Salisburghese, tirolo e torino

1° giorno – VENERDI’ 15/8/2008 Partenza di buon’ora da Vallecrosia (6.05) ed arrivo nonostante il traffico come sempre sostenuto sull’autostrada del Brennero a Vipiteno verso le 13.00. Abbiamo prenotato tramite il tour operator EUROPLAN l’hotel BRENNER direttamente all’autoporto. L’hotel è grazioso e le camere sono ampie e molto...
Scritto da: dele1976
salisburghese, tirolo e torino
Partenza il: 15/08/2008
Ritorno il: 28/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
1° giorno – VENERDI’ 15/8/2008 Partenza di buon’ora da Vallecrosia (6.05) ed arrivo nonostante il traffico come sempre sostenuto sull’autostrada del Brennero a Vipiteno verso le 13.00. Abbiamo prenotato tramite il tour operator EUROPLAN l’hotel BRENNER direttamente all’autoporto. L’hotel è grazioso e le camere sono ampie e molto ben curate. Dopo un breve riposino decidiamo di visitare il paese di Vipiteno una città medievale questa piccola città delle Alpi, una volta dimora di Imperatori e Re, è oggi un piccolo gioiello, ricco di attrazioni storico culturali la cittadina è divisa dalla torre civica (detta anche “delle Dodici”) in due nuclei, Città Vecchia e Città Nuova, allineati lungo la via principale (Reichstrasse) con negozi e alberghi al posto delle antiche botteghe artigiane e delle locande. Con le case coronate di merli e gli eleganti bovindi che vi si affacciano, la Reichstrasse sembra una lunga sala da festeggiamenti. La Torre delle Dodici, eretta nel 1469 e terminata con l’orologio e la meridiana nel 1473, al tempo in cui vi era la cinta muraria fungeva da porta della città. E’ stata ricostruita nella sua forma attuale dopo l’incendio del 1868. Vicino alla torre è da ammirare la Jöchlsthurn, una bella residenza tardogotica, oggi Museo delle Miniere. Contemporaneo alla costruzione della torre è il Palazzo Comunale, rifinito in seguito (1524) con l’Erker poligonale d’angolo coronato di merli, la chiesa gotica di S. Spirito (fine del ‘300) faceva corpo unico con l’Ospedale (attualmente sede dell’associazione turistica), la chiesa parrocchiale di S. Maria della Palude (1417) è ritenuta la più ampia del Tirolo. Nei boschi dei dintorni, su uno spuntone di roccia, l’imponente Castel Tasso menzionato già nel XII secolo.

2° giorno – SABATO 16/8/2008 Riprendiamo l’Autostrada del Brennero fino ad Innbruck, proseguire sulla A12, uscita 17 Lofer/Brixental, prendere la B178 fino a Lofer poi proseguire sulla B311 e giungiamo a ZELL AM SEE non prima di essere passate (purtroppo èpioveva a catinelle) nella bellissima e famosissima località di KITZBUEL forse una delle città più affascinanti delle Alpi. Il nostro residence “RENATE” prenotato sempre tramite il tour operator EUROPLAN è una graziosa villetta arancione in un tranquillissimo borgo chiamato SCHUTTDORFa circa km. 2,5 da Zell ma facilmente raggiungibile a piedi grazie ad una meravigliosa passeggiata lungo il lago sotto gli alberi; il nostro alloggio è una mansarda accessoriata benissimo con balconcino che ci offre un panorama unico sulle bellissime ed imperiose montagne coperte di neve. Zell è una città medioevale adagiata nelle colline ascendenti del monte Schmittenhöhe, tra le montagne coperte di neve e le acque limpide del lago Zeller See. Il primo insediamento durante il periodo dei Romani. Nel 740 d.C. Monaci dell’arcivescovo di Salisburgo Johannes fondano il paese »Cella in Bisoncio«. La città è fra gli insediamenti bavaresi più antichi del Pinzgau. Nel 1358 Zell fu elevata a città-mercato. La costruzione del tronco ferroviario nel 1875 portò anche i primi turisti. Nel 1928 Zell fu elevata a città. I monumenti principali della città sono la Chiesa parrocchiale “San Ippolito”edificio romanico risalente all’XI° secolo, l’altare maggiore e altare laterale risalenti al periodo neogotico intorno al 1900, la fontana della città sui pannelli laterali sono stati ricordati gli eventi importanti della storia della città. CURIOSITA’ E’ poco conosciuto il fatto che uno dei personaggi grandi dell’industria automobilistica, prof. Ferdinand Porche, visse qui durante gli ultimi anni della sua vita. Il fondatore di “Wolkswagen” e “Porsche” fu sepolto nella cappella situata sulla proprietà di Porschegrund, nelle vicinanze della città. Ci sono anche un museo e un’esposizione permanente dei veicoli, dedicati a questo personaggio importante.

3° giorno- DOMENICA 17/8/2008 Giornata interamente dedicato a percorrere la magnifica strada (a pagamento) Grossglockner Hochalpenstrasse che porta fino in Carinzia ed ha una mutazione di paesaggi incantevole.

Con i suoi 3.798 m il Grossglockner non è solo la più alta montagna dell’Austria ma anche una delle vette più elevate delle Alpi. Da sempre l’uomo ha considerato pericoloso l’ambiente montano. Le difficili condizioni meteorologiche e la mancanza di strade sicure rendevano un tempo quasi impensabile l’idea di attraversarle. Antiche tracce testimoniano però l’audacia dell’uomo. Ritrovamenti quali un coltello in bronzo di epoca preceltica, gioielli celtici in oro, una statuetta romana di Ercole, un’imbrigliatura medievale e le catene di un condannato alla galera del 17° sec testimoniano che l’Hochkars viene attraversato da quasi 4 millenni. L’Hochtor, fino alla fioritura del commercio del 17° sec, è stato la terza via commerciale in ordine di importanza, dopo il Brennero ed il valico dei Tauri di Radstadt, con quasi il 10% del volume complessivo del commercio delle Alpi Orientali. L’ambiente montano ispirava timore ma sapeva anche affascinare. La conquista del Mont Blanc suscitò enorme entusiasmo e attirò anche qui uomini audaci. Ma solamente la seconda spedizione al Glockner, nell’anno 1800, ebbe successo. Vittoria e sconfitta accompagnarono anche altre spedizioni. Il canale Pallavicini deve il suo nome al margravio Alfred Pallavicini che perse la vita sul Glockner nel 1886. La costruzione della strada alpina del Grossglockner ha donato una nuova dimensione a questa maestosa vetta. Meta preferita di escursioni, per molte persone rappresenta l’essenza stessa dell’esperienza naturalistica: qui i concetti di grandezza e potenza acquistano concretezza, qui si soccombe al fascino dei ghiacci eterni ed alla forza primordiale della Natura. I numerosi punti di osservazione panoramici, i sei sentieri istruttivi ed i due centri di informazione distribuiti lungo la strada del Glockner costituiscono una scuola di osservazione della natura di concezione assolutamente moderna. In questo modo scoprirete dove guardare se volete assaporare pienamente e conoscere a fondo l’ambiente di alta montagna. Con un unico biglietto avete libero accesso a tutte le esposizioni ed attrazioni disseminate lungo la strada alpina del Grossglockner. Questa famosissima strada alpina Vi conduce nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri, ai piedi della più alta montagna dell‘Austria, il Grossglockner (3798 m), e del suo ghiacciaio, il Pasterze. I suoi 48 chilometri e 36 tornanti ed il dislivello di 2.504 metri offrono un percorso automobilistico e naturalistico assolutamente straordinario! Attraversano un territorio di alta montagna unico nel suo genere, contornato da pascoli in fi ore, profumati boschi di montagna, possenti pareti di roccia e nevi perenni, fi no a giungere ai piedi del Grossglockner, alla Quota-Imperatore-Francesco-Giuseppe. Noi abbiamo fatto prima il circuito brevissimo che porta all’osservatorio svaroski dove con moderni binocoli si ha una vista mozzafiato sul ghiacciaio e sui bellissimi scenari montani che lo circondano, qui avvistiamo anche delle graziose marmotte. Poi abbiamo preso il sentiero del Gamsgruben che nell’oscurità dei tunnel verrete accolti da mille voci e colori che vi raccontano la formazione del Pasterze, lungo circa di 650 m la designer carinziana Michaela Fink ha creato un nuovo e suggestivo allestimento utilizzando pietre, luci, suoni e pitture con sette stazioni interattive invitano il visitatore a penetrare l’aspetto mistico della montagna alla fine si sarà ricompensati dallo splendido scenario del Pasterze da qui noi abbiamo proseguito a piedi (molto agevole il percorso) fino alla fine della strada.

COSTI con VETTURA: 1 giorno €. 28,00 – 15 giorni €. 35,00 ORARI: Primi di maggio-15 giugno: ore 6-20 16 giugno-16 settembre: ore 6-21.30 17 settembre-fine ottobre: ore 6-19.30 SITO: www.Grossglocner.At

