Brasile e argentina: dal tropico all’antartico 2

Questo e’ il diario di un viaggio effettuato in Brasile e Argentina dal 8 gennaio al 1 febbraio 2008. Il titolo non si riferisce solo ad una distanza terrestre ma vuole anche esprimere una distanza etnica e sociale che separa due popoli cosi’ fisicamente vicini eppure cosi’ culturalmente lontani. Le generalizzazioni sono ovviamente sempre...
Scritto da: Fabio&Luciana
brasile e argentina: dal tropico all'antartico 2
Partenza il: 19/01/2008
Ritorno il: 01/02/2008
Viaggiatori: in coppia
Questo e’ il diario di un viaggio effettuato in Brasile e Argentina dal 8 gennaio al 1 febbraio 2008. Il titolo non si riferisce solo ad una distanza terrestre ma vuole anche esprimere una distanza etnica e sociale che separa due popoli cosi’ fisicamente vicini eppure cosi’ culturalmente lontani. Le generalizzazioni sono ovviamente sempre riduttive ma se volessi sintetizzare al massimo direi che il Brasile e’ essenzialmente un paese tropicale che ha fatto del sincretismo la sua bandiera ed ha amalgamato tutto cio’ che e’ arrivato da fuori, mentre l’Argentina e’ un paese fondamentalmente europeo con una forte anima latina. Questa differenza non si percepisce solo dal clima, dalle citta’ o dalla vegetazione ma anche e soprattutto dagli abitanti di questi due paesi, dal loro stile di vita, dalle loro abitudini. Le mie impressioni sono naturalmente limitate ai posti che ho visitato, che sono pero’ abbastanza significativi per avere un’idea dei due paesi, ossia Rio e Bahia per il Brasile e Buenos Aires e la Patagonia per l’Argentina.

Il diario e’ diviso in due parti che si trovano rispettivamente nelle sezioni Brasile e Argentina del sito, per cui chi vuole informazioni solo su uno di questi paesi puo’ leggere solo la parte di proprio interesse.

ARGENTINA 19/01/2008 Sabato Sveglia alle 4 per partire alle 6. Sveglia di fa per dire perche’ essendo tornati tardi non abbiamo praticamente chiuso occhio. E’ ancora notte quando arriviamo all’aeroporto di Salvador. Il volo della GOL e’ diretto a San Paolo dove dopo circa tre ore abbiamo il volo Aerolineas Argentinas per Buenos Aires. Come previsto l’aereo parte in ritardo di quasi un’ora ma non ci preoccupiamo perche’ tanto abbiamo molto tempo a San Paolo per il volo successivo e quindi possiamo stare tranquilli. Atterrati a San Paolo riprendiamo le valigie, andiamo a fare il check in per Buenos Aires… e li’ scopriamo che l’orario del volo e’ stato anticipato di un’ora per cui l’imbarco e’ ormai chiuso ! Sapevo che in Argentina avevano messo all’improvviso l’ora legale e avevo controllato tutti i voli, ma questo mi era sfuggito proprio ! Comincio a piangere in tutte le lingue e cerco di gettare la colpa sul ritardo della GOL (cosa peraltro vera). L’impiegata si commuove, telefona a una tale Camila che ci autorizza a partire con un aereo della GOL diretto a Buenos Aires che e’ in ritardo di un’ora (grazie Camila !). Un impiegato ci accompagna di corsa lungo i corridoi dell’aeroporto e arriviamo trafelati all’aereo, ragionevolmente sicuri che le nostre valigie siano rimaste a San Paolo. Atterriamo finalmente a Buenos Aires e dall’oblo’ dell’aereo vedo il carrello che aspetta lo sbarco delle valigie… E’ incredibile ma le prime due sono le nostre ! Praticamente un miracolo. Prendiamo un taxi e andiamo a casa di Sabrina (la ragazza di nostro figlio; loro sono in vacanza e la casa e’ vuota ) dopo essere passati dal portiere della madre per prendere le chiavi. La casa e’ piccola ma molto carina, sistemiamo le nostre cose e scendiamo a fare un giro nel quartiere che e’ quello di Belgrano, uno dei piu’ eleganti della citta’. Il cielo e’ azzurro e limpido, molto diverso da quello umido del Brasile, gli alberi dei viali sono simili a quelli di Roma, i vestiti delle persone meno colorati dei brasiliani… Insomma abbiamo fatto decisamente un bel salto. Ci compriamo qualcosa da mangiare e torniamo a cenare a casa. Abbiamo alle spalle una notte in bianco e una giornata molto faticosa ed “emozionante”, meglio andare a letto presto perche’ domani ci attendono altre 4 ore di volo per arrivare a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, ai confini del mondo, di fronte all’Antartide.

