Australia … Un sogno !

28 - 29 - 30 / 12 / 2003 Partita da Venezia con la classica calma che mi contraddistingue sempre nei classici momenti di ordinaria agitazione, sono riuscita a trovare la sala fumatori per una cicchetta rassicurante e poi via… partita! Arrivata a Francoforte mi son fatta i miei 700 km a piedi per cercare dove fare il check-in poi la bellezza di...
Scritto da: Elisa Iseppi
australia ... un sogno !
Partenza il: 28/12/2003
Ritorno il: 12/01/2004
Viaggiatori: da solo
28 – 29 – 30 / 12 / 2003 Partita da Venezia con la classica calma che mi contraddistingue sempre nei classici momenti di ordinaria agitazione, sono riuscita a trovare la sala fumatori per una cicchetta rassicurante e poi via… partita! Arrivata a Francoforte mi son fatta i miei 700 km a piedi per cercare dove fare il check-in poi la bellezza di 3 controlli di sicurezza (che stress)… poi finalmente si sale e si parte, direzione Singapore… In volo ero seduta tra una ragazza londinese diretta a Brisbane a trovare degli amici ed una signora dello Yorkshire diretta col marito a Sydney e poi a Camberra per trovare il figlio.

Arriviamo a Singapore, gran bell’aeroporto, e ci dirigiamo tutti alla ricerca di una sala fumatori sistemata pressoché all’esterno dove si respirava un’aria incredibilmente umida… Dopo un’ora si risale sullo stesso aereo e si riparte per Sydney, cambio posto e mi siedo vicino ad una coppia in viaggio di nozze, lui russo e lei cinese che sul finire del viaggio ha dato prova che il noto gioco “MORA CINESE”è davvero cinese, in quanto lei lo ha spiegato al marito e si son messi a giocare… Arrivo a Sydney, nessun problema alla dogana, esco subito ed incontro Victor, la guida, ed una prima parte del gruppo che trascorrerà con me gran parte del tempo… Due coppie venete, persone sulla sessantina, ma incredibilmente giovani di testa ed estremamente simpatiche ed in gamba ed una madre con figlia diciannovenne di Bari anche con loro si instaura subito un ottimo rapporto… Ci facciamo un bel giro per Sydney e pranziamo a base di zuppa di pesce nella baia, giusto di fronte all’Opera House… 31 /12 / 2003 Sveglia presto, anche perché confesso che nonostante la stanchezza ed il fuso orario, andando a dormire alle 18 non si può pretendere di tirare avanti fino alle 6 del giorno dopo… giro con tutto il gruppo alle Blue Mountains… mah… Belle ma nulla di trascendentale, a parte verso l’ora di pranzo in cui sembrano davvero blu (il colore blu è dato dalla sostanza contenuta nelle foglie degli eucalipti che le ricoprono, che nel momento più caldo della giornata viene rilasciata e crea questa sorta di alone che fa sembrare le montagne blu).

