L’Europa centrale in treno

Due amici, un lungo viaggio e pochissimi soldi. Un sogno impossibile? No, una soluzione c’è ed è proprio riservata a noi cittadini della comunità europea.
Scritto da: I Minou
l'europa centrale in treno
Partenza il: 01/07/2008
Ritorno il: 23/07/2008
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
L’InterRail, è un particolare tipo di biglietto ferroviario che, per la durata massima di un mese, rende liberi di circolare attraverso 30 paesi. Noi abbiamo scelto un Global Pass di 2ª cl valido 22 giorni, grazie al quale potremo viaggiare illimitatamente su tutti i treni e trasporti marittimi partecipanti all’offerta. Per motivi di tempo decidiamo di programmare solo le nazioni che visiteremo, i dettagli del viaggio prenderanno vita giorno dopo giorno. Così, 48 ore dopo, siamo pronti a partire con una buona attrezzatura da campeggio, qualche vestito, tantissimo entusiasmo e le nostre fedelissime Lonely Planet. 1° e 2° GIORNO MONACO, CAPITALE DELLA BAVIERA Partiamo da Bologna con il treno espresso delle 22.40 per arrivare a Monaco di Baviera sulle 6.30. Il viaggio è scandito dai numerosi controlli dei documenti, ma puntualissimi arriviamo alla stazione principale della città. Distrutti dal viaggio dormiamo tutta la giornata e ceniamo in un fast-food nelle vicinanze, dove ci accompagna una giovane coppia offrendoci un passaggio in auto. Il secondo giorno, freschi e riposati iniziamo la visita da Marienplatz cuore pulsante della città, sulla quale si affaccia il Neues Rathaus con il suo famoso carillon. Di fronte ad esso sorge la chiesa di St Peterskirche dove salendo 297 gradini è possibile raggiungere la vetta della torre, dalla quale si gode una vista spettacolare. Arriviamo facilmente al Residenzmuseum che espone i tesori della dinastia Wittelsbach, ma veniamo scoraggiati dalla lunga fila per entrare. Quindi spostiamo il nostro interesse verso il Deutsches Museum, un edificio di 8 piani, che racchiude il museo della scienza e della tecnica più grande al mondo. Usciti, ci rifocilliamo con un sontuoso spuntino e riprendiamo la nostra passeggiata lungo Maximilianstrasse fino ad arrivare alla Max-Joseph-Platz dalla quale salutiamo la città, perché domani saremo già in partenza. 3° e 4° GIORNO ESSEN, UNA CITTÁ SORPRENDENTE Siamo diretti verso la regione della Ruhr. Abbiamo deciso che la prossima fermata sarà la città di Essen, grosso polo industriale, che secondo la nostra guida è in grado di riservare piacevoli sorprese al turista che decide di fermarvisi. In passato la vocazione industriale della regione rappresentava la città come la sede della Thyssen Krupp (da noi tristemente nota), mentre oggi i nuovi volti di Essen, Capitale europea della cultura nel 2010 assieme ad Istanbul, sono l’arte, l’opera e i grandi musei. Il viaggio dura circa 7 ore e dalla stazione, grazie ai mezzi pubblici, raggiungiamo con facilità lo Stadtcamping Essen-Werden. Il giorno successivo dopo un abbondante colazione, ci muoviamo alla volta del centro. Famoso per lo shopping, con moltissimi negozi e grandi magazzini, sembra essere stato progettato per catturare i turisti, ma i prezzi non sono molto economici e lasciamo presto lo sfavillio delle vetrine dirigendoci verso la zona mineraria. Esempio di recupero ambientale, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio culturale dell’umanità, ospita il famoso Design Zentrum Nordrhein Westfalen (che raccoglie tutti i prodotti insigniti dal più prestigioso premio del design mondiale) e la sorprendente spirale del Palast der Projekte che costruita in tessuto ed illuminata dall’interno da la sensazione di entrare in una abatjour. Quest’ultima sorprendente istallazione-museo ospita 65 opere che vorrebbero essere per il visitatore altrettanti suggerimenti per migliorare se stesso ed il mondo. Tornati al campeggio