20/01/2008 Domenica Atterriamo ad Ushuaia in un paesaggio tipo Norvegia, con l’unica differenza che qui parlano spagnolo. Montagne nere macchiate dal bianco della neve non ancora sciolta, luce bassa e tagliente, mare grigio, aria calma e piuttosto fresca. Siamo nelle ore piu’ calde della giornata e nel periodo piu’ caldo dell’anno ma ci vuole quanto meno una felpa. E pensare che poche ore fa morivamo di caldo ! Il paesaggio e’ comunque molto suggestivo e spettacolare. Siamo in un albergo da cui si vede il porto e il canale di Beagle e fa un po’ impressione sapere che quello e’ l’ultimo posto civilizzato da cui partono le spedizioni per l’Antartide. E infatti qui hanno instaurato un bel business sul fatto che Ushuaia e’ il paese piu’ a sud di tutto il mondo e quindi la frase “la fine del mondo” ricorre frequentemente nei souvenir, nelle cartoline, nei negozi, ecc. Nel pomeriggio giriamo per la cittadina con la sua caratteristica architettura nordica (per noi, meridionale per loro) e ci organizziamo le gite dei 3 giorni successivi, ossia: navigazione nel canale, gita al parco della Terra del Fuoco e giro in pulmino nella zona retrostante dei laghi Escondido e Fagnano. Col senno di poi direi che quest’ultima non aggiunge molto alle precedenti e quindi per chi avesse solo 2 giorni di tempo le prime due gite sono sufficienti per farsi un’idea del luogo. Non statevi troppo a spaccare la testa per la scelta dell’agenzia: le gite sono tutte piu’ o meno simili cosi’ come i prezzi. Le uniche vere viarianti, per chi ne ha voglia, sono il trekking sui sentieri, un giro in canoa sul canale o una visita all’estancia (equivalente alla nostra fattoria) di Haberton con successiva passeggiata a piedi sull’isola dei pinguini (abbastanza costosa).

La sera ceniamo alla Casa de los mariscos, ristorantino che si trova sulla via principale (dove in pratica si trova tutto) e dove finalmente per pochi euro mangiamo la centolla, ossia la granseola, che qui e’ la specialita’ locale e viene cucinata con varie salse e in vari modi, tutti ottimi. Adesso fa decisamente freddo ed e’ necessaria la giacca a vento. Andiamo a letto verso le 23 e il sole ancora splende in cielo. In questo periodo dell’anno qui la notte dura 3-4 ore ! 21/01/2008 Lunedi’ La mattina, con la gita organizzata, andiamo a visitare il parco della Terra del Fuoco. Qui il paesaggio e’ verde e boscoso ma la cosa piu’ suggestiva e’ il giro su un trenino, ormai solo turistico, che a inizio ‘900 portava i detenuti della prigione di Ushuaia nel bosco in cui dovevano tagliare la legna che serviva per le costruzioni e per il fuoco. Nemmeno il tempo di tornare per pranzo che ripartiamo su un catamarano per il giro del canale di Beagle. In totale 6 ore di navigazione, in cui vediamo cormorani e leoni marini in abbondanza, un isola piena di pinguini e perfino una balena che evidentemente si era persa, visto le balene qui ci sono solo da ottobre a dicembre. Tutto molto bello e interessante ma il giro e’ piuttosto lungo. Si potrebbe optare per uno piu’ corto senza andare all’isola dei pinguini ma secondo me i pinguini sono la cosa piu’ divertente da vedere.

Torniamo che sono quasi le 10 di sera ma per fortuna il sole e’ ancora alto ed essendo l’Argentina un paese di origine latina i negozi e i ristoranti sono tutti aperti. Cena al ristorante Mustacchio a base di “bife de lomo” ossia un filetto alto e tenerissimo che ci fa subito capire perche’ la carne argentina e’ cosi’ famosa nel mondo.