Visita alle 3 Sisters… Che bufala incredibile !! Le nostre 3 cime di Lavaredo, quelle sì che val la pena vedere !!! Si prosegue poi con una visita allo zoo, quest’ultimo davvero speciale: koala e canguri lasciati liberi tra la gente; davvero uno spettacolo affascinante, una quantità di uccelli meravigliosi ed animali strani e bellissimi poi un buon hot dog con ketchup e rientro in hotel… Primo giro solitario per la città, con la scusa di comprarmi la crema protettiva e l’adattatore di corrente mi son fatta una bella passeggiata pomeridiana ed ho scambiato due chiacchiere con alcuni simpatici e disponibili negozianti… Dopodiché una ronfa di un paio d’ore cena luculliana a base di salatini ed acqua, bagno rigenerante e son bella elegantissima e sexy, pronta per andare a concerto… Prendo un taxi davanti alla hall facendo girare la testa a tutti i pinguini di turno e via, il tassista è molto simpatico e fa di tutto per lasciarmi il più vicino possibile all’Opera House ma alcune strade sono già state chiuse perciò mi devo fare un 300 metri a piedi… La vastità di persone riversata per le strade , nella piazza antistante l’Opera House, nei parchi è indescrivibile, si parla di un milione di persone, il livello di sicurezza è elevatissimo e ciò mi rassicura molto… Entro all’Opera e scopro che il mio posto è in platea, in sedicesima fila, per la serie, meglio di così non potevo sperare!!! Tutto è magnifico, compreso lo scoppio di botti …”all’alba vincerà…” e l’intera concert hall che viene magicamente sommersa da coriandoli argentati e stelle filanti dai mille colori… Poi tutti fuori, con lo champagne in mano per un posto in prima fila a vedere l’Harbour Bridge esplodere in una fantasia di fuochi, luci e colori… Sono soddisfatta, è tutto meglio di come me lo aspettavo, manca solo il bacio ad un uomo… Mentre mi incammino lentamente verso l’hotel incrocio tre giovani ragazzi che non esitano un secondo ad avvicinarsi per augurarmi “Happy New Year!!!” e così anche la tradizione di baciare qualcuno del sesso opposto è stata rispettata, mi accendo una sigaretta e mi dirigo verso “casa” dolcemente sospinta dalla folla festante, sono quasi le 3, mi spalmo per bene un quintale di crema dopo sole sul viso semi ustionato e son pronta per gettarmi tra le braccia di Morfeo… 01 / 01 / 2004 Giornata molto rilassante oggi: sveglia, doccia e passeggiata di un’ora per le strade addormentate di Sydney… Rientro in hotel per trovarmi col gruppo ed imbarcarmi su un catamarano che ci farà fare il giro della baia… Neanche saliti a bordo ci fanno accomodare all’interno per il pranzo… Ostriche, scampi, salmone, aragoste e tutto il ben di Dio che si può immaginare, ovviamente ben accompagnato da un ottimo vino bianco.

Terminato il pranzo usciamo e ci godiamo il panorama spaparanzati a prua.

Al termine del giro nella baia raggiungiamo un pulman che ci consente di visitare la Sydney meno centrale: il quartiere a luci rosse, quello dei VIP con tanto di case di Nicole Kidman e Russel Crowe, la Bondi Beach (rinomata spiaggia dove pullulano i surfisti) dove provo solo a posare i piedi in acqua e denoto, come già ebbi modo di verificare in California anni fa, che l’acqua del Pacifico è sempre gelata… La serata scorre piacevolmente con una passeggiata tra i negozi ed i locali del Darling Harbour e poi tutti a nanna, domani la sveglia è in programma per le 7… 02 / 01 / 2004 Oggi direzione Alice Springs e poi Kings Canyon… All’aeroporto scopro che mi hanno assegnato un posto in Business Class, queste fortune capitano solo a chi viaggia solo, così mentre gli altri si mangiano uno squallidissimo panino con a fianco una donna che in fase di atterraggio rischia di rimettere anche l’anima, io mi faccio un pranzo completo, servita e riverita, bevendo una serie indescrivibile di bicchieri di cabernet, in bicchieri di cristallo ovviamente, e mangiando pasta, carne, verdura e frutta su piatti di porcellana… Arrivati ad Alice Springs, 3 ore abbondanti di volo assolutamente rilassante, prendiamo un pulman che con un paio di soste intermedie ci cullerà fino a Kings Canyon… La prima sosta è al Todd Mall, credo che sia il centro della città, con ampia zona dedicata a negozi e bar, lì acquisto un cappello a falda larga e la retina anti mosche. Mentre sto sorseggiando un thè ghiacciato con i miei compagni d’avventura, trovo una bellissima bimbetta bionda che si è persa e piange disperata in cerca della mamma… Dopo un attimo di agitazione prendo in mano la situazione… E la bambina… E mi dirigo alla ricerca di ‘sta madre degenere… L’incontro è bellissimo, questa piccola che le salta in braccio disperata, la madre piangente che non sa come ringraziarci… Dopo la buona azione quotidiana, si riparte e per un paio d’ore intorno a noi c’è solo il deserto, terra rossa, arbusti ed una lunga e diritta strada deserta… Ronf…

