Argentina un viaggio DOC!

Paesaggi indimenticabili, scenari sempre differenti, spunti storici e artistici... Un tour costruito su misura.
Scritto da: Luna Lecci
argentina un viaggio doc!
Partenza il: 17/02/2008
Ritorno il: 28/02/2008
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
ARGENTINA. Ah! Argentina! Una nazione che prende il nome dal latino “argentum” per la leggenda che la Sierra del Plata era una montagna ricca di argento e che in 11 giorni abbiamo avuto l’onore di visitare grazie ad un tour individuale studiato ad hoc affinché potessimo toccare le mete più caratteristiche di questo paese abitato da 38 milioni di persone su 4700 km di lunghezza. Siamo rimasti emozionati e commossi da paesaggi indimenticabili, da scenari completamente differenti l’uno dall’altro grazie ai parchi nazionali dove suolo, sottosuolo, flora e soprattutto fauna si presentano in tutta la loro maestosità, ma nel quale paese troverete anche molti spunti storici e artistici. AGENZIE. Se vorrete organizzare da soli questo tipo di viaggio risparmierete diversi soldini, ma avrete bisogno di più tempo. Noi lo abbiamo prenotato tramite il tour operator I Viaggi DOC che si appoggia presso l’agenzia locale della PETRABAX. Al vostro arrivo un addetto vi accoglierà con un mucchietto di voucher da consegnare, di volta in volta, ad altrettanti corrispondenti del luogo. Per i transfert: executive transfers a BA, Argentina vision a Puerto Madryn, Tolkeyen Patagonia Turismo a Ushuaia, Tolkeyen Patagonia a El Calafate e per il tour a BA expediciones. AEREI. Abbiamo preso cinque voli dell’Aerolineas Argentina per le tratte: Fco-BA, BA-Trelew (un paio d’ore), Ushuaia-El Calafate (un’oretta e mezza. All’aeroporto di Ushuaia non accettano € ma per le tasse solo $ 5 o pesos 13!), El Calafate-BA (tassa € 4 o $ 6 o pesos 18), BA-Fco (tassa € 12,5 o $ 18) e uno dell’Austral per la tratta Trelew-Ushuaia (tasse € 1,30 o pesos 6,05). Una curiosità: la MARSAS è la compagnia aerea che ha acquistato l’Iberia che in precedenza aveva comprato l’Aerolinea Argentina. AUTOBUS. A Buenos Aires efficienti, ma una raccomandazione è d’obbligo: munitevi di monete altrimenti non vi faranno salire o, se lo avete appena fatto, vi faranno scendere senza eccezione alcuna! Sarà difficile cambiare i soldi di carta in prossimità delle fermate e neppure nei negozi vi faranno questo favore! COLLE significa collettivo e include 5 linee metro. CAMBIO. Quasi ovunque accettano EURO (€ 1,00=4,70 pesos) e DOLLARI americani ($ 1=3,17 pesos), ma non sempre il cambio è conveniente e il resto sarà sempre in PESOS. HOTEL. Tutti 3 stelle, tranne quello a Buenos Aires a 4 stelle, ma solo su carta. · LE SALLES (Buenos Aires): ottima posizione centrale proprio vicino l’obelisco, ma nulla di che; · HOSTERIA SOLAR DE LA COSTA (Puerto Madryn): molto carino, sembra un B&B a conduzione familiare, pochi servizi in camera, un po’ distante dal centro, ma fronte mare; · LOS NIRES (Ushuaia): molto bello, confortevole, con diversi servizi, sembra un 4 stelle. Distante km 5 dal centro, ma con servizio navetta gratuito a orari prestabiliti; · PATAGON (El Calafate): non distante dal centro, pochi servizi in camera, semplice e pulito. COLAZIONI. Tutte a buffet, non offrono una vastissima varietà di dolci. Saranno immancabili toast con prosciutto cotto e formaggio, macedonia e duce de leuche (una crema dolce simile al gusto di mou sciolta al creme caramel). Il MATE è una sorta di thè ricavato da un infuso di foglie che gli argentini sorseggiano in continuazione. Lo si prepara in una coppetta e con una “cannuccia” di metallo lo si condivide a qualsiasi ora della giornata e in qualsiasi luogo. Nei negozi o durante le colazioni in hotel si può trovare anche in bustine. A me