4°giorno – LUNEDI’ 18/8/2008 Salisburgo (146.000 abitanti) è vicinissima al confine con la Baviera meridionale, è situata in una posizione di singolare bellezza sul fiume Salzach affluente dell’Inn. Fu antico centro romano con il nome di Iuvavum o Iuvavia elevato dall’imperatore Claudio a municipio. Nell’VIII secolo San Bonifacio vi istituì un vescovado che in seguito divenne con il vescovo Arno un arcivescovado di grande importanza, tanto da ottenere dagli Asburgo il titolo di Principi dell’Impero per i suoi vescovi. Nel 1809 il principato di Salisburgo passò al regno di Baviera di Massimiliano I, bisnonno del “re della favole” Ludwig II, e nel 1816 ritornò definitivamente all’Austria con la fine del dominio napoleonico .La città vanta importanti edifici storici come il Duomo, risalente all’VIII secolo e riedificato nel 1600 da Santino Solari su ordine del principe-vescovo Markus Sittikus che favorì così la penetrazione del barocco italiano, la chiesa di St. Peter in stile romanico nel cui cimitero riposa la sorella di Mozart “Nannerl”, il convento benedettino di Nonnberg con affreschi del XIII sec., la chiesa dei Francescani (Franziskanerkirche) con la navata centrale in stile romanico e la fortezza Hohensalzburg, costruita nel 1077 su una collina di 542 metri che domina tutta la città, ampliata nel periodo rinascimentale e comodamente raggiungibile con una funicolare. Salisburgo vanta diversi monumenti in barocco italiano come la Residenza dei Principi-vescovi, la monumentale fontana della Residenzplatz, il palazzo Mirabell con il suo bel giardino, e molti altri in barocco austriaco che nel ‘700 hanno dato l’impronta caratteristica alla città come la chiesa della Collegiata (Kollegienkirche). Nel 1997 il centro storico di Salisburgo è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio universale della cultura.La città è anche un grande centro di studio, è ricca di istituzioni culturali e biblioteche. Notevole importanza riveste la musica che è strettamente legata al benessere della città grazie soprattutto al suo figlio più celebre, Wolfgang Amadeus Mozart, che rappresenta il richiamo principe del Festival di Salisburgo ideato nel 1920 dal direttore teatrale Max Reinhardt, dal compositore Richard Strauss e dal poeta Hugo von Hofmannsthal all’insegna della purezza e della bellezza in senso mozartiano, ha assunto nel tempo una risonanza mondiale. Il grande Amadeus nacque a Salisburgo il 27 gennaio 1756 al terzo piano della casa che si trova nella Getreidegasse 9 (oggi è la via principale dello shopping dalle artistiche insegne e dalla caratteristiche botteghe). La casa natale di Mozart (Geburtshaus) ora è un museo gestito dalla Fondazione internazionale del Mozarteum e raccoglie diversi oggetti del compositore, quali strumenti musicali, ritratti, lettere, spartiti e il suo primo pianoforte ed è proprio suonando questo pianoforte il direttore d’orchestra Leonard Bernstein si commosse sino alle lacrime per l’onore ricevuto e il grande pathos. Nel 1773 la famiglia Mozart si trasferì nella casa detta anche “Casa del maestro di ballo” situata nella Hannibalplatz (oggi Makartplatz 8) dove Amadeus vi abitò fino al 1780, dopodiché si trasferìa Vienna dove morì nel 1791. In questa casa morì nel 1787 il padre Leopold, che è sepolto con la moglie di Amadeus Costanza nel cimitero annesso alla chiesa di St. Sebastian che si trova nella vicina Linzer Gasse. Anche questa abitazione, in parte ricostruita secondo l’antico progetto, è diventata un museo della Fondazione sopraccitata, che gestisce l’eredità artistica del compositore. Al centro della Mozartplatz è dominata dalla grande statua commemorativa realizzata in onore del compositore che fu voluta da Ludwig I, re di Baviera, che contribuì finanziandone la realizzazione e donando il piedistallo di marmo, attualmente conservato nel museo Carolino Augusteum la statua venne collocata nella piazza con una cerimonia pubblica, il 5 settembre del 1842, a cui parteciparono anche i figli di Mozart.

COSA VEDERE : • Schloss Mirabell (Mirabellplatz): con i suoi splendidi giardini e la serra vi da il benvenuto in città • Casa d’abitazione di Mozart (Makartplatz 8): qui la famiglia Mozart viveva e riceveva gli amici musicisti. • Casa Natale di Mozart (Getreidegasse): era un museo già nel 1880, e oggi raccoglie strumenti e manoscritti della famiglia Mozart • Franziskanerkirche, la Chiesa dei Francescani (Franziskanergasse). • St. Peter Kirche (vicino alla Domplatz). Alle sue spalle si trova il piccolo cimitero con le croci in ferro battuto e le catacombe a ridosso della montagna, il più antico della città, dove sono sepolti anche il musicista Joseph Haydn e la sorella di Mozart; un’altra cosa da non perdere è il più antico panificio di Salisburgo, a sinistra appena superato l’ingresso dalla Kapitelplatz, dove i frati fanno ancora il pane. • Dom, il Duomo (Domplatz). Elegantissima chiesa barocca • Residenz (Domplatz/Residenzplatz): la residenza degli arcivescovi della città conserva ancora oggi tesori e opere d’arte del clero salisburghese; dalla Residenzplatz si può ascoltare ogni giorno un suggestivo concerto di campane ogni giorno tra le 11 e le 12; per gustarlo al meglio, approfittate della sosta per una visita al MozARTs Café. • Festung Hohensalzburg: la fortezza che domina la città, raggiungibile con la Festungsbahn (la funicolare) o a piedi salendo lungo le caratteristiche vie, è una vera città nelle città, con musei, un ristorante e una taverna per la degustazione di vini. Inoltre dalla Fortezza si gode uno dei panorami più belli su Salisburgo e sulle altre alture intorno. Una curiosità: a Salisburgo c’è un corpo speciale detto Felsenputzer, cioè i “pulitori delle rocce”. • Kapuzinerberg (di fronte alla Fortezza, dall’altra parte del fiume): la cima si raggiunge facilmente dalla Linzergasse, si percorre un primo tratto di scalini che conduce a un grazioso convento di frati cappuccini e si prosegue poi attraverso i suggestivi sentieri di un boschetto, in mezzo al quale si erge anche la casa del famoso scrittore austriaco Stephan Zweig. Sul Kapuzinerberg si trovano ancora molti caprioli, e per tenerli sotto controllo in città è ancora attivo un corpo forestali di Cacciatori della Città. Noi siamo arrivate con il treno regionale alle 8.55 alla stazione principale e ci siamo subito recate verso il centro che è vicinissimo. Sicuramente non basta un giorno per visitare tutta questa bellissima città ma abbiamo un programma abbastanza fitto. Prima tappa i GIARDINI DI MIRABELL – Se Vi trovate nella splendida città di Salisburgo, una dolce passeggiata attraverso il meraviglioso giardino barocco del Castello Mirabell è quasi d’obbligo. Questo castello venne fatto erigere nel XVII secolo in onore di Salome Alt, l’amante del famoso arcivescovo Wolf-Dietrich von Raitenau. Essi ebbero undici figli e si pensa che i due fossero perfino segretamente sposati. Le innumerevoli e splendide qualità di fiori di questo originale giardino barocco Vi affascineranno in ogni periodo dell’anno. Inoltre dalle bellissime fontane centrali potrete ammirare un’incantevole vista panoramica della città.

Quindi la FORTEZZA DI HOHENNSALZBURG è il più grande castello completamente conservato dell’Europa centrale è il simbolo della città di Salisburgo. Hohensalzburg, la possente fortezza che sovrasta la città di Salisburgo, è stata costruita nel 1077 dall’arcivescovo Gebhard. L’arcivescovo Leonhard von Keutschach (1495-1519) la fece notevolmente ampliare. Oggi la Fortezza è il più grande castello completamente conservato dell’Europa centrale. Particolarmente interessanti sono considerati gli appartamenti medievali del principe e il museo del castello. Per poter salire comodamente sull’altura su cui sorge la Fortezza nel 1892 è stata costruita una funicolare: la ripida salita comincia nella via Festungsgasse. Le origini di questa costruzioni, che conta ormai quasi 1000 anni, sono da ricercarsi nella lotta per le investiture, lo scontro tra papa e imperatore per la nomina dei vescovi. Nel 1077, nel corso di tale scontro, l’arcivescovo Gebhard, di parte papale, fece costruire nel suo feudo le fortificazioni di Hohensalzburg, Hohenwerfen e Friesach. Le prime parti della Fortezza furono completate sotto il principato di un suo successore, Konrad I (1160-1147).La fortezza arcivescovile è rimasta per secoli il rifugio dei signori ecclesiastici dell’arcivescovato salisburghese. Così nel XV e nel XVI sec., allorchè il feudo salisburghese venne coinvolto nei disordini delle guerre contro gli ungheresi e delle rivolte contadine, gli arcivescovi si rifugiarono sulla Fortezza. In questo periodo il Maschio fu ulteriormente alzato e furono costruiti il magazzino per i viveri e l’arsenale. Le forme attuali sono state date alla Fortezza sotto l’arcivescovo Leonhard von Keutschach (1495-1519) che l’ha fatta ampliare e ornarne sfarzosamente gli interni. Nella Sala d’oro e nella Stanza d’oro si possono ammirare gli intarsi gotici e le pitture ornamentali testimonianza della notevole maestria dei loro autori. Del suo principato sono memoria anche 58 iscrizioni e gli stemmi con la rapa al centro. L’ultima importante modifica la Fortezza l’ha subita con la costruzione dell’imponente Bastione Küenburg. Interessante è anche che la Fortezza nella sua lunga storia non sia mai stata conquistata da nemici o assedianti. Le è stato fatto un unico, piccolo “graffietto” durante le rivolte dei contadini. I contadini in rivolta erano riusciti ad impossessarsi di un cannone con cui hanno sparato dalla piazza del Capitolo direttamente contro la residenza del loro signore feudale. Una scalfittura su una delle spesse colonne di marmo testimonia, ancora oggi, di questo pericolo che ha direttamente minacciato la Fortezza. Comunque non è servita solo da difesa e residenza in tempi di guerra. In periodi in cui nessun pericolo minacciava direttamente la città, è stata utilizzata come caserma o prigione. Il principe arcivescovo Wolf Dietrich vi è stato tenuto prigioniero per cinque anni, sino alla sua morte nel 1617, dal suo successore e cugino Markus Sittiku che abbiamo visitato in ogni sua parte visitabile con molta attenzione. Abbiamo anche approfittato dell’ora per fermarci a mangiare sotto uno dei bellissimi alberi del cortile interno dove sono collocate graziosi tavoli in legno con sedie e panche. COSTI: Adulti con funicolare A/R: € 9,80 Possessori di “Salzburg Card”: Ingresso gratuito ORARI: Da Gennaio ad Aprile e da Ottobre a Dicembre: dalle 9.30 alle 17.00 Maggio e Giugno: dalle 9.00 alle 18.00 Luglio e Agosto: dalle 9.00 alle 19.00 Settembre: dalle 9.00 alle 18.00 Da Ottobre a Dicembre: dalle 9.30 alle 17.00 Pasqua e fine settimana dell’avvento: dalle 9.00 alle 18.00 Natale: dalle 9.30 alle 14.00 (ultimo ingresso) SITO: www.Salzburg-burgen.At/it Poi siamo andate a visitare il cimitero di SAN SEBASTIANO che e’ adiacente all’omonima chiesa. Andrea Bertelletto lo progettò intorno al 1600 seguendo lo stile di un camposanto italiano. Qui vi riposano: il principe arcivescovo Wolf Dietrich; Leopold Mozart, padre di Mozart; a vedova di Mozart, Constanze e il medico Paracelso, “padre” della medicina moderna.

