Un giorno passeggiando per Atene

Visita lampo della capitale greca tra caldo asfissiante, buon cibo e splendide vedute
Scritto da: Alice Monitillo
un giorno passeggiando per atene
Partenza il: 12/08/2015
Ritorno il: 14/08/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Avevo 4 giorni off e non sapevo che fare, così ho deciso di passare una giornata nella capitale greca, anche se fino all’ultimo sono stata super indecisa perché avevo molto paura che sarei morta dal caldo. Alla fine però ha prevalso il fatto che non avevo voglia di stare a casa a far niente, così ho preferito sfidare la canicola e sono partita.

Indice dei contenuti

Volo Venezia-Atene, gratis per me ovviamente.

L’albergo l’ho prenotato la sera prima: Apollo hotel, molto vicino alla fermata della metro Metaxourgeio al costo di 80 euro totali colazione inclusa. È un albergo decoroso, non posso lamentarmi: la stanza era pulita, con l’aria condizionata e il frigo. La colazione basica ma ok (c’era lo yogurt ovviamente). L’unica cosa è che la zona obiettivamente non è delle migliori, me ne ha poi dato la conferma un mio collega greco, che anzi, ci ha tenuto a precisare che è una zona proprio bruttina. Io non ho avuto problemi, anche tornando in albergo col buio. Del resto gli hotel a Monastiraki costano di più, e io non avevo troppi soldi da spendere. Per cui rimango dell’idea che l’albergo comunque è consigliabile, perché per quanto la zona sia bruttina, è molto vicino alla fermata della metro, quindi anche ad orari improbabili, non ci si avventura troppo in giro. Inoltre, proprio davanti all’albergo c’è un kebabbaro aperto 24 ore su 24, che non servirà a molto, ma fa sì che la zona non sia mai completamente spopolata.

GIORNO 1

Volo in orario e arrivo ad Atene alle 19h30 locali. All’uscita dall’aeroporto sono stata accolta da un intenso profumo di macchia mediterranea e da una discreta dose di calura/umidità. Per andare in città ho scelto la metro, con 14 euro ho comprato il biglietto andata e ritorno (che si può usare se il ritorno è entro una settimana) che ti fa risparmiare due euro (un sola andata costa 8 euro).

Arrivata in banchina, le informazioni mancano un po’, infatti in tanti ci domandavamo (e per qualche motivo domandavano a me, come se fossi greca ed esperta del posto), se il binario fosse quello giusto per andare in città. Per fortuna lo era. Il viaggio è durato poco più di 45 minuti, in carrozze nuove e climatizzate.

Arrivata in albergo ho lasciato la valigia in stanza e sono andata dal kebabbaro di fronte (Kassinas fast food) a mangiare qualcosa. Ho preso un gyros e una mezza naturale per 3,50 euro. Le commesse che mi hanno servito, probabilmente sorelle a giudicare dallo stesso buco nei denti davanti, sono state molto carine e gentili.

Tornata in albergo, prima di andare a dormire ho fatto un salto sulla terrazza dell’ultimo piano, dove c’è un bar e si può godere della vista sull’Acropoli. Non male.

GIORNO 2

Mi sono alzata presto, perché volevo evitare il più possibile la canicola. Così ho fatto colazione e alle 8 e qualcosa ero già fuori. La temperatura era già sui 29 gradi, però all’ombra si resisteva ancora.

Sono andata in metro e ho comprato un biglietto giornaliero per 4 euro, che si può usare anche sui bus.

Come prima tappa ho deciso di andare alla collina del Licabetto, da dove mi hanno detto si ha una bella vista su tutta la città, Acropoli compresa. Ho preso quindi la metro in direzione Evangelismus. Piccola parentesi sulla metro ateniese: ci sono tre linee, treni più o meno nuovi e climatizzati, il piccolo problema è che si passano delle eternità ad attendere; c’è un treno ogni 10 minuti circa e se lo manchi e devi aspettare, lo devi fare su delle banchine roventi, in cui la temperatura non è tanto diversa rispetto a quella fuori, con la differenza che a volte fuori tira un filo d’aria, in metro solo quando passano i treni, cioè ogni 10 minuti… (al ritorno, il treno per l’aeroporto ho dovuto aspettarlo 28 minuti…)

Comunque, arrivata ad Evangelismus mi sono diretta all’entrata della funicolare che porta alla collina. In teoria si può anche arrivare in cima al Licabetto a piedi, ma considerando il caldo, ho preferito evitare.

