Viaggio di nozze nell’australia classica

26-03-01 ore 23.00 volo Qantas Roma - Melbourne (con scalo tecnico di circa 2 ore a Bangkok) durata del viaggio 22 ore, arrivo alle 5 del mattino (ora australiana, 9 di sera per noi) del 28/03/01. All' aeroporto di Melbourne abbiamo risposto alle classiche domande che si fanno alla frontiera del tipo: motivo del viaggio, durata, recapito...
Scritto da: Monica D.
viaggio di nozze nell'australia classica
Partenza il: 26/03/2001
Ritorno il: 15/04/2001
Viaggiatori: in coppia
26-03-01 ore 23.00 volo Qantas Roma – Melbourne (con scalo tecnico di circa 2 ore a Bangkok) durata del viaggio 22 ore, arrivo alle 5 del mattino (ora australiana, 9 di sera per noi) del 28/03/01.

All’ aeroporto di Melbourne abbiamo risposto alle classiche domande che si fanno alla frontiera del tipo: motivo del viaggio, durata, recapito ecc…più altre meno canoniche del tipo sei stata in campagna ultimamente, le tue scarpe sono sporche di terra, hai portato cibo, hai portato droghe ecc…poi al momento di uscire a quanto pare tutti devono passare per la fila dei beni da dichiarare per sottoporsi ad un controllo, noi non l’avevamo capito e siamo passati per la fila niente da dichiarare e nessuno ci ha fermato. Dopo abbiamo saputo, da ragazzi incontrati in giro, che a loro alla dogana hanno fatto aprire le valigie e lavato (si, lavato) le scarpe che poi sono state riconsegnate in un sacchetto di plastica. Una volta fuori, ci rechiamo al banco della Hertz dove avevamo prenotato la macchina (importante: da quest’anno è obbligatoria la patente internazionale in Australia) e abbiamo il primo impatto con l’inglese degli australiani…tragico!!!!! Siamo comunque riusciti a capire che l’assicurazione che avevamo prevedeva un pagamento da parte nostra di eventuali danni fino a 1.500 dollari se volevamo potevamo abbassare la franchigia pagando 25 aud al giorno (un po’ inconsciamente l’abbiamo rifiutata) e che per entrare a Melbourne dovevamo fare la Tullamarine Freeway una strada a pagamento dove però non c’è un casello dove pagare ma è obbligatorio acquistare un pass prima di entrare sulla strada o subito dopo. Il pass può essere acquistato presso la Hertz (o altra compagnia di autonoleggio), presso i distributori Shell (tramite macchinetta che accetta solo carte di credito e non contanti) o per telefono (sempre con carta di credito). Presa la macchina (una ford laser blu), con cartina alla mano entriamo finalmente in città stanchi morti e affamati, parcheggiamo la macchina in un garage (costo: 4 dollari per mezz’ora di parcheggio ma, essendo noi entrati prima delle 9.30 del mattino, abbiamo diritto alla tariffa degli early-birds 10 dollari tutto il giorno), ci rechiamo in un bar per un breakfast australiano e via, in giro per la città…..

Già lo sapevo, mi avevano avvertito… a Melbourne non c’è molto da vedere, una giornata per visitarla è pure troppa. Queste sono le cose che ho trovato interessanti: _Vista di Melbourne dall’alto delle Rialto Towers (costo 10 aud) _passeggiata lungo il southgate (banchina sud del fiume Yarra) dove ci sono bar e ristoranti _incursione nel city campus dell’università RMIT Royal Melbourne Institute of Technology per spiare la vita degli studenti universitari australiani Abbiamo dormito all’Ibis Hotel (3 stelle).

29-03-01 Philip Island Si tratta di un’isoletta situata a 137 km sud-est di Melbourne, collegata alla terraferma da un ponte. Essendo ormai in bassa stagione (da loro è autunno) non fatichiamo a trovare una sistemazione presso uno dei tanti motel presenti sull’isola, ad un prezzo decisamente ragionevole. 1° tappa: parco dei koala. Qui per la prima volta vedo un koala da vicino. E’ tenero come immaginavo e non fa altro che dormire. A quanto pare un koala ha bisogno di dormire molto (circa 20 ore al giorno) per non disperdere le energie (l’apporto calorico che gli danno le foglie di eucalipto è molto basso).