Poi ci siamo dirette al DUOMO è il più grande edificio religioso della città la sua sontuosa facciata e la possente cupola ne fanno la costruzione più importante del primo barocco al nord delle Alpi. La storia della sua edificazione porta l’impronta dei signori assoluti di Salisburgo, i principi arcivescovi è stato più volte distrutto, ricostruito, ingrandito, modificato e ampliato. Rappresenta un’impressionante testimonianza del potere economico, politico e religioso degli arcivescovi salisburghesi e del principato di Salisburgo. Il primo duomo è stato costruito ai tempi del vescovo Virgil che nel 767, al centro dell’antica città romana di Juvavum, fece costruire una cattedrale che il 24 settembre 774 consacrò ai santi Pietro e Rupert. Nel 1167, allorché i conti di Plain, seguaci dell’imperatore Federico Barbarossa, diedero fuoco alla città, anche il duomo fu distrutto fino alle fondamenta dalle fiamme. Dieci anni più tardi, sotto il governo dell’arcivescovo Konrad III von Wittelsbach, fu ricostruito. La nuova costruzione non era solo di grande bellezza e magnificenza ma era anche la più imponente al nord delle Alpi e le sue dimensioni superavano addirittura quelle del duomo imperiale di Speyer. 400 anni più tardi, nel 1598, è stato di nuovo un incendio a distruggere buona parte del duomo. Per l’arcivescovo Wolf Dietrich ha rappresentato l’occasione ideale per poter far demolire la chiesa danneggiata e farla ricostruire secondo un proprio progetto. I salisburghesi rimasero grandemente indignati dal comportamento senza scrupoli dell’arcivescovo che fece distruggere preziose sculture e tombe di arcivescovi suoi predecessori. Quando poi fece spianare anche il cimitero del duomo e buttare i resti dei morti tra le macerie la popolazione iniziò ad odiare il proprio signore. Gli ambiziosi progetti di Wolf Dietrich fecero naufragio con il suo arresto e imprigionamento sulla Fortezza: Markus Sittikus von Hohenems, suo cugino e successore, diede l’incarico di ricostruire il duomo all’architetto Santino Solari. Sotto la sua direzione il duomo salisburghese fu costruito come prima chiesa di inizio-barocco al nord delle Alpi. Il suo committente non visse abbastanza da poter assistere al completamento di questo monumentale edificio. L’arcivescovo Paris conte di Lodron consacrò il duomo il 25 settembre del 1628. Nonostante il pericolo rappresentato dalla guerra dei trenta anni, i festeggiamenti poterono svolgersi in tutta solennità. E infatti Paris Lodron era riuscito con le sue grandi capacità diplomatiche a tener lontano dalla città, difesa da possenti fortificazioni, i disordini della guerra dei trenta anni. La consacrazione del duomo divenne così la cerimonia più imponente e sfarzosa che Salisburgo abbia mai visto. Nel 1944 una bomba aerea ha colpito la cupola distruggendo anche una parte del presbiterio. Al completamento dei necessari lavori di ricostruzione, nel 1959, il duomo è stato riconsacrato nel suo antico splendore. Sui cancelli d’ingresso tre date ricordano le tre consacrazioni del duomo: “774”, “1628”, ”1959”.Troviamo quattro statue davanti alla facciata. Gli apostoli Pietro e Paolo, con le chiavi e la spada, e i due patroni della regione, Rupert e Virgil, con la botte usata per il trasporto del sale e il modellino di una chiesa. I due stemmi sul timpano sono quelli dei due costruttori del duomo, Markus Sittikus e Paris Lodron. All’interno del duomo ci sono numerosi, ulteriori oggetti preziosi ad attendere: il fonte battesimale in cui è stato battezzato Wolfgang Amadeus Mozart e lo stupendo organo maggiore, circondato da angioletti che suonano e incoronato da Rupert e Virgil. Da visitare c’è anche il Museo degli scavi del duomo. Alcune curiosità: 1) Sui cancelli d’ingresso della cattedrale, sono indicate le date di tre consacrazioni della chiesa: 774, 1628 e 1959 – 2) Le statue davanti alla facciata rappresentano, San Pietro, San Paolo, San Rupert e San Virgil. La Cattedrale fu infatti dedicata ai Santi Pietro e Rupert, e quest’ultimo assieme a San Virgil è patrono della regione. – 3) Vicino alle statue è un carrello: è una riproduzione dei carrelli utilizzati per il trasposto del sale, la fonte della ricchezza, nonché del nome della città di Salisburgo.- 4) Il fonte battesimale è lo stesso in cui è stato battezzato Mozart.

Ed infine abbiamo fatto un giretto in GETREIDEGASSE che viene definita il più bel “centro commerciale” dell’Austria. È interessante per il suo aspetto ancora largamente intatto, grazie alle insegne in ferro battuto riccamente decorate, ai portali di notevole valore artistico, alle facciate ben tenute e agli idilliaci cortili con le arcate che fanno da sfondo ideale alla vivace attività commerciale di questa via ed abbiamo anche visto da fuori la CASA NATALE DI MOZART dove il grande W. A. Mozart nacque il 27 gennaio 1756

5°giorno – MARTEDI’ 19/8/2008 LE GROTTE DI WERFEN- un gigantesco sistema di grotte nella catena del Tennengebirge a circa 40 km da Salisburgo si trovano le grotte ghiacciate di Werfen. Si tratta di un complesso di grotte, situate all’interno della catena montuosa di Tennengebirge, che rimangono ghiacciate per tutto l’arco dell’anno. A temperature gelide si possono ammirare possenti sculture di ghiaccio, di cui l’autore non è stato uno scultore ma la Natura stessa. Queste grotte sono state scoperte solo agli inizi del secolo scorso. Con il crescere del loro grado di notorietà, sempre più persone sono venute a visitarle.Mentre i primi visitatori dovevano affrontare una salita piena di strapazzi e faticosa, oggi una funicolare vi porta direttamente davanti al loro ingresso. Già solo per la salita in funicolare vale la pena di fare questa gita. La funicolare supera in pochi minuti la parte più ripida del percorso (da 1076 m a 1586 m). Nel corso del viaggio con la funicolare più ripida in Austria si aprirà davanti a voi un favoloso panorama sulla valle del fiume Salzach e sugli Alti Tauri. Assolutamente indispensabili sono scarpe solide e abbigliamento pesante meglio portare anche dei guanti e un copricapo. La temperatura è anche in estate sotto lo zero! All’ingresso nelle grotte vi vengono fornite delle lampade da miniera ogni tot di persone e quindi non sono moltissime. Nel corso della visita deve essere superata a piedi una differenza di quota di 134 m, il che equivale a salire a piedi su un grattacielo tutti gradini in legno. La fatica non è immaginabile ed è quindi sconsigliata a persone anziane o deboli io lo sconsiglierei a bambini ed ai cani anche se loro non ne vietano l’ingresso. Nelle grotte è permesso fare foto e riprese filmate (anche se loro dicono il contrario, unica cosa portarsi un flash supplementare per far risaltare i colori e la luce). La visita è in tedesco ma parlano anche inglese ma a noi è stato fornito un foglio in italiano con tutte le spiegazioni. Ma non solo il percorso all’intero delle grotte è faticoso infatti il parcheggio è a valle (sia per chi arriva con auto proprio che con autobus) e poi bisogna fare una lunga passeggiata che porta alla funivia (che sale in verticale e fa davvero un effetto strano) e poi bisogna salire ancora un paio di kilometri per giungere all’ingresso delle grotte. È sicuramente consigliabile mettersi in marcia al mattino per evitare il sole. Noi abbiamo fatto solo la salita in cabinovia la discesa l’abbiamo fatta a piedi per un bellissimo sentiero in mezzo alla vegetazione che ci ha fornito scorci meravigliosi su tutta la vallata. Bisogna avere scarpe comode è molta voglia di camminare.

COSTI: Bus €. 5,80 andata e ritorno Grotte + salita con cabinovia €. 12,50 – Biglietto cumulativo Visita alle grotte e Funicolare Adulti: € 17,00 Ridotto bambini fino a 14 anni: € 8,50 Ridotto per membri di club alpini e di scalatori: € 15,00 Gruppi di più di 15 persone € 15,00 – Biglietto SOLO Visita alle grotte SENZA Funicolare Adulti: € 8,00 Ridotto bambini fino a 14 anni: € 4,00 Ridotto per membri di club alpini e di scalatori: € 7,00 Gruppi di più di 15 persone € 7,00 – Biglietto SOLO Funicolare SENZA Visita alle grotte Andata e Ritorno: € 9,00 Solo andata: € 4,50 Solo discesa: € 4,50 Andata e Ritorno Ridotto per membri di club alpini e di scalatori: € 8,00 Andata e Ritorno Ridotto bambini fino a 14 anni: € 4,50 Solo Andata e Ridotto bambini fino a 14 anni: € 2,30 Solo discesa Ridotto bambini fino a 14 anni: € 2,20 ORARI Dal 29 di Aprile al 29 di Ottobre tutti i giorni SITO: www.Eisriesenwelt.At

6°giorno – MERCOLEDI’ 20/8/2008 IL CASTELLO DI HOHENWERFEN si trova in alto sopra la valle del fiume Salzach, fra le montagne del Tennengebirge e quelle del Hagengebirge, da oramai 900 anni troneggia il castello fortificato di Hohenwerfen. È una costruzione temeraria situata su un cono roccioso a 155 metri. Troneggia sulla Valle della Salzach ca. 40 Km a sud della città di Salisburgo. È circondata dalle imponenti catene montuose Tennen e Hagen. Il complesso della Fortezza Hohenwerfen è paragonabile a quello della Fortezza Hohensalzburg e risale ugualmente all’XI° secolo. Nel 1938 divenne proprietà del Gau nazista di Salisburgo e fino al 1987 venne utilizzata dalla Gendarmeria Austriaca come centro di formazione. Nel corso dei secoli subì numerose trasformazioni ed ampliamenti.Per secoli Hohenwerfen funse da prigione in cui furono rinchiusi anche personaggi illustri come l’arcivescovo Adalbert III. (1198), il Conte Albert von Friesach (1253), il condottiero della Stiria Siegmund (1525) e l’arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau (1611). Oggi giorno Hohenwerfen è divenuta una vera “fortezza delle emozioni” grazie alle numerose manifestazioni offerte, come i concerti, le rappresentazioni teatrali, le serate folcloristiche e le feste nella fortezza. Un’attrazione degna di nota è la Falconeria Storica Salisburghese con le sue dimostrazioni di volo giornaliere con vari tipi di rapaci. Avere un’aquila,un gufo ecc. Che ti passano proprio sopra i capelli e’ una grossa emozione. Noi siamo riuscite a vedere sia lo spettacolo delle11,00 che quello delle 14,30 entrambi molto belli e spettacolari anche perché noi non ne avevamo mai visti.

