a fronteggiare le intemperie. Giornata ideale per avviarci verso quanto pianificato (castello di Schönbrunn): sotto la neve è decisamente uno spettacolo. Purtroppo, aldilà del freddo, certe attrazioni sono chiuse fino ad aprile: ad esempio il labirinto di siepi e la Gloriette (terrazza panoramica sul lieve pendio che domina il castello). Non ci interessavano e di conseguenza non visitiamo lo zoo e la serra delle palme. Visitiamo volentieri tutte le stanze degli appartamenti reali visitabili e gioviamo delle curiosità dispensate dall’audioguida compresa nel prezzo (Grand Tour). Usciti dal castello, non prima di aver ammirato tutte le pacchianerie dello shop al pianterreno (compresa la classica palla di neve con Sissi dentro), avremmo voluto visitare un cimitero lì vicino. Non tanto per il gusto del macabro quanto per gli illustri “ospiti” lì sepolti: è infatti dimora di molti artisti del movimento di inizio secolo della Secessione, quali Otto Wagner, Gustav Klimt e Kolo Moser. Preferiamo quindi trarre breve rifugio nella metro per andare al Belvedere, stupenda sede per meravigliose collezioni d’arte; esso è diviso in due strutture separate da un giardino: nel Belvedere superiore il quadro più famoso è sicuramente “il bacio” di Klimt, seguito da altri capolavori dello stesso autore; altri quadri importanti sono di Monet, Kokoschka, Gerstl; nel Belvedere inferiore, invece, c’è una folta collezione di quadri e sculture medievali e barocchi. Trascurando il freddo tagliente, che ci ghiaccia le mani al solo scatto di una foto, passeggiamo nel parco antistante osservando le fontane ghiacciate e gli infreddoliti uccelli che le popolavano. Usciti dal complesso, passeggiamo fino alla imponente Schwarzenberg-platz, dove è situata l’ambasciata francese, bell’edificio in art déco. Poi via verso la vicina Karlsplatz dove ci sono dei decoratissimi padiglioni della metropolitana in stile Liberty (quella originaria, costruita nel 1899) e soprattutto la Karlskirche, una chiesa molto monumentale ed indubbiamente una delle principali attrattive della città. Visto il nostro ingresso 10 minuti prima della chiusura (ore 18) veniamo graziati sul costo del biglietto e visitiamo gratis i ricchissimi interni barocchi al calar del sole (Sole comunque non pervenuto durante tutto l’arco delle giornate precedenti). Rientriamo stanchissimi in hotel e ci godiamo una doccia a 3.000 gradi.

Rigenerati dalla doccia usciamo dall’hotel alla ricerca di qualcosa di edibile in zona Matzleinsdorfer platz e dintorni, cercando di non allontanarci troppo dall’”ovile”. Evitiamo kebabbari e ristoranti asiatici e finiamo in un locale abbastanza tipico: io saggio le abilità dei cuochi in merito al piatto cittadino più tipico (Wiener Schnizler, praticamente l’equivalente di una “Milanese”), mentre la mia dolce metà ha difficoltà, in quanto vegetariana, a sopravvivere in un labirinto di carne, pesce, brodini ed altra roba indecifrabile. Accetta il rischio di una pizza fatta da teutonici, il che equivale ad un suicidio programmato: la “pummarola’ncoppa” presenta evidenti tracce d’aglio e la mozzarella è in realtà qualcos’altro. Pensiamo per un attimo di chiamare quelli di CSI per cercare tracce di qualcosa che assomigli ad una vera pizza ma poi decidiamo che è meglio pagare e tornare in camera in un clima di coprifuoco alle sole ore 22.

CONSIGLIO DELLA GIORNATA: se volete vivere il castello di Schönbrunn al meglio andateci dopo aprile, visto che alcune attrattive sono aperte solo nel periodo aprile-novembre. Noi sotto la neve non siamo neache riusciti a fare un giretto nel parco.