22/01/2008 Martedi’ Al risveglio troviamo sotto la porta un foglio di giornale stampato da internet con le notizie in italiano ! Non mi sarei aspettato una simile gentilezza in un posto cosi’ alla fine del mondo ! Le notizie parlano del ritiro delle truppe Mastellate dal governo… Quasi quasi rimaniamo in Argentina ! Partiamo in pulman per il giro del laghi Escondido e Fagnano. Qui il paesaggio e’ meno aspro di quello sulla costa e somiglia molto alle nostre Alpi, con la piccola differenza che stiamo al livello del mare. Dei due laghi e’ meglio quello di Escondido che e’ piu’ piccolo e somiglia piu’a un lago di montagna. Pranzo in uno chalet dove portano la parillada (grigliata mista di carne) che in argentina e’ una specie di piatto nazionale. Nei ristoranti si vedono sempre grandi fuochi con le griglie messe tutte intorno inclinate a forma di cono e gli agnelli, o altri animali, squartati messi sopra a cuocere. Uno spettacolo un po’ truculento, devo dire. E infatti la sera andiamo a cena alla Bottega fueghina e optiamo per la “solita” centolla. Peccato che proprio accanto a noi c’e’ la vascona piena d’acqua con dentro questi granchioni mezzi morti e mezzi vivi che si muovono accatastati uno sull’altro. Per fortuna domani partiamo e speriamo di non assistere piu’ a questi spettacoli, altrimenti c’e’ di che diventare vegetariani ! 23/01/2008 Mercoledi’ Il volo per Calafate e’ la sera alle 9 e quindi abbiamo praticamente tutta la giornata libera.

La mattina la impegniamo per visitare il Museo della Fine del Mondo (appunto) dove ci sono vari animali impagliati e una ricostruzione dell’unica bottega esistente nel paese a inizio secolo nonche’ altri reperti sulle popolazioni autoctone che abitavano quelle zone prima dell’arrivo degli spagnoli.