Seconda sosta, usciamo dal fresco della corriera per raggiungere un pub, tipico ritrovo di camionisti, fornito di biliardo e freccette, dove una birra gelata riesce a rendere più sopportabili i 45° C esterni e poi via si risale in corriera dove ci addormentiamo tutti nelle posizioni più strane… Alle 20.00 il sole sta tramontando e noi giungiamo finalmente al resort, qui tocca fare veloci perché alle 21.00 chiude la cucina, quindi appoggiamo lo zaino e via al ristorante… Cena terribile!!! 45 $ rubati!!! Un’invasione di mosche passeggia sul cibo e nell’arco di mezz’ora scarsa ripieghiamo nelle nostre stanze, prima però ho la possibilità di mettere di nuovo alla prova il mio sfavillante inglese per aiutare una coppia di ragazzi in luna di miele che ha lasciato la chiave nella stanza.

Sono le 22.30, le 24 di Sydney (già perché qui il fuso è differente) e dopo aver sterminato una popolazione di scarafaggi, ragni e zanzare che volevano condividere con me la camera mi butto rapidamente sotto la doccia, schifata alla visione della rubinetteria completamente verde, e poi via a nanna, domani la sveglia è alle 5 quindi è meglio non perder tempo… 03 / 01 / 2004 Sveglia all’alba, con una temperatura iniziale di 23° C, per una camminata sul King Canyon, si parte con una bella salita di 150 metri ma poi il sentiero è quasi tutto in quota, la vista è spettacolare e la fatica viene decisamente premiata; dopo circa tre ore e mezza di cammino rientriamo al resort e ci prepariamo ad affrontare altre 3 ore di bus, direzione Ayes Rock … A metà strada ci fermiamo a mangiare un sandwich in un bar, al banco c’è un personaggio incredibile: testa rasata, giubbotto jeans con le maniche stracciate indossato sopra ad una canottiera dall’aspetto lercio e le braccia interamente tatuate… Mentre degustiamo il nostro misero pranzo vediamo sfrecciare sulla strada un road train, tipico camion enorme composto da quattro o cinque rimorchi.

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo l’hotel, scarichiamo i bagagli ed andiamo a vedere il monte Uluru al tramonto, scolandoci una serie di bicchieri di champagne accompagnati da tartine e salatini vari… E’ ora di cena decidiamo di recarci in un locale in cui suonano dal vivo e dove si compera la carne cruda ed ognuno se la cucina come vuole sulle griglie… non male! 04 / 01 / 2004 Sveglia alle 5 (accidenti sta diventando un vizio) e ritrovo alle 5.30 per una bella scarpinata sui monti Olgas.