15/03/06 Mattina di relax forzato causa cistite. Pomeriggio molto produttivo con visita al Duomo di Santo Stefano e susseguente giro fra le vie e le attrazioni del centro. Il duomo è indubbiamente un’attrattiva spettacolare: all’interno con le sue ricche decorazioni ed il suo ricercato pulpito, all’esterno con le sue alte guglie gotiche e le colorate tegole della copertura che formano l’onnipresente aquila, simbolo asburgico. Quasi di fronte alla facciata del Duomo si staglia un edificio moderno e molto contestato (Haas Haus), che noi ammiriamo volentieri dall’esterno.

Passeggiata lungo il Graben (slargo centrale da cui partono alcune vie con tipici negozi “da centro”). Ci rifocilliamo in una panetteria nelle vie lì dietro a colpi di pane con semi di papavero, zucca e girasole, fette di strudel e Krapfen: decisiva per la scelta dei panini una cliente che parlava un po’di italiano e che ha permesso di evitare ai non mangiatori di carne le pietanze meno adatte. Nel Graben spicca la Pestsäule, alto monumento bianco e dorato eretto come voto scongiurare la peste; vicino alla piazza c’è la Peterskirche, piccola chiesa barocca dai ricchi interni dal libero accesso. Arriviamo fino in piazza Am Hof, ammirandone le fattezze delle costruzioni e l’omonima chiesa (il cui interno, però, era in via di restauro). Proseguiamo dunque verso un’altra piazza che merita una visita (Freyung), osservando dall’esterno la Schottenkirche ed un curioso museo di arte moderna (Kunstforum): dal Freyung merita una traversata la graziosa piccola galleria dalle luci soffuse, con molti negozi carini ed una fontana. Ritorniamo in centro alla Michaeler-platz, crocevia di gente e punto principale di ingresso al complesso dell’Hofburg, l’ex “quartier generale” degli Asburgo. Sulla piazza si notano elementi architettonici contrastanti, come la scarna ed alta Michaeler-kirche (i cui interni meritano comunque una breve visita e, se amate il genere, potete visitare a pagamento anche le cripte con i resti di alcuni membri della casata imperiale), la Loos Haus (edificio del 1930 con colonne marmoree nero-verdi dell’architetto funzionalista Loos) e l’imponente entrata dell’Hofburg. Attraversiamo la Josefsplatz, con la sua statua equestre, e ci dirigiamo verso la Kapuziner-kirche, chiesa famosa per contenere, nei suoi sotterranei, decine di tombe degli Asburgo (comprese quelle di Francesco Giuseppe, delle principessa Sissi e di Maria Teresa d’Austria): le tombe sono pesanti colate bronzee riccamente decorate con teschi, angeli ed allegorie varie. Posto davvero curioso, simile ad un obitorio anche come illuminazione e pavimentazione.

Non paghi dell’esperienza mistica approdiamo all’Albertina, museo con un’enorme collezione di disegni e dipinti che, ahimè, vengono spesso “eclissati” dalle mostre temporanee: la pur valida ed importante mostra sugli acquerelli di Egon Schiele ed un’altra mostra in allestimento su Mozart (una delle tante che la città sta preparando per i 250 anni dalla nascita del musicista salisburghese) occupano tutto lo spazio espositivo e quindi addio disegni di Dürer. Stravolti da un pomeriggio intenso come non mai ci facciamo una bella spesa al Despar e ceniamo comodi sul letto con quanto di meglio ci offre il supermarket.