personalmente, con quel sapore di paglia non ha fatto impazzire, ma sembra abbia delle proprietà miracolose! MANGIARE. I ristoranti presso i quali abbiamo mangiato bene sono: EL GRAUCHO a Buenos Aires, MEDITERRANEO ed ESTRELA DE PARILLA a Puerto Madryn (in questa cittadina dimenticate assolutamente la carne e buttatevi sul pesce). La pubblicità che troverete ovunque? PARILLA LIBRE: asado, corsero (capretto), agnello, pecora, salsicce (anche di sangue), vaino (vitellone), pamplona (involtini)… sono i sapori molto forti, tutte carni rigorosamente grigliate, da poter prendere più volte così come a volontà è il buffet di differenti contorni o altri secondi. Si risparmia molto con questo tipo di menu e si ha la possibilità di assaggiare tutta la tradizione argentina anche se, dopo qualche giorno, stanca un po’ e sarà preferibile orientarsi su una sola abbondante portata di bife de chorizo o de lomo, filetti, bistecche strepitosamente gustose e tenerissime! Potrete accompagnare il pasto con birra TILMES o, meglio, con l’ottimo vino MALBEC o TRAPICHE. Da assaggiare anche l’EMPANADA, una sorta di calzone ripieno. SPESA. Spesso abbiamo comprato acqua, frutta… presso l’ANONIMA, un “supermercato” aperto tutti i giorni, domenica compresa, fino alle 22. Non vi troverete souvenir culinari né creme solari acquistabili, queste ultime, solo presso le farmacie e a prezzi molto europei! BUSTE DI PLASTICA. Non cercatele presso i supermercati di El Calafate perché, come è noto, inquinano. Se vi recherete a fare la spesa ricordatevi di portarvene una di qualsiasi genere altrimenti sarete costretti a mettere tutto in mini sacchetti di carta o a comprarne una riutilizzabile! E bravi! Da prendere come esempio! ANIMALI. Abbiamo visto tanti guanaco, animali della famiglia dei cammelli che si adattano a seconda di dove nascono. Prima cibo di tribù nomadi che li “inseguivano”, ne mangiavano la carne e con la loro lana ci si ricoprivamo, ora una razza protetta che convive con le selvatiche volpi grigie e i nandù o choique, degli uccelli somiglianti a struzzi che si muovono indisturbati tra le estancia. Avvistiamo pure gli armadilli simili alle tartarughe, ma mammiferi e le mara che saltano come canguri ma che potremmo confondere con delle lepri. Capitoli a parte otarie, leoni marini e pinguini. CARTOLINE. Non economicissime, per spedirle si affrancano utilizzando FRANCOBOLLI del correo argentino, la posta locale, di € 0,80 o quelli della DHL di € 1,00 più sicuri e “veloci”. CASE SLITTA. Tipo di abitazioni costruite su dei tronchi di legno in qualsiasi pezzo di terra si gradisca senza andare a minimo km 3000 di distanza per sbrigare pratiche di acquisto di terreni… Se il Governo improvvisamente richiede la disponibilità del territorio in cui si collocano queste abitazioni, i proprietari in un batter d’occhio si spostano in un’altra zona. Un pensiero corre alle società di trasporti e traslochi che da queste parti fallirebbero! CLIMA. Ci eravamo informati su quale fosse il periodo migliore per fare questo viaggio ed il mese di febbraio lo consigliamo vivamente. Le stagioni, comunque, sono l’inverso che nel nostro emisfero: primavera (ottobre/dicembre), estate (gennaio/marzo), autunno (aprile/giugno) e inverno (luglio/settembre). In Patagonia d’inverno si arriva a temperature di 2°C, ma non vi è un alto grado di umidità. La neve non si vede mai mentre il vento non si arresta un minuto. Dal sud arriva quello dal Polo e quando soffia è assolutamente impossibile uscire da casa. La pioggia è la benvenuta ma non dura mai molto perché il vento spazzar via le nuvole. ESTANCIA. Aree di enormi dimensioni dove è presente un generatore di corrente elettrica utile ai circa 45 lavoratori che ci abitano. Questi ultimi fanno una grande