ceniamo assieme a tre ragazze vicine di tenda con le quali parliamo dei delicati eventi della storia tedesca. Ci dicono ovviamente che le cose sono cambiate moltissimo, ma che ultimamente stanno ricominciando a nascere molte associazioni giovanili neo-naziste e xenofobe. Inoltre il discusso partito dell’Npd continua a sopravvivere nonostante i diversi tentativi di dichiararlo fuorilegge da parte della Corte costituzionale. Anika, la più giovane delle tre, è convinta che la ferita lasciata da quegli eventi sia più fresca di quanto si voglia mostrare, ma che la “loro Germania” non ripeterà mai più gli stessi errori. 5° GIORNO METEORIT E POI DI NUOVO IN VIAGGIO Nonostante le ore piccole fatte il giorno prima, ci alziamo presto per riuscire a visitare il Meteorit, un “museo sensoriale” unico al mondo. Nato nel 1998, nel tentativo di creare un luogo pieno di energia positiva, fantasia, bellezza e stimolo per giovani ed anziani, dimostra di aver raggiunto il suo ambizioso obbiettivo quando in una lettera inviata al supervisore del museo, una bambina scrisse: “my whole family was in your magic kingdom and for the first time my mother and father didn’t squabble during an outing” (cioè: tutta la mia famiglia è stata nel tuo regno magico e per la prima volta mia madre e mio padre non hanno litigato durante una gita).Usciti, da quella che anche la CNN ha definito la casa delle meraviglie, torniamo alla stazione centrale, dove all’ultimo minuto, un giornale turistico ci stravolge i piani facendoci cambiare la destinazione da Amburgo ad Hannover. Senza alcun problema ed in pochi secondi, controlliamo il tabellone delle partenze e cambiamo binario. Al nostro arrivo ci attende un vero proprio diluvio, attendiamo un po’ all’interno della stazione, ma dato che le avverse condizioni meteorologiche non accennano a lasciare la città, ci lanciamo comunque nella lunga camminata necessaria per arrivare al Campingplatz Arnumer See. Al nostro arrivo ci dicono subito che è tutto esaurito, poi ci concedono di campeggiare a patto di partire la mattina successiva. 6° e 7° GIORNO CELLE, UN INCANTEVOLE CENTRO STORICO Torniamo in stazione di prima mattina, dove ci fermiamo in un bar a sorseggiare cioccolata calda e ad asciugarci dall’umidità notturna. All’ora di pranzo prendiamo un treno regionale fino alla stazione di Celle. Da lì, trovato l’autobus giusto, percorriamo i pochi chilometri che ci separano dal Camping Silbersee e montata la tenda ci concediamo, dopo tanti giorni d’astinenza, un buon piatto di spaghetti. Il giorno successivo la pioggia ha ripreso a cadere e decidiamo di restare fermi qui un’altra notte, dedicando l’intera giornata al riposo e alla visita della città che ci ospita. Arriviamo direttamente nella zona pedonale, esattamente di fronte al Palazzo Ducale. Seguendo poi Brauhausstrasse ci addentriamo tra le incantevoli viuzze dell’Altstadt composte da numerose case in legno dai colori vivaci e numerosi bar-ristoranti che invadono piacevolmente le strade con i loro tavolini bianchi. Nel pomeriggio ci rilassiamo nel Giardino Francese approfittando di un debole sole che filtra attraverso le nuvole. 8° GIORNO FINALMENTE HANNOVER Al nostro risveglio ci appare un bel sole caldo e ne approfittiamo per tornare ad Hannover. Giunti nel centro scopriamo subito una particolarità di questa bella città: il “Roter Faden”, una linea rossa inserita nella pavimentazione stradale che conduce i turisti, ai luoghi di principale interesse. Passeggiamo piacevolmente in una zona pedonale immensa che racchiude la parte moderna della città, scendiamo lungo Georgstrasse e facciamo una deviazione verso ovest per arrivare alle rovine della Aegidienkirche. Da li è facile raggiungere il Vecchio Municipio, forse l’edificio simbolo della città, ormai riadattato a teatro. Proseguiamo entusiasti la