La levataccia ci consente di vedere l’Uluru all’alba ed è uno spettacolo davvero degno di nota! Il sentiero che ci conduce alla valle del vento è abbastanza impervio specie in alcuni tratti, sassoso e talvolta ripido ma una volta in cima il panorama ci lascia senza parole (o sono i 30° C abbondanti delle 8 a.M.?), dato che una settimana fa ha piovuto parecchio, tra le montagne ci sono delle distese verdissime e ricche di fiori e questo verde acceso della valle contrasta incredibilmente col rosso della pietra che caratterizza questi monti ed a sua volta con l’azzurro intenso del cielo che ci sovrasta… Dopo un po’ di riposo e di recupero fiato incominciamo a scendere, rientriamo al resort e mi dirigo immediatamente al supermarket per comprare cibo ed acqua, oggi pranzo spaparanzata in camera e poi mi dirigo in piscina per qualche ora… Ore 16.00 ritrovo per visitare il centro culturale aborigeno ed alcuni luoghi sacri e non nei dintorni del gigantesco monolito, ricco di storie, mistero e magia… A cena ci troviamo in un bel gruppo e poi dopo un paio di birre ce ne andiamo tutti in camera di una coppia a bere grappa veneta… E la serata si conclude in risata a crepapelle, battute piccanti e chi più ne ha, più ne metta… 05 / 01 / 2004 Oggi sveglia con tutta calma, alle 11 lasciamo l’albergo per dirigerci in volo a Cairns… Bella città, ricca di vita: negozi, ristoranti, locali notturni… La mia camera è a dir poco strepitosa, ho la vista sulla baia: palme, mare e dietro la montagna ricchissima di vegetazione… Uno spettacolo!!! Pomeriggio dedicato allo shopping e cena a base di pesce, prezzo tutt’altro che modico, 60$, ma cena e vino deliziosi, poi si replica la serata in una camera, questa volta tocca ad una coppietta in viaggio di nozze ospitarci e mettere generosamente a disposizione fragole e champagne gentilmente offerti dall’hotel… 06 / 01 / 2004 Sveglia relativamente presto ed alle 8 tutti nella hall di questo strepitoso e lussuosissimo hotel, insieme a Sergio, bellissimo ragazzo nonché nostra guida per la giornata, andiamo a fare un giro nella foresta pluviale, comprensivo di tuffo e nuotata vicino alle cascate Josephine e Babinda Boulders…

Babinda: simpatico paesotto che da 4 anni vince lo stivale d’oro per essere il paese più piovoso, tutto pittato con ombrelli variopinti.

Il tour prosegue verso casa di Nick, un aborigeno che costruisce boomerang e didjeridoo, lì ascoltiamo un suo parente ce ne suona uno ed assistiamo ad un tipico ballo aborigeno fatto dai figli di Nick, poi ci dirigiamo in un prato antistante la sua abitazione e proviamo a lanciare i boomerang con dei risultati a dir poco pessimi…

In mattinata prima del pranzo siamo anche andati in una fattoria in cui allevano coccodrilli, canguri, casuari e pitoni… Bellissimo!!! Al rientro Sergio, che ci provava con me in modo tutt’altro che poco evidente, mi ha invitata a bere una birra, con noi è venuto anche Victor ed ha anche offerto, così abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere in modo tranquillo ed amichevole ed è stato molto bello soprattutto sentire Victor contento di come procedeva il tour, delle persone simpatiche ed alla mano che aveva trovato, insomma mi son sentita una di loro e ciò mi ha riempito di gioia…

Dopo questa simpatica chiacchierata davanti ad una buona birra me ne sono rientrata in albergo e mi son diretta alla piscina dove ho sguazzato e spettegolato con delle compagne d’avventura per un paio d’ore…

Rientro in camera e mi metto a scrivere cartoline, devo mandarne 35, poi mi faccio bella e son pronta per uscire con Barbara ed Alessandro per andare a mangiare qualcosa e poi a ballare allo SportBar, luogo in cui mi ha dato appuntamento Sergio…

Purtroppo la giovane età di Alessandro ci nega l’ingresso al locale e ce ne andiamo sconfortati, lui vorrebbe farci andare da sole ma i suoi genitori sanno che è con me e non è giusto che lo lasci solo, a quel punto propongo una passeggiata e per puro caso troviamo un locale carino dove non chiedono documenti..