spesa e si nutrono prevalentemente, per diversi giorni, di carne d’agnello. I proprietari vivono spesso nelle grandi città e danno uno sguardo ai loro terreni saltuariamente arrivando con un aereo privato. LAVORO. Più che di lavoro è interessante sapere che prevalentemente in Patagonia non vi è il problema della disoccupazione sebbene ci siano persone più o meno abbienti. Inoltre, non vi è una povertà tale da “favelas” anche per il clima che non permetterebbe lo svilupparsi di questi accampamenti! PIANTE. Abbiamo avuto l’onore di vedere diverse specie a noi sconosciute: le Araucarie con fusti altissimi che vivono anche 200 anni, i Gomeri, alberi dalle enormi radici, i Los Notros ossia arbusti con fiori rossi. PUNTUALITÀ. Abbiamo paragonato gli argentini agli svizzeri! Complimenti! Solo un paio di volte ci siamo visti cancellare due voli, la prima volta per uno sciopero del personale delle compagnie aeroportuali e la seconda per un accorpamento di passeggeri in un unico volo! PULIZIA. Ovunque, presso gli alberghi, i ristoranti, i bagni pubblici… abbiamo trovato condizioni igieniche ottime. Le strade, a parte nella capitale, molto grande e quindi più difficilmente gestibile, erano linde! Congratulazioni! RODOCROSITA. Pietra nazionale argentina di un meraviglioso rosa, a volte con diverse tonalità che vanno dal rosso, al viola, al bianco. Proviene dal nord-ovest del paese e più è chiara più è preziosa. E’ chiamata pure la Rosa degli Inca perché si iniziò a conoscerla quando l’impero inca si “presentò” in questo paese e la utilizzò come talismano. SCUOLA. La primaria va dai 6 ai 13 anni, la secondaria fino a 17 e oltre si diventa studenti universitari. Le vacanze vanno dal 15 dicembre al 7 marzo per i bimbi, al 15 febbraio per gli adolescenti e ad aprile per gli universitari. SIGARETTE. Il prezzo cambia da zona a zona, da tabaccaio a tabaccaio e si aggira, per esempio per una stecca di Marlboro dure, intorno agli € 8,00. SQUADRE. Le più note sono il Boca Junior Sud dai colori giallo-blu e il River Plate Numies North dai colori bianco-rosso. Inutile dire che la statua di Diego Armando Maradona regna ovunque e che in ogni angolo vedrete sventolare la bandiera argentina dai colori del cielo. STRADE. Se si osservassero dall’alto le città, si noterebbero le perfette geometrie delle strade che si incrociano perpendicolarmente: vie parallele tagliate da altrettante strade parallele che formano quadrati. E sarà proprio in quadrati che verranno fornite le indicazioni. Per noi: “200 mt più avanti”, per gli argentini “due quadrati più avanti”. Famosa la strada nazionale n. 3 che inizia a Buenos Aires e termina, dopo km 3000, a Ushuaia. TANGO. I CD sono molto convenienti a Buenos Aires mentre nel resto del paese sono più cari. Per veder ballare questa sensualissima danza basta passeggiare per le vie principali della capitale e recarsi nei café Tortoni, de los Angelitos, Milonghe, Homero o meglio ancora a La Ventana, il tipico locale che propone cena e spettacolo. ESCURSIONI. Da Buenos Aires sono da farsi in autonomia per risparmiare molto e godersi con i propri ritmi la città. Dalla capitale con pullman o treno (A/R pesos 2,20) potrete tranquillamente raggiungere San Isidro e Puerto De Tigre dove un giro in battello (pesos 14) vi porterà lungo il canale Rio de La Plata (plata=argento) e il DELTA del PANAMA a TIGRE (perché dall’alto ricorda il mantello striato della tigre con l’alternanza di isolotti). La gita dura circa sei ore e ci hanno lasciati stupefatti gli abitanti di queste zone che per andare a trovare i vicini di casa nelle loro villette prendono la barchetta! D’altronde noi abbiamo Venezia! Non l’abbiamo fatta, ma ci era stata consigliata, la visita in un’estancia dove si poteva assistere