nostra camminata e visitiamo lo Sprengel Museum dove è contenuta una delle più significative collezioni di arte moderna di tutta la Germania. Una volta usciti siamo stanchi quindi ci fermiamo a comprare qualcosa da mangiare e prendiamo l’autobus, indicato sulla guida, per i giardini reali. Dopo esserci riposati a lungo al loro interno, nel tardo pomeriggio, iniziamo a visitarli. Voluti a metà del 1600, racchiudono al loro interno diversi giochi d’acqua (tra cui la Grosse Fontäne con un getto alto 80 m ), decorazioni floreali ed una riproduzione della foresta tropicale, ma il vero tesoro del parco è la grotta allestita dall’artista Niki de Saint Phalle. 9° e 10° GIORNO LEGOLAND PARKEN, UN MONDO DI LEGO Abbiamo pensato molto a quale dovesse essere la prossima meta e quando abbiamo scoperto l’esistenza di un parco a tema della LEGO, il nostro lato infantile ha avuto il sopravvento. D’altronde chi, maschietto o femminuccia che sia, non ha passato almeno un pomeriggio in compagnia di quei fantastici mattoncini di plastica? Salutiamo la Germania ed entriamo in terra danese, il Legoland Parken si trova in prossimità di Billund piccolo paesino servito da un aeroporto internazionale con voli anche da/per l’Italia, ma senza una stazione ferroviaria. Zaini in spalla ci troviamo quindi alla biglietteria a studiare il modo più veloce e pratico per raggiungere la destinazione prevista. Grazie agli autobus partenti ad ogni ora da Vejle (raggiunta in treno) arriviamo facilmente al Billund FDM Camping a pochi passi dall’ingresso del parco. Il campeggio è una struttura 4 stelle tanto estesa che, girando al suo interno senza la piantina che consegnano ad ogni persona, è molto facile perdersi. Il biglietto d’ingresso al parco, da libero accesso a tutte le sezioni in cui è diviso. A noi è piaciuta in particolar modo l’area chiamata Miniland, zona ormai storica con cui è nato il parco nel 1968, dove, con l’utilizzo di 40 milioni di mattoncini, sono riprodotti in miniatura gli edifici e gli ambienti più famosi del mondo. Qui viaggiamo dal Partenone alla Casa Bianca, dalla Statua della libertà ai canali di Amsterdam, ma i record in quanto a dimensioni spettano alla riproduzione del monte Rushmore ed a busto di Toro Seduto alto ben 14metri. 11° e 12° GIORNO UN’INSOLITA COPENAGHEN Sono trascorse poco più di due ore dalla partenza quando entriamo nella bella stazione centrale di Copenaghen e da lì cerchiamo l’autobus che ci porta al Bellahøj Camping dove passeremo la notte. Sistemati e rifocillati, nel tardo pomeriggio facciamo conoscenza con tre simpatici neo-fricchettoni, che dopo cena ci invitano a bere una birra. Sapendo che domani visiteremo la città ci consigliano di passare qualche ora all’interno del piccolo quartiere di Vesterbro, una decina di minuti a piedi dietro la stazione ferroviaria. Ci spiegano, che Vesterbro vuol dire “Ponte per l’occidente” e dimostra a tutti che si può coesistere in pace, indipendentemente dalla cultura o dal volume del conto in banca. Per arrivare al quartiere, lungo la Istedgade ci sono diversi sexy shop e non è affatto raro incontrare delle prostitute, ma ci assicurano che non c’è alcun rischio nel percorrerla, neppure per i pochi turisti che vanno in quella direzione. Iniziamo la visita già di prima mattina, perché abbiamo superato la metà dei giorni a nostra disposizione e questa sera inizieremo il viaggio che a tappe ci riporterà verso l’Italia. Nella Città Vecchia si possono ammirare “le torri verdi”, i canali e Nyhavn, con i suoi magici velieri e caffè alla moda. Christians Brygge invece racchiude gli edifici i più moderni come la nuova ala della biblioteca reale, soprannominata “The Black Diamond” per i riflessi che irradiano il granito nero e le enormi vetrate che la compongono. La nostra meta principale però è Vesterbro. In questa zona non ci