COSTI: €. 10,00 solo ingresso con audio guida in italiano ORARI Aprile/ottobre/novembre 9.30 – 16.30 (durante aprile lunedì giorno di riposo) Maggio/giugno/settembre 9.00 – 17.00 Luglio/agosto 9.00 – 18.00

7°giorno – GIOVEDI’ 20/8/2008 Al mattino siamo andate a visitare le krimmler wasserfalle, cascate nei dintorni del paese omonimo, con più di 380 metri di altezza, le cascate di Krimml sono le più alte di tutta Europa ed al quinto posto nel mondo. Come unico monumento naturale austriaco, le cascate sono già state premiate nel 1967 con il diploma di zona protetta del Consiglio d’Europa. Vale assolutamente la pena visitare questo spettacolo della Natura di grande interesse. Nel 1796 le cascate di Krimml vennero definite “il più grande e maestoso spettacolo naturale del Salisburghese”. Solo nel 1876 il Club Alpino Austriaco progettò lungo i tre salti della cascata un sentiero con ponti e terrazzi panoramici, che venne inaugurato nel 1879. Il salto superiore (Oberer Achenfall) ha un’altezza di 140 m, il secondo (Mittlerer Achenfall) misura 100 m e il terzo (Unterer Achenfall) supera i 140 m d’altezza. Lungo i 4 km del sentiero delle cascate di Krimml sono stati realizzati diversi punti panoramici da cui si possono ammirare da vicino, e in tutta sicurezza, le fragorose masse d’acqua. La flora e la fauna delle cascate di Krimml sono caratterizzate da una grande varietà di specie in un’area molto ridotta, in cui vivono 62 specie di uccelli (9 delle quali sono incluse nella lista rossa delle specie a rischio d’estinzione). Il sentiero delle cascate di Krimml è ben segnalato. Si snoda nel bosco lungo pareti rocciose risalendo i 380 metri di dislivello fino alla cascata superiore. I tratti più ripidi del sentiero si alternano sempre a tratti quasi pianeggianti o meno ripidi.

Wasserfallboden – Unterer Achenfall (140 m): 10 minuti Unterer Fall – Mittlerer Fall (240 m): 30-40 minuti Mittlerer Fall – Oberer Fall (380 m): 1 ora Oberer Fall – rifugio Krimmler Tauernhaus: 1ora e mezza – 2 ore Durata: 2 ore circa fino alla sommità delle cascate, da lì altre 2 ore per il rifugio Tauernhaus COSTO: €. 4,00 INFORMAZIONI: Ufficio Turistico di Krimml – Oberkrimml 37 – A-5743 Krimml tel. 0043 (0) 6564 72390 fax 0043 (0) 6564 723914 SITO: www.Krimml-salzburg.Com

Al pomeriggio ci siamo spostate a ST. JOHAN im PONAU e siamo andate a visitare una gola caratteristica con passerelle sospese che termina con una cascata. Liechtensteinklamm. Si tratta di una spettacolare gola naturale, attraversabile a piedi mediante un percorso di passerelle, ponti e tunnel che consentono di raggiungere una cascata alta 50 m alla fine della gola. Il panorama è mozzafiato Ci sono voluti migliaia di anni fino a quando il ruggente cascate e la corrente del fiume taglio stessi nella terra. In alcune parti del canyon le pareti di roccia stand fino a 300 m (900 piedi) di altezza e talvolta così stretta, che il visitatore può solo prendere un piccolo squarcio di cielo. Una schiacciante di vista per gli amanti della natura Già nel 1875 persone sono state affascinato dalla bellezza del canyon. Una donazione da Principe del Liechtenstein II ha reso possibile costruire un sentiero pedonale e piccoli ponti per aprire il canyon del pubblico. Raramente un visitatore non è affascinato dalla enorme impressione dei probabili fantasma luce e ombra giocare nella profondità del canyon. Il panorama è mozzafiato, ma diversamente da altre escursioni analoghe, questa è veramente accessibile a tutti senza problemi. costo:€. 3,50 ORARI: 1 magigo al 30 Settembre 8/18 1 ottobre al 31 ottobre 9/16 SITO: http://www.Liechtensteinklamm.At/

8° giorno – VENERDI’ 22/8/2008 Siamo andate in treno a visitare la cittadina di Radstadt, città medievale riceve i suoi ospiti sulla terrazza soleggiata della valle dell’Enns, nel cuore dei Tauri di Radstadt. Vicoli, piazze, edifici – ovunque troviamo le testimonianze di una cultura maturata nel tempo. La gente del luogo cura l’ospitalità e la tradizione rendendone partecipi gli ospiti. Oltre alle feste tradizionali, come la Festa dei Canederli e la Festa della Guardia, vi attendono anche i piaceri dell’ascolto classici o moderni. Fra le attrazioni della città e la tranquillità della natura circostante ce n’è per tutti i gusti – per coloro che cercano il relax e il riposo e per le famiglie in vacanza. STORIA DELLA CITTÀ: Nel 1074 »Rastat« fu menzionata per la prima volta in documenti. Nel 1289 Radstadt ricevette il diritto di città sotto l’arcivescovo Rudolf Von Hohenegg per la sua posizione strategicamente importante sull’antica strada romana da Aquileia, attraverso i Tauri di Radstadt fino a Juvavum (città di Salisburgo) e fu provvista di molti privilegi e libertà. Nel periodo delle guerre dei contadini sotto Michl Gaismair, (1525–26) il paese resistette all’assedio di 5.000 contadini e ricevette nel 1527 il grande documento di libertà dall’arcivescovo Matthäus Lang. Nel 1731/32 dovettero emigrare più di 3.000 protestanti dal distretto di Radstadt a causa dell’editto d’emigrazione. Dopo numerose occupazioni di truppe austriache, bavaresi e francesi, la città diventò territorio della corona austriaca nel 1861. Da qui siamo andate a visitare la città di ST. JOHAN im PONAU che dista circa 60 miglia a sud della città di Salisburgo è l’ampia valle del fiume Salzach a 615 m sul livello del mare San Giovanni, la capitale del distretto il Pongaues. Negli ultimi decenni, il mercato ha vissuto una forte crescita (1920: 3.360 abitanti, 1991: 8.855 abitanti, 2000: 10.261 abitanti, 2004: 10500 abitanti) Già in età del Bronzo (circa 2000 aC) è l’ambiente di mercato di oggi popolate, più tracce sono anche da Celti e poi dai tempi dei romani a manifestare. 924 dC è l’area di oggi arcivescovo di San Giovanni registrati da documenti 1074, vi è un riferimento alla “ad sanctum Johannem in una villa”. Lo sviluppo del mercato è occupato dal 1290, così come la costruzione e l’inaugurazione di una chiesa nella sua attuale sede presso il 1329i Un mercato settimanale è San Giovanni 1425i Al momento del contadino guerre 1525/26 aderito al St Johanner protestante insorti contro l’arcivescovo di Salisburgo, è stato successivamente confermato per il saccheggio e la distruzione del mercato ha portato. Dopo il positivo sviluppo nel 16 ° e 17 Secolo (landesfürstliche diritti speciali e di sé stante tribunale regionale) San Giovanni subito all’inizio del 18 ° Secolo dai protestanti espulsione di una grave battuta d’arresto. Dei circa 20.000 sfollati provenienti da Pongau, il nella Prussia orientale e Nord America costante, solo 2.500 persone provenienti da S. Giovanni. Nel 1809 vide il mercato durante le guerre napoleoniche Notzeiten. (Il paese è stata quindi fissata fino al 1816 l’Austria.) Secondo la Francia guerre, un diverso sviluppo economico, con una serie di traffici e di un grande mercato di bestiame. Il 31 Maggio 1855 un grande incendio ha distrutto quasi tutta la città, tra cui la chiesa, in stile neogotico ricostruito. 1871, la loro torre crollata. (Il completamento definitivo dei “Pongauer cattedrale con due 62 m alte torri 1876.) Come l’unico edificio storico della fine del Medio Evo,” Anna cappella riprodotta. Durante la prima guerra mondiale, lamenta San Giovanni, poi ancora un mercato comune e il paese è stato (fusione 1936), 118 uccisi. 1929 San Giovanni ha ricevuto il diritto di tenere armi in segno la figura di San Giovanni. Dal 1938 al 1945 la città ha dovuto “mercato Pongau” bando di gara e durante la seconda guerra mondiale sono stati cuscinetto con prigionieri di guerra dalla Iugoslavia, la Francia e l’URSS nel comune, che tra le altre cose, un testamento russi cimitero. Dopo il ritiro delle truppe degli Stati Uniti nel 1955 iniziò la costruzione del sito. L’economia ha subito un rapido e costante ripresa, con l’industria, il settore dei servizi, del commercio e del turismo costituito i pilastri. Come risultato, St Johann Schulmittelpunkt. Negli ultimi anni, soprattutto il turismo in una grande industria