ad una fiesta Gaucha. Da Puerto Madrin potrete visitare la Penisola di Valdes, Punta Tombo e Gaiman (Gayman). Noi ci siamo trovati bene facendole con una guida prenotata dall’Italia soprattutto perché non avevamo tanto tempo a disposizione. Da Ushuaia fate in completa autonomia il tour della città, visitate il museo fin del mundo e prenotate la navigazione (dalle 3 ore in su) intorno alle Isole Lobos (pesos 125) sul Canal Beagle. A El Calafate è impossibile organizzarle da soli, rivolgetevi ad una delle tante agenzie che propongono tutte e allo stesso prezzo il medesimo prodotto: il Bosco pietrificato La Leona, il Perito Moreno nel Parco nazionale Los Glaciares (pesos 40). Noi non abbiamo fatto, per mancanza di tempo, ma erano consigliate, le escursioni presso l’Estancia Cristina con navigazione tra gli icebergs del Lago Argentino, il ghiacciaio Upsala e il Lago Onelli. BUENOS AIRES. In questa bella capitale, grande e moderna, abitata da 14 milioni di persone e dove il verde impera, con i tanti impianti sportivi pubblici e privati, alloggiamo, vicino l’alto OBELISCO da dove parte una linea immaginaria divisoria della città che separa il sud povero dal nord più ricco. Ci affacciamo dall’hotel e vediamo una strada nel cuore della metropoli a 10 corsie, lunga mt 140 che ci divertiremo più volte ad attraversare. Il 60% degli abitanti ha origini italiane e spagnole per la forte immigrazione dei nostri connazionali tanti anni fa mentre una piccola percentuale è indigena, indios provenienti dalla pampa. Interessanti i quartieri SAN TELMO, LA BOCA (dove nacque il tango e dove ancora oggi nel CAMINITO – dal nome di un tango di Gardel – gli artisti di strada si esibiscono tra costruzioni dai colori sgargianti e allegri), PUERTO MADERO, LA RECOLETA (con i suoi caffè, boutiques, negozi prestigiosi dove le abitazioni sono più nuove e i recoleti, un ordine di francesi, all’epoca costruivano chiese con orti adiacenti, uno dei quali diventato il cimitero dove è sepolta EVITA PERON)… Da visitare la CATTEDRALE, il parco di Palermo, la COSTANERA, il CONGRESO (o Parlamento dove vi è il km 0), il CABILDO, sede del vicerè spagnolo, la CASA ROSADA (sede del Governo caratteristica per i vari stili architettonici e famosa per il balcone dal quale Evita Peron parlava ai descamisados), la PLAZA DE MAYO (dove molte mamme coraggiose si riunirono per la prima volta e da allora, ogni giovedì pomeriggio, nonne, donne ci si ritrovano e la percorrono in senso circolare, attorno alla centrale piramide, per circa mezz’ora affinché i “figli” scomparsi, i desaparecidos, non vengano mai dimenticati), il teatro COLON, la CHIESA DI NOSTRA SINORA DEL PILAR e perdersi tra le viuzze del MICROCENTRO dove lo shopping lo farete sicuramente a CORRIENTES, avenida 9 luglio. PATAGONIA. Un’area così immensa che può contenere una popolazione di 200 milioni di persone ma che ospita solo 2 milioni di individui! Incredibile è la steppa che ci attornia, una vegetazione quasi inesistente per la mancanza d’acqua dove spiccano dei cespugli molto spinosi, quelli che chiamano i cuscini della suocera. Si tratta di un territorio prevalentemente privato costituito da un’insieme di estancia. PUERTO MADRYN. Atterriamo a Trelew che deve il suo nome celtico alla contrazione di due parole scozzesi: “tre” (città) e “Lew” (Lewis) come tributo a Lewis Jones, che arrivò tra i primi in queste terre e raggiungiamo la tranquillissima cittadina di Puerto Madryn iniziando a vivere dei ritmi completamente diversi dai nostri. I negozi il pomeriggio riaprono alle 18, dal mare si rientra minimo alle 21,30 (passeggiando ci siamo pure abbrustoliti a forma di canotta!) e non si cena prima delle 23! Un nordico qui? Mah! Cenando con una parilla de maresco, una squisita