sono monumenti importanti, ma il suo fascino è nella gente, ed emerge dai numerosi bar e cafè dai quali escono i più disparati tipi di musica e profumi. Fino a non molto tempo fa questo era la classica zona malfamata della città, frequentata da prostitute e drogati, e dove la microcriminalità la faceva da padrona. Oggi invece Piazza Halmtorvet ospita nei suoi edifici diverse mostre ed eventi mondani. Qui è presente la vera anima multietnica della città, in pochi metri vediamo negozi turchi, filippini, tailandesi, indiani e coreani, ma la cosa più sorprendente e che tra di essi spuntano diversi negozi dell’alta moda occidentale. La trasformazione di questo quartiere, almeno ai nostri occhi di turisti, sembra riuscita perfettamente. Ci troviamo immersi in un grande calderone di culture, esempio ideale di integrazione e rispetto reciproco. Copenaghen è ancora grande, ma si è fatto molto tardi e dobbiamo recuperare gli zaini e partire in nottata. A malincuore ci apprestiamo a salutare questa magnifica città, ma al nostro arrivo in stazione ci attende una sorpresa. Tutti i treni notturni diretti verso le grandi città europee sono al completo. Con molta pazienza riusciamo a trovare due posti a sedere sul Copenaghen – Vienna, ma solo per il pomeriggio successivo. Dopo un attimo di smarrimento rientriamo al campeggio e passiamo lì un’altra notte. 13° GIORNO UNA CITTÁ IDEALE Stamattina facciamo un giro dentro i giardini di Tivoli, proprio di fronte alla stazione. Storico parco divertimenti risalente alla metà del 1800, è un insieme di fiori, fontane, specchi d’acqua e spettacoli all’aperto. Usciti continuiamo a camminare raggiungendo la Vor Frelsers Kirke e il bellissimo panorama che si ammira salendo i 400 gradini della sua torre a spirale (da evitare per chi soffre di vertigini dato che gli ultimi 150 gradini salgono sulla parte esterna). Guardando Copenaghen dall’alto, ci appare subito chiaro il perché questa città risulti tra le più “verdi” del continente. I mezzi pubblici sono elettrici, la fitta rete di piste ciclabili è affollata, le aree verdi sono sparse un po’ ovunque e le pale eoliche, che regalano alla città energia pulita, spuntano dall’acqua come luccicanti alberi marini. Stando quassù, abbiamo l’impressione di essere in un prototipo di città ideale e proviamo uno strano desiderio di restare, ma si è fatta ora di partire. Salutiamo la Danimarca, sulle famose note de “ Il mattino” di Edvard Grieg (compositore norvegese), con la speranza che anche le altre capitali europee sappiano seguire questo esempio di vita ed eco-compatibilità. 14° e 15° GIORNO VIENNA, PRIMA UN CIMITERO POI UN MUSEO Dopo 17 ore di treno, provati fisicamente, ma felici, siamo a Vienna. Cerchiamo e raggiungiamo con le ultime energie rimaste il Campingplatz Schloss Laxenburg contattato telefonicamente dal treno. Montata la tenda, la notte passata in bianco si fa sentire e crolliamo dal sonno. Non è la nostra prima volta a Vienna e il giorno seguente ci lanciamo subito a capofitto per le strade della bella capitale austriaca, siamo diretti verso una zona non propriamente turistica. Arrivati alla stazione del tram, aspettiamo il numero 71, che ci scarica davanti ad uno dei tanti ingressi del cimitero centrale. Il Zentralfriedhof occupa una superficie talmente vasta che al suo interno circola regolarmente un servizio di bus ed è suddiviso per confessioni religiose. Infatti accoglie cattolici, ortodossi, protestanti, islamici ed ebrei. L’atmosfera che si respira entrando va oltre la spiritualità del luogo. Trovandoci di fronte alle tombe di Beethoven, Brahms, Schubert o nel mezzo dell’antico cimitero ebraico, abbiamo l’impressione di essere in un’enorme biblioteca a cielo aperto. All’ora di pranzo riprendiamo il tram che ci riporta in centro e decidiamo di fermarci a mangiare in un chiosco lungo la strada. Il pomeriggio lo dedichiamo interamente al Kunsthistorisches Museum, uno dei principali musei di Belle Arti d’Europa e forse del mondo. All’ora di chiusura siamo stanchissimi e ci fermiamo al primo McDonald che troviamo lungo strada del ritorno. 