2° tappa: passeggiata al laghetto dei cigni. Il laghetto non l’abbiamo visto (è tutto recintato e si può vedere solo attraverso 2 finestrelle) in compenso però abbiamo un incontro ravvicinato con un wallaby (una specie di canguro) che, sorpreso quanto noi dell’incontro, non appena ci vede scappa via saltellando. Beh niente male…al nostro secondo giorno di Australia già un avvistamento. Felici ma un po’ dispiaciuti per non averlo fotografato ci dirigiamo alla nostra tappa successiva.

3° tappa: penguin parade: non ci volevo credere, è proprio vero…i pinguini arrivano, non è solo una trovata pubblicitaria…quello per i pinguini è stato amore a prima vista e credo la ricorderò come la cosa che più mi ha colpito dell’intero viaggio. Arriviamo al punto di osservazione un’ora prima del tramonto, paghiamo il biglietto e ci accomodiamo sulle scalinate predisposte per “lo spettacolo” e più o meno all’ora prevista (ovviamente le previsioni si basano sui giorni precedenti) i pinguini uno dopo l’altro escono dal mare per dirigersi, barcollando, alle loro tane scavate nelle dune di sabbia. Uno di loro imbocca la direzione sbagliata e si dirige verso di noi, verso la scalinata. Ce l’abbiamo proprio a portata di mano. Rimaniamo immobili, noi come il ranger della spiaggia, aspettando che il pinguino torni indietro e da solo trovi la strada giusta per la sua tana ed infatti così accade. Dopo un po’ le luci si spengono, e noi siamo gli ultimi ad uscire (dopo un richiamo dei rangers), proprio non mi andava di lasciare i fairy penguins. Al negozio dei souvenirs acquistiamo qualche foto (visto che è vietato scattarle).

30-03-01 e 31-03-01 Great Ocean Road Invece di ritornare verso Melbourne e prendere la strada per Gelong da cui parte la great ocean road decidiamo di dirigersi verso Sorrento (luogo esclusivo di villeggiatura della Mornington Peninsula) e prendere un traghetto per Queenscliff. Arrivati a Sorrento, in attesa del traghetto ci rilassiamo con un gelato ai Sorrento’s baths e ci godiamo la vista di 2 enormi pellicani che nuotano nella baia.

Da Queenscliff ci dirigiamo verso la Great Ocean Road.

Uno dei primi posti che si incontra nella strada è Anglesea dove (grazie alla nostra guida “The Rough guide” che lo riportava) vediamo un enorme branco di canguri (qualche centinaio) che pascola nei campi del golf club.

Successivamente ci sono vari punti dove fermarsi a scattare foto. La sera ci fermiamo a mangiare e dormire ad Apollo Bay dove non c’è molto da vedere ma, secondo quanto dice la guida, è un buon punto dove fermarsi e fare base per escursioni a vicine foreste, cascate e sentieri. Purtroppo non abbiamo tempo per vederli….Il tempo stringe abbiamo solo un giorno per percorrere la strada visto che il 1° aprile abbiamo l’aereo per Ayers Rock e siamo ansiosi di vedere i famosi 12 apostoli.

I 12 apostoli non ci deludono. Si tratta di enormi rocce immerse nell’acqua, ora ridotte a 9 (non me ne ero accorta, l’ho poi scoperto successivamente su un sito internet). Sono imponenti e la vista dall’alto è magnifica come magnifiche sono anche le altre viste che si godono prima e dopo i 12 apostoli: enormi distese di spiagge bianche (ad alcune si può accedere), archi rocciosi ecc…E’ però molto triste pensare a quante persone (emigranti in cerca di fortuna) siano morte naufraghe proprio in queste acque e proprio quando credevano ormai di avercela fatta, di essere giunti alla meta. Tutto a causa delle forti correnti e del cattivo tempo che pare sia frequente da queste parti.

Uno dei naufragi più “famosi” è quello della loch arch nel quale si sono salvate solo due persone: un giovane marinaio e la più giovane di una famiglia di nobili.

A pranzo ci fermiamo a mangiare il fish and chips a Port Campbell in un ristorantino con vista sul mare dove anziché chiamare a voce (magari con un numero) i clienti per avvisare che l’ordinazione è pronta, lo fanno con un cerca persone.