Dieci dollari per cinque consumazioni, entriamo e balliamo per alcune ore, abbiamo modo di vedere usi e costumi locali, di berci qualche drink e di sentire un po’ di buona musica, alla una rientriamo in albergo (anche perché Ale ha una specie di coprifuoco) e così un po’ stanca ma sicuramente contenta punto la sveglia alle 6.30 e mi appresto ad andare a nanna, domani si va sulla Grande Barriera Corallina ed io prevedo una pennichella di almeno un paio d’ore sul catamarano…

07 / 01 / 2004 Giornata stupenda: alle 8 siamo su un catamarano di 30 metri e ci facciamo un paio d’ore di navigazione per raggiungere un microscopico isolotto popolato solo da uccelli, scendiamo a riva e ci armiamo di pinne, boccaglio e macchina fotografica per un paio d’ore d’entusiasmante snorkeling… Foto in quantità industriale tra i pesci napoleone, i coralli variopinti, gli innumerevoli pesci pappagallo ecc… Ho visto persino un barracuda di circa un metro!!! Rrisaliamo in barca per un rapido buffet a base di pesce e poi ce ne andiamo a bordo di un sottomarino col fondo in cristallo per ammirare i fondali, da lì scorgiamo anche qualche tartaruga, che spettacolo! Al rientro mentre ce ne stiamo tutti a rosolarci al sole un tizio dell’equipaggio suona e canta alcuni brani famosi mentre noi veniamo allietati da qualche bicchiere di champagne…

In serata decidiamo di andare tutti assieme a mangiare una pizza, formiamo una bella tavolata dove discorsi seri e risate si alternano serenamente.

La cena scorre piacevolmente, peccato, è l’ultimo giorno, il gruppo si separa, chi torna in Italia, chi prosegue verso nord, chi va in qualche isola… Dopo cena facciamo una capatina al casinò ma è tardi, io ho voglia di buttarmi nel letto… Il momento triste, i saluti, un abbraccio ed una serie di arrivederci… Chissà se ci rincontreremo mai, forse sì oppure no, certo è che è stato bello, abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile insieme…È stato bello viaggiare con voi Nives e Gianni, Gabriella e Barbara, Renza e Luciano, Rosanna, Guido, Ale, Giorgia, Alessandro e tutti gli altri di cui già ora non ricordo più il nome, o forse non l’ho mai saputo… Ma soprattutto grazie alla guida migliore che potessimo avere, grazie Victor!!! 08 / 01 / 2004 Mi sveglio alle 8, mi lavo, vesto e preparo i bagagli; scendo alla reception e faccio il check-out chiedendo se gentilmente potevano tenermi al sicuro la valigia. Esco e vado a farmi una passeggiata, imbuco le cartoline, faccio un po’ di shopping, vado a fare colazione e poi dopo una gradevole passeggiata in riva al mare me ne torno in hotel in attesa che che mi vengano a prendere per portarmi a Cape Tribulation… Il viaggio è a dir poco allucinante: un pulmino con l’aria condizionata rotta, tutti che sudano e boccheggiano, tre ore di curve interminabili in una strada stretta. Finalmente arriviamo e per fare il check-in alla reception ci impiego mezz’ora abbondante,non solo per il mio inglese traballante ma principalmente per la lentezza abnorme della receptionist, nel momento in cui ho in mano la chiave della stanza resetto tute le cose più o meno utili che mi sta dicendo e scappo verso la mia palafitta… La camera è strepitosa: aria condizionata, la pala che gira sul soffitto, aria profumata da un erogatore che da alla stanza una sensazione di pulizia e perfezione assoluta e lo stereo acceso con un cd di musica new age… Una bella doccia mi rimette in sesto e decido di avventurarmi nella foresta e poi lungo la spiaggia per una prima passeggiata esplorativa… Il caldo e l’umido però in breve tempo mi costringono a rientrare in camera e ad optare per un paio d’ore di lettura al posto di un paio d’ore di cottura… Alle 20.00 vado a cene nel ristorante sulla spiaggia dove avevo prenotato.

09 / 01 / 2004 Mattinata fannullona: un’ora abbondante di colazione, poi costume e piscina per un paio d’ore, passeggiata lungo la spiaggia e rientro in camera per cambiarmi giusto in tempo per l’escursione su pick-up nella foresta.