16° GIORNO BIZZARRIE VIENNESI In mattinata, durante la colazione, facciamo conoscenza con due ragazze romane. Scambiamo qualche battuta e prendiamo tutti assieme l’autobus per il Prater. Passeggiando all’interno di questo famoso parco pubblico, non passa inosservata la grande ruota panoramica, ma la vera curiosità è la Kugelmugel, un edificio di forma sferica, dichiarato nazione indipendente dal suo eccentrico realizzatore. Dopo diversi contrasti con le autorità, Lipburger, Presidente e fondatore della micronazione, si mise anche a stampare moneta e francobolli propri, rischiando il carcere risparmiatogli solamente dal presidente austriaco che gli concesse la grazia. Usciti dal parco e attraversato il ramo del Danubio che lo delimita, arriviamo davanti alla KunstHausWien, un ex fabbrica di mobili trasformata dall’artista e filosofo Hundertwasser. Oltre alle sue opere, a colpire di questo museo è l’edificio stesso. Al suo interno, ci sorprendono i pavimenti ricurvi, le colonne storte e la totale assenza di linee rette e simmetriche nelle pareti. Mentre torniamo verso la fermata del bus, ci fermiamo ad un chiosco per un panino. Finito di mangiare percorriamo solo qualche centinaio di metri prima che la nostra attenzione sia catturata da un’altissima torre, dalla quale alcune persone fanno bungy-jumping. Incuriositi la raggiungiamo, e lì impariamo che ci troviamo ai piedi dell’edificio più alto della città, la Donauturm. Dato che è consentito l’accesso ai turisti fino ad una piattaforma panoramica, saliamo sull’ascensore ed in una manciata di secondi siamo a circa 150m d’altezza. Seppure la piattaforma si trovi solo a metà dell’edificio, la vista su Vienna è sontuosa e, come è già successo a Copenaghen, salutiamo la città dall’alto rimanendo fino a tardi. 17° e 18° GIORNO SALISBURGO E I GIGANTI DI GHIACCIO Arriviamo a Salisburgo nel tardo pomeriggio e non riuscendo a metterci in contatto con l’unico campeggio segnalato nella guida andiamo all’ufficio informazioni della stazione, dove un paziente ragazzo, riesce a trovarci un posto tenda al Campingplatz Nord-Sam che include nel prezzo anche l’uso della piscina. Dato che il centro storico di questa città è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, non abbiamo indecisioni ed iniziamo la visita proprio da Resindenzplatz, dove una ragazza, con la sua arpa, ha su di noi lo stesso effetto delle sirene di Ulisse. Girando per il centro rimaniamo colpiti da una locandina che pubblicizza un’escursione al “Mondo dei giganti di ghiaccio”. Entriamo dentro l’agenzia e dopo aver chiesto qualche informazione ci iscriviamo per la partenza delle 12.30. Torniamo velocemente al campeggio per prendere qualche maglia pesante e cercare qualcosa da mangiare prima della partenza del tour. Il “Mondo dei giganti di ghiaccio” o Eisriesenwelt, con i suoi 40km, è il complesso di grotte ghiacciate più grandi al mondo. Al suo interno si possono ammirare enormi sculture di ghiaccio formatesi grazie ad un complesso sistema climatico-naturale. Scesi dal bus, dopo un tragitto in cabinovia ed un breve tratto di strada, da percorrere a piedi, siamo davanti alle grotte. All’ingresso ci avvertono che è vietato fare foto o riprese e ci forniscono di una lampada non molto differente da quelle che dovevano usare i minatori. All’interno, lungo il solo chilometro visitabile, il percorso è faticoso ed illuminato da brevi lampi di luce per evitare che la temperatura salga eccessivamente, ma lo spettacolo è di quelli impressionanti ed indimenticabili. Sull’autobus del ritorno, siamo talmente