La sera torniamo a Melbourne, dove troviamo un hotel vicinissimo all’aeroporto (della catena Flag) visto che l’aereo l’indomani mattina parte alle 7.00.

01-04-01 Aereo Melboune-Sidney, Sidney-Ayers Rock Arrivando ad Ayers Rock in aereo, già dall’alto si rimane colpiti dall’imponenza e dalla maestosità di quello che gli aborigeni chiamano Uluru. Non me lo aspettavo, giuro non pensavo fosse così bello, le foto non gli rendono giustizia. Dopo aver visto la Monument Valley americana e le splendide montagne rosso-fuoco di Sedona (Arizona) non mi aspettavo di trovare un posto che le eguagliasse (o addirittura le superasse). La cosa poi che mi ha reso assolutamente sbalordita è che intorno non c’è niente, se non il deserto. All’aeroporto prendiamo un fuori strada (da quelle parti è consigliato), lasciamo i bagagli nell’albergo (Outback Pioneer Hotel all’ Ayers Rock resort) prenotato da Roma in quanto da quelle parti non ce ne sono poi molti) e ci dirigiamo nel parco di Uluru (il biglietto di 16 dollari vale per 3 giorni) dove non tentiamo neanche la scalata in quanto fa un caldo bestiale, il sole picchia, c’è pericolo di scivolare e poi la cosa fa arrabbiare gli aborigeni che lo considerano sacro (anche se, secondo quanto dice Chatwin nel libro Le vie dei canti, non si deve pensare ad Uluru come ad una chiesa o ad una mecca ma come ad un qualsiasi posto che dà cibo e riparo, non più sacro di una pozza d’acqua). Ci limitiamo a passeggiarci intorno, anche se ovviamente non copriamo tutti e 9 i km di strada che lo circondano. La passeggiata è bellissima, lungo il percorso si vedono grotte e graffiti, purtroppo non si può accedere a tutti i luoghi né si possono fotografare in quanto sacri per gli aborigeni (la cosa mi sembra assurda ma rispetto il divieto). A passeggiata conclusa ci rechiamo al sunset point, il punto di osservazione migliore per godersi la vista di Uluru al tramonto dove assistiamo anche noi al famoso cambio di colore del monolito via via che il sole sparisce.

02-04-01 Ultima occhiata da lontano a Uluru (no, non all’alba visto che eravamo piuttosto stanchi), rifornimento di benzina, scorta di acqua e cibo e via verso Kings Canyon.

Nel pomeriggio passeggiata di 3 ore e ½ su e giù per il Canyon. Un po’ faticosa per chi, come me, non è abituato ma assolutamente da fare. Anche se, però, niente a che vedere con i Canyon statunitensi. Quindi chi ha già visto il Gran Canyon o il Bryce Canyon degli States potrebbe rimanere un po’ deluso. Bello soprattutto il giardino dell’Eden, un laghetto dove è possibile fare il bagno.

La sera, nell’unico ristorante dell’unico resort presente nella zona (anche qui per dormire è d’obbligo la prenotazione), è possibile assaggiare vari tipi di carne tra cui quella di canguro (diffusissima in tutta l’Australia). La cena è a buffet ed ha un costo fisso (42 dollari escluse le bevande). Incontriamo un’altra coppia di italiani che, come noi, è in viaggio di nozze, e con loro scambiamo le impressioni sui rispettivi viaggi. A differenza nostra sono stati anche ad Adelaide (non presente nel nostro itinerario) e a quanto pare la città è piuttosto deludente e se si dispone di poco tempo è meglio non andarci.