9° giorno SABATO 23/8/2008 Partenza per Fulpmes (Tirolo) nella prima mattinata ed arrivo verso le 12.30. Il nostro Hotel è la PENSIONE HOFER anche questa prenotata tramite il tour operator EUROPLAN nel centro cittadino molto bello sia l’hotel che la stanza (abbiamo addirittura un salottino privato ed il balcone). Il villaggio pittoresco di Fulpmes si trova nel cuore del Tirolo, nella valle di Stubai, una delle più belle valli dell’Austria. E` a 18km da Innsbruck, ed è facilmente raggiungibile sia con la ferrovia di Stubai sia con l’autostrada del Brennero (lasciare l’autostrada vicino al ponte dell’Europa). Innsbruck, ponte dell’Europa e la valle di Stubai, 3 luoghi di fama mondiale. Ugualmente famosi: La tradizione centenaria del ferro battuto (piccozze da ghiaccio di Stubai, ramponi), e anche la possibilità di sciare 365 giorni all’anno sui ghiacciai del Stubai (fino a 3200 m), la più grande stazione sciistica dell’Austria. 2 funivie, 4 skilift (altri sono in progetto). 12km di eldorado dello sci, piste per squadre nazionali, per principianti e per bambini, scuole di sci, noleggio sci, asilo per bambini. Una salita in funivia nel mondo di numerose cime che passano i 3000 m, nevi e ghiacci eterni, è anche interessante per chi non è uno sciatore. Colpo d’occhio indimenticabile sull’alta montagna imponente, ristorante di montagna, divertimenti, sole e buona compagnia. Fulpmes vi offre una magnifica foresta di abeti adatta alle escursioni. Il pomeriggio prendiamo uno degli innumerevoli sentieri che collegano tutti questi graziosi paesini e senza neppure rendercene conto camminiamo per più di tre ore, affascinate dagli splendidi paesaggi e dalle bellissime e coloratissime case. Unico problema è che avendo la mezza pensione dobbiamo rientrare in albergo presto infatti la cena viene servita dalle 18.30 alle 19.45 un po’ prestino ma ci adeguiamo. La cena è ottima soprattutto sono deliziose le minestre che ogni sera aprono la cena, sempre diverse e tutte buonissime.

10° giorno – DOMENICA 24/8/2008 Una giornata a INNSBRUCK con il trenino che parte da Fulpmes molto caratteristico, impiega circa un ora e percorre passando su ponti di legno e strade a precipizio tutte le valli e le montagne fino alla bellissima città di Innsbruck. costo trenino a/r: €. 9,00 I biglietti si possono fare alla biglietteria automatica in stazione o all’ufficio del turismo di Fulpmes COSE DA VEDERE: • Tettuccio d’Oro (Friedrichstrasse): ormai simbolo della città, da cui si gode una splendida vista panoramica, il Tettuccio è ricoperto da 2.657 tegole di rame dorato • Torre Civica (Friedrichstrasse): in passato anche prigione, offre ora una splendida vista sui tetti della città e sulle montagne circostanti • Helbinghaus (Friedrichstrasse): un edificio dalla facciata riccamente decorata in tipico stile tardo barocco • Hofkirche (Universitätsstrasse): la Cappella Imperiale, a pochi passi dal Tettuccio d’Oro, conserva un corteo funebre di 28 colossali statue in bronzo attorno al monumento funebre di Massimiliano I, alcune delle quali opera di Albrecht Dürer. • Palazzo Imperiale dell’Hofburg: accanto alla Hofkirche si estende la sua maestosa facciata barocca ; all’interno il Café Sacher di Innsbruck. • Landestheater: la facciata, opera di un architetto italiano, è classicista. • Duomo di San Giacomo (Domplatz): qui si trova anche il monumento funebre di Massimiliano III. • SOWI-Universität, la nuova Università di Innsbruck (Universitätsstrasse): a poche decine di metri dall’Hofburg, colpisce per la sua sinuosa facciata in vetro, futuristica; nella stessa via si trova al Alte Universität (Università vecchia), che ospita ora la facoltà di teologia. • Castello di Ambras: in origine fortezza medievale, si trova poco fuori dalla città ed è noto per il Museo di storia dell’arte e le esposizioni di ritratti degli Asburgo e di curiosità. • I Mondi di Cristallo Swarovski (a Wattens, 20 minuti da Innsbruck in direzione Kufstein): un luogo delle meraviglie creato con il cristallo, sotto il celebre Gigante di pietra. • Alpenzoo, lo Zoo Alpino: il più alto zoo d’Europa è una chicca per i più piccoli, che impazziranno per i 2.000 animali di oltre 150 specie diverse.

La nostra prima tappa è il castello di Ambras situato in cima ad un rupe rocciosa, a circa cento me-tri al di sopra della valle del fiume Inn, ad un paio di chilometri da Innsbruck. Le prime notizie risalgono al X secolo, ben prima della fondazione di Innsbruck che avvenne nel 1180. Della costruzione originaria, distrutta nel 1133 dal duca guelfo di Baviera Enrico il Superbo, poco è rimasto; sul lato Nord e sul lato Est sono chiaramente visibili le mura medievali che fungono da basamento all’attuale struttura. Fino alla seconda metà del XVI secolo, quando il castello di Ambras venne acquisito da Ferdinando I, imperatore d’Austria, la proprietà, in seguito alle guerre e agli accordi che venivano presi tra i signori del Tirolo, cambiò più volte. Quando Ferdinando I, nel 1562 acquisì il castello decise di donarlo al suo secondogenito maschio l’arciduca Ferdinando II.Nel 1564 l’arciduca Ferdinando trasformò la fortezza medievale in un nobile castello rinascimentale. Non vi fu una demolizione della vecchia struttura bensì un riutilizzo delle antiche mura. Il corpo principale del castello, denominato Hochschoss, fu costruito attorno ad una corte rettangolare. A Sud, ai piedi del corpo principale, fu fatta co-struire da Ferdinando quella che nel XIX secolo venne denominata il Salone spagnolo, un immensa sala lunga 42 metri e larga 12, tra le più significative del tardo-Rinascimento. Davanti alla facciata meridionale del Salone spa-gnolo si estendeva un grande giardino che, nel corso dell’Ottocento, venne trasformato in un parco inglese; il giardino era delimitato a Sud da una pare-te rocciosa nella quale si nascondeva una caverna, la cosiddetta Grotta di Bacco, mentre a Est iniziava la riserva di caccia che si estendeva fino alla valle dell’Inn. A Sud-Ovest del corpo principale del castello, attorno ad una corte pentago-nale, Ferdinando fece costruire l’Unterschloss o castello inferiore che ini-zialmente veniva utilizzato come stalla e magazzino. Ambras assume importanza quando Ferdinando II decise di radunare nel complesso del castello inferiore la sua collezione di armi, armature, ritratti e reperti di storia naturale, oggetti rari e gioielli. La collezione assume un’importanza fondamentale nel panorama culturale europeo non tanto per i con-tenuti, per gli oggetti che essa raccoglie, quanto per il principio in funzione del quale questa raccolta viene organizzata. Le raccolte del XIII, del XIV e del XV secolo erano un insieme confuso di oggetti, la collezione di Ferdinando invece era organizzata e ordinata secon-do canoni che prima d’ora non erano stati presi in considerazione. Elementi come la luce e il colore, l’armonia tra gli oggetti e il luogo che li ospitava diventarono fondamentali nell’organizzazione delle raccolte. Dell’intera collezione la sezione più ricca fu quella della armi e delle arma-ture collocata nella prima delle due ali mediane e nell’edificio più basso ad essa collegato. Questi edifici erano suddivisi in diverse stanze ognuna delle quali aveva un suo tema: nella prima stanza furono rappresentati i tornei; nella seconda vennero sistemate le armature dei principi Asburgo; nelle suc-cessive l’arciduca decise di esporre le armature dei soldati nemici sconfitti in battaglia dall’esercito austriaco. Ferdinando amava disporre armi e arma-ture rappresentando eventi storici realmente accaduti. La biblioteca era collocata nell’imponente edificio collegato alla seconda ala mediana nel complesso del castello inferiore. I libri contenuti, accuratamen-te rilegati erano suddivisi per materie: teologia, medicina, legge e storia. La terza sezione del “museo di Ferdinando”, la più varia e la più significati-va è la cosiddetta Grosse Kunstkammer che rappresenterà il passaggio dalle camere del tesoro al museo di storia naturale. Qui venivano custoditi gli oggetti più strani, dalle corna di cervo cresciute in un tronco di un albero agli oggetti in oro finemente lavorati, dalle pelli di animali ai coralli lavorati ar-tigianalmente.

L’esposizione degli oggetti, rispetto alle collezioni precedenti e a quelle coeve, é solo apparentemente disordinata; essa avviene in venti armadi dispo-sti “schiena a schiena” ai quali si aggiungono scaffali con opere di dimen-sioni maggiori. La disposizione degli oggetti nelle sue teche espositive se-gue il criterio dell’uguaglianza della materia. Gli armadi, infatti, tutti in le-gno di cembro, erano caratterizzato da specifico colore a seconda del conte-nuto: armadio verde – oggetti di oreficeria; armadio bianco – strumenti mu-sicali ecc. Ferdinando, nell’allestimento delle sue raccolte, si preoccupò che i pezzi della sua collezione, catalogati come opere d’arte, si armonizzassero tra loro aspirando a una “documentazione del cosmo” che fosse la più esauriente possibile. La rappresentazione scenografica, gli intenti didattici, l’interesse storico sono fondamenti sui quali la rinomata collezione di Ferdinando basa la sua eccezionalità. La struttura architettonica e la disposizione degli ogget-ti dovevano dunque rispondere a precise esigenze. A questo proposito diventa interessante sapere perché l’arciduca abbia scelto il complesso del castello inferiore come sede della sua collezione, visto il contemporaneo utilizzo del piano terra come stalla per i cavalli. Sicuramente la possibilità di disporre di locali spaziosi e ben illuminati, che consentivano la particolare disposizione degli oggetti, ha contribuito alla scelta di questi locali. La passione del principe per la scenografia si manifestava nella nell’organizzazione delle sue collezioni. La disposizione degli oggetti erano delle vere scene teatrali, dove l’intento didattico e il valore estetico assume-vano eguale importanza. Ferdinando scelse i locali dell’Unterschloss perché in essi voleva rappresentare quel microcosmo dove riunire tutte le creature del mondo. Nel Rinascimento, soprattutto in area germanica, i collezionisti consideravano l’Arca di Noè il luogo ideale dove riunire le proprie raccolte. Lo stesso Ferdinando ripropose l’Arca come architettura ideale nella quale allestire la sua collezione e come luogo dove fosse applicata la sua filosofia e la sua concezione di museo. L’ideale ricostruzione, accompagnata dalle tavole grafiche, che il padre ge-suita Athanasius Kircher fece dell’arca di Noè, presenta se confrontata con le sezioni dell’Unterschloss, molti elementi che, sia dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi che da quello concettuale, la accomunano al complesso del castello inferiore. Ma quello che relaziona in modo sorpren-dente le due architetture è come entrambe basino la loro organizzazione sul concetto di ordine. Athanasius Kircher, nella sua descrizione, parla di uno spazio suddiviso in nicchie, distribuite da una galleria centrale, una sorta di falansterio o di una galleria di tipo museale, che ricorda l’originale disposi-zione della Wunderkammer di Ambras. La collezione del castello di Ambras ha assunto un’importanza storica non tanto per il numero o per il valore artistico dei pezzi contenuti, quanto per il suo principio organizzativo che, per la prima volta nella storia del collezio-nismo attribuisce all’oggetto un valore storico, didattico ed estetico. Il parti-colare modo di presentare gli oggetti che, contrariamente ai criteri che ispi-ravano le raccolte dell’epoca, teneva conto dello spettatore, ossia degli illustri ospiti dell’arciduca, rappresentava, con la sua impostazione da museo, una novità assoluta per il XVI secolo. Mangiamo su una panchina dei bellissimi giardini dove un caldo sole ci bacia il viso, sono molti i turisti che come noi ne approfittano c’è anche una famigliola che abbozza una sorta di mini pic-nic, la bimba è bionda e molto vivace ed insegue gli uccellini che affollano il parco.