CONSIGLIO DELLA GIORNATA: andate ad assaggiare una fetta di Sacher o nella pasticceria Demel, vicino alla Michaeler platz, o all’hotel Sacher: sappiamo che sembra pazzesco ma alla fine in 6 giorni non siamo riusciti ad andare a provare la mitica torta dalle 1000 calorie. Inoltre visitate bene i siti dei musei (soprattutto l’Albertina) per scoprire bene se e quali mostre temporanee sono allestite, di modo da essere preparati sul fatto che, probabilmente, molti spazi “permanenti” saranno eclissati. 16/03/06 Iniziamo la giornata con il solito pieno di zuccheri ed evitando le colazioni più tipiche in senso teutonico (compreso il patè di tacchino messo in confezioni in tutto e per tutto uguali a quelle delle classiche marmellatine). Partiamo alla volta del già citato Hofburg: visto che avevamo già dato il nostro contributo a Schönbrunn saltiamo gli appartamenti imperiali, i vari musei ad hoc costruiti sul mito di Sissi (mobilio, argenteria, ecc.) e ci dirigiamo verso la Camera del Tesoro; trattasi di un ricco museo con esposte tutte le opulenze della casata austriaca: spade intarsiate di diamanti, magnifiche corone e scettri, vestiti da cerimonia, reliquiari, culle regali e suppellettili ultrabarocche. Il tutto di una bellezza sconfinata, peccato però che le descrizioni erano solo in tedesco. Per cui se interessa approfondire e non solo guardare le figure come i bambini (come, ignari, abbiam fatto noi) consigliamo vivamente l’affitto di un’audioguida. Fuori dal museo, usciamo dall’Hofburg tramite la Helden Platz dove, sulla sinistra, si staglia l’imponente sede dei musei degli strumenti musicali e delle armature. Avendo optato per una selezione di musei per ragioni di tempo, proseguiamo verso il Burgring e prendiamo il tram n°1: la sosta ristoratrice ci consente di fare il giro del Ring in tutta calma, osservando sul perimetro molti edifici costruiti in diverse epoche storiche. Prima di ultimare il giro scendiamo nei pressi dello Stubenring per osservare l’edificio della Postsparkasse in stile Jugendstil (ricordiamo che il tram N°1 segue un percorso circolare in senso orario intorno al Ring, mentre il N°2 fa lo stesso ma nell’altro verso). Riprendiamo il giro sul tram e scendiamo vicino all’Università: ci sfamiamo, constatando come, da non fumatori, ormai siamo abituati bene in Italia. Nei locali austriaci, infatti, non solo si può fumare, ma spesso non ci sono sale separate tra fumatori e non.

Ci dirigiamo dunque verso il museo dei Globi: è un’esposizione di mappamondi, dagli albori ad oggi: ce n’è di tutte le taglie (diametro da pochi centimetri ad un metro e 10), ci sono globi terrestri ma anche celesti e di altri pianeti (davvero suggestivi quelli della Luna). Abbiamo testato ancora una volta la gentilezza degli addetti al controllo delle sale: alla fine della visita, seduti su una panca in un corridoio, ci siamo presi una ramanzina perché stavamo sorseggiando un po’d’acqua al grido di “no drink, no food, nothing!”. Mah…W la flessibilità e l’apertura di vedute. Personaggi a parte, è stata un’esperienza davvero interessante, molto didattica: c’erano diverse spiegazioni anche in inglese alle pareti, ma secondo noi il modo migliore per comprendere l’essenza del museo è, ancora una volta, con una guida. Noi ne abbiamo vista solo una in tedesco e non abbiamo notato audioguide. Per cui: for fans only! Poi breve visita alla Michaelerkirche, bianca chiesa neogotica dalla molta luce e dai lunghi lampadari pendenti.

Per completare ciò che ci interessava vedere all’Hofburg, visitiamo la magnifica sala della biblioteca (Prunksaal), contenete migliaia di volumi antichi e riccamente decorata nei suoi soffitti e nei suoi lignei soppalchi. Un’esperienza da lasciare senza fiato, parola mia che ero partito forse un po’prevenuto: pagare 5 euro per vedere una sala mi sembrava esagerato, ma mi son dovuto ricredere: 80 metri di percorso in un ambiente veramente unico nel suo genere.