03-04-01 Prossima tappa: Alice Springs. Per arrivarci decidiamo di fare la Mereenie loop Road una strada lunga 300 km sabbiosa, non asfaltata che si può percorrere solo con un fuoristrada e, essendo territorio aborigeno, previo permesso (che ci viene rilasciato per 2 dollari dal Kings Canyon Lodge). La strada è molto suggestiva specialmente nei punti dove ci sono dei ruscelli che la attraversano. Ogni tanto si vedono animali tipo serpenti, enormi lucertoloni e simili, carcasse di bovini (cosa li ha uccisi non si sa, forse il caldo boh…) e meloni selvatici (a prima vista sembravano funghi) importati dagli afghani per dar da mangiare ai loro cammelli. Si perché fino a quando non è stata creata la linea ferroviaria GHAN che da Sidney porta ad Alice Springs nel deserto ci si spostava con il cammello (ancora adesso se ne vedono in quanto vengono organizzati dei camel rides). Percorrendo la Mereenie loop Road si passa per Gosse Bluff, un cratere creato, si pensa, da un meteorite circa 130 milioni di anni fa (molto bello se visto dall’alto dalle vicine alture). Nel pomeriggio arriviamo ad Alice Springs. La città in sé non ha niente di particolare, alle 5 è tutto chiuso e per strada si vedono molti aborigeni scalzi, mal vestiti (uno di loro aveva una vecchia maglietta di calcio della Roma avuta chissà come), alcuni ubriachi, altri distesi sui prati a dipingere (quadri che vendono per pochi dollari alle gallerie d’arte gestite dai bianchi che poi li rivendono ai turisti facendoseli pagare non poco – io ovviamente non ho resistito e qualcuno ne ho comprato). La sera andiamo a mangiare in un ristorante (Overlander Steakhouse) consigliato dalla guida (la prima volta che lo faccio) molto turistico dove ad ogni tavolo mettono la bandiera del Paese di provenienza di chi lo occupa e dove servono carni di tutti i tipi (canguro, cammello, coccodrillo, emù oltre alla classica bisteccona di vitello che qui in Italia per via della mucca pazza è da un po’ che non mangiamo).

Dal 04-04-01 al 08-04-01 Sydney e dintorni Eccoci a Sidney, veramente bella come città. Avevamo prenotato una sola notte ma decidiamo di fermarci per altre 3 notti ed usare Sidney come base per escursioni nella zona. Abbiamo dormito al Mercure Hotel.

Le cose da fare in città e nei dintorni sono molte. Ecco le principali: _crociera pomeridiana della durata di 2 ore e ½ nella baia di Sidney veramente suggestiva _passeggiata per le vie della città e per l’harbour _visita all’opera House _passeggiata per The Rocks, la parte vecchia della città _passeggiata per darling harbour _passeggiata a Manly beach (spiaggia a Nord della città) _passeggiata a Bondi beach (la spiaggia più famosa per i surfisti) dove ceniamo in un ristorante italiano (l’unico dell’intero viaggio) che non è affatto male.

_visita all’acquario (dove si vedono pesci di tutti i tipi, squali, pinguini, coccodrilli, foche. Straordinario è l’Open Ocean Oceanarium un’enorme vasca con un tunnel sotto l’acqua dove si cammina e si vedono squali, razze, vari tipi di pesce che ti nuotano sopra) _escursione alle blue mountains: ci avventuriamo nei vari percorsi segnalati dalla guida.

Famose sono le three sisters. Si tratta di 3 spuntoni di roccia che, secondo una leggenda aborigena, erano 3 sorelle tramutate dal padre, capo della tribù dei Katoomba, in roccia per proteggerle dall’attacco di una tribù nemica. Il padre viene ucciso prima che l’incantesimo venga sciolto. Non mi hanno entusiasmato molto. Più interessante è stato invece il tragitto sulla scenic railway per raggiungere il fondo valle. Famose sono anche le Bridal Veil Falls, cascate che danno l’idea di un velo della sposa.

_visita al Waratah Park ). E’ un parco, a mezz’ora da Sydney, dove è stato girato il telefilm australiano degli anni 70 Skippy il canguro. Qui vediamo emù, canguri (ai quali diamo da mangiare il mangime che vendono nel parco, anche se sembrano molto più interessati al sacchetto che al mangime), koala, il diavolo della tasmania, il dingo ed altri animali australiani.