COSTO: €. 8,00 ORARI: dalle 10,00 alle 19,00 in agosto Nel pomeriggio invece decidiamo di fare una passeggiata nel centro storico. La Città Vecchia di Innsbruck e costituita da un borghetto medioevale ancora circondato dalle proprie mura di fortificazione e caratterizzato dalla presenza di case imponenti. La robustezza delle abitazioni e alleggerita attraverso i coloro pastello con cui sono dipinte, che oltre a rallegrare la vista nelle giornate piovose, offrono una dicotomia di colori che ben si contrappone al bianco delle nevi perenni sulle cime montane. All’interno della città medioevale si dipana una ragnatela di piccole stradine sulle quali si affacciano le finestre delle case ben curate e le vetrine dei negozi. L’unica eccezione e data dalla strada carreggiabile principale, Herzog-Friedrich-Strasse, al termine della quale si apre la piazza principale, delineata da arcate. Sebbene la città offra notevoli attrazioni, nell’immaginario collettivo, Innsbruck e legata principalmente al suo monumento principale: il tetto d’Oro. Il tetto d’oro e esattamente ciò per cui il nome lo identifica: una tettoia ricoperta da ben 2738 tegole di rame dorato. Il Neur Hof, l’edificio sulla cui affacciata principale e possibile ammirare il tetto d’oro, fu edificato nel quindicesimo secolo dall’arciduca Friedrich IV per ospitare il sovrano tirolese. All’origine l’edificio non presentava la tettoia che lo ha poi reso famoso. Il balcone in stile gotico venne aggiunto per ordine dell’Imperatore Maximiliam I che amava alloggiar all’interno del balcone, circondato dal lusso e godendo della magnifica vista sulla città. Dovremo aspettare, pero il XVI secolo per giungere alla costruzione del tetto d’oro in se. La copertura della loggia con le tegole di bronzo dorato fu ordinata in onore del secondo matrimonio di Maximiliam con Bianca Maria Sforza di Milano. Si deve ammettere che questo rappresenta un modo quantomeno originale per festeggiare un matrimonio che ebbe il vantaggio di allargare i confini dell’impero senza ricorrere all’attacco armato. Anche se potremmo aver da ridire sul buon gusto dell’imperatore che non esito a farsi ritrarre, nello stesso balcone, tra le sue due mogli: Maria Sforza (sposata in seconde nozze) e Maria di Bulgaria (prima moglie). Non sappiamo se la scelta delle spose avesse qualcosa a che fare con il risparmio delle cifre ricamate sulla biancheria. Al di la delle avventure diplomatico-amorose dell’Imperatore, il balcone conserva la testimonianza dell’estensione dell’Impero con la rappresentazione, sul pavimento della balaustra del primo piano, dei blasoni dell’Austria, dell’Ungheria, della Bulgaria e di Milano, del Tirolo e della Stiria che incorniciano l’aquila a due teste dell’Impero. Dopo i fasti imperiali il Tetto ospita oggi la Sede Permanente del Segretariato della Convenzione Alpina, organizzazione che ha lo scopo di promuovere e preservare lo sviluppo delle Alpi. Decidiamo di salire anche sulla Torre Civica (Stadtturm) è abbastanza facile riconoscere la torre e si può vedere facilmente dalla zona circostante. E ‘stato costruito nel 1442-50, ed è stato uno dei più unico municipio torri a quel tempo (e probabilmente lo è ancora) i tetti sono stati inizialmente puntato, ma nel 1560 sono stati sostituiti con tetti arrotondati è stato utilizzato da sentinelle che erano alla ricerca di nemici, incendi o altri pericoli. Si può andare dentro l’edificio e salire verso l’alto, da qui si dispone di un eccellente vista sulla città vecchia, soprattutto Goldenes Dachl, e il resto della città con le montagne intorno., poi visitiamo il Duomo La facciata del Duomo è caratterizzata dai due imponenti campanili che dominano la piazzetta situata a nord ovest del palazzo imperiale è una delle più belle chiese in stile barocco e venne costruito tra il 1717 ed il 1724 al posto della vecchia chiesa in stile gotico. Sopra l’altare si trova la famosa immagine della Madonna di Lukas Cranach, mentre gli affreschi del soffitto sono dei fratelli Asam il Duomo ha inoltre un singolare Carillon che intona una sinfonia con un inno alla pace, il sarcofago dell’Arciduca Massimiliano III dell’artista Caspar Gras è dell’anno 1620. Durante le opere di restauro del 1990-93 venne costruita una cappella sotterranea adibita alla preghiera dei fedeli decidiamo di fermarci a fare merenda in un grazioso localino dove assaggiamo lo strudel di mele, squisito!!! caldo e con la panna… Quasi quasi ci scappava il bis. Per muoverci a Innsbruck consigliamo il bus SIGHTSEER( SITO http://www.Sightseer.At/sightseerflash.Html) un bus esclusivo con aria condizionata e cuffiette che spiegano i siti offre la possibilità di muoversi liberamente per le meravigliose mete turistiche della città, si può salire e scendere liberamente a qualsiasi fermata del Sightseer. COSTI: corsa semplice: adulti €. 2,80 – bambini 2,00 andata e ritorno per un singolo sito adulti €. 4,40 – bambini €. 3,10 giornaliero adulti €. 8,80 – bambini €. 6,20 I biglietti si possono fare direttamente sull’autobus dal conducente.

Chi invece sta più giorni in questa meravigliosa città si può fare la INNSBRUCK CARD che sicuramente dà vantaggi economici sugli ingressi infatti permette l’uso a prezzi modici e senza contanti di tutti i mezzi di trasporto pubblici del tratto Innsbruck-Igls e fino ad Hall e l’utilizzo del bus turistico “The Sightseer”; è valida per l’andata e il ritorno con diversi impianti di risalita del comprensorio di Innsbruck, nonché per l’ingresso a tutti i musei e bellezze turistiche di Innsbruck, ai Mondi di Cristallo Swarovski a Wattens (incl. Servizio navetta: Kristallwelten Shuttle) e alla Vecchia Zecca presso il Castello Hasegg ad Hall. Cocktail di benvenuto al bar del casinò. Prezzi: 24 ore: € 25 – 48 ore: € 30 – 72 ore: € 35 . Riduzione del 50 % per bambini fino ai 15 anni.

11° giorno LUNEDì 25/8/2008 Di prima mattina ci dirigiamo al castello di TRATZBERG che troneggia con il suo grande carico di storia fra Jenbach e Schwaz, sulle pendici orientali del Karwen del .La struttura originaria, alla fine del XV secolo, era di proprietà dell’imperatore asburgico Massimiliano I. A seguito di un incendio, nel 1492, l’imperatore Massimiliano scambiò le rovine con un castello dei ricchi fratelli Tänzel, che nel 1500 fecero costruire la prima parte tardo-gotica dell’odierno castello di Tratzberg. La costruzione ebbe vari proprietari, finché nel 1847 giunse nelle mani dei conti Enzenberg, ai quali Tratzberg appartiene ancora oggi.Attraverso un viaggio audiovisivo nel tempo gli ospiti scoprono questo gioiello tardo-gotico che è il castello di Tratzberg, eretto intorno al 1500. Il castello non si propone come museo tradizionale con opere esposte, ma piuttosto come un complesso cresciuto organicamente che, attraverso la struttura, gli arredi e i mobili, riesce a illustrare efficacemente le vicende storiche e il gusto dei suoi proprietari.L’Imperatore Massimiliano I e altre personalità storiche intrattengono gli ospiti con interessanti racconti e li accompagnano attraverso le varie stanze del castello, arredate con mobili originali.Tratzberg fu costruito nel 1500, sopra la Valle dell’Inn, tra Kufstein e Innsbruck e serviva quale palazzo di caccia sia per l’Imperatore Massimiliano sia per la famiglia Fugger. L’edificio tardo-gotico durante il Rinascimento venne ampliato e arredato in modo sfarzoso. Il Castello dal 1848 è di proprietà privata del Conte Enzenberg ed è stato sempre ben conservato e completamente arredato. Un trenino con carrozza all’aperto porta i visitatori dal parcheggio direttamente al castello. A piedi: 20 minuti, parcheggio anche per pullman, i gruppi sono benvenuti.