Per finire la giornata stakanovista andiamo a piedi nel Museum quartier, come dice la parola un quartiere in cui sono stati costruiti un lauto numero di musei di ogni genere. Al Mumok (museo d’arte moderna) rimaniamo forse un po’delusi per la qualità delle opere esposte: si spazia dalle (a noi) incomprensibili esposizioni temporanee di arte contemporanea a quelle permanenti – vero nostro obiettivo – con grandi autori ma dai quadri forse non troppo rappresentativi. La sensazione è accentuata da tutta la concentrazione di capolavori vista al Belvedere. Stanchissimi, decidiamo di respirare l’atmosfera della Vienna by night e facciamo un bel giretto per le vie del centro, dietro il Duomo, nella zona della Jesuitenkirche: molti localini con menu esposti (alcuni anche bi- o plurilingue) offrivano pietanze locali a prezzi non proprio proletari: ci infiliamo in uno di questi e mangiamo dopo una serie di incomprensioni col cameriere: per me la Wiener Schnitzler più cara del soggiorno (15 €), per la mia compagna pomodoro e “mozzarella”. Diciamo che l’Austria in generale, come sapevamo, non è il paradiso terrestre per un vegetariano: moltissimi secondi, tanta tanta carne ed impossibilità di ordinare dei contorni se non, appunto, mischiati in un bel piattone di carne. Dopo che il gentil cameriere ci estorce la mancia a fronte di un conto già salatissimo per (qualità&quantità)/prezzo abbandoniamo mesti il locale rinfrancati dal pensiero del calore dell’hotel e della sua doccia.

CONSIGLIO DELLA GIORNATA: da non perdere la sala della bibblioteca all’Hofburg. E’possibile fare le foto all’interno ma senza flash (il che richiede una fermezza di polso da statua di marmo). Il mercoledì la galleria Albertina rimane aperta fino alle 21.

17/03/06 Tutto il mattino se ne va per il meraviglioso Kunsthistorisches Museum, la più grande collezione austriaca di opere d’arte: un viaggio dagli antichi egizi al settecento, passando per i Greci ed i Romani, le monete d’ogni tempo (splendide), le vedute del Canaletto, le madonne del Raffaello e del Perugino, gli Arcimboldo, i Bruegel, i “tre filosofi” del Giorgione e soprattutto il pezzo da 90 del museo: la saliera del Cellini, ripristinata nella sua sede dopo che fu rubata e successivamente ritrovata ai primi del 2006 in una cassa sotterrata in un bosco. All’interno del museo è possibile fare foto senza flash ma sarà difficile che venga qualcosa che sia degno di sostituire una cartolina. Questo stupendo museo è ospitato in un palazzo monumentale (che si affaccia su Maria Theresien platz ed ha di fronte un edificio simile che ospita il museo di storia naturale) ricco di marmi, fregi, decori ed un atrio d’ingresso con relativa scalinata che meritano più di una foto. Un’audioguida, anche qua, sarebbe stata utile ma in fin dei conti ci avrebbe costretto a passare l’intera giornata in questo museo: dovendo correre (i Greci, i Romani e gli Egizi li abbiamo visti a passo di boy scout) abbiamo visitato quasi tutto in 3 ore. Mangiamo un gulash (che non mi è sembrato molto diverso dallo spezzatino della mamma) ed una “delicata” insalata di patate: notiamo solo dopo averla oramai davanti che era piena di cipolle! Ma non poche…Roba da risvegliare Tutankamon. E poi il cameriere si congeda da noi con un “abbiate un buon week end”. Come non avere un interessantissimo e romanticissimo fine settimana dopo quella scorpacciata di cipolle.

Pomeriggio all’insegna del camminare con un lungo giro che ci porta lungo Piaristengasse e Lange gasse (zona Josefstad): niente di che se non fosse per la (chiusa) Maria Treu kirche. Ritorniamo sui nostri passi: visitiamo la stupenda Votivkirche, dalle magnifiche vetrate; solamente le impalcature dei restauri ci “rovinano” le foto delle 2 altissime guglie esterne. Continuiamo a passeggiare e facciamo qualche foto, solo dall’esterno, al municipio (Neues Rathaus), al Parlamento ed al Burgtheater. Giusto in tempo per arrivare al Leopold museum, dove vediamo un’ampia collezione (soprattutto se si pensa che era tutta privata fino a qualche anno fa) di Klimt e Schiele. Una tappa imperdibile per chi ama i due maestri.

Stremati dalle lunghe fatiche odierne, facciamo incetta di porcherie da supermercato da mangiare comodamente in hotel. Per una sera non ci avventuriamo in piatti “esotici” ed andiamo sul sicuro con frutta, bevande e gelato confezionato.