Alla cassa ci facciamo mettere un timbro sul passaporto che attesta che siamo davvero arrivati alla “fine del mondo” ! Pomeriggio per acquisti di souvenir vari e quindi partenza dall’aeroporto, che ha un’architettura da baita di montagna, per arrivare la sera alle 10 a Calafate in un aeroporto che invece sembra un hangar. Ma la cosa piu’ impressionante e’ quando si esce: una steppa infinita senza ombra di costruzione umana punteggiata da bassi cespugli che hanno tutta l’aria di soffrire moltissimo. La guida che e’ venuta a prenderci ci spiega che d’inverno la temperatura scende diversi gradi sotto zero e arrivano dalle Ande raffiche di vento ad oltre 120 Km/h ! Pero’ in quei giorni sta facendo un caldo mai visto prima e in effetti, pur essendo sera, in camicia si sta benissimo anche con il vento che soffia abbastanza forte. Saliamo sulla macchina e, dopo 20 Km di paesaggio desertico del tipo sopra descritto, arriviamo finalmente ad El Calafate, un paese sul Lago Argentino da cui partono tutte le gite al Parco dei Ghiacciai, che solo 20 anni fa aveva 400 abitanti ed ora, grazie al turismo, e’ arrivato a 13000 ! Arriviamo in albergo e quando la portiera vede che siamo di Roma ci dice subito che ha un fratello di 20 anni che gioca a calcio nel Colleferro… Incredibile ! Non sapevo che anche le squadre di serie inferiori prendessero giocatori stranieri. E mi chiedo come abbia fatto il Colleferro (!) a scovare un ragazzo che giocava a calcio da queste parti. Sara’ forse un altro effetto della globalizzazione ? La sera cena in albergo e poi giretto in paese (anche qui un’unica via principale dove c’e’ praticamente tutto) che ha tutto l’aspetto di un paese di villeggiatura. Aria piacevolmente tiepida, bar all’aperto pieni di gente in maglietta, chiacchiericcio per strada, negozi aperti, ristoranti pieni, macchine che girano, un Casino’ megagalattico che e’ un pugno nell’occhio. Insomma siamo passati in poche ore dalla Norvegia a Rimini ! Domani visita al parco dei ghiacciai arrivandoci in catamarano sul lago Argentino. Sembra incredibile ma dormiamo con la finestra aperta. 24/01/2008 Giovedi’ Sveglia alle 6 e partenza per il giro del lago Argentino con vista sui ghiacciai Upsala, Spegazzini e Onelli che vi gettano dentro. Una cosa assolutamente da non perdere ! Penso che di tutto il viaggio questo sia stato il giorno piu’ spettacolare dal punto di vista paesaggistico. Si naviga con un catamarano sul piu’ grande lago argentino formatosi nel corso dei millenni grazie allo scioglimento dei ghiacciai delle Ande. E tuttora i ghiacciai del parco finiscono dentro il lago lasciandovi cadere pezzi enormi di ghiaccio che diventano degli iceberg vaganti fino a quando non si sciolgono del tutto. La cosa piu’ bella e’ il colore che va dal celeste all’azzurro a causa della loro diversa compattezza e delle sostanze portate giu’ dai monti durante il loro lento cammino. Proprio per questo il lago ha una colorazione di un azzurro cobalto che sembra irreale e che cambia con la luce del sole. Con il catamarano ci si passa in mezzo, ci si ferma a guardarli da vicino e alla fine si arriva davanti ai ghiacciai Upsala e Spegazzini, proprio sotto il fronte, aspettando le cadute dei blocchi di neve che crollano nell’acqua facendo un rumore simile a una cannonata. Uno spettacolo davvero unico ed emozionante.! Al ghiacciaio Onelli invece si arriva con una gita a piedi. E’ piu’ piccolo e meno spettacolare degli altri ma la passeggiata nel bosco e sul laghetto formato dal ghiacciaio e’ comunque molto piacevole e rilassante. Quando la sera torniamo all’albergo, c’e’ un caldo eccezionale, di cui tutti si meravigliano. E’ arrivato anche qui il riscaldamento globale ! Andiamo a cena alla Tablita ma non riusciamo nemmeno a gustare quello che abbiamo ordinato (“solito” bife de lomo) perche’ nonostante siano le 10 di sera il sole picchia sui vetri del locale facendo un soffocante effetto serra e portando la temperatura interna del ristorante a vette pari a quelle del Sahara ! Mangiamo di corsa quello che ci portano e scappiamo subito fuori grondanti di sudore. Ci prendiamo un gelato in un gelataio del corso sperando di recuperare un po’ di fresco e poi di corsa a letto. E’ stata una giornata bellissima ma anche molto lunga e stancante.

25/01/2008 Venerdi’ Oggi finalmente andiamo al ghiacciaio Perito Moreno, famoso in tutto il mondo. Anche questo si getta nel lago Argentino ma ha la particolarita’ di avanzare di anno in anno fino a toccare la sponda opposta del lago tagliandolo cosi’ in due parti non comunicanti. A seguito dello sciogliersi dei ghiacci la parte chiusa sale di livello e di pressione fino a far crollare la punta del ghiacciaio e rimettere in comunicazione le due parti del lago. Questo fenomeno accade ogni 3-4 anni e quando succede sono tutti li’ a riprenderlo e fotografarlo. Io l’ho visto in un video e devo dire che e’ davvero impressionante. Un’enorme massa di neve crolla lentamente in un immenso boato e subito dopo l’acqua defluisce da una parte all’altra del lago. Quando siamo andati noi la punta del fronte era gia’ attaccata alla sponda opposta e quindi nel giro al massimo di un anno sarebbe crollato tutto. Se vi sbrigate forse sarete fortunati e potrete vedere il grande crollo. La mattina facciamo un giro in nave sotto il fronte ma, avendo fatto la gita sul lago il giorno prima, questa non aggiunge nulla di nuovo se non la visione di un crollo abbastanza consistente di un pezzo di parete che tra l’altro forma un’onda che fa leggermente ondeggiare la nave. Poi andiamo a piedi sulla passerella posta di fronte alla punta per vedere il ghiacciaio da vicino. Da li’ si vedono anche tutti i rami che scendono dai monti e convergono sul fronte finale. Il Perito Moreno e’ il piu’ grande ghiacciaio di tutto il parco e forse del mondo. La sua superficie e’ piu’ grande della superficie di Buenos Aires (che e’ una citta’ di 13 milioni di abitanti) ! La sera ceniamo (sempre con il sole alto) nel ristorante Upsala che cucina anche il pesce. Prendiamo una trota e per tutto il tempo della cena siamo gli unici avventori del ristorante ! Ho detto a Luciana che in realta’ avevo prenotato io tutti i posti per poter rimanere da soli io e lei ma, non so perche’, non mi ha creduto … Bah ! Dopo cena andiamo in una specie di mercatino etnico permanente dove veniamo attratti da un ragazzo che vende flauti andini (chiamati pinkulli) fatti da lui stesso con l’argilla e con lo stesso metodo (dice lui) con cui si facevano secoli e secoli fa. Lui ne ricava melodie affascinanti e quando ci vede interessati ci comincia a spiegare la filosofia del flauto, l’impostazione della bocca, l’atteggiamento mentale che si deve avere mentre si suona, ecc. Nonostante le sue istruzioni, quando provo a suonarlo io ne esce un agghiacciante suono stridulo che sembra quello del gesso sulla lavagna. Ma decidiamo comunque di comprarne uno, almeno cosi’ lui avra’ un paio di cene assicurate.