Ho comunque dovuto fare una bella salita e tanti bei gradini in via Plutarco, per arrivare alla funicolare. La via mi è piaciuta molto, alberi su entrambi i marciapiedi e dei bei baretti. L’ultimo pezzo con la scalinata assomigliava un po’ alla scalinata che porta a Montmartre, un po’ più decadente e abbandonata ovviamente. Comunque molto carino.

Arrivata alla funicolare un secondo dopo che aveva aperto ( alle 9), ho fatto il biglietto di 7,50 euro che ti porta su e giù. Il viaggio è brevissimo, due, tre minuti massimo, tutto sotto terra, però è molto carino, in quanto sembra di stare su un trenino di Disneyland. Nella galleria hanno messo dei neon che si accendono e spengono al passaggio della cabina e poi dei giochi di luce sui muri della galleria, in cui vengono proiettate delle parole chiave relative alla Grecia… l’unica che mi ricordo è “aroma”.

Arrivata in cima, ci sono nell’ordine un bar, con ovviamente tavolini con vista, e una chiesetta, dove data l’ora c’erano la perpetua e un “collega” che stavano pulendo il pavimento con il mocio. La vista è effettivamente mozzafiato, a 360 gradi su Atene, che si espande quasi interminabile davanti a noi. È davvero una città enorme. Si vede anche l’Acropoli, lievemente lontana per fare foto senza un obiettivo zoom. L’unica piccola pecca e che lì sulla cima del Licabetto, nel punto dove si vede l’Acropoli, ci hanno messo una bella antenna, per cui bisogna cercare di fare le foto evitandola. Dopo aver fatto un po’ di foto, ho ripreso la funicolare e sono ritornata giù. Sono andata a piedi fino a piazza Syntagma e da lì ho preso la metro per andare all’Acropoli.

Arrivata alla fermata Acropoli mi sono fermata in un baretto appena fuori la metro ad assaggiare il famoso caffè freddo greco, che il gentile commesso ha banalmente chiamato frappé. Mi sono fermata da Snoyo, che fa anche lo yogurt freddo, e ho bevuto il mio frappé con un bicchiere d’acqua per 3,20 euro. Devo ammettere però che non mi è piaciuto poi tanto, sarà che a me in generale il caffè non piace… comunque preferisco i frappuccini di Starbucks.

All’Acropoli ho preso il biglietto cumulativo da 12 euro, che include la visita a più luoghi, tra cui ovviamente il Partenone. C’era veramente un sacco di gente, nonostante fosse mezzogiorno e si morisse dal caldo. Il Partenone è molto bello, peccato che un lato sia in fase di restauro e quindi con impalcature e una bella gru davanti. L’altro lato per fortuna è libero, quindi ho potuto fare un sacco di foto. Dopo il Partenone sono andata sulla collina di Marte, da cui si può fotografare l’Acropoli, e da cui si dice l’apostolo Paolo abbia fatto il discorso che ha introdotto alla cristianità gli ateniesi, e poi all’antica Agorà, che si trova appena sotto. Arrivata all’agorà, mi sono abbassata un momento per sciacquarmi la faccia utilizzando una canna dell’acqua, e ho rischiato di svenire. Da lì ho capito che la mia visita alle rovine era finita e dovevo assolutamente cercare un posto in cui mangiare qualcosa. Indubbiamente le rovine sono belle, anche se in fondo, in fondo sono solo tanti sassi, se le si visita senza nessuno che ti racconti un po’ la loro storia, come ho fatto io… ad ogni modo sono contenta così.

Mi sono dunque trascinata fuori dalle rovine e dall’agorà e mi sono fermata in uno dei localini lì fuori, che poi avrei scoperto essere il vivace quartiere di Monastiraki. Mi sono fermata al Souvlaki bar, che sembrava uno dei pochi ad avere anche tavoli dentro e aria condizionata. Ho preso un gyros di pollo (molto buono, in particolare il pane) e una coca-cola – che speravo mi avrebbe ridato un po’ di zuccheri- per 4,10 euro. L’acqua bella fredda offerta (gioia delle mie gioie, anche ad Atene, come in America, offrono l’acqua gratis!). Sono rimasta un po’ nel bar a godermi la frescura e ad aspettare di riprendermi. Poi ho deciso di fare due passi per il mercato delle pulci di Monastiraki e di tornare in albergo a riposare un po’. Il mercato è davvero molto bello. Non è un vero mercato con bancarelle, ma tutta una serie di viuzze piene di negozi di vario genere: dai negozi di souvenir, a quelli di pellicce (ne ho visti parecchi in una città in cui non fa poi davvero freddo…), a quelli di abbigliamento modaiolo passando per i negozi di libri, cd e dvd usati. Davvero molto carino passeggiare. Alla fine mi sono comprata un videogioco dell’xbox usato per 3 euro e una graziosissima mini borsetta a forma di testa di gatto rosso!!