entusiasti dello spettacolo che non smettiamo di ricordare le “sculture” che più ci hanno colpito: Il palazzo di ghiaccio, La fortezza dei giganti, Il velo della regina ecc… 19° e 20° GIORNO ECCOCI A ZURIGO E…CHE FORTUNA! La vacanza sta ormai arrivando al termine e ci accingiamo ad un’ultima giornata di trasferimento. Saliamo sul treno diretto a Zurigo. Arriviamo a metà pomeriggio e come d’abitudine, ormai perfettamente consolidata, cerchiamo una sistemazione per la notte. Troviamo posto al Camping Seebucht posizionato splendidamente sulla riva del lago e comodamente servito da due linee dell’autobus. La receptionist del campeggio ci conferma subito la fama che dipinge questa metropoli come una delle città più care al mondo, la struttura ed il suo personale sono impeccabili, ma qualsiasi servizio, si paga e non poco. È ormai tardi e ci concediamo solamente un rapido giretto per la città dal quale ci appare chiara l’elevata qualità di vita dei suoi cittadini. Ci sembrano tutti calmi, sorridenti e fieri di loro stessi. Chi ha scritto: “Probabilmente sono il popolo più fortunato del mondo: sani, ricchi e tanto colti” forse non si è sbagliato di molto. A colazione facciamo conoscenza con due ragazze svizzere venute fino qui per fare shopping nei numerosi e lussuosi negozi di Bahnhofstrasse. Dopo un’allegra colazione in compagnia siamo decisi a scoprire cosa ha da offrirci questa città. Iniziamo la visita dalla stazione ferroviaria e ci muoviamo in direzione della Sankt Peterskirche cattedrale duecentesca con l’orologio più grande d’Europa. Dato che ci troviamo nelle vicinanze ci dirigiamo verso la Haus von Le Corbusier dove troviamo aperto il Privat Museum Heidi Weber, collezione privata che raccoglie tantissimi materiali legati al famoso architetto. Abbiamo avuto una grande fortuna perché l’orario d’apertura ridottissimo di questa fondazione nasconde a molti una visita che non andrebbe persa. A questo punto ci immergiamo nelle strade del centro dove il tempo trascorre rapido tra i negozi. Siamo stanchi (la lunghezza dell’intero viaggio incomincia a pesare) e ci fermiamo su una panchina ad ammirare lo spettacolo del tramonto sul lago. Rientrati al campeggio dividiamo la cena con le ragazze conosciute in mattinata, facendo notte fonda tra una birra e l’altra. 21° GIORNO SI RITORNA A CASA, MA NON PRIMA DI UN’ULTIMA SOSTA Ci svegliamo all’alba più intontiti che mai, ma è il giorno del rientro a casa e dobbiamo ancora studiare gli orari dei treni. Dopo diverse ipotesi, troviamo una coincidenza che ci ritaglia qualche ora da riservare ad un’ultima città. La meta prescelta è Lucerna. Usciti dalla sua stazione ci troviamo tra il lago che bagna la città e maestose montagne dalle vette innevate. Il tempo scorre e ci dirigiamo velocemente al Kapellbrücke, ponte in legno simbolo di Lucerna. Non perdendo mai di vista l’orologio, facciamo una passeggiata su una porzione della cinta muraria, accessibile gratuitamente, dalla quale torniamo ad ammirare il bellissimo paesaggio che ci circonda. Purtroppo siamo agli sgoccioli, ci resta giusto il tempo per un pasto caldo e dobbiamo tornare in stazione. Il confine italiano è poco distante ma per arrivare a casa dobbiamo ancora viaggiare diverse ore. Giunti alla conclusione, abbiamo la consapevolezza che il ricordo di questo viaggio rimarrà nelle nostre menti per sempre. L’Interrail non è un modo di viaggiare rapido o confortevole, anzi spesso si incontrano difficoltà ed imprevisti, ma è un avventura con l’A maiuscola durante la quale il senso di libertà assoluta non ti abbandona mai. Una “filosofia turistica” che ci sentiamo di consigliare a tutti coloro che credono che viaggiare non significhi solo raggiungere una meta, ma soprattutto attraversare luoghi e conoscere persone nuove.


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