La guida è una ragazza molto in gamba che ha studiato biologia e geologia e ci spiega tutto sulle piante e sulla storia e la formazione della foresta pluviale… I compagni di viaggio sono una coppia gay di Melbourne ed una coppia sulla cinquantina di New York… Il signore newyorkese, John, appena sa che sono di Udine mi racconta di essere passato per Udine due settimane prima del terremoto che colpì il Friuli quasi trent’anni fa mentre da Venezia si recava a Vienna ed io penso “mhh vei ricordi…”… L’escursione si rileva davvero interessantissima, ad un certo punto raggiungiamo una famiglia di aborigeni ed una di loro, Francies, ci accompagna per una breve passeggiata in cui ci racconta i differenti usi che loro fanno delle svariate piante di quei luoghi.

Rientriamo e me ne vado in camera per una bella doccia e penso che l’idea di fare una cena completa non mi garba molto, il salmone di ieri sera avrebbe sfamato tre persone, così mi vesto e vado al bar nel tentativo di mangiare un panino… In prima battuta fanno qualche storia ma alla fine mi preparano un delizioso sandwich con prosciutto, insalata e pomodoro, a contorno di ciò una bella birra ghiacciata ed il caldo afoso 35°C e l’umidità 85% sembrano più accettabili… Rientro in camera attraversando il ponte sopra lo stagno popolarissimo da rane che fanno un vero concerto sia di giorno che di notte, mi fumo una sigaretta, mi cospargo di repellente per insetti e dopo aver letto un po’ son pronta per andarmene a dormire… Domani si va sulla Great Barrier Reef che da qui dista solo 45 minuti di barca… 10 / 01 / 2004 Ultimo giorno, my last day in Australia… Domattina si parte all’alba per tornare a casa… Peccato, questa meravigliosa avventura volge proprio al termine, ma devo dire che oggi è stato proprio un bel giorno: in 15 su di una imbarcazione a motore siamo partiti alla volta della Grande Barriera Corallina… Indossando la muta anti Jellyfish, terribili meduse in grado di mandare un uomo all’altro mondo, le pinne e la maschera ci siamo fatti un paio d’ore sulla barriera, poi siamo risaliti per prendere un po’ di sole e pranzare.

Dopo pranzo una delle ragazze ci ha spiegato i nomi e le tipologie di pesci che potevamo incontrare nel posto dove stavamo per dirigerci, siamo andati al largo e ci siamo tuffati mentre la barca avanzava, abbiamo raggiunto la barriera e mi son davvero pentita di non aver acquistato la terza macchina subacquea perché quello che ho visto lì era assolutamente indescrivibile!!! “I’ve found Nemo!!!” ho gridato ad un certo punto e tutti sono accorsi a vedere 2 meravigliosi pesci pagliaccio belli grandi, non come quelli piccolini che avevo visto al mattino… Altre 2 ore fantastiche sott’acqua, frotte di pesci variopinti ci sgusciavano tra le dita.