26/01/2008 Sabato Ultimo giorno a Calafate. Facciamo un giro in 4X4 sul Cerro Frias che e’ una collina sopra il paese da cui si gode il panorama del lago Argentino, delle Ande e della steppa patagonica. Se si ha tempo e’ una gita che vale la pena di fare perche’ si ha una visuale molto ampia su tutta la zona e sulle Ande fino alle Torri del Paine che e’ la cima piu’ nota della parte cilena della cordigliera. La macchina sale su un sentiero impervio e scende su un altro ancora piu’ stretto e tortuoso passando anche attraverso un bosco di alberi in parte sradicati dal vento. Tra l’altro sulla cima siamo riusciti a vedere un gruppo di guanachi, che sono animali tipici di quella zona e che somigliano molto ai lama dei quali sono progenitori. A pranzo andiamo in una estancia ormai trasformata in ristorante per turisti dove ci portano parilla (ossia carne alla griglia di tutti i tipi) a volonta’, il tutto compreso nel costo della gita. Alla seconda portata pero’ ci fermiamo tutti per non scoppiare.

La sera partiamo finalmente per Buenos Aires, ultima tappa della nostra vacanza, e ci arriviamo di sera giusto in tempo per vedere dall’aereo lo spettacolo di una citta’ illuminata per un’estensione che arriva tutto intorno fino all’orizzonte. Non avevo mai visto una citta’ cosi’ grande ! Atterraggio in perfetto orario e taxi fino alla casa di Sabrina dove passeremo i prossimi 5 giorni.