grigliata di mare, presso un ristorante tutto a vetrate, assistiamo ad uno spettacolare tramonto alle ore 22! Siamo nella seconda città per importanza, la prima per il tango e ci troviamo nella provincia del CHUBUT che nella lingua degli aborigeni significa trasparente per la qualità delle acque del fiume omonimo che la percorre, il quale fiume nasce sulle Ande, attraversa le montagne e sfocia nell’Atlantico dopo aver percorso 1000 km e lasciato dietro di sé una vegetazione spettacolare ricca di alberi e colori. In questa provincia si trovano anche giacimenti di petrolio, non ha un’importanza turistica, ma commerciale e per la produzione di lana. GAIMAN o GAYMAN. Un’escursione da Puerto Madrin all’insegna di una verdeggiante – grazie all’irrigazione del fiume CHUBUT – cittadina di 4 mila abitanti avente come significato pietra da filare che in un’oretta e mezza massimo visitiamo benissimo e dalla caratteristica delle vecchie case basse costruite così per ripararle dal vento. Vediamo la prima scuola bilingue (gallese e spagnolo) della Patagonia, sulla quale facciata originale leggiamo “l’educazione è il pane dell’anima”, una scuola presso la quale viene insegnato il gallese puro ed è ancora oggi frequentata da studenti che arrivano dal Galles e che lasciano le loro scuole influenzate dalla lingua inglese. Non ci facciamo mancare la tradizionale merenda con te e pasticcini, un’esperienza che consiglio vivamente in una delle numerose teerie caratteristiche del luogo. Ovunque vediamo lo stemma: uno scudo con un dragone rosso su fondo verde e accanto la bandiera argentina. Che bella la convivenza ed integrazione tra popoli quando è civile ed educata! Una particolarità? Le case antiche, se ben conservate, non pagano le tasse: uno stimolo a preservare il patrimonio storico. La guida ci racconta che gli argentini invitarono tutti a popolare la Patagonia rispettandone la sovranità e la bandiera argentina. 150 gallesi colsero questa possibilità e nell’865 in giugno da Liverpool partirono e arrivarono il mese successivo dopo aver cercato e trovato il fiume CHUBUT segnalato da Darwin. Erano protestanti ed edificarono templi sia per motivi religiosi sia per destinarli all’educazione scolastica o artistica (grande importanza aveva la musica, la poesia). Inizialmente osservarono sgomenti la popolazione altissima, vestita di pelle di guanaco… poi si integrarono benissimo cooperarono e si scambiarono le culture. PENISOLA DI VALDÉS. Un’escursione di tutta la giornata, da Puerto Madrin (pesos 40), in una Riserva Naturale che si estende per circa 400.000 ettari e include Punta Norte, Punta Delgada, Punta Piràmides (dove tra giugno e dicembre si possono osservare le “balene franche del sur” che arrivano per riprodursi), Caleta Valdés, Isla de los Pàjaros e l’Isthmo Ameghino (punto più stretto di appena sette chilometri). Chiamata così in onore del ministro spagnolo Antonio Valdés è un’isola dalla forma insolita, unita al continente da una sottile striscia di terra lunga 35 chilometri con bellissime spiagge ed insenature. Siamo in un’area naturale protetta dichiarata dall’Unesco nel 1999 Patrimonio dell’Umanità che ospita, tra l’altro, elefanti marini (simpaticissimi quando “starnutiscono”) e otarie (impressionanti i loro richiami). Sembra di vivere all’interno di un documentario! 