_Gita a Port Stephens (a 2 ore da Sydney) dove abbiamo fatto una crociera per l’avvistamento dei delfini. Noi li abbiamo visti….E molti anche! 08-04-01 Aereo per Cairns e traghetto per Green Island sulla barriera corallina Finalmente un po’ di riposo….È o non è un viaggio di nozze? Green Island è l’isoletta più vicina alla terraferma tra tutte le isole della barriera corallina. E’ un Parco nazionale. Ci si arriva con 45 minuti di aliscafo (per me, che soffro il mal di…aliscafo un inferno). E’ un’isoletta incantevole che, a piedi, si gira in mezzora. Noi ci fermiamo per 3 notti nell’unico resort dell’isola (carissimo, lussuoso 5 stelle http://www.Great-barrier-reef.Com/greenisland/page1.Html) prenotato da Roma e facciamo un po’ tutto ciò che l’isola offre: ci rilassiamo (e ci ustioniamo….Il sole picchia !!!!) sulla spiaggia tra un acquazzone e l’altro (si perché è aprile e siamo ancora nella stagione delle piogge), facciamo snorkeling, uscite in barca, feeding dei pesci in mare (ce ne sono tanti, di tutti i tipi, coloratissimi….Abbiamo anche visto 2 squaletti); visitiamo lo zoo dei coccodrilli (dove risiede Cassius il più grande coccodrillo catturato vivo ….Oltre 5 metri). Facciamo amicizia con altri 2 italiani e trascorriamo un piacevole e riposante soggiorno.

11-04-01 Cairns Purtroppo abbiamo solo 2 notti da passare a Cairns. Noleggiamo una macchina alla Hertz dove ci consigliano di andare all’hotel The Balinese ) veramente confortevole. Il proprietario, Paul, ci accoglie con molta simpatia e cordialità, la colazione la si può fare tutto il giorno (ossia non esiste limite di orario mentre nel resto dell’Australia la si può fare fino alle 10 del mattino), c’è l’accesso ad internet gratuito, non c’è orario di check out: ossia il giorno della partenza puoi lasciare la stanza a qualsiasi ora ti fa comodo (anche la sera). Paul (che per tanti anni, ci dice, ha fatto la guida turistica) ci dà un foglio, scritto da lui, con ciò che di bello c’è da vedere a Nord di Cairns e così decidiamo di seguire i suoi consigli e percorrere l’itinerario da lui consigliato.

1° tappa Palm Cove (25 minuti a nord) Wild World Nature Park (entrata 20$) dove si possono vedere canguri, coccodrilli, koala ed altri animali. Noi decidiamo di non entrare nel Parco visto il poco tempo a disposizione.

2° tappa spiaggia di Palm Cove….Peccato che non ci possa fare il bagno per colpa delle stingers, le terribili e letali meduse che infestano quelle acque nell’estate australe. Gli australiani hanno predisposto una stinger encloser, cioè una rete all’interno della quale si può nuotare….Ma vatti a fidare!!! 3° tappa Rex Lookout un punto panoramico su una collina da dove si possono scattare foto della costa 4° tappa Port Douglas, cittadina di mare dove c’è una collina con una bella vista. C’è anche il Rainforest Wildlife Sanctuary (20$). Anche questa volta decidiamo di non entrare.

5° tappa Mossman Gorge dove c’è un sentiero da percorrere che porta ad una swimming area, un posto dove si può nuotare tranquillamente in quanto non infestato dai coccodrilli.

6° tappa crociera sul Daintree river “a caccia fotografica” di coccodrilli…ne vediamo solo uno. Comunque molto suggestiva.

7° tappa Cape Tribulation (così chiamato dal capitano Cook dopo essersi incagliato tra i coralli).Ci arriviamo imbarcandoci su un ferry quasi al tramonto e abbiamo poco tempo per visitarlo, lungo la strada ci sono foreste, ruscelli, spiagge e sentieri.

La sera ritorniamo a Cairns, lungo la strada ci fermiamo a fare benzina e vediamo una grossa farfalla (sarà stata grande 10-15 cm) e rospi che ci saltellano attorno. Inoltre, stento quasi a crederci perfino io, sull’autostrada abbiamo attraversato una ragnatela. Si proprio una ragnatela che un ragno stava tessendo da un lato all’altro della strada. Siamo stati poi fermati da un poliziotto che ha fatto fare ad Ugo il test dell’alcol. Per fortuna non avevamo bevuto neanche una birra (la VB, si intende! – Victoria Bitter la birra nazionale australiana per eccellenza).

La serata la concludiamo in una ristorante nel mercato coperto di Cairns aperto fino a sera tardi dove ci mangiamo l’ultima mega bisteccona prima del rientro in Italia.E beviamo l’ultima VB, rigorosamente in bottiglia (il bicchiere non lo portano mai) 14-04-01 Volo Cairns – Melbourne – Roma.



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