Qui la barriera è sotto di noi di neanche un metro e va giù fino a 30 metri… Amazing!!! E’ l’ora di risalire, ancora un po’ di sole e poi si fa merenda e si riparte… Mi siedo su un gavone a poppa ed osservo la scia spumosa e bianca che mi riporta verso Cape Trib, il luogo che mi ha fatto da casa in questi ultimi giorni, già mi son proprio sentita come a casa ed ora rientro a casa, quella vera però e già incomincio pensare ai familiari ed agli amici, al lavoro, ai colleghi… Tutto ero riuscita a scordare, tutto quanto… Nessun pensiero, nessun fastidio, nessun problema… Ero in pace con me stessa ed in pace col mondo ed oggi qui, in mezzo a tutti questi australiani, con un capitano hawaiano che chiamarlo fenomeno è dir poco, con una coppia di tedeschi che sembrano appena usciti da un campo di concentramento, qui davanti a questa strada di onde bianche sento già la nostalgia di questo enorme, sconfinato paese posto sulla terra esattamente all’opposto del mio… Mi sento un tonfo al cuore e Ty , l’hawaiano, mi guarda e dice “are you sad? Call at work and said them yor’re sick and you must stay here another week, another week please another week…”” Già magari potessi fermarmi qui ancora, la vacanza è finita, domani e dopodomani sarò in volo, lunedì sarò a casa… 11 – 12 / 01 / 2004 Si rientra, e scegliere di tornare è una decisione molto difficile, una cosa che in cuor mio so di dover fare ma che proprio non vorrei… Il rientro poi risulta più complesso del previsto: alle 5 di mattina mi alzo, mi lavo e mi vesto. Alle 5.30 chiamo alla reception perché mi vengano a prendere la valigia dato che le scale per scendere dalla palafitta non sono il massimo in particolare con la valigia da 25 kg, mi dicono che arrivano tra 10 minuti, i minuti passano e da 10 diventano più di 20, allora mi armo di forza e di buona volontà e mi avvio verso la reception trascinandomi la valigia, lì trovo l’omino pronto a partire e con una faccia da sberle lo gardo e dico “already done… Thank’s” lui imbarazzato per il ritardo cerca di scusarsi e di rimediare porgendomi una crema dopo puntura per alleviare i fastidi che mi procurano i tremila becconi ma è tutto inutile…

Salgo nella palaffitta della reception e mi dicono che dovrò aspettare un po’ perchè “the computer is broken”… Molto bene! Ora iniziano a tornarmi alla mente tutti i casini dei computer, l’ufficio … E penso che non è possibile, che anche qui, in quest’angolo di paradiso, in messo alla foresta dipendiamo sempre dai computer…

Alla fine riesco a partire e per tre ore di macchina chiacchiero amabilmente con un londinese che si è stabilito lì da sei anni.

Arrivo all’aereoporto di Cairns in tempo utile per anche per fumarmi una sigaretta, faccio il check-in chiedendo che la valigia arrivi direttamente a Venezia, la tipa dice che non c’è problema ed io già mi immagino la mia valigia che mentre io torno a casa decide di farsi il giro del mondo in solitaria, magari mandandomi le foto come il nano di Amelie…

Passo la dogana e mi fanno aprire lo zainetto perchè vedono un ombrello e quando glielo mostro la sola cosa che sa dire quel pirla di doganiere è: “oh beautiful…It’s very small…”…”ma vaffan’…” chiudo lo zaino, faccio due passi di numero ed un tipo in divisa mi ferma e mi chiede di dove sono, alla risposta Italia mi presenta un foglio con una pessima traduzione italiana che inizia con: “Lei è stato selezionato per il controllo anti esplosivo…” molto bene, ritolgo lo zainetto e glielo lascio esaminare.

Finalmente riesco ad oltrepassare il muro dei doganieri e raggiungo il gate.

L’aereo parte con una buona mezz’ora di ritardo, arrivo a Brisbane e scopro che devo fare le mille miglia per prendere la coincidenza per Singapore…

Esco dall’aereoporto, prendo il biglietto del treno che va nella Gold Coast, salgo sul treno dubbiosa, alla prima fermata scendo perchè è il terminal internazionale, rientro in aereoporto, impazzisco per trovare l’ingresso ai gate, lo trovo e mi dirigo con andatura da bersagliere all’entrata, lì trovo una coda interminabile di persone, riesco a passare e raggiungo il gate… Non c’è nessuno, poi arriva qualcuno… La scritta dei monitor scompare ed incomincio ad insospettirmi… Dopo un paio di domande scopro che hanno cambiato gate ma non hanno informato nessuno… Molto bene!!! Mi sposto di gate e dopo poco tempo mi imbarco.