Sono poi tornata in albergo a riposarmi un attimo, per poi uscire di nuovo e andare a fare il free tour.

Come oramai di consueto, mi piace farmi portare in giro da ragazzi del posto che ti raccontano un po’ di storia del luogo. Ho trovato su internet questo sito: http://www.athensfreewalkingtour.com/afwt/index.php/en/, a differenza di quelli fatti in precedenza in altre città, qui bisogna scrivergli, dicendogli quando si vuole fare il tour e loro poi rispondono in base alla disponibilità immagino. Io ho scritto la sera e la mattina dopo mi avevano già risposto dicendo che avrebbero fatto un tour in inglese dalle 17h30 alle 20h30. Così mi sono prenotata anch’io.

Ci siamo trovati davanti all’ostello Athenstyle in zona Monastiraki e da lì abbiamo cominciato il tour. Siamo passati dalla piazza di Monastiraki, che deve il suo nome al fatto che una volta lì ci fosse un monastero, ora è rimasta solo la chiesetta e al suo fianco quella che era una moschea, oggi adibita a museo.

Abbiamo proseguito verso la biblioteca di Adriano e l’agorà romana ( entrambi visitabili con il biglietto dell’Acropoli, e entrambi un cumulo di sassi e colonne ovviamente), di cui Maria, la nostra guida, ci ha raccontato un po’ la storia e in generale, la conclusione che ne traggo è che l’imperatore Adriano, è stato molto importante in Grecia, a giudicare da quanto ha fatto e costruito!

Siamo passati per il quartiere Plaka, ricco di taverne e ristoranti, per finire alla cattedrale, di cui si vede poco perché è in restauro. La cattedrale è stata costruita solo nel 19esimo secolo ed è un misto di stili diversi. Di fianco ad essa, si trova la chiesetta Panagía Gorgoepíkoös, ben più piccola e che fino alla costruzione della cattedrale, era la chiesa più importante della città.

Dalla cattedrale ci siamo poi diretti a piazza Syntagma, oramai cuore pulsante della politica greca post crisi e delle manifestazioni di dissenso. Maria ci ha spiegato che con il nome Syntagma, nel greco moderno, si intende la Costituzione, e la parola deriva da “syn – tassein”, ordinare insieme o riunione ordinata. Affacciato sulla piazza si trova il Parlamento, che una volta era il palazzo del re. A difesa del palazzo si trovano 24 ore al giorno le celebri guardie vestite in modo un po’ assurdo, con i collant, il gonnellino, il fez e per finire le scarpette con il pon pon. Ho chiesto a Maria se sapesse l’origine di tale abbigliamento, e per quanto riguarda il pon pon mi ha detto che ci sono varie teorie: la prima vuole che in passato, nascosto dal pon pon ci fosse un coltello, che quindi potevano usare cogliendo di sorpresa gli assalitori, l’altra invece, più terra- terra, dice che il pon pon serviva a tenere più calde le dita dei piedi delle guardie di confine nelle regioni del nord, dove effettivamente ci sono le montagne e fa ben più freddo che ad Atene. Ho avuto il tempo di vedere rapidamente il cambio della guardia, che è davvero una cerimonia molto solenne. La cosa che mi ha colpita di più è che una volta cambiate le guardie, degli altri tizi – che stanno tutto il giorno a guardia delle guardie-, non so se siano militari o polizia, vanno dalle guardie e controllano che la loro postura e il loro abbigliamento siano impeccabili: asciugano il sudore, pettinano i baffi, sistemano il vestito… tutto con solennità e rispetto, davvero molto bello. Finito il cambio, le guardie delle guardie autorizzano la gente a fare le foto con loro, ovviamente in maniera rispettosa: se anche solo si prova a fare il saluto militare, ti dicono di abbassare il braccio e di avere un portamento serio. Io non ho avuto tempo durante il tour, ma sarei poi tornata la sera.