27/01/2008 Domenica Oggi ci dovremmo vedere con Sabrina e con nostro figlio Federico di ritorno dalla loro vacanza a Los Roques. Il loro telefonino e’ staccato il che vuol dire che sono ancora in volo. Decidiamo quindi di andare in centro a fare i turisti, anche se non abbiamo ne’ una guida ne’ una mappa della citta’ ma solo un foglietto di istruzioni lasciatoci da nostro figlio. Comunque, forti della nostra esperienza di viaggiatori, riusciamo a prendere la metro (linea A, molto caratteristica in quanto ha le vetture e le stazioni uguali a come erano a inizio secolo, insomma un po’ come quella di Parigi) e arriviamo alla famosa Plaza de Mayo dove c’e’ anche la casa Rosada. Davanti alla cancellata vediamo una serie di foto e di cartelli appesi, pensiamo alle famose madri dei desaparecidos ma invece si tratta di una manifestazione dei dipendenti del Casino’ che rischiano il posto in quanto pare che il Casino’ verra’ chiuso. Beh… Anche questo e’ un segno dei tempi che cambiano ! Dai desaparecidos ai dipendenti del Casino’… In fondo meglio cosi’ ! Li’ vicino a piedi si puo’ vedere la Cattedrale, Calle Florida (un’isola pedonale piena di negozi di ogni tipo) e, in Avenida de Mayo, il famoso caffe’ Tortoni, locale in stile liberty (come la confiteria Colombo di Rio) e ritrovo storico degli artisti e degli intellettuali argentini. Adesso e’ divenuto un posto molto turistico ma comunque vale sempre la pena vederlo. Noi ci siamo seduti per fare uno spuntino veloce… E ovviamente un sacco di foto. Finalmente ci arriva un sms di Federico che ci dice che sono arrivati a casa e che ci vengono a prendere con la macchina, cosi’ avremo finalmente una guida e un interprete ! Dopo i saluti di rito andiamo tutti insieme a San Telmo, che e’ un quartiere popolare di Buenos Aires abbastanza vicino al centro, dove la domenica (cioe’ oggi) si svolge anche un mercatino di antiquariato e roba vecchia. Arriviamo che ormai e’ pomeriggio e la bancarelle stanno quasi tutte chiudendo ma il quartiere e’ davvero molto caratteristico. Si respira un’aria particolare, si sente l’anima della citta’ e, a conferma di cio’, nella piazzetta principale (Plaza Dorrego) assistiamo ad un spettacolo improvvisato: un gruppo di persone, vecchie e giovani, ha installato un impianto stereo e tutti stanno ballando il tango ! Non e’ una cosa per turisti ma per loro stessi, a dimostrazione che il tango tra gli argentini e’ ancora molto popolare. Nelle altre strade ci sono poi musicisti, giocolieri e un vecchio cantante cosi’ tipicamente argentino che sembra uscito da un film esotico degli anni 50 ! Insomma un quartiere assolutamente da non perdere per vedere la Buenos Aires piu’ caratteristica.

La sera cena in un ristornate vicino casa a base di… Bife de lomo, tanto per cambiare. Se uno e’ vegetariano e’ meglio che in Argentina non ci vada. Ma se non lo e’, ha l’occasione di mangiare una carne che in Italia non abbiamo mai visto. 28/01/2008 Lunedi’ La mattina la passiamo nel quartiere di Boca, forse il piu’ caratteristico di Buenos Aires. Tutte casette di legno colorate a tinte vivaci e pati in stile spagnolo. Purtroppo piove e i colori delle case risaltano meno del solito. Una volta era un quartiere molto popolare e abitato anche da molti italiani ma ormai non ci vive quasi piu’ nessuno ed e’ diventato solo un’attrazione turistica. Peccato perche’ diversi anni fa doveva essere molto bello e vivace; ormai il turismo di massa lo ha trasformato in nna specie di luna park. A Boca ovviamente c’e’ la Bombonera, ovvero il famoso stadio del Boca Junior, squadra nella quale ha esordito Maradona. Ed infatti nei bar e nei locali intorno allo stadio le sue foto, ritratti, murales troneggiano piu’ o meno dovunque in mezzo ai colori sociali della squadra (giallo e blu). Pranzo con tortilla e empanadas, specialita’ argentina simile alle tapas spagnole, e poi di corsa a Puerto Madero, il vecchio porto ottocentesco ora restaurato e sede di bar, ristoranti e locali vari per il divertimento notturno. Qui c’e’ stato un recupero architettonico e urbanistico molto simile a quello fatto a suo tempo per l’area dei docks di Londra, per cui si ha proprio l’impressione di stare in Europa o comunque in un posto molto “internazionale”, forse anche perche’ pioviggina e il tempo e’ grigio proprio come a Londra. La sera siamo abbastanza stanchi per cui decidiamo di mangiare a casa… Finalmente gli spaghetti ! 29/01/2008 Martedi’ Oggi finalmente c’e’ un bel sole e cosi’ optiamo per una gita a Tigre, un paese molto caratteristico a 30 Km da Buenos Aires situato sul delta formato dal fiume Parana’ che sfocia nel Rio de la Plata. Noi ci andiamo in macchina ma ci si puo’ anche andare in treno abbastanza comodamente. Arriviamo e ci fermiamo subito al cosiddetto “mercato della frutta” che in realta’ e’ un mercato dove si vende un po’ di tutto, nuovo e usato, dalla frutta ai mobili. Peccato che sia martedi’ e quindi i negozi e le bancarelle siano quasi tutti chiusi. Sarebbe meglio andarci di domenica. Ma la caratteristica principale di Tigre consiste nel fatto che risiede su un intrico di canali e canaletti formati come si e’ detto dal delta del Parana’ che danno al paese un aspetto quasi di una Venezia tropicale. Prendiamo quindi un catamarano che ci porta in giro nei vari canali dove si trovano villette e case a palafitte in mezzo a una natura molto rigogliosa. Incrociamo alcuni barconi che portano legna, gas, derrate alimentari, ecc alle varie case del paese che sono raggiungibili solo per via acquatica. E c’e’ perfino qualcuno che si fa il bagno in un’acqua dove io non mi laverei nemmeno i piedi ! Il posto pero’ e’ davvero bello e suggestivo e secondo me e’ una gita assolutamente da non perdere. Ritornando a casa passiamo per San Isidro, un paesino con villette moderne sul Rio della Plata, insomma un classico posto di villeggiatura per ricchi argentini.