225 mila km dove vive mezzo milione di persone e pascolano dalle 40 alle 60 mila pecore. Tante sono le industrie sul territorio da quella del porfido a quella dell’alluminio, della ceramica, ma grande importanza hanno la pesca e il turismo. Durante l’escursione mettete tanta crema solare perché il sole picchia e forte! ELEFANTE MARINO. Chiamato così per la sua taglia enorme (3-6 metri di lunghezza) e perché il maschio grande adulto dai 2 ai 6 anni sviluppa una proboscide particolare per emettere dei suoni e spaventare, gonfiandosi, chi lo affronta. Quello del sud ha le “piume” davanti con unghie e quelle dietro a mo’ di pinne come i pesci. Non hanno il padiglione auricolare, ma delle piccole orecchie coperte dal pelo. Possono andare a 1500 metri di profondità per pescare una maggiore quantità di pesci, soprattutto calamari giganti. Per sei mesi riescono a rimanere fuori dall’acqua in apnea chiudendo il sistema circolatorio periferico per non sentire freddo. In spiaggia si riproducono e cambiano colore, da marrone diventano grigi quando mutano come i serpenti in 2-3 settimane. Sulla loro pelle si posizionano dei piccoli granchi che ne mangiucchiano quella morta. A fine agosto-primi di settembre arrivano i maschi, pesanti 3-5 tonnellate, che iniziano a lottare assumendo addirittura una posizione eretta per conquistare le femmine (dalle 50 alle 130 in un solo gruppo, praticamente 10-15 femmine ogni maschio). Per tre mesi rimangono in questa sorta di harem accoppiandosi 4-5 volte al giorno e sempre pronti a controllare il proprio territorio. A fine stagione, stanchi morti, possono anche aver perso 50 kg! E’ proprio in questa fase della loro vita che li vediamo riposare sulla spiaggia sotto la scogliera, un posto tranquillo, sicuro e che avevano cercato precedentemente ovviando il problema della marea. A fine settembre-inizi di ottobre le femmine (anche di 800 chili!) partoriscono un solo cucciolo dopo 11 mesi di gestazione, allattano per 25 giorni perdendo anche 9-10 kg al giorno e poi sono nuovamente pronte per accoppiarsi e rimanere incinte! Quando il pargolo è ancora piccolo vanno a procurarsi del cibo e tornando vengono riconosciute da alcuni particolari versi. OTARIE. Un nome che significa “piccola orecchia” in quanto hanno il padiglione auricolare, le pinne lunghe e non possono scendere a più di mt 100 di profondità. Il maschio (ma anche le femmine in minor quantità) ha del pelo intorno al collo che sembra una criniera e per questo viene detto anche leone marino. Quando nascono sono neri-marroni scuri, pesano dai 10 ai 15 kg, ma poi diventano più color cioccolata e arrivano a pesare anche 300 kg. Le femmine sono color marrone chiaro e arrivano a pesare massimo 150 kg. Ne vediamo diverse specie a Puerto Piramide. UCCELLI. Cormorani di cui solo in questa zona ve ne sono sei specie, sterne o rondini di mare, ostricai dal becco rosso che mangiano piccole cozze, yote che hanno mt 1,5 di apertura alare della famiglia del condor e tero sono alcuni volatili che avrete il piacere di ammirare. PUNTA TOMBO. Un’escursione di mezza giornata (pesos 30) da Puerto Madryn presso la Riserva Naturale di Punta Tombo, uno dei posti più famosi e visitati del litorale della Patagonia Argentina. Assolutamente da non perdere! Presso un’estancia di allevamento di pecore, 210 ettari sono messi a disposizione dell’immensa colonia, la più grande dell’America del Sud (sono quasi un milione!) di Pinguini Magellano! Una visione che vi lascerà senza fiato! Questi buffi pesci (che nascono uccelli) goffamente barcolleranno tra i vostri piedi e vi guarderanno pensierosi! Il loro “ragliare” vi incuriosirà così come vederli amoreggiare e fare la muta delle piume in questo periodo dell’anno. PINGUINI di Magellano. Fuori dall’acqua non vedono bene e per spostarsi devono prima guardare con un occhio, poi con l’altro, fare “due conti” e poi via. Il loro cervello è come se fosse un radar che fa un calcolo. Se gli si passa troppo vicini mentre “camminano”, si confondono, soprattutto se non ci si abbassa alla loro altezza. Non si distingue ad occhio nudo il maschio dalla femmina. Sono fedeli per una stagione e si accoppiano anche solo per piacere. Le