COSTO: €. 9,00 TRENINO: (facoltativo si può salire tranquillamente a piedi è una veloce e piacevole passeggiata) €. 1,00 solo andata ed €. 2,00 andata/ritorno ORARI: Da fine marzo fino a inizio novembre – ogni giorno dalle 10:00 alle 16:00 Luglio, agosto: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 17:00 SITO: www.Schloss-tratzberg.At WATTENS – Collezionismo Swarovski ha ormai oltrepassato le frontiere di tutto il mondo. La piccola azienda Austriaca è riuscita con la capacità professionale che la contraddistingue a lavorare questo prezioso minerale dandogli vita, la scelta della materia prima di eccellente qualità e le particolari tecniche di taglio e di lavorazione hanno fatto si che parte della produzione della famosa cristalleria tirolese di Wattens sia apprezzata da molti collezionisti di tutto il mondo. In una mia recente visita ho potuto constatare come la presenza di giapponesi fosse cospicua e significativa. La produzione della Swarovski non si limita solo agli oggetti da collezione in cristallo, i più amati e ricercati per la loro sorprendente creatività, luminosità e capacità di rifrangere la luce, ma nella sua produzione annovera anche oggetti altamente tecnici come i binocoli e anche alla moda, come borse, gioielli, orologi e una piccola schiera di oggetti minori, piccoli gadget a disposizione nell’omonimo museo austriaco. Il museo Swarovski merita sicuramente una visita, ricavato sotto una morbida collina erbosa dove all’entrata vigila una grande maschera, sempre ricavata dalla collina, con occhi di cristallo. Il museo è un alternarsi di sale, difficile descriverlo, il giro non è molto lungo ma ti fa rimanere con il fiato sospeso passando da un ambiente ad un altro, sempre diverso sia per tematica che per scenografia, quest’ultima molto interessante e particolare. Chi si aspetta di vedere nel museo Swarovski una serie di salette asettiche con tutti i cristalli in bacheca…Si sbaglia di grosso. Si tratta invece di un vero museo d’Arte Moderna e merita sicuramente una visita. Il Museo Swarovski è ubicato adiacente l’omonima azienda, immerso nel verde di un bel panorama tirolese COSTO: €. 8,00 PARCHEGGIO: gratis anche nelle immediate vicinanze ORARI: tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 18 SITO: http://kristallwelten.Swarovski.Com

12° giorno MARTEDI’ 26/8/2008 La nostra vacanza non è ancora finita. Abbiamo deciso di fare ancora una sosta di tre giorni a Torino per visitare la città ed in particolare il Museo Egizio. Abbiamo prenotato su internet un B&B “LA REGGIA” a VENARIA REALE vicino a Torino circa 10 km e davvero a pochi metri dalla Reggia. Partiamo al mattino presto ed alle 12.30/13 siamo arrivate in questo bellissimo borgo antico. Il B&B è in realtà un bellissimo appartamento, molto grande, comprensivo di soggiorno con angolo cottura, camera da letto, bagno e cortile interno. I proprietari sono stupendi ci hanno trattato sin da subito come fossimo di famiglia, un bellissimo ambiente. Costo per l’appartamento a notte €. 50,00.

Il pomeriggio avevamo prenotato via Internet l’ingresso alla Reggia per le 15,00 e quindi dopo un pasto veloce ci avviamo all’ingresso. Facciamo il biglietto che viene €. Sia per la reggia che per i giardini ed iniziamo il nostro giro. Una delle maggiori residenze sabaude in Piemonte. Probabilmente la più grande per dimensioni, è paragonabile quanto a struttura alla reggia francese di Versailles che fu costruita tenendo a mente il progetto della dimora reale piemontese (secondo alcuni, i disegni progettuali della Venaria furono trafugati notte tempo a Parigi per volere del monarca di Francia). La reggia di Venaria fu progettata e costruita in pochi anni (1658 – 1679) su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte. A commissionarlo era stato il duca Carlo Emanuele II che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese .Lo stesso nome in lingua latina della reggia, Venatio Regia, viene fatto derivare dall’arte venatoria. L’insieme dei corpi di fabbrica che costituiscono il complesso, enorme se si considera l’estensione (80.000 m2 di piano calpestabile), include il parco ed il borgo storico di Venaria, costruiti in modo da formare una sorta di collare che rievoca direttamente la Santissima Annunziata, simbolo della casa sabaudo.

Al borgo si unirono ben presto molte case e palazzi di lavoratori e normali cittadini che vollero abitare nei dintorni della Reggia, fino a far diventare Venaria Reale un comune autonomo della provincia di Torino.La scelta del sito fu favorita dalla vicinanza degli estesi boschi detti del Gran Paese, ricchissimi di selvaggina: un territorio che si estende per un centinaio di chilometri fino alle montagne alpine, giungendo a sud e a est in prossimità del capoluogo Torino. I giardini della reggia sono completamente spariti da quando i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d’armi: un’opera estremamente significativa del complesso si perse per sempre. Rimasero i disegni d’epoca, che mostravano lo splendido giardino all’italiana diviso in tre terrazze collegate con scenografiche scalinate e architetture (come la torre dell’orologio del primo cortile) che le collegano: la fontana dell’Ercole, il teatro ad emiciclo e i parterres. Solo recentemente Venaria Reale vede rinascere la sua ambientazione naturale, grazie ai lavori che stanno interessando la struttura (scuderie, Reggia di Diana, ecc). Attualmente sono stati resi fruibili al pubblico i settori già ultimati, oltretutto danneggiati in parte dal violento nubifragio del giugno 2007. Nel Parco Basso, sono visibili alcune opere di Giuseppe Penone, in netto contrasto con la struttura barocca del complesso: tra esse, il tronco di un cedro, alto dodici metri, dal quale escono i fumi degli impianti delle centrali termiche della palazzina. Appena terminata la costruzione dei giardini, un tornado li ha rovinati rimandando così l’inaugurazione purtroppo una parte dei giardini è ancora attualmente in restauro ma sono ugualmente bellissimi.

Poco distante c’è il Parco LA MANDRIA è un vasto territorio destinato a partire dal XVI secolo come riserva di caccia della corte sabauda e luogo attrezzato per il soggiorno del re e della sua corte. Proprio per ragioni “venatorie” sorse, alla metà del XVII secolo, per interessamento di Carlo Emanuele II e per opera del Castellamonte, un sontuoso Palazzo di Piacere che sarebbe poi divenuto il complesso del Castello della Venaria.Sotto il regno di Vittorio Amedeo II fu creato un allevamento di cavalli per le scuderie reali (da cui il nome “La Mandria”), mentre ad opera di Vittorio Emanuele II, che ne fece sua tenuta di caccia privata, furono costruiti ed ampliati vari edifici (Il Borgo Castello, La Bizzarria, Le Cascine), ora di interesse storico ed architettonico. Sul finire dell’ 800, la proprietà passò ai Marchesi Medici del Vascello, quindi negli anni che vanno dal 1920 al 1930 vennero compiute grandi opere di bonifica, che fecero assumere alla Tenuta l’aspetto attuale. Nel 1946 il marchese è costretto a effettuare il primi frazionamenti. Nel 1955 a La Mandria sono attive due scuole dall’asilo alle elementari. Vi sono due cappelle e due circoli aziendali, con televisione, cinema e teatro. Dal 1954 al 1957 è diffuso persino un periodico il “Corriere Mandriano”. Nel 1958 una grande fascia di terreno è ceduta alla Fiat, che vi ricava una pista di collaudo per auto. Nel 1960 tocca a 243 ettari, destinati a un campo da golf. In seguito altri 430 ettari sono acquistati come riserva di caccia dalla famiglia Bonomi Bolchini, che compera anche il Castello dei Laghi. Un lotto di 400 ettari è quindi ceduto per erigervi il complesso residenziale i “Roveri” e un altro campo da golf. Un’ultima porzione, di circa 11 ettari e mezzo è destinata all’istituto zoo-profilattico del Piemonte.Nel 1976 la Regione Piemonte acquista i rimanenti 1345 ettari, cui saranno aggiunti nel 1995 ulteriori 500 ettari della Tenuta dei Laghi. Il 21 agosto 1978 una legge regionale istituisce il Parco regionale La Mandria, con le finalità di salvaguardare, riqualificare e valorizzare l’unità ambientale e storica costituita dal Castello della Venaria Reale e dagli annessi “Quadrati”, dal Castello de La Mandria, dalla Tenuta ex riserva reale di caccia, nonché dai singoli beni immobili e mobili che la compongono, aventi interesse di carattere storico, culturale ed ambientale; di promuovere e gestire ogni iniziativa necessaria od utile per consentire l’uso pubblico e la fruizione sociale, a fini ricreativi, didattici e scientifici, del territorio e dei beni immobili e mobili aventi interesse storico, culturale, ambientale e paesistico; di tutelare e riqualificare l’ambiente naturale nei suoi aspetti biologici, zoologici e botanici, geologici; di assicurare la più efficace azione protettiva e di valorizzazione nei confronti delle aree boschive; di promuovere ogni iniziativa necessaria o utile alla qualificazione delle attività agricole esistenti. All’interno del parco si può visitare il Borgo Castello (ultima visita 15.30) è situato su un’altura in prospettiva frontale rispetto all’ingresso, “Ponte Verde”, del Parco La Mandria e vi si accede mediante un percorso con forma ad “otto” in acciottolato, solo pedonale e grazie alla rampa laterale Ciuchè. Il Borgo era presente già nel 1713 con altra configurazione alla quale si aggiunsero in poco più di un secolo le infrastrutture pertinenti al potenziamento dell’allevamento di cavalli. Tra il 1860 e il 1870 nacquero, in corrispondenza della cortina frontale ad est, gli Appartamenti Reali. Dai due torrioni laterali del corpo centrale dipartono due lunghe maniche che chiudendosi danno origine a tre cortili interni. Tale edificio è fiancheggiato a nord da due ulteriori strutture architettoniche, distinti e tipo logicamente differenti tra di loro. Gli Appartamenti Reali completamente arredati sono oggetto di visite guidate.