Alla sera ci attende uno spettacolo di tango in un locale che si chiama Senor Tango. Ce lo hanno consigliato come uno dei migliori posti per vedere ballerini di tango. E’ un po’ lontano da casa nostra e arriviamo che lo spettacolo e’ gia’ cominciato. Il tutto e’ sicuramente di alta qualita’ (ad un prezzo di circa 18 Euro), sia i ballerini che il posto, un teatro rotondo attorno alla pista in stile inizio ‘900 con tavolini dove si puo’ anche mangiare. Pero’ mi sembra anche un po’ troppo “all’americana”, con luci ed effetti speciali, insomma uno show molto curato in un locale molto elegante ma forse un po’ troppo per turisti. Avrei preferito una cosa piu’ modesta ma piu’ per argentini. Comunque uno spettacolo di tango e’ assolutamente da vedere, a meno che non si odi questa musica e questo ballo.

30/01/2008 Mercoledi’ Mattinata nel quartiere di Palermo, fatto di casette basse e caratteristiche affiancate da palazzi moderni, a conferma del fatto che Buenos Aires e’ oggi una citta’ in continua ricostruzione. Ci sono anche molti locali, bar e pub e forse era meglio venirci di sera. Comunque il quartiere e’ molto piacevole da girare anche di giorno. Dopo pranzo ci spostiamo alla Recoleta, un quartiere non molto distante da Palermo con boutique negozi eleganti tipo Armani, Dior, ecc. Qui c’e’ anche un piccolo cimitero monumentale dove sono sepolti i grandi personaggi della (breve) storia argentina e ovviamente anche Evita Peron, che pero’, con mia sorpresa, ha una piccola cappella quasi anonima e nascosta. Andiamo quindi ai giardini di Palermo (che a dispetto del nome non stanno nell’omonimo quartiere) vicino al Rio della Plata che hanno una pavimentazione con una caratteristica terra rossa e un laghetto al centro da cui sullo sfondo, sopra gli alberi, si possono vedere i grattacieli della citta’. Insomma un profilo da piccolo Central Park sudamericano ! La sera cena in un ristorante elegante e moderno di San Isidro che si chiama Rosa Nigra, dove sembra di stare in un analogo posto in Europa o negli Stati Uniti, ma con la differenza che la cena a base di carne, ottima come al solito, costa appena 13 Euro ! 31/01/2008 Giovedi’ Oggi e’ l’ultimo giorno del viaggio. Poiche’ la partenza e’ prevista nel pomeriggio passiamo la mattinata in giro nel quartiere di Belgrano facendo un po’ di spese varie. Nel supermercato la carne e’ in vendita a 3 euro al chilo ! E tra l’altro di una qualita’ che in Italia e’ praticamente introvabile. Sarebbe quasi da comprarla e portarsela a Roma. In compenso all’aeroporto Luciana compra un barattolone di dulce de leche, ossia il dolce di latte, una crema simile alle caramelle mou che a lei piace tanto e che in Argentina e’ molto diffuso. Sara’ quello il nostro souvenir culinario dell’Argentina, insieme a tanti altri oggetti, regali, foto e ricordi di un paese cosi’ vasto e affascinante che riporteremo indietro con noi.



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