femmine si fanno conquistare dalla grandezza del nido per la riproduzione, luogo che non funge da casa. Lei fa due uova che covano entrambi per 20 giorni ciascuno dandosi il cambio per andare a ricercare il cibo. I primi di novembre nascono i pulcini grigi che rimangono una settimana nel nido dove i genitori portano loro da mangiare. Non vedono né camminano né tanto meno muovono le ali bene e se non ci sarà abbastanza cibo per entrambi i genitori ne sceglieranno uno da far campare e da abbandonare appena autosufficiente, pronto per dirigersi al mare e rendersi conto che cammina e nuota contemporaneamente: da uccello è “diventato” pesce e si nutrirà di altri pesci. Per un anno i piccoli rimangono in mare, nel mese di aprile si dirigono verso nord per 4 mesi e a volte rimangono vittime di predatori. Dopo cinque anni si accoppiano e poi ogni anno si riproducono. Vivono minimo 40 anni e la loro carne non si mangia perché ha un gusto troppo forte, saporito. L’acqua dell’Oceano, che in questo periodo avrà una temperatura di circa 16°C, gli serve anche per dissetarsi. Diverse sono le specie di pinguini e, a seconda della razza, i ruoli cambiano e sono ben differenti. Ad esempio nei pinguini CROIQUI lui fa il papà tuttofare, lei solo l’uovo ed è importante che si nutra tanto e bene affinché sia forte. Al resto… ci pensa il maschio! Però! TERRA DEL FUOCO. Così chiamata dai coloni perché i suoi primi abitanti avevano la consuetudine di accendere enormi fuochi, tempo fa apparteneva al Governo e i prodotti importati avevano il privilegio di non avere il ricarico delle tasse. Molti pezzi venivano assemblati e il Governo pagava le fabbriche affinché si trasferissero in questa parte deserta. Nell’82 2000 persone accettarono la proposta e ancora oggi molti abitanti dal nord ovest si trasferiscono grazie agli incentivi tra i quali il basso costo di una casa in centro (80 mila $). Interessante sarà guardarsi intorno ed incontrare molti giovani: su 17 mila persone il 60% ha meno di 12 anni! USHUAIA. Siamo nella capitale della Terra del Fuoco, nella città più australe del mondo, sulla punta dell’America del sud, sul bordo del Canale di Beagle e circondati dalle montagne del Martial. Questa cittadina nacque per la costruzione, nei pressi, di un carcere (1902-1947). E’ un insieme di montagne, mare, boschi e ghiacciai! Graziosissima con paesaggi simili a Cortina se si guarda verso l’interno e a una vera baia marina se si guarda verso il mare. Sono tanti i giardini in fiore, le margherite e le rose dagli steli altissimi che ci incantano. Non c’è un vero e proprio piano regolatore, ogni casa ha forme e colori che piacciono al proprietario, ma tutte hanno il tetto in lamiera utile a far scivolare la neve. Ogni abitazione è esageratamente calda perché il GAS è molto economico (pesos 15 al mese) per cui i riscaldamenti sono perennemente accesi, soprattutto d’inverno quando le temperature arrivano anche a -10°C (in estate a 10°C) e nel mese di dicembre non fa mai notte. Fra una trentina d’anni il ghiacciaio non esisterà più e siccome da lì parte un ruscello che fornisce acqua a tutta la città, si sta già pensando di spostare il sistema idrico al Monte Oliva che ha cinque picchi ed è soprannominato i “cinque fratelli”. Vi sono tre ospedali, uno nazionale, uno privato e uno militare. Un porto noto è quello Punta di arpione che si trova presso il quartiere militare dove vi fu una missione anglicana in onore a Thomas Rich il cui lavoro più importante fu quello di creare il primo dizionario di 32 mila parole. La baia prima era chiusa, congelava e ci si poteva pattinare, ora invece questo divertimento si pratica alla laguna del diavolo. Il ghiacciaio Martial è il più vicino dove si può sciare ed è raggiungibile con