13° giorno MERCOLEDI’ 27/8/2008 Dedichiamo tutto il giorno alla visita di Torino, prendiamo il bus proprio dalla Reggia di Venaria che ci porta fino in centro, la compagnia è €. 5,00 A/R con la GTT (si potevano anche prendere il 22 od il 14 ma questo a nostro avviso era più pratico anche se fa solamente alcune fermate infatti è un bus che fa la tratta TORINO – VENRARIA REALE), arriviamo per le 10.25 circa. Info su percorso, fermate e costi :http://www.Comune.Torino.It/gtt/avvisi/venaria2.Shtml Prima tappa è il Palazzo Reale di Torino la nostra visita guidata inizia alle ore 11,00 e quindi decidiamo di andare a prenderci un caffè ed aspettiamo l’inizio (in realtà non c’è una guida professionista che accompagna nel giro ma un guardiano che comunque sa fornire molte informazione e rispondere anche in modo competente ed esauriente alle domande). Fu la madama reale Cristina di Francia, moglie del duca Vittorio Amedeo I, ad iniziare, nel 1646, il Palazzo Reale di Tortino, che divenne poi la sontuosa residenza ufficiale dei duchi e, in seguito, dei re sabaudi per oltre due secoli. Nelle sale di ricevimento e negli appartamenti privati, i soffitti affrescati e riccamente intagliati, i quadri, i preziosi arazzi, i mobili intarsiati, le porcellane, documentano il modificarsi del gusto dal ‘600 all’800, sotto la regia degli architetti di corte, da Juvarra e Alfieri a Palagi. La fontana e le aiuole dei giardini sono invece decorate con state seicentesche disegnate da Le N�tre, il famoso architetto francese dei giardini di Versailles.

COSTO: €. 6,50 ORARIO: Aperto dal Martedì alla Domenica dalle ore 8.30 alle 19.30 Poi siamo andate all’Armeria Reale che è una delle più ricche collezioni di armi del mondo. Fu inaugurata nel 1837 da Carlo Alberto ed ha sede nel Palazzo Reale, in piazza Castello 191. Il progetto nasce nel 1833, dopo l’inaugurazione della Regia Pinacoteca (attuale Galleria Sabauda) ideata sempre da Carlo Alberto. La Galleria del Beaumont si svuota difatti delle tele che l’adornavano e diventa progressivamente luogo di raccolta delle armi collezionate dai Savoia. Il re decide di rendere pubblica tale raccolta, ed incarica della cosa Roberto d’Azeglio (già direttore della Regia Pinacoteca) insieme a Vittorio Seissel d’Aix, il quale, sebbene sottoposto teoricamente al primo, non esita in più occasioni a scavalcarlo, esasperando d’Azeglio a tal punto da fargli abbandonare l’impresa per dedicarsi esclusivamente alla Regia Pinacoteca. L’attuale armeria raccoglie alcune delle armi e armature della collezione di Carlo Emanuele I, distrutta in gran parte da due incendi verso la metà del Seicento.Conserva numerosi tipi di armature, armi bianche e da fuoco. Pregevoli le armi medioevali, numerosi gli esemplari del XVI, XVII e XVIII secolo, molte i pezzi appartenuti ai sovrani sabaudi. Tra i pezzi più interessanti, l’armatura da giostra di Emanuele Filiberto di Savoia, l’armatura di Otto Heinrich di Baviera e l’armatura equestre di Carlo Emanuele I. Notevole la collezione di bandiere degli eserciti sabaudo e italiano (circa 250) e la sezione delle armi e armature orientali.Fanno parte del Museo lo Scalone di Benedetto Alfieri (1740), la Rotonda (1842), la Galleria Beaumont, finemente affrescata con le “Storie di Enea” (1733) e il Medagliere (1839).

COSTO: €. 4,00 ORARIO: Aperto dal Martedì alla Domenica dalle ore 8.30 alle 19.30 Ultima tappa ma forse la più attesa e per noi interessante è il Museo Egizio è uno dei più importanti se non il più importante d’Europa: vi sono reperti e collezioni della civiltà dei Faraoni dal XVII secolo ad oggi. La collezione è caratterizzata da numerosissimi oggetti e documenti eccezionali: statue, papiri, sarcofagi, stele, mummie, oggetti in bronzo, monili, vasellame ed altri oggetti di vita quotidiana. La scultura più antica è la statua della principessa Redi scolpita al tempo della III dinastia (2.800 a. C. Circa).Con oltre tre secoli di storia il Museo Egizio di Torino si pone come una delle collezioni egizie più importanti grazie anche ai documenti ritenuti fondamentali per la ricerca egittologia; inoltre, le antichità sono così varie e numerose da rendere possibile un quadro della civiltà dell’Egitto antico dalle origini al V – VI secolo d.C. L’esposizione articolata su tre piani, ben disposta, permette una visita ai settori più importanti in circa due ore, non impedendo ai più interessati di perdere il senso del tempo lasciandosi affascinare da tutte le meraviglie esposte. Un progetto di ampliamento degli spazi espositivi e di riordino della collezione è in corso per adeguare il Museo al pubblico futuro con maggiori servizi informativi e didattici. Il Museo delle Antichità Egizie è una delle più importanti collezioni egizie e la sua storia segue le vicende della riscoperta della civiltà faraonica dal XVII secolo ai giorni nostri. Nel ‘600 i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la “Mensa Iliaca”, tavola di bronzo ageminato con raffigurazioni di cerimonie religiose in onore della dea Iside. La sua scoperta a Roma nel 1527 sollecita gli studi sulla civiltà egizia. Nel ‘700 Carlo Emanuele III di Savoia invia il naturalista padovano Vitaliano Donati, in missione scientifica in Oriente e dalla spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, scoperta a Coptos e le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet, riportate alla luce nel tempio della dea Mut a Karnak (Tebe). La fine del ‘700 e l’inizio dell’800 sono fondamentali per la formazione del Museo, la riscoperta dell’antico Egitto e la nascita dell’egittologia. Nel 1799 la spedizione scientifica al seguito dell’armata napoleonica nella Valle del Nilo inizia un’eccezionale documentazione dell’Egitto, pubblicata nei volumi della Description de l’Egypte, che fanno conoscere l’Egitto all’Europa dell’800. Dello stesso anno è la scoperta, da parte di un ufficiale di Napoleone, della Stele di Rosetta, una stele con scrittura geroglifica, demotica e greca, che il francese Jean-Franois Champollion decifrerà nel 1822 ponendo le basi dell’egittologia. A seguito di tali avvenimenti consoli delle varie nazioni d’Europa, viaggiatori ed avventurieri si dedicano alla raccolta di antichità nella Valle del Nilo e cospicue collezioni raggiungono l’Europa, divenendo i nuclei dei futuri grandi musei egizi. Il Museo Egizio di Torino definisce la sua fisionomia in questo periodo ed è tra i primi ad affermarsi come grande raccolta di antichità egizie, cui si affiancano negli anni seguenti le collezioni egizie del Louvre di Parigi, del British Museum di Londra, di Berlino, di Leida, di Bruxelles, di Vienna. Nel 1824 Carlo Felice di Savoia acquista la collezione di Bernardino Drovetti, piemontese, che si era appassionato alla ricerca delle antichità durante la sua permanenza in Egitto in qualità di Console Generale di Francia: la costituiscono oltre 8000 oggetti con grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti e monili e oggetti della vita quotidiana (vasellame, cibi, utensili, cofani e ceste, sgabelli, stoffe e oggetti di cosmesi con parti di parrucche, specchi, pettini, spilloni, vasetti per pomate e unguenti ecc.), ma anche documenti che mostrano l’arte, le tradizioni religiose e funerarie, la vita quotidiana. Simbolo della raccolta è la statua del faraone Ramesse II, considerata uno dei capolavori della scultura egizia. Altre importanti opere della statuaria monumentale egizia della collezione sono esposte nello Statuario ad illustrare l’alto livello artistico raggiunto dalla scultura egizia e la perizia degli artigiani nella lavorazione delle pietre d’Egitto; la scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800 a.C.Circa). Più numerose e sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno dalla XVIII alla XX dinastia. La scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800 a.C.Circa).Più numerose e documento eccezionale dell’arte egizia per un periodo di oltre quattrocento anni sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno dalla XVIII alla XX dinastia. Ricordano la grandezza dei faraoni d’Egitto le statue di Thutmosi III e di Amenhotep II, i gruppi statuari di Tutankhamon e del dio Amon e di Horemheb e della regina Mutnegemet, la statua colossale del faraone Sethi II, il gruppo scultoreo di Ramesse II con il dio Amon e la dea Mut e di Ramesse II seduto su trono. Documenti altrettanto importanti sono i papiri e le immagini votive delle divinità, cui erano dedicati bronzetti, iscrizioni, statue e statuette e oggetti di culto.Interessante è la sezione delle mummie degli animali sacri, collegati al culto delle divinità: ibis e babbuini del dio Thot, coccodrilli del dio Sobek, falchi del dio Horo, tori del dio Hapi, pesci della dea Neith, gatte della dea Bastet. I molteplici aspetti della vita quotidiana sono illustrati dalla suppellettile di tipo domestico, che comprende vasellame per la mensa e la conservazione degli alimenti, ceste e cofani per vestiario, letti e poggiatesta, lenzuola e tele, sandali, monili e cibi. Altrettanto cospicua è la documentazione pertinente alle arti e ai mestieri con attrezzi da lavoro, quali zappe, punteruoli, martelli, crogioli di fusione, colori e una classe particolare di oggetti, costituita da schegge di calcare e cocci, usati dagli scribi e dai disegnatori per esercizi, appunti ed abbozzi di disegno. Acquisti e scavi procurano al Museo oltre 30.000 antichità, che integrano il quadro sulla civiltà egizia fornito dalla collezione Drovetti, i cui oggetti provengono per lo più nella zona di Tebe ed appartengono al periodo dal Nuovo Regno all’Epoca Tarda, quando Tebe era stata capitale dell’Egitto e suo massimo centro religioso. Ne siamo rimaste estasiate soprattutto per la bellezza della tomba di Tomba di Kha e Merit praticamente ancora intatta (c’è il pane, i semi, le vesti) davvero strabiliante e per la conservazione de COSTI: €. 6,50 ORARI: lunedì chiuso Dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30 SITO: www.Museoegizio.Org

14° giorno GIOVEDI’ 28/8/2008 La vacanza è finita alle ore 8,30 siamo partite per tornare in Riviera…Adesso non ci resta che pensare al prossimo anno.

Molte notizie sono state raccolte nei seguenti siti molto utili, da libri ed opuscoli inviatemi dall’ufficio Austriaco per il turismo di Milano: www.Vacanzeinaustri.Com www.Tuttotirolo.It www.Salzburg-burgen.At/it (elenco castelli e fortezze nel Salisburghese) www.Salisburghese.It www.Austria.Info www.Turismotorino.Org



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