Fino a Singapore tutto procede tranquillo, anche se la prima ora non si può nè vedere film, nè sentire la radio, nè giocare con i videogame perchè come dice il capitano “the computer is broken” e che palle di questi computer, ed il tempo tecnico per riavviarlo è di un’ora… Arrivata ho tre ore di tempo prima di partire per Francoforte e mi faccio un giro nell’aeroporto… Tra una cicca e l’altra sento della musica e seguendola mi ritrovo davanti ad uno spettacolo di danza del ventre…

Alle 22 ci sarebbe l’imbarco ma almeno per mezz’ora aspettiamo invano, poi finalmente ci fanno salire e dopo un’ora circa che siamo seduti e con le cinture allacciate ci dicono che c’è un contrattempo… Passa poi ancora un’ora prima che la torre di controllo autorizzi la partenza…

Partendo con due ore di ritardo il comandante comunica che tutte le coincidenze inferiori alle 2 ore dall’ora effettiva di arrivo a francoforte saranno perse…

MOLTO BENE !!! Parlando con una hostess che dovrebbe prendere il mio stesso volo per venezia scopro che se corro, non avendo bagagli da scaricare dovrei farcela…

Il viaggio è un continuo rincorrere la notte, per ben 13 ore la notte ci sovrasta e sotto di noi riesco ad intravvedere alcune navi, qualche città e null’altro.

Alle 7 di mattina giungiamo a Francoforte e dal momento dell’atterraggio all’uscita dall’aereo passano 25 minuti d’orologio!!! Esco e come una furia indemoniata corro al trenino per raggiungere il terminal dei voli domestici, cerco di capire da dove ipoteticamente dovrebbe partire il mio volo…A30… La coda al controllo passaporti è lunga ma per fortuna trovo il doganiere svelto ed in pochi minuti oltrepasso la dogana e mi ritrovo tra i gate… Mi dirigo subito nel corridoio dei gate che vanno da A16 ad A42 e mi rendo conto di essere lontanissima …Quindi corro… Corro come una pazza indemoniata ed arrivo al check-in del mio gate alle 7.55, faccio tutto ed il ragazzo mi domanda se con me viaggiano delle valigie, già me lo domando pure io comunque… Teoricamente sì, gli dò il numero e la miles & more e mi comunica che l’imbarco sarà tra 5 minuti.

Mi giro e dietro di me vedo una bellissima smooking area e così riesco anche a fumarmi una meritata sigaretta…

Si parte ed arrivo a Venezia come da programma e…INCREDIBILE !!! C’E’ PURE LA VALIGIA!!! E’ finita… Questa fantastica avventura è proprio finita, si torna alla realtà, agli affetti, alla famiglia, al lavoro… Peccato, è stato troppo breve, ma tanto breve quanto incredibilmente intenso.

L’esperienza vissuta, le persone conosciute, i posti visitati, quel modo di vivere così rilassato rispetto al nostro, quella mentalità e quella filosofia che mi hanno accompagnata in questo viaggio resteranno sempre con me, nel mio cuore…

L’Australia e questa scelta di partire da sola mi hanno ulteriormente aiutata a crescere, a conoscermi, è stato un continuo mettersi alla prova, uno sfidare se stessi, le proprie paure e timidezze… E ciò che ne è emerso mi è piaciuto proprio… Non si tratta di coraggio o di una sfida con se stessi ma di un’esperienza che merita e che consiglierei a chiunque perchè da solo sei tu che scegli cosa fare o non fare, chi frequentare e chi tenere a distanza e nelle difficoltà sai di poter contare solo su di te, su quel poco inglese che sai e sulle tue forze… E quando ce la fai sei fiero ed orgoglioso… È stata un’esperienza assolutamente positiva, sia per il tipo di viaggio sia per il posto e le persone che lo abitano… Australia aspettami, tra qualche anno ritorno!!!



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