la seggiovia. Visitiamo il museo fin del mundo, costruito agli inizi del 1900, dove sono conservate interessanti opere artigianali e presso il quale facciamo apporre al passaporto il timbro “Ushuaia, la fine del mondo”… nessuna importanza, ma un bel ricordo. Facciamo un’escursione in catamarano attraverso il Canal Beagle ammirando tutta la baia, immortalando varie specie di cormorani, otarie. A Capo Horn, dove Oceano Pacifico ed Oceano Atlantico si incontrano, vediamo il FARO che ispirò il romanzo di Jules Verne. EL CALAFATE. Nella regione dei ghiacciai, presso la provincia di Santa Cruz, si trova questa simpatica cittadina dove dovrete assolutamente acquistare, in qualunque negozietto di souvenir, la specialità del luogo: la marmellata Calafate, dove il Calafate è un arbusto che cresce in questa regione e nel sud della Patagonia, il quale in primavera ha fiori rossicci e d’estate bacche mature simile al mirtillo. Questo arbusto dà il nome alla città e secondo tradizione, chi lo mangia ritornerà in Patagonia. BOSCO PIETRIFICATO. Presso un’agenzia di El Calafate prenotiamo l’escursione (pesos 195) a LA LEONA dove è presente un incantevole BOSCO PIETRIFICATO creatosi 80-100 milioni di anni fa! Nelle tre ore di trekking, con pausa pranzo inclusa (ognuno portava il proprio box lunch) ci calavamo in una realtà preistorica tra fossili e resti di dinosauri dell’era mesozoica! La gita è un po’ impegnativa ma i colori e le forme del canyon valgono la pena di essere vissuti. LAGO ARGENTINO. Un impressionante specchio d’acqua di kmq 1560, 120 km di diametro, profondo dai 350 agli 800 metri, il più grande della Nazione ricco di trote salmonate, pesci arcobaleno… Al contrario delle baie che ghiacciano e sulle quali ci si può pattinare, questo lago non ghiaccia mai e nel mese di gennaio è addirittura balenabile data la temperatura esterna che arriva anche a 28°C. PERITO MORENO. Un’escursione a km 80 circa da El Calafate, al Parco Nazionale Los Glaciares, dichiarato dall’Unesco nel 1981 Patrimonio dell’Umanità, per ammirare l’imponente ghiacciaio che prende il nome da un perito-geometra, il sig. Moreno, contattato affinché assegnasse equamente l’appartenenza delle montagne al Cile e all’Argentina. Impressionante è stato sapere che avanza ogni anno, nel corso di un paio di mesi in primavera, quasi 400 metri in un unico movimento. E’ un ghiacciaio temperato che si muove perché vive 6 mesi al freddo e 6 mesi al caldo al contrario di quelli al Polo che non si muovono e differente dal ghiacciaio “caldo” del Kilimangiaro in Africa. Stiamo assistendo alla fine dell’era glaciale! I pezzi di ghiaccio che si staccano si sciolgono, fanno salire anche di mt 4 il livello del braccio sud del Lago Argentino e coprono la vegetazione che muore (vediamo a tal proposito molti alberi dai rami secchi lungo le coste). Un fenomeno che accade sempre, non matematicamente, ma a cicli: ogni 2, 4, 8, 12 anni! E’ vero che avanza, ma poi perde: non potrebbe mai arrivare in città! Facciamo un giro in catamarano, con pranzo accluso, costeggiando le pareti della bocca del ghiacciaio, attraverso piccoli iceberg di cui vediamo solo la punta, la parte che galleggia. E’ infatti visibile solo ¼ del blocco di ghiaccio e proviamo delle emozioni uniche ed indimenticabili! Ogni tanto sentiamo dei boati, una sorta di tuoni: sono le parti che si staccano davanti ai nostri occhi! RIO CRUZ. Un fiume di origine glaciale ricco di minerali che dal Lago Argentino sfocia nell’Oceano Atlantico. Se fosse filtrata, la sua acqua sarebbe potabilissima. I sedimenti sgretolati che galleggiano formano il “latte glaciale” che rende il suo colore di un turchese quasi innaturale. Buon viaggio, Luna Lecci


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