CONSIGLIO DELLA GIORNATA: la zona dello Josefstad, consigliata da alcune guide, non merita forse un giro apposito: dedicate più energie per altre zone. Inoltre il giovedì alcuni musei (come il Leopold ed il Mumok) sono aperti fino alle 21.

18/03/06 Sveglia ore 8, come sempre. L’accumulo di stanchezza si fa sentire ma noi vogliamo comunque vivere al meglio l’ultima porzione di giornata in territorio austriaco. Anzi, considerando che alle 17 eravamo di nuovo in hotel per ritirare i bagagli che il gentilissimo personale dell’albergo ci aveva tenuto sotto chiave nonostante il check out, siam riusciti a vedere ancora molte attrattive. Prima di tutto ancora qualche foto alla Karlskirche ed ai padiglioni liberty antistanti visitati qualche giorno prima (i nuvoloni e la tarda ora avevano lasciato un po’di amaro in bocca al fotografo che c’è in me) e poi via verso la vicina palazzina della Secessione. La palazzina era un tempo soprannominata dai Viennesi “cavolo dorato” per via della decorazione del suo tetto, una sfera di foglie dorate che spicca sul bianco corpo dell’edificio. Essa contiene il “fregio di Behetoven”, un pannello a tre pareti ove Klimt ha raffigurato la nona sinfonia del compositore tedesco; un po’caro il biglietto (viste le inutili mostre temporanee di arte ultracontemporanea ospitate) ed un po’antipatica la bigliettaia che ci ha fatto storie sulle tessere universitarie. E con questo si chiude il cerchio intorno alle opere principali di Klimt in città dal momento che le abbiamo praticamente viste tutte. Forse mancava all’appello solo una decorazione dell’interno del Burgtheater, visita più volte rimandata anche perché effettuabile solo alle 3 di ogni pomeriggio. Per la serie o sei lì nei paraggi o niente. Infatti il ballottaggio è stato vinto dall’altra visita guidata in inglese, quella dell’Opera, da farsi tutti i giorni alle 2 o alle 3 anche tramite prenotazione. Il grazioso teatro ci viene descritto da una simpatica guida, che ci ha raccontato molte curiosità; la maggior parte degli interni sono stati ricostruiti dopo i bombardamenti della 2°guerra mondiale ed è possibile notare il contrasto tra questi ultimi, più semplici e razionali, e quelli precedenti, ricchi di particolari e di sfarzo. Prima dell’Opera avevamo attraversato il caratteristico Naschmarkt, un grazioso e pulsante mercato pieno di ristorantini, banchetti di spezie, panetterie e tanta gente. Da lì è possibile dare un’occhiata alla Majolikhaus, una casa con maioliche a tema floreale progettata dall’architetto Otto Wagner. Pranzo in uno dei tanti ristoranti giapponesi della città, forse l’unico posto dove abbiam potuto mangiare del cibo leggero e relativamente a buon mercato.

Ultima tappa: Museo delle Arti Applicate (Mak), girato velocemente visto il breve tempo che ci separava dalla partenza. Esso contiene in sale capienti molti manufatti dal periodo romanico al XX secolo, oltre ad una sezione dedicata ai modellini architettonici; mostre temporanee tematiche (con tessuti, sedie, metalli) completano il lotto per alcuni piani. Andiamo a recuperare i bagagli e ci dirigiamo alla stazione sud, dove si ferma il bus per l’aeroporto (a proposito, siate sempre puntuali per qualunque appuntamento visto che anche il bus è passato con 5 minuti d’anticipo rispetto al dovuto). Breve viaggio e solita triste attesa da rientro a casa.

CONSIGLIO DELLA GIORNATA: se amate l’arte ed i musei in generale 5 giorni e mezzo a Vienna non bastano. Ci sono davvero tanti musei interessanti e per non fare gli ultra-stakanovisti sarebbe meglio diluirli il più possibile. Per fare una vacanza “culturale” al massimo ma allo stesso tempo rilassante occorrerebbe una settimana. Il Mak è gratuito al sabato.



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