Proseguendo il giro con Maria siamo andati prima rapidamente al parco, da cui ci hanno fatto uscire perché a breve ci sarebbe stata una dimostrazione di protesta a Syntagma e quindi lo chiudevano, e poi abbiamo visto da fuori il palazzo Zappeion e i suoi giardini. Questo complesso è stato fatto costruire dal signor Zappas in occasione delle prime olimpiadi dell’era moderna, dove si sono svolte numerose gare. E più avanti nel tempo è stato la sede della firma del trattato di entrata in UE della Grecia e in generale di altri importanti eventi internazionali. Dallo Zappeion siamo arrivati allo stadio Panathenaiko, che io stupidamente prima del tour pensavo fosse lo stadio del Panathenaikos… comunque questo stadio, dedicati a tutti gli ateniesi, è stato costruito originariamente nell’antichità per ospitare i giochi in onore di Atena, protettrice della città. Distrutto e poi riscoperto in epoca moderna, è stato anche lui ristrutturato per ospitare i giochi della prima olimpiade moderna. La sua particolarità è di essere costruito interamente con marmo pentelico, proveniente dal monte omonimo, vicino ad Atene, e da cui si è preso il marmo anche per costruire il Partenone. Questo stadio è stato usato anche in tempi recentissimi. Maria ci ha detto che è stato anche usato per concerti, anche se ora non più. C’è anche un museo al suo interno, in cui sono esposte le torce olimpiche.

L’ultima tappa del tour è stata al tempio di Zeus, la cui ultimazione e dedica a Giove è stata voluta da Adriano. L’imperatore oltre alla statua di Giove, ci ha fatto mettere pure una sua statua, grande quanto quella del Dio, a riprova del fatto che lui stesso si sentiva piuttosto importante… del tempio ovviamente non è rimasto nulla, se non qualche sasso e qualche colonna. Una, in tempi relativamente recenti è crollata, e hanno deciso di lasciarla lì com’è per far vedere come venivano costruite. Davanti al tempio c’è l’arco di Adriano, un mix di architettura dell’antica Grecia e dell’antica Roma, costruito per celebrare la venuta di Adriano in città e l’inaugurazione del tempio di Zeus. Sull’arco ci sono dediche sia ad Adriano, che a Teseo, entrambi riconosciuti un po’ come i fondatori di Atene e sembra che l’arco dividesse la città in due, quella nuova di Adriano e quella vecchia di Teseo.

Il tour, lungo ma molto interessante è terminato qui. Ho dato 10 euro a Maria e poi mi sono fermata un po’ a chiacchierare con lei. È stato molto bello conoscere un po’ di più la storia di Atene e i suoi monumenti. Come sempre, consiglio vivamente questo genere di tour, perché per una piccola mancia, si imparano un sacco di cose.

Maria poi mi ha suggerito una taverna dove andare a mangiare la moussaka. La taverna Bizantino, in una traversa della via Adriano, via parzialmente pedonalizzata e ricca di ristorantini e negozietti. Per 12,90 euro (anche se ho dato 13 euro e non mi hanno dato il resto!) ho mangiato la moussaka e lo yogurt con il miele, acqua gratis ovviamente. Non è stato male, però mi ha molto deluso il fatto che per quanto riguarda lo yogurt, mi hanno portato il miele nella confezione singola, tipo quella che danno negli alberghi… era buono lo yogurt, ma il miele era grumoso e la presentazione davvero pessima…

Terminata la cena sono tornata in albergo passando per piazza Syntagma, dove c’era una pacifica e tranquilla protesta in atto e sono riuscita a fare la foto con la guardia. Volevo fare un selfie, ma ho evitato. Anche perché quando ho chiesto a una guardia delle guardie se potevo farlo, mi ha detto di no…

CONCLUSIONI

Atene è proprio una bella città. C’ero stata da piccola, ma non me la ricordavo così. È davvero enorme, senza un inizio o una fine, ma il centro è molto bello. È decadente, con i graffiti sui muri e un sacco di palazzi abbandonati, anche in pieno centro, ma tutto ciò contribuisce a darle quel fascino di bella e perduta che la contraddistingue. La storia poi che si porta dietro è eccezionale. Più di una volta durante il tour con Maria ho pensato che greci e romani/italiani, sono stati davvero popoli eccezionali, perché è grazie a loro se siamo arrivati così fino ad oggi, e non posso che essere fiera di essere una piccola discendente di queste straordinarie genti!

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piazza Syntagma e il Parlamento

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Acropoli dal Licabetto



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